Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carnevale di Fano - Documenti storici - 1734

Carnevale di Fano - Documenti storici - 1742

Carnevale di Fano - Documenti storici - 1741


Documento del 1741
… Caveant itidem Bacchanalium tempore ne larvati, sive personati in publicum prodeant, ne nocturnis horis circumvagentur instrumenta musica pulsando, vel canendo, aut pulsantes, et canentes comitando, ne ante fores Domorum, vel in vestibulo cum foeminis diuturnos sermones ferant, quibus non raro praetereuntibus, ac conspicientibus scandali occasionem ingerunt, seseque, et alios in peccandi periculum coniiciunt. A confessationibus, compotationibus ebrietatibusque abstineant, ob idque lautiora ac liberiora convivia vitent, et si quandoque invitati honeste reluctare non possint, ita sobrie, ac temperate epulentur, ut aliis intemperantioribus, si qui sunt, exemplo suo fraenum iniiciant. Cauponas, tabernas, diversoria, aut improba quaevis hospitia, a quibus peccatorum occasio raro abest, non ingrediantur, nisi itineris, aut alterius iustae necessitatis causa, at tunc quoque neque cum mulieribus, neque cum viris improbis, blasphemis, lusoribus, helluonibus discumbant.
Dum Tauri per Civitatem agitandi circumducuntur, caveant omnino Clerici ne ipsi id faciant, quod honesti quique viri facere erubescunt, ne scilicet per vias, et plateas indecore currendo eos sequantur, aut pracedant, alias tanquam habitus Clericalis deturpatores severissime punientur. ...



Traduzione
Nel periodo di Carnevale (gli uomini di Chiesa) non si muovano in pubblico mascherati né travestiti, non vadano in giro di notte suonando strumenti musicali, o cantando, o suonando e cantando in compagnia, non scambino lunghi discorsi con le donne davanti alle porte delle Case o nelle vicinanze, dal momento che facendo queste cose o assistendo ad esse non di rado offrono occasione di scandalo ed espongono se stessi, e gli altri, al pericolo di peccare. Si astengano dai bagordi, dal bere in compagnia e dall’ubriacarsi, e per questo evitino i banchetti troppo ricchi e liberi e se talora invitati non potessero onestamente opporsi, pranzino in modo tanto sobrio e misurato che con il loro esempio offrano un freno agli altri troppo intemperanti, se ve ne sono alcuni. Non frequentino osterie, taverne, locande, o qualsiasi cattivo luogo di ospitalità, dai quali raramente manca occasione di peccare, se non a causa di viaggio o di altra giusta necessità ma anche in questo caso non siano in compagnia di donne, né di uomini malvagi, blasfemi, giocatori, scialacquatori. Quando per la Città vengono portati i Tori da cacciare, i Chierici si astengano assolutamente dal fare ciò che ogni uomo onesto si vergogna di fare, ovviamente non li inseguano correndo indecorosamente per vie e piazze, o li precedano, altrimenti siano severissimamente puniti come deturpatori dell’abito Clericale.

Da: Archivio diocesano di Fano, "Constitutiones, et Decreta ... " del Vescovo Jacobo Beni
De vita, et moribus clericorum, caput XXIII, pag. 135

Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 27.11.2013
    Ultima modifica: 06.12.2013

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