Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carnevale di Fano - Edizione 1969

Carnevale di Fano - Edizione 1971

Carnevale di Fano - Edizione 1970


La tradizione del carnevale
L'origine della festa si perde nella notte dei tempi - «Caccia al toro» con i cani nel cortile di palazzo Apostolico e botte a suon di trippa
Fano, 26 gennaio
Lo sapevate che la nostra piccola Fano ha bizzarre tradizioni carnevalesche? La nascita del carnevale si perde nella notte dei tempi e forse non è sbagliato pensare che nacque con l'uomo stesso che ha sempre sentito il bisogno di scrollarsi ogni tanto di dosso le preoccupazioni e i problemi di tutti i giorni con un po' di allegria. E le cronache cittadine del '300 parlano di singolarissimi divertimenti carnevaleschi che confermano l’impressione di questa follia collettiva. Pare infatti che nella «settimana grassa» si svolgesse in Piazza Grande il bizzarro «giuoco delle trippe» in cui i contendenti, costituiti dai vari macellai della città, si scambiavano colpi facendo roteare trippa di buoi uccisi nel macello; sistema innocuo per vendicarsi ridendo della reciproca concorrenza.

Certo dobbiamo immaginare che fosse molto « pittoresca » questa lotta e piena di imprevedibili conclusioni: data la untuosità delle armi in questione, forse più di una volta la trippa sarà volata, nella foga della lotta, a inghirlandare il collo di qualche spettatore! Ma poiché fu giudicato « giuoco indecente alla vista dei cittadini, fu preso partito di abrogarlo ». Comunque la tradizione di scambiarsi botte da orbi per carnevale è rimasta tutt'oggi e chiunque sia capitato in mezzo a un'orda di ragazzetti in maschera lo sa per esperienza. La cronaca cittadina parla inoltre della «caccia al toro» che si teneva nel cortile del Palazzo Apostolico (strana unione di sacro e profano) e costituiva una piccola corrida anche se le regole del gioco erano diverse. Non trovando infatti nessuno sufficiente coraggio per affrontare il toro, nell'arena venivano scaraventati dei cani «audaci e mordaci» che invece di sprofondare di fronte alla mole del bestione, avevano la sfrontatezza di aggredirlo e finivano così sbudellati dalle sue corna poderose, in mezzo alle risa della gente entusiasta. Ma evidentemente le autorità del tempo erano, a ragione, piuttosto schifiltose e ben presto anche l'illustre corrida fanese fu abolita. Rimanevano le corse spassose con gli asini che davano al vincitore un porco salato, la corsa degli uomini ignudi che prevedeva per il primo arrivato una bella spada d'acciaio e per l'ultimo una spada di legno coperta d'orpello. Poi tutti quei giochi tipici di ogni fiera come l'albero della cuccagna, la corsa con i sacchi, la rottura delle pignatte.

Ed in fondo è lo stesso spirito carnevalesco che oggi ispira le nostre sfilate anche se la manifestazione non ha più quel carattere improvvisato e casalingo. Un ricordo di quel gusto era rimasto vivo fino a pochi anni fa nella sfilata del Pupo il giovedì grasso. Questo enorme bambolone di cartapesta, che si può considerare una nuova maschera tipicamente fanese, sfilava per il corso, inghirlandato dì salsicce, salami ed altre leccornie del genere.

Oggi i carri allegorici sempre più mastodontici vogliono essere delle vere opere d'arte ed occupano per molti mesi la fantasia e l'attività dei cantieri, in segreto fino al gran giorno. Ma in fondo questi enormi pupazzi dall'espressione grottesca, come le povere maschere di ieri, tornano ogni anno a portare un po' di allegria e a dimostrare con i loro volti ridarelli «come sarebbe il mondo se gli uomini non fossero quelli che sono».

Maura Garofoli

Da: Il Resto del Carlino del 27/1/1970

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DOMANI LA GRANDE SFILATA DEI CARRI
L'edizione '70 del Carnevale Adriatico sarà a Fano eccezionale - L'anticipo lo si è avuto per il «giovedì grasso» con un singolare corteo - I quattro carri di Dal Monte, Ferretti, Pacassoni e Ghiandoni: «Colombo», «Scacco alla regina», «New Carneval» e «Appollaggio d'Italy»
Fano, 6 febbraio
Poche ore ormai ci dividono dal giorno in cui lungo i viali Gramsci a Fano sfileranno i grandi carri allegorici e le mascherate del Carnevale dell'Adriatico, edizione 1970. Edizione, come abbiamo avuto modo più volte di ricordare decisamente eccezionale in quanto quest'anno, ricorrendo il centenario della fondazione della società carnevalesca, si è voluto fare qualcosa di diverso e di molto interessante.

Tutti, quindi, sono in attesa di vedere quanto è stato preparato allo scopo e soprattutto di godere delle lunghe ore di allegria e di spensieratezza che contraddistinguono ormai da tanti anni il carnevale fanese. Già «giovedì grasso» si è avuto un piccolo saggio delle novità di quest' anno, con 1' arrivo in città del personaggio «Carnevale», che ha percorso le strade del centro bellamente assise su un carro speciale, scortato da un lungo corteo di macchine antiche e di carrozze. Una trovata veramente geniale che è servita a preparare quella certa atmosfera che introduce così piacevolmente ai festeggiamenti veri e propri dei prossimi giorni.

Siamo stati a far visita ai «carristi» e diamo oggi ai nostri lettori una anteprima di quanto si potrà vedere domenica durante le sfilate. I carri sono quattro anche quest'anno, realizzati rispettivamente da Del Monte, Ferretti, Pacassoni e Ghiandoni, tutti «veterani» di questo lavoro.

Dobbiamo dire subito che tutti i carri ci hanno impressionato per la particolarità del soggetto, per la accuratezza delle esecuzioni e per la ottima scelta dei colori e dei personaggi. I loro titoli sono: «Colombo 70» (Del Monte), «Scacco alla Regina» (Ferretti), «New Carneval (Pacassoni) e «Appollaggio d'Italy» (Ghiandoni).

Il primo rappresenta una grande distesa di mare con una spaziosa caravella al centro ed altre due minori ai lati nelle quali si trova un ... noto personaggio della finanza italiana e la allegoria è facilmente intuibile: così come Colombo andò alla scoperta dell'America (rappresentata in questo caso da mucchi di dollari in oro) il personaggio italiano naviga in ... cattive acque (la caravella è fatta con fogli di cambiali) alla scoperta della stabilità monetaria italiana. Una idea simpatica che non mancherà di suscitare ilarità e consensi in tutto il pubblico presente alla sfilata.

Il lavoro di Ferretti — Scacco alla Regina — punta anche esso con le allegorie, in questo caso però interessante la politica internazionale. Chi siede intorno al tavolo da gioco, infatti, sono i russi e gli americani (arbitri della situazione mondiale) che, con grande naturalezza, muovono le pedine del loro passatempo raffigurate dai capi di Stato dell'Europa e dell'Asia.

Ecco i dati per la realizzazione di questo carro: 6 quintali di carta, 3 di colla, un quintale e mezzo di vernici e 10 persone in continuo lavoro per cospargere i colori sui pupi, tutti a mano e senza spruzzo.

Ghiandoni, terzo «carrista» visitato ha così spiegato il significato del suo lavoro intitolato «Appollaggio d'Italy»: « Gli americani sono andati quest'anno sulla Luna e quando sono scesi su di essa hanno fatto l'allunaggio: noi italiani, che non abbiamo avuto i mezzi per competere con gli americani ci accontentiamo di scendere sopra un bel pollo arrosto facendo il... pollaggio ». Simpaticissimo spunto realizzato con grandi figure di astronauti, di lune, di razzi, di... polli arrosto e di padelle. Il carro sarà alto 10 metri, lungo 11 e largo 6.

Ultimo, chiamato a chiudere la serie è stato infine Pacassoni. La sua opera, decisamente originale e fuori da ogni consuetudine, porta il nome di «New Cameval» e veramente dobbiamo dire che è qualcosa di nuovo in questo suo «carnevale». Il carro, infatti, è formato da una serie di grandi cubi bianchi disposti secondo una precisa regola estetica, che restano chiusi sino al momento in cui, attraverso un comando elettrico, non vengono aperti simultaneamente. Quando ciò accade, le «scatole» si aprono e da esse balzano fuori, spinte da molle, le maschere coloratissime ed i pupi di cartapesta unitamente alle maschere umane. Ogni scatola rappresenta un'epoca dei cento anni del carnevale farnese e sarà tutta riferita alle diverse tradizioni locali.

Uno sforzo veramente imponente, quello di tutti i carristi, che mai come questa volta si sono impegnati per dimostrare le loro capacità inventive ed esecutive. Ecco, quindi, l'anteprima della sfilata di domenica, così come ci è stato possibile vederla in queste ultime febbrili ore di attesa.

Marcello Francolini

Da: Il Resto del Carlino del 7/2/1970

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DOPO CENTO ANNI E' SEMPRE UN CARNEVALE GIOVANE
La grandiosa sfilata dei carri a Fano è riuscita secondo la tradizione - La antica frenesia carnascialesca però è un semplice ricordo - Lancio di dolciumi, botti, fuochi d'artificio e «musica arabita» - Molti spettatori
Fano, 9 febbraio
(m. f.) - Cent'anni d'età costituiscono indubbiamente un bel primato, nè si può negare che il Carnevale di Fano li porti con «giovanile» baldanza.
La grandiosa sfilata di ieri domenica (di cui domani si avrà la replica) è pertanto riuscita secondo le migliori tradizioni, anche se molta dell'antica frenesia carnascialesca è ormai un semplice ricordo e argomento di rimpianto da parte di molti « matusa » sentimentalmente e tenacemente legati a tutto un clima e ad un folclore decisamente superati.

Una chiara volontà e un impegno di rinnovamento, in contrasto con i ferrei limiti imposti dal bilancio, si sono comunque notati nella generale impostazione dei programmi e nello sforzo di proporre nuove soluzioni e nuovi soggetti per la sfilata dei carri allegorici.

Le migliaia di spettatori che hanno gremito il lungo percorso di viale Gramsci hanno avuto la lieta sorpresa di assistere ad una sfilata assai curata e vivace, dominata dalle quattro «macchine» di Del Monte, Ferretti, Ghiandoni e Pacassoni, alternate a complessi caratteristici, a vecchie autovetture, landò e mascherate del corteo alle spalle del carro con il trono del « Re del carnevale ».

A conclusione il tripudio canoro e sonoro della immancabile Musica Arabita alla quale erano affiancati il sindaco della città ed il presidente della Carnevalesca.
Senza volerci sostituire alla Giuria che sarà chiamata ad emettere il giudizio di merito relativo ai quattro grandi carri, desideriamo riconoscere la novità del carro «New Carneval» di Pacassoni che ha nettamente tagliato i ponti con qualsiasi tradizione compositiva del passato ricorrendo a soluzioni figurative e meccaniche di una certa efficacia. Agli altri concorrenti va il merito invece di aver saputo trovare soggetti particolarmente estrosi e di averli realizzati in buona maniera.

Più spettacolare che mai, poi, il getto dei dolciumi che ha impegnato in vere e proprie «battaglie» il pubblico e le maschere «arroccate» sui carri e soprattutto grandiosa e degna di un «centenario» la luminaria di tutta la zona monumentale dell'Arco d'Augusto e di Porta Maggiore dove era stato allestito un fornitissimo «angolo dei ghiottoni»; sosta ideale per la degustazione delle più tipiche specialità della città e dell'entroterra fanese.
Hanno completato il tutto i «botti» e le cascate colorate dei fuochi d'artificio, opportunamente riproposti per fare da cornice luminosa e rumorosa all'ultima sfilata.

Da: Il Resto del Carlino del 10/2/1970

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FANO
Carnevale: mostra di bambini
Quando si va ad un'esposizione di disegni fatti da bambini non si dovrebbe avere il preconcetto di guardare le opere con l'occhio severo del critico d'arte. E questo è soprattutto valido per la mostra che si tiene in questi giorni nella sala di S. Maria Nova in cui i disegni esposti sul tema «carnevale» non possono essere compresi pienamente se non si colgono senza pretese artistiche, la spontaneità l'estro creativo, la fantasia bizzarra e fertile che li caratterizzano.

E i giudici che hanno scelto, fra centinaia, i disegni da esporre, hanno voluto seguire proprio il criterio di premiare i lavori più genuini, prescindendo dalla presenza o meno di tecnica che non si può pretendere in bambini che non superano i 13 anni. Per questo sono stati cestinati molti disegni in cui era intervenuto chiaramente lo zampino di qualche madre troppo zelante o che si risolvevano in un'impersonale brutta copia delle solite figure tolte dai libri. Altrimenti sarebbe venuto meno tutto il valore di questa simpatica manifestazione che non cerca geni precoci ma vuol mantenere vivo nei bambini l'amore per il carnevale. Commoventi sono i disegni dei più piccoli per quel modo tipicamente infantile di rovesciare le leggi della prospettiva con carri enormi trainati da minuscoli trattori e omini striminziti che sembrano muoversi a mezz'aria.

Alcuni sono stati influenzati dalle recenti imprese lunari, forse molto più degli adulti ormai indifferenti, ed hanno immaginato gli astronauti in maschera su di una luna che è tutta un carnevale. Altri hanno rappresentato lo spirito pazzo di questi giorni nei faccioni grotteschi dei pupi che mostrano la lingua con piglio birichino. Dappertutto nevicate di coriandoli e stelle filanti in un carosello di colori vivaci e d'allegria. E nella loro spontaneità sono dei veri piccoli capolavori che è giusto premiare esponendoli; fra l'altro già parecchi hanno chiesto se è possibile acquistarne alcuni a conferma della tesi che la fantasia, quando è genuina, anche senza tecnica, può creare qualcosa di simpatico.

Da: Il Resto del Carlino del 11/2/1970

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Primo "Scacco al re"
Di un soffio Ferretti ha preceduto "New Carneval" – La cerimonia della premiazione a Fano – Il Festival dei bambini
Il carnevale 1970 si è definitivamente concluso per Fano con la distribuzione dei premi avvenuta domenica scorsa nella sede del Comune. L'atmosfera non era così carica di aspettativa come negli scorsi anni perché l'organizzazione aveva già reso noto, in una precedente seduta, il nome dei vincitori onde evitare le accese discussioni tra premiati ed esclusi, che ogni anno si ripetevano in questa occasione e che, in fondo, la rendevano particolarmente "agitata". Il presidente della società carnevalesca Roberti, ha preso per primo la parola tracciando una breve storia del carnevale fanese, se non dalle origini che si perdono nella notte dei tempi, dal 1870 anno della fondazione ufficiale della società La Fortuna antenata dell'attuale Carnevalesca.

Roberti ha inoltre sottolineato le difficoltà finanziarie affrontate in occasione dei festeggiamenti per il centenario, difficoltà che hanno più di una volta rischiato di mandare a monte ogni iniziativa. Sono state quindi distribuite le medaglie d'oro agli ex presidenti Solazzi, Capponi, Tecchi, come riconoscimento della loro attività nell'ambito della carnevalesca. Il sindaco è poi passato alla premiazione dei vincitori del "Festival dei bambini": il primo premio è stato assegnato, alla mascherina "Scaramacai" Claudia Negusanti, il secondo premio è stato vinto dal simpaticissimo "Paperino" Dino Stefanelli e il terzo da "Bonaventura" impersonato da Fabrizio Castellani. Premiate anche le coppie Simone e Matteo Tombari vestiti da hawaiani e i "principi" Antonioni Patrizia e Dimitri. Quindi si è passati alla distribuzione di medaglie e diplomi ai piccoli pittori in erba del concorso "Esprimiamo il Carnevale" e la premiazione dei cartelloni pubblicitari sul tema "Carnevale dell'Adriatico". Primo classificato di quest'ultima manifestazione è Dante Piermattei di Fano con la sua opera dal titolo "Campagna sepolta"; secondo è "Hollywood" di Giorgio Paniconi di Ripe (AN), terzo Pietro Cuzzoni di Roma con il suo "Ondulit" quarto "Magister" di Laura Bartolomei di Urbino, quinto Sandro Perini di Barbara (AN) con "Prova e riprova", sesta Rita Fabbri con "Tanino".

Infine l'attesissima proclamazione ufficiale del carro allegorico vincitore che è stato "Scacco al re" di Valerio Ferretti con 495 punti. Il secondo premio è andato al carro dal titolo "New Carnaval" di Pietro Pacassoni con punti 493, il terzo a Luciano Del Monte ideatore di "Colombo 70 " con 483 punti e il 4° e ultimo all'"Appollaggio" di Evaristo Ghiandoni con 480 punti.

Dopo gli applausi, le strette di mano e i sorrisi il sindaco Giovannetti ha concluso con l'augurio che il carnevale di Fano non muoia a causa delle numerose difficoltà che lo minacciano. "Poiché - ha detto - è una manifestazione che non ha nulla da invidiare al carnevale di Viareggio" ed ha salutato i presenti con un "arrivederci a quest'estate" alludendo al carnevale estivo che di nuovo vedrà Fano in maschera nella cornice del mare.

Da: Il Resto del Carlino del 17/2/1970

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Carnevale centenario
Cent'anni di vita sono indubbiamente una bella età.

Tanti ne ha compiuti il Carnevale di Fano che ha celebrato la ricorrenza con una varia e ricca settimana di festeggiamenti, culminata nei due grandi corsi mascherati della domenica e del martedì grasso.

Particolarmente riuscita e apprezzata l'iniziativa che ha ridato vita alla bella tradizione del concorso per il manifesto carnevalesco (e non ci pare quindi inutile ricordare la sollecitazione in proposito apparsa su questo notiziario nel n. 1 del gennaio-marzo 1968. pagg. 12-15), felicemente affiancata dalla mostra-concorso fra i bambini delle scuole elementari per un disegno a soggetto carnevalesco.

Entrambe le manifestazioni hanno dimostrato l'opportunità di non trascurare anche quanto può apparire secondario, evitando di ridurre il carnevale fanese alla sola sfilata dei carri allegorici e ai due veglioni del sabato e del lunedì.

Lodevole. seppure con risultati modesti, anche il tentativo di restituire un suo particolare significato al ricevimento e sfilala del giovedì grasso: manifestazione da potenziare al massimo e restituire al suo più schietto e genuino significato simbolico.

Grandiose come sempre le due sfilate dei carri allegorici a cui hanno preso parte, in ordine di punteggio secondo il verdetto dell'apposita giuria, le quattro grandi « macchine » di Valerio Ferretti ( « Scacco al re »), Pietro Pacassoni («New Carnaval »), di Luciano Del Monte (« Colombo '70 ») e di Evaristo Chiandoni (« Appollaggio d'Italy »).

Conclusione rumorosa e colorata con luminaria dei quattro carri e grande frastuono di fuochi d'artificio.

IL CARTELLONE
Verbale della Commissione giudicatrice del Concorso per il cartellone pubblicitario « CARNEVALE DELL'ADRIATICO ».

Il giorno 6 Febbraio 1970 alle ore 16 si è riunita, presso la Sede dell'Ente Carnevalesca in Fano, la Commissione Giudicatrice del Concorso per il Cartellone Pubblicitario « CARNEVALE DELL'ADRIATICO », composta dai Signori:
Prof. Arnaldo Battistoni, On. Avv. Enzo Capalozza, Cav. Alcibiade Della Chiara, Prof. Emilio Furlani, Arch. Giordano Galli, Prof. Ernesta Lanci, Silvano Magi, Prof. Giancarlo Pucci, Prof. Bruno Sanchini, Prof. Giorgio Sgarzini, Prof. Valerio Volpini. Funge da Segretario il Prof. Alberto Berardi.

La Commissione, data la dizione non molto precisa del bando, ritiene di considerare in Concorso tutti i bozzetti presentati, che sono in numero di 85.

Si esaminano singolarmente le Opere in gara e si eliminano alla unanimità n. 78 bozzetti.

Dopo ampia discussione, la Giuria constata che nessuno dei bozzetti presentati ha caratteristiche estetiche e di creatività ed efficacia pubblicitaria idonee per l'assegnazione del primo premio.

Tuttavia ritiene che sette bozzetti meritano un riconoscimento.

Avendone facoltà, stabilisce di distribuire il monte-premi nel seguente modo:
- L. 150.000 al bozzetto contrasegnato dal motto «Campana Sepolta»;
- L. 50.000 ed un soggiorno a Fano di una settimana per una persona ai bozzetti contrassegnati dai motti:
- 1) Hollywood;
- 2) Ondulit;
- 3) Magister;
- 4) Prova e riprova;
decide anche di segnalare i bozzetti dal motto: 1) Tanino - 2) La Giustizia non ha colore.

Si procede all'apertura delle buste e si da atto che le opere sono state presentate da: Dante Piermattei di Fano (Campana Sepolta), Giorgio Paniconi di Ripe (Hollywood), Pietro Cuzzoni di Roma (Ondulit), Laura Bartolomei di Urbino (Magister), Sandra Perini di Barbara An. (Prova e riprova), Rita Fabbri di Urbino (Tanino), Antonio Battistini e Mariella Steponi di Ascoli Piceno (La Giustizia non ha colore).

Del che si è redatto il seguente verbale alle ore 19, al termine dei lavori.

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Il concorso del cartellone è riuscito più per numero di partecipanti e di opere presentate, che per eccellenza di risultati: il che emerge anche dal verbale della Commissione giudicatrice.

Al pari che in tutta la produzione d'arte pubblicitaria italiana (riassunta, per l'arco di un anno, in una Mostra testè tenutasi a Parma per iniziativa di un gruppo di ricerca di studenti dell'Istituto di Storia dell'Arte di questa città), anche a Fano si è avuta una prevalenza del tipo descrittivo o narrativo sul tipo metaforico, che è più moderno e più libero (quando, beninteso, non si avventuri nell'arbitrio incongruente), per il trasferimento del discorso reclamistico nella invenzione plastica.

Al secondo gruppo appartiene il manifesto ritenuto, dalla giuria unanime, meritevole del primato. (N.d.r.)

Da: Fano, notiziario di informazione sui problemi cittadini, n. 2 marzo - aprile 1970


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 07.12.2005

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