Comuni del bacino
Acqualagna e Fermignano: Furlo e Villa Furlo
Si tratta di due piccole frazioni poste lungo la vecchia Via Flaminia alle due estremità della Gola del Furlo: Furlo in quella di S.O. (Comune di Acqualagna) e Villa Furlo in quella di N.E. (Comune di Fermignano). Entrambe sono comprese entro la Riserva naturale statale del Furlo.
In epoca romana al Furlo (ad Intercisa Saxa) esisteva una mutatio, ossia una stazione di sosta per far riposare e rifocillare viaggiatori e cavalli.
Nell'abitato di Furlo è situato l'albergo ristorante omonimo, dove negli anni '30 soleva sostare Mussolini durante le sue trasferte da Roma alla Romagna.
Inoltre la sede della Riserva naturale del Furlo, con annesso il "Museo del Territorio" da poco inaugurato.
Nei pressi, fino a ridosso delle abitazioni, si notano gli scavi da cui gli scalpellini estraevano le lastre di roccia usate per ricavarne cordoli, paracarri e altri manufatti. Le cave più grandi, ormai abbandonate, sono situate più in alto sul versante del M. Pietralata. Poco distante è situata l'antica Abbazia di S. Vincenzo al Furlo.
Anche le case di Villa Furlo di Pagino (Villa del Furlo nella carta IGM) sono disposte lungo la Via Flaminia.
Nei pressi si trovano l'alta diga che sbarra il Candigliano, costruita nel 1922 assieme alla centrale idroelettrica (ancora funzionante), e le due antiche gallerie, la più grande delle quali è attraversata dalla Flaminia.
In corrispondenza di una grande casa in pietra, attualmente in fase di restauro, si trova la chiesetta di S. Crescentino (o dei Bigàni, dal nome delle case vicine).
Luciano Poggiani
Il Furlo e la Via Flaminia - aspetti antropici
Stretto tra le poderose spalle dei monti Pietralata e Paganuccio, il
fiume Candigliano si apre la strada verso il vicino Metauro ed il mare con un
percorso tortuoso e quanto mai suggestivo.
Una diga all'estremità di N.E. della valle sembra voler impedire
all'acqua il suo inesorabile passo, ma non può che placarne l'antica furia
trasformando il fiume in placido lago.
L'orrido si è trasformato in un tranquillo
specchio d'acqua che non spaventa più il viaggiatore ma, anzi, attira
continuamente una grande quantità di turisti solo vagamente intimoriti dalle
nude rocce strapiombanti per quasi trecento metri.
L'attuale denominazione del passo risale al secolo XIV e deriva dal
latino "forulus", foro; il termine si riferisce alla galleria fatta aprire dall'imperatore Flavio
Vespasiano nel 76 d.C. per consentire un passaggio più agevole della Via
Flaminia. In epoca romana presso tale località si trovava una
"mutatio", cioè una stazione per il cambio dei cavalli, la quale
veniva designata con l'espressione "ad saxa intercisa", cioè nei
pressi delle rocce tagliate in mezzo.
Nel IV secolo venne anche denominata "Petra pertusa"
ovverossia "pietra tagliata". Tali antichi toponimi sono ricchi di
fascino ed il loro riferimento alla pietra fa ricordare un'attività esercitata
nel Furlo: quella appunto dell'estrazione e lavorazione di tale materiale.
I monti che formano la gola del Furlo sono il Pietralata (dal latino
"petra elata", pietra alta) ed il Paganuccio (dai vocaboli
"pagus" o "paganus").
La Via Flaminia fu costruita dal console Flaminio nel III secolo a.C.,
ampliando un preesistente sentiero; risale a questo periodo il tunnel più
piccolo, scavato nella roccia, posto vicinissimo a quello imperiale. La
Flaminia fu espressione della ripresa economica di Roma dopo la prima guerra
Punica e rispondeva all'esigenza di collegare il Tirreno con l'Adriatico e
l'Italia centrale con l'Italia settentrionale per scopi militari e commerciali.
Con le invasioni barbariche l'importanza del Passo non decrebbe: di
volta in volta esso vide gli eserciti goti, bizantini e longobardi in
un'incessante sequenza di feroci guerre che seminarono morte e desolazione
dappertutto.
Nei secoli seguenti la Flaminia perse gran parte della importanza
detenuta fino allora. Il transito rimase difficile e pericoloso fino alla metà
del 1700. In questo periodo il Passo e l'antica strada furono riattivati. Tra
maggio e giugno del 1849 i volontari della Repubblica Romana opposero qui
resistenza agli Austriaci, bloccando la via per la Capitale.
Negli anni tra le due guerre mondiali, la Flaminia conservò il suo ruolo
di grande via di comunicazione; proprio in tale periodo il capo del regime
fascista, Benito Mussolini, nativo di Predappio in Romagna, percorse
frequentemente la strada del Furlo negli spostamenti da Roma ai suoi luoghi di
origine. Numerose furono le soste presso il locale albergo che, per questo
motivo, vide crescere la propria fama rapidamente. Nel 1936 la Milizia
Nazionale Forestale eresse, sfruttando la prospettiva delle balze del
Pietralata, il famoso profilo del Duce visibile anche a chilometri di distanza.
Tale opera fu in gran parte distrutta da formazioni partigiane alla fine della
guerra.
Oggi il ruolo principale della via consolare è stato assunto dal
moderno, doppio tunnel scavato nelle viscere del Pietralata; prevale così per
la Gola del Furlo l'uso turistico e la fruizione ambientale di un territorio
una volta considerato ostile se non terrificante.
Pietrino Fodde
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 29.02.2008
Ultima modifica: 15.04.2012
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