Itinerari
Il Fosso dell'Eremo (sentiero CAI n.208)
IL FOSSO DELL'EREMO (parte del sentiero CAI n.208) (Comune di Piobbico)
Tempo di percorrenza (solo andata): h 0.30
Lunghezza: 1,5 km
Difficoltà: T
Ultima verifica dell'itinerario: 2023
Il Fosso dell'Eremo è un affluente di destra del Fiume Candigliano; nasce dalle pendici di N.E. del Monte Nerone come Fosso del Presale a circa 1400 m di quota. Assume questo nome poco sotto il paesino di Baciardi, dopo aver raccolto le acque del Presale, del Cornobuio e del Tragolone.
Provenendo da Acqualagna, si percorre la strada per Piobbico sino alla Gola di Gorgo a Cerbara e si parcheggia l'auto sullo spiazzo davanti alla confluenza del Fosso dell'Eremo con il Candigliano, segnalata da un cartello turistico.
Superata la carreggiata il sentiero inizialmente scende a livello del fiume poi, con un ponte in cemento si supera il torrente e si sale una ripida ma breve rampa, dopo di che il viottolo spiana e poco dopo costeggia il limpido corso d’acqua. La vegetazione è molto varia, con salici bianchi, rossi e di ripa che crescono vicino all’acqua, acero minore e acero campestre che si uniscono al carpino nero nei boschi e lo scotano che si afferma negli spazi più aperti. Nell’acqua sono presenti larve di plecotteri ed efemerotteri, granchio di fiume e trota. Nelle pareti che sovrastano la valle nidifica la rondine montana, nelle pietraie si rifugiano la natrice e il biacco, sugli alberi si muove agilmente lo scoiattolo rosso. Una porzione importante delle pareti è da molti anni dedicata all’arrampicata sportiva, in particolare quella dalle forme più ardite e i colori più sgargianti che è chiamata la Balza di Taddea. Poco dopo questo spazio sovente frequentato da numerosi appassionati rocciatori, si giunge al termine del percorso: una leggera salita sulla sinistra che porta appena sotto i ruderi dell'Eremo di S. Maria in Morimondo, le cui prime notizie risalgono all'inizio del 1200. Il possente muro in pietra e l’elegante portale sopravvissuto a tutti questi secoli stanno attendendo l’inevitabile destino che ha già colpito una parte dei resti rovinati a terra con il terremoto del 2017.
Oltrepassati i ruderi, si potrebbe proseguire per almeno un’ora costeggiando ed attraversando più di quindici volte il torrente, fino a giungere ai resti di un mulino probabilmente coevo all’Eremo. Dopo il mulino un ultimo passaggio sul torrente (in quel caso il Presale) e salita piuttosto impegnativa fino al borgo di Bacciardi, dove termina il sentiero CAI n.8.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2000
Ultima modifica: 10.03.2024
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