Geologia e clima
Particolari della Formazione del Bisciaro
Le litofacies del Bisciaro
Lo spessore e la litologia del Bisciaro variano ampiamente nel bacino. Le aree rialzate presentano spessori minori da 15 a 70 metri e prevalenza di litofacies marnose e calcareo-marnose, mentre le zone depresse, contengono litofacies calcareo-silicee e detritiche con spessori fino a 150 m. In alcune aree a sedimentazione condensata si possono avere anche successioni lacunose. Tuttavia sulla base dei litotipi dominanti, si riconoscono ovunque tre membri litostratigrafici. Essi sono dal basso verso l'alto:
Membro marnoso inferiore;
Membro calcareo-siliceo-tufitico;
Membro marnoso superiore.
(Fig. 1)
Elvio Moretti
I livelli vulcanoclastici
I sedimenti cineritici sono composti da frammenti di vetro vulcanico e, subordinatamente, da cristalli di plagioclasio e da rari minerali femici (pirosseni, anfiboli, biotite).La composizione chimica dei frammenti vetrosi varia da strato a strato e comprende termini riferibili ad andesiti, daciti, riodaciti e rioliti; le composizioni riodacitiche sono maggiormente diffuse nel Membro marnoso superiore, dove le cineriti a biotite contengono sanidino altrimenti assente. Le composizioni dei magmi da cui hanno avuto origine tali sedimenti sono da ritenersi tendenzialmente più basiche, se si considera il vetro come prodotto di differenziazione degli stessi. Gli strati bentonitici sono sedimenti quasi monomineralici, talvolta notevolmente puri, costituiti principalmente da smectite (di tipo montmorillonitico) e subordinati feldspati (Fig. 2).
Elvio Moretti
Il livello Raffaello - Cà Fusconi
Il passaggio tra la Scaglia Cinerea ed il Bisciaro, è caratterizzato da un graduale ma rapido aumento dei litotipi calcareo-marnosi e calcarei, rispetto alle marne. Il limite formazionale è posto alla base del primo livello vulcanoclastico della successione stratigrafica. Tale orizzonte, denominato Livello Raffaello, è costituito da uno strato bentonitico di spessore compreso tra 3 e 30 cm, di colore verdastro ocraceo per alterazione. Il Livello Raffaello è un valido strato guida riconoscibile in tutta l'area umbro-marchigiana. Le smectiti, che abbondano in questo livello rappresentano i prodotti di alterazione di materiali vulcanoclastici. Alcuni cristalli di sanidino preservati nella matrice argillosa, in altre località dell'Appennino sono stati datati radiometricamente (metodo 40Ar/39Ar) fornendo un'età di 21,9 Ma (Fig. 3).
Elvio Moretti
Strati cineritici
Nel Bisciaro sono presenti livelli costituiti da argille smectitiche verdastre, con consistenza saponacee originatisi dall'alterazione della cenere vulcanica in ambiente riducente. Le ceneri vulcaniche erano trasportate nel bacino di sedimentazione, come nuvole, ad opera di venti stratosferici. Probabilmente provengono da vulcani attivi in Sardegna durante il Miocene. Questi vulcani con attività esplosiva contemporanea dell'orogenesi appenninica, appartenevano probabilmente ad un arco vulcanico che fronteggiava il margine continentale della microplacca adriatica. Nell'area settentrionale del bacino Umbro-marchigiano il Membro calcareo-siliceo-tufitico, è caratterizzato dalla presenza di una litozona vulcanoclastica, dello spessore compreso tra 3,5 e 19 m, costituita essenzialmente da una serie di strati cineritici amalgamati, intercalati a subordinate marne calcareo silicee. Le caratteristiche sedimentologiche di questa litozona, denominata Mega P (P = piroclastite), suggeriscono una rideposizione del materiale vulcanico ad opera di correnti sottomarine (Fig. 4).
Elvio Moretti
La successione di Cà Tosi
L'affioramento di Ca' Tosi appare sulla destra quando, percorrendo la statale Flaminia lungo il nuovo tracciato, poco dopo aver superato l'abitato di Cantiano in direzione di Roma, si attraversa il viadotto "Burano 2". La successione affiora per non più di una quarantina di metri lungo una parete molto acclive e completamente priva di vegetazione, continuamente ringiovanita dall'erosione di sponda del Fiume Burano che scorre proprio alla sua base. La parte inferiore dell'affioramento è costituita dalle marne della porzione superiore della formazione della Scaglia cinerea, il cui spessore complessivo raggiunge circa 20 m. Seguono poco più di 10 m di calcari marnosi e marne entro i quali è condensato tutto l'intervallo del Bisciaro. Questo è lo spessore più ridotto osservabile nell'ambito di questa formazione (in una successione completa e continua dalla base al tetto). Anche in considerazione dei valori notevolmente più alti che si possono osservare in molti altri settori dell'Appennino umbro-marchigiano, questa marcata variabilità negli spessori può essere messa in relazione ad una paleomorfologia del bacino di sedimentazione articolata in alti e depressioni. Anche in questo affioramento è visibile, alla base della formazione, l'orizzonte bentonitico del livello Raffaello. La successione si chiude con circa 5 m costituiti dalle marne dello Schlier (Fig. 5).
Francesco Veneri
Il Bisciaro di Cà Tosi
Su un'ansa del fiume Burano è visibile una successione costituita da argille marnose e marne, con un orizzonte più carbonatico in cui prevalgono i calcari marnosi. Questo orizzonte, molto ricco in livelli vulcanoclastici, presenta uno spessore di una decina di metri e rappresenta la Formazione del Bisciaro (Fig. 6).
Elvio Moretti
Le litologie selciose (Ca Lasagnino di S. Angelo in Vado)
Poco ad est della Cascata del Sasso, che si imposta su una scarpata rocciosa di Bisciaro, è possibile osservare le litofacies di questa formazione in modo più agevole ed in un luogo più accessibile di quanto non si riesca a fare in corrispondenza di questo salto naturale. L'affioramento in questione è raggiungibile attraverso una stretta stradina non asfaltata che si diparte dalla statale di Bocca Trabaria circa 3 km prima di S.Angelo in Vado; si tratta di un'esposizione rocciosa in cui affiorano, per uno spessore stratigrafico di quasi 20 m, gli stessi termini litologici sui quali si imposta la cascata. Va qui in particolare segnalata la presenza, entro l'intervallo calcareo-marnoso di un orizzonte a liste di selce nera di particolare interesse per l'inconsueta integrità delle litologie selciose, a differenza di molte altre esposizioni ove questi appaiono interessati da una diffusa fratturazione e ridotti in minute scagliette. In questo affioramento è inoltre presente un intervallo arenaceo laminato e gradato, molto ricco in biotite di origine vulcanoclastica, denominato "livello Bramante" (Fig. 7).
Francesco Veneri
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 23.11.2004




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