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Mammiferi - generalità

Checklist dei Mammiferi del bacino del Metauro e dell'A...

Lo studio dei Mammiferi del bacino del Metauro e dell'Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino e come leggere le schede


Nel bacino del Metauro, come nel resto della Provincia di Pesaro e Urbino, non è stata sinora eseguita un’indagine sistematica sulla presenza e distribuzione dell’intera classe dei Mammiferi per realizzare un’atlante di distribuzione. Dati riguardanti settori più o meno ampi del bacino o singole specie e gruppi di Mammiferi sono contenuti nella seguente bibliografia: GHIGI, 1911 per la Martora e la Lontra; PANDOLFI, 1975 per la Provincia di Pesaro e Urbino; CAGNOLARO et al., 1975 per la Lontra e il Gatto selvatico; DIONISI, 1987 per alcune località di rinvenimento di micromammiferi in borre di Strigiformi; FURLANI, 1987 per l'Istrice; PANDOLFI et al., 1988 per la Lontra; DIONISI, 1990 per i Monti del Furlo; PANDOLFI e BONACOSCIA, 1991 per la Volpe; FERMANELLI, 1992 per un cenno sui Mammiferi delle foreste demaniali ricadenti nel bacino del Metauro; PANDOLFI, 1992 per le Marche compresa la nostra Provincia; BISCARDI et al., 2007 e MAGRINI et al., 2007 per i Mammiferi del M. Catria, M. Nerone, Bocca Serriola, Bocca Trabaria e Serre (siti della Rete Europea Natura 2000); DIONISI et al., 2007 per il basso Metauro; GIACCHINI et al., 2012 e GAZZOLA e ORLANDI, 2014 per il Lupo; PALATRONI et al., 2014 per il Barbastello; PRIORI E SCARAVELLI, 2014 per i Chirotteri dei Monti del Furlo; RAGNI, 2002, SPILINGA et al., 2013 e GAGGI e PACI, 2014 per il settore di bacino del Metauro ricadente in Umbria.

Il periodo delle osservazioni va dal 1975 al 2024; i dati sino al 1999 vengono considerati storici. Alcune notizie riportate risalgono ai primi decenni del XX secolo.

La zona di studio è ubicata in Provincia di Pesaro e Urbino (Marche) e comprende l'intero bacino del Fiume Metauro, a nord parte dell’adiacente basso bacino del T. Arzilla e a sud parte dell’alto bacino del F. Cesano e del Sentino affluente del F. Esino, nella zona del M. Catria. Per le specie marine il tratto di Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino sino a 3 miglia dalla costa. E’ stata suddivisa in 75 quadrati di 5x5 km, derivati dalla suddivisione in quattro dei quadrati di 10x10 km appartenenti al reticolo di riferimento del Sistema UTM (Sistema Universale Trasverso di Mercatore) compresi nelle maglie fondamentali di 100 km di lato TJ e UJ della zona 33T. Le località non sono state visitate in base ad un piano preordinato, con la conseguenza che alcune lo sono state solo raramente o affatto. Non è stata inoltre tentata una valutazione sulla consistenza delle popolazioni dei Mammiferi, ma viene riportata soltanto la frequenza delle osservazioni .

Per quel che riguarda i Mammiferi terrestri, a causa delle loro abitudini prevalentemente notturne e dei comportamenti elusivi, i dati sulla loro presenza . Più che dalle osservazioni dirette derivano da impronte ed altri tipi di tracce (fatte, tane, ecc.), individui morti, resti ossei nei boli alimentari dei predatori. In particolare esaminando i boli digeriti e rigettati di rapaci notturni, costituiti prevalentemente da ossa di piccole prede, è stato possibile studiare i micromammiferi del territorio in esame, molto meglio di quanto non si possa fare con la ricerca diretta. Il Barbagianni (Tyto alba), per le sue abitudini alimentari poco selettive, si presta in modo particolare a fungere da campionatore per le ricerche sui Mammiferi. I dati sui Chirotteri, gruppo di difficile studio per la peculiarità delle abitudini e degli habitat frequentati, risultano assai scarsi e per lo più fortuiti. Le carte di distribuzione di diversi Soricomorfi (toporagni) e piccoli Roditori (topi e arvicole) danno un’immagine probabilmente sottostimata di presenza a partire dal 2000, a causa dell’accresciuta difficoltà nel reperimento da parte nostra di borre di Strigiformi, usate per l’identificazione dei resti ossei di questi micromammiferi. I dati raccolti sono stati archiviati in una “Banca dati dei Mammiferi della Provincia di Pesaro e Urbino”, riportando la località, la quota, la data, il tipo di dato, il tipo di ambiente e il nome del rilevatore, del determinatore e l’eventuale presenza in una raccolta. Per i micromammiferi si fa riferimento ad una raccolta di crani (per lo più estratti da borre di Strigiformi) e di individui conservati sotto alcool, depositata presso il Centro di Educazione Ambientale “Casa Archilei” di Fano.

Per quel che riguarda le specie marine (Cetacei), l'area di studio è l'Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino sino a 3 miglia dalla costa (1). Oltre alle specie trattate nel presente studio (Tursiope e Zifio), in AMORI et al. 1993 vengono citati per l'Alto e Medio Adriatico i Cetacei Balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata Lacépède, 1804), molto rara in tutto il Mediterraneo, Balenottera comune (Balaenoptera physalus (Linnaeus, 1758)), Capodoglio (Physeter macrocephalus Linnaeus, 1758), Stenella striata (Stenella coeruleoalba (Meyen, 1833)), Delfino comune (Delphinus delphis Linnaeus, 1758), un tempo più diffuso e attualmente molto raro, Grampo (Grampus griseus (Cuvier G., 1812)) e Pseudorca (Pseudorca crassidens (Owen, 1846), molto rara.

Hanno fornito dati, oltre agli autori: Simone Ottorino Bai, Luciano Balducci, Franco Barbadoro, Tony Barnoffi, Marco Bonacoscia, Aldo J.B. Brilli-Cattarini, Christian Cavalieri, Mauro Ciccarelli, Antonello Collesi, Aldo Cucchiarini, Ferruccio Cucchiarini, Luca Esposito, Stefano Fagiolo, Matteo Falcioni, Agostino Felicetti, Paolo Forconi, Mauro Furlani, Angela Gaggi, Paolo Giacchini, Giada Giacomini, Riserva naturale statale Gola del Furlo, Leonardo Gubellini, Società Hystrix, Domenico Leli, Vanessa Lucchetti, Stefano Marzani, Giuseppe Panaroni, Arcangelo Panico, Luca Paradisi, Claudio Poli, Luigi Ricci, Ettore Sacchi, Filippo Savelli, Dino Scaravelli, Simone Vergari.

Si ringraziano, oltre che per i dati forniti, Paolo Giacchini della Società Hystrix per la revisione del testo, Angela Gaggi per la revisione della parte relativa ai micromammiferi, Dino Scaravelli per la collaborazione alla determinazione di alcune specie. Si ringrazia inoltre Ettore Randi, dirigente responsabile del CRA 16 ISPRA  di Ozzano dell'Emilia, per la lettura del testo.

NOTE

(1) 1 miglio marino = 1852 m.

Come leggere le schede

Caratteri distintivi, biologia e habitat, distribuzione in Italia: la distinzione rispetto a specie simili, con poche eccezioni, è limitata a quelle rilevate nella zona di studio; i dati biometrici riportati e le altre informazioni sono tratte da AMORI et al., 2008, BOITANI et al., 2003 e LANZA, 2012.

Dati accertati nella zona di studio:  tipo di dati: osservazione di individui vivi in natura o fotografati anche mediante l’uso di fototrappole; analisi delle emissioni sonore mediante l’uso di bat detector; individui trovati morti, nidi, escrementi, orme; analisi di crani in borre di Strigiformi. Frequenza di osservazione: termini usati: specie rarissima (sino a due segnalazioni, anche di più individui per volta); rara (3-6); scarsa (7-30); frequente (oltre le 30 segnalazioni). Segnalazioni di presenza: date e nomi dei rilevatori non vengono in genere riportati per le specie scarse o frequenti. Habitat: vengono usate le seguenti categorie: boschi di caducifoglie (querceti di roverella, ostrieti, cerrete, faggete); boschi ripariali; boschi di conifere non autoctone; boscaglie e arbusteti; rive di zone umide; praterie montane e alto-collinari; incolti erbosi di collina e pianura; zone sassose o con rocce affioranti e pareti rocciose; campi coltivati con siepi e macchie sparse; zone urbanizzate con orti, giardini e parchi pubblici.

Nelle carte di distribuzione sono indicati con cerchi rossi i dati di presenza delle specie dal 2000 al 2024 e con cerchi viola i dati di presenza dal 1975 al 1999 (considerati “storici”); in caso di sovrapposizione, viene riportato il dato più recente. Sono indicati con cerchi azzurri i dati bibliografici, ma solo dove non vi sono dati degli altri due tipi. In pochi casi, se un dato si collocava al confine tra due quadrati di 5x5 km, il simbolo corrispondente è stato segnato su entrambi; se il dato era riferito ad un’area ampia (es. “M. Nerone”) è stato scelto il quadrato centrale.

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.07.2003
    Ultima modifica: 21.11.2024

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