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Cenni storici su Fano

Fano: Piazza delle Erbe o Piazza Andrea Costa

Il centro storico di Fano e la zona urbana circostante


Il centro storico di Fano ricalca ancora oggi l'impianto della "colonia" di età augustea con i suoi assi ortogonali che formavano un fitto reticolo. Proprio dell'età romana il sottosuolo continua tuttora a restituire tracce di edifici pubblici e privati. Da sempre il simbolo della città è stata l'imponente Porta d'Augusto, ingresso principale al centro fortificato in epoca romana.

Della città medioevale si conservano oggi, ancora inglobate in edifici costruiti in epoche successive, le caratteristiche case-torri: se ne possono vedere una in via Arco d'Augusto, una all'incrocio di via Nolfi e via De Cuppis, e una terza nei pressi dell'Istituto Maestre Pie Venerini: la "Torre di S. Elena".

Nel cuore della città, in Piazza XX Settembre, si affaccia il Palazzo del Podestà, detto anche Palazzo della Ragione, costruito nel 1299, che oggi ospita il Teatro della Fortuna.

La piazza, ubicata su un lato di Corso Matteotti, accoglie anche la Fontana della Fortuna, la Chiesa di S. Silvestro, e tracce di un edificio privato ("domus") di età romana.

Una vera e propria rinascita monumentale per la città di Fano è rappresentata dal dominio malatestiano: dalla metà del Trecento alla metà del Quattrocento, la cosiddetta "addizione malatestiana" ha comportato l'allargamento del vecchio centro verso sud e verso ovest e la costruzione di una nuova cinta muraria, munita di Bastione e Porta e di una imponente Rocca. I Signori avviarono inoltre la costruzione di una grandiosa residenza: il Palazzo Malatestiano.

Nel centro storico si conservano Conventi e molte Chiese; prima fra tutte, in ordine di tempo, la Chiesa di S. Pietro in Episcopio. Una severa facciata romanica caratterizza il Duomo, situato lungo via Arco d'Augusto.

Degne di menzione sono la Chiesa e il Chiostro di S. Agostino, di S. Domenico, la Chiesa di S. Francesco (che ospita le monumentali tombe di Pandolfo III Malatesta, di sua moglie Paola Bianca e del medico Bonetto da Castelfranco), di S. Pietro in Valle, di S. Maria del Suffragio, di S. Paterniano, di S. Marco, di S. Antonio Abate.

Per quel che riguarda l'edilizia privata si distinguono la Casa degli Arnolfi, il Palazzo De Cuppis, il Palazzo Del Cassero, il Palazzo Martinozzi, il Palazzo Palazzi, il Palazzo Vescovile, il Palazzo De Pili, il Palazzo Alavolini, il Palazzo Montevecchio, il Palazzo Galantara (o Baccarini), il Palazzo Saladini-Ferri e il Palazzo Castracane.

Il chiostro seicentesco del Monastero di Santa Teresa, situato nell’area tra il Corso Matteotti e la Rocca Malatestiana, venne inglobato a fine XIX secolo nella Caserma Montevecchio quando questa prese il posto del Monastero. Le monache costruirono allora una nuova sede in Via Gabrielli, in quel tempo fuori città. Dopo che la caserma venne demolita alla fine degli anni ’50 del secolo scorso perché fatiscente, il chiostro stava per subire nel 1970 la stessa sorte. Il chiostro è stato poi preservato ed è ora compreso in uno spazio del complesso residenziale costruito sul posto e terminato nel 2002. 

La Scuola Filippo Corridoni è stata costruita nel 1935 (anno XIII dell’Era Fascista, come si legge ancora sopra l’ingresso) nell’area prima occupata dal Foro Boario, con lo stile che viene definito di Architettura razionalista. L’ingresso è affiancato agli angoli da due corpi scale cilindrici. Filippo Corridoni (1887-1915) è stato un sindacalista, politico e giornalista a livello nazionale, morto durante la Prima guerra mondiale.

Villa Severini si trova lungo Via Roma presso il Ponte Storto, ad inizio de I Passeggi. (da: https://letsmarche.it/-/fano-i-passeggi-2) All’angolo con I Passeggi si trova l’elegante dimora in stile liberty Villa Severini. Si sviluppa su tre piani collegati da ampie scale in ferro battuto, due ampi terrazzi e una torretta dal quale è possibile vedere il mare. Il suo primo proprietario, Nazareno Pucci, la disegnò e la costruì nel 1908 e rappresentava il sogno della sua vita. Emigrò giovane in Argentina dove grazie al suo ingegno di maestro calafato realizzò una vera fortuna che gli permise, una volta ritornato in patria di esaudire il suo desiderio. Dopo molte vicissitudini e un lungo periodo di abbandono, l’attuale proprietario ha dato corso ad un’ampia opera di restauro per salvarla dal degrado.

Il Mercato ittico all’ingrosso è stato realizzato nel 1939 con lo stile dell’Architettura razionalista. Il corpo a torre che affianca l’ingresso sulla sinistra contiene le scale per accedere al piano superiore dove dal 1966 era alloggiato il Laboratorio di Biologia Marina e Pesca. All’ingresso la scritta “Mercato comunale all’ingrosso di produzione della pesca”. Verso il 1983 sopra l’ingresso sono state aggiunte delle stanze su quello che prima era il terrazzo, destinate ad uffici, con finestre che guardano sul viale. Ancora usata la sala al piano terreno dove si tengono di mattina presto le aste per la vendita del pescato a commercianti e grossisti. 

Negli ultimi decenni, dopo i terremoti e i danni provocati dalle truppe tedesche in ritirata (1), nuovi interventi di restauro hanno riportato alla loro bellezza gli antichi edifici del centro fanese.

Attorno al centro storico, delimitato dalla cinta muraria, si sono sviluppati dai primi del 1900 ad oggi, con un ritmo più rapido dal 1960, una serie di quartieri periferici: La Gimarra, la Paleotta, la Trave, il Poderino, il Fanfani, S. Cristoforo, S. Orso, il Vallato e S. Lazzaro.

NOTE
(1) il 20 e il 21 agosto 1944 i tedeschi della Wermacht fecero saltare i campanili del Duomo, Santa Maria Nuova, San Pateriano, Sant'Arcangelo, San Silvestro (o Madonna di Piazza) e San Domenico, la Torre di Piazza (o Torre del Palazzo del Podestà), il Maschio della Fortezza Malatestiana, la lanterna del Porto e la torretta di una casa privata tra Via Froncini e Via De Cuppis (DELI 2008).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 25.04.2025

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