Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carnevale di Fano - Edizione 1934

Carnevale di Fano - Edizione 1936

Carnevale di Fano - Edizione 1935


MUNICIPIO DI FANO

PRES. Il  31 GEN. 1935  XIII EF

Fano, 29 Gennaio 1935

ILLmo Sign. Podestà del Comune di Fano

Il Consiglio Direttivo della Società Carnevalesca mi ha dato incarico di presentare alla S.V. Illma domanda perché voglia concedere il Teatro della Fortuna per il Veglione Sociale, che avrà luogo la notte tra il 4 e il 5 marzo 1935, e veglia, inoltre, cooperare alla buona riuscita dei divertimenti, anziché mediante un contributo di denaro, secondo la consuetudine di altri anni, non ponendo a carico della Società le spese per riscaldamento, energia elettrica e servizio d’ordine e di musica, in occasione del ricevimento del Carnevale (pomeriggio del 28 febbraio), del Veglione (notte del 4 – 5 marzo) e del Corso Mascherato (pomeriggio del 5 marzo).

Certo che vorrà aderire a questa richiesta, dettata dal desiderio vivissimo che l’esito delle manifestazioni carnevalesche sia degna delle tradizioni e si adegui al ritmo nuovo di vita della nostra città, La ringrazio e distintamente La ossequio

IL PRESIDENTE DELLA SOCITA’ CARNEVALESCA

F. Pasqualucci

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Il carnevale fanese
Veglione in maschera al teatro della Fortuna - Il corso mascherato - Vistosi premi – Riduzioni ferroviarie

Fano, febbraio
(FM) Il Carnevale fanese, conosciuto in ogni parte d’Italia, che in questi ultimi periodi, era stato, per un complesso di circostanze, quasi del tutto abbandonato, si annuncia quest’anno pieno di vita rigeneratrice, con tutte le sue aspettative e con tutte le sue meraviglie.
E la presidenza del benemerito sodalizio fanese che da decine e decine di anni, con interruzioni più che giustificate, vive nell’ardente alternativa di offrire alla sua città questi divertimenti periodici, ha disposto in una delle sue ultime riunioni, non solo di riprendere ma di seguitare con energia e con decisa volontà, nel lavoro intrapreso, per far sì che il ciclo dei festeggiamenti si svolgano e procedano con fervente attività e con piena soddisfazione dei cittadini e dei forestieri che affluiranno in Fano. Non a torto diciamo che il Carnevale si annuncia quest’anno, con tutte le sue aspettative che, non appena lanciata la squilla di questa viva ripresa, molte città, vicine e lontane si sono interessate per conoscerne le modalità e le date delle giornate festive.
Ricordiamo a tal’uopo che l’alimentare con iniziative e manifestazioni di vario genere siano esse di carattere sportivo, culturale o carnevalesco, la vita di una città, significa aumentare le attrattive di un centro di cura e soggiorno qual è Fano, a cui, non va attribuito l’appellativo precitato solo perché elementi della natura come il monte e il mare o acque sorgive, gli sono prodighi ma perché anche, nel complesso delle loro organizzazioni, esse formano un tutto diverso dalle altre città, un tutto cioè che si stacchi completamente e che serva ad attrarre, ad allietare in qualsiasi epoca, il soggiorno ai villeggianti affinchè essi trovino effettivamente in questi luoghi, il vero privilegio!
E il periodo carnevalesco in cui è concesso (secondo la etimologia della parola) il permesso agli spassi pubblici e alle maschere, che Fano suole nella ormai secolare tradizione, festeggiare e riportare alla viva rimembranza dei suoi cittadini, rientra nel quadro delle organizzazioni della sua stazione di cura e soggiorno, portando evidentemente la città ad essere nei confronti delle altre, la preferita, la privilegiata.
Quest’anno il Carnevale assumerà un aspetto imponente, perché il concorso delle popolazioni forestiere, sarà centuplicato dalla presenza di parecchie e parecchie famiglie di allievi ufficiali, che da quattro mesi allietano e animano la nostra cittadina adriatica. E il successo sarà superiore ad ogni aspettativa! Lo si arguisce dall’insolito movimento, pure nascosto e geloso, di coloro che si affaccendano per l’allestimento dei carri mascherati che a quanto ci è dato conoscere, saranno in numero di sei.
Sei giganteschi carri mascherati nella loro smagliante e pittorica figurazione si presenteranno preceduti dal delirante pupazzo nell’ultima giornata di feste sul corso di Fano in una ridda di fiori e di coriandoli, di confetti e di stelle filanti, di cioccolato e di bonbons, tra l’entusiasmo della folla che farà ala al loro passaggio e seguirà con infinita gioia, il loro superbo incedere!
Ma conviene ricordare qui che la sera precedente al corso mascherato avrà luogo al teatro della Fortuna il grande Veglione in maschera anche questo tradizionale per i fanesi e perfetto nella sua complessa organizzazione.
E l’attesa di questa veglia, che da cinque anni a causa della inagibilità del teatro, ora rimesso a nuovo dalla Amministrazione comunale era stata sospesa, è vivissima e la Società carnevalesca pone già gran parte della sua attività per la migliore riuscita.
Il veglione in maschera rappresenta un divertimento di eccezione per tutti i soci della carnevalesca i quali vanno a trascorrere la intiera notte a teatro, che per l’occasione viene sfarzosamente illuminato e trasformato in una vera serra aulente: l’addobbo floreale difatti è in ogni ordine di palchi, in mezzo ai quali sono tavoli ricoperti di stoviglie e di drappi; e una corsa di bottiglie su ogni mensa imbandita per la famosa cena di mezzanotte.
Assai ricchi sono pure i premi da assegnarsi ai carri che si prevedono, come più sopra dicevamo, di un effetto sorprendente ed originalissimi nella loro simbolica figurazione.
I particolari sulle modalità dei festeggiamenti verranno a suo tempo resi noti con dettagliato programma al pubblico e in special modo ai forestieri ai quali saranno concesse facilitazioni ferroviarie per l’affluso a Fano nella giornata del gran Corso mascherato fissato per il prossimo 5 marzo.
Questo abbiamo voluto a distanza di qualche settimana comunicare, intendendo sin d’ora tributare un caldo elogio al Presidente della Società carnevalesca comm. dott. Filippo Pasqualucci ed al suo Consiglio Direttivo, valido e sicuro cooperatore composto nelle persone dei signori dr Santini Athos, avv. Capalozza Enzo, cav. Giuliano Solazzi, Morelli Virginio, Viali Ottavio, Mazza Etelredo, Elio Giammattei, Casanova Carlo, Marchetti Dandolo, avv. Aldo Paolini, reg. Guglielmo Stella, cav. Giovanni Anelli, geometra C. Zonghetti e Leandro Sabatinelli.

Da: Corriere Adriatico del 2/2/1935

 

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Il grandioso carnevale fanese
L'arrivo del Carnevale - Il veglionissimo in maschera - Il corso mascherato - Ribassi ferroviari da tutte le stazioni del Regno
... Il grande corso mascherato è stato fissato per il giorno 5 marzo alle ore 15. I carri che dalle prime indiscrezioni si prevedono di grande originalità faranno il loro magnifico ingresso nel Borgo Cavour e procederanno per il Corso Vittorio Emanuele, preceduti dal delirante "pupazzo" in una festa di suoni e di musiche allegre, radiodiffuse da diversi altoparlanti, disposti lungo tutto il percorso...

IL VEGLIONISSIMO IN MASCHERA

Dopo qualche giornata di interruzione in cui avranno luogo festival e "notturni" danzanti in tutti i migliori ritrovi cittadini seguirà la sera del 4 marzo il Veglionissimo in maschera al teatro della Fortuna. I preparativi per questa serata di gran gala che richiamerà nella magnifica e vasta platea e nei palchi maestosi del nostro gioiello Polettiano sistemato ed attrezzato di nuovi impianti di riscaldamenti ed elettrici, una infinità di gente, fervono da qualche tempo e numerose saranno le mascherate che concorreranno ai premi messi in palio dalla Società Carnevalesca ...

Per disciplinare l'affluenza del pubblico al Corso Vittorio Eman., la "Carnevalesca" ha disposto di mettere in vendita al prezzo di lire 1 un artistico distintivo ricordo, coniato da una rinomata ditta di Firenze; distintivo di cui dovranno essere fregiati tutti quelli che vorranno accedere al Corso. Inoltre, lungo il percorso dei carri verranno costruite numerose e vaste tribune (fra cui figurerà quella della stampa) che potranno accogliere qualche migliaio di persone.

Speciali concessioni ferroviarie sono state fatte per i forestieri che giungeranno da ogni parte d'Italia, infatti con recente disposizione il Ministero delle Comunicazioni ha avvertito che martedì 5 marzo venga considerato festivo agli effetti dei ribassi ferroviari del 50 e 70 per cento da tutte le stazioni del Regno per il Carnevale di Fano; e il Circolo ferroviario di Ancona, ha notificato di provvedere per detto giorno all'aumento delle vetture di tutti i treni viaggiatori di passaggio per Fano. E' stato anche assicurato dal barone Paolucci de' Calboli presidente dell'Istituto nazionale Luce, l'intervento di un operatore cinematografico per riprendere le diverse fasi del corso ...

Da: Corriere Adriatico del 19/2/1935

 

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Vigilia carnevalesca a Fano
FANO. 20.
Questa vecchia e benemerita «Carnevalesca», molto bene diretta dal comm. Pasqualucci e fattivamente incoraggiata dall'autorità politica e dalla cittadinanza, è alle ultime battute; e Fano, che vedrà infine ripristinato integralmente il suo Carnevale onde traeva giusto vanto nel passato.

Inizierà le feste il solenne ingresso, nel pomeriggio del giovedì grasso, di Sua Grandezza Carnasciale il «Pupo»... fucinato con giovanile vigore dal camerata e scultore Ezio Moscatelli.

Il «pupo» - ricevuto con ogni fasto - percorrerà da trionfatore il Corso Vittorio Emanuele e sarà degnamente alloggiato nel restaurato Teatro della Fortuna, per presiedere, la sera del 4 marzo al «Veglionissimo» e alle ore 15 del dì successivo al Corso mascherato, i cui preparativi - da quel che abbiamo potuto constatare - sono quanto mai grandiosi.

Il Ministero delle Comunicazioni ha concesso per la lieta ricorrenza ribassi del 50 e 70 per cento da tutte le stazioni d'Italia, essendo stato il martedì 5 marzo considerato giorno festivo a tale effetto.

Da: La Tribuna del 21/2/1935


 

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Trionfale ingresso dal Pupo carnevalesco
Nel pomeriggio dì ieri, alle ore 15, ha fatto il suo trionfale ingresso da Porta Maggiore Malatestiana il «Pupo» carnevalesco: un vistoso hidalgo in tunica gialla e... copricapo rosso, proveniente dalla... nativa Catalogna e cavalcante un forte asino basco, montato sopra un carro tirato da due enormi buoi... nostrani.

Precedeva la musica cittadina in... tenuta di strada, a causa - forse - del cielo nuvoloso... Seguivano il... nobile hidalgo quattro carrozze di gala recanti le... notabilità carnevalesche. E poi un immenso codazzo di gente che veniva man man ingrossando nell'attraversare le gaie vie della città della Fortuna.

A tarda ora il «Pupo» ossequiato da una vera fiumana di popolo plaudente, si ritirò - seguito da pochi intimi - nell'atrio del teatro Massimo per... presiedere alle spettacolose feste che si susseguiranno sino alle ore 20 di martedì, ultimo giorno del breve e non inglorioso carnevale fanese.

Da: La Tribuna del 2/3/1935


 

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Il grandioso corso mascherato di Fano
Forti riduzioni ferroviarie
FANO, 1. - (P. U.). - Carnevale! Parola ghiotta ed allegra che fa pensare a imbandigioni ed ebrezze, a burle ed intrighi, a travestimenti e incarnazioni. Esso ha avuto i suoi trionfi e le sue orgie, è stato complice di amori e di delitti sotto il mistero compiacente della maschera. Ha ispirato musicisti e letterati, ha avuto i suoi fasti gloriosi a Venezia e altrove.

Oggi l'età e la stanchezza lo hanno un poco appartato dal mondo. Vive nel calendario per precedere la quaresima e in molte città il carnevale si trascina per forza d'inerzia. Sono quasi scomparsi i corsi mascherati e i veglioni eleganti che illuminavano i carnevali passati.

Come si può, dopo questo preambolo, esaltare il Carnevale di Fano?

Ma d'altra parte come si può non esaltarlo se esso ha conservato una giovinezza travolgente che ogni anno si espande con maggiore entusiasmo ? Si tratta di un anacronismo? Forse. Di una eccezione? Certamente.

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Pochi giorni ci separano dunque dal grande avvenimento carnevalesco cui ha dato vita, ridestando antiche tradizioni, la vecchia e gloriosa Società carnevalesca.

La cittadinanza che sin dal primo tempo aveva raccolto la notizia del Corso mascherato con grande interesse, vibra ora nell'attesa dell'avvenimento che per l'intero pomeriggio del 5 marzo corrente trasformerà il volto della nostra città, dando vita a grandi festeggiamenti di cui, a lungo, resterà memoria.

Quest'anno un nuovo elemento di interesse ha arricchito le manifestazioni carnevalesche. Alcuni dopolavori rionali concorreranno con un carro allegorico al corso mascherato. Apprendiamo, frattanto, che parecchi carri sono iscritti al corso, oltre a mascherate a piedi, automobili, carrozze, ecc.

Fra i carri iscritti troviamo: «Una carnasciata... », «Un treno... frusagliano»; «Gli amori di Topolino»; «Il ritorno del Carnevale », «Un Gagà...», ecc. E così via. Intenda bene il pubblico che non ci è possibile in questi numeri scendere al dettaglio altrimenti... addio colore del Corso.

E' facile immaginare lo sforzo dei costruttori cha per tre mesi hanno pensato, discusso e plasmato con l'ambizione di vincere. Nel giorno della prova, trascinati da due o tre paia di buoi, usciranno i carri. Alcuni sono giganteschi, larghi come il Corso, alti fino a sfiorare i fili dell'energia elettrica. In virtù di occulti congegni tutto si muove, gira, dondola, oscilla. Le comitive in costume, o schierate, o accoccolate o in bilico cantano e suonano, con le braccia e le gambe accompagnano il ritmo della musica e il beccheggio del carro, senza tregua, come se anch'esse avessero inghiottito un congegno.

E la baraonda si scatena. La folla ondeggia come il mare quando spira il libeccio. S'incrociano le parabole delle stelle filanti, cade la pioggia dei coriandoli colorati, si posa, raro, qualche fiore sul grembo delle belle. La battaglia infuria ma non degenera: il pubblico si eccita, ma non trascende.

Carnevale 1935 si annuncia come non è mai stato.

Nulla infatti viene trascurato dai dirigenti della. Società carnevalesca per dare al Carnevale di quest' anno un tono di assoluta eleganza e di originalità. I premi posti in palio raggiungono la bella cifra di 15 mila lire. Per comodità del pubblico, in alcuni punti del corso verranno erette comode tribune ed il Ministero delle Comunicazioni ha accordato speciali ribassi e il Compartimento di Ancona provvederà all'aumento di vetture ai treni ordinari. E anche il cielo, auguriamoci, proteggerà in quel giorno la nostra Fano, con la sua azzurra clemenza.

Da: Il Giornale d'Italia del 2/3/1935


 

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Il grandioso carnevale di Fano
FANO, 5 notte
La magnifica e stupenda serata di gran gala, trascorsa alla “Fortuna” di Fano, ha riportato un successo clamoroso. Il teatro è stato affollato da una massa di popolo, che procrastinando di ora in ora la ritirata, si è ostinato a non abbandonare la piazza XX Settembre, tutta notte, nell’alternativa e nel godimento sempre più crescente, di vedere, di ammirare come accade in un grande veglione, sempre nuove facce, nuovi arrivi, nuove … sagome, nuove maschere. Chè dalle 22 di ieri sino alle 3 di stamattina il teatro della Fortuna di Fano è stata la meta, l’attrattiva di macchine e macchine ricolme di gioventù. Da Ancona, da Iesi, da Parma, da Milano, da Bologna, senza contare gli intervenuti della nostra provincia, che si sono dati convegno a Fano sin dal pomeriggio di ieri per organizzare e fare il loro ingresso in maschera o in abiti da sera con le comitive fanesi.

 

Il teatro – un vero gioiello dell’arte Polettiana – ha assunto per la serata un aspetto fantastico: tutti gli ordini di palchi ostentano al fascio delle luci diafane, una fresca bellezza di visi, una festa vivace di occhi, una leggiadra rassegna di decolletées, una dolce visione di sorrisi, di tra la maglia multicolore dei fiori che sui davanzali, a cuscini, si affacciano, a formare tutti così uniti un ferro di cavallo: “la fortuna”, nella espressione gentile ed olezzante del simbolo.

 

Incedono intanto nella vasta platea coppie di ballerini che poi intrecciano le prime danze al suono di una armoniosa orchestra. I valtzers si succedono agli one-step, ai fox-trott, ai fo-slowa, ai tanghi affascinanti nel soffuso e tenue chiarore, alla indiavolata “carioca”, tutt’un dinamismo, vibrante di suoni, di salti, nella vivezza di tutte le luci.

 

Incedono anche le maschere solate: ”andaluse”, “orientali”, e Pierrots e Pierrettes e domini; poi è la volta di una graziosa mascherata. Le danze si arrestano e in platea man mano si sfolla; tutte le coppie si fanno ai margini. Entrano le originali figure del “Topolino”: Topolino fotografo; Topolino in bicicletta, in motocicletta, in automobile, in aeroplano. L’apparire dell’aeroplano con a bordo i due personaggi è salutato da uno scroscio di applausi generale. L’orchestra intona l’inno “Topolino” e le danze si rianimano con un nutrito e copioso getto di coriandoli e di stelle filanti, di confetti e di bombons.

 

E’ l’ora della cena. La visione che il teatro offre in questo momento in cui in ogni palco è una mensa imbandita, una festa di fiori, e di sorrisi è così sorprendente che difficile è afferrarne i particolari che sono poi quelli che più interessano, perché in ognuno di essi è una scenetta che alimenta, accresce la bellezza di questa ora di gaudio. C’è ad esempio un … inesausto ballerino con una briosa mascherina che danzano, danzano continuamente da soli, nella vasta platea, mentre una pioggia di coriandoli e di confetti si scarica su di essi. Poco dopo ha inizio la battaglia dei fiori: il lancio è nutrito e vivace e ad esso si accoppia una scarica di confetti, mentre le stelle filanti tessono nei palchi una fitta rete multicolore.

 

Così la serata di gran gala ha seguito e le danze riprendono con più gioia, con maggior brio; sulla platea è la vivace alternativa delle coppie che si scambiano occhiate furtive nell’intreccio dei balli, che si susseguono fino alle ore 7 del mattino, incessantemente, senza tregua.

 

Di questa complessa e diligente organizzazione, va data ampia lode alla “Carnevalesca” con a capo il comm. Pasqualucci, che ha saputo offrire una sera di vera eccezione.

 

Oggi ha avuto luogo il grandioso Corso Mascherato. Per la brevità del tempo non possiamo dare l’ampio resoconto di questa giornata di chiusura dei ludi carnevaleschi fanesi, che ci ripromettiamo di dare domani.

 

Diremo solo che oltre 50.000 persone hanno presenziato a questa spettacolosa manifestazione e che i cinque carri: “Gli amori di Topolino”, “Il treno di Frusaglia”, “La tartaruga”, “Le delizie del norcino” e “Il gufo” ovvero “Il gagà”, oltre alle carrozze mascherate, sono stati magnifici e degni della tradizione carnevalesca di Fano.

 

Da: Corriere Adriatico del 6/3/1935

 

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CARNEVALE FANESE
FANO, 6.
Il ciclo delle feste carnevalesche si è magnificamente chiuso Ieri sera, alle ore 20, con l'apoteosi e la cremazione del Carnevale in piazza XX Settembre.

Il vistoso «Pupo» che da oggi, lasciando il suo incognito, si è rivelato pel celebre scudiere Sancio Panza, ha fatto ritorno - purificato dal fuoco di innumerevoli bombe - al suo... piano astrale, donde si era dipartito giovedì scorso per allietare la Città della Fortuna.

Dopo il riuscitissimo gran veglione in maschera di ieri sera, che fu onorato di una visita del prefetto D'Andrea, il Corso Mascherato ha colmato - sorpassato anche - le più rosee speranze per la fantasiosa sfilata dei carri bene addobbati e di squisita grazia.

Fra i migliori, abbiamo particolarmente notato:
«Carnevale che torna » con nel centro una stupefacente tartaruga bene stilizzata e di mirabile esecuzione.
«Gli amori di topolino» di concezione semplice nelle sue linee svelte e armoniose.
«La testa del maiale» che ha destato la viva ammirazione dei buongustai e delle nostre massaie.
Grandioso ci è parso il «Circo Mondiale» eretto con i suoi uomini e bestie al completo sul treno tirato da... sei bovi.
Non privo di merito il carro rappresentante un... insidioso Barbagianni circondato dalla sua allegra coorte di... Civette da far invidia alle più scaltre crestaie parigine.

I motivi e le figurazioni dei carri secondari sono del pari piaciuti.

Che dire, infine, della fitta e ricca battaglia di confetti, fiori e stelle filanti, strenuamente combattuta fra maschere e spettatori assiepati sulle vie, sui palchi, sui balconi o... imboscati dietro le finestre socchiuse?

Cinque ore d'intensa gioconda festosità a cui hanno anche partecipato diecimila forestieri venuti dai vicini paesi e dalle provincie limitrofe.

La Società carnevalesca fanese si è resa ancora una volta benemerita della propria città e può affrontare serenamente - a compito finito - le... asperità della imminente Quaresima.

Da: La Tribuna del 7/3/1935


 

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Il grandioso successo del corso mascherato a Fano
Fano, 7
Il carnevale di Fano è, ormai, entrato nella tradizione, non è quindi a meravigliarsi del suo successo, della partecipazione entusiastica di migliaia di forestieri, della animazione e del brio che hanno regnato per tutta la giornata. Dopo la veglia della notte tra il 4 e il 5, a cui come abbiamo già scritto hanno partecipato migliaia e migliaia di persone di ogni rango, si è animata sin da mattino, con l’affluenza di forestieri, giunti da ogni dove, ed ha assunto poi un aspetto grandioso nelle prime ore del pomeriggio, in cui un incessante via vai di macchine ha occupato e invaso i luoghi destinati al posteggio.

Le vie frattanto rigurgitavano di popolo; le finestre, i balconi, le terrazze accolgono una fiorente e bella giovinezza che inizia prima ancora della sfilata dei carri un nutrito getto di confetti e bonbons. Alle 15,30 dal borgo Cavour si avvisa l’incedere dei cinque mastodontici carri. Sono tutti allineati, adagio adagio fanno l’ingresso nel corso e la folla improvvisa una fragorosa ovazione all’indirizzo della commissione carnevalesca che precede il trionfale corteo.
Il primo carro è “Il Treno di Frusaglia” … il treno primordiale: la macchina che ha davanti un magnifico mascherone, si avvicina ansante col suo pennacchio nero in testa, dietro sono vagoni con passeggeri … antidiluviani. Da tutte le finestre si applaude e si grida. Seguono: “Gli amori di topolino” un carro di effetto, ben riuscito, e ricco nei suoi motivi allegorici che ricorda i graziosi e furbi animaletti dello schermo; “Il ritorno del carnevale”, altro carro di soggetto carnascialesco ispirato a criteri di originalità; difatti, è sua maestà il carnevale che in trono e in gran pompa, è portato da una stupenda tartaruga.
Poi la “Carnasciata”, bel carro di effetto e di grandiosi motivi; qui è un grosso maiale che troneggia, mentre i suoi … traditori (i norcini) sono tutti accanto e si affaccendano nel disbrigo del loro delizioso lavoro. Segue il “Gagà fra le civette”.

Lo sfilamento dei carri è accolto dalla fitta folla che fa ala al passaggio e applaude senza tregua. I carri, percorsa la via principale, ritornano sul corso e iniziano le trasformazioni rispondenti ai diversi soggetti; poi è il lancio dei confetti, cioccolate e fiori che da ognuno si scarica, nutrito e copioso, sui balconi, sulle terrazze, sulle finestre e sulle vie. Così la sfilata si sussegue per cinque o sei volte lungo tutto il percorso con un getto incessante, continuato. Sull’imbrunire i carri ostentano la loro luminaria: lampade, lampioncini e bengala irradiano e proiettano scintille e bagliori vivaci e colorati.
I carri si ammassano tutti in piazza XX Settembre, invasa da una selva di teste.
Il “Pupo” (Sancio Pancia a cavallo del suo “ronzino”) si rassegna alla sua purtroppo … sconsolante e … immatura fine. In mezzo al delirio che invade tutto e tutti, Sancio Pancia, dopo un sibilo acuto e … straziante, china il suo capo avvolto dalle fiamme del rogo. E’ la fine. Il carnevale 1935 muore tra spari e fuochi, tra le grida vivaci del pubblico che non si stanca di applaudire.

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Stamane, dopo una viva attesa, la società ha distribuito i vistosi premi in denaro, che risultano così aggiudicati: ai carri “Treno di Frusaglia” e “Gli amori di topolino” primo e secondo premio ripartiti in parti uguali; al carro “Il ritorno del carnevale” il terzo premio e al carro “Carnasciata” il quarto premio.

Da: Corriere Adriatico del 8/3/1935

 

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Il Carnevale di Fano - condannato al silenzio dal 1930 - è ritornato festosamente a gioire nella città della Fortuna, lungo il suo magnifico Corso Vittorio Emanuele, in una cornice di balconi e finestre colmi di persone tripudianti, fra tribune improvvisate letteralmente stipate e un mareggiare di folla gioiosa. I nostri bisnonni, fondatori di questa tradizionale allegria, non hanno proprio nulla da rimproverare ai pronipoti, che sotto il vessillo della eminente Società Carnevalesca hanno offerto un Corso Mascherato di carri stupendi con generoso ed incessante getto di cioccolatini e confetti, a cui da tutte le parti si rispondeva, sì da generare una vera battaglia, che durò per ben tre ore, " Bengodi " dei ragazzi ed anche degli adulti.
Treni ed automobili sin dalle ore 12.30 avevano portato a Fano almeno ventimila forestieri, sicchè la città, gagliarda ed operosa, in ogni campo, vestita a festa, sembrava il centro di una grande adunata.
Alle ore 15 precise, il carro della Banda Cittadina apriva il corteo. Seguiva un autocarro con sopra i "Cartoni animati", comitive di gaudenti reduci dal trionfo del Veglionissimo.
Ed ecco il primo carro mascherato: un mostruoso quanto artistico faccione, di una mastodontica locomotiva, il cui fumaiolo sbuffava nuvole di fumo, annunziava la partenza de "La direttissina di Frusaglia", composta di due carri passeggeri e di un carro bestiame, carro di grande effetto per soggetto e per mole, con particolari comicissimi, vero trionfo goliardico del G.U.F. locale. Seguiva un " Gufo " enorme con ali movibili, Gagà che tirava il roccolo a delle civette. Confessiamo francamente che dal bravo costruttore signor Ugo Magini ci aspettavamo qualcosa di meglio.

 

Ma a rifarci della delusione ecco apparire "Gli amori di Topolino", il carro del Dopolavoro Arnaldo Mussolini semplicemente delizioso, gioia dei piccoli e dei grandi, preferenza indiscussa del sesso gentile. Grazioso soggetto, esecuzione perfettissima, musica di colori, questo carro si è imposto alla spiccata attenzione della folla anche per la parte meccanica. Lo definiamo il carro nobile ed elegante.

 

Il Dopolavoro Nazario Sauro si annunzia con "Il ritorno di Carnevale a Fano", allegoria perfettamente riuscita. Il Carnevale assiso sul dorso di un enorme tartaruga perfetta anche nei suoi movimenti, aveva per degna corona bei testoni a cavallo di chiocciole e tartarughine che al suono di trombette davano festosità e colore. Anche questo carro ha ben meritata l'attenzione del pubblico.

 

Chiudeva il magnifico corteo il carro della "Carnasciata", opera del Gruppo Rionale Mario Panicali. Un grandioso, impeccabile maiale accovacciato su di una mastodontica macchina per far salsicce, troneggiava contornato da una covata di vispi maialini artisticamente eseguiti. Definiamo questo carro assai carnevalesco, comicamente festoso con la sua musica e con il suo equipaggio.

 

Alle ore 19, al suono delle musiche, nella grande piazza XX Settembre, in cui la folla si trovò letteralmente pigiata, tutti i carri facevano smagliante corona a Sancio Pancia, destinato alla cremazione. Una fantasmagoria di bengala e di luci ne annunziava l'evento che ebbe inizio con scoppi di girandole e mortaletti fra le assordanti note di alto parlanti e il frastuono di migliaia e migliaia di spettatori che applaudivano al Carnevale morente. Un grandioso e sfavillante rogo pose fine alla memoranda giornata.

 

Ecco la premiazione: 1° e 2° premio, L.7000, ex equo: "Gli amori di Topolino" "Direttissima di Frusaglia"; 3° premio, L. 2000: " Il ritorno del Carnevale"; 4° premio, L.1000: "La Carnasciata".

 

La giuria era composta dall'intero Consiglio direttivo della Società Carnevalesca. Secondo noi, questa premiazione ha molto deluso in quanto che, quest'anno fra i quattro carri premiati non avrebbe dovuto esserci uno scarto, che per "La Carnasciata", ad esempio, arriva sino a lire 2500, perché tutti i carri premiati potevano essere candidati al primo premio.

 

Ciò vuol dire che posto sin da ora il quesito all'attenzione dei soci, che ci auguriamo sempre più numerosi, questi potranno discuterne per l'anno XIV. Pur ritenendo inevitabile il malcontento di qualche comitiva, la risoluzione del quesito potrà contenere almeno in parte la delusione per lo sforzo economico sostenuto.

 

Facciamo voti che la benemerita Società Carnevalesca non debba contare per l'avvenire soltanto sulle sue sole forze, bensì coadiuvata dalle autorità cittadine e da quelle provinciali, ieri tutte presenti, possa sviluppare questa bella tradizione che "semel in anno" è sì bene accolta dalla popolazione tutta.

 

Da: Il Giornale d'Italia del 9/3/1935

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 02.03.2006

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