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Cagli: Ponte Taverna (rudere)

Cantiano: Ponte Grosso nella Gola del Burano

Cantiano: Ponte Grosso a Pontericciòli


- Comune di Cantiano

- Corso d'acqua attraversato: Fosso della Scheggia (affl. T. Burano)

- Strada che lo percorreva: Via Flaminia

- Ultimo sopralluogo: luglio 1996

- Coord. geogr.: 43° 26' 17.66'' N, 12° 37' 56.61'' E

- Riferim. carta: 1:25.000 IGM F.116 - III N.E.

Il Ponte Grosso, di epoca romana, assieme ad altri ponti e manufatti è posto lungo il vecchio tracciato della Flaminia, oggi abbandonato e ridotto a strada secondaria (Via Flaminia Antica).

NOTIZIE STORICHE

Si legge in MONTECCHINI 1879:

"Giunta la strada al fosso predetto della Scheggia, lo attraversa mediante un ponte di remota costruzione denominato ponte grosso, dai grossi lastroni di pietra còrgnola che lo compongono.

Esso è a due archi semicircolari della luce di metri 3,40 ciascuno, e la pila di mezzo ha la larghezza di metri 2,60 con tagliacqua sporgente cent. 45. Le pietre di questo manufatto collocate a secco, sono di calcare durissimo tratto dalle Foci di Cagli, lavorate con moltissima diligenza nelle commessure, ed a rustico nella superficie esterna. L'arco è grosso metri 0,95 e nasce in direzione verticale del piedritto; ma esso riposa sopra una pietra d'imposta che sporge dal piedritto venti centimetri. La spalla destra si unisce ad un muraglione antico lungo metri 8,00, fatto a sostegno della strada e costrutto nella stessa guisa e colla pietra della stessa natura di quella del ponte.

La lunghezza del ponte è di metri 10,00; contuttociò non deve credersi che la strada fosse così ampia; anzi è certo ch'essa era molto più stretta e sul ponte giungeva forse appena a m. 7,00 perché come si vede in altri luoghi della stessa strada, le pietre formanti il parapetto, non erano minori di metri 1,50; talchè il parapetto veniva ad avere questa enorme grossezza.

Questo ponte potrebbe appartenere all'epoca del dominio etrusco, dandone forte sospetto il modo di lavorazione che rassomiglia molto ad altre ben note costruzioni di questo popolo, e diversifica alquanto dalla più comune pratica propiamente romana. Ma se pur vogliasi ritenerlo, insieme ad altri moltissimi manufatti consimili che stanno sulla strada come opera romana, essa è certamente lavoro del tempo della repubblica, in cui i romani affidarono ogni lavoro edilizio a mani etrusche."


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 15.04.2011

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