Geologia e clima
Nubifragio e alluvione a Pesaro e Fano nel novembre 1979
Ventiquatt'ore di nubifragio su Pesaro e Fano - neve sull'entroterra - danni e disagi dappertutto
Flagellata dal maltempo la costa pesarese. La pioggia, caduta senza interruzioni per 24 ore, accompagnata da violente raffiche di bora, ha causato ingenti danni. E' risultata particolarmente colpita la zona di Fano (ne riferiamo a parte) dove le squadre di pronto intervento sono state impegnate anche in drammatiche operazioni di salvataggio. Si calcola che i vigili del fuoco dei centri situati lungo il litorale abbiano ricevuto oltre duemila richieste di soccorso.
A Pesaro, dove il vento ha raggiunto una velocità di 97 chilometri orari, il bilancio dei danni ieri sera era ancora incompleto. La pioggia battente e lo straripamento del torrente Genica hanno causato allagamenti un po' ovunque. Decine e decine di abitazioni sono state invase dall'acqua. I pompieri hanno svolto il maggior numero di interventi, per prosciugare scantinati, e locali situati al livello della strada, in via Fratti, via Flaminia e in tutto il quartiere di Pantano. Molte richieste d'intervento sono giunte da Baia Flaminia e da Villa San Martino dove l'acqua ha raggiunto quasi il metro d'altezza. Allagamenti anche in via Ugolini e nella zona mare. Nella mattinata i tecnici del Comune hanno rinforzato gli argini del Genica con sacchi di sabbia.
Lungo il fiume Foglia, che si era gonfiato minacciosamente straripando in alcuni punti, sono affondate una decina di piccole imbarcazioni. Il mare, in burrasca, ha toccato forza 6-7 e nel corso della notte i militari della Capitaneria sono intervenuti per recuperare un peschereccio che, rotti gli ormeggi, stava andando alla deriva. Nel pomeriggio un cavo elettrico si è abbattuto nei pressi della Rotonda del Porto: il tratto è stato sbarrato per impedire il transito ai veicoli ed ai passanti.
Nelle prime ore della mattinata una frana ha interrotto il traffico lungo la strada che collega le località di Santa Veneranda e Pontevalle. Sul posto sono accorsi i vigili urbani.
Bloccata anche la linea ferroviaria Pesaro - Urbino per un allagamento all'altezza di Cartoceto. In serata sono stati predisposti servizi di autobus sostitutivi per trasportare i viaggiatori. Il vento, diminuito d'intensità solo nel tardo pomeriggio, ha abbattuto alberi di alto fusto in viale Trento, via Flaminia, viale Battisti ed a Santa Maria delle Fabbrecce dove la statale 16 è rimasta bloccata per circa due ore. Dai tetti delle abitazioni sono volate antenne della Tv, comignoli e grondaie. Le raffiche hanno inoltre abbattuto insegne e cartelli stradali. Drammatica, per molte ore, la situazione della viabilità. Polstrada, carabinieri, vigili urbani e agenti di polizia sono stati mobilitati per fronteggiare le massicce richieste di soccorso. Dalle 10 alle 17 l'autostrada è rimasta bloccata, nei due sensi, all'altezza del chilometro 171 in corrispondenza di Fano. La fiumana, scesa dalle colline circostanti, aveva completamente invaso la sede viabile impedendo la circolazione dei veicoli. Traffico interrotto anche sulla statale "Adriatica", tra Pesaro e Fano, per un allagamento verificatosi a Baia del Re.
Gravi disagi anche nella zona di Mombaroccio dove, alle 13, è iniziata a cadere la neve. Le strade di collegamento con Pesaro e Fano, ieri sera, erano ancora intransitabili.
La Giunta comunale pesarese ha indetto per stamane una riunione con i rappresentanti dei principali enti cittadini, degli uffici tecnici, capigruppo consiliari, parlamentari e consiglieri regionali per una valutazione precisa dei danni. Saranno convocati anche i presidenti dei consigli di circoscrizione e dei consigli di delegazione per appurare l'entità dei danni nei singoli quartieri. La giunta, con l'aggravarsi delle condizioni atmosferiche, ha informato di aver disposto l'intervento di tre ditte private che, con ruspe e altri mezzi, hanno rimosso numerose frane causate dall'eccezionale nubifragio. Secondo i dati in possesso del Comune la situazione, nelle ore serali, stava rapidamente normalizzandosi, ma molti scantinati erano ancora allagati.
Drammatico salvataggio all'Arzilla delle famiglie rifugiatesi nei tetti
La pioggia che è incominciata a cadere incessantemente dal pomeriggio di sabato ha reso drammatica la situazione in tutto il fanese a partire dal mezzogiorno di ieri, quando alla violenza del nubifragio si è aggiunta una paurosa mareggiata. Le acque di scarico, quelle dei fiumi e dei torrenti non sono più potute defluire verso la costa, poiché il mare, ingrossato dal vento di Nord-est, le ricacciava indietro, dando origine a quel fenomeno che i marinai fanesi chiamano "gulfata".
Le conseguenze più gravi si sono avute nella zona dell'Arzilla, dove il torrente, poco dopo le 12, ha rotto gli argini nei pressi della curva sulla statale Adriatica, a poche centinaia di metri dalla foce. Le acque hanno invaso una vasta area, raggiungendo i primi piani di alcune abitazioni. Quasi cento case hanno avuto il piano terra e gli scantinati allagati (L'altezza dell'acqua ha superato i 4 metri), due famiglie sono addirittura salite sui tetti per cercare scampo. I danni sono naturalmente assai ingenti. Molto difficile è stata anche l'opera di soccorso: i vigili del fuoco di Fano, già duramente provati da una lunga serie di chiamate pervenute loro durante la notte, si sono prodigati sino allo strenuo delle forze per trarre in salvo le persone in pericolo.
Alle 17 hanno raggiunto con un "gommone" la famiglia di Carlo Morelli, composta di sei persone, due delle quali piuttosto anziane. Il Morelli, titolare di una azienda vinicola, ha subito gravi danni economici. Le confezioni di vino, trascinate dalla furia delle acque, sono state poi ribattute dal mare sulla spiaggia del Lido. Sempre nella zona dell'Arzilla, i vigili del fuoco hanno prelevato con un "gommone" altre sei persone, che alle 17,30 attendevano i soccorsi sul tetto di una casa di via delle Quiete. Tra queste c'erano tre bambini e una donna in avanzato stato di gravidanza, che è stata poi accompagnata al "Santa Croce".
Il quartiere dell'Arzilla è rimasto in balia degli elementi per molte ore, anche perché gli automezzi di soccorso hanno trovato, lungo le strade di Fano e la statale Adriatica, degli sbarramenti quasi insuperabili. Un caos indescrivibile si è creato dopo i primi allagamenti: gente che fuggiva, altri che arrivavano in auto da Fano per prestare aiuto ad amici e parenti, con il risultato di causare ingorghi a non finire.
Per fortuna le raffiche di vento, che in mattinata avevano raggiunto i 70-80 chilometri all'ora, verso le 13,30 si sono affievolite ed anche la pioggia è cessata, per riprendere poi a cadere, ma leggerissima, soltanto in serata.
Il bilancio del nubifragio è pesante, le strade della città e della periferia sono tutte dissestate: allagamenti, smottamenti ed alberi abbattuti un po' ovunque. Il vento ha sradicato anche dei pini il cui tronco aveva un diametro di 70 cm. Molte zone sono senza l'energia elettrica, poiché sono caduti i pali della luce. Una vettura dei vigili urbani ha informato gli abitanti del quartiere Gimarra, con un altoparlante, che si erano verificate delle infiltrazioni della rete idrica della zona, per cui l'acqua non era più potabile.
Episodi drammatici sono segnalati anche da Centinarola. La frazione è stata inondata dalle acque limacciose che in mattinata scendevano dalle colline senza trovare sfogo nelle fognature. Qualcuno si è precipitato negli scantinati per riportare all'asciutto la propria auto o le masserizie ed è rimasto intrappolato dall'acqua che premeva con sempre maggiore intensità contro le porte di garages e scantinati. Anche in questi casi è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco.
Al porto si è temuto che i motopesca rompessero gli ormeggi e sfondassero la paratia che li separava dalla darsena in costruzione. Se i natanti di stazza maggiore hanno resistito, non così è stato per quelli più piccoli: 2 sono stati portati al largo ed altre 4 o 5 piccole imbarcazioni sono finite a picco nel porto.
Una mezza dozzina di vetture sono invece rimaste "alluvionate" nei sottopassaggi del Lido e di via Nazario Sauro.
Numerose automobili avevano subito danni durante la notte per via delle tegole e dei cornicioni caduti per le raffiche di vento, le quali hanno persino piegato le sbarre del passaggio a livello di S.Orso.
Da: "Il Resto del Carlino" del 12 - 11 - 1979
Nella città sconvolta dalla furia del nubifragio è cominciato il difficile ritorno alla normalità
La quiete dopo la tempesta. faticosamente, lentamente, in tutto il comprensorio di Fano si contano i danni, si approntano i primi interventi, si portano a termine le ultime operazioni di soccorso. Il tremendo nubifragio di domenica ha sconvolto campi, vie, abitazioni, ha causato danni al momento incalcolabili alle colture, al patrimonio boschivo, alle abitazioni. Soltanto nei prossimi giorni si potrà fare un censimento completo, soprattutto per certi edifici del centro storico, dei disastrosi effetti del nubifragio.
Nella giornata di ieri una lunga schiarita e le mutate condizioni atmosferiche hanno permesso di provvedere agli interventi più urgenti e di ripristinare il traffico sulle principali arterie, ristabilendo anche i collegamenti con alcuni centri collinari che domenica erano rimasti isolati. Le zone più colpite sono quella del torrente Arzilla, che è straripato in più punti, inondando con acqua e fango molte abitazioni che sorgono nei pressi delle sue rive, ettari ed ettari di terreno sono coperti d'acqua nella zona di Metaurilia bassa, dove è straripato il fosso delle Camminate, in certe zone l'altezza dello strato liquido raggiunge i tre metri.
Anche il fiume Metauro è straripato in alcun punti durante la nottata tra domenica e lunedì; nei pressi di Tombaccia l'acqua, passando sopra i campi, ha raggiunto la SS 3 Flaminia all'altezza del Km 253, ma si è poi subito ritirata; il traffico controllato da pattuglie dalla Polstrada, ha subito solo un rallentamento. Smottamenti di terra e fiumi di fango anche nella zona di Gimarra, dove ancora ieri mattina gli abitanti erano al lavoro per liberare scantinati e piani terra dal fango, e lungo tutta l'Adriatica tra Fano e Pesaro.
La violenta mareggiata che ha accompagnato il nubifragio ha provocato danni, per fortuna lievi, anche alla flottiglia peschereccia di Fano che all'interno del porto con gli ormeggi rinforzati, ha sopportato bene le violente raffiche di vento che avrebbero sfiorato i 100 Km/h; molti radar, antenne radio e pennoni sono stati però divelti. Tutta la spiaggia del Lido è ricoperta di detriti, rifiuti e materiale vario portato dalla furia del mare; ma vi sono anche molte suppellettili strappate dalla case dal torrente Arzilla e poi riversate dalle onde sulla spiaggia fanese. Da domenica sera decine di persone raccolgono sulla riva e sulla spiaggia oggetti, pali, tronchi, bottiglie ed altro materiale, sorvegliati da una pattuglia del Commissariato di Ps per evitare che la raccolta possa assumere l'aspetto di "sciacallaggio" purtroppo sembra che sia già "sparito" l'intero mobilio strappato dall'Arzilla in alcune abitazioni, tra le quali quella delle famiglie Schiavi, Morelli e Diambrini, poi scaraventato dal mare al Lido.
Anche in tutte le frazioni di Fano i danni sono notevoli, in particolare a Rosciano, Cuccurano, nei pressi di Cartoceto, Fenile, Metaurilia, Camminate; ovunque fossi straripati, smottamenti di terreno, alberi abbattuti, scantinati inondati ed auto bloccate.
A Fano in particolare i vecchi pini che ornavano tanti angoli caratteristici della città (Pincio, monumento ai Caduti, mura romane, Rocca Malatestiana, via Cavallotti) sono stati in gran parte abbattuti dal vento; non si contano le antenne, i pali dell'Enel, i lampioni, i cartelli stradali divelti; numerose cantine e soffitte sono rimaste allagate, in qualche zona sino a tarda sera i proprietari hanno dovuto svuotare con mezzi di fortuna i locali inondati poichè i vigili del fuoco erano impegnati su tutti i fronti, assieme a carabinieri, polizia, vigili urbani e Polstrada. Ovunque si notano cornicioni caduti, tetti divelti, in qualche caso anche pericolose crepe. Si è ulteriormente allargato il buco sul tetto del Teatro della Fortuna.
Per fortuna, in mezzo a tanti disastri, non vengono segnalate vittime o feriti anche se alcune persone, specie abitanti dell'Arzilla, sono stati tratti in salvo con gommoni dopo aver rischiato di essere travolti dalle acque. C'è stato però un incidente stradale domenica verso le 17 lungo la strada provinciale mondaviese, all'altezza del civico 5 di via Cannella: un uomo, il 55enne Candido Ceramicoli, un operaio di Orciano, ha perso il controllo della sua "Vespa 125" targata PS, a causa del fondo viscido della strada e, sbalzato a terra, ha riportato un trauma cranico con agitazione psicomotoria per cui è stato ricoverato all'ospedale di Mondavio con prognosi riservata.
Gli allagamenti hanno inoltre aggravato la crisi del gasolio. Le scorte di molte abitazioni si trovavano infatti negli scantinati, invasi dall'acqua.
Ieri sera presso il Comune si sono riuniti Giunta, capigruppo consiliari, ingegnere capo del Comune e comandante dei Vigili urbani per fare il punto della situazione. Questa mattina alle 10,30 si terrà una riunione, presso la sala consiliare del comune di Fano, di tutti i sindaci della Valle del Metauro, presenti anche il presidente della Giunta regionale Massi, il presidente della Provincia Vergari, i presidenti dei Consigli di circoscrizione e i sindacati.
Da: "Il Resto del Carlino" del 13 - 11 - 1979
ACQUA E FANGO SULLA NOSTRA CITTA
Due giorni di festa, due domeniche per l'esattezza, si sono trasformate per Fano e per molti dei suoi abitanti in due giornate di tragedia; 1'11 e il 18 di novembre dello scorso anno, nelle prime ore del mattino, con il vento che soffiava a oltre cento chilometri l'ora, una fiumana d'acqua si è abbattuta su Fano con una violenza mai vista (143 mm. in 24 ore), trasformando campi coltivati, abitazioni, laboratori artigianali e fabbriche in un mare di fango e di detriti.
Il mare, che lungo tutto il litorale ha battuto con violenza per oltre quindici ore, si è sollevato di oltre due metri impedendo il deflusso delle fogne, dei fossi e dei canali che sono cosi straripati invadendo strade, case e scantinati, devastando ogni cosa e provocando danni irrimediabili a natanti e alle attrezzature portuali.
Le zone più colpite sono state quelle dell'Arzilla, per lo straripamento dell'omonimo torrente che ha allagato l'intero quartiere e le zone limitrofe per una superficie di oltre tre chilometri quadrati; di Centinarola (a causa del fosso incapace di ricevere l'enorme flusso d'acqua) per oltre un chilometro quadrato; di Tombaccia e Metaurilia per una falla sull'argine del Rio Camminate che ha allagato una vasta zona di oltre sei chilometri quadrati e di Bellocchi per lo straripamento del fosso Uscenti e del Rio Carrara che hanno interessato una vastissima estensione di terreno per oltre sette chilometri quadrati, compreso il centro abitato e la zona industriale.
Inoltre, danni ingenti sono stati registrati a Rosciano, Fenile, Belgatto, Gimarra, Galassa, S. Orso,
Trave, Villa Uscenti, zona Lido, Torrette e Marotta.
In tutto il territorio fanese le case rese inabitabili dal nubifragio sono state più di trecento mentre oltre mille scantinati sono stati sommersi da acqua e fango con danni ingentissimi a suppellettili, automobili, centrali termiche, prodotti artigianali, vino e attrezzature varie, prodotti commestibili. Anche i danni subiti dalle industrie ubicate nelle zone artigianali di Rosciano, di Bellocchi e in insediamenti sparsi in altre località sono stati rilevanti, interessando soprattutto i prodotti finiti, i macchinari e gli impianti di produzione.
Naturalmente tutti i terreni sommersi dal fango e dall'acqua sono diventati improduttivi e oltre mille ettari di coltivazioni (cavolfiori, grano, prodotti ortofrutticoli, ecc.) hanno subito la violenza distruttrice del nubifragio.
Migliaia di animali da cortile sono morti, le linee elettriche e telefoniche sono state danneggiate, centinaia di alberi d 'alto fusto abbattuti, buona parte della rete viaria ha subito l'interruzione del traffico a causa dei movimenti franosi, smottamenti, allagamenti.
Ci sono stati, e qui abbiamo il dovere di denunciarli pubblicamente, atti di vandalismo, di teppismo, di sciacallaggio; ma ci sono stati anche e soprattutto atti di solidarietà umana che hanno superato ogni limite del possibile.
Carabinieri, Forze dell'ordine, Vigili del fuoco, Vigili Urbani e servizio di segnaletica stradale, Corpi di polizia, dipendenti comunali di tutti i settori tecnici, militari, associazioni scoutistiche, imprese e mezzi privati, tecnici e mezzi della provincia di Pesaro e Urbino, Genio civile e Prefettura hanno fatto tutto quanto era nelle loro capacità per poter intervenire prontamente ed efficacemente li dove è stato più necessario ed utile.
Si è provveduto con immediatezza a soccorrere le persone in pericolo, alcune famiglie sono state ospitate in alberghi a spese del Comune; è stata approntata una cucina centralizzata per fornire pasti caldi alla popolazione disastrata; si è provveduto a ripristinare la transitabilità nelle strade danneggiate; sono state tamponate con sacchi di sabbia alcune falle apertesi negli argini dei fossi e dei torrenti nei punti più critici.
Il Comune ha già speso oltre quattrocento milioni per i primi interventi; quasi tre miliardi occoreranno per ovviare ai danni provocati dal nubrifagio. Secondo stime assai vicine alla realtà, si calcola che Fano abbia subito danni per diversi miliardi: una tragedia dalla quale molti stenteranno a riprendersi.
Da: Fano Stampa Agenzia Stampa del Comune di Fano, gennaio 1980
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 05.10.2005
Ultima modifica: 05.10.2005
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