Beni storici e artistici
Fossombrone: area archeologica Forum Sempronii
L'area archeologica di Forum Sempronii è situata a circa 2 Km ad est di Fossombrone, in località San Martino del Piano.
L'antico abitato venne fondato lungo il percorso dell'antica via consolare Flaminia da un ignoto magistrato della gens Sempronia (secondo la tradizione Gaio Sempronio Gracco) nel II sec. a.C.; ascritto alla tribù Pollia, divenuto municipio nel corso del I sec. a.C., divenne ben presto il centro amministrativo e commerciale della media vallata del Metauro.
Le iscrizioni ricordano che fu retto da una magistratura duovirale (duoviri iure dicundo) affiancata dai decuriones (specie di senato locale), il quaestor (responsabile settore finanziario), gli Augustales Seviri (sacerdoti addetti al culto dell'imperatore che si occuparono inoltre della selciatura di ampi tratti di vie cittadine). Dalle fonti epigrafiche inoltre apprendiamo l'esistenza di corporazioni professionali di falegnami (fabri tignarii) e conduttori di animali da soma (iumentarii), stazionati presso la porta orientale della città, chiamata porta Gallica.
La documentazione archeologica ci attesta che il municipio ebbe un periodo di particolare ricchezza nei primi due secoli dell'impero, continuando poi a vivere fino al VI sec. d.C. La ricerca archeologica ed il progredire degli studi stanno modificando la tradizionale concezione che vedeva nell'età tardo-antica (III-VI sec. d.C.) un periodo di crisi e decadenza: essa appare oggi un'età di profondo cambiamento.
I rinvenimenti effettuati nel corso dei secoli, le recenti campagne di scavo e gli studi conseguiti hanno fornito importanti elementi per la conoscenza dell'assetto urbanistico e della vita quotidiana di questa città. L'antico municipio aveva un'estensione di 24 ettari circa ed un assetto urbanistico a scacchiera, orientato secondo l'andamento della via Flaminia che ne costituiva l'asse principale da est ad ovest (decumanus maximus). Delimitato naturalmente a nord dalle colline, ad ovest dal Fosso della Conserva, a sud dal greto del fiume Metauro, era privo di un limite naturale ad est, dove era certamente chiuso da una cinta muraria (di cui si conservano resti), sui cui si apriva la già menzionata porta Gallica.
A lato della chiesa di San Martino si possono veder alcuni interessanti reperti rinvenuti nell'area: un grosso dolium e numerosi frammenti architettonici; questa area costituiva molto probabilmente il centro monumentale dell'antica città.
Scavi qui effettuati negli anni 1879-1881 hanno portato alla luce i resti di una domus con ambienti pavimentati a mosaico, e tratti di vie lastricate, mentre in un manoscritto del XVII sec. sono descritti i resti di un edificio in cui è da riconoscere una basilica.
Fra il 1974 ed il 1982 nel settore sud di Forum Sempronii, a breve distanza dal ciglio tattico, sono stati riportati alla luce i resti di un vasto edificio termale, databile tra il I sec. ed il V d.C., che si sviluppa complessivamente per oltre 20 ambienti. A questi edifici sono poi da aggiungere un tempio di Cibele, una porticus, uno xystus e la porta Gallica nota da fonti epigrafiche.
Le campagne di scavo effettuate dal 1990 nell'area archeologica hanno permesso di riportare alla luce un tratto della via Flaminia (ampio m 5,90); una via urbana parallela alla Flaminia, da cui dista 70 m (decumanus minore); due vie ad essa perpendicolari (cardini), distanti tra loro 105 m. Le vie lastricate in grosse pietre poligonali del Furlo conservano ancora le profonde solcature dei carri.
Di particolare interesse la via urbana parallela alla Flaminia; delimitata nel lato a valle da un marciapiede su cui si affacciano i resti degli edifici che un tempo prospettavano sulla via, presenta dalla parte opposta una fogna coperta da grosse lastre di pietra fiancheggiata da un ipotetico porticato, un edificio di qualche rilievo (di cui sussistono due colonne in laterizio e resti di strutture murarie) di fronte al quale la via viene quasi a formare una piazzetta, infine otto grosse basi, nel tratto stesso in cui la sede stradale si restringe nelle quali è ipotizzabile che si ergessero statue di bronzo dorato (alcuni frammenti sono conservati presso il Museo Civico A. Vernarecci).
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 19.12.2004
Ultima modifica: 12.12.2017
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