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Lo studio degli Anfibi e dei Rettili della Provincia di...

Checklist degli Anfibi della Provincia di Pesaro e Urbi...

Come leggere le schede degli Anfibi e dei Rettili


Nelle schede sono riportati i nomi scientifici, i nomi italiani e i nomi dialettali usati in Provincia di Pesaro e Urbino. Inoltre eventuali note tassonomiche e brevi notizie sui caratteri distintivi, biologia (ecologia e habitat compresi) e distribuzione in Italia (inclusa quella altitudinale) tratte dalla bibliografia: in genere DI NICOLA et al., 2019, LANZA et al., 2009, SINDACO et al., 2006, CORTI & LO CASCIO, 1999, BRUNO & MAUGERI, 1990, VANNI & NISTRI, 2006, MAZZOTTI et al., 1999.

La lunghezza riportata per ogni specie è quella totale, misurata dalla punta del muso alla punta della coda, tranne per gli Anura (dalla punta del muso all’estremità posteriore del corpo) e in alcuni casi per i Lacertidi (dalla punta del muso alla cloaca) e le Testudines (lunghezza del carapace). Le misure sono quelle ricavate dalla bibliografia sopra citata, che riportano però spesso dati differenti tra loro.

Dati accertati nella zona di studio: con riferimento alla zona di studio (ossia le 39 celle di 10x10 km del sistema UTM nelle quali è compresa la Provincia di Pesaro e Urbino ma anche parti marginali delle Province vicine) vengono riportati i dati relativi a:

Osservazioni a partire dal 1980: viene riportato l’arco temporale delle osservazioni. Per le località citate si fa riferimento alla carta della zona di studio (fig. 38 pag. 140) e ai toponimi riportati nelle carte I.G.M. 1:25.000. Le osservazioni per comodità di lettura sono raggruppate nelle tre zone in cui abbiamo suddiviso la Provincia, così come risulta in fig. 68 pag. 168: zona litoranea, di pianura e bassa collina (comprese le acque marine costiere sino a 1 miglio dalla costa); zona di media e alta collina e appenninica esterna; zona appenninica interna. Solo per le specie da rare a scarse vengono riportate tutte le segnalazioni, tranne quando per motivi protezionistici si è ritenuto opportuno indicare solo in maniera generica le località di rilevamento. Gli autori o altro segnalatore (in quest’ultimo caso con la dicitura com. pers. = comunicazione personale) vengono indicati con loro nome tra parentesi.

Osservazioni anteriori al 1980, l'anno di inizio dello studio

- Diffusione, in rapporto al numero delle celle UTM in cui la specie è stata rilevata, su un totale di 39 celle come risulta dalla sua carta di distribuzione, comprendendo le osservazioni a partire dal 1980 e pure i dati bibliografici. Vengono usati i seguenti termini: specie localizzata (una sola cella), scarsamente diffusa (da 2 a 7 celle), poco diffusa (da 8 a 16), diffusa (da 17 a 30) e largamente diffusa (31 e più).
- Frequenza di osservazione (non la consistenza delle popolazioni), comprendendo le osservazioni a partire dal 1980. Vengono usati i seguenti termini con valutazione approssimata: specie rara, scarsa, frequente, comune. In un caso è stato usato anche “localmente frequente”.

Distribuzione altitudinale, con indicazione delle quote minime e massime di rilevamento, comprendendo anche le osservazioni anteriori al 1980.

Habitat nei quali la specie è stata rilevata.

Dati bibliografici, a partire dal XX secolo (riportati nelle carte di distribuzione).

Dati non riconfermati di cui verificare la validità o errati (non riportati nelle carte di distribuzione).

Dati entro la zona di studio ma non riguardanti la Provincia di Pesaro e Urbino: si possono ricavare in quanto citati nelle schede descrittive con la loro regione e provincia di appartenenza, ad eccezione delle specie più comuni per le quali non sono riportate per brevità le singole osservazioni.

Dati accertati fuori della zona di studio: sono limitati a pochi casi e a volte anche riportati nelle carte di distribuzione.

Normative di tutela: vengono indicate in base alla Convenzione di Berna del 1979 le specie rigorosamente protette (Allegato II) e protette (Allegato III), per le quali ultime sono previste apposite regolamentazioni in rapporto al loro sfruttamento, in maniera da non comprometterne la sopravvivenza. In base alla Direttiva Habitat 92/43 del 1992 sono elencate le specie di interesse comunitario che richiedono zone speciali di conservazione (Allegato II), una protezione rigorosa (Allegato IV) e il cui prelievo potrebbe formare oggetto di misure di gestione (Allegato V).

Vengono anche riportate le categorie di rischio per le specie applicate alle popolazioni italiane, che vanno dalla Minor preoccupazione (LC), al Quasi minacciata (NT), Vulnerabile (VU), In Pericolo (EN) e In Pericolo Critico (CR), tratte dall’Appendice I della Lista rossa IUCN dei Vertebrati Italiani (RONDININI et al., 2013) e dalla Lista rossa degli anfibi delle Marche (FIACCHINI, 2008a).

Carte di distribuzione: nelle celle di 10x10 km in cui è suddivisa la carta vengono indicati i dati di presenza delle specie (compresi quelli bibliografici): in rosso quelli a partire dal 2011, in azzurro quelli sino al 2010, in viola gli anteriori al 1980 (inizio del presente studio), più alcuni altri simboli specifici spiegati nelle singole didascalie delle carte. In caso di sovrapposizione, viene riportato il simbolo del dato più recente. Il numero progressivo attribuito alle celle è indicato in ognuna in basso a destra. Per confronto viene riportata anche la carta di distribuzione tratta da POGGIANI & DIONISI, 2003, con dati sino al 2002.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 29.10.2004
    Ultima modifica: 21.11.2011

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