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Particolari della Formazione Marnoso-Arenacea

Arenarie di M. Vicino, la successione lungo il T. Buran...

La Formazione delle Arenarie di M. Vicino


Le Arenarie di M. Vicino (Apecchio) costituiscono un corpo torbiditico lenticolare che si sviluppa, per una lunghezza di circa 38 km e larghezza massima di circa 4 km, in direzione NW-SE, immediatamente a ridosso del bordo occidentale della dorsale umbro-marchigiana ed al tetto della Marnoso-arenacea interna. Sono state distinte più associazioni litologiche corrispondenti ad altrettanti corpi torbiditici depositati in ambiente di conoide sottomarina: una pelitico-arenacea basale che indica depositi di piana sottomarina o di frangia; una arenaceo-pelitica inferiore attribuita a depositi di lobi sabbiosi e di frangia laterale della conoide; una arenacea laminata, corrispondente alle facies canalizzate; una arenaceo-pelitica superiore indicativa ancora di facies di lobo; una pelitico-arenacea di chiusura che corrisponde a depositi di piana sottomarina. L'intera sequenza delle Arenarie di M. Vicino costituisce pertanto un ciclo sedimentario del primo ordine simmetrico, con carattere regressivo nella parte inferiore, trasgressivo in quella superiore (nell'ordine: depositi di piana frangia - lobi inferiori - depositi canalizzati - lobi superiori - depositi di piana).

Il sistema di dispersione delle paleocorrenti indica che l'immissione dei flussi gravitativi, con provenienza sud-occidentale, è avvenuta nella parte centrale del bacino, dove questo era più largo. Successivamente i flussi venivano deflessi in parte verso NW e in parte verso SE a causa delle anguste dimensioni del bacino che non permettevano un libero espandimento degli stessi. Il sistema deposizionale, fortemente confinato, che si è venuto così a formare risulta pertanto costituito da un ramo nord e da un ramo sud caratterizzati dall'accrescimento frontale dei lobi sabbiosi in direzioni opposte e simmetriche rispetto al punto di immissione degli apporti clastici; esso rappresenta il tipico esempio di "conoide affogata" in una stretta depressione sottomarina.

Inoltre il passaggio laterale tra le facies di lobo inferiore e quelle di frangia laterale, presente nella parte sud-orientale del bacino, nonché il maggior sviluppo delle facies di lobo inferiore e superiore nella parte nord-occidentale del bacino stesso, suggeriscono una notevole asimmetria del profilo longitudinale di quest'ultimo, che era caratterizzato da una minor profondità della porzione sud-orientale rispetto a quella nord-occidentale. Ciò ha condizionato la forma geometrica complessiva dell'intero corpo deposizionale, che risulta fortemente lenticolare come facilmente riscontrabile nell'andamento degli spessori massimi: essi infatti risultano pari a circa 1400 m nella zona centrale del bacino, davanti allo sbocco del canale alimentatore (e quindi in corrispondenza delle facies più arenacee), a 450-500 m nell'estrema porzione nord-occidentale e a soli 100 m circa in quella sud-orientale.

La sedimentazione delle Arenarie di M. Vicino è avvenuta in un intervallo di tempo compreso tra il Tortoniano inferiore e la base del Tortoniano medio per una durata di poco più di un milione di anni. La velocità di sedimentazione media è stata pertanto di circa 70 cm/1000 anni.

Per quanto riguarda la composizione delle arenarie, sono stati rilevati due fatti importanti. Il primo è la mancanza di dolomite detritica, il secondo l'abbondanza di frammenti di rocce sedimentarie, con netta prevalenza di micriti. Ciò porta ad escludere una provenienza delle Arenarie di M. Vicino dalla Marnoso-arenacea benché il canale alimentatore nel quale passavano i flussi gravitativi provenienti da SW incidesse detta formazione per tutta la sua estensione. L'area di alimentazione deve essere ricercata più ad occidente, nelle attuali zone di affioramento della sequenza toscana i cui termini inframiocenici, all'inizio del Tortoniano, erano probabilmente già emersi.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 19.02.2004

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