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Stagno costiero a N.O. della foce del Cesano

Malacofauna conchifera spiaggiata lungo la costa adriat...

L'Adriatico nella zona antistante la Provincia di Pesaro e Urbino


L'Adriatico

II Mare Adriatico ha forma stretta e allungata, con una lunghezza circa 800 km e una larghezza massima di circa 200 km. A sud il Canale d'Otranto, largo poco più di 70 km, lo mette in comunicazione con il Mar Ionio.
Da un punto di vista geografico è suddiviso in tre bacini:
- Alto Adriatico: dalle acque venete e friulane fino alla linea che unisce fra le due coste Ancona e Zara;
- Medio Adriatico: dalla linea Ancona-Zara a quella che unisce il promontorio del Gargano con l’isola di Lastovo;
- Basso Adriatico: dalla linea Gargano-Isola di Lastovo al canale d'Otranto.
Le coste italiane sono prevalentemente sabbiose e uniformi (tranne il Gargano, il Conero e la costa del S. Bartolo), mentre le coste orientali, che bagnano Albania, Serbia e Montenegro, Bosnia, Croazia e Slovenia, sono prevalentemente alte, frastagliate e ricche di isole.
Nell’Alto Adriatico i fondali raggiungono una profondità massima di 70 m circa al largo di Fano-Ancona. Il Medio Adriatico è caratterizzato dalla depressione detta Fossa di Pomo al largo di Pescara, profonda circa 250 m. Il Basso Adriatico presenta fondali profondi anche oltre i 1.200 m, al confine con il Mar Ionio.
I fondali fangosi si trovano soprattutto sotto i 200 m di profondità, mentre quelli sabbioso-fangosi (sabbie relitte) caratterizzano la zona settentrionale e centrale meno profonda.
Una corrente marina gira in senso antiorario: le acque dello Ionio, più salate, risalgono lungo la costa orientale, creando biocenosi varie e ricche di specie. Nell’Alto Adriatico l’acqua dolce dei fiumi (soprattutto il Po) fa diminuire la salinità e arricchisce molto le acque di sostanze nutritive, creando le condizioni per la grande pescosità di questo mare. Le acque meno salate e più fredde ridiscendono lungo le coste italiane fino al Canale d’Otranto ove si immettono nel Mar Ionio.

L'Adriatico nella zona antistante la Provincia di Pesaro e Urbino

Il mare prospiciente la Provincia di Pesaro e Urbino (tra Gabicce e la foce del Cesano a Marotta di Mondolfo), è compreso nell'Alto Adriatico e appartiene alla zona neritica (1).
Il fondale è situato a scarsa profondità, scendendo in dolce ed uniforme pendio: a mezzo miglio (2) vi sono appena 5 metri d'acqua, a un miglio circa 10 metri, a 3 miglia circa 15 metri, a 9 miglia 30 metri, a 15 miglia (28 km circa) 50 metri e a 18 miglia (35 km circa, a mezzo mare tra l'Italia e la Croazia) un massimo di 66 m.
Le mareggiate e il gioco delle correnti determinano il periodico formarsi e spostarsi di una serie di secche, dette anche scanni, situate poco al largo e parallelamente fra loro e la riva.
I fondali (suddivisi per piani in base alla profondità ed associati alle rispettive biocenosi) sono:

Piani sopralitorale, mesolitorale (o intertidale) e infralitorale (3)
- fondale roccioso costituito da rocce, massi e lembi di fondo sabbioso lungo gli 11 km della costa alta del S. Bartolo (da Pesaro a Gabicce) ampio 20-70 m; moli e scogliere frangiflutti presso riva lungo il resto della costa, con le biocenosi delle Rocce Mediolitorali e delle Alghe Fotofile. Vanno da 0 a 3-5 m di profondità;
-fondi mobili costieri:
fondali sabbioso, sabbioso-fangoso e fangoso molto sabbioso costieri (sabbie litorali, sabbie pelitiche e peliti molto sabbiose) (4), con le zoocenosi a Venus gallina e Venus gallina + Owenia fusiformis (SCACCINI 1967). Vanno dalla riva a 1-1,5 miglia dalla costa e da 0 a 10-12 m di profondità; fondale fangoso-sabbioso con acqua più o meno salmastra alla foce dei corsi d’acqua (Arzilla, Metauro e Cesano) e dei porti-canale di Gabicce mare (F. Tavollo), Pesaro (F. Foglia) e Fano (Vallato del Porto alimentato dal F. Metauro);
fondale fangoso-sabbioso costiero (peliti sabbiose), con le zoocenosi a Venus gallina e Venus gallina + Owenia fusiformis (SCACCINI 1967). Va da 1-1,5 a 4,5-7,5 miglia dalla costa e da 10-12 a 18-22 m di profondità.
In questi fondi mobili non sono presenti le praterie a Posidonia e Zostera, pur potendo queste piante fanerogame vivere nella fascia sino a 30 m circa di profondità.

Piani infralitorale e circalitorale
- fondi mobili al largo: fondali fangoso e fangoso-sabbioso (peliti e peliti sabbiose), con la zoocenosi a Turritella communis (SCACCINI, 1967). Vanno da 4,5-7,5 a 15-16 miglia dalla costa e da 18-22 a 48-58 m di profondità.
Al di là di questi fondi mobili si estendono quelli sabbioso-fangosi e fangosi molto sabbiosi ricchi di epifauna detti fondi sporchi (vedi scheda 12.2.4.1).

Per quanto riguarda le caratteristiche fisico-chimiche dell'acqua (SCACCINI e PICCINETTI 1967), la media annua delle temperature superficiali è di 15,8 C°; le temperature più basse si registrano in gennaio-febbraio (media 6,4 C°), le più alte in luglio-agosto (media 25 C°). La temperatura media delle acque è sempre un pò superiore a quella dell'aria e varia in modo meno brusco; inoltre mentre la temperatura del mare durante la stagione estiva diminuisce con la profondità, durante l'inverno aumenta. La salinità è variabile di anno in anno ed è in genere più bassa in inverno che in estate: infatti la salinità media delle acque in dicembre è del 32 ‰ e in agosto del 35,6 ‰.

Le maree non sono molto ampie: in media alle sizigie raggiungono i 45 cm e nelle fasi di quadratura i 15 cm (5); presentano in un giorno due massimi e due minimi (semidiurne), in certi periodi uno solo (diurne). Una corrente superficiale lambisce la costa, con direzione S.E. - N.O. e velocità di circa mezzo miglio all'ora; un'altra, più rilevante, fluisce più al largo in direzione opposta. La velocità e l'entità di queste correnti sono influenzate da fattori diversi, quali i venti e le variazioni stagionali di salinità.

Organismi dei fondali rocciosi

Sui fondali lungo la costa alta del S. Bartolo a Pesaro, sui moli e le scogliere frangiflutti crescono diverse specie di alghe (Cloroficee, Feoficee e Rodoficee), tra le quali ricordo la Lattuga di mare (Ulva sp. pl.) e l'Enteromorfa (Enteromorpha sp.), due alghe verdi molto diffuse, e le Corallinacee, famiglia di alghe rosse impregnate di calcare che incrostano le rocce di patine rossastre o violacee.
Gli animali di questo ambiente o rimangono sempre attaccati agli scogli (tranne che nella fase larvale), come gli Ctamali (Crostacei Cirripedi), vari Molluschi, le Attinie (Actinia equina, A. cari), l'Anemone o Morosa (Anemonia viridis), alcuni Briozoi, Policheti tubicoli e Spugne, oppure si spostano e vi trovano cibo e rifugio, come il Riccio di mare (Paracentrotus lividus) e alcuni Granchi, tra cui il Granchio corridore (Pachygrapsus marmoratus), che si trova a suo agio anche fuori dall'acqua, e il Favollo (Eriphia verrucosa).
I Pesci sono in genere di aspetto tozzo, cattivi nuotatori e dotati di colori bruni o verdastri; ricordo il Paganello (Gobius paganellus), la Bavosa sanguigna o "Volpe" (Blennius sanguinolentus), la Motella o "Pesce sorcio" (Gaidropsarus mediterraneus) e il poco frequente Succiascoglio (Lepadogaster lepadogaster).
I Molluschi sono numerosi ed interessanti da osservare. La Littorina neritoides è un piccolo Gasteropode che vive nella parte emersa degli scogli, a tratti bagnata dagli spruzzi. Nella fascia solo periodicamente fuori dell'acqua si trovano le Patelle (Patella caerulea e P. rustica), Gasteropodi dalla caratteristica conchiglia conica. Poi Phorcus mutabilis, Gasteropode a conchiglia spessa, verdastra, usata spesso, dopo trattamento con acidi, nei lavori artigianali per i suoi bei riflessi madreperlacei. Tra i Bivalvi ricordo il Mitilo (Mytilus galloprovincialis), presente in fitte colonie abbarbicate agli scogli con filamenti chiamati bisso. Poi l'Ostrica (Ostrea edulis e Crassostrea gigas), a volte difficilmente distinguibile quand'è coperta di alghe ed altri organismi incrostanti.

Organismi dei fondali sabbioso e fangoso

Gli animali che vivono sul fondo sono chiamati bentonici; tra le loro caratteristiche risaltano la scarsa mobilità, almeno nello stadio adulto, le forme e i colori che li mimetizzano col fondo e per alcuni la capacità di affossarsi rapidamente, nascondendosi ai nemici e alle prede.
Già da pochi metri dalla battigia si possono trovare facilmente, nascosti sotto la sabbia, una serie di Molluschi Bivalvi tipici di questo fondale, dotati di un organo muscolare, detto piede, adatto a scavare e di due sifoni sporgenti attraverso i quali circola l'acqua e giunge il nutrimento costituito da plancton. Le specie più frequenti, che si trovano in abbondanza spiaggiate dopo una mareggiata, sono la Vongola (Chamelea gallina), il Cuore tubercolato (Acanthocardia tuberculata), la Mattra (Mactra stultorum), i Cannolicchi (Ensis minor e Solen marginatus) e i Calcinelli (Donax trunculus e D. semistriatus).
Pure affondati nella sabbia, dalla quale sporgono solamente gli occhi, troviamo la Tracina vipera o "Pesce ragno" (Trachinus vipera) e le Sogliole (Solea sp. pl.). Inoltre popolano questi fondali l'Owenia fusiformis, Anellide che vive entro tubi di sabbia, la Seppia (Sepia officinalis), dalla magnifica livrea di colore cangiante, la Mormora (Lythognatus mormyrus), i Pesci ago (Syngnatus sp. pl.) e la Grancella (Liocarcinus vernalis).

Un pò più al largo, nei fondali fangosi, vivono la Triglia di fango, detta localmente "Rosciolo" (Mullus barbatus), il Rombo liscio (Scophthalmus rombus) e il Rombo chiodato (Psetta maxima). Tra gli Anellidi Policheti ricordo la Sabella pavonina, che vive entro un tubo di fango da cui sporge un'elegante corona di tentacoli; tra i Crostacei il Facchino piccolo (Dorippe lanata); tra i Molluschi la Turritella (Turritella communis), la Nassa o "Bombolino" (Nassarius mutabilis), il Piede di pellicano (Aporrhais pespelecani), Philine aperta, Nucula nitidosa, Corbula gibba e Flexopecten glaber. In certi tratti giacciono inoltre dei banchi di Ostriche (Ostrea edulis), oggetto verso il 1970 di un'attiva pesca ed attualmente notevolmente depauperati.

Organismi delle acque libere

Gli organismi che vivono senza contatti con il fondo o sono adattati a galleggiare spostandosi quasi passivamente (plancton), oppure si muovono nuotando velocemente (necton).
Appartengono al plancton una quantità di alghe microscopiche dalle forme più varie, spesso dotate, come le Diatomee, di un guscio siliceo mirabilmente scolpito. Molti animali marini, anche tra quelli che da adulti vivono sul fondo, possiedono delle minuscole larve planctoniche: Pesci, Molluschi, Stelle di mare, Ricci di mare, Policheti, Antozoi. Inoltre le uova di alcuni Pesci, come quelle delle Triglie e delle Alici, hanno la capacità di galleggiare grazie a goccioline di grasso. Numerosi Copepodi, piccoli Crostacei non più grandi di 1-2 mm, vivono anche da adulti in mare aperto, nutrendosi di organismi più piccoli e a loro volta servendo da cibo per carnivori di maggior mole, in una complessa rete alimentare.
Animali più grandi, come le Meduse (Rhizostoma pulmo, Carybdaea marsupialis e altre), appartengono egualmente al plancton, dato che la loro capacità di movimento autonomo è alquanto limitata. A volte è possibile vedere gruppi di meduse dalla barca, oppure, il che è più spiacevole, ci si accorge della loro presenza dalle fastidiose urticazioni che lasciano sul corpo mentre si nuota.
Il necton è costituito per lo più da Pesci, dalle forme slanciate, buoni nuotatori e con la caratteristica colorazione verde-azzurra sul dorso ed argentea sul ventre. La ragione di questi colori sta nel fatto che per un nemico, o una preda, che guardi dall'alto, l'acqua appare verde-azzurra, mentre da sotto in su la superficie marina, col cielo che traspare al di sopra, appare argentea. Sgombri (Scomber scombrus), Suri (Trachurus trachurus) e Aguglie (Belone belone) si avvicinano spesso alla riva per inseguire Sardine (Sardina pilchardus), Papaline (Sprattus sprattus), Alici (Engraulis enchrasicolus) ed altri pesci nectonici definiti assieme ai primi col termine comprensivo di "pesce azzurro".

Tra i numerosi Uccelli che frequentano le acque marine costiere, le foci fluviali e i porti, oltre ai Laridi (Gabbiano comune, Gabbiano reale, Gabbiano corallino, Gavina, Gabbianello, Zafferano, Mignattino, Mignattino alibianche, Beccapesci, Sterna comune, Sterna maggiore, Fraticello) e ai Caradridi (Corriere grosso, Corriere piccolo, Fratino, Voltapietre, Pivieressa, Piovanello, Piovanello pancianera, Piovanello tridattilo, Gambecchio, Pittima minore, Piro-piro piccolo, Combattente), citiamo il Cormorano (Phalacrocorax carbo), l'Airone cenerino (Ardea cinerea), lo Smergo minore (Mergus serrator), il Tuffetto (Tachybaptus ruficollis), lo Svasso maggiore (Podiceps cristatus), lo Svasso piccolo (Podiceps nigricollis) e la Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus); occasionali sono diverse altre specie, fra cui la Strolaga mezzana (Gavia arctica), la Strolaga minore (Gavia stellata), l'Edredone (Somateria mollissima), l'Orchetto marino (Melanitta nigra), il Quattrocchi (Bucephala clangula) e il Labbo (Stercorarius parasiticus).

NOTE
(1) La zona neritica comprende la massa d'acqua tra 0 e 200 m di profondità e i relativi fondali estesi sulla platea continentale.
(2) un miglio marino corrisponde a 1852 m.
(3) Il piano sopralitorale (o zona emersa) è la zona di riva bagnata solo dagli spruzzi delle onde. Il piano mesolitorale (o mediolitorale, o intermareale, o intertidale, o zona litorale) è la zona tra la bassa e l'alta marea. Il piano infralitorale (o zona sommersa) è la zona sempre sommersa che si estende sino a 25-30 metri di profondità, limite di illuminazione al di là del quale non vivono le piante Fanerogame marine (Posidonia e altre). Il piano circalitorale (o zona di platea) si estende nella nostra zona di Adriatico da 30 a circa 65 metri (la maggiore profondità che si raggiunge nella parte centrale).
(4) Peliti: sedimenti a granulometria finissima, composti prevalentemente di minerali della famiglia delle argille. Al posto di questo termine, proprio della geologia, viene di solito usato quello più generico di fango.
(5) Nelle sizigie il sole, la terra e la luna si trovano allineati, nelle fasi di quadratura formano invece un angolo retto, con conseguente annullamento parziale delle forze di attrazione sulla terra.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 26.10.2012

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