Opere specialistiche
Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anni 2018 - 2019
2018
LEGGE 11/1/2018, N. 2
DISPOSIZIONI PER LO SVILUPPO DELLA MOBILITA' IN BICICLETTA E LA REALIZZAZIONE DELLA RETE NAZIONALE DI PERCORRIBILITA' CICLISTICA
Pubblicata in G.U. n.25 del 31/1/2018 - Entrata in vigore il 15/2/2018
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
il PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA promulga la seguente legge:
Art. 1 - Oggetto e finalita'
1. La presente legge persegue l'obiettivo di promuovere l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attivita' turistiche e ricreative, al fine di migliorare l'efficienza, la sicurezza e la sostenibilita' della mobilita' urbana, tutelare il patrimonio naturale e ambientale, ridurre gli effetti negativi della mobilita' in relazione alla salute e al consumo di suolo, valorizzare il territorio e i beni culturali, accrescere e sviluppare l'attivita' turistica, in coerenza con il piano strategico di sviluppo del turismo in Italia, di cui all'articolo 34-quinquies, comma 1, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, e con il piano straordinario della mobilita' turistica, di cui all'articolo 11, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, e secondo quanto previsto dalla legge 9 agosto 2017, n. 128, in materia di ferrovie turistiche.
2. Lo Stato, le regioni, gli enti locali e gli altri soggetti pubblici interessati, nell'ambito delle rispettive competenze, nel rispetto del quadro finanziario definito ai sensi dell'articolo 3, comma 3, lettera e), e in conformita' con la disciplina generale dei trasporti e del governo del territorio, perseguono l'obiettivo di cui al comma 1, in modo da rendere lo sviluppo della mobilita' ciclistica e delle necessarie infrastrutture di rete una componente fondamentale delle politiche della mobilita' in tutto il territorio nazionale e da pervenire a un sistema generale e integrato della mobilita', sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale e accessibile a tutti i cittadini.
3. Le disposizioni della presente legge si applicano alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.
Art. 2 - Definizioni
1. Ai fini della presente legge si intende per:
a) «ciclovia»: un itinerario che consenta il transito delle biciclette nelle due direzioni, dotato di diversi livelli di protezione determinati da provvedimenti o da infrastrutture che rendono la percorrenza ciclistica piu' agevole e sicura;
b) «rete cicloviaria»: l'insieme di diverse ciclovie o di segmenti di ciclovie raccordati tra loro, descritti, segnalati e legittimamente percorribili dal ciclista senza soluzione di continuita';
c) «via verde ciclabile» o «greenway»: pista o strada ciclabile in sede propria sulla quale non e' consentito il traffico motorizzato;
d) «sentiero ciclabile o percorso natura»: itinerario in parchi e zone protette, sulle sponde di fiumi o in ambiti rurali, anche senza particolari caratteristiche costruttive, dove e' ammessa la circolazione delle biciclette;
e) «strada senza traffico»: strada con traffico motorizzato inferiore alla media di cinquanta veicoli al giorno calcolata su base annua;
f) «strada a basso traffico»: strada con traffico motorizzato inferiore alla media di cinquecento veicoli al giorno calcolata su base annua senza punte superiori a cinquanta veicoli all'ora;
g) «strada 30»: strada urbana o extraurbana sottoposta al limite di velocita' di 30 chilometri orari o a un limite inferiore, segnalata con le modalita' stabilite dall'articolo 135, comma 14, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495; e' considerata «strada 30» anche la strada extraurbana con sezione della carreggiata non inferiore a tre metri riservata ai veicoli non a motore, eccetto quelli autorizzati, e sottoposta al limite di velocita' di 30 chilometri orari.
2. Con riferimento ai parametri di traffico e sicurezza sono qualificati come ciclovie gli itinerari che comprendono una o piu' delle seguenti categorie:
a) le piste o corsie ciclabili, come definite dall'articolo 3,comma 1, numero 39), del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e dall'articolo 140, comma 7, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495;
b) gli itinerari ciclopedonali, come definiti dall'articolo 2, comma 3, lettera F-bis, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
c) le vie verdi ciclabili;
d) i sentieri ciclabili o i percorsi natura;
e) le strade senza traffico e a basso traffico;
f) le strade 30;
g) le aree pedonali, come definite dall'articolo 3, comma 1, numero 2), del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
h) le zone a traffico limitato, come definite dall'articolo 3, comma 1, numero 54), del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
i) le zone residenziali, come definite dall'articolo 3, comma 1, numero 58), del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Art. 3 - Piano generale della mobilita' ciclistica
1. In vista degli obiettivi e delle finalita' di cui all'articolo 1, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentiti il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e' approvato il Piano generale della mobilita' ciclistica. Il Piano di cui al precedente periodo costituisce parte integrante del Piano generale dei trasporti e della logistica ed e' adottato in coerenza:
a) con il sistema nazionale delle ciclovie turistiche di cui all'articolo 1, comma 640, della legge 28 dicembre 2015, n. 208;
b) con i programmi per la mobilita' sostenibile finanziati a valere sul fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 luglio 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 226 del 27 settembre 2017.
2. Il Piano generale della mobilita' ciclistica e' articolato con riferimento a due specifici settori di intervento, relativi, rispettivamente, allo sviluppo della mobilita' ciclistica in ambito urbano e metropolitano e allo sviluppo della mobilita' ciclistica su percorsi definiti a livello regionale, nazionale ed europeo.
3. Il Piano generale della mobilita' ciclistica si riferisce a un periodo di tre anni e reca:
a) la definizione, per ciascuno dei tre anni del periodo di riferimento, degli obiettivi annuali di sviluppo della mobilita' ciclistica, da perseguire in relazione ai due distinti settori di intervento di cui al comma 2, avendo riguardo alla domanda complessiva di mobilita';
b) l'individuazione delle ciclovie di interesse nazionale che costituiscono la Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» di cui all'articolo 4 e gli indirizzi per la definizione e l'attuazione dei progetti di competenza regionale finalizzati alla realizzazione della Rete stessa;
c) l'indicazione, in ordine di priorita', con relativa motivazione, degli interventi da realizzare per il conseguimento degli obiettivi di cui alla lettera a), nei limiti delle risorse di cui alla lettera e);
d) l'individuazione degli interventi prioritari per assicurare le connessioni della Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» di cui all'articolo 4 con le altre modalita' di trasporto;
e) la definizione del quadro, per ciascuno dei tre anni del periodo di riferimento, delle risorse finanziarie pubbliche e private di cui all'articolo 10, da ripartire per il finanziamento degli interventi previsti nel medesimo Piano generale, nonche' di quelli indicati nei piani della mobilita' ciclistica delle regioni, dei comuni, delle citta' metropolitane e delle province di cui, rispettivamente, agli articoli 5 e 6;
f) gli indirizzi volti ad assicurare un efficace coordinamento dell'azione amministrativa delle regioni, delle citta' metropolitane, delle province e dei comuni concernente la mobilita' ciclistica e le relative infrastrutture, nonche' a promuovere la partecipazione degli utenti alla programmazione, realizzazione e gestione della rete cicloviaria;
g) l'individuazione degli atti amministrativi, compresi quelli di natura regolamentare e gli atti di indirizzo, che dovranno essere adottati per conseguire gli obiettivi stabiliti dal medesimo Piano generale;
h) la definizione, nei limiti delle risorse di cui alla lettera e), delle azioni necessarie a sostenere lo sviluppo della mobilita' ciclistica in ambito urbano, con particolare riferimento alla sicurezza dei ciclisti e all'interscambio modale tra la mobilita' ciclistica, il trasporto ferroviario e il trasporto pubblico locale.
4. Il Piano generale della mobilita' ciclistica puo' essere aggiornato annualmente anche al fine di tenere conto delle ulteriori risorse eventualmente rese disponibili ai sensi della legislazione nel frattempo intervenuta. Gli aggiornamenti annuali sono approvati, con le modalita' di cui al comma 1, entro il 31 marzo di ciascun anno. In sede di aggiornamento del Piano generale della mobilita' ciclistica, la Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» di cui all'articolo 4 puo' essere integrata con ciclovie di interesse nazionale, individuate anche su proposta delle regioni interessate nell'ambito dei piani regionali di cui all'articolo 5.
Art. 4 - Rete ciclabile nazionale «Bicitalia»
1. La Rete ciclabile nazionale denominata «Bicitalia» costituisce la rete infrastrutturale di livello nazionale integrata nel sistema della rete ciclabile transeuropea «EuroVelo». Essa e' composta dalle ciclovie di interesse nazionale di cui all'articolo 3, comma 3, lettera b), compresi i relativi accessori e pertinenze, dedicate ai ciclisti e, in generale, agli utenti non motorizzati. Le infrastrutture della Rete ciclabile nazionale costituiscono infrastrutture di interesse strategico nazionale.
2. La Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» e' individuata nell'ambito del Piano generale della mobilita' ciclistica di cui all'articolo 3 sulla base dei seguenti criteri:
a) sviluppo complessivo non inferiore a 20.000 chilometri in base a una struttura a rete, articolata in una serie di itinerari da nord a sud, attraversati da itinerari da est ad ovest, che interessano tutto il territorio nazionale;
b) integrazione e interconnessione con le reti infrastrutturali a supporto delle altre modalita' di trasporto e con le altre reti ciclabili presenti nel territorio;
c) collegamento con le aree naturali protette e con le zone a elevata naturalita' e di rilevante interesse escursionistico, paesaggistico, storico, culturale e architettonico;
d) integrazione con altre reti di percorrenza turistica di interesse nazionale e locale, con particolare attenzione alla rete dei cammini e sentieri, alle ippovie, alle ferrovie turistiche e ai percorsi fluviali, lacustri e costieri;
e) sviluppo di piste ciclabili e vie verdi ciclabili o greenway;
f) utilizzo eventuale della viabilita' minore esistente;
g) recupero a fini ciclabili, per destinazione a uso pubblico, di strade arginali di fiumi, torrenti, laghi e canali; tratturi; viabilita' dismessa o declassata; sedimi di strade ferrate dismesse e comunque non recuperabili all'esercizio ferroviario; viabilita' forestale e viabilita' militare radiata; strade di servizio; altre opere infrastrutturali lineari, comprese opere di bonifica, acquedotti, reti energetiche, condotte fognarie, cablaggi, ponti dismessi e altri manufatti stradali;
h) collegamento ciclabile tra comuni limitrofi, attraversamento di ogni capoluogo regionale e penetrazione nelle principali citta' di interesse turistico-culturale con il raggiungimento dei rispettivi centri storici;
i) continuita' e interconnessione con le reti ciclabili urbane, anche attraverso la realizzazione di aree pedonali e zone a traffico limitato, nonche' attraverso l'adozione di provvedimenti di moderazione del traffico;
l) attribuzione agli itinerari promiscui che compongono la Rete ciclabile stessa della qualifica di itinerario ciclopedonale prevista dall'articolo 2, comma 2, lettera F-bis, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, ove ricorrano le caratteristiche ivi richieste, e loro assoggettamento in ogni caso a pubblico passaggio.
3. Nel Piano generale della mobilita' ciclistica sono stabiliti gli obiettivi programmatici concernenti la realizzazione e la gestione della Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» e i relativi oneri riferibili agli aspetti di rilevanza sovraregionale e di competenza statale, cui si provvede nel rispetto del quadro finanziario definito ai sensi dell'articolo 3, comma 3, lettera e), e dei suoi eventuali aggiornamenti.
4. Le regioni provvedono, sentiti gli enti locali interessati, a predisporre i progetti necessari alla realizzazione della Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» entro dodici mesi dall'approvazione del Piano generale della mobilita' ciclistica. Al fine di consentire l'utilizzo a fini ciclabili di aree facenti parte del demanio militare o del patrimonio della Difesa o soggette a servitu' militari, le regioni stipulano appositi protocolli di intesa con il Ministero della difesa.
5. Gli atti di intesa, i pareri, i nulla osta, le autorizzazioni e le approvazioni prescritti per la realizzazione dei progetti di cui al comma 4 sono acquisiti mediante la convocazione di una conferenza di servizi, ai sensi dell'articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241.
6. Le regioni, acquisiti ai sensi dei commi 4 e 5 i pareri degli enti locali interessati, ne danno evidenza pubblicando il progetto, i pareri e tutta la documentazione prodotta nei propri siti internet istituzionali, approvano i progetti e provvedono a inviarli entro un mese dall'approvazione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
7. I progetti per la realizzazione della Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» sono approvati dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro due mesi dalla ricezione, salvo che i predetti progetti risultino difformi dalle indicazioni contenute nel Piano generale della mobilita' ciclistica o nel relativo quadro finanziario di cui all'articolo 3, comma 3, lettera e), e nei suoi eventuali aggiornamenti. In caso di difformita', il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, comunica alla regione le motivazioni della mancata approvazione del progetto, richiedendone la modifica alla regione stessa.
8. La regione trasmette il progetto conseguentemente modificato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti entro due mesi dalla comunicazione della mancata approvazione. Esso si intende approvato, salvo che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, non lo respinga espressamente entro i trenta giorni successivi alla ricezione.
9. L'approvazione dei progetti di cui al comma 4, secondo le modalita' definite dai commi da 4 a 8, costituisce, ai sensi del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, variante a tutti gli strumenti urbanistici vigenti.
Art. 5 - Piani regionali della mobilita' ciclistica
1. Per il conseguimento delle finalita' di cui all'articolo 1 le regioni, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto del quadro finanziario di cui all'articolo 3, comma 3, lettera e), e dei suoi eventuali aggiornamenti, predispongono e approvano con cadenza triennale, in coerenza con il piano regionale dei trasporti e della logistica e con il Piano nazionale della mobilita' ciclistica, il piano regionale della mobilita' ciclistica. Il piano regionale della mobilita' ciclistica individua gli interventi da adottare per promuovere l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attivita' turistiche e ricreative nel territorio regionale e per conseguire le altre finalita' della presente legge.
2. Il piano regionale della mobilita' ciclistica disciplina l'intero sistema ciclabile regionale ed e' redatto sulla base dei piani urbani della mobilita' sostenibile e dei relativi programmi e progetti presentati dai comuni e dalle citta' metropolitane, assumendo e valorizzando, quali dorsali delle reti, gli itinerari della Rete ciclabile nazionale «Bicitalia». Il piano regionale della mobilita' ciclistica definisce:
a) la rete ciclabile regionale, che e' individuata in coerenza con la Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» ed e' caratterizzata dall'integrazione e interconnessione con le reti infrastrutturali regionali a supporto delle altre modalita' di trasporto;
b) la puntuale individuazione delle ciclovie che ricadono nel territorio regionale incluse nella Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» e le eventuali proposte di integrazione o modifica della suddetta Rete «Bicitalia»;
c) nell'ambito della rete di cui alla lettera a), gli itinerari nelle zone rurali finalizzati alla conoscenza e alla fruizione di sentieri di campagna, delle aree circostanti, dei laghi e dei corsi d'acqua nonche' dei parchi, delle riserve naturali e delle altre zone di interesse naturalistico comprese nel territorio regionale;
d) il sistema di interscambio tra la bicicletta e gli altri mezzi di trasporto, pubblici e privati, lungo le infrastrutture di livello provinciale, regionale e nazionale;
e) il sistema delle aree di sosta, attrezzate e non attrezzate, e i servizi per i ciclisti, con particolare attenzione ai percorsi extraurbani;
f) gli indirizzi relativi alla predisposizione delle reti ciclabili urbane ed extraurbane, delle aree di sosta delle biciclette, dei provvedimenti relativi alla sicurezza dei pedoni e dei ciclisti, nonche' gli interventi necessari a favorire l'uso della bicicletta nelle aree urbane;
g) la procedura di recepimento degli indirizzi di cui alla lettera f) negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, nei regolamenti edilizi e negli interventi di costruzione o ristrutturazione degli edifici pubblici, con particolare riferimento a quelli scolastici;
h) l'eventuale realizzazione di azioni di comunicazione, educazione e formazione per la promozione degli spostamenti in bicicletta e del trasporto integrato tra biciclette e mezzi di trasporto pubblico.
3. Per promuovere la fruizione dei servizi di trasporto intermodali, le regioni e gli enti locali possono stipulare, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, accordi con i gestori del trasporto pubblico regionale e locale e delle relative infrastrutture, anche attraverso l'inserimento di specifiche clausole nei contratti di servizio e di programma, per rimuovere ostacoli e barriere infrastrutturali e organizzativi, favorire l'accessibilita' in bicicletta di parcheggi, stazioni ferroviarie, scali fluviali e lacustri, porti e aeroporti e fornire adeguata segnalazione degli appositi percorsi e delle modalita' di accesso ai mezzi di trasporto pubblico, anche con riguardo alla possibilita' di trasportare la bicicletta sugli altri mezzi di trasporto.
4. Nel piano regionale della mobilita' ciclistica sono altresi' definiti gli obiettivi programmatici concernenti la realizzazione e la gestione della rete regionale di percorribilita' ciclistica e i relativi costi, nel rispetto del quadro finanziario definito ai sensi dell'articolo 3, comma 3, lettera e), e dei suoi eventuali aggiornamenti.
5. Il piano regionale della mobilita' ciclistica e' approvato con deliberazione della regione ed e' inviato, entro dieci giorni dall'approvazione, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
In sede di prima attuazione della presente legge il termine di approvazione del piano regionale della mobilita' ciclistica e' stabilito in dodici mesi a decorrere dalla data di approvazione del Piano generale della mobilita' ciclistica di cui all'articolo 2, comma 1. Il piano regionale della mobilita' ciclistica e' pubblicato nel sito internet istituzionale dell'ente.
Art. 6 - Biciplan
1. I comuni non facenti parte di citta' metropolitane e le citta' metropolitane predispongono e adottano, nel rispetto del quadro finanziario definito ai sensi dell'articolo 3, comma 3, lettera e), e dei suoi eventuali aggiornamenti, i piani urbani della mobilita' ciclistica, denominati «biciplan», quali piani di settore dei piani urbani della mobilita' sostenibile (PUMS), finalizzati a definire gli obiettivi, le strategie e le azioni necessari a promuovere e intensificare l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attivita' turistiche e ricreative e a migliorare la sicurezza dei ciclisti e dei pedoni. I biciplan sono pubblicati in formato di tipo aperto nei siti internet istituzionali dei rispettivi enti.
2. I biciplan definiscono:
a) la rete degli itinerari ciclabili prioritari o delle ciclovie del territorio comunale destinata all'attraversamento e al collegamento tra le parti della citta' lungo le principali direttrici di traffico, con infrastrutture capaci, dirette e sicure, nonche' gli obiettivi programmatici concernenti la realizzazione di tali infrastrutture;
b) la rete secondaria dei percorsi ciclabili all'interno dei quartieri e dei centri abitati;
c) la rete delle vie verdi ciclabili, destinata a connettere le aree verdi e i parchi della citta', le aree rurali e le aste fluviali del territorio comunale e le stesse con le reti di cui alle lettere a) e b);
d) gli interventi volti alla realizzazione delle reti di cui alle lettere a) e c) in coerenza con le previsioni dei piani di settore sovraordinati;
e) il raccordo tra le reti e gli interventi definiti nelle lettere precedenti e le zone a priorita' ciclabile, le isole ambientali, le strade 30, le aree pedonali, le zone residenziali e le zone a traffico limitato;
f) gli interventi che possono essere realizzati sui principali nodi di interferenza con il traffico autoveicolare, sui punti della rete stradale piu' pericolosi per i pedoni e i ciclisti e sui punti di attraversamento di infrastrutture ferroviarie o autostradali;
g) gli obiettivi da conseguire nel territorio del comune o della citta' metropolitana, nel triennio di riferimento, relativamente all'uso della bicicletta come mezzo di trasporto, alla sicurezza della mobilita' ciclistica e alla ripartizione modale;
h) eventuali azioni per incentivare l'uso della bicicletta negli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro;
i) gli interventi finalizzati a favorire l'integrazione della mobilita' ciclistica con i servizi di trasporto pubblico urbano, regionale e nazionale;
l) le azioni finalizzate a migliorare la sicurezza dei ciclisti;
m) le azioni finalizzate a contrastare il furto delle biciclette;
n) eventuali azioni utili a estendere gli spazi destinati alla sosta delle biciclette prioritariamente in prossimita' degli edifici scolastici e di quelli adibiti a pubbliche funzioni nonche' in prossimita' dei principali nodi di interscambio modale e a diffondere l'utilizzo di servizi di condivisione delle biciclette (bike-sharing);
o) le tipologie di servizi di trasporto di merci o persone che possono essere effettuati con velocipedi e biciclette;
p) eventuali attivita' di promozione e di educazione alla mobilita' sostenibile;
q) il programma finanziario triennale di attuazione degli interventi definiti dal piano stesso nel rispetto del quadro finanziario di cui all'articolo 3, comma 3, lettera e), e dei suoi eventuali aggiornamenti.
3. Gli strumenti di pianificazione di cui al comma 1 costituiscono atti di indirizzo per la programmazione pluriennale delle opere di competenza dei rispettivi enti.
4. Gli enti interessati assicurano la coerenza degli atti di pianificazione territoriale e urbanistica con gli strumenti di pianificazione di cui al comma 1.
Art. 7 - Disposizioni particolari per le citta' metropolitane e per le province
1. Le citta' metropolitane e le province adottano le misure necessarie per garantire un'idonea attuazione delle finalita' di cui all'articolo 1 nel rispetto del quadro finanziario definito ai sensi dell'articolo 3, comma 3, lettera e), e dei suoi eventuali aggiornamenti.
2. Le citta' metropolitane e le province, nell'ambito dell'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 1, comma 85, lettere a) e b), della legge 7 aprile 2014, n. 56, definiscono gli interventi di pianificazione finalizzati a promuovere l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto, in coerenza con il piano regionale della mobilita' ciclistica di cui all'articolo 5 e con i piani di cui al comma 1 dell'articolo 6. Gli strumenti di pianificazione di cui al presente comma sono pubblicati nel sito internet istituzionale dell'ente.
3. Gli strumenti di pianificazione di cui al comma 2 individuano la rete ciclabile e ciclopedonale nel territorio di competenza, in attuazione e a integrazione della rete di livello regionale e in corrispondenza con le reti individuate nei biciplan.
4. Gli strumenti di pianificazione di cui al comma 2 costituiscono atti di indirizzo per la programmazione pluriennale delle opere di competenza dei rispettivi enti. Gli enti interessati assicurano la coerenza degli atti di pianificazione territoriale e urbanistica con gli strumenti di pianificazione di cui al precedente periodo.
Art. 8 - Disposizioni particolari per i comuni
1. I comuni possono prevedere, in prossimita' di aeroporti, di stazioni ferroviarie, di autostazioni, di stazioni metropolitane e di stazioni di mezzi di trasporto marittimi, fluviali e lacustri, ove presenti, la realizzazione di velostazioni, ossia di centri per il deposito custodito di biciclette, l'assistenza tecnica e l'eventuale servizio di noleggio.
2. Per la realizzazione delle velostazioni di cui al comma 1, i comuni possono stipulare convenzioni con le aziende che gestiscono la sosta di veicoli, le strutture destinate a parcheggio, le stazioni ferroviarie, metropolitane o automobilistiche o le stazioni di mezzi di trasporto marittimo, fluviale e lacustre, ove presenti.
3. La gestione delle velostazioni di cui al comma 1 puo' essere affidata ai soggetti di cui al comma 2, alle aziende di gestione dei servizi di trasporto pubblico, a cooperative sociali e di servizi o ad associazioni, secondo procedure di affidamento a evidenza pubblica conformi alla normativa vigente.
4. I comuni prevedono nei regolamenti edilizi misure finalizzate alla realizzazione di spazi comuni e attrezzati per il deposito di biciclette negli edifici adibiti a residenza e ad attivita' terziarie o produttive e nelle strutture pubbliche.
5. In sede di attuazione degli strumenti urbanistici i comuni stabiliscono i parametri di dotazione di stalli per le biciclette destinati ad uso pubblico e ad uso pertinenziale.
Art. 9 - Modifica all'articolo 1 del codice della strada, in materia di principi generali
1. Al comma 2 dell'articolo 1 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, le parole: «al principio della sicurezza stradale» sono sostituite dalle seguenti: «ai principi della sicurezza stradale e della mobilita' sostenibile» e dopo le parole: «fluidita' della circolazione» sono aggiunte le seguenti: «; di promuovere l'uso dei velocipedi».
2. Al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 61, al comma 1, lettera c), le parole: «Gli autobus da noleggio, da gran turismo e di linea possono essere dotati di strutture portasci o portabagagli applicate posteriormente a sbalzo, in deroga alla predetta lunghezza massima» sono sostituite dalle seguenti: «Gli autobus da noleggio, da gran turismo e di linea possono essere dotati di strutture portasci, portabiciclette o portabagagli applicate a sbalzo posteriormente o, per le sole strutture portabiciclette, anche anteriormente»;
b) all'articolo 164, dopo il comma 2 e' aggiunto il seguente:
«2-bis. Nel caso di autobus da noleggio, da gran turismo e di linea, in deroga al comma 2, e' consentito l'utilizzo di strutture portabiciclette applicate a sbalzo anteriormente; tale struttura puo' sporgere longitudinalmente dalla parte anteriore fino ad un massimo di 80 cm dalla sagoma propria del mezzo».
Art. 10 - Disposizioni finanziarie
1. Per la definizione del quadro finanziario di cui all'articolo 3, comma 3, lettera e), concorrono:
a) le risorse di cui all'articolo 1, comma 640, primo periodo, della legge 28 dicembre 2015, n. 208;
b) le risorse del fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, destinate ai programmi per la mobilita' sostenibile, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 luglio 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 226 del 27 settembre 2017;
c) le risorse relative al finanziamento e al cofinanziamento dei programmi operativi finanziati dai fondi strutturali e di investimento europei, ove prevedano misure rientranti nell'ambito di applicazione della presente legge, nonche' le risorse individuate dalle regioni e dagli enti locali a valere sui propri bilanci;
d) gli eventuali proventi di sponsorizzazioni da parte di soggetti privati, nonche' i lasciti, le donazioni e altri atti di liberalita' finalizzati al finanziamento della mobilita' ciclistica.
Art. 11 - Relazione annuale sulla mobilita' ciclistica
1. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti presenta entro il 30 giugno di ogni anno alle Camere una relazione sullo stato di attuazione della presente legge e della legge 19 ottobre 1998, n. 366, nella quale in particolare indica:
a) l'entita' delle risorse finanziarie stanziate e spese a livello locale, regionale, nazionale e dell'Unione europea per la realizzazione degli interventi di cui alla presente legge;
b) il numero e la qualita' degli interventi finanziati e realizzati con le risorse di cui alla lettera a);
c) lo stato di attuazione della Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» e il cronoprogramma degli interventi previsti dalla programmazione nazionale;
d) i risultati conseguiti nell'incremento della mobilita' ciclistica nei centri urbani, nella riduzione del traffico automobilistico, dell'inquinamento atmosferico e dei sinistri e danni agli utenti della strada, nonche' nel rafforzamento della sicurezza della mobilita' ciclistica;
e) lo stato di attuazione dell'integrazione modale tra la bicicletta e gli altri mezzi di trasporto locale e regionale;
f) la partecipazione a progetti e a programmi dell'Unione europea;
g) un'analisi comparata con le iniziative assunte negli altri Paesi membri dell'Unione europea.
2. Entro il 1º aprile di ciascun anno, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano presentano una relazione al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sullo stato di attuazione degli interventi previsti dalla presente legge, sulla loro efficacia, sull'impatto sui cittadini e sulla societa', sugli obiettivi conseguiti e sulle misure da adottare per migliorare l'efficacia degli interventi previsti dal piano regionale della mobilita' ciclistica nel rispettivo territorio.
3. La relazione di cui al comma 1 e' pubblicata nel sito internet istituzionale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in formato di tipo aperto, come definito dalla lettera a) del comma 3 dell'articolo 68 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
4. Le amministrazioni pubbliche interessate provvedono all'attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi' 11 gennaio 2018
MATTARELLA
Gentiloni Silveri, Presidente del Consiglio dei ministri
Visto, il Guardasigilli: Orlando
(Cfr. anche https://www.camera.it/parlam/leggi/98366l.htm - l.n. 19/10/1998, n. 366 - Norme per il finanziamento della mobilita' ciclistica)
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Per un opportuno confronto, si riporta la
LEGGE 9 AGOSTO 2017, N. 128
DISPOSIZIONI PER L'ISTITUZIONE DI FERROVIE TURISTICHE MEDIANTE IL REIMPIEGO DI LINEE IN DISUSO O IN CORSO DI DISMISSIONE SITUATE IN AREE DI PARTICOLARE PREGIO NATURALISTICO O ARCHEOLOGICO
Pubblicata in G.U . n.196 del 23/8/2017 - Entrata in vigore il 7/9/2017
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
il PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA promulga la seguente legge:
Art. 1 - Finalita'
1. La presente legge ha come finalita' la salvaguardia e la valorizzazione delle tratte ferroviarie di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, che comprendono i tracciati ferroviari, le stazioni e le relative opere d'arte e pertinenze, e dei mezzi rotabili storici e turistici abilitati a percorrerle, nonche' la disciplina dell'utilizzo dei ferrocicli.
Art. 2 - Individuazione delle tratte ferroviarie ad uso turistico
1. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo e con il Ministro dell'economia e delle finanze, in coerenza con quanto previsto nel piano strategico di sviluppo del turismo in Italia, per il periodo 2017-2022, di cui all'articolo 34-quinquies, comma 1, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221,previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare, in prima applicazione, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuate e classificate come tratte ferroviarie ad uso turistico le tratte, dismesse o sospese, caratterizzate da particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, suscettibili di essere utilizzate e valorizzate ai sensi del comma 5, purche' sia assicurato il finanziamento dei relativi oneri ai sensi dell'articolo 4, comma 2. Con successivi decreti, da adottare con le modalita' di cui al periodo precedente, si procede, anche su proposta delle regioni interessate, alla revisione e all'integrazione del suddetto decreto.
2. In deroga a quanto previsto dal comma 1, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo e con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono classificate come tratte ferroviarie ad uso turistico, ove risultino rispettate le condizioni di cui al comma 3, le seguenti linee:
a) Sulmona-Castel di Sangro;
b) Cosenza-San Giovanni in Fiore;
c) Avellino-Lioni-Rocchetta Sant'Antonio;
d) Sacile-Gemona;
e) Palazzolo-Paratico;
f) Castel di Sangro-Carpinone;
g) Ceva-Ormea;
h) Mandas-Arbatax;
i) Isili-Sorgono;
l) Sassari-Palau Marina;
m) Macomer-Bosa;
n) Alcantara-Randazzo;
o) Castelvetrano-Porto Palo di Menfi;
p) Agrigento Bassa-Porto Empedocle;
q) Noto-Pachino;
r) Asciano-Monte Antico;
s) Civitavecchia-Capranica-Orte;
t) Fano-Urbino.
3. Le linee di cui al comma 2 sono classificate come tratte ferroviarie ad uso turistico a condizione che risultino finanziate nell'ambito del contratto
di programma con il gestore dell'infrastruttura ferroviaria nazionale o con risorse alle stesse destinate dalle regioni competenti e che le medesime regioni, per le linee di loro competenza, non ne richiedano l'esclusione con propria delibera trasmessa al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti entro centocinquanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
4. Qualora sopravvengano modificazioni delle condizioni di cui al comma 3, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo e con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro centoventi giorni dal verificarsi delle predette modificazioni, si provvede alla revisione della classificazione delle tratte ferroviarie ad uso turistico effettuata ai sensi del comma 2, fermo restando l'elenco ivi indicato.
5. I tracciati ferroviari, le stazioni individuate come luogo di fermata, le opere d'arte delle tratte ferroviarie ad uso turistico nonche' le relative pertinenze possono essere utilizzati e valorizzati per le finalita' della presente legge e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, fermo restando il rispetto del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
6. Nell'ambito dell'individuazione delle tratte di cui al presente articolo, particolare attenzione e' prestata alla presenza di manufatti e immobili di valore culturale e artistico che, ad esempio, siano stati utilizzati come luoghi di ripresa cinematografica.
Art. 3 - Sezione dei rotabili storici e turistici nel registro di immatricolazione nazionale
1. Sono rotabili storici:
a) i mezzi ferroviari, motori e trainati, non piu' utilizzati per il normale esercizio commerciale, che abbiano compiuto il cinquantesimo anno dall'entrata in esercizio del primo esemplare o che abbiano compiuto il venticinquesimo anno dall'entrata in servizio del primo esemplare e che, per particolari caratteristiche tecniche, estetiche e industriali, siano testimonianza di significative evoluzioni nel campo del trasporto ferroviario nazionale;
b) le locomotive a vapore circolanti sulle ferrovie regionali, anche a scartamento ridotto.
2. Sono rotabili turistici i mezzi che hanno un utilizzo esclusivamente turistico, quali carrozze panoramiche o scoperte.
3. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentiti il Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, e' disciplinata, nell'ambito del registro di immatricolazione nazionale di cui all'articolo 33 del decreto legislativo 8 ottobre 2010, n. 191, una sezione dedicata ai rotabili storici e turistici. L'iscrizione avviene, con oneri a carico del richiedente, a cura dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, che puo' avvalersi, tramite apposita convenzione, della Fondazione FS Italiane, della Federazione italiana delle ferrovie turistiche e museali -- FIFTM e di altre associazioni di categoria.
4. Nella sezione di cui al comma 3 sono iscritti, su richiesta del soggetto proprietario, del concessionario o dell'impresa ferroviaria,i rotabili idonei alla circolazione sulle tratte ferroviarie di cui all'articolo 2, nonche' sulle altre tratte ferroviarie nei limiti e con le modalita' di cui all'articolo 7. Nella richiesta di iscrizione, il soggetto proprietario, il concessionario o l'impresa ferroviaria produce la documentazione necessaria a dimostrare l'idoneita' del rotabile alla circolazione ai sensi degli articoli 6 e 7. I rotabili di cui ai commi 1 e 2 non idonei alla circolazione possono essere iscritti in un apposito albo tenuto a cura della Fondazione FS Italiane.
5. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono determinati i requisiti di idoneita' alla circolazione per i rotabili iscritti nella sezione di cui al comma 3, che devono essere equivalenti in termini di sicurezza complessiva rispetto ai requisiti prescritti per la circolazione dei rotabili ad uso commerciale, ma comunque tali da consentirne la valorizzazione e l'uso. Con il medesimo decreto e' definita la tariffa ai fini dell'iscrizione nella sezione di cui al comma 3, in modo da consentire l'integrale copertura dei costi a carico del richiedente.
Art. 4 - Gestione dell'infrastruttura
1. Le tratte ferroviarie, le stazioni e le relative opere d'arte e pertinenze delle ferrovie individuate ai sensi dell'articolo 2 restano nella disponibilita' dei soggetti proprietari o concessionari, che sono responsabili del mantenimento in esercizio nonche' della manutenzione, della funzionalita' e della sicurezza delle medesime infrastrutture, che sono classificate, ai fini della manutenzione e dell'esercizio, con apposita categoria turistica.
2. Gli interventi di ripristino della tratta ferroviaria nonche' quelli relativi al mantenimento in esercizio, alla funzionalita' e alla sicurezza dell'infrastruttura sono realizzabili se finanziati nell'ambito del contratto di programma con il gestore dell'infrastruttura ferroviaria nazionale ovvero nell'ambito delle risorse destinate da ciascuna regione all'infrastruttura ferroviaria regionale di competenza.
3. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sono approvate, su proposta del gestore dell'infrastruttura ferroviaria nazionale, le tariffe da corrispondere al gestore medesimo per l'utilizzo della stessa ai sensi dell'articolo 5. Nel caso di infrastruttura ferroviaria regionale le tariffe sono approvate, su proposta del gestore dell'infrastruttura medesima, con provvedimento della regione.
Art. 5 - Gestione dei servizi di trasporto turistico e delle attivita' commerciali connesse
1. Per l'affidamento dei servizi di trasporto turistico e delle attivita' commerciali connesse, ivi compresi l'allestimento di spazi museali e le iniziative di promozione turistico-ricreativa, sia a bordo che nelle stazioni, le amministrazioni di cui al comma 2 procedono alla previa pubblicazione nel proprio sito internet, per almeno trenta giorni, di un apposito avviso, con il quale rendono nota la ricerca di soggetti gestori, ovvero comunicano l'avvenuto ricevimento di una candidatura, indicando sinteticamente il contenuto del contratto proposto. Trascorso il periodo di pubblicazione dell'avviso, l'amministrazione puo' procedere liberamente all'affidamento e alla definizione del conseguente contratto, purche' nel rispetto dei principi di imparzialita' e di parita' di trattamento fra gli operatori che abbiano manifestato interesse, fermo restando il rispetto dell'articolo 80 del codice di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.
2. I soggetti che intendono manifestare il proprio interesse ovvero candidarsi alla gestione dei servizi di trasporto turistico e delle attivita' commerciali connesse ne fanno domanda:
a) al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per le tratte di competenza del gestore dell'infrastruttura ferroviaria nazionale;
b) alle regioni interessate per le ferrovie regionali.
3. Nella domanda il richiedente indica le tratte ferroviarie interessate, la tipologia dei rotabili che intende utilizzare, la frequenza delle corse, l'impresa ferroviaria che esercitera' il servizio di trasporto, di cui al capo II del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112, nonche' le tipologie di attivita' di promozione turistico-ricreativa che intende esercitare. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti o la regione, acquisiti i pareri del Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo e delle regioni interessate, ciascuno per i profili di propria competenza, puo' formulare un diniego motivato alla presentazione della candidatura o della manifestazione di interesse entro sessanta giorni dalla ricezione, qualora il soggetto, invitato a fornire i necessari chiarimenti e integrazioni, non risulti idoneo alla gestione dei servizi. Nel caso di domanda indirizzata alle regioni, queste ultime acquisiscono anche il parere del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per i profili attinenti alla competenza sulle tratte interconnesse alla rete nazionale ai fini della valutazione degli effetti sul sistema ferroviario nazionale. I pareri del Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo e delle regioni relativamente alle attivita' commerciali connesse, ivi compresi l'allestimento di spazi museali e le iniziative di promozione turistico-ricreativa, sia a bordo che nelle stazioni, sono vincolanti.
4. Alle procedure di affidamento di cui al presente articolo si applicano, ove ne ricorrano i presupposti, le disposizioni del citato codice di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.
5. Resta salva la facolta' delle amministrazioni di cui al comma 2 di procedere ad affidamenti diretti per le attivita' connesse al servizio di trasporto turistico in favore delle associazioni di promozione sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 383, degli enti di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, delle organizzazioni non governative di cui alla legge 11 agosto 2014, n. 125, e delle cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381.
6. Le procedure di cui al presente articolo sono esperite esclusivamente per via telematica.
Art. 6 - Condizioni di sicurezza della circolazione
1. Sulle tratte ferroviarie ad uso turistico possono circolare i rotabili ordinari e i rotabili storici e turistici iscritti nella sezione di cui al comma 3 dell'articolo 3.
2. Al fine di garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria sulle tratte di cui all'articolo 2, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie determina, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i livelli di sicurezza che, in relazione alle caratteristiche della tratta ferroviaria, dei rotabili e del servizio di trasporto, devono essere garantiti, indicando un elenco di possibili misure compensative o mitigative del rischio. Il gestore dell'infrastruttura di cui all'articolo 4 definisce, con specifiche istruzioni tecniche e operative, le misure compensative o mitigative del rischio da adottare, individuandole nell'ambito di quelle indicate dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie ovvero prevedendone altre equivalenti in relazione ai livelli di sicurezza. Il gestore dell'infrastruttura trasmette per via telematica le istruzioni tecniche e operative all'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, che, entro trenta giorni, puo' richiedere modifiche o integrazioni, sulla base di una puntuale analisi che evidenzi l'inadeguatezza delle stesse rispetto ai livelli di sicurezza da garantire. In assenza di richieste di modifiche o integrazioni, trascorso il termine di cui al periodo precedente, le istruzioni tecniche e operative stabilite dal gestore dell'infrastruttura sono adottate dal soggetto che ha in gestione i servizi di trasporto turistico ai sensi dell'articolo 5.
Art. 7 - Circolazione dei rotabili storici e turistici sull'infrastruttura ferroviaria nazionale
1. Al fine di svolgere il servizio di trasporto sulle tratte ferroviarie ad uso turistico, i rotabili iscritti nella sezione di cui al comma 3 dell'articolo 3 possono circolare anche su tratti dell'infrastruttura ferroviaria nazionale e regionale, previa disponibilita' della relativa traccia oraria.
2. L'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie stabilisce le misure di sicurezza che devono essere adottate per la circolazione dei rotabili storici e turistici sull'infrastruttura ferroviaria nazionale e regionale, determinando misure per la circolazione equivalenti in termini di sicurezza complessiva a quelle prescritte per la circolazione dei rotabili ad uso commerciale e che comunque devono garantire la piena operativita' dei rotabili storici unitamente a condizioni di marcia che rendano sostenibile e attrattiva l'offerta commerciale derivante dai viaggi turistici.
Art. 8 - Convenzioni con associazioni e organizzazioni di volontariato
1. I soggetti che hanno in gestione i servizi di trasporto turistico e le attivita' commerciali connesse di cui all'articolo 5 possono avvalersi, tramite apposite convenzioni, della collaborazione di associazioni e organizzazioni di volontariato che abbiano specifica esperienza e competenza nei settori ferroviario, turistico, culturale e ambientale. Le convenzioni possono prevedere la partecipazione delle associazioni e organizzazioni a percorsi formativi organizzati dai soggetti di cui all'articolo 5.
Art. 9 - Attivita' di promozione e valorizzazione del territorio
1. I gestori dei servizi e delle attivita' di cui all'articolo 5 assicurano l'integrazione delle iniziative turistico-ricreative connesse ai servizi con le attivita' di promozione e valorizzazione del territorio svolte dagli enti locali interessati.
Art. 10 - Ferrocicli
1. La circolazione dei veicoli a pedalata naturale o assistita in possesso dei requisiti tecnici definiti dalle norme UNI puo' essere consentita sulle linee ferroviarie dismesse o sospese, con modalita' definite dal proprietario o dal gestore dell'infrastruttura, evitando comunque ogni forma di promiscuita' con la circolazione dei treni.
Art. 11 - Clausola di invarianza finanziaria
1. Le amministrazioni pubbliche interessate provvedono all'attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi' 9 agosto 2017
MATTARELLA
Gentiloni Silveri, Presidente del Consiglio dei ministri
Visto, il Guardasigilli: Orlando
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ANSF - Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie
Livelli di sicurezza delle ferrovie turistiche e relative misure compensative o mitigative del rischio (articolo 6, comma 2, della legge 9 agosto 2017, n° 128).
Allegati: 1 (Requisiti di sicurezza prioritari per le tratte ferroviarie ad uso turistico e relative misure compensative o mitigative del rischio).
Le tratte ferroviarie ad uso turistico sono quelle che saranno individuate e classificate come tali, tra le tratte dismesse o sospese, nei Decreti del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti da emanarsi ai sensi dell’articolo 2, commi 1 e 2, della legge 9 agosto 2017, n° 128, e nelle successive eventuali revisioni e integrazioni dei decreti stessi.
I soggetti proprietari o concessionari, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della medesima legge 9 agosto 2017, n° 128, sono responsabili del mantenimento in esercizio nonché della manutenzione, della funzionalità e della sicurezza delle tratte di cui sopra e ne sono pertanto i Gestori dell’infrastruttura.
Ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della citata legge 9 agosto 2017, n° 128, il servizio di trasporto su tali tratte può essere effettuato esclusivamente da Imprese ferroviarie di cui al capo II del decreto legislativo 15 luglio 2015, n° 112.
In attuazione dell’articolo 6, comma 2, della medesima legge 9 agosto 2017, n° 128, e visto il primo comma dell'articolo 8 del Decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n° 753 ("Nell’esercizio delle ferrovie si devono adottare le misure e le cautele suggerite dalla tecnica e dalla pratica, atte ad evitare sinistri."), sulle tratte ferroviarie ad uso turistico devono essere garantiti gli stessi livelli di sicurezza delle linee in servizio commerciale, tenuto conto dell'intensità del traffico che vi si effettua e dei limiti di velocità imposti su di esse, nonché della tipologia di servizio svolto e dei veicoli utilizzati.
A tal fine ogni Gestore dell’infrastruttura deve verificare la conformità di ciascuna tratta ferroviaria ad uso turistico di propria competenza alle norme e agli standard in vigore sulle linee in esercizio di caratteristiche tecnico-costruttive assimilabili.
Fermo restando quanto indicato al paragrafo precedente, ogni Gestore dell'infrastruttura dovrà verificare prioritariamente la conformità di ciascuna tratta ferroviaria ad uso turistico ai requisiti riportati nella colonna di sinistra della tabella di cui all'Allegato alla presente nota.
In caso di esito negativo della verifica di cui sopra ciascun Gestore dell'infrastruttura, tramite le istruzioni tecniche ed operative di cui al citato articolo 6, comma 2, della legge 9 agosto 2017, n° 128, potrà adottare le possibili misure compensative o mitigative del rischio riportate nella colonna di destra della tabella di cui all'Allegato alla presente nota a fianco di ciascun requisito o in alternativa dovrà adottare altre misure almeno altrettanto efficaci.
Ciascun Gestore dell'infrastruttura dovrà inoltre adottare, sempre tramite le istruzioni tecniche ed operative di cui al citato articolo 6, comma 2, della legge 9 agosto 2017, n° 128, gli eventuali ulteriori adeguamenti e misure immediate che risultassero necessari sulla base delle analisi e verifiche che avrà svolto sotto la propria responsabilità.
Si fa infine presente che, ai sensi dell’articolo 2, comma 4, lettera c bis del decreto legislativo 10 agosto 2007, n° 162, le tratte ferroviarie ad uso turistico non rientrano nel campo di applicazione del decreto legislativo 10 agosto 2007, n° 162 medesimo e pertanto su tali tratte questa Agenzia ha esclusivamente i compiti e le responsabilità esplicitamente indicati nella legge 9 agosto 2017, n° 128.
Il Direttore
Ing. Amedeo Gargiulo
ALLEGATO
Requisiti di sicurezza prioritari per le tratte ferroviarie ad uso turistico e relative possibili misure compensative o mitigative del rischio
(omissis)
4. Passaggi a livello - Requisiti di sicurezza prioritari
I passaggi a livello devono essere muniti di dispositivi automatici che, al passaggio del treno, inibiscano il transito lato strada (barriere, semibarriere, segnali luminosi e acustici, ecc.).
Misure compensative o mitigative del rischio
I PL sprovvisti dei dispositivi automatici di cui alla colonna a lato devono essere presenziati a terra da personale opportunamente istruito che provveda a chiudere il PL lato strada ed impegnati dai treni solo dopo che il macchinista si sia arrestato prima del ciglio della strada e abbia verificato l'avvenuta chiusura manuale dell’attraversamento.
5. Passaggi a livello in consegna agli utenti - Requisiti di sicurezza prioritari
I passaggi a livello in consegna agli utenti devono essere attrezzati con dispositivi tecnologici di apertura a richiesta che garantiscano l'assenza di circolazione ferroviaria durante l'attraversamento dei PL medesimi da parte degli utenti.
Misure compensative o mitigative del rischio
- Ridurre la velocità massima delle tratte ove sono presenti tali PL in relazione ad esempio alle specifiche situazioni di visibilità e di tempi di attraversamento;
- Imporre comunque una velocità massima non superiore a 50 km/h;
- adottare il regime di apertura a richiesta di tutti i PL in consegna agli utenti tramite comunicazioni registrate tra il regolatore della circolazione e l'utente del passaggio a livello.
6. Dispositivo di controllo della vigilanza dell'agente di condotta - Requisiti di sicurezza prioritari
Ciascuna cabina di guida deve essere munita di dispositivo di controllo della vigilanza dell'agente di condotta e la condotta dei treni deve avvenire con tale dispositivo attivo
Misure compensative o mitigative del rischio
Se non viene controllata la vigilanza dell’agente di condotta il treno potrà proseguire, purché sia presente in cabina di guida un altro agente con l'obbligo di sorvegliare sulla vigilanza dell'agente di condotta ed intervenire arrestando ed immobilizzando il treno nel caso di mancata vigilanza dell'agente di condotta.
(omissis)
Da: ANSF del 15/1/2018, nota del 22/12/2017
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Per opportuna conoscenza, si riporta anche la
LEGGE REGIONALE 03 dicembre 2012, n. 38 Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica (B.U. 13 dicembre 2012, n. 118 )
La pubblicazione del testo non ha carattere di ufficialita'
Sommario
Art. 1 (Finalità)
Art. 2 (Obiettivi strategici)
Art. 3 (Programmazione regionale)
Art. 4 (Pianificazione provinciale e comunale)
Art. 5 (Intese e accordi)
Art. 6 (Tipologie degli interventi)
Art. 7 (Soggetti attuatori)
Art. 8 (Disposizioni particolari per i Comuni)
Art. 9 (Gestione e manutenzione)
Art. 10 (Finanziamenti)
Art. 11 (Norma finanziaria)
Art. 1 (Finalità)
1. La Regione, nell’ambito delle politiche per la mobilità sostenibile, persegue obiettivi di intermodalità, di migliore fruizione del territorio, di sviluppo infrastrutturale, con valenza anche in ambito sanitario, ambientale, sociale, turistico e sportivo e di garanzia dello sviluppo in sicurezza dell’uso della bicicletta sia in ambito urbano che extraurbano, attraverso la creazione di una rete ciclabile regionale, delle relative infrastrutture, la realizzazione ed il completamento di percorsi ciclabili e ciclopedonali, la realizzazione degli interventi finalizzati alla coesistenza dell’utenza motorizzata e non motorizzata attraverso politiche di moderazione del traffico.
2. Gli obiettivi di cui al comma 1 sono definiti con gli strumenti della programmazione regionale, in conformità alla legge 19 ottobre 1998, n. 366 (Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica).
Art. 2 (Obiettivi strategici)
1. Obiettivi strategici per la ciclomobilità extraurbana sono:
a) la creazione di circuiti connessi alla mobilità collettiva, prioritariamente nelle zone A di cui alla
zonizzazione regionale della qualità dell’aria definita, ai sensi del d.lgs. 4 agosto 1999, n. 351, con
deliberazione consiliare n. 52 dell’8 maggio 2007;
b) la creazione di una rete interconnessa, protetta e dedicata, di itinerari ciclabili e ciclopedonali attraverso località di valore ambientale, paesaggistico, culturale e turistico anche con la creazione di una rete di punti di ristoro;
c) la creazione negli ambienti rurale e montano, costiero, delle aree protette e dei parchi, e in quelli di rilievo paesistico ambientale, turistico e storico di percorsi dedicati e strutture di supporto;
d) la creazione di una rete di ciclostazioni.
2. Obiettivi strategici per la ciclomobilità urbana sono:
a) l’incremento della rete ciclabile esistente, privilegiandone il completamento su tutto il territorio urbano e la messa in rete;
b) la sua messa in sicurezza, anche attraverso specifica segnalazione;
c) la connessione con il sistema della mobilità collettiva.
Art. 3 (Programmazione regionale)
1. Il Piano regionale infrastrutture, trasporto merci e logistica, integrato con il Piano regionale del T.P.L., in conformità agli obiettivi strategici della ciclomobilità extraurbana, individua il sistema ciclabile di scala regionale in relazione al tessuto ed alla morfologia territoriale, allo sviluppo urbanistico, al sistema naturale con particolare riferimento ai fiumi, ai laghi, ai parchi nazionali e regionali e ai grandi poli attrattori. Il sistema ciclabile di scala regionale è individuato quale elemento di connessione ed integrazione dei sistemi ciclabili provinciali e comunali.
2. Gli strumenti di pianificazione regionale di cui al comma 1 definiscono, favorendo altresì il recupero
conservativo, l’utilizzo per la riconversione in percorsi ciclabili e ciclopedonali dei seguenti manufatti:
a) l’area di sedime delle tratte ferroviarie dismesse o in disuso;
b) l’area di sedime delle tratte stradali, ivi comprese quelle militari, dismesse o in disuso;
c) gli argini e le alzaie dei fiumi, dei torrenti, dei canali e dei laghi, se utilizzabili, e i tracciati degli acquedotti dismessi, ove compatibili;
d) i ponti dismessi e gli altri manufatti stradali.
3. Nelle fasi di formazione del Piano regionale infrastrutture, trasporto merci e logistica e del Piano regionale del T.P.L. e di eventuali aggiornamenti, per quanto attiene alla mobilità ciclistica sono sentite le associazioni che promuovono in modo specifico l’utilizzo della bicicletta, le Province e i Comuni.
Art. 4 (Pianificazione provinciale e comunale)
1. Le Province redigono piani provinciali per la mobilità ciclistica, di seguito denominati piani provinciali, in coerenza con la pianificazione regionale e con i provvedimenti attuativi in materia di reti ciclabili. I piani provinciali definiscono gli interventi a livello sovracomunale.
2. I Comuni redigono piani comunali per la mobilità ciclistica, di seguito denominati piani comunali. I piani comunali definiscono gli interventi a livello comunale.
3. I piani provinciali e i piani comunali individuano la rete ciclabile e ciclopedonale quale elemento integrante della rete di livello regionale e provinciale prevedendo la connessione dei grandi attrattori di traffico, in particolare i centri scolastici e universitari, gli uffici pubblici, i centri commerciali, le aree industriali, il sistema della mobilità pubblica con particolare riferimento ai poli di interscambio modale, ai poli sanitari ed ospedalieri, alle aree verdi ricreative e sportive e, in generale, agli elementi di interesse sociale, storico, culturale e turistico di fruizione pubblica.
Art. 5 (Intese e accordi)
1. Nell’ambito delle riconversioni delle tratte ferroviarie dismesse, in attuazione degli strumenti di
pianificazione regionale di cui all’articolo 3, comma 1, la Regione promuove, mediante intese con i proprietari e gestori delle reti ferroviarie, il recupero e la conservazione delle stazioni e dei caselli ferroviari insistenti sulla tratta che, mediante specifico adeguamento funzionale, possono essere destinati a strutture ricettive e di assistenza o punti di ristoro specializzati per l’ospitalità dei cicloturisti.
2. La Regione promuove accordi con i gestori del trasporto pubblico locale allo scopo di attuare il trasporto combinato di passeggeri e cicli sui mezzi ferroviari e sui mezzi di trasporto pubblico locale.
3. La Regione promuove, d’intesa con Province e Comuni, e sentite le associazioni di categoria ed il sistema scolastico, attività di informazione e formazione tese alla diffusione dell’uso della bicicletta, considerando gli aspetti inerenti alla sicurezza stradale, al benessere fisico ed al miglioramento degli stili di vita.
4. La Regione mantiene un sistema di informazione e consultazione, tramite accesso internet, dell’offerta ciclabile con i tracciati dei percorsi, i punti di scambio intermodale ed i punti di assistenza e di ristoro. Il sistema è costantemente aggiornato in collaborazione con Province e Comuni.
Art. 6 (Tipologie degli interventi)
1. Gli interventi per la mobilità ciclistica, nel rispetto delle caratteristiche tecniche fissate dal decreto
ministeriale 30 novembre 1999, n. 557 (Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili) sono finalizzati alla progettazione, realizzazione e promozione di:
a) reti urbane o extraurbane di itinerari e piste ciclabili e ciclopedonali e di ciclovie;
b) itinerari ciclabili turistici e infrastrutture connesse;
c) poli di interscambio modale;
d) interventi di miglioramento della sicurezza e fruibilità ciclabile delle reti stradali ordinarie;
e) strutture e centri di servizio per la ciclabilità.
2. Gli interventi per la mobilità ciclistica possono comprendere:
a) realizzazione di sottopassi e sovrappassi ciclabili e ciclopedonali;
b) dotazioni infrastrutturali utili alla sicurezza del traffico ciclistico;
c) costruzione e dotazione di parcheggi attrezzati, liberi o custoditi, e di centri di noleggio riservati alle biciclette, prioritariamente in corrispondenza dei centri intermodali di trasporto pubblico, d’intesa con le società di gestione e presso strutture pubbliche;
d) messa in opera di segnaletica, verticale e orizzontale, specializzata per il traffico ciclistico, nonché di segnaletica integrativa dedicata agli itinerari ciclabili;
e) predisposizione di strutture mobili e di infrastrutture atte a realizzare l’intermodalità fra biciclette e mezzi di trasporto pubblico;
f) intese con i soggetti esercenti i servizi ferroviari e i gestori delle infrastrutture ferroviarie al fine di
promuovere l’intermodalità tra la bicicletta e il treno, in particolare per la realizzazione di parcheggi per
biciclette nelle aree di pertinenza delle stazioni ferroviarie e la promozione del trasporto della bicicletta al seguito;
g) intese con le aziende di trasporto pubblico per l’integrazione con l’uso della bicicletta, nonché per la
predisposizione di strutture per il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici;
h) realizzazione di servizi di biciclette a noleggio;
i) predisposizione di un sistema di sicurezza e prevenzione al furto attraverso l’identificazione del mezzo ciclabile con targa antieffrazione;
j) attivazione presso gli enti preposti al turismo di servizi di informazione per cicloturisti;
k) redazione, pubblicazione e divulgazione di cartografia specializzata anche di tipo elettronico;
l) ogni ulteriore intervento finalizzato allo sviluppo ed alla sicurezza del traffico ciclistico, anche attraverso la creazione di punti di manutenzione della bicicletta.
3. Nel quadro delle indicazioni dei piani regionali, provinciali e comunali, di cui agli articoli 3 e 4, una quota della superficie dei posti auto previsti, adeguatamente attrezzata, deve essere riservata al parcheggio di biciclette.
Art. 7 (Soggetti attuatori)
1.Province e Comuni realizzano gli interventi previsti dai piani provinciali e comunali e adottano ogni
iniziativa utile per promuovere, anche con la collaborazione di soggetti privati, gli interventi previsti dalla
presente legge, mediante adeguate forme di concertazione, ivi inclusi gli accordi di programma.
2. La Regione, le Province e i Comuni adottano misure idonee ad incrementare l’uso della bicicletta da parte dei propri dipendenti.
Art. 8 (Disposizioni particolari per i Comuni)
1. I Comuni sedi di stazioni ferroviarie o poli di interscambio modale provvedono, all’interno o in prossimità delle suddette infrastrutture, alla realizzazione di ciclostazioni, ovvero di adeguati impianti per il deposito custodito di biciclette, con eventuale annesso servizio di noleggio e manutenzione biciclette.
2. Per la realizzazione delle ciclostazioni di cui al comma 1, i Comuni possono stipulare convenzioni con le aziende che gestiscono le stazioni ferroviarie, metropolitane od automobilistiche.
Art. 9 (Gestione e manutenzione)
1. La manutenzione dei tracciati e dei percorsi ciclabili realizzati in attuazione dei piani provinciali e comunali, in coerenza con la pianificazione regionale, e la manutenzione dei percorsi e dei tracciati preesistenti sono a carico degli enti proprietari nel cui territorio insiste il percorso. Gli accordi di programma che definiscono tracciati e percorsi che insistono sul territorio di più Comuni devono prevedere anche la ripartizione dei costi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria.
2. La Regione può concedere contributi per la manutenzione sia ordinaria che straordinaria delle strade agli enti che prevedono, nella loro pianificazione territoriale, infrastrutture ciclabili.
Art. 10 (Finanziamenti)
1. La Regione determina annualmente, sulla base delle disponibilità di bilancio, i programmi attuativi di
intervento e di finanziamento in favore dei Comuni dotati di piani comunali per la mobilità ciclistica.
2. Il finanziamento della Regione è subordinato alla compartecipazione degli enti attuatori.
3. La Regione concede finanziamenti agli enti e soggetti proprietari delle strade che provvedono, ai sensi dell’ articolo 14 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purché realizzati in conformità alla pianificazione regionale e comunale, salvo comprovati problemi di sicurezza.
4. Sono finanziabili solo gli interventi relativi a strade classificate ai sensi delle lettere C, D, E ed F del
comma 2 dell’articolo 2 del decreto legislativo 285/1992, previsti nei piani regionali, provinciali e comunali.
5. Una quota parte non inferiore al 10 per cento del finanziamento relativo alle spese di investimento previste per le funzioni obiettivo relative alla modernizzazione delle infrastrutture, all’efficienza del sistema regionale dei trasporti, è finalizzata agli interventi di modernizzazione delle infrastrutture, previsti dalla presente legge.
Art. 11 (Norma finanziaria)
1. Per gli interventi previsti dalla presente legge, l’entità della spesa è stabilita a decorrere dall’anno 2013 con legge finanziaria nel rispetto degli equilibri di bilancio.
2. Le somme occorrenti per il pagamento delle spese indicate al comma 1, a decorrere dall’anno 2013, sono iscritte nell’UPB 42704 a carico del capitolo che la Giunta regionale istituisce, ai fini della gestione, nello stato di previsione della spesa del Programma operativo annuale (POA).
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Per un opportuno confronto, si inserisce l'intervento di FVM al convegno “Verso gli Stati Generali della Mobilità Nuova" tenutosi a Pesaro il 16/9/2017
L'ASSOCIAZIONE FVM E LA FERROVIA METAURENSE FANO-URBINO
LA PIRAMIDE DELLE IDEE
Step 1 - 500.000 euro Attività turistica stagionale fattibile alcuni mesi
LIVELLO 1;lavori messa in sicurezza ponti e galleria per transito ferrocicli. Acquisto ferrocicli. Attività ipotizzata su circa 15 km di tracciato.
Step 2 - 35 Milioni di euro**Costi comulativi Attività turistica; 3 - 5000 passeggeri/anno Fattibilità: 1 - 2 anni
LIVELLO 2: livello 1 + rifacimento armamento, lavori tunnel e ponti legati al transito treni; interventi leggeri alle stazioni, sistemazione canalizzazioni e scoli acque. No eliminazione PL, assenza impianti tecnologici. Utilizzo esclusivo di treni con materiale storico.
Step 3 - 87 milioni di Euro* *Costi cumulativi Attività di TPL da 3-6000 utenti/giorno Fattibilità: 3 - 5 anni
LIVELLO 3: livello 2 + Sistema tecnologico moderno, riduzione dei PL a soli 21 da 55 attuali, aggiornamento e ristrutturazione fabbricati di stazione e marciapiedi, sistemi d'avanguardia di informazione al pubblico, riduzione drastica dei tempi di percorrenza; aumento della velocità commerciale fino a 130 km/h in alcuni punti, lievi varianti di tracciato.
Step 4 - 120 milioni di Euro* *Costi cumulativi Attività di TPL avanzato 5-8000 utenti/giorno Fattibilità: > 5 anni
LIVELLO 4: livello 3 + elettrificazione, creazione di nuove fermate Parcheggi scambiatori.
PRINCIPI BASE: Reversibilità delle decisioni, compatibilità con la legge delle ferrovie turistiche, compatibilità con la normativa ferroviaria.
Da: www.ferroviafvm.it
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Dopo l'approvazione della legge che riconosce alla bici stessa dignità degli altri mezzi di trasporto
Tosi: “Ciclopedonale manna per la valle del Metauro”
Lo scorso 21 dicembre in Senato è stata approvata definitivamente la legge che riconosce alla bicicletta la stessa dignità finora riservata ad altri mezzi di trasporto. E’ una vera rivoluzione culturale. C’è voluto un grosso lavoro in Parlamento ma alla fine le buone ragioni hanno convinto tutti ad approvare all’unanimità le “disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”, a cui ha dato un contributo decisivo la Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB).
Ogni anno ci saranno quindi fondi per l’attuazione della legge a cui dovranno provvedere anche Regioni e Comuni. Finanziamenti sono previsti per ciclovie sia locali sia di lunga percorrenza tra le quali l’Adriatica (prevista dalla rete nazionale “Bicitalia” inglobata nella legge) di cui già esistono alcuni tratti; nella nostra provincia c’è la Fano-Pesaro; di fatto è una ciclovia (da rendere più sicura) quella del S. Bartolo tra Gabicce e Pesaro; altri tratti sono in progettazione sia nella nostra regione (Fano-Marotta-Senigallia) che in altre; per esempio in Abruzzo sta nascendo sul sedime di una ferrovia dismessa la ciclabile della “Costa dei Trabocchi”; un ponte ciclopedonale sul Tronto collegherà lo stesso Abruzzo con le Marche; in Romagna sono ciclabili i lungomare delle città costiere; in sostanza, in un futuro non lontano, dal Friuli alla Puglia una lunghissima pista ciclabile potrà alleggerire il traffico locale in quella che oramai è un’unica conurbazione costiera e potrà attirare il flusso cicloturistico sia verso sud che verso ovest, nell'entroterra, sfruttando tra l’altro “strade arginali di fiumi”, “tratturi, viabilità dismessa o declassata”, “sedimi di strade ferrate dismesse o in disuso”, “strade di servizio”, ecc. Una penetrazione da favorire con strutture e servizi di grande qualità, come richiedono turisti molto esigenti che ora dispongono anche di bici elettriche che aprono al turismo nuove mete; un’opportunità imperdibile per i territori collinari per attrarre chi si muove anche in bassa stagione ed è ben disposto a spendere per godere del patrimonio naturale e culturale del nostro paese; e nella valle del Metauro ci sono tutte le condizioni per realizzare presto e a costi ragionevoli una pista ciclopedonale, tra l’altro dotabile di sottoservizi, utile per cittadini e imprese.
Per chiedere allo Stato il finanziamento della ciclovia Adriatica i rappresentanti di Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia si sono già incontrati a Rimini a novembre e poi in Abruzzo nell’ambito di un’operazione nella quale proprio le Marche potrebbero fare da capofila. Migliorerà anche l’integrazione della bici con il treno (bicistazioni e spazi riservati nei vagoni) e con gli autobus, grazie a portabiciclette esterni “a sbalzo” che probabilmente saranno montati sui nuovi autobus di Tpl della nostra provincia; un servizio facilmente attivabile (non in ogni fermata ma solo nei capolinea) per rendere più appetibile la rete di trasporto collettivo e favorire la mobilità individuale.
E’ quindi lecito sperare che, grazie a nuove leggi e maggiore sensibilità ambientale, sia finalmente invertita la tendenza per decenni impostata su una incontrollata motorizzazione di massa. Enrico Tosi
Da: Flaminia e dintorni Gennaio – Febbraio 2018 n. 33
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Treno, binari morti da 31 anni Ma le speranze si riaccendono
FANO-URBINO, PROGETTI DI RECUPERO A UNA SVOLTA
Urbino - L’ULTIMO TRENO da Fano per Urbino si è visto 31 anni fa: l’associazione Ferrovia Valle Metauro ricorda questo triste anniversario ma anche che ora può iniziare un percorso virtuoso di recupero della tratta a fini turistici grazie all’impegno della Regione, dato che in questi giorni scadono i termini per la richiesta di esclusione della Fano-Urbino dall’elenco.
«IL 31 GENNAIO 1987, triste giorno di 31 anni fa, l’ultimo treno partì da Fano alle 19,04 e si diresse per l’ultima volta ad Urbino dove giunse alle 20,11 in perfetto orario. Nessun treno viaggiatori è più transitato nella Valle del Metauro da oltre tre decenni. Mentre la Regione Marche ideava e realizzava l’elettrificazione dell’Ascoli- Porto d’Ascoli (utenza aumentata del 30%) e dedicava ai pendolari marchigiani nuovi treni, 8 Jazz e 8 Swing (diesel) per circolare sulla Civitanova Marche-Macerata-Fabriano, nel nostro territorio si è attuato con mirabile accanimento il tentativo di sopprimere una volta per tutte la ferrovia Fano- Urbino con la dismissione ministeriale - ricorda l’associazione -. Attualmente sono definiti anche alcuni investimenti che consentiranno di soddisfare sempre meglio le esigenze di mobilità regionale: il raddoppio della linea Orte-Falconara e l’elettrificazione della Civitanova-Macerata-Albacina. Per la ferrovia Fano-Urbino è saggiamente intervenuto il Parlamento che, inserendola nell’elenco delle Ferrovie Turistiche con la Legge 128/2017, ha gettato un’imperdibile ancora di salvezza per il riscatto del territorio metaurense. Ci vorrà altro tempo, ma la ferrovia turistica, come sosteniamo incessantemente da sempre, costituisce il primo vero passo per avere in futuro un vero, efficiente trasporto pubblico su ferro».
PROPRIO in questi giorni, come previsto dalla Legge, scadono i termini per cui la Regione Marche potrebbe richiedere l’esclusione della ferrovia Fano-Urbino dall’elenco delle ferrovie turistiche e «si presume che non verrà richiesto. Il consigliere regionale Biancani, a cui va dato il merito di aver bloccato la vendita di un tratto di ferrovia alla radice di Fano insieme al presidente Ceriscioli, ha assicurato in più occasioni l’interesse della Regione per il recupero della tratta. Adesso è veramente l’ora di dare corpo a queste affermazioni - continua Fvm - la legge prevede che venga assicurato il finanziamento degli oneri per il ripristino del tratto ferroviario ed il relativo mantenimento. Poiché si ipotizza una prima fase di utilizzo della linea mediante i “ferrocicli”, previsti dal provvedimento di legge e già certificati UNI-ANSF, il finanziamento per la pulizia e la messa in sicurezza del sedime è veramente ben poca cosa. Dopo 31 anni di indifferenza e di errori, si può iniziare un percorso virtuoso che offra, finalmente, la possibilità di progredire con l’aiuto di un progetto già collaudato e ricco di potenzialità e di sviluppi in ogni comparto della vita economica locale, come è già accaduto nelle altre province marchigiane». l.o.
Da: Il Resto del Carlino del 31/1/2018
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Seminario al MIT sulle ferrovie turistiche: il resoconto
Il 14 febbraio scorso si è tenuto a Roma, presso il Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti un Seminario di confronto sui provvedimenti attuativi della Legge 128/2017 per la istituzione delle Ferrovie Turistiche. Il Seminario è stato promosso da Alleanza per la Mobilità Dolce (AMoDo) e Federazione Italiana Ferrovie Turistiche e Museali (FIFTM).
Anna Donati, portavoce dell’Alleanza per la Mobilità Dolce, ha assunto il ruolo di coordinatrice del seminario ed ha avviato i lavori presentando gli intervenuti.
Donati ha evidenziato come sia necessario dare il massimo impulso da parte di tutti i soggetti coinvolti per l’attuazione della Legge 128/2017 e che in questo momento vi sono difficoltà su diversi piani che destano preoccupazione e che debbono essere risolti ed affrontati per poter realmente fare crescere le ferrovie ed i treni turistici in Italia. Ha quindi ricordato che scopo del seminario è proprio questo: mettere intorno ad un tavolo tutti i soggetti, affrontare le questioni complesse e dare impulso per la piena attuazione della Legge.
Ha quindi riepilogato in dieci punti programmatici le azioni che, secondo AMoDo e FIFTM, occorre intraprendere e realizzare per attuare la Legge 128/2017. Eccoli:
1. adottare i decreti attuativi MIT previsti dalla Legge 128/2017 per le linee turistiche;
2. inserire le linee turistiche nel Contratto di programma di RFI e degli investimenti delle Regioni;
3. valutare se vi siano altre linee ferroviarie locali che meritano di essere inserite nell’elenco delle ferrovie turistiche;
4. fondamentale risolvere le regole d’esercizio per le ferrovie turistiche;
5. individuazione delle risorse stabili per il finanziamento dei treni turistici all’interno dei Contratti di Servizio delle Regioni;
6. Promuovere i treni turistici anche sulle linee ordinarie;
7. il ferrociclo, pedalare sui binari: sperimentazione da fare;
8. i soggetti da individuare per la gestione dei servizi turistici e commerciale legati alle ferrovie turistiche;
9. proposta di costituzione di un tavolo tecnico al MIT con tutti i soggetti coinvolti per l’attuazione della Legge;
10. creazione di un comitato tecnico scientifico, promosso dal MIT, dei trasporti ferroviari storico-turistici.
Nel seguito si riportano i vari interventi che si sono susseguiti, preceduti dalla indicazione del relatore
Enrico Pujia (Direttore Generale MIT per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie)
Nel primo intervento, Enrico Pujia (Direttore Generale MIT per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie) ha reso noto che nell’ambito del MIT è stato individuato il personale che costituisce il gruppo di lavoro che sarà il referente per la attuazione della L. 128/2017. In relazione alle notevoli problematiche derivanti dall’avvio del nuovo settore delle ferrovie turistiche, tale gruppo appare già esiguo e quindi risulta indispensabile che già a livello locale, nelle singole realtà territoriali in cui ricadono le tratte di interesse, vi siano soggetti in grado di individuare e superare le criticità, avviando in modo concreto le procedure per la istituzione di ferrovie turistiche e ricorrendo al referente del MIT solo per la risoluzione di criticità di livello non locale.
Sotto questo punto di vista, Pujia ha evidenziato che già il primo adempimento richiesto alle Regioni a dicembre con apposita nota ha avuto un solo riscontro, dalla Regione Calabria, adeguatamente assistita dalla Associazione Ferrovie in Calabria. Le altre regioni non hanno dato risposta e quindi si rende evidente come occorra una spinta dal territorio per sensibilizzare gli Enti locali.
Pujia evidenzia che il reperimento di fondi per il recupero di tratte dismesse all’interno del Contratto di programma è oggetto di approfondimento con RFI, dato che si tratta di attingere a somme destinate al trasporto pubblico. Per questi fini dovrebbe essere possibile fare riferimento a fondi EU per le ferrovie turistiche.
Pujia ha rilevato che la L. 128/2017 ha importanti ed innovativi risvolti culturali in quanto si basa anche sulla valorizzazione delle emergenze del territorio in cui ricade la ferrovia turistica. Sotto questo punto di vista, si potrebbe porre il dilemma se prima ancora di investire sul recupero di una tratta sia opportuno sviluppare le strutture turistiche di contorno.
Il Direttore ha dato disponibilità alla istituzione del tavolo tecnico indicato al punto 9 nel programma di azione prima riportato, purchè abbia connotati operativi. Con questa iniziativa si potrebbero superare i problemi di esiguità del gruppo del MIT che ha funzione di referente per le ferrovie turistiche.
Anna Donati ha confermato la massima disponibilità da parte di AMoDo e FIFTM a partecipare al tavolo tecnico da parte di FIFTM ed AMODO per mettere al servizio le competenze e le esperienze delle associazioni accumulate negli anni di impegno per lo sviluppo delle ferrovie turistiche.
Amedeo Gargiulo (Direttore dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie)
Ha ricordato la eccezionalità della L. 128/2017 che, per il percorso parlamentare particolarmente favorevole che può vantare, non dovrebbe porre problemi di continuità nella sua attuazione. Ha comunicato che ANSF ha ottemperato alla scadenza di 120 giorni imposta dalla legge inviando alle aziende ferroviarie di competenza una nota con cui sono stati fissati i livelli di sicurezza delle ferrovie turistiche e le corrispondenti misure compensative e mitigative del rischio. (clicca qui per consultare la nota ANSF prot. 0014104 del 22/12/2017)
Ha ammesso che vi è stata qualche reazione molto preoccupata, citando in particolare la Sardegna (vedi articolo su Sicilia in Treno - n.d.r.) e ciò ha portato ad una mediazione con successivi chiarimenti e semplificazioni, adottate ad inizio febbraio.
A parere di Gargiulo, la coesistenza nell’elenco dell’articolo 2 della legge di tratte in condizioni tra loro molto differenti per stato di conservazione (si va da tratte dismesse da 30 anni, a volte private anche solo parzialmente del binario, a tratte sospese all’esercizio da tempo relativamente breve e quindi tuttora dotate di attrezzaggio moderno), comporta difficoltà nella adozione di un regolamento unico valido per tutte le tratte turistiche. Pertanto ANSF si dichiara disponibile ad affrontare i vari casi singolarmente per determinare, di volta in volta, i requisiti di sicurezza e le modalità per conseguirli.
Ritornando al caso della Sardegna, è evidente che ARST – Trasporti Regionali della Sardegna, gestendo da molti anni il Trenino Verde, ha dimostrato, conviene Gargiulo, di avere tutte le capacità per garantire i necessari livelli di sicurezza sui suoi treni turistici. Peraltro le linee a s.r. sarde, essendo isolate dalla rete ferroviaria nazionale, non hanno l’obbligo di uniformarsi alle direttive europee.
Per le tratte turistiche che non appartengono alla rete nazionale (RFI) la competenza sulle ferrovie turistiche è dell’Ufficio Speciale Trasporti Impianti Fissi (USTIF), che però nel 2019 uscirà da questo campo.
Secondo la legge 128, nelle ferrovie turistiche occorre garantire livelli di sicurezza equivalenti a quelli delle linee normali in esercizio commerciale. Questo significa che si può semplificare ma che deve valere sempre il rigore nella scelta delle misure ed accorgimenti da adottare. Un esempio illustrato da Gargiulo: se lungo una tratta vi è ha un solo punto in cui può verificarsi un incrocio, ANSF potrebbe richiedere di attrezzare solo quel punto. Altri aspetti che dovranno essere affrontati per le ferrovie turistiche sono i seguenti:
- la formazione del personale di condotta dovrà essere anche superiore a quella normalmente somministrata in quanto, sulle linee attrezzate, grazie ai sistemi ridondanti, se si commette un errore, questo viene corretto in tempo reale mentre sulle ferrovie turistiche, non munite di tale controllo, bisogna stare più attenti.
- questione P.L.: ANSF è rigida su questo punto. Le persone, già di per se indisciplinate, non si aspettano il passaggio di un treno su una linea turistica che vede un traffico scarsissimo. Scarsa attenzione, quindi l’Agenzia esclude e non accetta l’uso delle sole croci di S. Andrea, anche se previste dalle normative. è già disponibile a parlare di segnalmento acustico/luminoso, meglio se accompagnato da sbarre (anche azionate manualmente). Ok anche a semplice presenziamento.
- ferrociclo: a breve uscirà la norma di esercizio.
Luigi Cantamessa (Direttore Fondazione FS Italiane)
Nel suo intervento Luigi Cantamessa, Direttore di Fondazione FS Italiane, ha evidenziato per prima cosa il fenomeno, inaspettato ma quanto mai reale, costuito dalla attività con treni storici. Ha inoltre evidenziato che, a partire dal 2003, anno nel quale ha iniziato ad interessarsi dei rotabili storici del Gruppo FS, non si è verificato alcun incidente.
Importante affermazione del Direttore Cantamessa ha riguardato l’intendimento di Fondazione FS di sospendere a partire dal prossimo aprile i viaggi dei treni storici per le sopravvenute condizioni, in seguito alla nota di ANSF giudicata peggiorativa.
Cantamessa ha quindi colto la disponibilità di ANSF a emanare norme specifiche per l’esercizio con treni storici sull’infrastruttura nazionale, insistendo però sulla urgenza di procedere in tal senso ovvero di concedere proroghe. In caso contrario ribadisce la volontà di fermare l’attività di Fondazione ad aprile. Conferma inoltre che già attualmente si va avanti in virtù di continue deroghe.
Con riferimento all’esempio di possibile semplificazione proposto da Gargiulo (un solo incrocio su una ferrovia turistica) Cantamessa ritiene che sarebbe possibile recuperare i regolamenti di esercizio che già esistono ma che sono stati sostituiti dai più recenti. Esempio: su una ferrovia turistica si può certamente fare esercizio con blocco telefonico e Dirigente Unico. Si tratta di un sistema efficiente, con uno storico secolare che testimonia la sua validità e adeguatezza per quanto riguarda i livelli di sicurezza da garantire. Si ricorda in proposito che l’incidente pugliese è figlio dell’eccessivo traffico pendolare, che richiede sistemi di controllo di maggiore efficacia rispetto al blocco telefonico, che però va benissimo se si hanno su una linea 2-3 passaggi di convogli al giorno. (vedi articolo su Sicilia in Treno)
La considerazione del Direttore di Fondazione FS è che la richiesta di tecnologia per il settore dei treni storici appare eccessiva in quanto, oltre a sottrarre risorse per la ristrutturarazione di più linee e stazioni, con perdita di patrimonio pubblico, il passato servizio commerciale ne testimonia, come nel caso del blocco telefonico, la validità. Cantamessa chiede quindi ai rotabili storici non sia richiesto ciò che è obbligatorio per il restante parco rotabile in servizio commerciale.
Infine, anche il Direttore di FFS dà il suo consenso alla attivazione del tavolo tecnico proposto, ribadendo l’auspicio di avviarlo al più presto.
Paola Firmi, Direttore Tecnico RFI
Il Direttore di RFI mostra quattro diapositive (vedi galleria fotografica - n.d.r.). Nella prima figurano 16 linee ferroviarie ad uso turistico di competenza di RFI (L.128/2017), suddivise in quattro gruppi:
Primo gruppo:
1. Sacile – Gemona
Si tratta di linea sospesa all’esercizio commerciale per la quale si sta valutando il ritorno dell’esercizio commerciale.
Secondo gruppo:
2. Palazzolo sull’Oglio – Paratico Sarnico
3. Asciano – Monte Antico
4. Sulmona – Carpinone
5. Agrigento Bassa – Porto Empedocle
6. Ceva – Ormea
7. Avellino – Rocchetta S. Antonio
8. Romagnano Sesia – Varallo Sesia
9. Benevento – Pietrelcina (Bosco Redole)
Il secondo gruppo è costituito da 8 linee sospese all’esercizio commerciale (RFI ha inserito le nn. 8 e 9 non previste nell’elenco della L. 128/2017 – n.d.r.). In queste linee Fondazione FS ha già effettuato treni turistici, con rotabili storici.
10. Termoli – Campobasso
11. Capranica – Orte
Il terzo gruppo è costituito da 2 linee sospese all’esercizio commerciale (RFI ha inserito la n. 10 non prevista nell’elenco della L. 128/2017 – n.d.r.) sulle quali non è possibile al momento effettuare alcun treno turistico.
12. Alcantara – Randazzo
13. Castelvetrano – Porto Palo di Menfi
14. Noto – Pachino
15. Civitavecchia – Capranica
16. Fano - Urbino
L’ultimo gruppo è costituito da 5 linee dismesse (D.M. emessi tra il 2004 ed il 2011 – n.d.r.).
Per ciascuna delle prime 11 linee ferroviarie, che risultano sospese all’esercizio commerciale, una seconda diapositiva mostra la previsione di RFI per quanto riguarda il sistema di esercizio che si intende attuare e di conseguenza l’attrezzaggio da prevedere. Escludendo le tratte per cui è previsto l’esercizio a spola, che non richiede alcun attrezzaggio, in altre linee (esercizio con DCO Dirigente Centrale Operativo, DU Dirigente Unico, DL Dirigente Locale o norme particolari) è prevista l’adozione del BCA blocco conta-assi e/o il SSC sistema di supporto alla condotta.
La terza diapositiva riepiloga, per le stesse 11 linee, il numero di treni storici effettuati nel 2016 e nel 2017. Il totale nei due anni è rispettivamente di 264 e 413.
Nell’ultima diapositiva sono riepilogate le attività che RFI intende svolgere ed i costi preventivati la riattivazione delle linee.
RFI individuerà per ciascuna linea specifiche istruzioni tecniche e operative sulla base dei principi normativi stabiliti da ANSF. Vengono esposti alcuni elementi base: 2 treni al giorno, velocità massima 50 km/h, presenziamento dei PL sprovvisti di barriere automatiche, incroci fissi in linea non modificabili.
Per quanto riguarda i costi, l’importo totale indicato ammonta a € 324 milioni, dei quali 69 milioni disponibili (55 da Contratto di Programma 2017-2021), 80 milioni richiesti per il 2018 e 175 milioni da reperire entro il 2021.
Si evidenzia che dalle diapositive risulta che RFI ha inserito ulteriori 3 tratte rispetto a quelle indicate nella L. 128/2017.
Firmi sottolinea che tra le tratte sospese che saranno riutilizzate per treni turistici molte sono già attrezzate. Il nodo dei livelli di sicurezza richiesti da ANSF va comunque risolto e per questo occorre distinguere tra treni storici su linee in esercizio commerciale e su ferrovie turistiche chiuse all’esercizio ordinario, per tenere nel giusto conto tutte le differenze in termini di sicurezza. Pertanto appare difficile trovare una soluzione unica, una norma di applicazione generale, mentre è opportuno esaminare con ANSF il singolo caso, linea per linea. Anche Firmi ritiene indispensabile accelerare i tempi per queste fasi e convocare il tavolo tecnico al più presto in modo da evitare il fermo dei treni di Fondazione FS.
Infine Firmi afferma la necessità di uno strumento per decidere una priorità di azione sulle linee turistiche, ad esempio tra traffico ipotizzato e contorno su cui insistono i tracciati.
Donati fa rilevare a Firmi la anomalia costituita dall’inserimento delle 3 nuove linee, procedura che invece la L. 128/2017 affida alle sole Regioni. Inoltre, sottolinea che 324 milioni di euro non sono sufficienti, specie se si considerano le linee dismesse da decenni e il loro stato di abbandono. Infine, riconosce le priorità in termini di dirottamento di somme nella programmazione anno per anno, ma ribadisce che bisogna muoversi già da subito (insieme alle Regioni) per tutte le linee in elenco in modo da trovare le risorse; la pianificazione infatti richiede anni e se non si portano avanti tutte le linee c’è il rischio di perderne definitivamente alcune.
Firmi precisa quindi, in risposta a Donati, che la norma, secondo RFI, consente l’inserimento anche su proposta diretta al MIT da parte del proprietario e gestore di una rete e che, comunque, le Regioni interessate sono d’accordo.
Inoltre, nell’ambito della cifra totale prima esposta RFI ha programmato 230 milioni di euro proprio per le linee dismesse, tenendo conto appunto dello stato di abbandono. Le altre tratte, già aperte o comunque in semplice sospensione di esercizio necessitano di interventi limitati, con spese di ordine di grandezza limitato. In ogni caso, si sta parlando delle linee di RFI contenute nell’elenco, che non sono tutte le 18 linee.
Alberto Sgarbi, Presidente FIFTM
Sgarbi ripercorre la storia della legge, evidenziando come l’iter, inizialmente molto sofferto e lento, abbia trovato in Fondazione FS il soggetto che ha dato la svolta decisiva, in grado di coinvolgere l’interesse dei ministeri competenti e ottenere una accelerazione sui tempi del completamento dell’iter approvativo, e per quanto riguarda lo sviluppo del testo originario, sino alla sua formulazione definitiva, molto articolata.
Evidenzia come già adesso in Italia esiste ed operi, nel comparto delle attività con treni storici e turistici, un gran numero di associazioni che, pur facendo parte del settore del volontariato, dimostrano elevate caratteristiche di professionalità e consapevolezza.
Tale affermazione è molto rilevante nell’ambito della discussione in corso, perché la possibilità che tra le competenze da mobilitare e da valorizzare per avviare lo sviluppo delle ferrovie turistiche anche in Italia più che una possibilità è in effetti una necessità.
Questo va messo quindi in relazione al vero punto critico che si deve sciogliere: l’aspetto normativo.
Se da una parte occorre tenere nel debito conto la “indisciplina” generalizzata che dimostriamo noi italiani, e quello dei PL è un buon esempio, con i conseguenti inevitabili e penalizzanti costi, non possiamo accettare che le norme, quindi la premessa indispensabile per regolare il settore, mettano in crisi lo stesso settore sino ad impedirne lo sviluppo o addirittura la stessa nascita.
Un esempio proposto da Sgarbi riguarda il ferrociclo, relativamente alle condizioni richieste affinché una linea possa essere recuperata soltanto per questo tipo di esercizio. In atto, in Francia, dove tali attività sono già molto diffuse, la norma consente di dichiarare l’adeguatezza del binario a condizione che vi sia una traversa buona su quattro e tale condizione è stata proposta nel corso delle interlocuzioni ai fini della definizione di analoghe norme in Italia: la controproposta formulata è stata di avere almeno una traversa buona su due. In questo modo, a parere di Sgarbi, ci si taglia le gambe da soli.
Va dunque creato un quadro normativo che sia al tempo stesso il più organico possibile e realistico, commisurando le restrizioni normative alle esigenze effettive, tenendo conto delle caratteristiche che distinguo le ferrrovie turistiche dalle ferrovie commerciali.
Che si sia in presenza di una occasione enorme di sviluppo dei territori dove si può creare con la ferrovia turistica occupazione e quindi economia, non vi è dubbio. Si pensi ad esempio che nella sola Olanda nel 2017 si è arrivati ad un totale di 700.000 viaggiatori su ferrovie turistiche. Lo spazio di crescita è dunque enorme.
Carlo Poledrini, Direttore Centrale ARST Trasporti Regionali della Sardegna, in rappresentanza di Chicco Porcu, membro del Consiglio Direttivo di ASSTRA Associazione Trasporti
ASSTRA è interessata al tema delle ferrovie turistiche in quanto tra le 140 aziende di trasporto pubblico associate vi sono 23 aziende ferroviarie.
Sia ASSTRA che ARST credono nelle ferrovie turistiche e organizzeranno il secondo convegno ASSTRA sul tema in Sardegna, sperando che nel frattempo il fermo della attività dei treni storici sull’isola conseguente alla nota ANSF del dicembre 2017 sia risolto e superato.
Poledrini ricorda la inadempienza delle Regio, che avrebbero dovuto confermare quali linee di loro competenza intendono destinare a uso turistico. Evidentemente, questo pronunciamento non è arrivato perchè comporta l’impegno di prenderle in carico, con i conseguenti costi ai quali non si è in grado di fare fronte.
L’esempio della Sardegna in questo senso rende evidente il problema: vi sono oltre 400km di linee solo a servizio turistico e questo vuol dire costi altissimi. Si capisce perchè la Regione Sardegna non si sia espressa.
In ogni caso, Poledrini esprime fiducia nel superamento, in collaborazione con ANSF e MIT, dei problemi recentemente posti. ARST infatti ribadisce la “intoccabiità” del Trenino Verde, condivisa con le comunità locali toccate dalle linee ferroviarie turistiche, molto sensibili all’argomento avendo direttamente sperimentato le benefiche ricadute che esse hanno portato in territori depressi. (vedi articolo in proposito)
Sgarbi, con riferimento all’intervento di Poledrini, evidenzia un ulteriore aspetto caratteristico delle ferrovie turistiche, con riferimento ancora una volta alle realtà consolidate che si ritrovano all’estero. Esse in genere hanno lunghezza dell’ordine di 30 km al più e quindi suggeriscono che sia possibile ottenere grandi numeri in termini di viaggiatori su piccole tratte.
In Italia al momento abbiamo linee turistiche molto lunghe, va dunque affrontato anche il problema di come poter fare esercizio in modo concettualmente diverso; occorrono strumenti ad hoc data questa particolarità. Lo sviluppo delle linee turistiche in Sardegna o la cosiddetta Transiberiana italiana pongono questo problema, da risolvere nel futuro tavolo tecnico.
Mauro Moretti, Presidente Fondazione FS Italiane
Preliminarmente, Moretti rileva come aver passato le linee regionali alle competenze delle Regioni abbia prodotto sin troppe chiusure, giustificate peraltro da assenza di traffico commerciale. Ad esempio, la Transiberiana già adesso, con i pochi treni turistici realizzati, movimenta un numero di passeggeri paragonabile a quello che si vedeva in passato in un anno con molti più treni in servizio commerciale.
Il parere del Presidente di FFSI è che sia impensabile che le regioni prendano ora in carico linee che erano in passivo prima e che sono state chiuse per questo motivo. Occorre quindi ripensare il nuovo comparto a partire da una distinzione netta tra treni turistici su linee aperte all’esercizio commerciale e ferrovie turistiche.
La riapertura di una linea dismessa andrebbe valutata, come prima opzione, per l’esercizio commerciale, a causa dei costi di ricostruzione. Occorre effettuare una selezione, fissando le priorità nell’ambito dell’elenco delle linee della L.128/2017, per concentrare le risorse effettivamente disponibile su poche cose. Questo è il modo fi operare di Fondazione FS.
Il tavolo tecnico dovrà impegnarsi a definire i livelli minimi di autofinanziamento per una linea turistica, ad esempio simulando un livello di esercizio con i relativi costi e ricavi, in modo da potere effettuare una selezione e individuare le priorità, sia a livello nazionale che su scala regionale, per potere concentrare e utilizzare al meglio i fondi disponibili.
Moretti afferma che Fondazione FS adotta il criterio di autofinanziare la propria attività e che ANSF a buo diritto deve praticare rigidità in tema di sicurezza della ferrovia, soprattutto quando si deve affrontare il caso del traffico misto commerciale-turistico.
Il parere di Moretti è che difficilmente tutte le linee elencate all’articolo 2 della L. 128/2017 potranno avere un futuro come ferrovie turistiche, perché non deve accadere che una ferrovia turistica, una volta costituita, si possa trasformare in una infrastruttura che richieda finanziamenti pubblici.
Infine, anche Moretti afferma che il tavolo tecnico deve attivarsi da subito, essere da subito operativo e indicare le priorità, con la partecipazione anche del MIBACT, che ha dato un contributo fondamentale ed è un interlocutore autorevole.
Sgarbi, con riferimento all’intervento di Moretti, riprende il tema della rilevamza del movimento di associazioni di volontari, formati e qualificati, come strumento principale per conseguire un significativo e indispensabile abbattimento dei costi complessivi delle ferrovie turistiche. Questo di fatto è ciò che avviene in Europa ed è essenziale per la vita delle ferrovie turistiche, anche se non è sempre possibile fare a meno di una quota sussidiata con denaro pubblico.
Nelle ferrovie turistiche europee vi sono 4.000 dipendenti stipendiati con ulteriori 26.000 volontari impegnati. Questi ultimi costituiscono quindi il grosso della forza lavoro che permette a una ferrovia turistica di sopravvivere. Senza loro, nemmeno in EU si potrebbe avere la realtà attuale.
Il Presidente FIFTM evidenzia come il ferrociclo potrà essere un validissimo strumento per salvaguardare comunque una ferrovia in quanto tale (con il suo “ferro”) in attesa di successivi sviluppi, e sottolinea come all’estero vi siano ferrovie turistiche che vivono grazie al solo servizio di ferrociclo, che quindi può già essere considerato un sistema di esercizio autosufficiente e bastevole per il mantenimento di una linea ferrata.
Gianfranco Damiani, Relatore Norma UNI sul Ferrociclo
Damiani espone gli aspetti che caratterizzano la norma UNI 11685:2017 “Ferrociclo - Requisiti tecnici e costruttivi" che definisce le caratteristici dei mezzi che potranno circolare sulle ferrovie turistiche. Ha inoltre illustrato alcuni adempimenti che occorrerà porre in essere quali, ad esempio, la omologazione e certificazione del ferrociclo e la istituzione di un registro dei ferrocicli omologati, la definizione di una procedura informatica per la immissione dei dati tecnici dei mezzi. FIFTM si è dichiarata disponibile a coprire questo servizio nell’immediato.
Nel caso che il ferrociclo sia utilizzato nell’ambito di un esercizio promiscuo, con presenza di treno sulla linea, occorrerà garantirne con appositivi dispositivi a bordo identificazione univoca e tracciabilità, per gestire l’esercizio in totale sicurezza.
Ilaria Maggiorotti, Responsabile asset funzionali RFI
Maggiorotti, con riferimento alle procedure per classificare una linea al rango di “turistica”, rivolge la sua attenzione innanzitutto alle linee dismesse, citando l’Atlante pubblicato da RFI come base di una analisi volta a valutare il valore territoriale di tali linee.
Il tavolo tecnico, secondo la responsabile RFI, dovrebbe decidere cosa fare delle linee dismesse valutando in particolare quelle che difficilmente verranno ripristinate, che indica:
- Fano – Urbino: è già oggetto di progetti di conversione in pista ciclabile;
- Civitavecchia – Capranica: non è più armata e quindi il suo recupero comporta costi altissimi;
- Sicilia: c’è un progetto nazionale di piste ciclabili che prevede il periplo dell’isola*. Esso comprende anche la tratta Castelvetrano - Porto Palo di Menfi, che è in cattive condizioni e il tracciato è stato già parzialmente riconvertito a uso ciclabile**; si tratta di una linea a scartamento ridotto e quindi comporta l’onere per Fondazione FS di doversi dotare di mezzi ad hoc.
(*in atto è programmato, nell’ambito della più vasta “Ciclovia della Magna Grecia”, il percorso siciliano da Messina sino a Pozzallo, passando da Catania, Siracusa e Pachino; eventuali ulteriori estensioni sono state soltanto prese in considerazione come possibili e comunque richiedono anche realizzazioni al di fuori di ex sedime ferroviario - n.d.r.)
(**soltanto il tratto finale di due chilometri circa, peraltro non raggiungibile se non dalla stessa pista ciclabile – n.d.r.)..
La tratta Noto – Pachino è anche essa compresa nel periplo e su essa esistono già progetti o proposte di riconversione in pista ciclabile.
Maggiori possibilità di ripristino ha la tratta Alcantara - Randazzo perché non compresa nel periplo dell’isola.
Infine, Maggiorotti sottolinea l’importanza del recupero dei fabbricati, per la funzione che possono avere nell’ambito della mobilità dolce.
Davide Sannazzaro, portavoce di Francesco Balocco, Assessore Trasporti e Infrastrutture. Regione Piemonte
In Piemonte vi è un grande patrimonio di linee chiuse, ben 13. Oltre la Ceva – Ormea, che figura nella L. 128/2017, indica la Asti – Alba e la Savigliano – Saluzzo come future possibili tratte turistiche. La prospettiva è che la L. 128/2017 consenta una continuità, e quindi un programmazione, per quanto riguarda i viaggi in treno storico, anche con l’utilizzo anche del materiale rotabile in dotazione al Museo Ferroviario Piemontese, cui partecipa direttamente anche la Regione Piemonte, che ha impegnato somme significative. La attuale attività, discontinua, ha permesso il mantenimento dell’infrastruttura ma non può essere la regola per una vera valorizzazione e per portare quindi stabilmente beneficio al territorio.
Una soluzione che la Regione Piemonte sta valutando per questi obiettivi consiste nell’affidare la gestione delle attività ferroviarie alle società che gestiscono i servizi di autolinee, inserendole nei contratti di servizio con queste aziende e coinvolgendo anche le associazioni di volontariato a cui va certamente attribuito un ruolo.
Giuseppe Lo Feudo, Direttore Ferrovie della Calabria
Espone due dati di fatto: la ferrovia a Camigliatello è il maggiore attrattore turistico del Parco Nazionale della Sila; la presenza della ferrovia è stato il parametro fondamentale per inserire il parco della Sila tra i candidati italiani ad entrare nella lista del patrimonio mondiale UNESCO per il 2019. (vedi articolo in proposito)
Il Direttore ha quindi annunciato che il “Treno della Sila” tornerà a S. Giovanni in Fiore e tutto ciò sarà inserito in un progetto più ampio e generale che comprenderà la riqualificazione dei fabbricati un tempo a servizio della ferrovia riconvertendoli alla ricezione turistica realizzando così l’albergo diffuso. Sarà la Regione Calabria a finanziare questo intervento.
Vi è un problema di efficientemente dei rotabili e dell’infrastruttura da affrontare per sfruttarli al meglio.
Lo Feudo ha quindi evidenziato il ruolo dell’Associazione Ferrovie in Calabria, che costituisce un aiuto indispensabile, affermando che il volontariato va organizzato come attività di corredo all’esercizio ferroviario vero e proprio, che va lasciato alla compagnia ferroviaria.
La linea silana attualmente in esercizio ha un solo PL vero e proprio, quindi per ora non vi è alcun problema per questo aspetto. Il problema si porrà concretamente aprendo la linea verso S. Giovanni in Fiore e il Direttore sottolinea come per una vaporiera, in salita, sia un problema fermarsi a ogni interferenza con la viabilità e poi ripartire. Concorda con ANSF per decidere caso per caso, linea per linea, quali misure di sicurezza adottare.
Infine conferma l’interesse di FdC verso il ferrociclo, annunciando che il mezzo sarà testato sulle linee Taurensi.
Portavoce di Rosetta D’Amelio, Presidente Consiglio Regionale Campania
La Regione Campania individua nelle ferrovie turistiche un volano per le aree depresse e ha stanziato 20 milioni di euro la linea Rocchetta-Avellino che è stata inaugurata fino a Monte Mariano.
Occorre superare la mancanza di continuità del servizio: si fanno treni solo in occasione di manifestazioni e festività sul territorio. Considerando che questo tipo di offerta funziona, essa va strutturata con adeguata programmazione e continuità.
La Regione Campania ha stanziato per la Benevento - Pietralcina 20 milioni di euro per turismo religioso. Si sta verificando la possibilità di un bando per ristrutturare le stazioni e i fabbricati.
Diego De Lorenzis, componente IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati
Ribadisce che la unanimità con cui la Legge 128 è stata approvata in aula alla Camera fornisce garanzia di continuità del lavoro svolto anche dopo le prossime elezioni politiche.
Ritiene che una rappresentanza politica all’interno del seminario sia fondamentale, per alcuni atti di indirizzo che devono essere adottati. Ad esempio, va effetuata una programmazione degli interventi non solo per quel che concerne le norme immediate ma anche in funzione di sviluppi più a lungo termine; inoltre, è necessaria la unificazione dei sistemi di promozione territoriale facendo riferimento più che ad una regia regionale o locale a una di livello nazionale.
Enrico Pujia, Direttore Generale MIT per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie
In conclusione dei lavori, Pujia impegna il MIT a convocare a breve il tavolo tecnico, ma non si fanno date.
http://www.siciliaintreno.org/index.php/legge-128-2017-ferrovie-turistiche/422-seminario-al-mit-sulle-ferrovie-turistiche-il-resoconto e http://mobilitadolce.net/seminario-sullattuazione-della-legge-sulle-ferrovie-turistiche-disponibili-le-presentazioni/
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Ciaroni (Leu): “Vogliamo una sanità diffusa sul territorio, Fano-Urbino da riprogettare”
La candidata di Liberi e uguali Daniela Ciaronidi STEFANO GALEOTTI
(Omissis)
Ma il problema principale è l’isolamento.
Il collegamento con altre zone produttive dell’Italia è fondamentale per non essere tagliati fuori dalle grandi vie di comunicazione delle merci e delle persone. Bisogna completare subito la Fano-Grosseto: è indispensabile per lo sviluppo economico dell’entroterra.
Qual è la vostra posizione sulla ferrovia Fano-Urbino?
Deve essere realizzata mantenendo particolare attenzione all’ambiente e diminuendo allo stesso tempo gli altri tipi di trasporto su strada. E va riprogettata in base allo sviluppo del territorio attuale: i punti produttivi e abitativi della vallata sono diversi da quelli che c’erano 50 anni fa.
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La coppia che lotta contro il Capitale, Giuseppina Severi e Giuseppe Cucchiarini candidati di Potere al Popolo
URBINO – Sono sposati da quattro anni e sono candidati insieme per Potere al Popolo nel collegio di Pesaro e Urbino: lui, Giuseppe Cucchiarini, classe 1967, al Senato, lei,Giuseppina Severi, classe 1960, alla Camera. Insieme da 12 anni, hanno deciso di unirsi in matrimonio con rito civile. “Ho avuto problemi di salute e quando mi trovavo in ospedale. A lui, in qualità di mio compagno, non era neanche concesso sapere come stavo”. Conducono insieme la loro battaglia del partito nato a sinistra del Pd e di Liberi e uguali, contro gli interessi personali e contro il Capitale. Tra i loro punti in programma il rilancio della ferrovia e la sanità provinciale, dopo la centralizzazione e la chiusura dei presidi dell’entroterra che “svantaggia tutti”.
(Omissis)
Si discute sul ripristino della ferrovia Fano-Urbino, qual è la vostra posizione al riguardo?
Cucchiarini: “Sarebbe un bel sogno: investire nel trasporto pubblico su rotaia è meglio che investire su quello su gomma. Se poi si riuscisse a portare alcune sedi universitarie nel percorso dell’ex ferrovia sarebbe fantastico, così la ferrovia porterebbe anche cultura e lavoro”.
Severi: “In questo territorio, il trasporto su gomma ha causato anche disagi: a causa del traffico, a volte ci si impiega più di un’ora per arrivare da Pesaro perché i mezzi sono tutti convogliati sulla strada e questo comporta solo più smog”.
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«Rilanceremo la ferrovia Fano-Urbino»
Angelo Bonelli di Insieme ha presentato la lista di Socialisti, Verdi e Area civica
E’ STATO presentato ieri pomeriggio all’hotel Raffaello in Urbino il programma del gruppo Insieme (Partito socialista, Verdi e Area civica) che ha come candidato al Senato nel collegio uninominale di Pesaro e Urbino Angelo Bonelli. Oltre al coordinatore nazionale dei Verdi erano presenti le due candidate alla Camera: il sindaco di Borgo Pace Romina Pierantoni e Federica Antonelli, Gianluca Carrabs e Alberto Franci. «Insieme è un'operazione politicamente importante che si richiama all’Ulivo - spiega Angelo Bonelli. Pochi giorni fa Romano Prodi ha dichiarato che sosterrà e voterà la lista Insieme e da Urbino vogliamo rilanciare alcune proposte essendo una città importante; una delle prime che vorremmo portare in Parlamento è ripristinare la via ferrovia Fano-Urbino e terminare la Fano-Grosseto senza dimenticare la Green economy. I collegamenti, nel rispetto dell'ambiente, sono fondamentali per rilanciare l'economia di un territorio». NECESSARIO il biologico che può interagire con un altro patrimonio cittadino, l’Università. «Rilanciare il distretto del biologico facendo in modo che l'università di Urbino abbia un dipartimento per lo studio e la lotta dei cambiamenti climatici».
Romina Pierantoni è la candidata del territorio. «Molto spesso si dice che non ci sono candidati del territorio, mi è stata data questa possibilità, inaspettatamente, e penso sia un’occasione per tutto il territorio conoscendo le problematiche della zona e della gente che ci abita. Sono sindaco da 9 anni e lavoro al centro per l’impiego, conosco i problemi del mondo del lavoro quindi dei giovani e delle aziende. Bisogna mettere in pratica politiche lungimiranti con sovvenzioni per le piccole e medie imprese e la viabilità, e al primo punto c’è la Fano-Grosseto».
PRIMA esperienza per Federica Antonelli, 43enne urbinate e volto della società ovile: «Prima esperienza politica, sono un'operatrice socio-sanitaria e penso che la politica serva per aiutare gli altri. Metto a disposizione la mia professionalità di assistenza ai più bisognosi e agli anziani per i quali servono politiche adeguate».
DOMANI alle 18 a Collegio Raffaello in Urbino si terrà un evento nazionale della lista Insieme e per questo Bonelli lancia un invito agli elettori: «Il voto alla lista Insieme può essere un punto di riferimento per chi a sinistra tra gli elettori del centrosinistra vuole fermare la destra estrema xenofoba. Francesco Pierucci
Da: Il Resto del Carlino del 23/2/2018
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RIPRISTINARE ANTICA FERROVIA FANO URBINO.
Il nostro impegno come lista Insieme e quello mio di candidato al Senato uninominale sarà quello di riattivare le antiche e storiche ferrovie oggi abbandonate. Queste strade ferrate abbandonate possono essere utili per ripristinare collegamenti in favore della popolazione residente e non, ma anche per rilanciare il turismo.
E’ il caso dell’antica ferrovia Urbino/Fano chiusa nel 1987. Urbino città d’arte e cultura , città di Raffaello, sede di una prestigiosa università e dai luoghi e dai paesaggi incantevoli non ha un collegamento ferroviario. Ripristinare la ferrovia significherebbe rilanciare il turismo, l’economia,il lavoro e rendere più agevole e meno inquinanti i trasferimenti da Urbino verso Fano e viceversa. Faremo in modo che i fondi stanziati dalla legge 128/2017 siano utilizzati rapidamente per questo importante progetto.
Angelo Bonelli
Facebook 2/3/2018
Turismo, abitanti e Fano-Urbino. La visione del sindaco Gambini: “Mi ricandido, c’è ancora bisogno di me”
di ELISABETTA BARBADORO
URBINO – È alla guida della città del 2014. Un passato nei Democratici di sinistra, ma adesso ha votato e vota Silvio Berlusconi. E racconta di quella volta che, insieme ad altri sindaci, fu ospite ad Arcore: “Stare quattro ore a tavola con il Cavaliere è stato un privilegio, ha una capacità e una conoscenza che hanno in pochi”. Martedì 27 febbraio, nelle ore in cui la neve a Urbino stava superando il mezzo metro, il sindaco Maurizio Gambini è stato due ore nella sede dell’Ifg per rispondere alle domande della redazione del Ducato. Domande che lo hanno portato a fare un bilancio della sua amministrazione, confessare qualche rammarico e rivendicare le cose che ritiene ben fatte. E, soprattutto, immaginare il futuro di Urbino di cui si vede sindaco per un secondo mandato, fino al 2024. Su Facebook, a questo indirizzo , il video integrale dell’intervista. Qui una sintesi dei temi principali che sono stati affrontati.
“Mi ricandido”
“Vorrei finire il lavoro iniziato in questi anni, un lavoro che non riguarda solo la città ma tutto il territorio: con la mia amministrazione c’è stato un nuovo dialogo coi Comuni vicini, dalla costa all’entroterra. Quando mi sono insediato ho trovato una situazione critica su viabilità, illuminazione pubblica e servizi al cittadino. Ci sono aree che ancora non sono servite dall’acquedotto pubblico e con questa molte altre opere pubbliche da completare a partire da quest’anno. Ad appoggiarmi, alla prossima tornata elettorale, saranno gli stessi che sono con me nella maggioranza, hanno confermato piena adesione anche le liste della mia coalizione che non hanno eletto consiglieri alle scorse votazioni. Noi comunque siamo aperti a tutti coloro che ritengono che in questi anni abbiamo lavorato bene. Poi, se ci sarà qualcuno in grado di amministrare meglio la città… io ho tante altre cose da fare”.
(Omissis)
Il ritorno del treno
“Il fatto che la città non sia toccata dal treno limita il turismo: se fossimo collegati anche con la ferrovia si potrebbero fare molte attività in più di promozione. Oltre alla tratta turistica, si può pensare anche a una metropolitana di superficie, non è detto che non siano realizzabili entrambe anche se i fondi stanziati dalla legge riguardano solo il treno turistico. Rimettere in funzione il binario non favorirebbe solo noi, anche Fano trarrebbe un beneficio perché diventerebbe una stazione di intersezione. A chi dice che non ci sono soldi per quest’opera rispondo che le risorse sono già state stanziate e si trovano nel bilancio di Ferrovie dello Stato, con Riccardo Nencini (viceministro dei trasporti, Ndr) ci siamo confrontati in modo approfondito su questo tema”.
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«Quei binari sono un luogo del cuore»
Con il Fai sulle orme della Fano-Urbino
Storia a valore ambientale di un percorso straordinario. Poi i palazzi Malatestiano e Bambini
L’EVENTO
FANO. Occhi puntati sulla ferrovia Fano - Urbino, domani e domenica per le visite programmate dal Fai in occasione delle giornate di primavera, un sito tutto speciale quest’anno scelto come "luogo del cuore” sia per la sua storia che per il suo valore ambientale, non senza auspicarne una riattivazione “compatibile” che valorizzerebbe ulteriormente tutte le bellezze storico - artistiche della valle del Metauro. Accanto a questo, nel fine settimana si potranno visitare: il palazzo malatestiano, l’area archeologica sottostante palazzo Bambini e il muso etnico Bagnaresi e la raccolta d'arte moderna della Fondazione Carifano.
IL programma
Il programma è stato esposto da Anna Siccoli, insieme a Rossella Tecchi che ha curato in particolare la preparazione degli studenti che fungeranno da Ciceroni. Quest’anno alla iniziativa, oltre ai ragazzi della Padalino e del liceo d’arte Apolloni, hanno aderito anche gli studenti della Gandiglio. La visita alla ferrovia propone tre punti focali: la stazione di Fermignano, le Marmitte dei Giganti e il casello dell’Antonia, recentemente restaurato con il rispetto delle caratteristiche dello stabile originario; di notevole interesse anche i viadotti e i paesaggi attraversati. La linea metaurense è lunga 48,7 chilometri; è stata disattivata nel 1987 e dismessa definitivamente nel 2011; fonde due distinti tracciati storici, costituiti dalla tratta terminale Fermignano - Urbino inaugurata nel 1898 e dal tratto vallivo Fano - Fermignano realizzato nel 1915 -1916.
(Omissis)
Massimo Foghetti
Da: Corriere Adriatico del 23/3/2018
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Otto milioni per le ciclovie
Biancani annuncia fondi per i tracciati nelle vallate del Foglia e del Metauro
LA MOBILITÀ
PESARO Otto milioni di euro per le ciclovie del Foglia e del Metauro. «Dal riparto del Fondo di sviluppo e coesione 2014/2020 del Cipe - spiega il consigliere regionale Andrea Biancani - al nostro territorio provinciale arriveranno 3,5 milioni di euro per la ciclobike nella vallata del Foglia, che, uniti ai già previsti 2 milioni, consentirà di investire 5 milioni e mezzo di euro in un itinerario ciclo-pedonale in grado di collegare la costa, dove si trova la bicipolitana, all’entroterra». I centri toccati dalla ciclovia saranno definiti nella fase progettuale, ma secondo Andrea Biancani, compatibilmente con i costi, «si potrebbe ipotizzare un prolungamento del percorso, coinvolgendo almeno i comuni di Vallefoglia, Montecalvo in Foglia, Tavullia, Urbino, Auditore e Sassocorvaro».
Per la ciclovia turistica del Metauro, la delibera del Cipe assegna fondi per 4,5 milioni di euro. «E’ un’opportunità molto importante perché abbiamo sempre sostenuto che avremmo portato avanti la riattivazione della ferrovia Fano-Urbino a fini turistici. Obiettivo finale - conclude Biancani - è quello di realizzare un circuito viario dedicato alla mobilità dolce, che parte dalla vallata del Foglia, raggiunge Pesaro e Fano, risale la vallata del Metauro fino a Urbino.
Da: Corriere Adriatico del 9/4/2018
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LA PIOGGIA DEI FONDI CIPE
Otto milioni per le ciclabili di Foglia e Metauro
In totale 32 milioni per la provincia. Soldi anche per il dragaggio del porto di Fano
COSA MANCA ANCORA
IL NULLA OSTA DELLA CORTE DEI CONTI E LA DEFINIZIONE, DOPO I PROGETTI,
DEI CENTRI TOCCATI DALLA CICLOVIA
PIOGGIA DI SOLDI, ben 32 milioni in totale, per la nostra provincia. La grande fetta è destinata alla ciclovia del Foglia e del Metauro, poi un milione al porto di Fano. Iniziamo dalle prime. Un circuito viario dedicato alla mobilità dolce, che parte dalla vallata del Foglia, raggiunge Pesaro e Fano, risale la vallata del Metauro fino a Urbino. Sarebbe uno dei percorsi più belli a livello nazionale, in grado di valorizzare sia il patrimonio culturale che quello naturalistico. E non è più un’utopia. C’è una pioggia di milioni, ben 8, per le ciclovie della nostra provincia: «Il sogno di realizzare un unico grande circuito di mobilità sostenibile, capace di unire la costa all’entroterra è sempre più vicino». Così il consigliere regionale del Pd Andrea Bianconi commenta la notizia dei fondi Cipe, in attesa del nulla osta della Corte dei Conti. «Dal riparto del Fondo di sviluppo e coesione 2014/2020 del Cipe - spiega - al nostro territorio provinciale arriveranno 3,5 milioni di curo per la ciclobike nella vallata del Foglia, che, uniti ai già previsti 2 milioni, consentirà di investire 5 milioni e mezzo di euro in un itinerario ciclo-pedonale in grado di collegare la costa, dove si trova la bicipolitana, all’entroterra». I centri toccati dalla ciclovia saranno definiti nella fase progettuale, ma secondo Biancani, compatibilmente coi costi, «con la nuova tranche di finanziamenti si potrebbe ipotizzare un aumento del percorso, coinvolgendo almeno i comuni di Vallefoglia, Montecalvo in Foglia, Tavullia, Urbino, Auditore e Sassocorvaro».
PER LA CICLOVIA turistica del Metauro, la delibera del Cipe assegna fondi per 4,5 milioni di curo. «E’ un’opportunità molto importante - sostiene Biancani - abbiamo sempre sostenuto che avremmo riattivato la ferrovia Fano-Urbino a fini turistici, così come previsto dalla legge sul recupero delle ferrovie dismesse, e lungo la stessa linea un progetto ciclopedonale, creando un’infrastruttura dedicata alla mobilità sostenibile, con due progetti che si arricchiscono a vicenda. La Regione ha ribadito la disponibilità affinché la linea ferroviaria venga riattivata e al Ministero infrastrutture si è costituito un tavolo tecnico tra Stato e Regioni per definire gli strumenti per attuare la legge 128 del 2017 sulle ferrovie turistiche…
Da: Il Resto del Carlino del 9/4/2018
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Tosi: “Sembra più vicina la soluzione del trentennale problema della ex ferrovia Fano Urbino”
Ora più di prima è possibile realizzare una “via verde e tecnologica” composta in superficie da marciapiede e pista ciclabile e nel sottosuolo da una tubatura in grado di ospitare vari sottoservizi, in primis la fibra ottica per la banda ultralarga che può correre liberamente per circa 50 km evitando infinite complicazioni burocratiche
Sembra più vicina la soluzione del trentennale problema della ex ferrovia Fano Urbino. Infatti, ora più di prima è possibile realizzare una “via verde e tecnologica” composta in superficie da marciapiede e pista ciclabile e nel sottosuolo da una tubatura in grado di ospitare vari sottoservizi, in primis la fibra ottica per la banda ultralarga che può correre liberamente per circa 50 km evitando infinite complicazioni burocratiche; il quotidiano La Stampa ha calcolato che, “normalmente”, per posare 10 km di fibra, in Italia occorrono ben 23 permessi! Il volo di un drone commissionato dalla Regione Marche ha dimostrato che lo spazio per la ciclabile c’è anche ai margini dei binari; c’è poi la recente conferma che molto difficilmente RFI si impegnerebbe per una ferrovia turistica; c’è infine l’interesse dei Comuni a risolvere problemi di viabilità e sicurezza recuperando spazi abbandonati all’interno di centri molto popolati; in più, la contestuale realizzazione di più opere può ridurre tempi e costi.
Aiutano due recenti leggi, quella sulla mobilità ciclistica, che consente la trasformazione in ciclabili di ferrovie dismesse, e quella sulle ferrovie storiche che, oltre a treni solo turistici, prevede anche il ferrociclo, cioè un carrello a pedali sui binari; questo mezzo sembra ideale per il tratto Urbino – Fermignano che ha una notevole pendenza (25 x 1000), uno splendido panorama e il richiamo di una città patrimonio UNESCO; non dovrebbero quindi mancare investitori in un’impresa turistica che all’estero dà notevoli soddisfazioni. Rispetto al passato c’è poi una novità importante: vari soggetti vogliono investire notevoli risorse per la fibra ottica; questo consentirebbe un formidabile rilancio del nostro territorio, in particolare dell’entroterra penalizzato dalla carenza di banda ultralarga che, per esempio, ora costringe le startup universitarie a migrare verso la costa; inoltre, nuove opportunità imprenditoriali si aprirebbero al turismo in bicicletta che in tutta Europa muove miliardi di euro. In sintesi quindi ad oggi è possibile: a) conservare traversine e binari, meglio se ricoperti da ecopneus (asfalto mescolato a gomma da pneumatici esausti) che, in caso di ritorno del treno, può essere facilmente asportato; b) fare una pista ciclabile ai margini dei binari nel tratto Fano – Fermignano, già inserito nella rete “Bicitalia” elaborata dalla FIAB; c) ferrociclo tra Fermignano e Urbino; d) sottoservizi in tutti i circa 50 km. Gli amministratori pubblici, tutti, sanno che la soluzione giusta è questa, perché si contemperano esigenze diverse, non si precludono ipotesi future e si valorizza un bene collettivo colpevolmente abbandonato da decenni. E non si capirebbero ulteriori perdite di tempo.
Enrico Tosi
Da: Flaminia e dintorni del 11/5/2018
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QUANDO IL FIUME METAURO E LA FERROVIA METAURENSE ERANO UNA COPPIA INDIVISIBILE
di Silvano Stella
LA DOMANDA È QUESTA: che cosa resta, in concreto, | delle tante promesse, a qualsiasi livello istituzionale nazionale e regionale, sul ripristino della Ferrovia Mataurense? La risposta, a dir poco, è disarmante: assolutamente nulla. Restano solo le promesse e le parole portate via dal vento e dal tempo. E quindi restano, seppure non ovunque, vecchi binari, asfalto stradale sugli stessi binari, erbacce, rifiuti, sporcizia. E pensare che uno studio dell’ormai lontano 1990 prevedeva il rapido ripristino della tratta!
ORDUNQUE. Il Treno, da molti anni, esattamente dal 1987 (31 anni), non c’è più. Scomparso, dissolto, spazzato via. Allora aveva una sorta dì intimo rapporto con il Fiume. Meglio ancora, una sorta di matrimonio celebrato nel 1916 - più di un secolo fa - terminato col divorzio forzato, peraltro non richiesto, dopo 71 anni. Però la vallata, i paesi, le case, ì campi, le colline, ci sono ancora. E la vita, quella reale, ossia di ogni giorno, malgrado tutto pulsa vivacemente.
QUEL TRENO lo chiamavano comunemente “Littorina”. Da Fano, proveniente da Pesaro, ti portava a Urbino. Dopo un viaggio di circa cinquanta chilometri. La valle è quella Metaurense; bassa, media o alta che sia. Praticamente, dalla città dei Malatesta alla città dei Montefeltro. La “Littorina” attraversava e si fermava, tra le altre, alle stazioni di Lucrezia-Cartoceto, Calcinelli-Saltara (oggi Colli al Metauro), Serrungarina-Tavernelle (oggi Colli al Metauro), Fossombrone (patria dei pittori Guerrieri e Bucci) e Fermignano (patria del Bramante, eternamente conteso da Urbino).
LA FERROVIA Metaurense in molti punti si univa, si alternava e si mescolava con il Fiume Metauro. I passeggeri erano attratti dalla natura e dai paesi placidi che sembra volessero inseguire il treno in fuga. E lasciavano correre i pensieri senza fissarli: sembrava che guardassero la luna che di sera cadeva nell’acqua del fiume con le silenti rive erose.
SICCHÉ, dal punto di vista paesaggistico, tra Fiume e Ferrovia si creava un binomio suggestivo, se non affascinante. In fondo, il viaggio da Fano a Urbino era una sorta di traiettoria che partiva dall’Adriatico e correva lungo il Fiume più grande e lungo (121 kilometri, dall'Alpe della Luna a Fano) delle Marche. Durante il percorso nascevano nei paesi e nelle borgate una lunga serie di incontri che esprimevano l’anima economicamente e socialmente umanizzata di tutto il territorio.
BENE. A chi li ha vissuti, di quei periodi restano soltanto ricordi nostalgici, promesse ritulanti e sfavillanti. E, naturalmente, ora vorrebbero rivivere l’epoca del Treno che costeggiava il Fiume. Non sono i soli, del resto. Anche le nuove generazioni, coloro che la "Littorina” non l'hanno mai vista, ma ne hanno sentito parlare attraverso i racconti, ritengono che il ripristino della tratta darebbe maggiore sviluppo sociale ed economico a tutto il cosiddetto Piccolo Mondo Metaurense. A prescindere, si capisce, della ventilata pista ciclabile: ecologicamente eccellente, ma di tutt’altra dimensione.
SUVVIA, politici e amministratori. Bugie basta. I soldi non sono importanti, ma non sono un problema irrisolvibile. Fate un esame di coscienza. Se molte Ferrovie locali sono rimaste sempre attive, anche durante periodi difficoltosi e bui, e se altre sono state recentemente ripristinate, perché la Fano-Urbino non può finalmente rinascere a nuova vita?
COME SI DICE? Talvolta è meglio tardi che mai. Ma è già trascorso molto tempo. Troppo. Esattamente 31 primavere, 31 estati, 31 autunni e 31 inverni. Non è ora di mutare tendenza e pensiero?
Da: Il Giornale del Metauro n. 201 del Giugno 2018
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Mostra itinerario “Collezione 200” - Fermignano, 2 giugno – 9 settembre 2018
… " ripensare a possibili usi per l'ex ferrovia" …
Da: Il Resto del Carlino del 31/5/2018
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TRASPORTI - PROTESTA DEI SINDACATI: «IL PERSONALE È AL MINIMO, NON RIMPIAZZATO. QUA SI SMANTELLANO LE FERROVIE»
La biglietteria della stazione ferroviaria funziona, ma ad orario ridotto
FANO
APERTURA, ieri mattina, con un ritardo di due ore (alle 10 invece delle 8) della biglietteria della stazione ferroviaria di Fano. Il disguido sarebbe stato causato dall’assenza contemporanea dei due addetti alla biglietteria, ma da Ferrovie dello Stato minimizzano «si è trattato di un problema contingente. In ogni caso in stazione ci sono 2 macchine self Service e il punto vendita del bar». Sempre, ieri, all’interno dei locali della stazione è comparso un cartello con il quale si avvisano i viaggiatori che per quattro giorni (da ieri fino a venerdì) l’orario della biglietteria non sarà quello consueto dalle 8 alle 20, ma dalle 8 alle 12 e dalle 12.30 alle 15.30. Il segretario regionale del sindacato Orsa (Organizzazione sindacati autonomi e di base), Fabio Riberti fa presente: «E' dal 2017 che nella biglietteria di Fano, nonostante si parli della terza città delle Marche, si registrano chiusure o limitazioni delle aperture degli sportelli dovute alla preoccupante carenza di personale, accentuata dai pensionamenti avvenuti negli ultimi anni e mai ripianati. Tutto ciò ingenera nei viaggiatori la convinzione che la biglietteria di Fano non è sempre aperta ed è meglio rivolgersi a quella di Pesaro». Aggiunge Riberti: «In alcune città in estate vengono stimolate dalle amministrazioni le fermate straordinarie dei Freccia Bianca e agevolazioni per i turisti, a Fano questo non succede». E ancora: «Da noi ma sarebbe meglio sottolineare nella nostra Regione è in atto un lento smantellamento ferroviario che colpisce da anni la comunità nel disinteresse della politica». Il riferimento è anche alla Fano-Urbino, «infrastruttura che in altre realtà sarebbe valorizzata e trasformata in quanto fonte di reddito e stimolo per l’economia, basta vedere i risultati prodotti dalla linea ferroviaria Ascoli-Porto d'Ascoli, con caratteristiche analoghe alla Fano-Urbino». Il sindacato chiederà un incontro al sindaco Massimo Seri.
Anna Marchetti
Da: Il Resto del Carlino del 6/6/2018
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Rioni soffocati dal verde incolto
Dal Vallato a San Lazzaro i disagi dei residenti alle prese anche con la fauna selvatica che nidifica I binari della ferrovia abbandonata ricettacolo pericoloso. Ma il compito di ripulire spetta a Rfì
LA PROTESTA
FANO - Cespugli, piante spontanee e piccoli animali hanno colonizzato l’ex strada ferrata Fano-Urbino: per i confinanti, però, tutto questo primaverile rigoglio è fonte di seccature e di fastidi. Crescono in numero e in intensità, infatti, le richieste di tenere più pulita la vecchia tratta.
I disagi
Forti in particolare nel quartiere Vallato, le proteste sono arrivate alla polizia municipale, che ha già sollecitato un intervento risolutivo di Rete ferroviaria italiana, proprietaria del tracciato in disuso da oltre trentanni. La questione, in realtà, si ripropone a intervalli ciclici in ogni frazione o quartiere attraversato dalla vecchia ferrovia. «Dentro cespugli ed erba alta trovano la loro nicchia ideale topi, pantegane, bisce e pattuglie acrobatiche di insetti fastidiosi», obiettano i residenti. A raccontarla fino in fondo, poi, non è che tutti gli animaletti siano così piccoli. Per esempio l’intersezione fra binari e via del Ponte, a San Lazzaro, è uno dei punti preferiti dagli istrici (animali che in maturità possono raggiungere 80 centimetri d’altezza e 30 chili di peso) per le loro passeggiate notturne.
Nuovo intervento - Circa un anno addietro le Ferrovie hanno pulito il tratto di Cuccurano, dove la vegetazione era molto folta e piuttosto assiduo il via vai di bestiole dentro le case, mentre al Vallato e a San Lazzaro l’intervento è ormai atteso da diverso tempo. Del tutto evidente che le Ferrovie debbano provvedere con le risorse economiche a disposizione e altrettanto lapalisiano, lampante, è che la priorità vada alle linee ancora attive. Quel che resta è per le tratte in disuso. La situazione si era complicata a tal punto, qualche anno fa, che la polizia municipale aveva preso a sanzionare le Ferrovie per la mancata manutenzione della tratta dismessa. Dopo alcuni sopralluoghi congiunti, tra personale del Comune e funzionari di Rfì, si è arrivati a una convenzione che definisce anche le modalità della pulizia, stabilendo ciò che può essere tagliato e ciò che non deve esserlo.
«Problemi con la vecchia ferrovia? La migliore risposta è: basta guardare com’è adesso», si dice per strada al Vallato. Affacciandosi da via Bassi, si ha l’effetto volta verde. «Almeno l'Ammistrazione comunale ha fatto la sua parte, sono stati potati gli alberi più bassi sul lato di Casa Archilei», spiega un residente. Gira e rigira, però, il discorso cade sempre sullo stato delle strade: «L’asfalto è tutto sconnesso, dovrebbe essere rinnovato», sostiene un abitante in via Bassi.
La testimonianza - Dice lo stesso una madre di famiglia in via del Ponte, a San Lazzaro: «Il 3 giugno scorso, poco prima della mezzanotte, abbiamo sentito un botto, ci siamo affacciati e abbiamo visto una macchina sul ciglio della strada, ferma dopo avere messo una ruota dentro una grossa buca. Poco dopo è arrivato il carro attrezzi, in seguito sono state richiuse tutte le voragini aperte dal maltempo, ma è indispensabile una nuova asfaltatura. Inutile tappare i buchi, quando di continuo se ne aprono di nuovi, anche a causa del traffico pesante. In questo modo si ottiene soltanto di buttare via i soldi».
Osvaldo Scatassi
Da: Corriere Adriatico del 17/6/2018
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La storia sospesa … e la voglia di crederci ancora sulla "Metaurense"
Da Giulianova a Faenza, dall'Abruzzo alla Romagna, sei ferrovie locali funzionano regolarmente. E, a quanto pare, godono buona salute. Solo la tratta Fano-Urbino, soppressa nel 1987, non è stata più riattivata. Nonostante le necessità e i desideri dei cittadini residenti nelle varie Località della valle. Ma è giunto, da parte della politica, il momento della verità.
di Silvano Stella
Sembra una storia sospesa. Cioè, una storia che non vuole sapere di farsi seppellire e con un presente non del tutto chiaro, comprensibile. Eppure questa storia è come se fosse radicata nella terra e incisa nella pietra. Cioè, eterna. Oltretutto evoca un periodo straordinario della gente che si batteva per migliorare le proprie condizioni sociali. E il benessere si diffondeva anche nelle masse meno abbienti.
Il TORMENTONE
Come quello, per esempio, della Ferrovia Metaurense. Un tormentone? Forse. Ma è bene parlarne. E poi riparlarne. Ancora. Perché, nell’area della costa adriatica (e dintorni) lunga circa 330 chilometri, è l’unica scomparsa, soppressa, mai più riattivata. Nonostante le promesse, gli impegni, progetti. Ma quello che le parole non dicono, oppure negano, lo raccontano gli occhi. Quegli occhi che si posano sulle altre tratte ferroviarie locali. Da Giulianova, Abruzzo, a Faenza, Romagna, la Fano-Urbino è l’unica tratta alla quale, nel 1987, è stata tolta la vita. Un delitto perfetto. Voluto dai cosiddetti “padroni del vapore”. Alias: politici e politica dell’epoca.
SEI TRATTE
Viceversa sono vitali le altre tratte. In tutto sei. Parliamo della Giulianova - Teramo, aperta nel 1884, di 25 chilometri. Dell’Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto (1886 - 32,58 chilometri). Della Civìtanova Marche-Maeerata-Fabriano (1884 - 94,85 chilometri). Della Faenza-Lugo-Ravenna (1921 - 35 chilometri). Della Faenza-Lugo-Lavezzola, frazione di Conselice (Ra), (1921 - 30 chilometri). E, soprattutto della Faenza-Firenze (1885 - 77 chilometri). Ce ne sarebbe un’altra, la settima. Usiamo il condizionale giacché la Pergola-Fabriano, superstite nel 1987 della Urbino-Fabriano (ex subappenninica), dal novembre 2013 è soppressa a causa di uno smottamento del terreno, al chilometro 22, nei pressi di Monterosso Marche. Come dire: sulle strade ferrate della Provincia di Pesaro-Urbino non splende più il sole.
FANO E FAENZA
FAENZA, città con molte identità eguali a Fano (numero di abitanti, oltre 60 mila; seconde nelle rispettive province, Ravenna e Pesaro-Urbino; entrambe collocate nella linea ferroviaria Bologna-Ancona), gestisce tre tratte, a scartamento ridotto, di proprietà statale. La più importante, ovviamente, è quella che attraverso la valle del Lamone e le salite del Mugello termina la sua corsa nella Stazione di Santa Maria Novella, ossia nel cuore pulsante del capoluogo toscano. Fano, invece, nulla di nulla. E Urbino, impotente, si limita a fare la bella statuina,
AUTOSTRADE ESUPERSTRADE
Non si dica, per favore, che nei 50 chilometri che separano Fano da Urbino esiste un perfetto, collaudato, insostituibile traffico stradale e super stradale tramite gomma. Perché tra Giulianova e Teramo non esiste un'autostrada? Tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto non esiste la superstrada costruita da Costantino Rozzi, mitico presidente dell'Ascoh calcio? Tra Civìtanova Marche, Macerata e Fabriano non esistono super strade e altre strade importanti? Per non parlare, poi, della Romagna. Dove i mezzi di comunicazione stradale sono più che ampi e sufficienti. Se mai, un po’ meno da Faenza a Firenze: ma la provinciale 302 è tranquillamente percorribile.
RADICI TAGLIATE
Qui è un avverbio di luogo. E non solo. Mentre lo si pronuncia, si muove un dito, una parte del corpo, per indicare appunto il luogo, da Fano a Urbino. Qui sembra che le radici ferroviarie siano tagliale. Anche se da alcune parli, per esempio a Fermìgnano, sono ben visibili. Ma l’abbandono, in senso generale, è purtroppo visibile. Non vorremmo che, con un colpo netto, venga cancellata pure la memoria di chi ha vissuto, in qualche modo, i tempi felici della Metaurense. Perché se la storia (o le tante storie) muore dopo una lunga sofferenza, le persone smettono di ricordare. E, a quel punto, a chi volete che importi più qualcosa della Fano-Urbino? Sarebbe la fine. Di tutto. Del sogno collettivo, che definisce il senso della comunità valliva. Di una speranza, malgrado il pessimismo, vissuta comunque 31 anni.
Ora o mai più. La verità, per favore, sulla Fano-Urbino: è giunto ii momento di dirla. Se no sulla voglia di crederei scende la notte. Con dei colpi di teatro degni dì Shakespeare.
Da: Il Giornale del Metauro n. 203 del Giugno 2018 e Il Metauro.it del 18/7/2018
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TRASPORTI - VALLE DEL METAURO (S)CONNESSA
IL TRENo NON C'E' … E GLI AUTOBUS?
Un’offerta di trasporto pubblico molto discutibile specie nei festivi
Orario festivo estivo Adriabus. Da Fano a Calcinelli la domenica ci sono 8 corse totali (ore 9, 10, 12,15,16,18,19, 20). Se volete fare serata a Fano considerate quindi di dover tornare a casa alle 20! Da Calcinelli a Fano le corse domenicali sono 8 (ore 8.30, 9.30, 10.30, 14.30, 15.30, 16.30, 18,30, 19.30) con un buco di tre ore nell’ora di pranzo. Per Urbino nei festivi le corse sono 2 in andata (ore 12, ore 20) e 2 al ritomo (ore 7.30,13.35). Infine nei giorni festivi, la mattina tra Pesaro e Fano non ci sono corse di autobus (e il mare?). Sono previste 6 corse nel pomeriggio da Fano a Pesaro e viceversa. Quindi: niente ferrovia perché c’è il trasporto su gomma: sì, l’automobile privata! E se non guidi... ti attacchi al tram!
Da: Il Giornale del Metauro n. 203 del Giugno 2018
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CICLABILE FANO-SENIGALLIA, A GENNAIO I LAVORI NEL TRATTO PONTE SASSO-RIO CRINACCIO
Fano (PU) – “I turisti che il prossimo anno torneranno a trovarci, troveranno una bella novità”. L’assessore ai Lavori Pubblici Cristian Fanesi, rivolgendosi ai vacanzieri che questo periodo soggiornano a Ponte Sasso, ha annunciato che entro la fine dell’anno saranno appaltati i lavori riguardanti il primo tratto della pista ciclabile Fano-Senigallia, segmento della grande Ciclovia Adriatica che collegherà Chioggia a Santa Maria di Leuca.
Non a caso è stato proprio Ponte Sasso il luogo scelto per la presentazione dell’opera che partirà sul lungomare nei pressi dell’Hotel Imperial e arriverà a Rio Crinaccio. Un tratto di strada di 1,1 chilometri e largo 4,5 metri (di cui 1,5 riservato ai pedoni) che sarà messo in sicurezza con un muretto rialzato. Attualmente, dei 35 chilometri totali, ne sono stati finanziati quasi 5 (oltre al tratto fanese, 1,3km a Mondolfo e 2,3 a Senigallia) e in quest’ottica è stato fondamentale il finanziamento della Regione Marche (1,4 milioni sui 1,5 richiesti) attraverso il bando Por Fesr 2014-2020 per il “completamento della Ciclovia Adriatica”. I restanti 750mila euro (il progetto complessivo di questi 5 chilometri è di 2.148.000 euro) è a carico dei tre comuni che co-finanzieranno l’opera al 30%.
“Una buona rete di piste ciclabili – ha detto il sindaco Massimo Seri – è fondamentale in chiave turistica. Il tratto che presentiamo oggi e che andremo a realizzare da inizio 2019 riqualifica di fatto anche la zona dimostrando un’attenzione da parte dell’amministrazione che non si verificava da tempo”. Lo step successivo per quanto riguarda il tratto fanese di questi 35 chilometri sarà quello da Rio Crinaccio a Fano che sarà realizzato tra la spiaggia e la ferrovia.
Restando in tema di piste ciclabili, il vicepresidente dell’assemblea legislativa delle Marche, Renato Claudio Minardi, ha annunciato lo sblocco di 4,5 milioni di euro per la ciclovia del Metauro Fano-Urbino. Plauso all’opera anche dal consigliere regionale Boris Rapa che ha rimarcato come lavorando in sinergia tra enti e comuni si possono raggiungere risultati così importanti, non solo per i turisti ma anche per i residenti che potranno utilizzare la nuova pista tutto l’anno.
Da: www.fanoinforma.it del 6/7/2018
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Passi avanti per il potenziamento della linea ferroviaria Falconara-Orte
Il presidente Ceriscioli ha incontrato a Roma l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile. Trattate anche le questioni riguardanti la Civitanova-Albacina, l’intermodalità bici-treno
ANCONA – “Un importante e proficuo incontro per fare il punto su tutte le principali questioni infrastrutturali che riguardano la rete ferroviaria delle Marche”. È quanto riferisce il presidente Luca Ceriscioli che ha incontrato (ieri), a Roma, l’amministratore delegato di RFI, Maurizio Gentile. “Abbiamo trattato, uno a uno, tutte le questioni ferroviarie marchigiane, trovando grande attenzione e disponibilità da parte di Rete Ferroviaria Italiana”, sottolinea il presidente. Oltre al raddoppio della “Orte – Falconara”, al nodo di Falconara e all’elettrificazione della “Civitanova – Albacina”, si è parlato della intermodalità tra la rete ferroviaria e le ciclovie in corso di realizzazione. “Con l’amministratore delegato, abbiamo fatto il punto dettagliato sui principali snodi di interesse regionale, come quello a nord di Ancona. In particolare, per quanto riguarda il raddoppio della Falconara – Orte, si è parlato della necessità di attivare un raccordo strategico con l’Umbria e sono stati analizzati i progetti in corso, finanziati o con investimenti programmati. Si è discusso anche della questione che riguarda l’eliminazione dei passaggi a livello con sottopassi ferroviari, in modo da migliorare la viabilità locale e la vivibilità dei centri marchigiani coinvolti”.
Novità sono in vista per la Civitanova – Albacina: “In attesa dell’elettrificazione della linea – riferisce Ceriscioli – si è deciso di lavorare su un’ipotesi che preveda la sostituzione del treno a gasolio, con un mezzo che viaggi a combustibile ecosostenibile o da fonte rinnovabile, senza escludere progetti innovativi, sui quali abbiamo manifestato la massima disponibilità a collaborare”. Un focus particolare dell’incontro con Gentile ha riguardato le ciclovie marchigiane che coincidono, in gran parte, con i tracciati ferroviari: l’Adriatica, la valle del Chienti, lungo l’Esino, quella del Tronto.
“Quattro ciclovie che seguono parallelamente la linea ferroviaria. È interesse comune, della Regione e di RFI, di sviluppare assieme tutte le integrazioni che posso essere realizzate tra treno e bicicletta, usufruendo delle varie stazioni presenti lungo il tracciato. Un interscambio valutato positivamente da RFI, di grande valore per lo sviluppo delle due infrastrutture, sul quale si è manifestato un reciproco impegno nel momento in cui andranno avanti i progetti in corso”. Come Rete Ferroviaria Italiana, ha dichiarato Maurizio Gentile, “cerchiamo sempre di intercettare al meglio le esigenze di mobilità e di sviluppo dei territori. L’incontro con l’amministrazione regionale ha rappresentato l’occasione per analizzare i progetti attualmente in campo e ribadire la nostra più fattiva collaborazione. Siamo già al lavoro per migliorare ulteriormente la rete marchigiana e quindi l’esperienza di viaggio dei cittadini, anche attraverso l’eliminazione di numerosi passaggi a livello, nonché cercando di valorizzare le linee ferroviarie dismesse, riutilizzabili come greenways”.
Da: www.altrogiornalemarche.it del 13/7/2018
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REGIONE MINARDI: «QUATTRO MILIONI E MEZZO DI FONDI EUROPEI»
Finanziata la ciclabile Fano Urbino
LE OPZIONI
«Fare la pista sopra i binari costa meno, ma si può fare anche a fianco - I Comuni decidano insieme»
QUATTRO milioni e mezzo trovati per la pista ciclabile Fano-Urbino o ciclovia del Metauro. Si tratta di Fondi europei gestiti dalla Regione. A darne conferma il vice presidente del consiglio regionale Renato Claudio Minardi: «Ci sono le risorse e quindi può essere avviato un percorso condiviso tra la Regione e i Comuni interessati dall'infrastruttura». Rimane, infatti, da sciogliere il nodo più importante cioè se realizzare l’opera sopra o a fianco dei binari della tratta ferroviaria, dismessa dal 1989. «Non sono contrario al recupero della linea ferroviaria - commenta Minardi - sono però consapevole che il progetto di recupero della ferrovia, per il quale sarebbero necessari 200 milioni di euro, rischia di essere velleitario. Benissimo se ci fossero degli investitori o se ci fosse l’intenzione del governo di finanziare l’opera. In caso contrario credo che attendere sarebbe un errore, in ogni caso va assunta una decisione da condividere con i Comuni». «DOBBIAMO essere consapevoli – fa presente Minardi - che realizzare la pista sopra i binari costerà di meno che crearla a fianco: nel secondo caso i costi da affrontare saranno maggiori e si costruirà un tratto più breve». La scelta definitiva a favore della pista dovrebbe avere come conseguenza il declassamento della linea ferroviaria Fano-Urbino che, per legge, è stata inserita tra le ferrovie turistiche, una decisione che non piacerà a coloro che da anni si battono per il suo recupero.
PER Minardi, la scelta della ciclovia del Metauro favorisce la mobilità sostenibile ed è una risposta al turismo sulle due ruote. «La ciclovia del Metauro ci permetterà - fa notare il vice presidente del consiglio regionale - di collegare la costa con l’entroterra, la città romana di Fano con la rinascimentale Urbino. Avere sul territorio bike hotel e percorsi ciclabili sono due elementi fondamentali per il futuro sviluppo di questo settore turistico».
«LA MOBILITÀ sostenibile è un tema che sta a cuore alia Regione, che proprio per questo punta a realizzare a stralci, ma in tempi stretti, il tratto marchigiano (190 chilometri) della ciclovia Adriatica che unisce, su un percorso di 1.300 chilometri, il Friuli alla Puglia. Progetto al quale - ricorda Minardi - la Regione ha già destinato 4 milioni di euro, attraverso i fondi Por Fesr 2014-2020. La parte più cospicua di quelle risorse - conclude Minardi - se la sono aggiudicata (1,4 milioni) Fano, Mondolfo e Senigallia». Fondi utili, per questi tre Comuni, a portare a compimento i primi 5 chilometri dei 35 che attraversano il loro territorio. Anna Marchetti
Da: Il Resto del Carlino del 15/7/2018
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«La ciclabile sui binari? La Fano-Urbino è turistica»
L'associazione per la ferrovia replica a Minardi
LA DOMANDA
«Come può la Regione avere ottenuto 4,5 milioni di fondi europei senza un progetto?»
«LA REGIONE esca dall’ambiguità, se voleva realizzare una pista ciclabile sul tratto ferroviario Fano-Urbino avrebbe dovuto trasmettere entro 150 giorni dall'entrata in vigore della legge istitutiva delle ferrovie turistiche (il termine scadeva il 9 febbraio 2018) una proprìa delibera per l’esclusione della Fano-Urbino da quel'elenco». Così l'associazione Ferrovia Valle Metauro interviene sul futuro della Fano-Urbino da sempre a favore del recupero della linea ferrovìa. «Lascia stupefatti - prosegue l’associazione - la notizia che siano stati trovati 4,5 miloni di euro di fondi europei per la pista ciclabile Fano-Urbino senza sapere dove sarà realizzata. Il vice presidente del consiglio regionale Renato Claudio Minardi dichiara che si dovrà sciogliere il nodo più importante: se realizzarla sopra o a fianco dei binari. Quindi, a suo dire, si possono finanziare progetti “fantasma”, di cui abbiamo chiesto a più riprese l’accesso agli atti, non ottenendo risposta. Siamo convinti che il progetto presentato, se esiste, corrisponda alla pista ciclabile che sopprimerà per sempre la ferrovia Fano-Urbino. Del resto nonostante la parvenza di condivisione della decisione con i Comuni, per Minardi è tutto chiaro (“realizzare la pista ciclabile sui binari costa meno”). Minardi - continua l’associazione - oltre a gonfiare i costi di ripristino come ferrovia turistica (33 milioni di euro), anticipa le intenzioni del nuovo governo che, secondo lui, non finanzierà l'opera ferroviaria».
L’ASSOCIAZIONE Ferrovia Valle Metauro fa inoltre notare a Minardi come «sia stato un governo del suo stesso partito a smentirlo inserendo la Fano-Urbino tra le ferrovie turìstiche». E ancora: «Minardi, e non solo lui, non è mai riuscito a convincere nessuno sulle ragioni che impediscono ad un territorio importante quale la Valle del Metauro ed a una città come Urbino di dotarsi di una ferrovia, in linea con l’attuale tendenza di ricostruzione in tutto il territorio nazionale, anche in zone di gran lunga meno rilevanti della nostra». an. mar.
Da: Il Resto del Carlino del 19/7/2018
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Ferrovia Fano-Urbino, FVM: “Minardi come il Generale Kesserling!”
Dura critica dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro alle ultime dichiarazioni del Vicepresidente del Consiglio Regionale Minardi
Di Alessandro Marconi 23 luglio 2018
FANO – “Lascia stupefatti la notizia, appresa sulla stampa locale, di aver trovati 4,5 milioni di euro di Fondi Europei per la pista ciclabile Fano-Urbino senza sapere dove verrà realizzata ed in spregio alla legge sulle ferrovie turistiche 128/2017”. E’ quanto affermano gli esponenti dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro che aggiungono: “Il Vice Presidente del consiglio regionale Minardi, infatti, dichiara che dovrà sciogliere il nodo più importante: se realizzarla sopra o a fianco dei binari. Siamo convinti, invece, che il progetto presentato, se esiste, corrisponda alla pista ciclabile che sopprimerà per sempre la ferrovia Fano-Urbino a cui Minardi lavora da quando era assessore provinciale, fu infatti un artefice della dismissione avvenuta nel 2011. Nonostante la parvenza di condivisione della decisione con i comuni, per Minardi è tutto chiaro: “…sono necessari 200 milioni per il recupero ferroviario” e “ …realizzare la pista ciclabile sui binari costa meno”. Ma il vicepresidente regionale non convince, del resto è stato un governo del suo stesso partito a smentirlo inserendo la ferrovia Fano-Urbino tra le ferrovie turistiche!
La Regione – continua la nota – se voleva realizzare una pista ciclabile sulla ferrovia Fano-Urbino doveva trasmettere al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, come prevede la legge 128/2017, una propria delibera per l’esclusione dall’elenco delle ferrovie turistiche entro 150 giorni dall’entrata in vigore della legge stessa. Il termine scadeva il 9 Febbraio 2018.
Perché non l’ha fatto? Aveva paura della pessima figura che avrebbe fatto a livello nazionale? Non se la sentiva di sbugiardare gli ex Ministri Franceschini e Delrio, rispettivamente responsabili del Mibact e del Mit, ai quali le ferrovie turistiche stavano particolarmente a cuore, ma allineati politicamente con la Regione? Ora il gioco in cosa consiste? Violare la legge addossandone la responsabilità ai comuni? Minardi intanto mette le mani avanti e, oltre a gonfiare artatamente i costi di ripristino suppone persino le intenzioni del nuovo governo che non finanzierà l’opera. L’unica Regione italiana che non ha avviato nessun percorso per la realizzazione della ferrovia turistica sono quindi le Marche che di fatto rinuncia ad un turismo sostenibile, intelligente, colto che porta risorse vere. Ma per chi vuole governare le regole sono chiare: bisogna esprimere giustificazioni e motivazioni valide per persuadere. Ma Minardi, e non solo lui, non è mai riuscito a convincere nessuno sulle ragioni che impediscono ad un territorio importante quale la Valle del Metauro ed a una città come Urbino di dotarsi di una ferrovia; tutto questo è in linea con l’attuale tendenza di ricostruzione in tutto il territorio nazionale, anche in zone di gran lunga meno rilevanti della nostra!
Per concludere, vale la pena ricordare che 74 anni fa il generale Kesserling , prima di ritirarsi dai nostri territori fece distruggere dai suoi guastatori la ferrovia Metaurense perché di importanza strategica per gli Alleati. Forse Minardi ha lo stesso pensiero programmatico? Prima delle nuove elezioni vuole lasciare solo macerie?”
https://www.ilmetauro.it/ferrovia-fano-urbino-fvm-minardi-come-il-generale-kesserling/
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Ferrovia Fano-Urbino, CISL: "Serve un progetto pluriennale a fini turistici"
24/07/2018 - E’ singolare, come in questa provincia, a fasi alterne, giusto quel tanto, si torni a parlare di sviluppo socio-economico del territorio, ma sempre con visioni disarticolate e contrapposte. E’ quanto sta succedendo in questi giorni, con il risveglio dell’interesse sulla nota vicenda e sulla destinazione della tratta di Ferrovia, da lungo tempo dismessa della FANO-URBINO.
Il Vice presidente della Regione, Claudio MINARDI, ritira fuori il fantasioso progetto di trasformarla in pista ciclabile per rilanciare il turismo ciclistico e naturalistico in favore di non si capisce molto “chi”, tenuto conto, che per portare masse di turisti ed appassionati produttori di risultati economici, occorre primariamente affrontare gli annosi temi, del trasporto, dell’adeguamento del sistema stradale e soprattutto, rendere noto che la provincia di Pesaro Urbino è a caratterizzazione turistica e che la città di Urbino è patrimonio dell’UNESCO.
Dall’altra, l’Associazione Ferrovia Valle Metauro, che come la CISL, è forse pochi altri, inascoltati, (o anche la maggioranza silente), rilancia il progetto del recupero della tratta ai fini turistici per valorizzarne, percorso e territorio. Il rilancio della ferrovia ai fini turistici è stata sancita anche da un provvedimento legislativo del precedente governo Gentiloni (il Vice presidente ben conosce e dovrebbe anche ben sostenere), mentre, la pur accattivante fascinazione ciclo-amatoriale, non sembra rientrare in un organico progetto finalizzato a rilanciare un idea di sviluppo economico, successore, integrativo od alternativo al tipico manifatturiero ancora non ripresosi dalla lunga crisi economica 2008-2018. Allora, a nostro avviso, la domanda che dovrebbe preoccupare un alto esponente del governo regionale, è come aprire, al di là dei desiderata, a nuove proposte che tengono insieme opportunità e segmenti nuovi, per dare a questa provincia, oggi, ancora penalizzata da scelte che non arrivano, soluzioni che attraverso un confronto serio, con il mondo dell’università, dell’imprenditoria, delle parti sociali e del mondo dell’associazionismo, porti ad un PIANO DI SVILUPPO POLIENNALE. Come CISL, siamo convinti e ne rilanciamo la proposta più volte fatta, di aprire un tavolo di confronto per avviare, finalmente, una fase costruttiva su come dovrà essere la provincia di Pesaro Urbino nel prossimo futuro e quale ruolo vuole svolgere per contribuire al rilancio dell’economia dell’intero Paese Italia, la Regione Marche.
Da: AST CISL Fano ast.fano@cisl.it
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Ferrovia, piccoli passi in avanti per la ciclabile
26 luglio 2018 - La decisione di impiegare 4,5 milioni per rendere ciclabile il sedime dell’ex ferrovia metaurense, come da tempo chiede la FIAB insieme alla maggioranza delle associazioni ambientalistiche, conferma che la Regione Marche si sta muovendo bene per migliorare la mobilità dolce; una scelta opportuna e certamente non improvvisata, visto che si inserisce sia tra gli “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica”, sia tra gli “Interventi a favore del cicloturismo” (leggi regionali 38/2012 e 157/2017)) sia nella legge nazionale 2/2018 secondo la quale le ciclovie possono trovare posto anche nei “sedimi di strade ferrate dismesse e comunque non recuperabili all’uso ferroviario“.
Ad avvalorare ulteriormente la scelta della Regione c’è il recente parere di Mauro Moretti, presidente della Fondazione FS italiane, secondo il quale “difficilmente” linee dismesse come la Fano Urbino “potranno avere un futuro come ferrovie turistiche“; nel nostro caso per i costi “ben oltre” i 150 milioni di euro, il fatto che è escluso il trasporto pubblico locale, per le rigide misure di sicurezza, ecc.
E’ quindi la logica a indurre chi amministra la cosa pubblica a preferire una ciclabile utile oggi, piuttosto che una ferrovia, forse realizzabile un lontanissimo domani.
Ora spetta ai Comuni fare la loro parte, perché dalla riconversione in via verde di un bene abbandonato da decenni possono derivare solo vantaggi, in particolare per la sicurezza degli utenti deboli della strada, troppo spesso vittime di gravi incidenti; i costi per una ciclabile sono più che sostenibili,come risulta da un progetto di massima che conferma le stime de “Il sole 24 ore” per infrastrutture di questo tipo; soldi che oltretutto rientrano moltiplicati in pochi anni.
Pertanto, da Fano a Fermignano può finalmente nascere una ciclabile di qualità, separata dal traffico a motore, utilizzabile sia da residenti che da turisti e senza pregiudicare nessuna opzione; infatti, la pista si può realizzare con la semplice copertura dei binari che in caso di necessità si possono riattivare perchè, giustamente, la Regione Marche non prevede affatto lo smantellamento dell’armamento esistente.
Qualcuno potrebbe razionalmente opporsi ad una soluzione equilibrata, che fa bene alla sicurezza, al traffico, all’economia e alla qualità della vita?
FIAB Marche
Da: https://www.flaminiaedintorni.it/2018/07/26/ferrovia-piccoli-passi-in-avanti-per-la-ciclabile/
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Fano-Urbino, Legambiente: "Non toccate i binari della ferrovia"
25/07/2018 - La notizia sbandierata dal consigliere regionale del Pd del finanziamento di una ciclabile Fano Urbino ci sorprende per la rapidità nell’acquisizione del finanziamenti, quando da anni comunità di cittadini, associazioni, consigli comunali continuano a perorare, finora invano, la causa per il ripristino della ferrovia.
Misteri dei meandri della politica regionale. Legambiente, come più volte ha ribadito, non è contraria alle ciclabili, anzi. Tuttavia ritiene che questa ciclabile sia combinata male e sia un inutile spreco di soldi ed energie. Il tracciato è adatto per il treno, non per la gente comune che vuol raggiungere una meta di un percorso, isolato e al di fuori di insediamenti abitativi che costituiscono conforto e sicurezza per il ciclista.
Ma la cosa che non si può tollerare è che ancora una volta il consigliere Minardi presenti la ciclabile per smantellare definitivamente la tratta ferroviaria, quindi il sedime dei binari, perché così “si risparmia”. Minardi, continua a perseguire il disegno dello smantellamento della ferrovia, anzichè farsi interprete della volontà delle comunità dell’entroterra, dei circoli del suo partito, delle numerose associazioni, ed impegnarsi per la realizzazione di quanto deliberato dal Parlamento Nazionale, che ha inserito la tratta Fano-Urbino tra le ferrovie turistiche da ripristinare.
Comunque una cosa è certa: la tratta ferroviaria esistente non si tocca e gli ambientalisti si impegneranno con ogni mezzo per difenderla. Attendiamo una chiara e netta risposta da parte del Pd urbinate e del candidato sindaco Giorgio Londei che si sono più volte espressi per il ripristino della ferrovia. Attendiamo qualche segno di vita dalla istituita Commissione del Consiglio Comunale. Attendiamo dal nuovo governo e dal ministro Toninelli dei segnali per far tornare il treno a sferragliare nella Valle del Metauro, visto che il M5stelle locale si è sempre schierato a favore. Sono necessari l’impegno e le sinergie di tutti per ripristinare la nostra ferrovia e perchè siano per sempre relegati in soffitta i disegni del suo smantellamento.
Da: http://www.vivereurbino.it/
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L’ira di Legambiente: «Via dai binari»
Accuse al Pd che cerca risorse solo per «disfare la ferrovia Fano-Urbino»
- URBINO -
«PER LA PISTA ciclabile i soldi si trovano subito, per la ferrovia da anni aspettiamo», il circolo di Legambiente Le Cesane di Urbino chiede di «non toccare i binari» e si lamenta dell’entusiasmo del consigliere regionale Minardi. «La notizia sbandierata dal consigliere regionale del Pd del finanziamento di una ciclabile Fano-Urbino ci sorprende per la rapidità nell’acquisizione del finanziamenti, quando da anni comunità di cittadini, associazioni, consigli comunali continuano a perorare, finora invano, la causa per il ripristino della ferrovia. Misteri dei meandri della politica regionale - dice Legambiente -. Come più volte ha ribadito, non siamo contrari alle ciclabili, anzi. Tuttavia questa ciclabile è combinata male ed è un inutile spreco di soldi ed energie. Il tracciato è adatto per il treno, non per la gente comune che vuol raggiungere una meta di un percorso, isolato e al di fuori di insediamenti abitativi che costituiscono conforto e sicurezza per il ciclista. Ma la cosa che non si può tollerare è che ancora una volta il consigliere Minardi presenti la ciclabile per smantellare definitivamente la tratta ferroviaria, quindi il sedime dei binari, perché così “si risparmia”».
SECONDO Legambiente, Minardi persegue il disegno dello smantellamento della ferrovia, «anziché farsi interprete della volontà delle comunità dell’entroterra, dei circoli del suo partito, delle numerose associazioni, ed impegnarsi per la realizzazione di quanto deliberato dal Parlamento, che ha inserito la tratta Fano-Urbino tra le ferrovie turistiche da ripristinare - continua Legambiente -. Una cosa è certa: la tratta ferroviaria esistente non si tocca e gli ambientalisti si impegneranno con ogni mezzo per difenderla. Attendiamo una chiara e netta risposta da parte del Pd urbinate e del candidato sindaco Giorgio Londei che si sono più volte espressi per il ripristino della ferrovia. Attendiamo qualche segno di vita dalla istituita comissione del consiglio comunale. Attendiamo dal nuovo governo e dal ministro Toninelli dei segnali per far tornare il treno a sferragliare nella Valle del Metauro, visto che i 5 Stelle locali si sono sempre schierati a favore».
Da: Il Resto del Carlino del 27/72018
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«NON VOGLIO SMANTELLARE LA FERROVIA»
Minardi si difende: «Legambiente e Cisl leggano bene le mie parole»
- URBINO- «NON HO MAI detto di smantellare la ferrovia Fano-Urbino. Basta mistificare le cose raccontando bugie: la ciclovia del Metauro è una grande opportunità e ancora si deve decidere come realizzarla». Il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche, Renato Claudio Minardi risponde al circolo Legambiente Le Cesane di Urbino e a CISL sulla questione della tratta Fano Urbino. «Grazie al lavoro svolto in Regione sono oggi disponibili 4,5 milioni di euro per realizzare la ciclabile del Metauro, un’opera infrastrutturale di straordinaria importanza che si congiungerebbe alla ciclovia Adriatica, un’infrastruttura strategica che va da Trieste a Santa Maria di Leuca sulla quale le Marche stanno attuando numerosi investimenti per il tratto di competenza – spiega Minardi – Se è vero che la Fano-Urbino è stata inserita nell’elenco delle ferrovie turistiche come tratta storica di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, è altrettanto vero che non ha ricevuto alcun finanziamento statale per la sua riabilitazione. Oggi esiste di fatto un sedime inutilizzato e abbandonato. Dopo la mozione che abbiamo approvato in consiglio regionale per evitare la vendita a tratti da parte delle Ferrovie dello Stato (RFI), la Regione Marche ha svolto un lavoro straordinario per reperire i finanziamenti per la realizzazione della Ciclovia del Metauro. Un tracciato che attraversando aree di particolare pregio naturalistico e archeologico, potrà essere un asse fondamentale per sviluppare una grande opportunità turistica per le aree interne e per tutta la Provincia di Pesaro e Urbino. Un’infrastruttura del benessere che potrà collegare tra loro le aree di maggiore interesse: Pesaro, città della Musica e di Rossini, Fano romana, Fossombrone e poi Urbino città di Raffaello e patrimonio UNESCO. Un percorso sostenibile che incentivi la mobilità dolce nelle aree urbane e una maggiore mobilità ciclistica. Questo significa garantire agli abitanti una migliore qualità della vita, un ambiente salubre, e di facilitare gli spostamenti e le possibilità di sviluppo alle imprese e ai servizi. La mobilità ciclistica si sta sviluppando in tutto il mondo e la bicicletta è stata sempre considerata un vero mezzo di trasporto al pari degli altri. Dovremmo ignorarlo?»
LA SCELTA su come realizzare la ciclovia dovrà essere oggetto di concertazione fra la Regione Marche e i Comuni interessati: «Occorrerà decidere se è preferibile un tracciato lungo la linea ferroviaria, operazione più semplice ed economica, oppure prevedere la costruzione di un percorso a fianco dei binari con costi più elevati e maggiori complessità. Una cosa è certa, il dibattito infinito non produce alcun risultato mentre è necessario arrivare ad una soluzione condivisa - continua Minardi -. La cosa peggiore sarebbe non fare nulla e lasciare le cose così come sono. Dunque, Legambiente e Cisl sono, forse, contrarie al progetto della ciclabile capace di sviluppare il turismo nella vallata e una mobilità alternativa a quella veicolare con effettivi miglioramenti per la qualità della vita e dell’ambiente?».
Da: Il Resto del Carlino del 29/7/2018
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LA PROTESTA GIORGIO LONDEI
«NON SI BLOCCHI LO SVILUPPO»
- URBINO - «MINARDI va nella direzione sbagliata: il ripristino della ferrovia è tra i nostri punti programmatici per le elezioni». Giorgio Londei, candidato sindaco alle amministrative 2019, non ha problemi a sostenere le tesi di Legambiente e Cisl che si oppongono al consigliere Minardi, dopo l’annuncio dei finanziamenti per la ciclovia sulla tratta Fano-Urbino.
«LA LEGGE per il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino in forma turistica è stata salutata da tutti con soddisfazione - dice Londei -. Non si comprendono allora le ragioni del vicepresidente del Consiglio Regionale Minardi che ancora una volta perseguono le logiche che da ormai troppi anni sembrano tese soltanto a mostrare un territorio diviso e incapace sul da farsi, bloccando di fatto ogni sviluppo infrastrutturale. Come hanno giustamente affermato Legambiente e Cisl, il ripristino della ferrovia ai fini turistici sancito dal Parlamento rappresenta una opportunità unica da cogliere al più presto ed è tra i punti programmatici delle liste Prospettiva Urbino e Nel Bene Comune».
«PRESTO - prosegue - dedicheremo un incontro a cui tutti saranno invitati e nel quale saranno descritte le tratte turistiche che in Italia e in Europa hanno fatto la fortuna di interi territori, anche grazie ai finanziamenti europei disponibili allo scopo, rendendo giustizia anche a Paolo Volponi che tanto si era battuto non solo per la ferrovia ma anche contro quell’abbandono progressivo dell’entroterra di cui aveva presagito il sofferto destino che adesso tutti insieme dobbiamo ribaltare».
Da: Il Resto del Carlino del 29/7/2018
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Fiab: ferrovia Fano-Urbino, "L'unica soluzione una pista ciclabile"
28/07/2018 - Un conto è trovare alcuni milioni di euro per una pista ciclabile fattibile in pochi mesi, ben altra cosa trovarne centinaia per ricostruire una ferrovia dismessa per fare qualche iniziativa turistica, non si sa se e quando.
E i soldi trovati non sono certo un regalo caduto dall’alto ma il frutto di un lavoro lungo e paziente in particolare dei consiglieri regionali che hanno trovato una soluzione equilibrata che dovrebbe incontrare il consenso generale; infatti, non solo si realizza una infrastruttura la cui necessità è ben nota in particolare agli abitanti della medio- bassa valle del Metauro, ma si conserva e riutilizza un bene collettivo abbandonato da decenni. E se, nonostante il grande impegno, nessuno dopo 31 anni è riuscito a trovare finanziamenti e soggetti convinti della utilità di un treno, qualche motivo valido, oggettivo e documentato ci sarà.
Ma, ancora una volta è il “partito del no” a intervenire, col rischio di demotivare chi, finanziando un’opera utile per l’economia e la qualità della vita, sta portando ottimi risulta per il territorio. Ma è bene ribadire che a loro sostegno c’è la maggioranza delle associazioni ambientalistiche e degli amministratori locali che sanno ben valutare costi e benefici, tra l’altro nel pieno rispetto delle leggi (anche quella spesso richiamata sulle ferrovie turistiche) e della programmazione regionale, purtroppo sconosciuta ai più. da FIAB Marche
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Primo piano
Mobilità nella Valle del Metauro/Ferrovia metaurense
FANO-URBINO LA REGIONE ANNUNCIA FONDI PER LA REALIZZAZIONE DI UNA CICLABILE
La dichiarazione del Vicepresidente del Consiglio Regionale delle Marche Renato Claudio Minardi, apparsa sulla stampa locale, secondo cui la Regione avrebbe reperito risorse per 4,5 milioni di Euro per trasformare la ferrovia Fano-Urbino in pista ciclabile ha acceso l'eterno dibattito: treno o bicicletta? La novità di rilievo è che, dal 9 agosto 2017, la ferrovia metaurense è stata inserita, con una legge delle Stato, tra le 18 tratte ferroviarie turistiche situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico con la legge n.128.
Opinioni / Federazione Amici della bicicletta
La FIAB benedice la notizia dei nuovi fondi
La decisione di impiegare 4,5 milioni per rendere ciclabile il sedime dell’ex ferrovia metaurense, come da tempo chiede la FIAB insieme alla maggioranza delle associazioni ambientalistiche, conferma che la Regione Marche si sta muovendo bene per migliorare la mobilità dolce; una scelta opportuna e certamente non improvvisata, visto che si inserisce sia tra gli “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica”, sia tra gli “Interventi a favore del cicloturismo” (leggi regionali 38/2012 e 157/2017) sia nella legge nazionale 2/2018 secondo la quale le ciclovie possono trovare posto anche nei “sedimi di strade ferrate dismesse e comunque non recuperabili all’uso ferroviario“.
Ad avvalorare ulteriormente la scelta della Regione c’è il recente parere di Mauro Moretti, presidente della Fondazione FS italiane, secondo il quale “difficilmente” linee dismesse come la Fano Urbino “potranno avere un futuro come ferrovie turistiche“; nel nostro caso per i costi “ben oltre” i 150 milioni di euro, il fatto che è escluso il trasporto pubblico locale, per le rigide misure di sicurezza, ecc.
E’ quindi la logica a indurre chi amministra la cosa pubblica a preferire una ciclabile utile oggi, piuttosto che una ferrovia, forse realizzabile un lontanissimo domani.
Ora spetta ai Comuni fare la loro parte, perché dalla riconversione in via verde di un bene abbandonato da decenni possono derivare solo vantaggi, in particolare per la sicurezza degli utenti deboli della strada, troppo spesso vittime di gravi incidenti; i costi per una ciclabile sono più che sostenibili, come risulta da un progetto di massima che conferma le stime de “Il sole 24 ore” per infrastrutture di questo tipo; soldi che oltretutto rientrano moltiplicati in pochi anni.
Pertanto, da Fano a Fermignano può finalmente nascere una ciclabile di qualità, separata dal traffico a motore, utilizzabile sia da residenti che da turisti e senza pregiudicare nessuna opzione; infatti, la pista si può realizzare con la semplice copertura dei binari che in caso di necessità si possono riattivare perchè, giustamente, la Regione Marche non prevede affatto lo smantellamento dell’armamento esistente.
Qualcuno potrebbe razionalmente opporsi ad una soluzione equilibrata, che fa bene alla sicurezza, al traffico, all’economia e alla qualità della vita?
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OPERE PUBBLICHE ... e la manutenzione?
FANO / Foto scattata da un ciclista lungo la ciclabile Fano-Pesaro con la raccomandazione di "tagliare le canne". Non è sufficiente infatti provvedere alla realizzazione di opere pubbliche se non si pianifica, successivamente, una loro corretta manutenzione. Solo in questo modo viene garantita la fruibilità, in sicurezza dell'opera nel tempo.
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OPINIONI / Associazione Ferrovia Valle Metauro
''Minardi come il Generale Kesserling!''
Dura replica dell'Associazione che sostiene il ripristino alle dichiarazioni del Vicepresidente del Consiglio Regionale Minardi
“Lascia stupefatti la notizia, appresa sulla stampa locale, di aver trovati 4,5 milioni di euro di Fondi Europei per la pista ciclabile Fano-Urbino senza sapere dove verrà realizzata ed in spregio alla legge sulle ferrovie turistiche 128/2017”. E’ quanto affermano gli esponenti dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro che aggiungono: “Il Vice Presidente del consiglio regionale Minardi, infatti, dichiara che dovrà sciogliere il nodo più importante: se realizzarla sopra o a fianco dei binari. Siamo convinti, invece, che il progetto presentato, se esiste, corrisponda alla pista ciclabile che sopprimerà per sempre la ferrovia Fano-Urbino a cui Minardi lavora da quando era assessore provinciale, fu infatti un artefice della dismissione avvenuta nel 2011. Nonostante la parvenza di condivisione della decisione con i comuni, per Minardi è tutto chiaro: “…sono necessari 200 milioni per il recupero ferroviario” e “ …realizzare la pista ciclabile sui binari costa meno”. Ma il vicepresidente regionale non convince, del resto è stato un governo del suo stesso partito a smentirlo inserendo la ferrovia Fano-Urbino tra le ferrovie turistiche! La Regione – continua la nota – se voleva realizzare una pista ciclabile sulla ferrovia Fano-Urbino doveva trasmettere al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, come prevede la legge 128/2017, una propria delibera per l’esclusione dall’elenco delle ferrovie turistiche entro 150 giorni dall’entrata in vigore della legge stessa. Il termine scadeva il 9 Febbraio 2018.
Perché non l’ha fatto? Aveva paura della pessima figura che avrebbe fatto a livello nazionale? Non se la sentiva di sbugiardare gli ex Ministri Franceschini e Delrio, rispettivamente responsabili del Mibact e del Mit, ai quali le ferrovie turistiche stavano particolarmente a cuore, ma allineati politicamente con la Regione? Ora il gioco in cosa consiste? Violare la legge addossandone la responsabilità ai comuni? Minardi intanto mette le mani avanti e, oltre a gonfiare artatamente i costi di ripristino suppone persino le intenzioni del nuovo governo che non finanzierà l’opera. L’unica Regione italiana che non ha avviato nessun percorso per la realizzazione della ferrovia turistica sono quindi le Marche che di fatto rinuncia ad un turismo sostenibile, intelligente, colto che porta risorse vere. Ma per chi vuole governare le regole sono chiare: bisogna esprimere giustificazioni e motivazioni valide per persuadere. Ma Minardi, e non solo lui, non è mai riuscito a convincere nessuno sulle ragioni che impediscono ad un territorio importante quale la Valle del Metauro ed a una città come Urbino di dotarsi di una ferrovia; tutto questo è in linea con l’attuale tendenza di ricostruzione in tutto il territorio nazionale, anche in zone di gran lunga meno rilevanti della nostra!
Per concludere, vale la pena ricordare che 74 anni fa il generale Kesserling, prima di ritirarsi dai nostri territori fece distruggere dai suoi guastatori la ferrovia Metaurense perché di importanza strategica per gli Alleati. Forse Minardi ha lo stesso pensiero programmatico? Prima delle nuove elezioni vuole lasciare solo macerie?
Da: Il Giornale del Metauro n. 205 Agosto 2018
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“Pista ciclabile e riattivazione della tratta ferroviaria Fano-Urbino, due opere compatibili”
di LINO MECHELLI*
URBINO – Il movimento Urbino Città Ideale, in merito alla questione della tratta ferroviaria Urbino Fano, ribadisce il proprio pensiero finalizzato alla sua riattivazione. Lodevole è stato il lavoro della Regione, delle forze politiche, del Governo e del Parlamento incentrato a scongiurare la dismissione e la vendita di tutta l’area di sedime del tracciato, degli impianti e degli immobili, anche in forma spezzettata. Per legge la tratta è stata considerata strategica per lo sviluppo turistico del territorio e su questo ci si augura di trovare totale convergenza di tutti.
Riguardo alla notizia comparsa sui giornali della decisione della Regione di impegnare 4,5 milioni di euro per la realizzazione di una pista ciclabile di vallata è di portata straordinaria, non dobbiamo commettere l’errore di buttare via anche il bambino con l’acqua sporca. Siamo favorevoli alla realizzazione della pista ciclabile che ci collega a una rete di grande interesse turistico e di mobilità. Il progetto della pista deve dimostrare che non pregiudica in alcun modo la possibile riattivazione della tratta ferroviaria Fano Urbino, mantenersi a debita distanza dalla sede e non dovrà occupare in alcun modo l’area di sedime.
I no pregiudiziali non servono, non è la prima volta che si perdono importanti finanziamenti,vedi anno 2008 due milioni per la Data, per mancato accordo sul progetto. In tempi di ristrettezze, lo stanziamento di 4,5 milioni di euro è una manna dal cielo che produce invidia e di fronte a divisioni potrebbero cambiare destinazione .Non servono i personalismi, talvolta percepiti come elementi utili a mitigare il senso di colpa sulla responsabilità, al tempo della sospensione del traffico ferroviario. Le istituzioni, le rappresentanze amministrative dei comuni , sociali e imprenditoriali siano coinvolti in modo fattibile alla discussione e alle decisioni sugli investimenti disponibili, nulla sia calato dall’alto.
Le linee di finanziamento per la riattivazione della tratta ferroviaria Fano Urbino trovano risposta su capitoli e cordate diverse da quelle annunciate dai consiglieri regionali per la ciclabile, diverse per provenienza e consistenza.
Il Movimento si trova e si troverà a fianco di quanti difenderanno la ferrovia Urbino Fano e sosterranno tutte le iniziative concrete per la elaborazione di un progetto fattibile.
In conclusione, per le ragioni esposte in forma assolutamente chiara, vogliamo ribadire che la realizzazione delle due opere infrastrutturali, pista ciclabile e riattivazione della tratta ferroviaria a sostegno del turismo, sono complementari e l’una non esclude l’altra. Noi chiediamo una progettazione di garanzia e della massima trasparenza. Il movimento si tiene fuori dalle polemiche inutili che da troppo tempo impegnano la Città.
*Coordinatore del Direttivo del Movimento Urbino Città Ideale
Da: https://www.laltrogiornale.it/2018/08/pista-ciclabile-e-riattivazione-della-tratta-ferroviaria-fano-urbino-due-opere-compatibili/ del 2/8/2018
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“La Ferrovia Fano Urbino va riattivata” il Pd urbinate interviene dopo le parole di Minardi
14 agosto 2018 - Con riferimento alle dichiarazioni rese a mezzo stampa dal vicepresidente del Consiglio Regionale Renato Minardi in ordine alla possibilità di realizzazione, con i fondi europei, della pista ciclabile sopra i binari della tratta ferroviaria Fano-Urbino, il PD di Urbino sposa le esigenze di cittadini e associazioni impegnate nella salvaguardia e ripristino della ferrovia, pensando nel contempo che la pista ciclabile rappresenti un valore aggiunto e che pertanto debba essere perseguita. A tal fine è necessario che la pista ciclabile abbia una sede idonea e che si svincoli dalla tratta ferroviaria, trovando per essa percorsi idonei e anche più sicuri. Il nostro territorio consente di prevedere la costruzione di piste ciclabili e sentieri turistici attrezzati lungo direttrici diverse e più idonee anche dal punto di vista della sicurezza, rispetto a quella della Ferrovia, che rispondano alle esigenze e alle aspettative di un turismo ambientale, ecologico e culturale. In tal modo verranno superati anche gli ostacoli di tipo legale dettati dalla legge n. 128/2017 di disciplina delle ferrovie turistiche, che prevede la riapertura della tratta ferroviaria Fano-Urbino.
L’Italia sta rischiando, in sede comunitaria, una multa di diverse centinaia di milioni di euro a seguito della prossima conclusione della procedura di infrazione legata al mancato rispetto dei limiti di inquinamento dell’aria da polveri sottili. Per questo motivo, in netta controtendenza rispetto agli ultimi anni, la linea seguita dal PD nazionale e da Reti Ferroviarie Italiane è tutta orientata alla riapertura delle tratte ferroviarie chiuse, nella logica del trasporto integrato treno-bici-bus, con orari e tragitti organizzati secondo lo schema “a raggiera” e con precedenza al trasporto pubblico ferroviario.
Anche il PD urbinate si conforma alla linea nazionale ed è convinto che l’entroterra, per poter crescere, abbia bisogno sia della riattivazione della strada ferrata per collegare la costa con la città ducale, trasformando la tratta per rendere il trasporto più veloce, economico e meno inquinante rispetto all’autovettura, che della pista ciclabile che permetterebbe di incrementare i flussi degli appassionati verso l’entroterra. Nelle altre tratte ferroviarie marchigiane sono stati fatti progetti e importanti investimenti e la nostra Provincia ha diritto a dotarsi di questa infrastruttura, che può vedere uno sviluppo a partire dalla tratta Fano-Urbino, come primo passo per altri percorsi di collegamento su ferro delle zone interne. Sicuramente questo dovrebbe essere visto come un passo verso qualcosa di più ampio, come ad esempio il ripristino di ciò che già esisteva fin dai primi del ‘900, ovvero la tratta Urbino – Fabriano che apriva la strada verso Roma attraverso la linea di collegamento ferrata tra Ancona e Roma.
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Urbino • Vallefoglia
La ferrovia Fano-Urbino gestita da Ami e Adriabus»
La proposta arriva dai movimenti pro Londei L’ex senatore: «Ciclabile compatibile? Bufala»
LA BATTAGLIA
Urbino - «Se toccherà a noi governare - dichiarano i movimenti “Prospettiva Urbino“ e “Nel Bene Comune" che appoggiano il candidato Giorgio Londei alle prossime amministrative di Urbino 2019 - porteremo al Ministero dei Trasporti e alla Regione Marche la proposta che la ferrovia Fano - Urbino venga gestita dalle società Ami e Adriabus in partner con Ferrovie dello Stato anche per integrare meglio turisti e cittadini dalla costa e dall’entroterra. E’ bene tener presente che Ami e Adriabus hanno, nel loro statuto, la gestione della mobilità, concetto nel quale rientra pienamente la ferrovia, naturalmente all'interno di bilanci sani e sostenibili».
«Chi ha il diritto di parlare»
«E’ una bufala dire che la ferrovia e la pista ciclabile siano compatibili - rimarca Giorgio Londei - sono affermazioni di chi per l'ennesima volta vuole che nell’entroterra e per l’entroterra non si faccia nulla, a meno che non si faccia precedere il ripristino della ferrovia alla ciclabile. La tratta Fano – Urbino non va dimenticato è solo una parte dell’obiettivo del ricongiungimento con la tratta Pergola - Fabriano - Roma, che ci faccia uscire dall’isolamento in tempi di saturazione delle autostrade e di rilancio della mobilità su rotaia, ecologica e sostenibile. Non è possibile che a pontificare su tale questione - conclude Londei - siano quelli che ai tempi della chiusura non presero nessuna posizione, mentre gli abitanti della città di Urbino, a cominciare da parlamentari e senatori guidati da Paolo Volponi, unitamente a quelli di Fermignano e Fossombrone, lottarono strenuamente. Sono questi che hanno diritto di parlare ora e di porre finalmente rimedio a quella storica ingiustizia che depauperò un territorio senza significativi vantaggi per l’economia nazionale».
Finanziamento nel mirino
Al grido, al grido: «Non toccate la ferrovia» va all’attacco anche Legambiente Urbino. «La notizia sbandierata dal consigliere regionale del Pd del finanziamento di una ciclabile Fano - Urbino ci sorprende per la rapidità nell’acquisizione dei finanziamenti. quando da anni comunità di cittadini, associazioni, consigli comunali continuano a perorare, finora invano, la causa per il ripristino della ferrovia. Legambiente, come più volte ha ribadito, non è contraria alle ciclabili, anzi. Tuttavia ritiene che questa ciclabile sia combinata male e sia un inutile spreco di soldi ed energie. Il tracciato è adatto per il treno, non per la gente comune che vuol raggiungere una meta di un percorso, isolato e al di fuori di insediamenti abitativi che costtituiscono conforto e sicurezza per il ciclista».
Legambiente
«Ma la cosa che non si può tollerare - rimarca Legambiente - è che ancora una volta il consigliere Minardi presenti la ciclabile per smantellare definitivamente la tratta ferroviaria, quindi il sedime dei binari, perché così “si risparmia". Si continua a perseguire il disegno dello smantellamento della ferrovia, anziché farsi interprete della volontà delle comunità dell'entroterra ed impegnarsi per la realizzazione di quanto deliberato dal Parlamento, che ha inserito la tratta Fano - Urbino tra le ferrovie turistiche da ripristinare. La tratta ferroviaria esistente non si tocca e gli ambientalisti si impegneranno con ogni mezzo per difenderla».
Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico del 13/8/2018
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«La ferrovia va riattivata per collegare Fano a Urbino Pista ciclabile da spostare»
Lorenzo Santi, segretario del Pd replica a Minardi - CONTRARIO «È sbagliato pensare a un percorso per le bici al posto dei binari»
- URBINO- «LA FERROVIA Fano-Urbino va riattivata. La pista ciclabile va fatta su percorsi alternativi»: il Pd urbinate interviene dopo le dichiarazioni di Renato Minardi, vicepresidente del consiglio regionale, sulla possibilità di realizzare, con i fondi europei, la pista ciclabile sopra i binari delia tratta ferroviaria Fano-Urbino. «Sposiamo le esigenze di cittadini e associazioni impegnate nella salvaguardia e ripristino della ferrovia, pensando nel contempo che la pista ciclabile rappresenti un valore aggiunto e che pertanto debba essere perseguita. A tal fine è necessario che la pista ciclabile abbia una sede idonea e che si svincoli dalla tratta ferroviaria, trovando per essa percorsi idonei e anche più sicuri - la soluzione secondo il segretario Lorenzo Santi e la segreteria -. Il nostro territorio consente di prevedere la costruzione di piste ciclabili e sentieri turistici attrezzati lungo direttrici diverse e più idonee, anche dal punto di vista della sicurezza, rispetto a quella della ferrovia, che rispondano alle esigenze e alle aspettative di un turismo ambientale, ecologico e culturale. In tal modo verranno superati anche gli ostacoli di tipo legale dettati dalla legge n. 128/2017 di disciplina delle ferrovie turistiche, che prevede la riapertura della tratta ferroviaria Fano-Urbino». L’Italia sta rischiando, in sede comunitaria, una multa di diverse centinaia di milioni di euro a seguito della prossima conclusione della procedura di infrazione legata al mancato rispetto dei limiti di inquinamento dell’aria da polveri sottili.
PER QUESTO MOTIVO, in netta controtendenza rispetto agli ultimi anni, la linea seguita dal Pd nazionale e da Reti Ferroviarie Italiane è tutta orientata alla riapertura delle tratte ferroviarie chiuse, nella logica del trasporto integrato treno-bici-bus, con orari e tragitti organizzati secondo lo schema «a raggiera» e con precedenza al trasporto pubblico ferroviario. «Anche il Pd urbinate si conforma alla linea nazionale ed è convinto che l'entroterra, per poter crescere, abbia bisogno sia della riattivazione della strada ferrata per collegare la costa con la città ducale, trasformando la tratta per rendere il trasporto più veloce, economico e meno inquinante, che della pista ciclabile che permetterebbe di incrementare i flussi degli appassionati verso l’entroterra. Nelle altre tratte ferroviarie marchigiane sono stati fatti progetti e importanti investimenti e la nostra Provincia ha diritto a dotarsi di questa infrastruttura, che può vedere uno sviluppo a partire dalla tratta Fano-Urbino, come primo passo per altri percorsi di collegamento su ferro delle zone interne. Sicuramente questo dovrebbe essere visto come un passo verso il ripristino della tratta Urbino-Fabriano che apriva la strada verso Roma attraverso la linea di collegamento ferrata tra Ancona e Roma», conclude il Pd di Urbino.
Da: Il Resto del Carlino del 15/8/2018 + Corriere Adriatico del 14/8/2018
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La Fiab Marche: “Il ripristino della ferrovia metaurense è un tema sempre buono da cavalcare in ogni campagna elettorale”
FANO – Dalla FIAB Marche riceviamo questo nuovo contributo: “Si vede che è già iniziata la campagna elettorale per le amministrative 2019! Per questo si fanno più insistenti le richieste di ripristino della ferrovia metaurense, un tema sempre buono da cavalcare per candidati vecchi e nuovi, nonostante importanti elementi abbiano confermato che oggi l’alternativa è tra immobilismo o pista ciclabile.
“Per qualcuno non contano i calcoli costi/benefici, né il disinteresse trentennale di RFI, né l’opinione di numerose associazioni ambientalistiche e culturali, di tanti amministratori pubblici, ecc.; non conta neanche la stessa legge 128/2017 sulle ferrovie turistiche, in cui si legge che la Fano Urbino è classificata come tratta turistica (quindi non per il TPL) solo se il ripristino, il mantenimento in esercizio, la funzionalità e la sicurezza sono “finanziati nell’ambito del contratto di programma con il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale ovvero nell’ambito delle risorse destinate da ciascuna regione all’infrastruttura ferroviaria regionale di competenza”; in sostanza, qualcosa come 150 – 200 milioni di euro da impiegare per alcune corse turistiche all’anno, magari in alternativa al trasporto dei pendolari; ma, giustamente, siccome né RFI né Regione Marche sono in grado di sostenere un carico del genere, si sono cercate e trovate soluzioni alternative.
“Particolarmente attivo è il “partito del no”, con motivazioni sempre meno convincenti e, purtroppo, anche ingiustificabili attacchi personali ai rappresentanti del territorio in Regione che si stanno impegnando per l’unica opera oggettivamente realizzabile a breve medio termine, oltretutto senza precludere alcuna opzione futura: una pista ciclabile di qualità, che non può essere realizzata dovunque come se servisse solo per escursioni domenicali e può benissimo riutilizzare ferrovie dismesse, come prevedono la legge nazionale 2/2018 e la legge regionale 38/2012.
“Ma, evidentemente, in campagna elettorale il facile consenso prevale sugli interessi generali, per esempio quello di garantire la sicurezza sempre a rischio di ciclisti e pedoni almeno tra Fano e Fossombrone, o di sviluppare un turismo sulle due ruote in grado di attirare tantissime persone interessate alla cultura, alla enogastronomia e alla bellezza di territori ancora non stravolti dal turismo “mordi e fuggi”; come dimostrano i positivi risultati non solo economici di chi ha già da tempo investito in questa direzione”.
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FERROVIA L’ASSOCIAZIONE FERROVIA VALLE METAURO FA L’ACCESSO AGLI ATTI E TROVA UNA SORPRESA
«Sottratti i fondi per la Fano-Urbino»
La Regione «rimescola le carte» e cerca di spostare 1,2 milioni sulla ciclabile del Foglia
«ALLA CICLABILE del Metauro vengono sottratti 1,2 milioni di euro a favore di quella del Foglia», l’associazione Ferrovia Valle Metauro lancia l’allarme e propone di riflettere a fondo. «Siamo stati immediatamente dubbiosi su come sia stato possibile ottenere finanziamenti per una ciclabile da costruire sopra i binari della ferrovia Fano-Urbino indicata come Ferrovia Turistica dalla legge 128/2017 del 9 agosto 2017, e non esclusa dalla Regione tra le ferrovie da ripristinare nei tempi prescrìtti dalla legge. Il nostro dubbio era fondato - dicono i rappresentanti di Fvm Da un accesso agli atti è stato possibile verificare che la Regione Marche ha inviato al MIT il 18 dicembre 2017 la richiesta per ottenere i cofinanziamenti derivanti dai Fondi di Sviluppo e Coesione 2014/2020. Con questa nota veniva proposto l'intervento di interconnessione vallivi mediante la ciclovia del Metauro (35 km) e del Foglia (14 km) per complessivi 8 milioni di euro. Nella scheda allegata alla richiesta era specificato chiaramente che: “Lo studio di fattibilità tecnica-economica prevede la realizzazione di parte della ciclovia collocata lungo la Valle del Metauro, in affiancamento al tracciato della linea ferroviaria dismessa Fano- Fermignano-Urbino”. E sottolineiamo “in affiancamento". Questa richiesta quindi non era in contrasto con i dettami della Legge sulle Ferrovie Turistiche.
IL MINISTERO ha concesso il finanziamento di 8 milioni di euro previsti, addirittura la ciclabile del Foglia neanche è menzionata nella delibera CIPE: «Una ciclabile in affiancamento ed asservita alla ferrovia turistica Fano-Fossombrone-Fermignano- Urbino avrebbe potuto essere tra quelle più frequentate e di maggior successo per l’alta valenza storico/paesaggistica/ambientale e comunque da assoggettare alle norme ANSF sulla sicurezza ancora da emettere. A questo punto, però, sono entrate in azione le arti della politica regionale e hanno fatto presente al Ministero che il finanziamento non riguardava solo la Valle del Metauro ma anche quella della Foglia - dice l'associazione sono state inviate al Ministero due nuove schede d’intervento dove i 14 km della Valle del Foglia diventano 20 e i 35 km della Valle del Metauro diventano 50 ma “lungo il tracciato della linea ferroviaria dismessa Fano-Fermignano-Urbino”, guardandosi bene dal citare turistica. Degli 8 milioni di euro concessi inizialmente, in proporzione sarebbero toccati 5,7 milioni per i 35 km alla Valle del Metauro in affiancamento alla ferrovia e23 milioni ai 14km della Valle del Foglia. Nella seconda istanza si cambiano le carte in tavola e alla Valle del Metauro toccano 4,5 milioni di euro rispetto ai 5,7 con distruzione di 50 km di ferrovia turistica e alla Valle del Foglia spettano 33 milioni di euro rispetto ai 23 ce si incrementa la sua pista di 6 km. Questa è un vera e propria sottrazione di fondi: 13 milioni di euro che dalla Valle del Metauro confluiscono verso la Valle del Foglia. Non sono più tollerabili questi comportamenti scorretti. Chi amministra questa Regione, ergendosi a paladino del territorio, dovrebbe vergognarsi e cercare piuttosto di ottenere i finanziamenti richiesti dalla Legge sulle Ferrovie Turistiche che ci riguarda da vicina Invece cercano modi subdoli per distruggere di fatto la Ferrovia Turistica Fano-Urbino e hanno pure l’ardire di far passare una sonora sconfitta per la Valle del Metauro come una vittoria».
ORA SULLA vicenda si scateneranno repliche e controrepliche, ma su questa partita appare sempre più evidente che non tutti dicono sempre la verità. L'associazione Ferrovia Val Metauro sicuramente continuerà a controllare gli atti, ma tutto questo potrà bastare per rivedere il treno che collega Urbino a Fano e alla rete nazionale?
Decida Toninelli
PRIMA o poi qualche località costiera rifarà il lungomare con i finanziamenti per la ferrovia Fano-Urbino. Perché non dovrebbe accadere? In fondo ormai avviene dì tutto attorno a quei poveri binari che dovrebbero servire a Urbino per ricollegarsi decentemente con il mondo, e al mondo per arrivare più facilmente a Urbino. DALL'ULTIMA scoperta fatta dall'associazione Ferrovie Valle Metauro appare sempre più chiaro il disegno dei politici della costa: distruggere i binari, mandare tutti in bicicletta, sfruttare il nome della Fano-Urbino per ottenere finanziamenti e spostarli dove meglio aggrada. DANILO Toninelli, ministro delle infrastrutture e dei trasporti asseconderà le manovre in gran parte del Pd che puntano verso questa direzione? Lo scopriremo presto, il capo del dicastero non è uno che decide in tempi lunghi. E nel caso della Fano-Urbino c’è ben poco da riflettere: la legge per tutelare la ferrovia c’è, i binari (da risistemare) esistono, i ponti sono ancora in piedi
Da: Il Resto del Carlino del 18/8/2018.
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«Nessun euro tolto alla Fano-Urbino Fvm ha letto male le carte ministeriali»
Interviene il consigliere regionale Andrea Biancani: «Fondi trovati da me»
«TROPPA CONFUSIONE» «I soldi assegnati sono per le piste ciclo-pedonali e non per la legge sui treni»
Di Nicola Petricca «NON CI SONO stati spostamenti di fondi da una pista ciclabile all’altra, ma solo la correzione di un errore commesso dal Ministero dei trasporti. Chi la interpreta come una sottrazione di finanziameno sbaglia». Cosi Andrea Biancani, presidente della Commissione regionale ambiente e mobilità, replica all’associazione Ferrovia Valle del Metauro. Fvm aveva denunciato un dirottamento di fondi dalla pista ciclopedonale Fano-Urbino a quella della Valle del Foglia dopo aver visionato la corrispondenza tra Ministero e Regione. Fvm ha parlato di modifica delle schede tecniche consegnate e della ripartizione dei finanziamenti.
Qual è il motivo di questi cambiamenti?
«Il Ministero dei trasporti aveva sbagliato a inserire dei dati e abbiamo dovuto rettificare: si parlava di 25 km di ciclabile invece di 50 tra Fano e Urbino, con 5,7 milioni di finanziamenti, e di 14 km invece di 20 nella Valle del Foglia con 2,3 milioni di fondi. Le cifre definitive, 4,3 milioni per la prima e 3,5 per la seconda, sono quelle che avevamo in mente dall’inizio. Il finanziamento non era in base alla percentuale dei chilometri, semplicemente il Ministero ha fatto riferimento alla e-mail sbagliata e chi ha visionato gli atti ha avuto l'impressione di un nostro cambio di idea in corsa. Non abbiamo sottratto fondi, anzi, li abbiamo trovati».
Nella seconda scheda tecnica inviata si parla di pista ciclabile che sorgerà "lungo il tracciato della ferrovia dismessa". Par questo fvm teme che sostituirà i binari.
«I binari non spariranno. La pista ciclopedonale rientra in un progetto di mobilità sostenibile a livello ambientale e di promozione del territorio che comprende anche la riattivazione della tratta come ferrovia turistica. Della prima si occuperà la Regione Marche, della seconda Rete ferroviaria italiana, ente proprietario dei binari. E a questo proposito vorrei dire una cosa».
Prego.
«Nel 2016 Rfi aveva praticamente venduto una parte della Fano-Urbino a dei privati. La Regione, che molti accusano di non essere interessata alla ferrovia, ha richiesto un incontro immediato con l’ente e con il Ministero facendo stracciare un accordo già fatto per bloccate lo spacchettamento della tratta che, di fatto, avrebbe impedito la realizzazione di qualsiasi progetto futuro».
Le due opere possono convivere?
«Il progetto che abbiamo elaborato per la pista ciclopedonale non preclude la riattivazione detta tratta, anzi. Innanzitutto va detto che la ferrovia turistica non sarebbe aperta tutti i giorni: nei casi già esistenti i treni circolano circa 30 giorni all’anno. Poi si parla di vagoni che viaggiano a una velocità massima di 50 km/h, quindi non ci sarebbero problemi di sicurezza.
Come si procederà?
«Ora che ci sono i fondi accelereremo per mirare a un inizio dei lavori per la pista ciclopedonale. Valuteremo in quale tratto realizzarla, perché non è necessario che costeggi tutti i 50km di ferrovia, e vedremo in che punti, per esempio strettoie o gallerie, dovrà incrociare o allontanarsi dai binari».
A che punto è il ripristino della Fano-Urbino?
«La legge 128 del 2017 l’ha inserita nella lista delle 18 tratte riattivabili come ferrovie turistiche. Solo che i 250 milioni stanziati per risistemare le 14 di quelle ferrovie che sono di proprietà di Rfi sono stati ridotti a 55 e, a livello effettivo, per il 2018 sono solo 20 i milioni disponibili. Inoltre si darà priorità alle tratte sospese rispetto a quelle dismesse, categoria in cui dal 2011 rientra la Fano-Urbino, quindi sarà un processo lungo».
Che ruolo gioca la Regione in quest'opera?
«Come ci è stato chiesto abbiamo realizzato e inviato al Ministero una scheda tecnica. Poi abbiamo chiesto di partecipate al tavolo tecnico nazionale che si aprirà per dare seguito ai decreti attuativi previsti dalla legge. Infine ho contattato l’ingegner Cantamessa, direttore generale della Fondazione ferrovie italiane, per un incontro in cui discutere dei passaggi da affrontare Si farà entro settembre e parleremo anche della pista ciclopedonale. Dopo l’incontro convocheremo tutti i sindaci del territorio per discutere di entrambi i progetti perché voglio che sia un disegno condiviso».
Da: Il Resto del Carlino del 21/8/2018
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Potenziamento delle infrastrutture, lettera del sindaco Ucchielli al ministro Toninelli
21/08/2018 - Il Sindaco Sen. Palmiro Ucchielli scrive al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, On. Danilo Toninelli, per chiedere di elaborare uno studio di fattibilità sul potenziamento delle infrastrutture per il trasporto su gomma e la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali lungo l’asse viario delle valli del Metauro e del Foglia.
Chiede inoltre di valutare, attraverso il medesimo studio, il riutilizzo della già esistente linea ferroviaria Pesaro-Fano-Urbino con l’estensione della stessa a Morciola-Montecchio (Vallefoglia) – Pesaro, al fine di chiudere un cerchio che potrebbe essere utilizzato quale metropolitana di superficie. da Comune di Vallefoglia
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Ferrovia Valle Metauro replica a Fiab: "Altri siti per la pista ciclabile senza distruggere la linea Fano Urbino"
22/08/2018 - Spiace notare che ogni volta che sulla stampa esce una voce diversa dalle idee della Regione, spunta subito dopo un comunicato FIAB Marche che vorrebbe perorare la tesi della pista ciclabile sopra i binari della ferrovia Fano Urbino.
Sappia Fiab Marche che :
1) FVM non ha niente in contrario a che venga fatta la così detta ciclovia intervalliva del Metauro, purché non distrugga la linea Fano Urbino passandoci sopra e asfaltandola.
2) Vi sono innumerevoli altri siti ove eseguire i 35 km di ciclabile finanziata e altrettanto economici; vedasi ad esempio quella suggerita dal presidente dell’Associazione Albergatori Luciano Cecchini che già oltre un anno fa suggeriva di riutilizzare la pista già stradale, esistente lungo gli argini del Metauro dalla foce di Fano fino a Serrungarina ed oltre (veniva usata dai camion per trasportare ghiaia dal Medio Metauro fino al mare). Pista tutt’ora utilizzata dagli amatori e che con poca spesa potrebbe essere riadattata a pista ciclabile in sicurezza. L’aspetto ambientale e di appeal lungo l’asta fluviale è di sicuro più attraente che far viaggiare i cicloturisti, gente che all’ambiente ci tiene, lungo i capannoni delle periferie urbane dell’entroterra.
3) La stessa FVM fin dal 2007 aggiornandolo recentemente, ha predisposto un proprio progetto di pista ciclabile da Fano fino ad Urbino lungo strade secondarie, agricole o vie poco frequentate che, senza disturbare l’infrastruttura ferroviaria, consente di raggiungere le stesse mete della ferrovia sia all' andata che al ritorno. Meglio se si usasse il treno per raggiungere Urbino con bici al seguito e ridiscendere poi comodamente a valle. Ci è stato risposto che non si farebbe a tempo per il 2020 a completare l’opera e si perderebbero i fondi. Quindi per mancanza di una valida programmazione regionale, pur di spendere i 4,5 milioni di € previsti dagli uffici regionali, si preferisce distruggere un’opera che, se ricostruita oggi , costerebbe non meno di 500 M €. Aggiungiamo in risposta a Fiab:
4) Perché si devono quantificare sempre dei costi di ripristino a vanvera ( 150 – 200 milioni)? In quale sede si è stabilita tale conclusione? E' stato redatto un progetto preliminare e da chi? Su quali basi ingegneristiche sono basate queste stime? Se non lo sapete è molto più saggio tacere che esporsi a critiche legittime da parte di esperti del ramo.
5) Si cita sempre la contrarietà di RFI a spendere soldi per il ripristino della Fano Urbino; che ne sapete della nuova tendenza di pensiero sulla gestione delle ferrovie ?
In conclusione:
6) Siete antistorici e negazionisti sul futuro del nostro territorio grazie a questa pervicace insistenza finalizzata alla distruzione della Fano Urbino in favore di una ciclabile. Già i Ministri Franceschini e Delrio , appartenenti allo stesso partito maggioritario dell’attuale giunta regionale (!), nel settembre 2017 con il piano straordinario della mobilità turistica avevano tracciato il solco delle politiche future, in aderenza alla così detta cura del ferro promossa dallo stesso Ministro Delrio del MIT. Questa politica è stata fortemente ribadita dal nuovo Ministro, Danilo Toninelli, che il 31 luglio alla Commissione del Senato, fra l’altro ha affermato :”… l'esigenza di spostare fondi sul ferro significa aumentare gli investimenti soprattutto sulle tratte regionali e migliorare la manutenzione della rete. Fondamentale sarà l’impegno per rendere più efficiente il servizio ferroviario e garantire,in particolar modo ai pendolari, viaggi puntuali, comodi e sicuri.” Stante questo nuovo sentimento favorevole, alla Regione si suggerisce quanto segue:
7) Invece che alimentare sterili diatribe tra ferrovia e ciclabili, perché non si agisce con una seria ricerca di fondi , anche europei, per ripristinare la Fano Urbino che tanto sviluppo porterebbe ai comprensori metaurense e montefeltresco ? Tale strategia è in atto in tutte le Regioni italiane.
da Associazione Ferrovia Val Metauro www.ferroviafvm.it
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Pista ciclabile lungo la ferrovia Fano Urbino: Fiab, "Facciamola presto"
24/08/2018 - Sono uscite le statistiche Istat degli incidenti stradali in Italia nel 2017. Sono cifre spaventose a cui purtroppo siamo assuefatti, una vera e propria strage che ogni anno si consuma per imprudenza, distrazione, controlli inadeguati, ecc.: 174.933 incidenti, 3.378 morti, 246.750 feriti! In particolare, sono morti 254 ciclisti e 600 pedoni, evidentemente soprattutto in città, dove sono concentrati gli "utenti deboli della strada".
Nei paesi più evoluti si sono presi vari provvedimenti in ambito urbano: zone pedonali o a traffico limitato sempre più estese, velocità massima 30km, restringimento delle carreggiate, incentivi per i mezzi pubblici ma soprattutto percorsi sicuri per chi si muove a piedi o bicicletta; e non certo per moda ma perché conviene: si risparmia, si combatte la sedentarietà e si arriva prima nei tragitti brevi.
Di conseguenza, si costruiscono piste ciclopedonali sicure e di grande qualità; si comincia anche in Italia, sulla base del progetto Bicitalia elaborato dalla Fiab e comprendente tra gli altri un percorso da Fano a Grosseto.
Le piste ciclabili non servono solo per andare a passeggio nei giorni festivi, come qualcuno pensa proponendo anche percorsi astrusi in luoghi ameni; sono invece vere infrastrutture, indispensabili per migliorare mobilità, sicurezza, qualità della vita ed appetibilità turistica dei territori; e oggi, in base alla legge 2/2018, hanno la stessa dignità (cioè diritto a finanziamento, manutenzione, ecc.) di strade, autostrade e ferrovie.
Le Marche prevedono di realizzarne una molto importante lungo la Fano Urbino, ferrovia dismessa e non ancora classificata come turistica; serve in particolare nei centri urbani, dove spesso mancano addirittura i più elementari strumenti di sicurezza, i marciapiedi; serve per convogliare verso l'entroterra i flussi cicloturistici che utilizzeranno la Ciclovia adriatica in via di realizzazione dal Friuli alla Puglia; e serve anche per proteggere e conservare gli elementi essenziali di una ferrovia, che già lo scorso anno ha corso il rischio di essere fatta a pezzi e venduta ai privati.
Per questo bisogna fare la pista ciclabile, l’unica soluzione ragionevole di un problema antico; c’è già un progetto di massima e sono state anche trovate le somme necessarie. Facciamola presto! Facciamola bene!
da FIAB Marche
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Fiab: “Urgono piste ciclopedonali sicure, troppi ciclisti e pedoni vittime della strada. Da noi fattibile lungo la dismessa ferrovia Fano-Urbino”
25 agosto 2018 Sono uscite le statistiche Istat degli incidenti stradali in Italia nel 2017. Sono cifre spaventose a cui purtroppo siamo assuefatti; una vera e propria strage per imprudenza, distrazione, inadeguatezza di infrastrutture e controlli, ecc.: ben 174.933 incidenti, con 3.378 morti e 246.750 feriti! In particolare, sono morti 254 ciclisti e 600 pedoni, in gran parte nelle città, dove sono concentrati gli “utenti deboli” della strada e servono quindi provvedimenti strutturali urgenti, come zone pedonali o a traffico limitato sempre più estese, velocità massima 30km, restringimento delle carreggiate, incentivi ai mezzi pubblici ma soprattutto percorsi sicuri per chi si muove a piedi o bicicletta; e non certo per moda ma perché conviene: si risparmia, si combatte la sedentarietà e si arriva prima nei tragitti brevi.
Per questo servono piste ciclopedonali sicure, sia urbane che di lunga percorrenza; per queste ultime i percorsi sono già individuati nel progetto Bicitalia elaborato dalla Fiab. Qualcuno però continua a pensare che le piste ciclopedonali servano solo per andare a passeggio nei giorni festivi in luoghi ameni, magari su percorsi astrusi. Non è così! Le piste ciclopedonali, in base alla legge 2/2018, sono invece vere infrastrutture, indispensabili per migliorare mobilità, sicurezza, qualità della vita ed appetibilità turistica dei territori; hanno quindi la stessa dignità (cioè diritto a finanziamento, manutenzione, ecc.) di strade, autostrade e ferrovie.
La Regione Marche prevede di realizzarne una molto utile e importante lungo la ferrovia dismessa Fano Urbino per la quale sono già pronti un progetto di massima e le somme necessarie; serve nei centri urbani, dove mancano addirittura i più elementari strumenti di sicurezza, i marciapiedi; serve per convogliare verso l’entroterra i flussi cicloturistici che utilizzeranno la Ciclovia adriatica in via di realizzazione dal Friuli alla Puglia; serve anche per salvare e conservare una ferrovia che ha scarsissime possibilità di ripristino e già lo scorso anno ha corso il rischio di essere fatta a pezzi e venduta ai privati. Questa pista ciclabile conviene a tutti. Facciamola presto!
Fiab Marche
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FERROVIA L’INGEGNER RUSSO A BIANCANI
«Si alla pista ciclabile Ma prima i binari»
«NON SIAMO contrari a una pista ciclabile, ma non deve incrociare i binari. In ogni caso l’investimento previsto per quella del Foglia è sproporzionato rispetto a quello per la ciclabile del Metauro». Così l’ingegner Vittorio Russo dell’associazione Ferrovia Valle Metauro risponde al presidente della Commissione regionale ambiente e mobilità, Andrea Biancani, sulla questione dei finanziamenti per le due infrastrutture. Biancani afferma che la ripartizione degli 8 milioni in 4.5 per il Metauro e 3.5 per il Foglia era già decisa e non ci sono state sottrazioni di fondi. «Il problema è che i numeri non mentono: che le due tratte siano lunghe 14km e 35km o 20km e 50km, la proporzione rimane la stessa e non è rispettata dalla distribuzione dei soldi. Se la Regione sostiene che i fondi destinati alle due opere non dipendono da questo, allora chiedo: perché un chilometro di ciclabile lungo il Foglia vale il doppio di un chilometro lungo il Metaro?».
Che problemi ritenete ci siano con questo progetto? «Che in troppi tratti la ciclabile non potrebbe correre in affiancamento ai binari, perché ci sono ponti, strettoie e gallerie. Cercare o creare percorsi alternativi in questi punti richiederebbe numerosi interventi e 4.5 milioni non basterebbero. Perciò temiamo che la ciclabile possa ricoprire tratti di ferrovia facendoli sparire. Oltre danneggiare i binari, questo creerebbe altre due situazioni critiche».
Di che tipo? «Innanzitutto lungo la ferrovia ci sono 80.000 traversine di legno impregnate di creosoto, sostanza che si è scoperto essere velenosa. Se fossero coperte per realizzare la ciclabilè ci sarebbe un abbandono di sostanze tossiche, mentre rimuoverle tutte costerebbe troppo. In secondo luogo, quando la tratta sarà riattivata come ferrovia turistica, seguendo la legge 128/2017, le parti di ciclabile che incrociano i binari dovrebbero essere smantellate, provocando un danno erariale».
Allora qual è la vostra posizione a riguardo? «Che è prematuro parlare di pista ciclabile, anche se fosse in affrancamento ai binari. Questo perché l’Agenzia nazionale sicurezza ferroviaria deve ancora definire le norme di gestione delle ferrovie turistiche, quindi non si saprebbe che criteri seguire per la costruzione. Noi di Fvm siamo convinti che la riattivazione della tratta per il trasporto ordinario sia fondamentale, ma non siamo contrari a una pista ciclabile. Anzi, l’abbiamo inserita nel progetto che abbiamo elaborato e presentato per il recupero della ferrovia».
Di che progetto si tratta? «Riattivazione in chiave turistica, dal costo di 34 milioni, o per il trasporto ordinario, con costo di 87 milioni. Nel progetto si parla anche di una pista ciclabile di 52 km che utilizzi strade poco trafficate limitrofe alla ferrovia e dal costo di 9.5 milioni. Un sistema simile a quello realizzato in Val Venosta». Nicola Petricca
Da: Il Resto del Carlino del 25/8/2018
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FVM: “Alla ciclabile del Metauro vengono sottratti 1,2 milioni di Euro a favore di quella del Foglia”
Nella richiesta della Regione al Ministero si parlerebbe inizialmente di una pista ciclabile affiancata alla attuale Ferrovia Fano-Urbino e non sopra i binari
di Il Metauro 27 agosto 2018 PESARO – Accanto alla ciclabile del Metauro sulla Ferrovia ora spunta il progetto della Regione anche per quella lungo il fiume Foglia. L’Associazione Valle del Metauro ha chiesto l’accesso agli atti in regione per capirci di più e sembrerebbe che parte del finanziamento della ciclabile del Metauro concesso dal Ministero sia stato sacrificato per la ciclabile sul Foglia. Di seguito la nota dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro.
“Siamo stati immediatamente dubbiosi su come sia stato possibile ottenere finanziamenti per una ciclabile da costruire sopra i binari della ferrovia Fano-Urbino indicata come Ferrovia Turistica dalla legge 128/2017 del 9 agosto 2017, e non esclusa dalla Regione tra le ferrovie da ripristinare nei tempi prescritti dalla Legge. E il nostro dubbio era fondato.
Da un accesso agli atti è stato possibile verificare che la Regione Marche ha inviato al MIT il 18 dicembre 2017 la richiesta per ottenere i cofinanziamenti derivanti dai Fondi di Sviluppo e Coesione 2014/2020 . Con questa nota veniva proposto l’intervento di interconnessione valliva mediante la ciclovia del Metauro (35 km) e del Foglia (14 km) per complessivi 8 milioni di euro.
Nella scheda allegata alla richiesta era specificato chiaramente che: “Lo studio di fattibilità tecnica-economica prevede la realizzazione di parte della ciclovia collocata lungo la Valle del Metauro, in affiancamento al tracciato della linea ferroviaria dismessa Fano-Fermignano-Urbino.”
Ripetiamo: la ciclovia era prevista di 35 km in parte “…in affiancamento al tracciato della ferrovia”. Questa richiesta quindi non era in contrasto con i dettami della Legge sulle Ferrovie Turistiche; il Ministero ha concesso il finanziamento di 8 milioni di euro richiesti, addirittura la ciclabile del Foglia neanche è menzionata nella delibera CIPE. Una ciclabile in affiancamento ed asservita alla ferrovia turistica Fano-Fossombrone-Fermignano-Urbino avrebbe potuto essere tra quelle più frequentate e di maggior successo per l’alta valenza storico/paesaggistica/ambientale e comunque da assoggettare alle norme ANSF sulla sicurezza ancora da emettere.
A questo punto entrano in funzione le arti della politica regionale e fanno presente al Ministero che il finanziamento non riguardava solo la Valle del Metauro ma anche quella della Foglia e inviano al Ministero due nuove schede d’intervento dove i 14 km della Valle del Foglia diventano 20, e i 35 km della Valle del Metauro diventano 50 ma “ lungo il tracciato della linea ferroviaria dismessa Fano-Fermignano-Urbino” e….. si guardano bene dal citare turistica(!).
Dunque ricapitoliamo: in una prima istanza degli 8 milioni di euro concessi, facendo le dovute proporzioni, sarebbero toccati 5,7 milioni per i 35 km alla Valle del Metauro in affiancamento alla ferrovia e 2,3 milioni ai 14 km della Valle del Foglia.
Nella seconda istanza si cambiano le carte in tavola e alla Valle del Metauro toccano 4,5 milioni di euro rispetto ai 5,7 con distruzione di 50 km di ferrovia turistica e alla Valle del Foglia spettano 3,5 milioni di euro rispetto ai 2,3 e si incrementa la sua pista di 6 km. Ma le proporzioni sono sempre le stesse e quindi mancano sempre al Metauro 1,2 milioni di Euro.
In una replica pubblicata sulla stampa locale il 21 agosto il consigliere regionale Biancani chiarisce che le cifre 4,5 milioni di euro e 3,5 milioni di euro erano quelle che avevano in mente e non dipendevano dai chilometri. Ci chiediamo allora: perché un km di ciclabile lungo il Foglia vale il doppio di un km di ciclabile lungo il Metauro?
Chi amministra questa Regione, ergendosi a paladino del territorio dovrebbe cercare piuttosto di ottenere i finanziamenti richiesti dalla Legge sulle Ferrovie Turistiche che ci riguarda da vicino. Invece cercano modi subdoli per distruggere di fatto la Ferrovia Turistica Fano Urbino e hanno pure l’ardire di far passare una sonora sconfitta per la Valle del Metauro come una vittoria!”
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Lettera inviata al ministro: «Toninelli, salvi la ferrovia»
L’associazione vuole evitare la ciclabile Fano-Urbino
MISSIVA «Le decisioni sul suo destino non possono essere lasciate alla discrezione dei politici locali»
NO ALLA pista ciclabile sulla Fano-Urbino: la Ferrovia Valle Mctauro chiede aiuto ai ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Da qui la decisione di scrivergli una lettera aperta, già inoltrata alla segreteria del ministro, per fermare la «scellerata, inutile e dannosa soluzione* di trasformare in ciclabile i 43 chilometri della Fano-Urbino. Nella missiva sì chiede «la convocazione di un tavolo tecnico per assumere decisioni che non pregiudichino l'infrastruttura (anche in previsione di una riapertura della Fano Urbino come ferrovia per il trasporto pubblico locale) in pieno accordo con la politica del ministro volta a favorire le zone disagiate ed il pendolarismo».
«ULTIMAMENTE - è scritto nel documento - si addensano nere nubi all'orizzonte della Fano-Urbino in quanto la Regione ha inserito tra le piste ciclabili intervallive quella del Metauro (fondi Cipe). Inoltre tutti i politici locali (area Pd) si stanno affannosamente spendendo per trasformare la ferrovia in una ciclabile - continua la lettera aperta -. Infine si è assistito al grave danneggiamento del tracciato con l’eliminazione, nel tratto fanese, di oltre trenta metri di binario a causa di una strada (compensativa alla terza corsia dell'A14 Adriatica, a cura dì Autostrade), ignorando le specifiche norme di intersezione strada-ferrovia».
E ANCORA: «Una ferrovia è questione nazionale e le decisioni sul suo destino non possono essere lasciate alla discrezione dei politici locali. La ferrovia Metaurense rappresenta un patrimonio dello Stato e del popolo italiano: il valore consolidato di 48 chilometri di linea, che va ben oltre i 500 milioni di euro, esige che non si possa e non si debba disperdere a cuor leggero un capitale di tal portata. Di una ferrovia che colleglli la costa e l'entroterra hanno bisogno Pesaro e Fano, città che troppo spesso superano i limiti delle PM10, ed i cittadini delle aree interne». an. mar.
Da: Il Resto del Carlino del 30/8/2018
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Fiab: “Per la Fano Urbino la Regione Marche ha trovato la soluzione giusta: pista ciclopedonale”
2 settembre 2018
Per la Fano Urbino la Regione Marche ha trovato la soluzione giusta: si conservano sedime, binari e traversine e, in attesa che si creino le condizioni per un eventuale ritorno del treno (in un futuro comunque lontano) si realizza una pista ciclopedonale per la quale sono stati anche individuati i finanziamenti.
Questa scelta non è improvvisata ma frutto di una legge regionale (38/2012), di una corretta programmazione e di un ragionamento logico: in 31 anni, nonostante gli sforzi, la ferrovia non è stata ripristinata per costi elevatissimi, problemi urbanistici, scarso bacino di utenza, concorrenza di mezzi più flessibili e meno costosi, disinteresse delle Ferrovie, ecc.; la stessa legge 128/2017 sulle ferrovie turistiche, da qualcuno considerata preparatoria del trasporto pubblico locale, non apre grandi prospettive; infatti, prevede una classificazione solo come tratta turistica e “a condizione che” risultino finanziati ripristino, mantenimento in esercizio, funzionalità e sicurezza (art. 2.3 e 4.2), “senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica” (art. 11.1); inoltre, in base all’art. 6.2, l’Agenzia Nazionale Sicurezza Ferrovie ha emanato le condizioni di sicurezza della circolazione dei treni turistici; per le ferrovie dismesse come la Fano Urbino sono molto severe; tra l’altro, gli stessi livelli di sicurezza delle linee commerciali e, in assenza di dispositivi automatici, arresto del treno nei PL incustoditi e ripartenza dopo verifica del macchinista che personale opportunamente istruito abbia chiuso manualmente l’attraversamento. Di conseguenza, oggi la Fano Urbino non è una ferrovia turistica; lo potrebbe diventare solo se Regione o RFI impiegassero 150/200 milioni per fare (a costi folli) ogni anno alcune corse turistiche in treno, magari a scapito dei pendolari.
Se non bastasse, il presidente delle FS storiche Mauro Moretti lo scorso febbraio ha detto: “difficilmente tutte le linee elencate all’articolo 2 della L. 128/2017 potranno avere un futuro come ferrovie turistiche”; il riferimento era soprattutto a 5 linee dismesse per le quali, secondo la responsabile asset funzionali RFI, si dovrebbe decidere cosa fare “valutando in particolare quelle che difficilmente verranno ripristinate, che indica: – Fano – Urbino ...”. Ma, per prudenza, ha fatto bene la Regione a non richiederne l’esclusione dalla lista inserita nella legge suddetta e a prevederne nell’immediato l’uso ciclopedonale.
Ciò nonostante, si continua a sminuire il valore ambientale, sociale ed economico di questa ciclabile, con motivazioni fragili; per esempio: “non si deve fare sui binari” (lo consentono la l.n. 2/2018 e la l.r. 38/2012; in Italia finora ne sono state fatte almeno una sessantina); “si distrugge per sempre la ferrovia” (al contrario, la si conserva e protegge, evitando che venga venduta a pezzi, come già poteva fare RFI di recente); “treni e bici sugli stessi binari non sono compatibili” (in questo caso sì, visto che almeno a medio termine non è prevista la presenza di treni turistici che oltretutto farebbero solo alcune corse l’anno; sarebbe inaccettabile impedirne l’uso quotidiano a ciclisti e pedoni, in particolare dove mancano addirittura i marciapiedi); “si può fare lungo il Metauro” (come se la bici servisse solo per lo svago in luoghi ameni e non come mezzo di trasporto); “costa molto” (il costo è assolutamente sostenibile, secondo fonti insospettabili solo 9,5 milioni in zone meno favorevoli); “non avrà manutenzione” (ne avrà diritto come ogni strada pubblica); “è un inutile spreco di soldi ed energie” e “non favorisce l’economia” (in Europa la bici muove decine di miliardi di €, milioni di turisti ed è il veicolo privilegiato nelle nazioni più civili perché tra l’altro fa risparmiare spese sanitarie, migliora la qualità della vita e incrementa il valore degli immobili). Sottovalutato anche il miglioramento della sicurezza stradale; negli ultimi anni numerosi ciclisti e pedoni sono stati vittime di incidenti gravi, alcuni mortali, proprio per la mancanza di una pista ciclopedonale; lungo la ferrovia dismessa correrebbero al sicuro le biciclette, non i treni, vista la condizione tutta da verificare di ponti e gallerie; la “cura del ferro”, se prescritta in modo indistinto e inappropriato, può avere effetti negativi!
Inoltre, dal Friuli alla Puglia sta nascendo la ciclovia adriatica e si sta diffondendo la bici elettrica; ciò favorirà la risalita verso l’interno collinare e nella valle del Metauro si può utilizzare un sedime abbandonato, separato dal pericoloso traffico a motore, per 43,2 km quasi pianeggiante, quindi ideale anche per la viabilità ciclistica di lunga percorrenza già inserita nella rete nazionale della FIAB (Bicitalia) e recepita dalla l.n. 2/2018; invece, nei 5,4 km con pendenza del 25 ‰ di grande valore paesaggistico da Urbino a Fermignano, qualche investitore privato potrebbe attivare il ferrociclo, la bici sui binari che all’estero ha un certo successo turistico.
Per questo l’alternativa vera è tra immobilismo o la ciclabile auspicata dalla maggioranza delle associazioni ambientalistiche e culturali, da cittadini e amministratori, anche quelli che “devono” dichiararsi contrari per calcoli elettoralistici.
Per questo conviene a tutti realizzare una pista ciclabile che non preclude alcuna opzione futura e porta enormi vantaggi a mobilità, sicurezza, qualità della vita, ambiente ed economia della valle del Metauro.
FIAB Marche
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Circolo Nuova Fano: “La riattivazione della Fano Urbino: una risorsa che non si può sostituire con una pista ciclabile”
3 settembre 2018 - Il vice presidente della Regione Marche Renato Claudio Minardi insieme al suo PD vogliono costruire sopra la linea ferroviaria Fano – Urbino una pista ciclabile con un investimento enorme di oltre 4 milioni di euro che potrebbero essere spesi per iniziare a mettere in sicurezza la struttura della linea e guardare al futuro ecosostenibile di quella stessa tratta . Anche questa volta il PD da continuità al progetto del già Presidente della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci ora Sindaco di Pesaro: costruire sopra le stesse rotaie una pista ciclabile e in questo modo affossare il possibile ripristino della linea ferroviaria. Purtroppo è l’ennesima prova che ci troviamo difronte a degli amministratori, del PD, incapaci di guardare il futuro del territorio. Il Circolo Nuova Fano, attraverso i suoi referenti Stefano Pollegioni, Roberta Castellini, Gaiardi Mosè e Achille Cacace, ritiene che la riattivazione della tratta ferroviaria sia una enorme risorsa per il territorio è per questo ne è pienamente a favore. Abbiamo, dichiarano, molti esempi positivi nel territorio Italiano. Questo non precluderebbe affatto la possibilità di prevedere una pista ciclabile parallela. Riattivare la ferrovia Fano – Urbino offrirebbe degli enormi vantaggi garantendo una nuova mobilità eco-sostenibile da e verso l’entroterra il cui uso di molti porterebbe meno traffico auto con la diminuzione delle polvere sottili. Non dimentichiamo la forte vocazione turistica delle due città capolinea: Fano è la terza città delle Marche e Urbino non rappresenta solo una città universitaria ma é anche Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Riattivare la ferrovia creerebbe un incredibile asse viario che favorirebbe in maniera decisa l’incremento turistico ed economico non solo di 2 grandi città marchigiane, ma di tutte quelle stupende realtà situate lungo la direttrice ferroviaria. Pensiamo agli studenti universitari che non avrebbero più il problema di dover attendere ore per prendere un mezzo e tornare nelle proprie abitazioni (molti studenti evitano la scelta di Urbino proprio per il problema dei mezzi di trasporto) . Gli abitanti dei territori percorsi dalla città ducale fino a Fano che possono usare il trenino per andare al mare o per raggiungere il posto di lavoro oppure frequentare i mercati e le iniziative dell’entroterra e della città di Fano senza dover essere costretti all’uso della autovettura. Siamo meravigliati, positivamente, che il PD di Urbino abbia bocciato la pista ciclabile del Consigliere Regionale nonch’è V. Presidente della Regione Minardi mentre nelle battaglie passate, per la riattivazione della linea ferroviaria, hanno invece sostenuto gli ordini di partito . Non vogliamo pensare che avvicinandosi alle elezioni amministrative accadano miracoli. Ora vogliamo vedere se la posizione del PD di Urbino abbia una continuità perché non basta una esternazione giornalistica ma ci vogliono fatti concreti per essere credibili . Chissà se saranno già stati imbavagliati dagli ordini superiori di partito ? il successivo silenzio ci fa pensare! Forse creare un fronte comune tra tutti i politici favorevoli potrebbe essere una via da percorrere !! Questo richiederebbe un’azione condivisa e lo spogliarsi del proprio abito politico e della propria visibilità. Sappiamo che tale percorso è estremamente indigesto ma di sicuro effetto. In passato abbiamo visto vari rappresentati regionali, provinciali, comunali schierarsi apertamente, a favore della Fano – Urbino , ma in maniera troppo isolata e soggettiva che poi non ha portato frutti. Ci auguriamo, quindi, che tutti gli amministratori della provincia di Pesaro Urbino si uniscano, all’Associazione FVM (Ferrovia Val Metauro ) che si è sempre contraddistinta per l’encomiabile battaglia a favore della ferrovia in un’unica voce favorevoli al ripristino della tratta ferroviaria facendo un passo indietro sacrificando il proprio consenso personale. Sarebbe sicuramente una grande testimonianza per tutti.
Per il Circolo Nuova Fano - Stefano Pollegioni, Roberta Castellini, Mosè Gaiardi, Achille Cacace
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5 STELLE INCONTRI
Piergiorgio Fabbri “pedala veloce” verso i problemi
Urbino - PIERGIORGIO Fabbri percorrere 300 chilometri in biciccletta su e giù per la provincia per incontrare i cittadini e segnalare esempi di mala gestione di strutture pubbliche ma, anche eccellenze del territorio. Movimento è l’iniziativa che «ho creato per raccogliere le esigenze delle persone che abitano il nostro stupendo territorio, e dare voce alle battaglie combattute dai gruppi 5 Stelle attivi in provincia – spiega il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle -. Da ieri all’8 settembre percorrerò le 4 valli della provincia partendo da Carpegna e dopo aver attraversato i numerosi centri abitati che popolano le valli del Conca, del Foglia, del Metauro e del Cesano giungerò a Cagli chiudendo l'avventura al Castello dì Frontone; toccherò i centri costieri di Gabicce Mare, Pesaro (oggi) Fano e Marotta, e visiterò anche i 2 comuni 5 Stelle di Montelabbate e Fossombrone».
NEI NUMEROSI sopralluoghi che i gruppi pentastellati hanno proposto, saranno trattati molti temi, primo tra tutti quello della sanità: «Esporremo la difficile situazione relativa agli ex ospedali di Sassocorvaro, Fossombrone, Cagli e Pergola; evidenzieremo la scarsa manutenzione delle strade che si inerpicano per le nostre colline, valuteremo le opportunità offerte da una possibile riaperture della ferrovia Fano-Fermignano-Urbino, e i percorsi delle auspicate piste ciclabili che risaliranno le valli del Foglia e del Metauro (senza pregiudicare i binari ferroviari); ci interesseremo della gestione delle acque della diga di Mercatale e delle acque profonde del fosso Burano; valuteremo l'inadeguatezza delle scogliere di Fano e Marotta, poi rifiuti, scuole, archeologia, turismo, agricoltura, cultura - continua Fabbri. Ho invitato i sindaci dei Comuni che attraverserò. Saranno presenti anche alcuni parlamentari marchigiani e l’eurodeputata Laura Agea che parteciperà agli incontri nel fine settimana. Sul mio sito www.piergiorgiofabbripolitico.it/movimentando/ tutti i dettagli delle 6 tappe».
Da: Il Resto del Carlino del 4/9/2018
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«Stazione ferroviaria tra le peggiori che ho visto Un calvario fare il biglietto»
La protesta di una turista di Reggio Emilia
I BAGNI «Non hanno nulla di igienico, indegni di una città turistica e accogliente qual è Fano»
FERMATA Sono molte le segnalazioni di cittadini che periodicamente denunciano il degrado e la scarsa sicurezza in stazione
«AVETE una stazione ferroviaria da terzo mondo». E' un pessimo biglietto da visita per chi arriva in città in treno quello descritto da Silvia, 42enne dipendente comunale della provincia di Reggio Emilia, che venerdì scorso è venuta a Fano per un week end al mare, contando sull’ospitalità di alcuni amici. «Domenica - racconta la donna - mi sono fatta accompagnare alla stazione ferroviaria alle 18.15, in largo anticipo rispetto al treno delle 18.43 che avrei dovuto prendere. Perché per esperienza, ovviamente negativa, conosco bene il calvario che è fare il biglietto La domenica alla stazione di Fano». Sono molte le segnalazioni giunte in redazione sul degrado generale della stazione: biglietteria chiusa nei giorni festivi, carenza di servizi, parapetti in vetro rotti, pavimentazione sconnessa, bagni sporchi. Silvia ne ha messe un po’ nero su bianco.
«LA BIGLIETTERIA di sportello era ovviamente chiusa - dice con ironia la 42enne perché tenerla aperta visto che Fano è solo la terza città delle Marche e ha di sicuro un rilevante afflusso turistico che chiede un servizio ferroviario degno di questo nome? L’edicola (che, secondo il cartello esposto, vende biglietti ferroviari) era chiusa perché non sia mai che uno si prenda un giornale nell’attesa del treno. Delle due macchinette automatiche erogatrici di biglietti, una era spenta: lascio immaginare la fila nell’altra. Arrivato il mio turno, sul monitor compare la scritta che il resto erogato è di massimo 5 euro: dovevo pagare 13 euro e ne avevo 50 - prosegue la donna -. Il mio bancomat però non lo legge, proprio come alla ragazza che mi aveva preceduto e che alla fine ha pagato cash. Dopo 3 tentativi (e spazientando giustamente quelli dietro di me che a loro volta avevano fretta) abbiamo passato la carta ‘miracolata’ della mia amica». Letta.
NELL’ATTESA del treno Silvia ha avuto anche la necessità di andare ai servizi igienici. «Invito i fanesi a vedere quanto hanno di igienico. Nulla. Sarebbe auspicabile assumere persone che in modo sistematico e continuativo li puliscano». Non è fantascienza. «Alla stazione di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma ci sono dei bagni pulitissimi dove, pagando un euro, si ha un ottimo servizio: degni di una città accogliente e comoda per turisti e pendolari». Non è la prima volta che Silvia nota e fa notare questo disservizio, tutto fanese. «Avevo già segnalato la cosa al sindaco e ai dirigenti regionali di Trenitalia » rivela, allegando le mail -. Il sindaco si è guardato bene dal rispondere (e questo alla faccia di tutte le normative sull’accesso e la trasparenza che prevedono che si risponda alle istanze e segnalazioni dei cittadini) mentre Trenitalia ha risposto che, secondo il check fatto, non si riscontravano disservizi o funzionamenti irregolari». Due comportamenti che le hanno fatto salire la mosca al naso. «Conosco Fano e il suo delizioso centro storico. Per l’impatto turistico e tutto l'introito economico che ne deriva, credo che si meriterebbe delle infrastrutture migliori. Gli operatori economici, quelli delle strutture ricettive e balneari dovrebbero indignarsi. Sbagliano se pensano che non li riguardi: un buon collegamento ferroviario certamente aumenterebbe la visibilità della città». Tiziana Petrelli
Da: Il Resto del Carlino del 12/9/2018
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venerdì 21 settembre 2018 10:10
Rete ciclabile regionale: subito 46,3 milioni di euro per collegare, con la mobilità dolce, entroterra e costa
Fondi Europei Infrastrutture e Trasporti In primo piano
Uno sviluppo “a pettine” che collega le aree interne con la fascia costiera. È lo schema della Rete ciclabile regionale per lo sviluppo della mobilità ciclistica marchigiana. È stato illustrato, oggi, in conferenza stampa, dal presidente Luca Ceriscioli e dalla vicepresidente Anna Casini, in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile. Prevede un investimento di 46,3 milioni di euro che consentirà la realizzazione di ulteriori 247 km di ciclabile, per un totale di 432 km di percorsi disponibili: più del doppio di quelli già esistenti (162 km).
“Si tratta di un bel salto di qualità. Fa delle Marche una regione importante che sa coniugare un paesaggio straordinario a una mobilità dolce che si lega perfettamente alla bellezza del territorio”, ha commentato il presidente Ceriscioli. “Nelle Marche si parte con un piano veramente ambizioso e, inoltre, siamo capofila nella realizzazione della Ciclovia adriatica: nella pianificazione nazionale, rappresenta una infrastruttura con pari dignità rispetto a quelle viarie tradizionali. Unisce Trieste a Santa Maria di Leuca, in Puglia, con uno sviluppo di 1.300 Km e il coinvolgimento di sette regioni adriatiche. Per i collegamenti a pettine verso l’interno, la Regione sarà a fianco dei Comuni sia nella progettazione che nella realizzazione. Inoltre i Rup (Responsabili unici del procedimento) saranno dipendenti regionali”, ha ribadito la vicepresidente Casini.
Quello avviato dalle Marche, ha proseguito Ceriscioli, “è un progetto complessivo, di rete, molto ampio, che segna un cambiamento profondo di strategia e di sviluppo: non si tratta più di realizzare un tratto che collega due punti mappali, ma una vera e propria rete che va a unire gran parte del territorio. Raddoppiamo i tracciati esistenti con un progetto ulteriormente implementabile fino alla completa realizzazione dei percorsi. Costruiamo un’opportunità importante per il turismo, collegando le bellezze delle aree interne all’attrattività della costa. Sono piste che ci parlano d’ambiente, senza impattare sulla sostenibilità”. È anche un “modo democratico - ha concluso il presidente - di convivere con la bicicletta, perché permette alle persone di tutte l’età di utilizzarla. I 432 km di percorsi presto disponibili coprono la stessa distanza che c’è tra Ancona e Milano o con Bari o Napoli. Distanze, all’interno delle Marche, da percorrere con la velocità della bici, ideale per gustare le bellezze del territorio”.
Il progetto di ciclovia delle Marche, ha evidenziato Anna Casini, “si sposa bene con l’obiettivo regionale di puntare sulla qualità, sia se si parla di agricoltura o paesaggio, che dei centri storici e di mobilità. Il sistema Marche si sta delineando secondo le direttrici che l’amministrazione regionale ha progettato nel suo programma di governo”. Il sistema delle ciclovie marchigiane prevede la realizzazione di una rete di infrastrutture ciclabili, interconnesse tra loro e con il sistema di trasporto pubblico locale, ferroviario e automobilistico. Una rete integrata con parcheggi dedicati, nodi di scambio intermodali, velostazioni, bike officine, punti di informazione cicloturistica e ristoro. L’obiettivo è contribuire a ridurre l’inquinamento, a rilanciare le città, a promuovere una migliore fruizione del territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale.
Le principali direttrici di sviluppo coinvolgono la litoranea (individuata come Ciclovia adriatica, nell’ambito del progetto nazionale delle ciclovie turistiche) e le dodici vallate regionali attraversate dai fiumi: Foglia, Matauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, Ete Vivo, Aso, Tronto. La Regione dispone già di 46,3 milioni (oltre 17 milioni europei del Por Fesr e più di 29 nazionali del Fondo di sviluppo e coesione) che assicureranno la realizzazione di 247 km di ciclabili. Al tratto marchigiano della “Adriatica” sono destinati altri 4,4 milioni di fondi ministeriali. Si sommano ai 6 milioni Por Fesr stanziati dalla Regione con un recente bando che consente di realizzare 58 km di tracciato, coinvolgendo 21 comuni raggruppati in sei progetti
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Persone – La storia di Alfonso Parente
Il ferroviere che nel 1987, suo malgrado, eseguì la chiusura della stazione di Urbino
Era un sostenitore della tratta metaurense che univa l’entroterra con la costa adriatica. Entrò in polemica con l’allora ministro dei Trasporti Signorile, autore del decreto di sospensione. Anche il padre Vito, i fratelli Felice e Gismondo, tutti di origini campane, erano ferrovieri. La testimonianza di Antonio Parente, figlio di Alfonso, che non ha seguito le orme dei suoi familiari.
Di Silvano Stella
Una data storica, purtroppo negativa: domenica, 31 gennaio 1987, Cioè, 31 anni e 8 mesi fa. Alfonso Parente, 63enne, è di turno alla stazione ferroviaria di Urbino. Chiavi in mano, ha l’ingrato e spiacevole compito/ordine di chiudere l’ufficio e tutta la struttura ferroviaria, Fine della tratta, della cosiddetta “Metaurense”, da Urbino a Fano. Toccando le stazioni di Fermignano, Canavaccio, Calmazzo, San Lazzaro di Fossombrone, Fossombrone, Montefelcino-lsola del Piano, Tavernelle-Serrungarina, Calcinelli-Saltara, Lucrezia-Cartoceto, Rosciano, Fano. Piaceva tanto anche al rettore dell’Università Feltresca, Carlo Bo. e a tanti letterati e scrittori che l’hanno utilizzata. Tra i quali l’istriano Fulvio Tomizza e il romagnolo Tonino Guerra.
GENERAZIONE FERROVIERI
Ma chi era, vi chiederete, Alfonso Parente? Un signore di bell’aspetto. Altezza media, occhiali da vista, fronte spaziosa. Tono di voce caldo e lessico lievemente meridionale. Lui, infatti, veniva da Castellamare di Stabbia, provincia di Napoli, dov’era nato nel 1924. Era approdato a Urbino nel 1956, dopo aver vinto il concorso per entrare a far parie dell’umano pianeta ferroviario. La scelta di entrare in ferrovia non è casuale. Anche il padre, Vito, era ferroviere al compartimento di Napoli. Così come due suoi fratelli, Felice e Gismondo: il primo a Trieste, component del personale viaggiante, e il secondo a Napoli, compartimento del personale non viaggiante. Come si dice in questi casi? Parente, autentica e felice generazione di ferrovieri.
DA URBINO A LUCCA E TERNI
Quando si dice il destino. Definito, anche, casualità. Alfonso Parente vede rinascere e morire la Urbino- Fano. Perché nel 1956 la tratta riprende la piena attività dopo i bombardamenti e l’interruzione bellica (1943) e la lenta riapertura (dal 1948 al 1956). Ma nella prima fase, come i treni, anche lui viaggia, da una città all’altra, da un compartimento all’altro. Dapprima lascia Fossombrone, dove risiede, e si trasferisce a Lucca (1958). E poi, dalla Toscana, va in Umbria, esattamente a Terni (1969). Sempre come dirigente addetto alle stazioni.
RITORNO A FOSSOMBRONE
Eppure la Urbino-Fano gli resta profondamente nel cuore. Per diversi, plausibili motivi. E fa di tutto per tornare dov’era partito (1973: Pesaro. 1978: Fano. 1980: Urbino). Si stabilisce, nuovamente con la famiglia, a Fossombrone. E da lì, ogni mattina, si alza alle 4,30: in auto raggiunge Urbino per dare il via al primo treno in partenza. Considera quella tratta come casa sua. La conosce in tutti i suoi risvolti: sociali, economici, ambientali, artistici. Perché la utilizzano lavoratori, studenti, insegnanti e stranieri. Con i quali Alfonso ha felici rapporti. Si sente, in altre parole, “uno di loro”. È contrario alla chiusura, più volte annunciata e infine attuata. Quando non c è più nulla da fare, intervistato, esprime il suo dissenso davanti alle camere televisive. Si rivolge al ministro Signorile con toni invero polemici. Non abituali, secondo il suo stile etico e comportamentale. I familiari sono preoccupati: “Lo sai che rischi di perdere il lavoro?”. Alfonso, tranquillo, risponde: ”Niente paura: da domani sono in pensione”.
PREGIO CULTURALE E PAESAGGISTICO
La narrazione al cronista è del figlio di Alfonso, Antonio. Che non ha seguito le orme del padre, del nonno e degli zii. Dunque: niente ferrovie, niente stazioni, niente treni. Ha invece scelto di fare il geometra. Ma anche lui, nato a Fossombrone negli Anni Cinquanta e ora residente a Fano, ha la Metaurense nel cuore. Sostiene Antonio, barba folta, intercalare lucido e disinvolto, mentre sorseggia una bibita in un caffè nella fanese Sassonia: “Nella memoria lunga, quella che si consegna da una generazione all’altra, c’è un ampio spazio per il treno Urbino-Fano. Rammento la sofferenza di mio padre quando fu costretto a chiudere la stazione di Urbino. Ora la tratta, per il suo ripristino, è inserita nella Legge 128/2007. È considerata una delle più interessanti per il pregio culturale e paesaggistico. Non solo: riattivarla significherebbe togliere dall’isolamento molti paesi, finiti nell’oblio nonostante lo smisurato incremento del traffico sulle gomme. La soluzione è nelle mani della politica. Personalmente mi auguro di compiere un tuffo nel mio lontano passato. E di rivedere la fischiettante Littorina viaggiare sui binari che dalla marittima Fano conducono alla collinare Urbino”. A quando, dunque, un’altra data storica, stavolta positiva? Quella, s’intende, della nuova riapertura della strada ferrata Metaurense. Che resta, dopo tanti anni, nel limbo delle numerose - in Italia - opere pubbliche misteriosamente sospese. In attesa di chissà quale svolta epocale.
IDENTIKIT DELLA FANO- URBINO
Lunghezza: 48,750 Km
Prima apertura a tratte: Dal 1898 Al 1916
Prima chiusura: 1932
Riapertura: 1932
Seconda chiusura (motivi di guerra); 1943
Seconda apertura a tratte: dal 1948 al 1956
Ultimo Gestore: Ferrovie Dello Stato
Elettrificazione: No
Scartamento: Ordinario
Da: Il Giornale del Metauro n. 206 - Settembre 2018
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MODELLI/ COSA FANNO GLI ALTRI
ALTROVE LE FERROVIE LOCALI RIVIVONO MA LA FANO-URBINO RESTA NELL'OBLIO
di Silvano Stella
Ogni Un fantasma s'aggira lungo la Valle del Metauro. Il fantasma si chiama tratta ferroviaria, meglio ex tratta, Fano - Urbino. Chiusa nel lontano gennaio 1987. E mai più riaperta. TI fantasma, dunque, permane nel suo naturale habitat. Nonostante pressioni, invocazioni, desideri, sogni , necessità di cittadini e associazioni. Insomma: di chi avrebbe potuto - e potrebbe - utilizzarla. Ma la politica, si sa, non vede e non sente.
EX RAMI SECCHI
Tutto questo - e altro – mentre altrove hanno riattivato le cosiddette linee locali. Conosciute, anche, come rami secchi. Un po' ovunque, a macchia d'olio: Nord, Centro, Sud: zone, territori, città, paesi sono tornati alla vita. 1 mitici trenini hanno ripreso a correre sui vecchi e nuovi binari. Stazioni allo sbando sono state ristrutturate, rinnovate, riaperte. Dopo decenni di squallido isolamento e abbandono. E migliaia di persone – cittadini normali, operai, professionisti, studenti, turisti - ora le frequentano quotidianamente. A discapito, o in alternativa, al trasporto su gomma.
ON THE ROAD
Giacché si parla di treni, iniziamo il viaggio, una sorta di On The Road sulle rotaie, col permesso di Jack Kerouac, dal profondo Nord. Esattamente dal Trentino Alto Adige. Dov'è stata riattivata la linea Trento - Malé - Marileva. E dove sono attivi ben 18 elettrotreni apprezzati da pendolari e turisti. Non solo. La tratta è stata prolungata di oltre I O chilometri ad alta quota per raggiungere gli impianti sciistici di Marileva. 30 MILA PENDOLARI. E dal Trentino Alto Adige trasferiamoci, sempre sui binari, alla Lombardia. Nella regione economica più potente d'Italia, c'è stato un autentico revival. La Saronno - Seregno era stata inattiva per 54 anni. Alla ripresa, avvenuta qualche anno fa, ha fatto registrare qualcosa come 30 mila pendolari al giorno. Numeri da capogiro anche per la breve Bergamo - Albino, soltanto 10 chilometri: dal 2010 ad oggi, su questi binari e in quelle stazione sono transitati ben 22 milioni di passeggeri. Molti paesi sono rinati e molte imprese si sono trasferite nelle vicinanze delle stazioni.
TRENO PIÙ VELOCE DEL PULLMAN
Scendiamo al Centro e fermiamoci in Toscana. Dove il treno della Cecina (Livorno) - Volterra (Pisa) va per così dire a gonfie vele. Nel senso che va più forte dei pullman: 33 minuti contro 40. E questo grazie ai miglioramenti, 15 chilometri di binari, attuati dalla Regione Toscana.
GARGANO: TRENO : ECONOMIA
Dana Toscana alla Puglia. LA Foggia-Lucera, 21 chilometri, era stata chiusa per 42 anni . Riaperta nel 2009 con un treno estremamente moderno, che ospita 300 persone, trasporta ogni giorno circa 3000 passeggeri (56 corse). Da Foggia raggiunge Lucera, o viceversa, in I 5 minuti. Attraversa buona parte del Gargano, la cui economia agricola ha avuto non pochi benefici. Grazie, appunto, al trasporto sulle rotaie.
VECCHI TEMPI
Nessun decollo. Nessuna svolta. Almeno finora . Eppure nella Vallata Metaurense buona parte della popolazione desidererebbe viaggiare come si viaggiava una volta. Ossia, con la litorina Fano - Urbino. Con i rumori e i fischi del treno in movimento: vecchi tempi, allorché tutto si svolgeva a ritmi più tranquilli e gradevoli. Dando, al viaggio, un pizzico di romanticismo. Non è proprio possibile portare indietro il tempo perduto?
Da: Il Giornale del Metauro n. 207 – Ottobre 2018
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Facciamo il punto sulla Fano Urbino
E’ abbastanza diffusa la convinzione che presto, in base a una nuova legge, la ferrovia Fano Urbino sarà ripristinata; quindi, ogni giorno ci sarebbero a disposizione treni moderni, veloci e confortevoli.
Non è così! La legge c’è (la 128/2017) ma paradossalmente conferma che la riapertura della ferrovia è molto improbabile.
Innanzitutto la linea servirebbe solo per fare turismo; quindi, niente metropolitana di superficie; inoltre, ripristino, mantenimento in esercizio, funzionalità e sicurezza (art. 2.3 e 4.2) sarebbero “senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica” (art. 11.1); in sostanza, Ferrovie o Regione Marche dovrebbero spendere 150 - 200 milioni di € per fare, a spese folli, alcune corse turistiche l’anno, presumibilmente con la vecchia littorina a nafta che trasporta una settantina di passeggeri. Per non parlare di problemi urbanistici, scarso bacino d'utenza, concorrenza di collegamenti più capillari, sicurezza, ecc.
Ovviamente, non ci pensano affatto a una Fano Urbino turistica né la Regione, che già impegna risorse ingenti per il trasporto pubblico locale, né RFI che da decenni se ne disinteressa e addirittura lo scorso anno stava per venderne un pezzo; oltretutto mentre si chiudono stazioni e gli utenti si lamentano per continui disservizi.
Non ci crede neanche la Fondazione FS, di cui dovrebbe far parte la Fano Urbino; infatti, lo scorso febbraio, in un seminario sulla legge 128/2017, si è detto chiaramente che, in particolare per gli insostenibili costi di ricostruzione, “difficilmente” saranno ripristinate le ferrovie dismesse, come appunto la metaurense che inoltre dovrebbe rispettare rigide misure di sicurezza; per esempio, in mancanza di dispositivi automatici, il treno dovrebbe fermarsi ad ogni passaggio a livello incustodito e ripartire solo dopo che il macchinista abbia verificato che personale appositamente istruito abbia chiuso manualmente gli attraversamenti, nel nostro caso circa 60.
Pertanto, ad essere molto ottimisti, la ferrovia turistica (e a maggior ragione una metropolitana) sarebbe attivata solo in un lontano futuro, qualora sorgessero opportunità o esigenze che ora non si vedono all’orizzonte.
Per tutti questi motivi la Regione Marche poteva chiedere la cancellazione della Fano Urbino dall’elenco delle ferrovie turistiche, come prevede la legge, ma giustamente non lo ha fatto per non precludere alcuna opzione; sta però lavorando per riutilizzare al meglio questo bene abbandonato; ecco quindi la scelta della pista ciclopedonale che può diventare anche parco lineare e luogo di aggregazione grazie al recupero di tanti edifici ferroviari fatiscenti; l’operazione può avvenire in tempi rapidi con una spesa relativamente modesta: secondo esperti locali, su un percorso meno favorevole basterebbero 9,5 milioni; anche molto meno se, approfittando del cantiere aperto, nel sottosuolo fossero ospitati vari sottoservizi. Nei confronti di questa scelta non si vedono convincenti motivi di opposizione ma solo vantaggi:
- sicurezza per gli utenti deboli della strada; per esempio, tra Rosciano e Fano, Carrara e Cuccurano, Lucrezia e Tavernelle, ecc., chi va a piedi o in bici avrebbe un percorso alternativo alla pericolosa Flaminia; ricordiamo che nel 2017, per gravi incidenti stradali, in Italia sono morti ben 254 ciclisti e 600 pedoni;
- conservazione, protezione e mantenimento in efficienza di una struttura abbandonata, particolarmente utile nei centri urbani dove molto spesso mancano addirittura i marciapiedi; binari e traversine possono restare in situ anche per garantire migliore stabilità alla massicciata ferroviaria sofferente in molti punti;
- compatibilità con l’eventuale presenza di treni turistici che, essendo attivi solo alcuni giorni l'anno, consentirebbero quasi sempre un uso ciclopedonale;
- possibilità di attivare il ferrociclo tra Urbino e Fermignano, dove il tratto in notevole pendenza, il bellissimo contesto ambientale e il richiamo di una città patrimonio UNESCO possono attirare interessanti flussi turistici;
- sviluppo del cicloturismo che ogni anno, anche in bassa stagione, in Europa muove decine di miliardi di € e milioni di persone in cerca di territori ricchi di storia, natura e cultura; i circa 50 km del percorso non sono certo un problema per turisti in bici che in una giornata ne percorrono anche molti di più; la Fano – Urbino, fino a Grosseto, è già inserita nella rete ciclabile nazionale (“Bicitalia” della FIAB) recepita dalla l.n. 2/2018;
- rilancio economico e sociale del territorio, soprattutto quello interno;
- rientro in pochi anni, moltiplicati più volte, dei soldi impiegati cha vanno quindi considerati come un vero e proprio investimento;
- eliminazione di barriere che dividono i quartieri e ostacolano i collegamenti interni;
- miglioramento della qualità della vita;
- incremento del valore degli immobili;
- disincentivo all'abuso dei mezzi a motore con riduzione dell'inquinamento acustico e dell'aria;
- risparmi sanitari, per esempio nella lotta alla sedentarietà.
Questa pista ciclopedonale quindi è indispensabile; un progetto di massima esiste; i fondi necessari sono disponibili; c'è il favore della maggioranza delle associazioni ambientalistiche e culturali; la proprietà unica favorisce la rapidità di esecuzione; si dà lavoro utile in un momento difficile.
Tutti gli amministratori pubblici sanno che questa è l'unica soluzione ragionevole di un problema antico; rinviarla o contrastarla per futili motivi significherebbe scegliere l’immobilismo e danneggiare il territorio.
Enrico Tosi
Da: Lisippo, il mensile di Fano - Ottobre 2018
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Rete ciclabile regionale, Biancani: "Integrare lo schema proposto dalla Giunta con gli itinerari comunali"
01/10/2018 - Raccogliere e censire tutti gli itinerari per le due ruote presenti sul territorio per integrare lo schema di Rete ciclabile regionale presentato dalla Giunta.
E' quanto propone in un'interrogazione il consigliere regionale Andrea Biancani (Pd) che giudica positivamente il progetto presentato dall'esecutivo regionale in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile, ma suggerisce di ampliarlo ulteriormente, creando una banca dati aggiornata sugli itinerari ciclabili realizzati o previsti.
«Lo schema di rete ciclabile regionale rappresenta un passo avanti importante, con investimenti della Regione per 46,3 milioni di euro e l'obiettivo di raggiungere 432 km – riconosce Biancani –, ma stanno nascendo nuovi percorsi in tutto il territorio. Ci sono molti Comuni che stanno progettando o hanno già costruito tratti stradali dedicati alla mobilità sostenibile, ciclovie, sentieri cicloturistici, piste ciclabili che non sono ancora collegati a questo schema. Mi riferisco alla vallata del Cesano, lungo la Flaminia, lungo il fiume Conca, oltre ovviamente alle ciclovie già individuate nelle vallate del Metauro e del Foglia. Nella mia interrogazione propongo alla Giunta di sollecitare le province, i comuni, le Unioni dei comuni e le Comunità montane a inviare i percorsi previsti e quelli già completati. In questo modo avremo una fotografia aggiornata del territorio e sarà possibile implementare la Rete».
Questa mappatura sarebbe la base di partenza anche per la stesura del Piano regionale della mobilità ciclistica, uno strumento indicato dalla legge nazionale per lo sviluppo della mobilità in bicicletta, entrata in vigore lo scorso 15 febbraio, che affida alle Regioni il coordinamento degli interventi.
«Sto lavorando – anticipa Biancani - a una proposta di legge per aggiornare la normativa regionale del 2012, dedicata alla mobilità ciclistica, e attribuire alla Regione la cabina di regia. Il Piano della mobilità ciclistica è uno strumento già adottato con buoni risultati in diversi comuni, come ad esempio a Pesaro, e rappresenta un ulteriore salto di qualità, perché è un punto di riferimento non solo per la programmazione della Regione, ma anche per i Comuni e per i soggetti privati interessati a investire nella mobilità sostenibile. Parallelamente, nell'entroterra, si sta lavorando a percorsi dedicati alla mountain bike».
«Le ciclabili - conclude Biancani – sono sinonimo di salute, consentono di ridurre l'inquinamento e migliorano la qualità della vita dei residenti, ma sono anche leve strategiche per lo sviluppo economico e turistico di un territorio».
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MoVimentando Valle del Metauro
ottobre 7, 2018 MoVimentando Valle del Metauro (da Acqualagna a Fano)
MoVimentando è un’iniziativa che ho creato per dare voce ai gruppi del MoVimento 5 Stelle attivi sul territorio, appoggiandoli nelle loro battaglie, e che si è sviluppata in 6 giorni per oltre 300 km lungo le valli della Provincia di Pesaro-Urbino, percorse in bicicletta.
La tappa che ha interessato la valle del Metauro si è snodata lungo due temi conduttori: mobilità sostenibile e depauperamento dei servizi sanitari.
Nei sopralluoghi eseguiti con i gruppi pentastellati di Acqualagna, Fossombrone e Colli al Metauro abbiamo trattato il primo tema, riscontrando l’opportunità di creare una rete di strutture di supporto al cicloturismo che potrebbe trovare nei nostri luoghi uno sviluppo veramente interessante, ad esempio nei pressi di Cuccurano, abbiamo percorso un tratto di strada vicinale che potrebbe essere sede di una pista ciclabile che risale la valle del Metauro senza interferire con il sedime ferroviario (come scelleratamente sta proponendo il PD regionale per bocca dei consiglieri Minardi e Biancani); sistemando solo 300 metri di sentiero sarebbe già percorribile un tratto di alcuni km che collega Fano a Lucrezia. Inoltre il ripristino della ferrovia Fano-Urbino ad uso turistico costituirebbe un moltiplicatore per la rete delle piste ciclabili che, attraversando il territorio, potrebbero creare un significativo indotto ai bordi del percorso, con la nascita di servizi e punti ristoro, come già avvenuto lungo le ciclabili alpine…
Da: http://www.piergiorgiofabbripolitico.it/movimentando-valle-del-metauro/
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L’intervista
A colloquio con il Generale di Corpo d’Armata, ex consigliere di minoranza a Fossombrone
Chiavarelli: “Valle del Metauro, figli di un dio minore”
… Si potrebbe avere per Urbino e l’entroterra la possibilità di un nuovo tipo di turismo se si destinasse la vecchia tratta ferroviaria a pista ciclabile collegandola alla Fano Senigallia, ma anche qui tanti discorsi e nulla di concreto, mentre si parla della folle e costosa idea di riapriere la ferrovia: una ennesima cattedrale nel deserto”.
Da: Flaminia e dintorni del Novembre 2018
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(Titolo in copertina)
Ciclopedonale Fano – Urbino Risorsa per il territorio
Enrico Tosi (FIAB) “Non distrugge la ferrovia ma la conserva evitando frammentazione e vendita
Crea posti di lavoro - Muove miliardi di euro e milioni di persone”
(Testo)
Vegetazione invadente, massicciata sofferente, edifici fatiscenti: urge intervenire sulla Fano Urbino
Vecchia ferrovia: pista ciclopedonale ok, ecco perché
Non sta bene la vecchia ferrovia: vegetazione invadente, massicciata sofferente, edifici fatiscenti, ecc.; ciò nonostante, le persone camminano sui binari; buon segno: è ancora utile!
La legge 12/2017 sulle ferrovie turistiche riduce invece di aumentare le possibilità di ripristino; infatti, né RFI né Regione possono fare turismo a spese folli (150/200 m/€), magari a scapito dei pendolari; non ci crede la Fondazione FS di cui la Fano Urbino dovrebbe far parte; in più, l’Agenzia preposta ha emanato rigide norme di sicurezza ferroviaria. Né convince chi vuole il ritorno del treno quando in un documento ufficiale ottimisticamente afferma: ”la linea risulta completamente armata e integra per quanto riguarda l’armamento e le opere d’arte (ponti, gallerie, viadotti), sono intatte le stazioni, i binari di transito e di sosta, le banchine e i fabbricati accessori di stazione …”.
In realtà, condizioni meno precarie si vedono solo tra Fermignano Urbino, dove il paesaggio e una città patrimonio UNESCO possono attirare turismo su rotaia (treno o ferrociclo).
Che invece tra Fano e Fermignano il degrado sia elevato e l’unica alternativa all’immobilismo sia la pista ciclopedonale lo sanno tutti fin dal 2003: Regione, Provincia PU, Comuni di Pesaro, Fano, Fossombrone, Urbino e Pergola, Università, CCIAA, oltre alle associazioni ambientalistiche del territorio. Eppure, a contrastarla con motivazioni fragilissime c’è il “partito del no”: “la pista ciclabile distrugge per sempre la ferrovia”, “è inutile, dannosa, costa troppo”, “va fatta altrove”, ”non favorisce l’economia”, “in bici si suda, piove e fa freddo”, “i cicloturisti non vanno in salita a Urbino”, ecc.
Invece, questa pista ciclopedonale serve e si può fare a costi accessibili (10-12 m/€) che oltretutto sono un investimento che rientra moltiplicato in pochi anni, soprattutto se insieme si fa altro, ad es. sostituire il vecchio tubo in cemento/amianto parallelo ai binari che perde circa ¼ d'acqua trasportata.
Sulla ciclabilità ha puntato la Regione Marche col trasporto gratuito della bici sui treni regionali e un progetto di rete lungimirante; infatti, non solo per un’accresciuta sensibilità ambientale ma perché conviene, aumenta l’uso della bici, in particolare quella elettrica; per questo centinaia di strutture alberghiere marchigiane si stanno attrezzando per il cicloturismo.
A supporto, c’è la l.n. 2/2018 che promuove la bici per migliorare sicurezza e mobilità, tutelare natura e salute, valorizzare il territorio, sviluppare il turismo, ecc.; in tutta Italia, su circa 200 ferrovie dismesse, una sessantina sono diventate ciclabili; recente è la Spoleto – Norcia; in Abruzzo sta nascendo la ciclovia costiera; per altre, come la Pergola Fabriano, la trasformazione è richiesta; altre ancora portano grandi benefici economici e ambientali ai rispettivi territori; molte sono inserite in Bicitalia, la rete nazionale elaborata dalla FIAB.
In sostanza, la bicicletta non serve solo per andare a spasso la domenica; è invece un veicolo efficiente che migliora la qualità della vita e oggi dà anche copertura assicurativa nel tragitto casa-lavoro; e le piste ciclopedonali servono per muoversi in sicurezza, trasportare, fare turismo, esercizio fisico, ecc.; soprattutto, la “bikenomy” in Europa muove 500 miliardi di €; in Italia vale in totale 6,2 miliardi di € l’anno; per questo nella valle del Metauro bisogna accelerare per fare al più presto una pista di qualità, tra l’altro senza consumare suolo prezioso perché si riutilizza un bene collettivo abbandonato da quasi 32 anni.
I 12 buoni motivi per fare una ciclabile
- non distrugge la ferrovia ma la conserva evitando frammentazione e vendita;
- non si eliminano le traversine (costo 10 m/€) che possono restare al loro posto;
- è compatibile con una ferrovia turistica perché il treno farebbe solo alcune corse e lascerebbe libero il sedime praticamente tutto l’anno;
- può essere pavimentata con materiale asportabile (anche ecologico);
- per ciclisti e pedoni è una via sicura rispetto alla pericolosa Flaminia;
- recupera edifici e spazi ferroviari abbandonati;
- elimina barriere di separazione tra quartieri;
- riduce l’inquinamento da polveri sottili;
- contrastando la sedentarietà, produce vantaggi sanitari;
- aumenta il valore degli immobili delle vicinanze;
- fa risparmiare tempo e denaro e, nei tragitti brevi, fa arrivare prima a destinazione;
- attira cicloturismo che crea posti di lavoro, muove miliardi di € e milioni di persone.
Enrico Tosi
Da: Flaminia e dintorni del Novembre 2018
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Manovra, emendamento Cecconi (Misto): Istituire presso il Mit il “Fondo ferrovie turistiche”
Prevista per il Fondo la somma di 1,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2019
By nln on 19 novembre 2018 - 18:13 in Parlamento, turismo
Istituire un fondo denominato “Fondo ferrovie turistiche”, destinato agli studi di fattibilità relativi alla riattivazione delle linee ferroviarie turistiche. E’ quanto chiede un emendamento alla manovra di Andrea Cecconi (Misto).
Al fine di promuovere e realizzare gli obiettivi della legge 9 agosto 2017, n. 128, in materia di istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, è istituito un fondo denominato “Fondo ferrovie turistiche”, destinato agli studi di fattibilità relativi alla riattivazione delle linee ferroviarie, al quale è assegnata la somma di 1,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2019.
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I 5 STELLE INCONTRANO CONFARTIGIANATO: “BUON RISCONTRO CON LA NOSTRA VISIONE DI SVILUPPO DELLA CITTÀ”
5 dicembre 2018 // di Fanoinforma // 0 Comments
Fano (PU) – Nel ciclo di incontri programmati dal Movimento 5 Stelle e le realtà economiche e sociali del territorio in vista delle prossime elezioni amministrative, è stata la volta della Confartigianato.
Marta Ruggeri, accompagnata dall’on. Rossini e dal consigliere Fontana, ha incontrato Andrea Giuliani, responsabile territoriale di Fano, il presidente Mauro Mandolini e Paolo Pierpaoli, dirigente degli operatori balneari. “Data la presenza del nostro parlamentare – scrivono in una nota i 5 Stelle -, i primi due temi affrontati sono stati quelli della direttiva Bolkestein che preoccupa molto gli imprenditori per l’incertezza che ha creato fermando gli investimenti e il reperimento delle risorse necessarie per terminare la protezione della nostra costa tramite l’ultimazione del tratto finale delle scogliere. Su entrambi i punti ci sarà presto un altro incontro per aggiornamenti, prevedibilmente ad inizio 2019. Poi si sono affrontate questioni più propriamente amministrative e i temi toccati sono stati svariati e tutti rilevanti. Andrea Giuliani ha suggerito che fondamentale per la politica è governare i processi decisionali e non subirli, ad oggi troppo forte è stato il peso lasciato ai burocrati. Gli appalti che prediligono solo le offerte al massimo ribasso e non agevolano la partecipazione delle imprese locali stanno impoverendo il nostro territorio”.
“Giuliani – continuano i grillini – ha anche introdotto poi una riflessione sull’importanza dello stop al consumo di territorio, della green economy, della semplificazione burocratica, della valorizzazione del turismo, delle infrastrutture con un secco no alla realizzazione del casellino di Fenile, ma riscontrando la necessità di completare il terzo tratto dell’interquartieri, delle piste ciclabili, di un progetto di rivalorizzazione del Centro storico e del lungomare, della necessità di una struttura polifunzionale che sia al contempo un palazzetto dello sport, ma anche utilizzabile per ospitare grandi eventi e congressi, del collegamento Fano- Urbino per cui è necessario trovare una soluzione, che sia un volano per il turismo ferroviario o ciclabile, del contratto di fiume, strategico per avvicinare le realtà di Fano e Fossombrone, della strada delle barche e della superstrada Fano-Grosseto che vanno ultimate, dell’incremento del rapporto virtuoso tra la città e l’Università, di valorizzare l’istituto di Biologia Marina, la caserma Paolini, di cercare soluzioni per la zona ex zuccherificio e zone periferiche della città”.
“Tutte queste sottolineature – concludono i pentastellati – hanno confermato quanto la visione di sviluppo della città del Movimento 5 Stelle trovi un buon riscontro nelle istanze dei soggetti economici. Una visione integrata dall’ascolto e dal confronto con gli interlocutori sociali che sarà trasfusa nel programma per il governo della città di Fano che verrà reso pubblico, anche se in forma aperta, al termine di queste consultazioni”.
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“Raggiungere Urbino è una facchinata”. Parlano gli studenti, da tutta Italia con bus, treni e tanti cambi
ARGOMENTI:ferroviatrasportiurbino
Le rotaie della ferrovia sono diventate un giardino. Le piante hanno preso il posto del treno.
7 DICEMBRE 2018
di Giulia Ciancaglini, Luca Gasperoni, Niccolò Severini e Chiara Ugolini
URBINO – Treno poi autobus. È la formula dei fuorisede per raggiungere Urbino, che per arrivare in città spesso devono cambiare più mezzi. Il polo universitario più rinomato delle Marche, che conta 15 mila universitari provenienti da tutta Italia, aspetta ancora la riabilitazione della ferrovia. Nell’agosto del 2017 è stata approvata una legge per la riqualificazione di 18 ferrovie, tra cui anche la Fano-Urbino, dismessa nel 1987, ma nessun progetto è ancora partito.
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Giovanelli (Cisl Fano): “Trasporti pubblici, collegamenti nell’entroterra annosa carenza”
Autore: Dino Sabatini - 15 dicembre 2018
TRATTO DALL’ULTIMO NUMERO DI FLAMINIA&DINTORNI DICEMBRE 2018
La denuncia di Giovanni Giovanelli, responsabile Cisl di Fano: “Collegamenti imbarazzanti”. Esulla Fano-Urbino: “La dismissione della ferrovia ha determinato isolamento”
“Non vogliamo entrare nel merito di ferrovia sì, ferrovia no – esordisce Giovanni Giovanelli, responsabile Cisl di Fano – ma una decisione in merito andrebbe presa se vogliamo dare un poco di sviluppo a questa vallata del Metauro. Se si andrà a creare la pista ciclabile potremmo dare quel nuovo tipo di sviluppo turistico che già in altre regioni funziona, mentre se riattiveremo la tratta ferroviaria miglioreremo il sevizio trasporti, che attualmente è diventato un grave problema che frena la ripresa economica. Dopo anni di scarsa manutenzione le strade sono diventate un colabrodo e non vi è nessun progetto all’orizzonte per l’eterna incompiuta superstrada Fano Grosseto”. Però spesso si parla di ultimare anche quest’ultimo tratto? “Nel salone della Prefettura di Pesaro alla presenza del governatore delle Marche Luca Ceriscioli e dei sindaci di Pesaro Matteo Ricci e Urbino Maurizio Gambini, l’ex Ministro delle infrastrutture Graziano Del Rio disse che era prioritario il finanziamento del progetto Quadrilatero, due nuove superstrade che collegheranno Ancona-Perugia e Foligno-Civitanova Marche. Dopo sarebbe venuta la Fano-Grosseto. Non capiamo come mai un’opera iniziata negli anni ’60/’70 non debba essere ultimata! Inoltre l’aver dismesso velocemente il collegamento ferroviario Fano-Urbino per favorire il trasporto su gomma, ha certamente influito a rendere questa nostra Vallata isolata”. Come stanno le cose nel settore servizi pubblici… trasporto studenti o passeggeri? “E’ nostro punto di vista che i collegamenti dell’entroterra sono carenti e inoltre il trasporto pubblico nei giorni festivi è assente. Nei feriali si fanno girare nei borghi delle nostre colline autobus troppo grandi e con poche corse giornaliere, mentre basterebbero navette con minor posti ma con più corse. Imbarazzanti sono anche i collegamenti verso aeroporti o stazioni ferroviarie, mentre è di primaria importanza avere un sistema viario efficiente ed efficace se si vuol creare un concreto sviluppo turistico. Senza dimenticare che i cittadini sono oberati di tasse con costi di biglietti esorbitanti e disagi inenarrabili”. Allora andrebbe ridiscusso il piano trasporti? “L’assegnazione dei servizi è datata 11 anni fa. Ora andrebbe ridistribuito sia il chilometraggio del servizio urbano che extra urbano con un progetto integrato che valorizzi il territorio. La Cisl si rende protagonista di questo processo di rinnovamento ed invita la Regione Marche assieme ai comuni di Pesaro, Fano e Urbino a discuterne al più presto”.
Da: Flaminia e dintorni del 15/12/2018
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Domandare è lecito
Bretella: ma era possibile troncare la ferrovia?
Fano - Come si dice: "Domandare è lecito". E proviamo a farlo attraverso le pagine di questo giornale. L'immagine è stata scattata nel punto in cui la nuova bretella delle opere compensative attraversa i binari della ferrovia Fano - Urbino. Se le Autostrade avevano ben pensato di realizzare un sovrappasso per l'autostrada (visibile nell'immagine), chi ha progettato e realizzato la nuova starda non ci ha pensato due volte: ha divelto i binari e le traversine rimosse sono ancora oggi visibili, accatastate, sul lato opposto della strada. Come è stato possibile "tranciare" la ferrovia visto che una legge dello Stato (la n. 128 del 2017) inserisce la Fano - Urbino tra le 18 ferrovie turistiche d'Italia definite come "tratte di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico"? La legge per queste tratte prevede una potenziale riattivazione come ferrovia turistica?
Da: Il Giornale del Metauro n. 210 del Dicembre 2018
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LA FERROVIA FANO - URBINO
Mettetela in buone mani, diventerà uno straordinario servizio per il territorio.
Ultimamente Tosi e compagni si stanno sperticando per convincere i cittadini fanesi e quelli della valle del Metauro, che al posto dei binari della ferrovia Fano Urbino si debba necessariamente realizzare una pista ciclabile. Prima di tutto mettiamo le cose a posto. E’ sbagliato dire ferrovia “Fano Urbino”; io l'ho utilizzata quattro volte al giorno per un impiego che avevo a Calcinelli dal 1969 siano alla sua chiusura. Attendevo la "Iittorina”, proveniente dal Pesaro, sul marciapiede della stazione di Fano, scendevo a Calcinelli e il treno proseguiva sino a Urbino. Quindi sarebbe più appropriato chiamarla "Ferrovia Pesaro Urbino".
Tosi non può sostenere che se si realizza una pista ciclabile sul sedime della linea, si salvaguarda la Fano Urbino. Beato chi ci crede perché è una proposta sottile, infingarda e surrettizia con relativa presa per i fondelli. Qualcuno ha ventilato l’ipotesi di ripristinare la linea per uso turistico che, in ogni caso, tanto per cominciare, sarebbe qualcosa. Però sempre Tosi sostiene che è meglio una ciclabile al posto della ferrovia ad uso turistico. Utilizzando in maniera riduttiva e fuorviatile la parola "turistica” quasi come se fosse un elemento di folklore di secondo ordine del territorio e quindi fondamentalmente inutile. Piuttosto dovrebbe viaggiare nei tratti delle ferrovie turistiche (tanto per citarne alcune, la ferrovia Dolomiti express Val di Sole, il treno blu del basso Sebino, la ferrovia Val D'Orcia, la ferrovia Terre di Siena, la ferrovia Camuna con le relativa zone museali d'esercizio) così avrà la possibilità di ricredersi, perché le ferrovie turistiche sono il sale del territorio in cui operano. Personalmente, per la Fano Urbino, vedrei due fasi:
Prima fase. Ripristinare la linea ferroviaria come "ferrovia turistica" che avrà un enorme potenziale per lo sviluppo turistico ed enogastronomico del territorio, con il recupero delle vecchie stazioni ove, fra le altre cose, si potrebbero esporre e commercializzare anche i prodotti dell’artigianato locale e offrire ai turisti in quelle soste merende e spuntini. Così avranno l'occasione di ammirare i bellissimi paesaggi circostanti.
Seconda fase. Questa infrastruttura turistica rappresenterà una opportunità strategica per la futura mobilità locale, perché ha la potenzialità di essere interconnessa con quella appenninica e con quella nazionale. Ho avuto l'occasione di visitare l'intero tracciato. Ho visto ponti distrutti dai Tedeschi in ritirata che dovranno essere ripristinati, gallerie in disuso che devono essere recuperate, i siti ove le locomotive si fornivano di acqua che hanno la potenzialità di diventare "zone museali" all'aperto. Il tutto nell’ambito di un progetto organico. Non dobbiamo dimenticarci che questa ferrovia collegava anche le città di Cagli, Pergola e Fabriano e che in futuro avrà la possibilità di chiudere un percorso circolare e virtuoso che collegherà Fano, Urbino Pergola Fabriano, Falconara, Fano. La ferrovia quindi come forza trainante per ogni settore di attività.
Non dobbiamo assolutamente chiudere le porte ad una futura moderna metropolitana di superficie per il servizio di trasporto, che offrirà una grande mobilità alla popolazione e ai pendolari in particolare. E che eliminerà l'inquinamento che producono i mezzi su gomma lungo tutta la valle del Metauro. Per questo il sedime ferroviario non deve essere assolutamente utilizzato per altri scopi. Non dimentichiamoci che Tosi, nel sostenere reiteratamente la teoria della trasformazione della linea ferroviaria in pista ciclabile, vive in una realtà parallela. Infatti ha scatenato addirittura l’ira di Legambiente “Le Cesane” di Urbino che chiede di non toccare assolutamente i binari (vedi il Resto del Carlino, cronaca di Urbino, del :27 luglio 2018). Il che la dice lunga sull’operato di colui che ha fatto la figura di ambientalista da strapazzo, fuori dal tempo e dalla realtà, perché ancora non ha capito, nonostante l'attualità del dibattito internazionale, in che maniera in futuro le popolazioni dell'intera vallata possano affrontare ed eliminare l'inquinamento ambientale. La risposta che potrebbero dare potrà essere: la bici non inquina. Sono perfettamente d'accordo. Ma tutto il traffico motorizzato che eliminerà la metropolitana di superficie, offrirà un beneficio maggiore ai nostri polmoni. Oggi dobbiamo lasciare aperte le porte ad ogni futuribile utilizzo di questa linea ferroviaria perché abbiamo il dovere civico di non compromettere assolutamente questa struttura per un uso diverso ed immediato per una manciata di lenticchie e di voti. Se non si può utilizzare subito questa linea ferroviaria, il che attualmente è nelle cose, lasciamola in pace, in attesa di risorse che in un futuro non troppo lontano non verranno a mancare per risolvere il nodo della viabilità, ma soprattutto in attesa che il nostro territorio sia governato da politici più sensati, più capaci e più lungimiranti. Infine c'é la questione delle opere compensative che la Società Autostrade ha realizzato nel nostro territorio, per le quali anziché costruire un sovrappasso ferroviario nella zona di Rosciano ha divelto inopinatamente i binari e le traversine della linea ferroviaria nonostante che una legge dello Stato, la n. 128 del 2017 abbia inserito la Fano Urbino fra le 18 tratte turistiche d'Italia definite come "tratte di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico". Il tutto perpetrato nel totale silenzio e indifferenza di tutte le Autorità locali e Regionali, compresa la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali di Ancona. che ha il dovere di attivarsi immediatamente per fare ripristinare ciò che una legge dello stato ha definito "di particolare pregio paesaggistico. Detto questo, infine, mi dichiaro favorevole alla realizzazione della pista ciclabile ovunque la si voglia realizzare purché non sul sedime ferroviario, perché, fra le altre cose, saremmo costretti a ripristinare tutti i passaggi a livello per permettere ai ciclisti di pedalare in sicurezza. Il che è tutto dire. Geom. Tarcisio Armanni.
Da: Il Resto del Carlino del 23/12/2018
2019
«La ferrovia è da riaprire»
Approvata in consiglio la mozione dei 5 Stelle, il comitato per il treno esulta Il sindaco Bonci spiega l’obiettivo: «Aperture del Governo, la Regione si attivi»
LA CAMPAGNA
FOSSOMBRONE La maggioranza consiliare dei 5 Stelle a Fossombrone ha votato a favore della propria mozione per la riapertura della ferrovia. Amedeo Evangelisti del comitato che si prefigge lo stesso scopo si dice molto soddisfatto per la scelta effettuata. Nel fare il punto della situazione il sindaco Gabriele Bonci ricorda che «l' 11 febbraio 2016, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e l’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, hanno presentato come nuova strategia di investimenti sulla rete la “cura del ferro” quale priorità nelle politiche del Governo in materia di trasporti e infrastrutture, soprattutto ponendo particolare attenzione agli interventi sulle reti regionali e locali in favore degli spostamenti pendolari. Il 9 agosto 2017 è stata promulgata, dopo un’approvazione unanime in entrambi i rami del Parlamento, la legge n. 128 relativa alle disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, comprendente fra le altre la ferrovia Fano Urbino. Il 31 luglio 2018 durante l'audizione alla commissione senatoriale in merito al trasporto pubblico locale su ferro, fra l’altro il neo ministro Toninelli ha sostenuto l’esigenza di puntare sull’intermodalità e, quindi, di spostare i fondi sul ferro. Questo significa aumentare gli investimenti soprattutto sulle tratte regionali e migliorare la manutenzione della rete». La conclusione è che «sono maturi i tempi per richiedere al Governo regionale un impegno, anche economico per la riapertura a fini turistici della ferrovia metaurense Fano Urbino al fine di rendere accessibili ad una più vasta platea turistica nazionale e internazionale i beni culturali ed ambientali del territorio forsempronese nella prospettiva futura del ripristino a fini di trasporto pubblico locale dell’intera tratta». Il dado è tratto. I sostenitori del M5S esultano anche sulla Rete in attesa di ulteriori novità. Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 4/1/2019
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Il Comune di Fossombrone dice “si” al ripristino della Ferrovia Fano-Urbino
Fano invece ha rimosso i binari per la nuova bretella ed autorizza la trasformazione di un casello in palazzina di tre piani
FANO – Il comune di Fossombrone ha approvato una mozione che sollecita la Regione ad attivarsi per realizzare una ferrovia turistica respingendo il progetto della pista ciclabile sul sedime ferroviario. Il commento dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro.“Il 2019 sarà un anno che celebrerà il decennale del primo viaggio sulla linea Alta Velocità Torino – Milano – Salerno – la “metropolitana d’Italia” – che ha cambiato per sempre l’idea del viaggio, della mobilità, avvicinando città e persone. Il 2009, quindi, faceva prevedere che le ferrovie avrebbero avuto una nuova rinascita dopo decenni di totale abdicazione a favore del traffico su gomma. Infatti dopo l’alta velocità sta seguendo il potenziamento delle direttrici principali, l’ammodernamento delle secondarie e il recupero e la valorizzazione turistica delle ferrovie minori, linee non più utilizzate dal trasporto pubblico. Purtroppo, nel 2010, i nostri amministratori provinciali non si accorsero che era partita una nuova rivoluzione nei trasporti di massa e non videro nella ferrovia Fano-Urbino quella opportunità di sviluppo e modernità che necessita il nostro territorio e cercarono di sopprimerla per sempre chiedendo ed ottenendo la dismissione. Il Parlamento ha inserito la ferrovia Fano-Urbino nella legge 128/2017 sulle ferrovie turistiche sottraendola ad altre mire. Dall’entrata in vigore della legge sulle ferrovie turistiche, 7 settembre 2017, la Regione Marche, competente per le linee regionali, non ha prodotto alcun risultato. Non ci risulta che siano stati richiesti finanziamenti nonostante siano stati previsti nel contratto di programma 2017/2021 tra MIT ed RFI 235 milioni di euro.
Nel frattempo assistiamo a numeri eccezionali sul turismo ferroviario: nel biennio 2016/17 si registrano 130 mila presenze con un trend in continua crescita. La Campania, la Lombardia, la Sicilia e il Friuli hanno inserito i percorsi con treni d’epoca nei progetti finanziati per dare stabilità a questo nuovo tipo di offerta turistica. Dal 2013 l’anno di nascita di Fondazione FS le linee turistiche da 4 sono diventate 9. Quindi molto bene ha fatto il comune di Fossombrone ad approvare una mozione per sollecitare la Regione ad attivarsi per realizzare la ferrovia turistica respingendo l’idea della ciclabile sul sedime ferroviario. Fossombrone è uno scrigno di tesori che raggiunti da una ferrovia avrebbero una consacrazione nazionale. Considerando però che i tempi per un ripristino ferroviario non sono brevi, la mozione prende in considerazione un’ utilizzazione turistica ferroviaria di livello inferiore ma attuabile in pochissimo tempo e con poche risorse: l’uso del ferrociclo previsto dalla legge 128/2017. Un percorso ferroviario di circa dieci Km da attuarsi con i ferrocicli, completamente pianeggiante e privo di gallerie si sviluppa dagli scavi romani di San Martino alle Marmitte dei Giganti di San Lazzaro e insieme alle meraviglie che si trovano nel centro storico costituirebbe un unicum nazionale. Non si comprenderebbe quindi se non venissero sfruttate simili opportunità che contribuirebbero a far diventare la nostra vallata, da Fano ad Urbino, non più solo una meta ma una vera e propria destinazione turistica. La Regione, con poche risorse (50mila euro) prelevabili dai Fondi di Sviluppo e Coesione, delibera CIPE 98/2017, o da richiedere al MIT sui finanziamenti già disponibili, incomincerebbe un percorso virtuoso. Per la prossima primavera con la pulizia di quel tratto di linea e l’acquisto dei ferrocicli si darebbe il via all’attività turistica. Registriamo intanto che il Comune di Fano persevera a far male a se stesso e a tutta la Vallata del Metauro prima interrompendo la ferrovia nell’intersezione con la bretella in zona Codma ed ora autorizzando la trasformazione di un piccolo casello in un palazzo a tre piani in via Papiria. Purtroppo sembra che l’entroterra non faccia parte di questa provincia e si cerca in tutti modi di isolarlo non rendendosi conto che solo unendo i tesori della costa a quelli dell’entroterra si realizzerebbe un pacchetto turistico di valore internazionale”.
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Ferrociclo sulla tratta Fano-Urbino La FVM è a favore
- FOSSOMBRONE- L’ASSOCIAZIONE Ferrovia Valle Metauro (FVM) reagisce con soddisfazione alla mozione approvata dal consiglio comunale di Fossombrone (astenuta la minoranza) con cui si chiede il ripristino della tratta Fano-Urbino sotto forma di “ferrociclo” (mezzi a pedali incardinati su rotaia, ndr). Scrive FVM: «Nel 2019 si celebrerà il decennale del primo viaggio sulla linea Alta Velocità Torino- Milano-Salerno, la “metropolitana d’Italia”. Il 2009 faceva prevedere che le ferrovie avrebbero avuto una nuova rinascita dopo decenni di totale abdicazione a favore del traffico su gomma. Purtroppo, nel 2010, i nostri amministratori provinciali non si accorsero che era partita una nuova rivoluzione nei trasporti di massa e non videro nella ferrovia Fano-Urbino quella opportunità di sviluppo e modernità di cui necessita il nostro territorio e cercarono di sopprimerla per sempre chiedendo e ottenendo la dismissione».
PROSEGUE FVM: «Il Parlamento ha inserito la ferrovia Fano-Urbino nella legge 128 del 2017 sulle ferrovie turistiche, sottraendola ad altre mire. Dall’entrata in vigore della legge sulle ferrovie turistiche, però, la Regione Marche, competente per le linee regionali, non ha prodotto alcun risultato. Non ci risulta che siano stati richiesti finanziamenti nonostante siano stati previsti nel contratto di programma 2017/2021 tra MIT ed RFI235 milioni di euro. Nel frattempo assistiamo a numeri eccezionali nel turismo ferroviario: nel 2016/17 ci sono state 130mila presenze con un trend in continua crescita. Dal 2013, l’anno di nascita di Fondazione FS, le linee turistiche da 4 sono diventate 9. Quindi molto bene ha fatto il Comune di Fossombrone ad approvare una mozione per sollecitare la Regione ad attivarsi per realizzare la ferrovia turistica, respingendo l’idea della ciclabile sul sedime ferroviario».
«CONSIDERANDO però che i tempi per un ripristino ferroviario non sono brevi, la mozione prende in considerazione un’ utilizzazione turistica ferroviaria di livello inferiore, ma attuabile in poco tempo e con poche risorse: il ferrociclo». Si tratterebbe, conclude FVM, «di un percorso di circa 10 chilometri completamente pianeggiante e privo di gallerie che si sviluppa dagli scavi di San Martino fino alle Marmitte dei Giganti di San Lazzaro: con le meraviglie che si trovano nel centro storico costituirebbe un unicum nazionale». a. bia.
Da: Il Resto del Carlino del 6/1/2019
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La Confcommercio vede bene il bicitreno: «Utilizziamo subito i binari per pedalarci»
Il segretario Amerigo Varotti vuole pollare sulla Fano-Urbino le ‘draisine ’ o velorail
- URBINO - ANCHE LA CONFCOMMERCIO punta a far presto per il riutilizzo della ferrovia Fano-Urbino: «In attesa che si trovino risorse per il treno poniamoci subito il bicitreno o ferrociclo. Per l’economia avrà un valore immenso». Per questo l’associazione di commercianti ritiene la ferrovia, dismessa dal 1987, «una delle infrastrutture indispensabili per Io sviluppo della nostra provincia». Cosi Amerigo Varotti, direttore generale di Confcommercio Pesaro Urbino, che da sempre appoggia il lavoro svolto dalla Associazione Ferrovia Valle Metauro per la riattivazione della strada ferrata. Confcommercio è anche favorevole ad una mozione appena approvata dal Comune di Fossombrone «che chiede il ripristino della tratta Fano-Urbino, oggi prevista, non dimentichiamolo. da una legge dello Stato.
E NEL FRATTEMPO, «in relazione ai tempi sicuramente non brevi per il ripristino dei circa 49 km di tratta ferroviaria, ha richiesto di realizzare un ripristino parziale sotto forma di ferrociclo o bici- treno. Si tratterebbe di un percorso straordinario dal punto di vista turistico - continua Varotti - dal Parco archeologico di San Martino alle Marmitte dei Giganti. Un’idea avvincente dal costo assolutamente irrisorio, ma che avrebbe un impatto sul turismo e l’economia eccezionale. Sarebbe una emozione ed una esperienza unica per un turista attento alla sostenibilità ed alla bellezza del territorio. Un’offerta di qualità all'interno dell’Itinerario della Bellezza». La Confcommercio di Pesaro Urbino, «ritenendo prioritaria la riattivazione della Ferrovia Metaurense (rispetto ad una pista ciclabile) - conclude Varotti - solleciterà la Regione a farsi carico dei costi per l’attivazione del nuovo mezzo a pedali sulle rotaie». L’UTILIZZO del bicitreno lungo le vecchie ferrovie dismesse rappresenta, ad esempio in Francia, una delle attrazioni e risorse più importanti per intere province.
Da: Il Resto del Carlino del 8/1/2019
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Ferrovia turistica: parere favorevole della Confcommercio
Fano 07/01/2019 - “La legge regionale n° 128 del 2017 – istitutiva delle Ferrovie turistiche – ha incluso la Fano-Urbino tra le prime 18 linee italiane da riutilizzare. Per l’economia ed il turismo della nostra Provincia la riattivazione – anche solo con finalità turistiche – della linea ferroviaria Fano-Urbino, attiva fino al 1987 ed assurdamente dismessa nel 2011, avrebbe un valore immenso. Per questo Confcommercio Pesaro e Urbino/Marche Nord la ritiene una delle infrastrutture indispensabili per lo sviluppo della nostra Provincia”.
Amerigo Varotti, Direttore Generale di Confcommercio Pesaro e Urbino, da sempre appoggia il lavoro svolto dalla Associazione Ferrovia Valle Metauro per la riattivazione della ferrovia.
“Qualche giorno fa il Comune di Fossombrone ha approvato (con l’astensione della minoranza, incomprensibilmente!!) una mozione in cui si chiede il ripristino della tratta Fano-Urbino (che oggi è prevista – non dimentichiamolo – da una legge dello Stato). E nel frattempo – in relazione ai tempi sicuramente non brevi per il ripristino dei circa 49 km di tratta ferroviaria – ha richiesto di realizzare un ripristino parziale sotto forma di “ferro ciclo” (mezzi a pedali incardinati su rotaia). Si tratterebbe di un percorso straordinario dal punto di vista turistico, di 10 km, dal Parco archeologico di San Martino alle Marmitte dei Giganti. Un’idea avvincente dal costo assolutamente irrisorio ma che avrebbe un impatto sul turismo e l’economia eccezionale. Sarebbe una emozione ed una esperienza unica per un turista attento alla sostenibilità ed alla bellezza del territorio. Un’offerta di qualità all’interno dell’Itinerario della bellezza”.
La Confcommercio di Pesaro e Urbino ritenendo prioritaria la riattivazione della Ferrovia metaurense (rispetto ad una pista ciclabile) solleciterà la Regione a farsi carico dei costi per l’attivazione del «ferrociclo»”.
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«Dieci chilometri in ferrociclo per pedalare nella meraviglia»
Confcommercio sostiene il progetto del Comune sulla tratta Fano-Urbino
La Mobilità / 1
«Dal parco archeologico alle Marmitte dei Giganti: straordinario appeal turistico»
FOSSOMBRONE Si chiamano ferrocicli e sono velocipedi ferroviari mossi a propulsione muscolare (ossia pedalando) eventualmente integrata da assistenza elettrica. Questi mezzi sono autorizzati a circolare su quelle infrastrutture ferroviarie che non vengono più utilizzate per il trasporto pubblico. E da Confcommercio arriva l’ok al carretto sui binari. «La legge regionale n 128 del 2017- istitutiva delle Ferrovie turistiche - ha incluso la Fano Urbino tra le prime 18 linee italiane da riutilizzare. Per l’economia ed il turismo della nostro Provincia la riattivazione, - anche solo con finalità turistiche - della linea ferroviaria Fano-Urbino, attiva fino al 1987 ed assurdamente dismessa nel 2011 avrebbe un valore immenso. Per questo Confcommercio Pesaro e Urbino- Marche Nord la ritiene una delle infrastrutture indispensabili per lo sviluppo della nostra Provincia- Amerigo Varotti, direttore generale di Confcommercio provinciale da sempre appoggia il lavoro svolto dalla Associazione Ferrovia Valle Metauro per la riattivazione della ferrovia.
«Qualche giorno fa il Comune di Fossombrone ha approvato (con l’astensione della minoranza, incomprensibilmente) una mozione in cui si chiede il ripristino della tratta Fa-no-Urbino (che oggi è prevista - non dimentichiamolo – da una legge dello Stato). E nel frattempo - in relazione ai tempi sicuramente non brevi per il ripristino dei circa 49 chilometri dì tratta ferroviaria - ha richiesto di realizzare un ripristino parziale sotto forma di “ferrociclo” (mezzi a pedali incardinati su rotaia). Si tratterebbe di un percorso straordinario dal punto di vista turistico, di 10 chilometri, dal Parco archeologico di San Martino alle Marmitte dei Giganti. Un'idea avvincente dal costo assolutamente irrisorio ma che avrebbe un impatto sul turismo e l'economia eccezionale. Sarebbe una emozione ed una esperienza unica per un turista attento alla sostenibilità ed alla bellezza del territorio. Un'offerta di qualità all'interno dell’itinerario della bellezza». La Confcommercio di Pesaro e Urbino ritenendo prioritaria la riattivazione della Ferrovia metaurense (rispetto ad una pista ciclabile) solleciterà la Regione a farsi carico dei costi per l'attivazione del ferrociclo. Silvia Sinibaldi
Da: Corriere Adriatico del 8/1/2019
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Ucchielli chiede una nuova strada ferrata
Lettera a Toninelli: «Ministro promuova lo studio di fattibilità»
La Mobilità / 2
VALLEFOGLIA. Una nuova strada ferrata per la Valle del Foglia che si inserisca nell'asse viario Pesaro-Urbino e Grosseto-Roma. L’idea è di Palmiro Ucchielli sindaco del comune di Vallefoglia frutto della fusione, esattamente cinque anni fa, di due comuni dell’omonima vallata situata tra i due capoluoghi della provincia ovvero Pesaro sulla costa e Urbino in collina. Ucchielli, che in quanto a lettere e comunicazioni dirette con i vertici nazionali non è nuovo, basta vedere la recente corrispondenza con l’attuale Ministro dell’interno Matteo Salvini, ha scritto questa volta al Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli per rilanciare l’idea di una ferrovia nella Valle del Foglia passando anche dallo stesso comune di cui è sindaco, che ricopre una posizione centrale nel territorio della Provincia di Pesaro e Urbino e rappresenta un nodo strategico per le vie di comunicazione con la Romagna, la Toscana l'Umbria e le Marche nell’asse viario Pesaro Urbino Grosseto Roma. «In particolare - spiega Ucchielli – quello che chiedo nella lettera è uno studio di fattibilità per poter attuare e riutilizzare la già esistente linea ferroviaria nella valle del Metauro (che collega la città di Fano ad Urbino ndr.) ed estenderla nella valle del Foglia, due vallate che hanno l’80% del tessuto economico produttivo dell’intero territorio della Provincia di Pesaro e Urbino, completando così l’anello passando da Pesaro, Fano, Fossombrone, Urbino, Vallefoglia e Pesaro». Più volte il primo cittadino ha sottolineato l’importanza strategica sia geografica sia economica (una zona industriale quella della vallata del Foglia che coinvolge numerosi comuni) di questa parte del territorio e che numericamente dopo Pesaro e Fano è il terzo comune, per abitanti, della Provincia, superando anche il co-capoluogo Urbino. Luca Senesi
Da: Corriere Adriatico del 8/1/2019
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FANO-URBINO SARÀ PRESENTATA A FEBBRAIO, BIANCANI: «COSTI DIFFICILI DA PREVEDERE»
«Avanti con la pista ciclopedonale nel progetto anche la cicloferrovia»
- URBINO - IL PROGETTO preliminare di recupero dei 50 chilometri del tracciato della Fano-Urbino (la ferrovia è stata dimessa nel 1987), con il relativo video promozionale, sarà presentato dalla Regione, nel mese di febbraio, ai sindaci dei Comuni interessati. «L’imput che abbiamo dato ai progettisti - spiega il consigliere regionale Andrea Biancani - è di prevedere sia un percorso ciclopedonale (l’investimento della Regione è di 4 milioni e mezzo) sia la salvaguardia della ferrovia per il passaggio, nel tratto Fermignano-Urbino o dall’inizio del territorio urbinate ossia a Canavaccio, del treno turistico e, in alternativa come previsto dalle legge istitutiva delle ferrovie turistiche, dei ferrocicli». Biancani non esclude neppure che il percorso sui binari si possa allungare facendo partire il treno turistico o i ferrocicli da Fossombrone. Quella dei mezzi a pedale su rotaie è una soluzione appoggiata anche dalla Confcommercio quale parla di «primo passo verso il ripristino della ferrovia turistica». «Ben venga l’apertura della Confcommercio - aggiunge Biancani - ma si tratta di una soluzione su cui la Regione sta già lavorando con l’obiettivo di integrare l’uso dei binari con il percorso ciclo-pedonale».
PER QUANTO riguarda la ferrovia turistica, il consigliere Biancani fa sapere che la Regione ha già incontrato e chiesto il preventivo dei costi alla Fondazione Ferrovie dello Stato (che lo avrebbe già dovuto consegnare a dicembre 2018 ndr). «Ho incontrato personalmente il direttore generale della Fondazione - spiega il consigliere regionale - per condividere l’attivazione parziale del treno turistico o del ferrociclo. Da parte della Fondazione c’è stata grande attenzione verso la nostra idea di realizzare un itinerario ciclo-pedonale lungo tutto il percorso e nel tratto che ha il maggiore valore storico (Fermignano-Urbino) di ripristinare il treno turistico o il ferrociclo». Per quest’ultima soluzione, però, c’è da superare l’ostacolo della «carenza della normativa sulla sicurezza». In mancanza di specifiche norme sulle modalità di utilizzo di questi mezzi di trasporto che consentono di pedalare sulle rotaie (destinati principalmente ad un pubblico delle famiglie) «sarà diffìcile - secondo Biancani – prevederne i costi, mentre sulla ferrovia turistica si dovrà tenere conto che non è tra le opere finanziate dal Ministero per i prossimi 5 anni. La riattivazione della Fano-Urbino (50 km ndr), in quanto ferrovia dismessa, è considerata piuttosto onerosa, soprattutto se si punta al ripristino di tutta la tratta ferrovia. Da qui la decisione di lavorare insieme, Regione, enti locali e Ferrovie su un progetto ridotto che limiti l’uso dei binari nel tratto Fermignano-Urbino o al massimo da Canavaccio». Anna Marchetti
Da: Il Resto del Carlino del 9/1/2019
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IL NO DEI 5 STELLE
“La pista per le bici va fatta su un altro precorso”
Fossombrone- «SE vogliono fare la pista ciclabile, la realizzino a fianco della vecchia tratta ferroviaria o su un altro percorso, ma non sopra». E questo il nocciolo della mozione approvata pochi giorni fa dal consiglio comunale di Fossombrone, astenuta la minoranza, con la quale si chiede, in buona sostanza, il ripristino a fini turistici della vecchia ferrovia Fano-Urbino. Si tratta di una presa di posizione della maggioranza 5Stelle che ha ricevuto, tra l’altro, l’approvazione dell’associazione Ferrovia Valle Metauro (FVM), che nel 2015 a Urbino presentò un progetto di riutilizzo della tratta dismessa nel 2011, offrendolo gratuitamente all’ente pubblico che volesse farsi promotore della riapertura.
CONSIDERATA la storia della Ferrovia, la mozione 5Ste!!e impegna sindaco e giunta a chiedere al presidente della Regione di attivare la procedura per il riutilizzo della Fano-Urbino come ferrovia turistica; a chiedere l’assegnazione di una quota di 50mila euro dal Fondo di Sviluppo e Coesione per una sperimentazione biennale con «ferrocicli» oppure, in alternativa, di attingere ai fondi del contratto di programma 2017-2021 tra Ministero dei Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana (235 milioni in dieci anni); a respingere, infine, l’uso del sedime ferroviario posto nel territorio del Comune come sede della pista ciclabile intervalliva, che, dice la mozione, la Regione potrà “affiancare allo stesso (sedime) o ubicare altrove”. a.bia.
Da: Il Resto del Carlino del 9/1/2019
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Fano-Urbino, ciclabile o ferrovia? Legambiente Urbino: "Uscire dalle ambiguità e dagli equivoci"
10/01/2019 - Dalle dichiarazioni del Consigliere Biancani, viene rimarcato il suo interessamento per una ciclabile lungo la valle metaurense, ma rimane l’equivoco se questa sarà realizzata scardinando o meno i binari della ferrovia. Ora Legambiente rifiuta l’opzione o ciclabile o ferrovia, e una contrapposizione artificiale e creata ad arte con l’unico scopo di puntare a smantellare, magari parzialmente, i binari esistenti. Siamo per il ripristino della ferrovia e ci battiamo in difesa della tratta ferrata, anche se per il momento le autorità di governo, nazionale e regionale, sono attualmente sordi e sottovalutano le esigenze del territorio.Auspichiamo e speriamo, dopo la chiusura della ferrovia del 31 gennaio 1987 decretata da un ministro del Psi prima di sparire come partito, che non sia un governo regionale del Pd a proseguire su questa strada e smantellare la tratta ferrata: una tale decisione avrebbe conseguenze pesanti nelle prossime elezioni regionali. Legambiente non solo non è contraria ma si dichiara, come ha sempre scritto, a favore della ciclabile, meglio se a fianco della vecchia Flaminia, perché eviterebbe problemi non secondari di sicurezza e di viabilità, nel superare ponti e gallerie, che richiedono investimenti e spese ingenti. Inoltre l’attraversamento di centri abitati e punti di ristoro garantisce una maggior fruibilità e sicurezza per un uso popolare della ciclabile che diventerebbe una alternativa ecologica e salutare per gli spostamenti e non solo uno strumento domenicale per usi agonistici.
A nome delle comunità dell’entroterra che, tra l’altro si sono già espresse con voto unanime degli organi istituzionali locali, riaffermiamo, tuttavia, la nostra netta opposizione anche alla semplice ipotesi di smantellare la strada ferrata per sovrapporvi una ciclabile e alla contrapposizione ciclabile contro ferrovia.
Invitiamo, pertanto, il Consigliere Biancani a procedere in modo meno confuso e senza escludere gli enti locali dell’entroterra e le associazioni ambientaliste (Legambiente, FAI, Italia Nostra, WWF) che si sono pronunciate in difesa della ferrovia. Ad uscire da ogni equivoco e ambiguità perseguendo la realizzazione del progetto delle ferrovie turistiche, sancito con un voto del Parlamento, sulla linea del precedente ministro Franceschini e dell’attuale, Toninelli, che si è detto favorevole ad incrementare le piccole linee ferrate a favore dei pendolari e del turismo.
Le difficoltà che si incontrano per la miopia delle strategie e volontà politiche di chi ci amministra, non giustifica né l’abbandono del progetto né la parcellizzazione o la demolizione del sedime ferroviario. Come si continua a perseguire il progetto della Fano-Grosseto, - sebbene attualmente sia arenata davanti alla Guinza, e non sia paragonabile per gli alti costi rispetto al ripristino della ferrovia - perché si ritiene un’arteria molto importante, così, a maggior ragione non si deve abbandonare il progetto di ripristino della Fano-Urbino, che riteniamo fondamentale per munire il territorio provinciale di un collegamento moderno, ecologico e collettivo che arresti la decadenza e il declino sociale ed economico non solo dell’entroterra, ma di tutta la provincia. da Circolo Legambiente Le Cesane-Urbino
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Lettera a Toninelli per la ferrovia
Ucchielli trova sponde urbinati
PAZZA IDEA - Metropolitana leggera da estendere anche a Vallefoglia: presentata la proposta al ministro dei trasporti
I MOVIMENTI ‘Prospettiva Urbino’ e ‘Nel Bene Comune’ fondati da Giorgio Londei, candidato sindaco ad Urbino, condividono l’iniziativa del sindaco di Vollefoglia, Palmiro Ucchielli, di sottoporre all'attenzione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, la possibilità di estendere il progetto di riattivazione della ferrovia Fano-Urbino e del suo rilancio come metropolitana leggera anche al territorio di Vallefoglia. Ammesso e non concesso che sia un tragitto realizzabile, è vero che Ucchielli ha scritto a Toninelli per rilanciare l'idea di un percorso ferroviario che interessi il territorio del suo comune. «Al ministro ho chiesto di verificare - osserva Ucchielli - attraverso uno studio di fattibilità, la possibilità di concretizzare una infrastruttura effettivamente strategica».
Perché? «Chiedo uno studio di fattibilità « spiega Ucchielli - per poter attuare e riutilizzare la già esistente linea ferroviaria nella valle del Metauro ed estenderla nella valle del Foglia, due vallate che hanno l'80% del tessuto economico produttivo dell’intero territorio provinciale. Questo permetterà di completare così l’anello passando da Pesaro, Fano, Fossombrone, Urbino, Vallefoglia e Pesaro. La mia proposta punta a dare una soluzione ad un nodo strategico per le vie di comunicazione con la Romagna, la Toscana l'Umbria c le Marche nell'asse viario Pesaro Urbino Grosseto Roma».
Perché Londei appoggia il progetto? «E’ una proposta - spiega Londei - che ricalca il progetto redatto da Giancarlo De Carlo molti anni fa e oggi più che mai di straordinaria attualità. Questo progetto va incontro alle nuove sensibilità in merito a mobilità e infrastrutture ecosostenibili. Concretizzarlo darebbe ancor più valore alla legge 128/2017 che ha riconosciuto la Fano-Urbino tra le ferrovie turistiche da riutilizzare».
PER LONDEI percorrere le valli del Metauro e del Foglia affacciati al finestrino di un treno a bassa velocità offrirebbe agli occhi dei viaggiatori delle sensazioni significative. «Sarebbe come un viaggio nel tempo - ipotizza Londei - che unite alla possibilità di effettuare soste nei più suggestivi angoli di questo paesaggio, promuoverebbe i prodotti enogastronomici e artigianali di tutto il territorio. Questa prospettiva potrebbe dare nuove opportunità di lavoro e di rilancio all'economia dei piccoli produttori e degli artigiani locali». L'assist a Ucchielli nasce per Londei dalla necessita di fare rete. «Coinvolgere l’intera provincia in un progetto comune da valorizzare e promuovere adeguatamente - osserva Londei - vuol dire anche per fermare l'emorragia di giovani capaci e volenterosi che continuano ad abbandonare queste terre per mancanza di opportunità».
Da: Il Resto del Carlino del 13/1/2019
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For.bici FIAB Fano e FIAB Marche sulla ferrovia Fano-Urbino
L’ennesima poderosa campagna di stampa per il ripristino della ferrovia Fano Urbino può produrre vari effetti negativi:
- fa credere che la dismissione e la mancata riapertura della linea siano causate da oscuri complotti o dall’opposizione di amministratori incapaci (o peggio) piuttosto che da numerose cause oggettive;
- anche con informazioni inesatte e parziali, fa credere che sia vicino il ritorno del treno, nonostante si sappia che le Ferrovie non ne vogliono sapere almeno dal 1975, che la Regione non può distogliere ingenti risorse dal servizio di trasporto pubblico locale, che di fatto non esistono i finanziamenti necessari, che non si sono mai visti privati realmente intenzionati a investire;
- ostacola il buon lavoro della Regione Marche che, senza eliminare la linea ferrata e in attesa di tempi migliori, intende realizzare una pista ciclopedonale ai margini e non sopra i binari;
- nasconde alla pubblica opinione i grandi vantaggi derivanti da questa pista ciclabile che garantisce contro possibili vendite da parte di RFI, bonifica circa 50 km abbandonati e fatiscenti, favorisce gli utenti deboli della strada, elimina barriere che separano i quartieri, migliora urbanisticamente le città ma soprattutto, grazie al cicloturismo, fa scoprire un entroterra ancora non toccato da un adeguato flusso turistico; oltretutto, con un impegno finanziario decisamente modesto per gli enti pubblici.
Che questa sia la strada giusta lo dimostrano decine di ferrovie dismesse tornate a nuova vita per la mobilità dolce, territori che fanno la loro fortuna grazie alle piste ciclabili, centinaia di strutture alberghiere che si adeguano, richieste di tour operator, opportunità per il commercio, la cultura, la sicurezza stradale, ecc.
FIAB Marche apprezza la soluzione di realizzare la ciclabile ai margini dei binari senza compromettere altre soluzioni e prende atto del passo avanti di chi propone il ferrociclo, la cui collocazione ottimale però sarebbe non in pianura ma nel tratto in discesa da Urbino a Fermignano; e in ogni caso, non sarebbe meglio muoversi liberamente in tutte le direzioni su bici normali piuttosto che pedalare in fila, irrigiditi su macchine pesanti?
Sorprende infine che, in un momento difficile per l’economia, dirigenti di importanti organizzazioni lavorative chiedano un ripristino ferroviario che, se fosse realizzabile, vedrebbe la luce in un lontano futuro e invece contrastino una proposta della Regione Marche (condivisa da numerosi amministratori locali e associazioni ambientalistiche) che muove subito notevoli investimenti già disponibili e rilancia l’economia di un intero territorio.
14/1/2019 For.bici Fano e FIAB Marche
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Rovinelli: “Per la Fano Urbino c’è un progetto finanziato dalla Comunità Europea per 4.5 milioni di euro per realizzare una ciclovia per la mobilità dolce”
14 Gennaio 2019 di RENZO ROVINELLI* *Funzionario della Regione Marche
ANCONA – Seguo con interesse il dibattito che si è aperto sul vostro giornale circa il futuro dell’ex ferrovia Fano-Urbino. Essendo il funzionario della Regione Marche che segue la questione da anni, devo riconoscere che, purtroppo, nessuno dei soggetti intervenuti nella discussione ( compreso un Movimento politico) ha letto la legge e il Decreto dell’ ANSF (agenzia nazionale sicurezza ferroviaria).
La tratta ferroviaria ha cessato di svolgere servizio da 32 anni. Esiste una infrastruttura di proprietà di RFI che stiamo cercando di rendere pubblica a tutti gli effetti, è stato presentato un progetto che è stato finanziato dalla Comunità Europea per un importo di 4.5 milioni di euro a fondo perduto per realizzare (a fianco o sopra) una ciclovia per la mobilità dolce e che colleghi diversi quartieri di Fano, oltre a località fortemente antropizzate come Lucrezia, Calcinelli, Fossombrone , ecc dove vivono oltre 100mila abitanti.
Sarebbe opportuno che il vostro mezzo di comunicazione, oltre che ospitare interventi di soggetti schierati si facesse promotrice di far conoscere alla pubblica opinione le “regole” dentro alle quali si possono muovere le Istituzioni locali e non. Grato per l importante funzione che state svolgendo, porgo cordiali saluti.
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La segreteria della Cisl: “Per il rilancio della Fano-Urbino occorre una proposta unitaria e credibile”
14 Gennaio 2019 URBINO – Dalla segreteria della Cisl di Pesaro Fano Urbino riceviamo questo contributo al dibattito in corso: “Si susseguono le prese di posizione e le proposte in merito alla riattivazione della tratta ferroviaria Fano – Urbino alla luce anche del suo inserimento tra le ferrovie turistiche da rilanciare, come previsto dalla legge approvata dal Parlamento Italiano n. 128/17. Il Consiglio comunale di Fossombrone, l’Associazione Val Metauro e, per ultima, Confcommercio, circa il riutilizzo temporaneo a fini turistici come “ferrociclo” (in attesa della definizione), vanno tutti nello stesso senso: riattivare al più presto la ferrovia Fano – Urbino. La proposta di Confcommercio non ci sembra sia da condannare, visto che si inserisce nella linea della destinazione d’uso ferroviaria e non segue le intenzioni della Regione Marche di farne un sedime per ciclismo da diporto.
Tutte queste proposte, per quanto anche condivisibili, a nostro modo di vedere ci sembrano di respiro parziale e scollegato da una azione univoca. Come Cisl Pesaro – Fano – Urbino, ci battiamo da tempo per la riattivazione della tratta ferroviaria. A volte in solitudine, sosteniamo l’importanza strategica dell’intero sistema viario (Superstrada Fano – Grosseto, completamento galleria Guinza, Tratta Pesaro – Urbino, Pedemontana, Ferrovia Fano – Urbino, ecc.), in quanto infrastrutture essenziali e vitali per l’economia provinciale. In tempi in cui le scelte del Ministero delle infrastrutture sono orientate più verso concetti di retroguardia che al reale fabbisogno infrastrutturale del Paese, seguire percorsi che puntano a salvaguardare il distinguo del particolare e non dell’esigenza collettiva, ci sembra tanto la scusa che si offre a chi deve decidere, per non farlo mai. Con il completamento della Quadrilatero a sud e il rafforzamento della E45 Orte – Ravenna a nord, la provincia di Pesaro Urbino rischia concretamente un pesante isolamento sia per i flussi turistici che per lo sviluppo socio economico, non solo delle aree interne, ma anche di quelle costiere.
“Come Cisl, siamo convinti che non si può prescindere dal principio che la realizzazione di infrastrutture viarie o del trasporto hanno un’importanza vitale per l’intera economia provinciale. Senza la concreta definizione primaria di quale modello di sviluppo socio-economico si vuol dare al territorio provinciale (partendo dalla valorizzazione delle esperienze distrettuali, dalla eccellenze agro-alimentari, compresa l’integrazione tra costa e aree interne), si rischia che l’importanza di tali opere si infranga contro il mancato interesse ministeriale e l’esiguità delle risorse disponibili. Per queste ragioni, siamo convinti che bisogna abbandonare la strada delle proposte ad uso e consumo localistiche, mentre va fatto uno sforzo di sintesi sull’unicità ed importanza delle scelte collettive. Occorre un tavolo di confronto, magari promosso dalla stessa Provincia e dalle Istituzioni locali, per rendere la richiesta dell’intero territorio di forte credibilità verso le Istituzioni centrali”.
https://www.laltrogiornale.it/2019/01/la-segreteria-della-cisl-per-il-rilancio-della-fano-urbino-occorre-una-proposta-unitaria-e-credibile/ + Corriere Adriatico del 15/1/2019
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Fano-Urbino, ferrovia o ciclabile? Fabbri (M5S) replica a Biancani
16/01/2019 - Ferrovia o ciclabile? Il consigliere regionale Andrea Biancani continua a sprecare soldi pubblici nell’assurdo progetto di riconvertire in pista ciclabile una ferrovia strategica, in quanto, a corto di fantasia, non è riuscito a trovare di meglio per nascondere il vero intento strategico dell’intera operazione: portare le acque minerali profonde del pozzo Burano di Cagli direttamente a Pesaro, tramite un acquedotto che, passando sul corridoio ferroviario, costi molto meno rispetto ad un tracciato alternativo. Addirittura il tutto potrebbe essere “regalato” da Marche Multiservizi (sempre con i soldi delle nostre bollette). Ad ogni cittadino di buon senso salta all’occhio che in chiave strategica, per una mobilità eco-sostenibile che contribuisca ad ostacolare i disastrosi cambiamenti climatici, il trasporto pubblico su gomma lungo la Valle del Metauro debba essere sostituito da quello su rotaia (già esistente), infatti in questo senso si muovono tutte le politiche statali (europee e mondiali) sulla mobilità. Con soli 90 milioni di euro si potrebbero ripristinare quasi 50 km di ferrovia tra Fano e Urbino: un costo modesto rispetto ai tipici investimenti stradali, basti pensare che una sola circonvallazione della E78 Fano-Grosseto (ad esempio per il paese di Urbania o Sant’Angelo) costerebbe oltre 100 milioni, per una lunghezza di solo qualche km.
Per avvicinarsi a questo obiettivo, con un investimento stimato di circa 34 milioni, sarebbe possibile ripristinare la linea ad uso storico-turistico (previsto anche dalla normativa nazionale) come fatto per numerose tratte italiane ed estere con notevole successo economico; il primo immediato passo è quello di sperimentare un tratto con circolazione di bici-treni o ferrocicli, come giustamente richiesto dal Comune di Fossombrone, con un investimento veramente contenuto di 50 mila euro. Invece, con la miopia tipica della classe politica piddina, Biancani si affanna ad ipotizzare nutrite (ed inverosimili) schiere di ciclisti intubati lungo un percorso obbligato, in salita, lungo 50 km, privo di ogni attrattiva tecnico-ambientale richiesta da questa tipologia di fruitori. Nello stesso percorso Fano-Urbino ed allo stesso costo è possibile realizzare una pista ciclabile che risalga la Valle del Metauro, ondeggiando tra fiume, zone ripariali, boschetti, casolari, punti ristoro, aree ricreative, ecc.. facilmente e spontaneamente realizzabili lungo un percorso articolato e già individuabile nell’esistente rete di strade vicinali, salvaguardando, di converso, il vero valore strategico dell’infrastruttura ferroviaria.
I sindaci interessati dai distinti percorsi ferroviario e ciclabile ed i cittadini dell’entroterra (a cui stanno a cuore le ricchezze naturali come l’acqua minerale ed una mobilità realmente funzionale e sostenibile, non di facciata) non si faranno certamente ammaliare dal fantasioso filmato promozionale pagato con soldi pubblici regionali, ben consapevoli dell’importanza di riutilizzare una infrastruttura strategica (la ferrovia) per il vero ed utile scopo per la quale è stata realizzata, senza svilirne la destinazione e piegarsi agli interessi esclusivi ed escludenti della costa.
da Piergiorgio Fabbri Consigliere Regionale Movimento 5 Stelle
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Ferrovia Valle Metauro replica a For.bici: “Il ferrociclo è solo l’inizio di una politica volta al ripristino della linea Fano Urbino”
17 gennaio 2019 - Ogni volta che per la Fano-Urbino sulla stampa esce una voce diversa dalle idee del Consigliere Biancani (PD), spunta subito dopo un comunicato For.bici che vorrebbe perorare la tesi della pista ciclabile sopra (o accanto, che è la stessa cosa) i binari della ferrovia. E inizia una serie di elucubrazioni volte a screditare la decisione del Comune di Fossombrone in favore del ferrociclo previsto dalla Legge Nazionale sulle Ferrovie Turistiche come primo passo verso il ripristino dell’intera linea Fano Urbino. Per fare chiarezza e per correggere le tante inesattezze del comunicato For.Bici di Fano:
1) L’Associazione FVM non ha niente in contrario alla così detta ciclovia intervalliva del Metauro, purché non venga fatta nella fascia ferroviaria, distruggendo la linea Fano Urbino con l’asfalto. Fra l’altro in campo ferroviario non vi sono norme che consentano ciò e le attuali tendenze in campo sicurezza ferroviaria tendono a vietare tale promiscuità.
2) Si può costruire la ciclabile intervalliva altrove in modo altrettanto economico: a) l’esistente pista lungo gli argini del Metauro da Fano fino a Serrungarina, usata in passato per il trasporto di ghiaia dal Medio Metauro fino al mare, con poca spesa può essere riadattata a ciclabile in sicurezza. Avrebbe un maggiore richiamo turistico lungo il fiume piuttosto che pedalare fra i capannoni delle periferie urbane; b) Oppure si possono usare strade secondarie limitrofe alla ferrovia; senza interferire, che consentono di raggiungere le stesse mete (Progetto FVM di 52 km di ciclabile da Fano ad Urbino). La Regione ha rigettato questa ipotesi perché non si farebbe a tempo per il 2020 a completare l’opera, perdendo i fondi. Ma ciò non è vero perché il 31.12 2020 è il termine per fare il progetto e non per costruirla.
3) La mistificazione di usare il ferrociclo non in pianura a Fossombrone ma in discesa da Urbino a Fermignano (pendenza massima 28 per mille) evidenzia la ignoranza sul tema: con tali pendenze non si garantisce una gestione sicura per difficoltà di frenata, in curva e nei passaggi a livello lungo la discesa. La gestione ottimale dei ferrocicli è proprio in pianura per essere alla portata di tutti. Il tratto Fermignano Urbino va lasciato all’uso di ferrovia turistica da ripristinare, in previsione di un futuro uso trasportistico di tutta la Fano Urbino
4) Si cita sempre la contrarietà di RFI a finanziare il ripristino della Fano Urbino; che ne sa For-Bici delle attuali tendenze sulla gestione delle ferrovie? RFI ha recentemente invitato le varie unità territoriali a “proseguire le attività di custodia, tutela e manutenzione delle linee dismesse…”. Per le Ferrovie Turistiche, il contratto di programma tra il MIT ed RFI prevede 235 M€ come stima per la gestione degli interventi su tali linee di particolare pregio; certo è che se non ci si fa sotto a chiedere i finanziamenti, questi vengono dirottati verso linee i cui territori hanno una classe politica quanto meno più tempista. Classe politica, quella al governo in Regione, sorda alle politiche trasportistiche dei precedenti ministri Franceschini e Delrio –PD, come oggi in regione- che spingevano per la “cura del ferro”; politica che è stata fortemente ribadita dal nuovo Ministro Toninelli per favorire le zone disagiate ed il pendolarismo con viaggi puntuali, comodi e sicuri. Nel caso in cui, ampliando visione prospettica, una lungimirante classe politica si spendesse per servire l’entroterra e riuscisse a fare ripristinare la Fano Urbino, si potrebbe raggiungere Urbino in treno con bici al seguito e ridiscendere poi comodamente a valle, con buona pace di tutti i cicloturisti italiani e stranieri. Con forte miglioramento dell’occupazione e dell’economia della Valle. da Associazione Ferrovia Val Metauro
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Zona stazione, serve un restyling ecco i primi piccoli segnali di svolta
-URBINO- RECUPERARE e riqualificare. Sono gli imperativi da usare quando si parla della stazione di Urbino. Una zona tanto amata quanto dimenticata, della quale spesso ci si riempie la bocca di buoni propositi, ma poi di concreto cosa si fa? Oltre alla stazione chiusa da anni, l’intera zona avrebbe bisogno di un sostanzioso restyling, ma anche di interventi mirati per la cura e la protezione del luogo che in primis ha un’importante valenza storica, lo dimostra il fatto che l’associazione Ferrovie Val Metauro, da anni, si batte concretamente per la sua riattivazione.
Ma, un piccolo, primo passo sta avvenendo proprio in queste ore. La prossima settimana sarà, infatti, inaugurata la «Locanda della Stazione» nei locali dello storico bar, grazie ad una bella ed intelligente opera di ristrutturazione. Gabriele di Gregorio, 45 anni di Urbino e con esperienza nel settore della ristorazione, ha deciso di rilevare il bar per creare un «locale nuovo, che manca in città. Un ritrovo dove poter consumare un aperitivo o fare colazione, pranzare o cenare a base di ricette tipiche urbinati -r acconta - realizzate con ingredienti ricercati». Non solo, il nuovo ristobar è stato ristrutturato rispettando la storicità del luogo grazie al lavoro di ricerca dell’architetto Roberto Bua. «Alla Locanda della Stazione troverete un ambiente realizzato con lo stile degli anni ’50. Tra specchi e vetrate anticate che richiamano i vecchi vagoni, o specchi e scritte dorate abbiamo recuperato un vecchio orologio e la biglietteria che saranno parte integrante dell’arredo. Inoltre è stato realizzato un palco per permettere lo svolgimento di concerti o momenti teatrali», illustra di Gregorio. In programma, oltre ad una possibile collaborazione artistica con l’Urbino Jazz Club anche l’idea, in estate, di poter mettere i tavoli all’esterno, con la possibilità di consumare un pasto sui binari.
QUANDO si parla di riqualificazione della zona, non si può sorvolare sulla stazione: sulla riapertura della tratta è intervenuta anche la Cisl di Pesaro, Fano e Urbino che appoggia le decisioni prese in Consiglio comunale a Fossombrone, così come le azioni e le proposte dell’associazione Val Metauro e Confcommercio, aggiungendo: «Ci battiamo da tempo per la riattivazione della tratta ferroviaria. Con il completamento della Quadrilatero a sud e il rafforzamento della E45 Orte, la provincia di Pesaro Urbino rischia un pesante isolamento sia per i flussi turistici che per lo sviluppo socio economico, non solo delle aree interne». Ugualmente il Movimento 5 Stelle di Urbino che porta un esempio pratico sullo studio fatto: «Gli oppositori hanno come unico appiglio, per giustificare la loro posizione, i costi, valutando l’opera poco sostenibile economicamente. Secondo lo studio fatto dall’Associazione Ferrovie Val Metauro per il recupero dell’intera tratta di 48 chilometri, compreso di ammodernamento delle traversine e caselli, riduzione dei passaggi livello da 55 a 21, e di moderni treni, si aggirerebbe sui 100 milioni di euro (87 milioni per l’infrastruttura e 15 milioni (circa 3 milioni ciascuno) per i treni. Cosa c’è di meglio che una comparazione fra l’ammodernamento di una strada locale con la tratta ferroviaria. Pochi sanno che quei 5 chilometri di asfalto, un budello, costeranno, certificato da Anas, 100 milioni di euro». fra. pier.
Da: Il Resto del Carlino del 17/1/2019
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Urbino
«Cento milioni per la ferrovia come per una via da 5 chilometri»
Il M5s rilancia la riapertura della Fano-Urbino «Costa come la circonvallazione di Urbania»
Il treno dopo la bicicletta è il mezzo di trasporto più ecologico. Risorsa per la provincia
LA MOBILITÀ
URBINO In questi giorni, dopo l’approvazione della mozione nel consiglio comunale di Fossombrone sulla riattivazione, parziale, del tratto ferroviario Fano - Urbino a scopo turistico utilizzando la soluzione del ferrociclo detto anche bicitreno. si è riacceso il confronto fra i sostenitori alla riapertura della tratta e gli oppositori.
La querelle dei conti - «Questi ultimi - sottolinea il M5s di Urbino - come unico appiglio per giustificare la loro posizione, usano quello dei csti, valutando (chissà poi con quale competenze e/o conoscenza) l’opera poco sostenibile economicamente». Parliamo dei costi: secondo lo studio fatto dall'associazione “Ferrovie Val Mctauro". il costo per il recupero dell'intera tratta, compreso di ammodernamento delle traversine e caselli, riduzione dei passaggi livello da 55 a 21. e 5 treni (moderni), si aggirerebbe sui 100 milioni di euro precisamente; 87 milioni per l'infrastruttura e 15 milioni (circa 3 milioni ciascuno) per i treni. Molti? Pochi? «Va da sé che il confronto, per essere serio - ribattono i 5 Stelle deve essere fatto fra infrastrutture eguali: non possiamo paragonare questa spesa a quella, ad esempio, per la costruzione di una scuola o un ospedale, poiché commetteremo il grosso errore di mettere sullo stesso piano voci di bilancio separate, cioè che viaggiano su binari (è il caso di dire) diversi. Mentre è giusto farlo, nel caso della ferrovia, con un'altra infrastruttura equivalente: un aeroporto. un autostrada».
La comparazione attendibile - «Cosa c'è di meglio • chiede il M5S • die una comparazione fra l'ammodernamento di una strada locale con, appunto, la tratta ferroviaria? Noi l'abbiamo fatto prendendo a riferimento il progetto della circonvallazione del paese di Urbania. Ebbene pochi sanno che quei 5 chilometri di asfalto costeranno, certificato da Anas, proprio 100 milioni di euro. Un budello di asfalto lungo 5 chilometri ha il medesimo costo dell'intera tratta (48 chilometri) con 5 nuovi e fiammanti treni pronti a trasportare pendolari e turisti in modo sostenibile (ricordiamo che fra tutti i mezzi di trasporto, esclusa la bicicletta, il treno rappresenta la mobilità ecologica per eccellenza) su e giù per la vallata del Metauro. collegando Fano con Urbino». Va ricordato che quanto proposto dall'amministrazione pentastellata di Fossombrone non è una soluzione definitiva ma un modo davvero economico ed efficace di utilizzare una parte di quel percorso ferrato senza ostacolare una futura destinazione definitiva. Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico del 21/1/2019
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Urbino
EX FERROVIA
Sinistra per Urbino vede la soluzione: una metropolitana di superficie
«L'UNICA possibilità è una metropolitana leggera di superficie Fano-Urbino: la Regione e il Pd non tentino di distrarre dall’obiettivo», Sinistra per Urbino (a cui aderiscono PCI e Rifondazione Comunista) e «Art. Uno Movimento Democratico e Progressista» (ex Leu) si uniscono agli intenti di numerosi Comuni, enti, associazioni (da ultimo la Confcommercio) per chiedere alla Regione e al Governo un impegno per la ferrovia. «A fronte di questo vasto coro di pareri favorevoli e pressioni, spicca l’immobilismo del governo regionale che si trastulla sulle proposte di alcuni consiglieri del Pd intorno a ipotetiche ciclabili. Nulla abbiamo in contrario ad una ciclabile, ma senza saccheggiare il sediine ferroviario - dicono i gruppi-. Ci opporremo con ogni mezzo a tentativi per divellere i binari, anche parzialmente, col pretesto di una fantasiosa ciclabile. Sempre più contraddittoria appare la posizione del Pd: di fronte alle giuste posizioni a favore della ferrovia, come quella del Pd urbinate e di Londei, troviamo alcuni consiglieri regionali che, con il sindaco di Pesaro Ricci, sognano una bella gettata di cemento sulla tratta e il sindaco di Vallefoglia Ucchielli che gioca con fantascientifici trenini che attraversano i centri della Valle del Foglia, con l’evidente risultato di creare confusione».
Da: Il Resto del Carlino del 24/1/2019
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Proseguono le prese di posizione solfa riattivazione detta tratta Fano-Urbfno. Cosi fa Cisf
“Urge credibilità per le proposte di rilancio del territorio”
Si susseguono le prese di posizione e le proposte io merito alla riattivazione della tratta ferroviaria Fano*Urfrino alla luce anche del suo inserimento tra le ferrovie turistiche da rilanciare, come pievisto dalla legge approvata dal Parlamento italiano n. 128/17. Sulla questione è intervenuta la Cisl Pesaro-Fano-Urbino: “Il Consiglio comunale di Fossombrone, l’associazione Val Metauro e, per ultima, Confcommercio, circa il riutilizzo temporaneo a fini turistici come “ferrociclo” (in attesa della definizione), vanno tutti nello stesso senso: riattivare al più presto la ferrovia Fano- Urbino. La proposta di Contfcommercio non ci sembra sia da condannare, visto che si inserisce nella linea della destinazione d’uso ferroviaria e non segue le intenzioni della Regione Marche di fame un sedime per ciclismo da diporto. Tutte queste proposte, per quanto anche condivisibili, a nostro modo di vedere ci sembrano di respiro parziale e scollegato da una azione univoca. Come Cisl Pesaro-Fano-Urbino, ci battiamo da tempo per la riattivazione della tratta ferroviaria. A volte in solitudine, sosteniamo importanza strategica dell'intero sistema viario (Superstrada Fano-Crosseto, completamento Galleria Guinza, Pedemontana, ecc.), in quanto infrastrutture essenziali e vitali per l'economia provinciale. In tempi in cui le scelte del Ministero delle infrastrutture sono orientate più verso concetti di retroguardia che al reale fabbisogno infrastrutturale del Paese, seguire percorsi che puntano a salvaguardare il distinguo del particolare e non dell’esigenza collettiva, ci sembra tanto la scusa che si offre a chi deve decidere, per non farlo mai. Come Cisl - concludono - siamo convinti che non si può prescindere dal principio che la realizzazione di infrastrutture viarie o del trasporto hanno un’importanza vitale per l'intera economia provinciale. Senza la concreta definizione primaria di quale modello di sviluppo socio-economico si vuol dare al territorio provinciale (partendo dalla valorizzazione delle esperienze distrettuali, dalla eccellenze agro-alimentari, compresa l'integrazione tra costa e aree interne), si rischia che l’importanza di tali opere si infranga contro il mancato interesse ministeriale e l’esiguità delle risorse disponibili. Per queste ragioni, siamo convinti che bisogna abbandonare la strada delle proposte ad uso e consumo localistiche, mentre va fatto uno sforzo di sintesi sull’unicità ed importanza delle scelte collettive. Occorre un tavolo di confronto, magari promosso dalla stessa Provincia e dalle Istituzioni locali, per rendere la richiesta dell’intero territorio di forte credibilità verso le Istituzioni centrali”.
La posizione Legambiente Cesane: “Ferrovia collegamento vitale”
Il circolo Legambiente Le Cesane sulla questione ferrovia è categorico: “Dalle dichiarazioni del consigliere Biancani, viene rimarcato il suo interessamento per una ciclabile lungo la valle metaurense, ma rimane l’equivoco se questa sarà realizzata scardinando o meno i binari della ferrovia. Ora Legambiente rifiuta l’opzione o ciclabile o ferrovia, e una contrapposizione artificiale e creata ad arte con l'unico scopo di puntare a smantellare, magari parzialmente, i binari esistenti. Siamo per il ripristino della ferrovia e ci battiamo in difesa della tratta ferrata, anche se per il momento le autorità di governo, nazionale e regionale, sono attualmente sordi e sottovalutano le esigenze del territorio. Legambiente non solo non è contraria ma si dichiara, come ha sempre scritto, a favore della .ciclabile, meglio se a fianco della vecchia Flaminia, perché eviterebbe problemi non secondari di sicurezza e di viabilità. A nome delle comunità dell’entroterra che, tra l’altro si sono già espresse con voto unanime degli organi istituzionali locali, riaffermiamo, tuttavia, la nostra netta opposizione anche alla semplice ipotesi di smantellare la strada ferrata per sovrapporvi una ciclabile e alla contrapposizione ciclabile contro ferrovia. Come si continua a perseguire il progetto della Fano-Crosseto - sebbene attualmente sia arenata davanti alla Guinza, e non sia paragonabile per gli aiti costi rispetto al ripristino della ferrovia - perché si ritiene un’arteria molto importante, così, a maggior ragione non si deve abbandonare il progetto di ripristino della Fano- Urbino, che riteniamo fondamentale per munire il territorio provinciale di un collegamento moderno, ecologico e collettivo che arresti ia decadenza e il declino sociale ed economico non solo dell'entroterra, ma di tutta la provincia”.
Da: Flaminia e dintorni n. 43 Gennaio 2019
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Votata dalla maggioranza. Soddisfatto Evangelisti dei comitato che si prefigge io stesso scopo
Mozione per la riapertura della ferrovia metaurense
La maggioranza consiliare dei 5 Stelle a Fossombione ha votato a favore della propria mozione per la riapertura della ferrovia. Amedeo Evangelisti del comitato che si prefigge lo stesso scopo si dice molto soddisfatto per la scelta effettuata. L’ 11 febbraio 2016, il Ministro delle Infrstrutture e dei Trasporti, l’Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane e l’Amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, hanno presentato come nuova strategia di investimenti sulla rete la “cura del ferro” quale priorità nelle politiche del Governo in materia di trasporti e infrastrutture, soprattutto ponendo particolare attenzione agli interventi sulle reti regionali e locali in favore degli spostamenti pendolari. Il 9 agosto 2017 è stata promulgata, dopo una approvazione unanime in entrambi i rami del Parlamento, la legge n° 128 relativa alle disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, comprendente fra le altre la ferrovia Fano- Urbino. Il 31 luglio 2018 durante l’audizione alla commissione senatoriale in merito al trasporto pubblico locale su ferro, il neo Ministro del MIT Toninelli ha sostenuto l'esigenza di puntare sull'intermodalità e, quindi, di spostare i fondi sul ferro. Questo significa aumentare gli investimenti soprattutto sulle tratte regionali e migliorare la manutenzione della rete. La conclusione è che sono maturi i tempi per richiedere al Governo regionale un impegno, anche economico per la riapertura a fini turistici della ferrovia metaurense Fano-Urbino al fine di rendere accessibili ad una più vasta platea turistica nazionale e intemazionale i beni culturali ed ambientali del territorio forsempronese nella prospettiva futura del ripristino a fini di trasporto pubblico locale dell'intera tratta. Roberto Giungi
Da: Flaminia e dintorni n. 43 Gennaio 2019
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Fano-Urbino, Sinistra per Urbino e Art.1 MDP a favore del ripristino, "Se non ora quando?"
23/01/2019 - Sempre più numerose le voci che chiedono alla Regione e al Governo un impegno per la ferrovia. Ormai è consolidata la ferma posizione dei Consigli Comunali di Urbino, di Fermignano, dei comuni dell’entroterra, e da ultimo di Fossombrone per il ripristino della ferrovia, per la salvaguardia dell’unitarietà del tracciato e della tratta ferrata, escludendo quindi ogni ipotesi di sostituirla con una gettata di cemento per una ciclabile, o di farne uno “spezzatino” con vendita di singoli lotti. Sinistra per Urbino (a cui aderiscono PCI e Rifondazione Comunista) e “Art.Uno Movimento Democratico e Progressista” (ex Leu) si uniscono agli intenti di questi enti istituzionali, delle numerose associazioni ed enti di categorie (da ultimo la Confcommercio). A fronte di questo vasto coro di pareri favorevoli e pressioni, spicca l’immobilismo del governo Regionale che si trastulla sulle proposte di alcuni consiglieri del Pd intorno a ipotetiche ciclabili, insinuando la provocazione di asfaltare parti della tratta ferroviaria. I nostri gruppi poilitici, come tutti gli interlocutori di buon senso, ribadiscono che nulla hanno in contrario ad un ciclabile, - la razionalità suggerirebbe tracciati attraverso i piccoli centri o a fianco della vecchia Flaminia per evitare tutti gli ostacoli fisici, - ponti, gallerie, distanza dai binari per esigenze di sicurezza - di una difficile ciclabile a fianco della ferrovia. Fate la ciclabile dove volete, ma non saccheggiate il sedime ferroviario.
Ci opporremo con ogni mezzo a tentativi e inganni per divellere i binari, anche parzialmente, col pretesto di una fantasiosa ciclabile che rischia di finire ricoperta di sterpaglie e fango, e il cui ultimo fine appare ben lontano da quello sportivo e finalizzato invece a depredare l’entroterra delle sue risorse. In questo contesto sempre più contraddittoria appare la posizione del Pd, che anziché farsi interprete di una volontà universale che salvaguardi le aree economico - sociali più in difficoltà, l’entroterra, si divide in interessi miopi e particolaristici: così di fronte alle giuste posizioni a favore della ferrovia, come quella del Pd urbinate e di Londei, troviamo alcuni consiglieri regionali che, con il sindaco di Pesaro Ricci sognano una bella gettata di cemento sulla tratta, e il sindaco di Vallefoglia, Ucchielli, che gioca con mirabolanti e fantascientifici trenini che attraversano i centri della Valle del Foglia, con l’evidente risultato di creare confusione e distrarre dall’unico obiettivo perseguibile: la metropolitana leggera di superficie Fano-Urbino. In questo modo il Pd diviso, rinuncia al ruolo di forza di governo dei territorio e rischia così di consegnare la nostra provincia ad una destra, egemonizzata da una Lega aggressiva, rozza e violenta, che agita strumentalmente le esigenze popolari e che fa del razzismo il cemento per indirizzare il malcontento popolare per la crisi economica anziché sui partiti, Lega compresa, che hanno governato il Paese, sui lavoratori e sulla parte più debole della popolazione per gestire il potere, insieme a chi ha realmente in mano il bastone di comando dell’economia.
La ferrovia Fano Urbino e la Fano-Grosseto, costituiscono infrastrutture fondamentali per evitare che la nostra provincia sia tagliata fuori dai collegamenti con il centro Italia, visto che il rafforzamento della Ravenna-Orte e la Quadrilatero a Sud della nostra provincia, rischiano isolare i nostri territori. Ora la Legge n.128/17 approvata dal Parlamento, che istituisce per fini turistici il ripristino di 18 tratte ferroviarie dismesse (compresa la Fano-Urbino) e le dichiarazioni in ambienti governativi, a favore del traffico ferroviario locale, costituiscono spinte perchè le nostre comunità locali esigano che quanto scritto e detto si traduca in realtà.
L’unità delle volontà politiche dell’entroterra è oggi un’esigenza irrinunciabile per raggiungere questo obiettivo, una metropolitana leggera di superficie, moderna e ambientalmente sostenibile che sappia collegare i vari centri dell’entroterra con la costa, diminuire un traffico stradale sempre più caotico, intenso, inquinante, pericoloso, costoso e sempre parzialmente interrotto per le permanenti manutenzioni, che porti ad un rilancio dell’economia della provincia, sia dal punto di vista turistico che produttivo e commerciale.
Esigiamo che quanto sancito dal Parlamento non resti soltanto una espressione di propaganda ma si traduca in realtà! Se non ora quando? da Sinistra per Urbino - Art.1 MDP
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Il Personaggio - La ferrovia delle donne
di Riccardo Paolo Uguccioni
TUTTE LE VITE hanno una zona appartata, quasi segreta. Daniela Valentini, per tanti anni docente di Lingua inglese nella scuole della provincia, ha gestito una stazione sulla ferrovia Fano-Urbino, oggi soppressa. «Era il 1972, avevo vent’anni. La stazione dove prestavo servizio era “Saltara Calcinelli”, piccola ma importante perché lì in certi orari si incontravano i treni provenienti da Urbino e da Fano. La ferrovia era a binano unico, ma in quella stazione c'erano due binari. Quel trenino che partiva da Pesaro, formato da due vagoni, trasportava soprattutto studenti e lavoratori pendolari, ma anche merci».
Merci su quella linea? «Ricordo che in zona c’erano ditte che ne spedivano, ad esempio la “Gioat” produceva pantaloni stretti e colorati, gialli, rossi … Chi ha la mia età forse li ricorderà, nei primi anni ‘70 quei pantaloni andavano in tutta Italia. Da Calcinelli partivano anche pacchi su pacchi di gladioli e altri fiori. Una piccola stazione piena di vita. Lo ricordo bene, perché dovevo registrare e compilare moduli. Fortunatamente le ditte deponevano i pacchi su carretti lungo i binari».
Quali erano i suoi compiti? «Dovevo fare i biglietti, alzare e abbassare i passaggi a livello collegati alla stazione (erano due), stare costantemente-al telefono di servizio con il Dirigente unico che si trovava a Fano, nell’imminenza dell’arrivo dei treni dovevo azionare lo scambio per il primo treno in entrata, che si sarebbe disposto sul secondo binario. All’arrivo del secondo, proveniente dal lato opposto, il personale viaggiante provvedeva a spostare gli scambi sud e nord. Nel giro di pochi minuti era un vero lavoro di squadra. Il capotreno comunicava per telefono al Dirigente unico nome della stazione e numero del treno. Su quel filo erano in ascolto gli altri gestori vicini, che si preparavano ad abbassare i passaggi a livello (manualmente) e a quel punto, per chi li aveva, si abbassavano anche i segnali di sicurezza. Purtroppo non tutte le stazioni ne erano fornite».
La sua invece si? «Certo. Sullo spiazzo c’erano due colonnine con manovella per la chiusura e la riapertura dei passaggi a livello, si azionavano .tramite un complesso giro di chiavi che andavano inserite al momento dell’abbassamento dei passaggi a livello e poi tolte. Anche lo scambio aveva la sicurezza di chiavi, che andavano messe e poi tolte. Sulla rotaia c’era il foro di inserimento per la chiave che sbloccava la leva e ne permetteva il movimento. Non c’era possibilità di errore, la procedura era fissa e la chiave non la si poteva dimenticare, perché poi andava inserita in stazione. Insomma, era tutto un gioco ad incastri».
Nulla di elettronico, insomma? «Elettronico? Non c'era neanche la corrente elettrica, era tutto come nell'800. Io ero fortunata perché la mia stazione aveva i segnali di arresto meccanici, cioè se per caso avevi lasciato il passeggio a livello alzato il macchinista avrebbe trovato il segnale di stop, una bandierina rigida che restava sollevata».
Ma dopo l’imbrunire o prima dell’alba? «Dietro la bandierina c'era una lampada ad olio, che di sera mostrava il colore rosso o verde. Ogni tot giorni si doveva riempire la lampada e bisognava salire la scaletta lungo il palo del segnale. Ma sono salita poche volte , i colleghi più esperti per gentilezza mi hanno evitato quell’impegno. In genere non era un lavoro pesante, ma nel giro di pochi minuti ti trovavi a fare mille cose, compreso il biglietto ad un ritardatario. Poi passavano una o più ore senza grandi impegni».
Un lavoro frenetico ma con pause, insomma. «La cosa dura per me erano gli orari del primo turno, il primo treno. Partiva da Urbino alle 5,00. Per quell’ora tutta la linea doveva essere attiva, quindi partenza da casa alle 4,10 circa, arrivavo con la Fiat 500 da Pesaro, sulla strada ancora buia c’eravamo soli io e i camion. Alle 4.45 nel buio, con il fruscio del vento tra gli alberi, aprivo la stazione. Dopo qualche momento ombre scure cominciavano ad apparire silenziosamente sul piccolo piazzale. Non nascondo che all’inizio avevo un po' di paura, ma quelle ombre erano gli operai e altri pendolari che andavano a lavorare sulla costa».
Allora non era frequente che delle donne lavorassero in ferrovia. «Aprirono i concorsi proprio allora. I colleghi del tempo chiamarono la Fano-Urbino la linea delle donne, perché da quel primo concorso siamo arrivate su quella ferrovia almeno tre o quattro ragazze. Fino ad allora le uniche donne erano le casellanti o mogli di casellanti che si riconoscevano perché anche loro erano in contatto telefonico e nei momenti di silenzio le si sentiva parlare: “Cosa hai fatto da mangiare oggi, Tina?" ».
Ma non poteva essere solo lei a tenere aperta la stazione. «Certo. Eravamo in tre a fare i turni. L'ultimo treno passava alle 22,20 diretto a Pesaro, dopodiché alle 22,30 circa, arrivato il treno a Lucrezia e sollevato il passaggio a livello verso Pesaro, il piccolo ufficio veniva chiuso. C’era anche un treno merci che transitava su quel binario unico, mi sembra il mercoledì».
Sa che stavolta si parla di riattivare la linea? «Sì. Ogni tanto se passo a Calcinelli, allungo lo sguardo e rivedo quel mondo, la stazione è così piccola, poco più che un capanno. Cuccurano, Lucrezia, Calcinelli, Serrungarina, Fossombrone, Calmazzo... Chissà dove sono finite quelle lanterne ad olio che erano nella rimessa; a volte mi ritrovo a pensare ai vecchi ferrovieri che le utilizzavano, o a quel piccolo ufficio con la finestrella per il pubblico e la grossa stufa incastrata a metà parete tra l'ufficio e la sala d’attesa».
Come mai ha fatto il concorso, mentre studiava per laurearsi? «E’ stato mio padre. Mi ero appena diplomata alle Magistrali e mi aveva detto: “Prova a fare un concorso, sei fresca di studi, così quando uscirà quello magistrale avrai già un po’ di esperienza”. L’ho passato! Quando mi hanno chiamato ero iscritta al secondo anno di Lingue, ho fatto un corso di tre mesi alla stazione di Fabriano per abilitarmi al lavoro ma in contemporanea frequentavo l’Università. E’ stata una bella esperienza dal lato umano: responsabilità e rispetto con tutti … ma nel cuore avevo che avrei fatto l’insegnante di Inglese e così è stato!»
BEI TEMPI quando una studente poteva scegliere tra i treni e la scuola.
Da: Il Resto del Carlino del 12/2/2019
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IL RACCONTO - SOGNANDO IL TRENO CHE NON C'È PIÙ
IO, DANIELA , sono sul treno Urbino - Fano. Seconda automotrice. La corsa termina a Pesaro. Io, però, questo treno lo chiamo Urbino - Fano. O Fano - Urbino. Dimenticando, consciamente, Pesaro. Perché attraversa la valle Metaurense: la mia terra, quella che conosco e che amo. E. poi perché è bagnata dal Metauro: il fiume più lungo delle Marche, che quasi accarezza la mia cittadina. A questo fiume, ogni mattina, allorché apro la finestra della casa in cui abito, getto lo sguardo. Un modo, come un altro, per salutarlo. E augurargli una buona giornata.
IL TRENO è fermo alla stazione di Fermignano. Dove salgono diverse persone: donne, uomini, bambine e bambini. Salgono anche due carabinieri. Mi chiedo: chissà dove sono diretti? Dopo la sosta, il convoglio riprende il suo commino. E scende lentamente verso la fertile vallata. Con i casolari, i campi intersecati di rogge, file di gelsi, cortili con il mangime per gli animali. La giornata è rallegrata dal sole che sale dall’Oriente. Il mare Adriatico è ancora lontano: eppure ho la sensazione di respirare l’aria profumata di salsedine.
DAL FINESTRINO ammiro, nei pressi dì Canavaccio, il ponte sul Metauro. Nello scompartimento il silenzio sembra sovrano. Nessuno parla. E. allora cerco di romperlo, questo silenzio. Davanti a me c’è un ragazzo. Ha l’aria seria, riservata, il volto liscio, gli occhi chiari. Mi scivola la borsetta, appoggiata malamente sul sedile. Il ragazzo sì china, la prende, me la porge. Lo ringrazio. Il ragazzo mi risponde, con un filo di voce: “Dovere”. Gli chiedo come sì chiama: “Renato”, mi risponde. E allora mi presento anch’io: “Daniela”. Gli dico che la mia meta è Fano, Lì mi aspettano i miei genitori e mia sorella Paola. Renato estrae, dal suo zainetto, una bottiglietta d'acqua minerale. Me la porge: accetto. E poi mi dice che scende a Fossombrone. Dove l’aspettano alcuni amici. Per festeggiate un compleanno. Poi ancora un luogo silenzio. Sino alla fermata di Fossombrone. Qui scendono anche i due carabinieri. Forse si recano al carcere della città che ha dato i natali al grande pittore Guerrieri. E che sorge sul dolce declivio d’un pittoresco colle. Caratterizzato dalla Corte Ata, il Palazzo Ducale dei Malatesta, e dalla Corte ( Bassa, la residenza fossombronese dei duchi d'Urbino.
LA LITTORINÀ così come viene chiamata, non è l’Orient Express. Non c'è dunque imprevisto, suspense, avventura. Qui tutto è tranquillo: sai quando parti e quando arrivi. J1 treno riprende la sua corsa sui binari. Ondeggiando verso la pianura. E’-un agosto limpido, serenò, azzurro. I miei occhi si posano sui paesaggi collinari e sui campi lisci come bigliardi. La carrozza in cui mi trovo si riempie ulteriormente di viaggiatori. Alcuni sostano in mezzo al corridoio, Naturalmente in piedi, oppure seduti sui seggiolini di riserva. La conversazione non langue più. Gli interlocutori non si i nascondono dietro un cortese sorriso, la lettura di un giornale o di una rivista. Una pettinatura fatta in un certo modo. Un film recentemente visto. Un clamoroso fatto di cronaca. La situazione politica. Il tutto li inducono a farsi domande, scambiarsi opinioni, darsi consigli.
ECCO CALCINELLI. La piccola stazione è affollata. Qui, tra gli altri, salgono due studenti. Non dimostrano più di diciassette - diciotto anni. Parlano ad alta voce fra di loro. Parlano della loro scuola, il Liceo classico di Fano, e dei loro compagni. Sorridono e fingono di colpirsi con i libri che hanno sotto le braccia 0 in mano. Il capotreno suona il fischietto e il convoglio riparte. Adesso sembra più veloce. Sembra abbia fretta di giungere a Fano.
OVVIAMENTE la littorina fa altre soste: Obbligate. Sfiora borgate allegre e paesi civettuoli. A Lucrezia e Cuccurano, basso Metauro, salgono e scendono impiegati, insegnanti, studenti, operai: tutti coloro, insomma, che la ritengono indispensabile per i loro trasferimenti. Uno di loro che si chiama Ubaldo, magro come un grissino, mi dice che se non ci fosse il treno non saprebbe come recarsi al lavoro a Fano. Perché non può permetterai l’auto. E ritiene scomoda l'autobus. Gli rispondo che ha ragione. E che questi treni hanno anche una funzione sociale.
MI RISVEGLIO: il sogno Unisce. E termina il viaggio sul treno che non c'è più. E penso, tra me e me. che sono passati trentadue anni dall'ultimo collegamento. Urbino e Fano sembrano geograficamente vicine. Invece, senza treno, sono logisticamente e mentalmente lontane. Quei cinquanta chilometri creano una barriera. Di certo, non le ricollegano, i fanesi e i turisti che vorrebbero recarsi a Urbino, per visitare la città culturale e monumentale, devono scegliere altri mezzi di trasporto. Così conte gli urbinati e gli abitanti della vallata Metaurense che vorrebbero recarsi sulle spiagge fanesi oppure allo storico e mitico Carnevale dell'Adriatico. Vorrei riaddormentarmi e sognare ancora il treno che non c’è più. Vorrei tuffarmi in quel passato che alimenta la mia nostalgia. Ma non posso. È tardi: la realtà della vita quotidiana m‘ aspetta.
Post scriptum. Daniela non è un nome di fantasia. Esiste davvero. E’ nata a Fermignano e, da molti anni, risiede a Fano. Dove svolge la sua attività professionale (parrucchiera). È spostata con Leo e ha un figlio che si chiama Federico.
TRENTADUE ANNI FA
Segnatevi queste date: 31 gennaio 1987 e 31 gennaio 2019. La prima è la data in cui la ferrovia Urbino -Fanó è stata chiusa al traffico. La seconda è quella dell’ “anniversario”, si fa per dire, della chiusura. Sono dunque trascorsi ben 32 anni dal giorno in cui la Littorina non percorre più la tratta di 48, 750 kilometri con i suoi ponti, gallerie, viadotti, stazioni.. Rivedremo la riapertura?
Da: Il Giornale del Metauro n. 212 del Febbraio 2019
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Tutti gli scenari possibili per la tratta Fano-Urbino
Il neo comitato Iniziativa popolare invita Rovinelli della Regione a illustrare le opzioni
IL RIPRISTINO - La ferrovia classificata dalla legge di valenza turistica. Il dibattito venerdì sera a Cuccurano
FANO Per discutere del rilancio della ferrovia Fano Urbino, il neo comitato Iniziativa popolare, nato per valorizzare il patrimonio pubblico lasciato nel degrado organizza una manifestazione venerdì alle 21,15 all’orato rio "La stazione" di Cuccurano al fine di illustrare i possibili scenari del ripristino della ferrovia: “Ferro ciclo moto pedonabile?" è il significativo titolo dell’evento.
Appuntamento all’oratorio - Per evitare strumentalizzazioni politiche a pochi mesi dal voto e avere un’informazione neutrale rispetto agli atti normativi, il comitato annuncia di aver invitato all'evento Renzo Rovinelli (storico socialista fanese, già capo di gabinetto di Palmiro Ucchielli quando questi era presidente della Provincia) nell’attuale veste di funzionario della Regione Marche, responsabile del procedimento di valorizzazione della ferrovia Fano Urbino. Il dibattito sarà introdotto da Claudio Caprara, noto nel territorio come amministratore di un partecipato gruppo Facebook. le conclusioni del dibattito, dichiaratamente «aperto a tutti anche alle forze politiche e agli esperti del settore, saranno tratte da Valentina Pennacchini, conosciuta come attivista del Movimento radicai socialista, che si impegnò a suo tempo per la richiesta di referendum comunale a tutela dell'ospedale Santa Croce.
“Dopo 32 anni dalla fine del servizio ferroviario Fano Urbino - scrive nella sua presentazione il comitato Iniziativa popolare -. ancora si discute, quasi quotidianamente, del futuro di quella importante infrastruttura. Il Parlamento ha approvato la legge 128/17 classificando la nostra ferrovia come turistica. Quanti conoscono esattamente quella legge e le conseguenze? Quante possibilità ci sono che venga ripristinala la vecchia ferrovia? Quale uso può esserne fatto, con quale finalità e con quali e quanti soldi? Abbiamo letto che la Regione Marche si sta adoperando per un utilizzo misto del sedime, in cui è prevista una pista pedonale: è vero? Ci sono i soldi? Possono convivere le due soluzioni?”
il patrimonio In degrado - Alle domande venerdì si cercherà di dare una risposta. Iniziativa popolare afferma di essersi costituita “per consentire ai cittadini di conoscere i progetti che riguardano tutti noi, in particolare come utilizzare a finalità pubbliche sociali e culturali l'enorme patrimonio pubblico esistente spesso lasciato nei degrado anziché essere utilizzato a vantaggio dell'intera comunità”. Si inizia dall'ex ferrovia. Lorenzo Furlani
“Quattro soluzioni per il ripristino”
Sul ripristino della ferrovia Fano Urbino da sempre è impegnata l’associazione Ferrovia Valle Metauro che ha elaborato anche "una piramide delle idee". «I principi - si legge sul sito web del gruppo - sono quindi di reversibilità, gradualità e compatibilità con la legge delle ferrovie turistiche e con la normativa ferroviaria. La soluzione 1 riguarda l'utilizzo su tutto o parte del tracciato di ferrocicli per un recupero ludico del bene bastano 500.000euro. La soluzione 2 prevede solo fine turistico con treni storici: 35 milioni di euro. La soluzione 3 è la prima soluzione di trasporto pubblico locale non elettrificato: costo circa 87 milioni di euro (compresi i 35 precedenti). La soluzione 4 prevede un servizio elettrificato con un costo aggiuntivo 20/25 milioni di euro con velocità elevate e mezzi moderni uniti a capillarità del servizio».
Da: Corriere Adriatico del 13/2/2019
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Parlamentari 5 Stelle: “Nelle Marche 84,7 milioni di euro per il trasporto pubblico locale”
13 Febbraio 2019 - “Con il decreto firmato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, arrivano nelle Marche 84,7 milioni di euro per il trasporto pubblico locale” affermano i parlamentari del Movimento 5 Stelle in una nota congiunta. “Vengono ripartiti nelle Regioni a statuto ordinario 3.898.668.289,20 di euro come anticipazione dell’80% del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario. Tra i fondi sono stati conteggiati, e dunque di fatto sbloccati, i 300 milioni di euro accantonati dalla legge di Bilancio 2019”, afferma Mauro Coltorti, presidente della commissione trasporti al Senato. “Abbiamo l’opportunità di andare verso una mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico locale. Adesso è la Regione che deciderà in che modo usare al meglio i fondi destinati al nostro territorio”, sottolinea Giorgio Fede. “Obiettivo primario è garantire ai cittadini di spostarsi in modo semplice e adeguato attraverso il trasporto locale: incentiviamo così forme di viaggio a basso impatto ambientale. La qualità della vita dei cittadini resta al centro di ogni scelta del Governo, perché ci sono servizi che non vanno tagliati di costi, ma solo potenziati”, conclude Patrizia Terzoni.
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“Ferrovia Fano-Urbino, ostacoli costi e benefici”: se ne parla domani 16 febbraio a Urbino
15 Febbraio 2019 - Il Circolo “Le Cesane” di Legambiente – Urbino organizza per sabato 16 febbraio, alle ore 16,30 presso il Centro di Educazione Ambientale “Casa delle Vigne” di Urbino v.le Flli Rosselli un incontro – dibattito sul tema “Ferrovia Fano – Urbino, ostacoli costi e benefici”. Saranno presenti Mazza Michele e l’ing. Giovanni Carboni dell’Associazione Ferrovia Val Metauro. L’incontro sarà l’occasione per approfondire le problematiche relative ai costi, agli ostacoli di natura fisica e burocratica, alle volontà politiche e amministrative che si frappongono, e invece i vantaggi che la realizzazione dell’opera potrebbe comportare per l’intera comunità provinciale. Legambiente Urbino invita i cittadini, le associazioni, i partiti, movimenti e organizzazioni politiche a partecipare.
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Incontro presso "La Stazione" di Cuccurano sulla Fano Urbino
Molto opportuno l’incontro organizzato dal neonato comitato “Iniziativa Popolare” sulla ex ferrovia metaurense. Renzo Rovinelli, il funzionario della Regione Marche che segue il procedimento ed ha contatti continui con tutti i soggetti interessati, ha ribadito innanzitutto che la stessa legge 128/2017 istitutiva delle ferrovie turistiche, più che facilitare, pone limiti severi ad un eventuale recupero della linea sia per le rigide misure di sicurezza che la mancanza di finanziamenti; inoltre, giustamente, RFI privilegia ferrovie riutilizzabili anche a scopo commerciale e non certo linee da ricostruire praticamente ex novo. Dal canto suo, la Regione Marche non può prendere in carico la linea perché non è possibile sottrarre ingenti risorse al trasporto pubblico locale per riattivare una linea utilizzabile solo per alcune giornate l'anno; poche decine di turisti, per percorrere 48 km, impiegherebbero circa 3,5 ore all'andata e altrettante al ritorno. Nessuna preclusione esiste invece per il ferro ciclo turistico (di cui però non esistono modelli omologati) visto che ancora per molto tempo binari e traversine resterebbero al loro posto.È emerso pertanto che la Regione Marche, prevedendo la pista ciclopedonale lungo il sedime, ha fatto una scelta giusta, apprezzata da numerose associazioni ambientaliste, in primis la FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta): infatti valorizza un bene collettivo abbandonato da decenni, lo recupera a scopo sociale e procede con la massima trasparenza, di concerto con i 7 Comuni attraversati dalla linea; una scelta anche lungimirante, basata su una precisa volontà politica che fa capo alla l.r. 38/2012.
Tutto questo in attesa che si creino le condizioni per un eventuale ritorno del treno, in un futuro comunque lontano e solo a scopo turistico, perché per ora nessuna legge consente l’esercizio commerciale; in sostanza, quella della Regione è una sorta di assicurazione sulla vita di una ferrovia che corre il rischio di essere fatta a pezzi (circa 200, quanti sono i privati interessati all'acquisto), che la stessa Fondazione cui sono affidate le ferrovie turistiche ritiene "difficilmente" recuperabile.
Non sono mancati durante il dibattito momenti di forte contrapposizione che hanno confermato quanto sia necessaria una informazione basata su dati oggettivi. Aiuta oltretutto la l.n. 2/2018, purtroppo poco conosciuta, secondo cui la bicicletta è un mezzo di trasporto (ecologico, efficiente ed economico) e le piste ciclopedonali sono infrastrutture al pari di strade, autostrade e ferrovie che vanno fatte non per andare a spasso di domenica in luoghi ameni ma da usare tutti i giorni per garantire sicurezza stradale e snellimento del traffico.
Per la ciclovia del Metauro ci sono anche i finanziamenti: 4,5 milioni di euro a fondo perduto e senza oneri per la Regione. Qualcuno potrebbe ragionevolmente rifiutare una nuova strada che non distrugge ma conserva la ferrovia dismessa e in più fa bene alla salute, all'ambiente e all'economia?
Enrico Tosi
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Ferrovie, un convegno sul ripristino della ferrovia Urbino-Fano: speranze di riapertura?
Categoria: Treni reali Pubblicato: 18 Febbraio 2019
L’incontro è avvenuto sabato pomeriggio al Cea di Urbino ed è stato organizzato da Legambiente.
Il titolo dell'incontro, molto partecipato dalle persone, è stato “Ferrovia, ostacoli, costi e benefici”. Partiamo dal presupposto che le forze politiche di Urbino si sono - chi più, chi meno - espresse a favore del ripristino della ferrovia. Una presa di posizione che però non basta da sola per l'effettiva riapertura. Uno dei problemi principali per un'eventuale riabilitazione della linea è l'utilizzo indiscriminato (e spesso non autorizzato) dei terreni attorno alla sede ferroviaria e alle stazioni; una predazione dei terreni prospicienti la tratta ferroviaria con finalità di vari usi speculativi. Secondo recenti studi, i costi dell’opera sarebbero tutto sommato contenuti: circa 80 milioni di euro. Quindi la volontà c'è, ed è - una volta tanto - bipartisan: vedremo se al volere si affiancheranno i finanziamenti per far riaprire questa importante tratta tra la costa e l'entroterra marchigiano.
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Legambiente, folta partecipazione al convegno per il ripristino della Ferrovia Fano-Urbino
19/02/2019 - Grande successo e sala gremita all’incontro di sabato pomeriggio al Cea di Urbino organizzato da Legambiente sul tema “Ferrovia, ostacoli, costi e benefici”, con la presenza degli amici dell’Associazione Ferrovia Val Metauro.
Erano presenti il Sindaco e due assessori, esponenti del M5stelle, di Sinistra per Urbino - Art.Uno MDP, del Pci, del Pd con il segretario locale e di diverse associazioni del territorio. L’incontro è stato introdotto dal vice presidente del Circolo di Legambiente, Danilo Alessandroni che ha apprezzato la presa di posizione di tutte le forze politiche di Urbino a favore del ripristino della Ferrovia, ma ha chiesto al Pd che governa la Regione, oltre alla semplice presa di posizione, un impegno perché il sostegno locale, a favore della Ferrovia, diventi di tutto il partito regionale, alle forze che governano la città, che non si ripetano come per il passato alienazioni a favore di privati di spazi e terreni intorno alla stazione fino al punto di soffocare ciò che rimane dei binari, al M5stelle che ora al governo dirige il ministero delle infrastrutture, provvedimenti e interventi che invertano la tendenza finora subita di una progressiva e inesorabile rapina e predazione dei terreni prospicienti la tratta ferroviaria con finalità di vari usi speculativi, che salvaguardino l’unitarietà della tratta impedendone l’alienazione privatistica e che avviino un processo per il ripristino della Urbino - Fano, ferrovia pubblica.
Gli interventi degli amici dell’AFVM si sono concentrati nel mettere in evidenza la necessità di una tratta ferroviaria che colleghi l’entroterra con la costa, un’arteria di mobilità moderna e non inquinante, visto che ci troviamo in una fase storica che segna il passato (l’auto) e il futuro (treno, metropolitana ecc.). Quindi sebbene i costi dell’opera siano tutto sommato contenuti, 80 milioni nello studio delle Ferrovie, questo ripristino non si fa per una volontà politica, miope, a favore della mobilità su gomma e delle infrastrutture della costa a discapito dell’entroterra. Di qui la necessità di unire tutte le forze, politiche e associazionistiche perché facciano sentire la voce dei cittadini a chi governa le istituzioni, territoriali, regionali o nazionali che siano. L’inserimento della Fano Urbino con la legge 2017 n. 128 nelle ferrovie da riattivare per uso turistico, può costituire un primo passo perché l’opera possa avviarsi. Ma la Regione deve chiedere quei finanziamenti da integrare per poi procedere. La Ciclabile è un falso problema. Tutti sono a favore della ciclabile ma non sovrapponendola alla ferrovia, mentre rimane alquanto difficile immaginarne una a fianco della ferrovia per le ovvie difficoltà del tracciato. Più sensato sarebbe farla a fianco della Flaminia o di altre arterie minori. A meno che con la ciclabile non si non miri a smantellare i binari totalmente o parzialmente, per fini che ben poco hanno a che fare con l’ambiente o lo sport amatoriale. Ma questo disegno, se è presente nella mente di qualche amministratore,non passerà per la forte opposizione dei cittadini. Infine si è lanciato un appello perché le forze politiche alla vigilia delle elezioni inseriscano nel loro programma elettorale l’impegno a difendere l’integrità della tratta ferroviaria, non solo quella di competenza comunale, ma tutta la tratta, ad affidare un incarico amministrativo perché l’opera sia avviata, ad impedire ogni alienazione dei terreni che ineriscono la tratta ferroviaria e la stazione. Nel dibattito, molto ricco e interessante, vogliamo segnalare l’intervento del rappresentante di Italia Nostra. da Circolo Legambiente Le Cesane-Urbino
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Elezioni, Legambiente avvisa Biancani: «Sì alla ciclabile ma solo con la ferrovia»
No allo smantellamento della tratta; «Altrimenti ci saranno ripercussioni quando si andrà a votare»
IL DIBATTITO
VALLEFOGLIA - Il sindaco di Vallefoglia Palmiro UcchielII ha scritto, senza avere risposte, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli per rilanciare la ferrovia anche nella Valle del Foglia passando, ovviamente, da Vallefoglia. Dalle dichiarazioni del consigliere regionale Biancani. invece, al momento viene rimarcato il suo interessamento per una ciclabile lungo la valle metaurense, da Fano a Urbino, ma rimane l'equivoco se questa sarà realizzata scardinando o menoi binari della ferrovia. Legambiente Urbino rifiuta l'opzione clabile o ferrovia. Siamo - sottolinea - per il ripristino della ferrovia».
Due tragitti paralleli «Ci battiamo in difesa della tratta ferrata - rimarca Legambiente - anche se per il momento le autorità di governo, nazionale e regionale, sono sorde e sottovalutano le esigenze del territorio. Auspichiamo e speriamo, dopo la chiusura della ferrovia del 31 gennaio 1987, che non sia un governo regionale del Pd a proseguire su questa strada e smantellare la tratta ferrata: una tale decisione avrebbe conseguenze pesanti nei prossimi appuntamenti elettorali». Legambiente si dichiara, da sempre, a favore della ciclabile a fianco della vecchia Flaminia, -perché eviterebbe problemi non secondari di sicurezza e di viabilità, nel superare ponti e gallerìe, che richiedono investimenti e spese ingenti. Inoltre l'attraversamento di centri abitati e punti di ristoro garantisce una maggior fruibilità e sicurezza per un uso popolare della ciclabile che diventerebbe una alternativa ecologica e salutare per gli spostamenti e non solo uno strumento domenicale per usi agonistici».
«Deve coinvolgere tutti» - Si guarda alle comunità dell’entroterra. «Riaffermiamo la nostra netta opposizione anche alla semplice ipotesi di smantellare la strada ferrata per sovrapporvi una ciclabile e alla contrapposizione ciclabile contro ferrovia. Invitiamo il consigliere Biancani a procedere in modo meno confuso e senza escludere gli enti locali dell'entroterra e le associazioni ambientaliste (Legambiente, Fai. Italia Nostra, WWF) che si sono pronunciate in difesa della tratta, ad uscire da ogni equivoco e ambiguità perseguendo la realizzazione del progetto delle ferrovie turistiche, sancito con un voto del Parlamento, sulla linea del precedente ministro Franceschini e dell'attuale Toninelli. che si è detto favorevole ad incrementare le piccole linee. Le difficoltà che si incontrano per la miopia delle strategie e volontà politiche di chi ci amministra non giustifica né l’abbandono del progetto né la parcellizzazione o la demolizione del sedime ferroviario. Come si continua a perseguire il progetto della Fano - Grosseto, a maggior ragione non si deve abbandonare il progetto di ripristino della Fano- Urbino, che riteniamo fondamentale per munire il territorio provinciale di un collegamento moderno, ecologico e collettivo». Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico del 20/2/2019
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A Urbino nasce l’E-Bike Point per scoprire il Ducato su due ruote
Sabato 23 sarà inaugurato il primo E-Bike Point di Urbino, negozio per noleggio di biciclette ma anche la serie di servizi per gli amanti della bici, a Borgo Mercatale: il progetto è il frutto della collaborazione tra ASD Montefeltro Adventure Bike & Walk e l'Agenzia Urbino lncoming che proporranno delle iniziative per il pubblico dì appassionali e curiosi.
PER URBINO non è da poco neppure che apra un nuovo negozio in questo periodo, che addirittura si tratti dì una serie di offerte per i bikers è veramente particolare - spiega Federico Scaramucci di Urbino Incoming. Con il presidente di Montefeltro Adventure Bike & Walk Piergiorgio Guelpa, ci siamo basati sui dati del turismo e del cicloturismo per tuffarci in questo progetto: a livello europeo e regionale il turismo è in crescila, nel settore del cicloturismo ancor di più perché si parla di ben 60 milioni di persone che in Europa scelgono la bicicletta; in Italia i dati di Legambiente parlano di circa 6 miliardi di euro per il giro delle 2 ruote, 2-3 miliardi solo per il turismo con questo mezzo. Inoltre, ci sono investimenti in corso nelle Marche che riguardano i bike hotel che raddoppieranno. Abbiamo voluto allora offrire un nuovo servizio a Urbino: prima di tutto un negozio che permetta il noleggio di bici normali e con la pedalata assistita, poi dei tour guidati, in collaborazione con “Marche Outdoor”, con guide abilitate a portate persone in bicicletta, poi la possibilità di stipulare convenzioni con strutture ricettive del territorio cui noi portiamo e poi riportiamo via delle biciclette per i propri clienti. Siamo un bike point della rete nazionale e quindi offriremo anche una serie di servizi ulteriori, come un’officina attrezzata per la sistemazione delle bici, il cambio di una ruota, altri servici per il ciclista con degli esperti». La giornata di sabato, con la presenza di esperti del settore, servirà per spiegare nel dettaglio tutto il progetto e le possibilità che esso offre agli appassionati della bicicletta: il programma prevede che alle 15 ci sia un giro in bici fino al Palazzo Ducale, un flash mob particolare, poi alle 16, al nuovo Bike Point a Borgo Mercatale n. 37, un brindisi e la presentazione dei servizi offerti. l.o.
Da: Il Resto del Carlino del 20/2/2019
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La ciclabile sulla tratta: il comitato apprezza
I riscontri positivi emersi dall'assemblea
ILDIBATTITO
FANO Recuperare la vecchia ferrovia Fano - Urbino? Più facile farne una pista ciclabille. Questo è il succo della recente assemblea nell’oratorio La Stazione di Cuccurano, organizzata dal comitato Iniziativa Popolare. «È emerso pertanto - argomenta l'ambientalista Enrico Tosi - che la Regione ha fatto una scelta giusta, apprezzata da numerose associazioni e in primis da Fiab, valorizza un bene collettivo abbandonato da decenni, lo recupera a scopo sociale e procede con la massima trasparenza, di concerto con i sette Comuni attraversati dalla linea. Una scelta anche lungimirante». All’assemblea, che ha avuto momenti di dibattito piuttosto animato, ha partecipato il funzionario regionale Renzo Rovinelli, al quale è affidato il procedimento. A suo giudizio la stessa legge istitutiva delle ferrovie turistiche, più che facilitare il recupero della linea Fano - Urbino, pone invece limiti severi sia per le rigide misure di sicurezza sia per la mancanza di finanziamenti.
La Fano-Urbino - La ciclabile, specifica Tosi, si dovrebbe fere «nell'attesa che si creino le condizioni per un ritorno del treno, in un futuro comunque lontano e solo a scopo turistico. In sostanza, la scelta della Regione è una sorta di assicurazione sulla vita di una ferrovia che corre il rischio di essere fatta a pezzi: circa 200, quanti sono i privati interessati all'acquisto. La stessa Fondazione cui si sono affidate le ferrovie turistiche ritiene difficilmente recuperabile la Fano - Urbino». Conclude Tosi: «Per la ciclovia del Metauro ci sono anche i finanziamenti: 4 milioni e mezzo a fondo perduto e senza oneri per la Regione. Qualcuno potrebbe ragionevolmente rifiutare una nuova strada che non distrugge ma conserva la ferrovia dismessa e in più fa bene a salute, ambiente ed economia?». Os.sca.
Da: Corriere Adriatico del 21/2/2019
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TRATTA FERROVIARIA FANO-URBINO «SUBITO CONVOGLIO TURISTICO DA CANAVACCIO ALLA CITTA’ DUCALE»
La Fiab vuole la ciclabile, la Fvm treno e velorail
LA FIAB (Federazione Italiana Amici della Biadetta) ed Enrico Tosi con la Regione sulla scelta della pista ciclopedonabile lungo la Fano-Urbino. «La Regione - commenta Tosi - ha fatto una scelta giusta. Infatti valorizza un bene collettivo abbandonato da decenni, lo recupera a scopo sodale e procede con la massima trasparenza, di concerto con i 7 Comuni attraversati dalla linea. Tutto questo in ttesa che si creino le condizioni per un eventuale ritorno del treno, in un futuro lontano e solo a scopo turistico, perché per ora nessuna legge consente l’esercizio commerciale». Per Tosi quella della Regione «è una assicurazione sulla vita di una ferrovia che corre il rischio di essere fotta a pezzi (200 sono i privati interessati all’acquisto), che la stessa Fondazione cui sono affidate le ferrovie turistiche ritiene «difficilmente recuperabile». Per la ciclovia del Metauro - conclude Tosi - ci sono anche i finanziamenti: 4,5 milioni di euro a fondo perduto e senza oneri per la Regione. Qualcuno potrebbe ragionevolmente rifiutare una nuova strada che non distrugge ma conserva la ferrovia dismessa e in più fa bene alla salute, all’ambiente e all’economia?».
BEN DIVERSA la posizione dell’associazione Ferrovia Val Metauro: «In attesa che si possa definire la richiesta di ripristino della Fano-Urbino come ferrovia di trasporto pubblico locale, per le caratteristiche di conservazione del tracciato e di ammodernamento eseguito poco prima della sospensione nel 1987, la tratta che più celermente si presta ad essere ripristinata come ferroria turistica è Canavaccio-Urbino passando per Fermignano: .11,4 km, per 13 milioni e mezzo di euro finanziabili in 3 esercizi. Allo stesso modo ma con costi inferiori, si può ripristinare all’uso dei ferrocicli il tratto San Lazzaro di Fossombrone-Serrungarina Tavernelle per un totale di 11 km. Questo intervento, a cura di Rfi, si stima di 500mila euro. Nei rimanenti tratti da San Lazzaro a Canavaccio e da Serrungarina-Tavernelle a Fano si propone uno studio di fattibilità (costo 100mila euro) partendo dal progetto preliminare realizzato a titolo gratuito nel 2015 dalla nostra associazione».
Da: Il Resto del Carlino del 24/2/2019
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Lettera aperta di Enrico Tosi alle persone candidate alla guida della città di Fano
13 Marzo 2019
Abbiamo constatato con piacere che il tema dell’ambiente, e della viabilità in particolare, è centrale nei vostri programmi elettorali. A sostegno, vi forniamo alcuni dati che possono essere utili anche per contrastare le minoranze rumorose che pretendono sempre nuovi parcheggi, lamentano inesistenti “stragi di multe” e mal sopportano i controlli. E’ un semplice calcolo costi/benefici che dovrebbe suggerire una mobilità alternativa a chi può fare a meno dell’auto; quella tradizionale costa mediamente ben 6 – 7 mila euro l’anno e quella elettrica (a parte i problemi di sicurezza delle batterie) non pone alcun rimedio a congestione stradale, occupazione del suolo, incidenti, sedentarietà, impiego di risorse, smaltimento, ecc. Invece, con la bici si guadagna tempo, denaro e salute. Non bisogna inventare nulla: basta copiare i sindaci dei paesi più evoluti che hanno già applicato la “ricetta” giusta: severi limiti di velocità, ztl, isole pedonali, percorsi pedonali protetti, sensi unici eccetto bici, spazi verdi e addirittura “autostrade” ciclabili. Una recente ricerca condotta a Londra documenta i vantaggi della mobilità in bici: risulta infatti che nelle strade importanti, nei centri storici e zone shopping
le vendite salgono fino al 30%;
il rischio di negozi sfitti è ridotto del 17%;
le persone che sostano aumentano del 216%;
i pedoni vanno 16 volte/mese, i ciclisti 12 e gli automobilisti 8;
l’assenza per malattia cala del 27%;
i professionisti si insediano più volentieri.
In Italia qualcosa si muove; per chi usa la bici per andare al lavoro ora esiste la copertura assicurativa; in alcune città si prevedono rimborsi chilometrici; treni e bus cominciano a favorire l’intermodalità; non mancano, a sorpresa, richieste di isole pedonali da parte di commercianti, ecc. La mobilità attiva fa bene anche all’economia; chi va in vacanza in bici spende il 40% in più, rifugge da mete troppo battute, si muove anche in bassa stagione e cerca quanto i nostri territori offrono in abbondanza: storia, arte, natura, enogastronomia e un entroterra da scoprire lentamente. Le Marche si stanno attrezzando con una rete ciclabile regionale che, partendo dalla ciclovia adriatica Veneto – Puglia, comprende tutte le principali vallate fluviali; è un progetto apprezzato, oltre che dagli amministratori pubblici, da tour operator e albergatori; infatti, il cicloturismo ha ampi margini di crescita: oggi in Italia vale circa 2 miliardi di euro, molto meno rispetto ai 7 della Francia e agli 11 della Germania. Quindi, se investirete sulla mobilità ciclistica e pedonale farete quel che serve per restituire ai cittadini, soprattutto ai bambini, gli spazi a loro sottratti da una incontrollata motorizzazione di massa; e avrete sempre al vostro fianco le associazioni ambientalistiche, in primis la FIAB con le sue azioni e le sue proposte. Oltretutto, in poco tempo riavrete moltiplicati più volte i soldi impiegati per rendere la città più vivibile per i residenti e più attraente per i turisti.
Enrico Tosi
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Lettera aperta ai candidati sindaco e alle forze politiche perché si impegnino per il ripristino della ferrovia Urbino-Fano
14 Marzo 2019
Oltre duemila stazioni sono presenti in Italia ma la città di Urbino, nonostante sia capoluogo di provincia, città universitaria e patrimonio UNESCO non ha questo servizio con ripercussioni sociali, turistiche, commerciali e ambientali; occorre pertanto recuperare questo svantaggio. Attualmente la ferrovia Fano-Urbino è inserita nella Legge 128/2017 come ferrovia turistica, riacquistando, in linea teorica, quelle protezioni del tracciato che aveva perduto con la dismissione avvenuta nel 2011 su richiesta pressante della provincia di Pesaro e Urbino. Legambiente, dopo il successo del convegno del 16 febbraio che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, associazioni e movimenti politici che si sono impegnati a inserire nei propri programmi elettorali il ripristino della Ferrovia, chiede ai candidati sindaco alle prossime elezioni amministrative e alle forze politiche di inserire e sottoscrivere nel loro programma elettorale i seguenti punti, condivisi durante il convegno e già presenti nel progetto presentato e depositato dall’AFVM presso l’ Amministrazione comunale uscente
“Il Partito o Movimento politico si impegna per:
Attivarsi presso la Regione Marche, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT) per il recupero della ferrovia Urbino-Fano come infrastruttura per il trasporto pubblico locale (TPL) sulla base del progetto preliminare presentato dall’ associazione FVM. La città di Urbino, per la sua importanza, deve porsi capofila dei comuni che lottano per il ritorno del treno, avviando un percorso condiviso con i comuni favorevoli alla riapertura e diffidando quelli contrari dall’avviare attività ed edificazioni che possano danneggiare la ferrovia, compromettendo le legittime aspirazioni di sviluppo e miglioramento del trasporto delle aree interne e dei pendolari.
Non alienare a chicchessia aree della zona della stazione e della tratta ferrata presente nel territorio comunale, che ineriscono la fascia di rispetto dei binari e che possano pregiudicare il recupero e lo sviluppo delle infrastrutture della stazione e della stessa tratta
Respingere in modo perentorio l’uso promiscuo della sede ferroviaria, su tutto il tracciato, per sentieri pedonali e ciclabili che potrebbero rendere problematico il ritorno del servizio ferroviario; promuovere invece tutte le forme di mobilità sostenibile che dalle stazioni si diramino verso i centri abitati, i luoghi interessanti dal punto vista paesaggistico e culturale (modello hub and spoke).
Incentivare, nel frattempo che si avvii il percorso per il recupero a TPL, così come prevede la legge 128/2017, l’uso della ferrovia a scopi turistici con l’uso di treni storici o ferrocicli (velorail), – questi ultimi possono essere di facile ed economica attuazione e sono comunque propedeutici al ritorno del treno.
Ordinare ad RFI, responsabile dell’infrastruttura, di mantenere il percorso ferroviario libero dalla vegetazione, di verificare lo stato delle opere d’arte e mantenerle efficienti, vietarne l’ alienazione del tracciato e delle sue pertinenze e ribadirle che non vengano più concesse né deroghe edilizie nè permessi temporanei sulle sedi ferroviarie e nelle fasce di rispetto.
La ferrovia Urbino-Fano rappresenta la sola possibilità di realizzare nella nostra provincia un’ infrastruttura ferroviaria collegata con la direttrice adriatica e la rete nazionale; il trasporto pubblico su ferro, massima espressione della mobilità sostenibile per flussi consistenti di persone, è l’unico in grado di diminuire le negatività del trasporto su gomma: polveri sottili, necessità spazi per parcheggi, incidentalità, congestioni stradali. Costituirebbe inoltre una valida alternativa di trasporto per l’artigianato e l’industria, diffusamente presenti sul territorio.”Legambiente Circolo Le Cesane di Urbino si attende un assenso da parte dei candidati sindaco e delle forze politiche alla vigilia della competizione elettorale.
Scrivere a lecesane@legambientemarche.org
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Fano-Urbino, il M5S raccoglie l'invito di Legambiente, inserito nel programma l'impegno per il ripristino
15/03/2019 - È con grande piacere che raccogliamo l’invito di Legambiente di inserire nel nostro programma elettorale un impegno per la tutela e il ripristino della ferrovia Fano-Urbino.
Siamo molto contenti che abbia raccolto e dato forma alla nostra proposta avanzata durante l’incontro pubblico tenutosi sabato 16 febbraio al CEA Casa delle Vigne: cioè quello di condividere fra tutte le forze politiche questo punto programmatico, ci auguriamo non solo all’apparenza, comune e prioritario.
Dopo tanti incontri, tante parole spese in favore della ferrovia soppressa serve un impegno reale e unito di tutti, formale e sostanziale. Serve un impegno energico di chi governerà nei confronti della città tutta, una città che da anni, in modo inequivocabile, aspetta il ripristino di quella infrastruttura. Ci sono voluti decenni per capire che averne consentito la soppressione, invece di pretenderne un’espansione ed un ammodernamento, è stata una scelta sciatta, scellerata. Una scelta che anno dopo anno ha presentato un conto salato alla nostra comunità, condannandola ad un isolamento sempre meno superbo e sempre più servile. da Movimento 5 Stelle Urbino
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“Faremo la differenza al ballottaggio”: la sinistra di Auspici presenta il suo programma. E sulla clinica il no è categorico
Fano 16/03/2019 - Nuovo piano regolatore. Case popolari. Tutti i servizi comunali concentrati nell'ex caserma. Nuovo polo tecnico-scientifico. E a Chiaruccia stadio e palazzetto, ma senza la clinica privata. Parte da qui la proposta politica de La Sinistra per Fano, realtà nata da una costola di Sinistra Unita – ora In Comune - che ha appena ufficializzato la candidatura a sindaco di Teodosio Auspici. L'obiettivo? Spostare gli equilibri durante il possibile ballottaggio alle amministrative di quest'anno. Con due certezze: il no categorico alla clinica e la consapevolezza che non ci sarà mai un'alleanza con il centrodestra.
Lo definiscono la “quarta gamba”, ma per i promotori il nuovo soggetto politico è innanzitutto il frutto di una scelta necessaria e responsabile. Auspici è stato uno dei fondatori di Sinistra Unita, che però – nel tempo – si sarebbe trasformato in un “partito individuale che impedisce di fatto l'ingresso di nuovi soggetti”. Da qui l'idea di mettersi in proprio, “lontano dalle caste e da logiche di partito non più condivise”. In nome di una sinistra più radicale, nelle parole e nei fatti.
(omissis)
Con un curriculum da commercialista e un presente da imprenditore, il neo-candidato si è detto pronto a “rappresentare il mondo del lavoro, ma da sinistra”. Per quanto riguarda il commercio, ad arrancare è soprattutto il centro storico. Auspici ha poi sottolineato con sarcasmo come questo si stia ripopolando soltanto grazie alle sedi inaugurate dai candidati a sindaco. Inoltre, a detta della sinistra radicale, il centro andrebbe interamente pedonalizzato. “So che la cosa spaventa – ha premesso Auspici -, ma occorre diffondere una nuova cultura anche tra i commercianti. Laddove è stata fatta, la pedonalizzazione ha sempre portato dei benefici. E per sopperire a tutto questo, tra le altre cose, bisogna risistemare il parcheggio del Foro Boario che deve diventare anche sotterraneo”. Tutto questo mentre sono già in cantiere due nuovi complessi commerciali lungo la statale, cosa che non va proprio giù neppure a Marta Costantini, cofondatrice del partito.
(omissis)
La proposta de La Sinistra per Fano comprende pure il ripristino della ferrovia Fano-Urbino, la cura del verde, delle strade e delle periferie – senza più “quartieri dormitorio”, per citare la Costantini -, una mobilità sostenibile e sicura attraverso marciapiedi e piste ciclabili e un polo logistico per le merci. di Simone Celli
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TURISMO DUE PROVINCE COINVOLTE
Al via la progettazione della nuova ciclovia dei nostri Appennini
Frontino - STA PER PARTIRE la progettazione esecutiva della ciclovia che collegherà i 9 comuni dell’Area Appennino basso pesarese-anconetano, un anello da 170 chilometri che permetterà di valorizzare a fini turistici l’entroterra: si tratta di un progetto per 325mila euro dì investimento, di cui l00mila con fondi statali e 225mila con fondi FESR.
NELLA SEDE dell’Unione Montana del Catria e Nerone di Cagli, è stato presentato ai sindaci dei Comuni aderenti all’Area interna dell’Appennino Basso pesarese-anconetano (definizione bizzarra, questa, in riferimento all’area Appenninica era più logico definirla arca urbinate-anconetana) lo studio di fattibilità della ciclovia turistica, che verrà realizzata grazie ad uno specifico finanziamento previsto tra le azioni della Strategia d’area. Il progetto prevede l’individuazione di un itinerario ad anello di circa 170 Km che collegherà Apecchio, Piobbico, Acqualagna, Cagli, Cantiano, Frontone, Serra Sant’Abbondio, Arcevia e Sassoferrato.
LA CICLOVIA sarà completamente mappata e tabellata, secondo le linee guida regionali, e dotata di servizi di informazione e assistenza così da rendere il percorso fruibile dalle più diverse tipologie di turisti: dal super sportivo all’escursionista a due ruote. Il percorso sarà organizzato secondo segmenti di percorrenza differenti così da offrire diverse possibilità di scelta. «Un’ulteriore opportunità sarà data dall’interconnessione dell’anello delle Aree Interne con le future ciclovie di vallata che partono dalla costa adriatica (Fano, Marotta, Senigallia ed Ancona) e risalgono fino alle pendici delle nostre montagne, andando a creare un sistema sempre più esteso ed integrato al servizio del turista a due ruote - spiega il presidente dell’Unione Montana, Francesco Passetti -. Con questo nuovo progetto proseguiamo nella realizzazione concreta delle azioni inserite nella strategia, nella quale la riqualificazione e lo sviluppo dell’intera economia turistica sono centrali, soprattutto nell’ottica della connessione in rete delle risorse del territorio. Con la ciclovia andiamo in questa direzione piena di opportunità, anche perché rafforza l’offerta del territorio nel segmento turistico dello sport a due ruote, in piena ascesa a livello mondiale. Si tratta di un segmento particolarmente interessante anche perché attrae molti turisti stranieri che pedalando sulla ciclovia potranno scoprire le nostre meravigliose risorse naturalistiche e storico-culturali, la gastronomia e i prodotti artigianali. Il nostro comprensorio ha ancora grandi potenzialità da valorizzare al meglio con l’attuazione della Strategia d’area. Ovviamente questa progettualità non può prescindere da fondamentali interventi di miglioramento della viabilità mantenimento dei servizi di base sul territorio da realizzare con fondi ordinari, senza i quali l’attrattività turistica sarebbe in ogni caso fortemente compromessa».
DOPO i lavori di progettazione esecutiva, si passerà alla realizzazione dei percorsi e dei servizi connessi, che grazie al coinvolgimento dei privati diverranno sostenibili nel tempo anche senza supporto delle risorse pubbliche. L.O.
Da: Corriere Adriatico del 21/3/2019
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Fano-Urbino, Sinistra per Urbino e Art.Uno Mdp accolgono la proposte di Legambiente, favorevoli al ripristino
21/03/2019 - Sinistra per Urbino e Art.Uno Mdp accolgono con favore nel proprio programma elettorale tutti i punti indicati da Legambiente per il ripristino della ferrovia Urbino - Fano. Del resto già nel programma elettorale del 2014, Sinistra per Urbino aveva assunto l’impegno di battersi per il suo ripristino, anche appoggiando iniziative in tal senso. Ora ci attendiamo che facciano altrettanto anche gli altri. Le forze politiche dell’attuale maggioranza si impegnino a non alienare ai privati i terreni intorno alla stazione come purtroppo è stato fatto nell’ultima legislatura a guida Gambini e anche nella precedente a guida Pd. Ci attendiamo, inoltre, che in mancanza di provvedimenti specifici a favore della ferrovia da parte del governo nazionale, di cui fa parte la Lega, il candidato sindaco Gambini rinunci all’alleanza con questo partito se non dovesse rispettare gli impegni presi con i cittadini del nostro entroterra. Lui stesso, infatti, l’ha promesso al convegno di Legambiente sulla ferrovia: via dalla sua coalizione quei partiti che in altre sedi istituzionali non sono coerenti con quanto promettono in sede locale.
La risposta del sindaco è ambigua e sibillina. Se è a favore dei punti elencati da Legambiente, compreso quello che prescrive il divieto di alienare i terreni intorno alla ferrovia, lo dica chiaramente; se invece è contrario perché pesano i condizionamenti di privati interessati all’area, pronunci il suo rifiuto o taccia evitando di usare il ripristino della ferrovia come argomento di propaganda elettorale.
Anche dal M5S, ci aspettiamo un impegno concreto, al di là delle dichiarazioni di circostanza, nelle sedi istituzionali, Parlamento e Governo compresi, e nei consigli comunali di Fano e dei comuni della Vallata del Metauro, per adottare mozioni a tutela e per il ripristino della ferrovia Urbino-Fano.
A breve il Movimento 5 stelle e la Lega compiranno un anno di governo e nel frattempo non abbiamo riscontrato segnali reali e visibili per quanto riguarda la ferrovia, nonostante che in sede locale si pronuncino sempre a favore del suo ripristino. Ecco, i due partiti si adoperino in tutte le sedi perché quanto affermano in sede locale trovi concretezza in decisioni nelle sedi competenti istituzionali nazionali. Lo stesso dicasi per il Pd e il candidato Londei: una promessa fatta in sede urbinate, che è senz'altro importante e apprezziamo, finisce per essere soltanto flatus vocis se ad essa non fa seguito un impegno in Consiglio Regionale, in Parlamento, in Provincia e presso il sindaco di Fano.
Non è più possibile che sulla costa o in Regione si guasti tutto ciò che si costruisce in consenso nell’entroterra, non è più possibile che in Parlamento e al governo si ignori la legittima esigenza di tutta l'area interna, che vede questa e altre infrastrutture necessarie per un vero sviluppo. Ci si rivolge invece ai cittadini soltanto per chiedere voti quando giunge il momento di occupare poltrone di potere e di prestigio ben remunerate. da Sinistra per Urbino - Art.1 MDP
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«Ora si deve riaprire la ferroria Impensabile una pista ciclabile»
Il sindaco di Urbino chiede un patto con gli altri Comuni del tracciato da Fano
«Le biciclette non possono passare nelle gallerie e nei passaggi a livello del treno»
L’INFRASTRUTTURA
URBINO «La mia posizione sul ripristino della ferrovia Fano-Urbino è sempre stata chiara», afferma con forza il sindaco di Urbino Maurizio Gambini. «Sono convinto che la ferrovia vada ripristinata sia per il trasporto pubblico, sia per il trasporto turistico, perché è un’infrastruttura fondamentale per collegare la costa con Urbino e le aree interne della nostra provincia. Finora soltanto io come sindaco di Urbino e il sindaco di Fossombrone, Gabriele Bonci, abbiamo preso una posizione ufficiale e rimaniamo coerenti con quanto dichiarato. Ricordo che se oggi possiamo ancora parlare della Fano-Urbino è grazie all’azione concreta svolta dal nostro assessore Vittorio Sgarbi che, al tempo, ha chiesto e ottenuto dall’ex ministro Graziano Deirio il reinserimento della tratta tra quelle dismesse da recuperare per fini turistici».
Eppure le richieste avanzate da Legambiente...
«Sono state perseguite da parte mia con i fatti e non soltanto con i programmi elettorali».
È tempo di cosa ora?
«È tempo che anche gli altri sindaci della nostra provincia esprimano chiaramente la loro posizione in merito. C’è chi, per timore di esporsi sostiene la realizzazione di una pista ciclabile lungo i binari (il sindaco di Fano, Massimo Seri, ndr), ma io credo che questa ipotesi sia soltanto un modo più delicato e più “digeribile” per smantellare definitivamente la ferrovia. La pista ciclabile è sicuramente un progetto interessante, valido per far crescere il nostro territorio a livello di opportunità di movimento per chi lo abita e per chi lo visita, ma non possiamo sostenere che il percorso della ferrovia sia il luogo adeguato ad ospitare la ciclabile: non è pensabile, infatti, che essa possa attraversare le gallerie o i passaggi a livello presenti lungo il tracciato. La pista ciclabile di collegamento va fatta, ma in un altro luogo individuando un percorso più consono e sicuro».
Incontri pubblici e dibattiti sulla ferrovia a iosa ma di fatti pochi.
«Gli amministratori del nostro territorio non muovono un dito per il ripristino con le loro rappresentanze politiche regionali o nazionali. Che non si tiri fuori, poi, la questione dei finanziamenti: i soldi sono l’ultimo problema, ora il passo fondamentale è capire chi vuole davvero il ripristino della ferrovia. Se noi sindaci riusciamo a formare un gruppo coeso e compatto con una voce unitaria sono sicuro che riusciremo ad ottenere ciò che vogliamo».
Lo stesso discorso vale per la Fano-Grosseto?
«Anche questa è un’infrastruttura strategia per tutto il nostro territorio e la mia posizione è che essa deve essere completata, non a pezzi, non in parti, ma complessivamente nel suo percorso». Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico del 23/3/2019
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Toccacieli (Lega Urbino): “Necessario il ripristino della vecchia ferrovia per uscire dall’isolamento e per l’economia”
27 Marzo 2019 - La ferrovia Fano-Urbino è un’infrastruttura a cui non si deve rinunciare, darà un nuovo impulso per far uscire dall’isolamento la città ducale, difficilmente raggiungibile dalla costa, ma occorre avere una visione completa di come i comuni interessati dall’attraversamento della tratta siano disposti realmente ad impegnarsi per far ripartire un’infrastruttura nata per collegare l’entroterra alla costa della nostra provincia; come consigliere della segreteria provinciale Lega sono fortemente convinto che il ripristino della ferrovia sia non solo doveroso, ma indispensabile per lo sviluppo locale, che possa dare una svolta per rendere Urbino una città più raggiungibile. Con un’infrastruttura ferma da anni, la ciclabile sopra i binari non ha sviluppo, le 2 cose possono convivere se progettate in maniera sostenibile. Mi auguro che in breve tempo sia fatto uno scatto d’orgoglio da parte di tutti per battersi sul ripristino, non solo a chiacchiere ma con i fatti, per il diritto alla mobilità di un intero territorio. Per le prossime amministrative sarò candidato nella lista Lega alle prossime elezioni ad Urbino, e quello che farò sarà anche impegnarmi con maggiore forza per lavorare al ripristino della ferrovia Fano-Urbino. Mirco Toccacieli PER LA LEGA URBINO
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«Priorità alla Canavaccio-Urbino Ben vengano ferrovia e ciclabile»
Il candidato sindaco Rosati a Gambini: «Legge 128 del 2017 da cambiare, agisca sul Governo: noi lo appoggiamo»
Verso il voto - Urbino - Mario Rosati sostenuto per le Amministrative da CUT Liberi Tutti, Partito Democratico e Urbino al centro, come l’indimenticato interista Mariolino Corso, "colpisce di esterno sinistro” abbonandosi a quello che dice da stagioni e stagioni il vertice democrat provinciale regionale: “Priorità al completamento del Lotto n. 10 della superstrada Fano Grosseto, ben venga la ferrovia ma per la ciclabile è da chiarire che il progetto regionale si sostiene economicamente per 4,5 milioni euro di contributo comunitario a fondo perduto, che tra l’altro deve essere speso entro il 2020. La Regione aggiungerà altre risorse dal proprio bilancio per supereare tutti gli ostacoli di possibili interferenze con la linea ferroviaria. Ferrovia e ciclabile seguiranno percorsi diversi e sarà sempre possibile riattivare la tratta ferroviaria".
Tratta turistica: la soluzione - “Per noi le priorità assolute sono il completamento del Lotto 10, così da liberare dal pericoloso traffico interno Canavaccio con relative problematiche di sicurezza e inquinamento, e il miglioramento della strada verso Pesaro». Torniamo alla ferrovia. “Magari si riuscisse a ripristinare la “Fano Urbino“ e magari si potesse recuperare anche il progetto “Roma - Urbino Venezia“. Siamo d’accordissimo. Reclamiamo un impegno vero verso l’unica soluzione: chiedere all’attuale governo di cambiare la legge 128 del 2017, approvata all'unanimità sia alla Camera che al Senato. Se Gambini crede davvero in questa opportunità, dato che sembra avere importanti legami con le forze politiche al governo, deve chiedere (non avendolo fatto ha perso tempo prezioso) di modificare la legge. Noi l’appoggeremmo, come pure, ne siamo certi, tante altre forze. Inoltre non c'è da mettere in mezzo nessun ostacolo al progetto regionale di ciclabile “parallela” al percorso ferroviario. Non si può continuare a confondere le idee e annullare la positività di progetti solo perché provenienti da altre posizioni politiche”.
Risorse regionali - La legge 128 del 2017 all‘art. 2 prevede la possibilità che la ferrovia possa essere ripristinata soltanto quale ferrovia turistica. All’articolo 4 definisce che gli interventi di recupero e gestione sono “realizzabili nell’ambito delle risorse destinate da ciascuna Regione all’infrastruttura ferroviaria regionale di competenza" e all’articolo 11 pone, perché ciò possa accadere, che non si spenda un centesimo in più di quanto già in essere nelle dinamiche economiche finanziarie e da quanto previsto nel contratto tra Stato ed RFI.
«Basta ostruzionismo» - “Poiché la relazione dell'Associazione Ferrovia Valle Metauro considera oltre 80 milioni di euro più Iva per la risistemazione della tratta e altri 20 milioni di euro per la sua elettrificazione, di fatto non c’è spazio di intervento a meno di una modifica della legge. Basta - conclude Rosati - con meri ostruzionismi e tentativi di confondere i ragionamenti. Sono solo azioni mirate a scopi politici, con il risultato gravissimo di limitare i benefìci che ricadono sistematicamente su tutto il territorio e sulla possibilità di sviluppare soluzioni di mobilità dolce, ecocompatibili e sostenibili”. Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico del 2/4/2019
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TARSI: “RILANCIARE LA FANO-URBINO ISPIRANDOSI AL MODELLO “VAL VENOSTA”
2 Maggio 2019 - Fano (PU) – Prendere d’esempio la ferrovia della Val Venosta per far rinascere la Fano-Urbino. E’ questo ciò che si auspica la candidata sindaco del centrodestra, Lucia Tarsi, che per sabato 4 maggio alle 17.30 ha organizzato un dibattito nella sede della propria coalizione in Piazza XX Settembre al quale parteciperanno tra gli altri, l’ing. Marco Stabile Direttore Ferrovia Val Venosta, il prof. Gabriele Bariletti V. Presidente Osservatorio Regionale Trasporti regione Lazio e il dott. Carlo Bellagamba.
“Il 3 Febbraio 2007 – scrive Lucia Tarsi – presso il Comune di Fano, in occasione del ventennale della chiusura della ferrovia Fano-Urbino, l’allora Direttore della Ferrovia della Val Venosta, l’ ingegner Helmuth Moroder, venne a illustrarci come una ferrovia chiusa perché ritenuta improduttiva dalle Ferrovie dello Stato, fosse rinata grazie ad importanti investimenti ed all’ oculata gestione dell’ Azienda di trasporto provinciale altoatesina. Era infatti diventata l’ossatura portante del trasporto pubblico della Val Venosta”.
“Da allora la Ferrovia della Val Venosta di strada ne ha fatta: ha trasportato milioni di viaggiatori ogni anno in una valle di 40.000 abitanti. Attualmente è in corso la sua elettrificazione al fine di raddoppiare le potenzialità di trasporto. I suoi treni raggiungono ora Bolzano, il Brennero ed il Tirolo. La ferrovia della Val Venosta rappresenta una svolta in campo ferroviario perché un’ infrastruttura considerata ramo secco è diventata un modello di sviluppo in l’Alto Adige , Trentino ed un esempio per le ferrovie locali d’Europa”.
“Il successo del ‘caso Val Venosta’ era e resta il modello da seguire per la rinascita della ferrovia Metaurense – Fano Urbino. Al contrario l’attuale amministrazione fanese ha preferito adottare una politica di trasporti minimalista e sfavorevole alla città, adottando l’idea di una pista ciclabile, immaginata dall’allora presidente della provincia Matteo Ricci, spalleggiato dal suo assessore Massimo Seri, per rilanciare il trasporto turistico nel territorio a danno del vero trasporto, quello pubblico di massa, su rotaia. Gravissime iniziative sono state realizzate per eliminare definitivamente tale asse fondamentale di comunicazione con la connivenza delle FS. In oltre un decennio, però, non solo della pista ciclabile non si è visto neanche il progetto ma si stanno perdendo, volutamente ed in controtendenza ad altre iniziative nazionali, i finanziamenti stanziati dallo Stato per le ferrovie turistiche di cui la ferrovia Fano – Urbino è entrata a far parte per volere unanime del Parlamento” .
“La ferrovia Fano-Urbino rimane la sola occasione per proiettare Fano e la sua vallata nel futuro facendola diventare una destinazione turistica e non solo una meta occasionale. E ciò nel rispetto della storia e dell’ambiente, creando nuove opportunità di lavoro, destagionalizzando il turismo e incrementando la mobilità sostenibile. Diversamente un territorio importante, densamente popolato, con un’insufficiente e squilibrata rete infrastrutturale di trasporto, con gravi problemi di inquinamento da traffico in gran parte interno, sarà ancora una volta deluso e mortificato nelle sue giuste aspettative di sviluppo”.
http://www.fanoinforma.it/tarsi-rilanciare-la-fano-urbino-ispirandosi-al-modello-val-venosta/
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Bretella Fano-Bellocchi e Ferrovia Fano-Urbino, il Ministero risponde a La Nuova Fano
I nodi da chiarire: nuove strade senza percorsi ciclopedonali e un tratto della ferrovia divelto
4 Maggio 2019 I binari divelti della Ferrovia Fano-Urbino per la realizzazione della bretella Fano-Bellocchi
FANO – Il Ministero alle Infrastrutture risponde a La Nuova Fano, informando il segretario Stefano Pollegioni e il vice segretario Gianluca Rossi d “aver dato mandato alla Commissione di Collaudo di verificare e accertare quanto segnalato provvedendo ad imporre tutte le misure volte al superamento dei limiti segnalati”. “Abbiamo sollevato il problema all’inizio di novembre – ricordano Stefano Pollegioni e Gianluca Rossi della Nuova Fano – cercando una spiegazione, attraverso lo studio di documenti, del perché non siano state realizzate alcune opere accessorie come il percorso ciclo pedonale lungo il tratto stradale e siamo rimasti meravigliati sia dalle dichiarazioni rilasciate dall’Assessore Fanesi che ammetteva di non aver previsto il percorso ciclo pedonale, lungo il tratto della bretella stradale, sia del fatto di essersi accorti tardi della mancanza dell’attraversamento pedonale. Abbiamo più volte ribadito – continuano Pollegioni e Rossi – che si sarebbero potute cambiare le cose con una variante in corso d’Opera e tutto a spese della società autostrade. L’Assessore Fanesi dichiarò, invece, che avrebbe fatto le modifiche dopo aver preso in carico da ASPI tutta la bretella. Un errore sopra l’altro perché prendere in carico la Bretella stradale significava poi fare i lavori non fatti a spese dell’amministrazione comunale che avrebbe dovuto riaprire il cantiere. Stessa cosa per il cantiere che dovrà essere aperto per costruire la bretella stradale che da Tombaccia si unirà a quella di Bellocchi. Un unico progetto con la stessa mancanza infatti i residenti di Tombaccia si troveranno senza percorsi ciclo-pedonali che dovranno poi essere fatti in seguito a spese dei cittadini. Cosa dire poi della linea ferroviaria,storica, Fano – Urbino tagliata di netto, in via Campanella, per far passare la strada sopraelevata. Dai documenti, tra Ente Ferrovie e Comune di Fano, si evince che ci sono dei vincoli che il comune avrebbe dovuto rispettare. Vincoli che disciplinano norme ed obblighi di gestione dell’attraversamento a raso proprio in relazione della possibile riapertura all’esercizio ferroviario della ex linea Fano – Urbino.
Per non parlare poi delle sconcertanti dichiarazioni sulla stampa, dello stesso Assessore, che asseriva che la società autostrade avrebbe sconsigliato di fare una variante in corso d’opera, per evitare un ritardo nell’apertura del percorso stradale. Tutto questo ci portò a pensare che la fretta di una nuova inaugurazione, da campagna elettorale, fosse più importante. Per tutti questi motivi e per non rischiare che i nostri interventi, per chiedere chiarezza, diventassero solo carta straccia abbiamo pensato di muovere i nostri canali di Governo con una lettera al Ministero delle Infrastrutture . Lo scopo non era quello di lanciare accuse ma di fare chiarezza in una vicenda che ci pareva fatta di tanti nodi da sciogliere che avrebbero penalizzato i cittadini che abitano nelle zone interessate. Ora – conclude la nota – non ci rimane che seguire e attendere gli sviluppi futuri sicuri che il Ministero interessato farà il suo percorso”.
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Bacchiocchi: “Il PD vuole il percorso ciclabile da Fano a Urbino"
Fano 05/05/2019 - “La ferrovia turistica Fano-Urbino è una delle tante trovate elettorali del centrodestra fanese, che accumula promesse sapendo di non poterle realizzare”.
Alberto Bacchiocchi, segretario del PD di Fano, prende una posizione decisa sul progetto di una strada ferrata, 32 anni dopo la chiusura della linea e si affida ai numeri: “Ci vogliono circa 100 milioni di euro per la riqualificazione degli impianti e 20 milioni per l’elettrificazione – spiega -: si tratta di una cifra stratosferica, che saranno i cittadini a pagare e che, se mai fosse disponibile, potrebbe essere destinata per alleggerire il carico fiscale delle famiglie che abitano lungo la tratta da Fano a Urbino”.
Ci sono altri due elementi che “bocciano senza pietà” questo progetto ed entrambi “facili da verificare”. Le ferrovie turistiche sono state equiparate in termini di sicurezza a quelle della rete commerciale (legge nr. 128 del 9 agosto 2017) e l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf) ha imposto limiti rigidissime: “questo non solo non giustifica i pesanti investimenti che bisognerebbe fare sulla Fano-Urbino, ma spiega anche i tempi biblici che occorrerebbero per realizzare un itinerario sicuro”. “Inoltre – ha chiosato Bacchiocchi -, tolte le rarissime eccezioni, le ferrovie turistiche in Italia hanno un utilizzo medio di meno di un mese all’anno e non si reggono dal punto di vista dei bilanci”.
“Ma una promessa in campagna elettorale, anche se scellerata, vale la pena di farla: queste sono le mosse del centrodestra per Fano – ha detto ancora il segretario dem -. Il PD, invece, preferisce muoversi con buon senso e rilanciare la proposta di un percorso ciclabile, accanto ai binari ferroviari e non al posto dei binari ferroviari, per il quale sono già disponibili 4,5 milioni di euro a fondo perduto dell’Fse”. L’obiettivo immediato, dunque, è di accelerare perché la prossima giunta aderisca “a un progetto possibile, sostenibile finanziariamente e che va incontro a una priorità massima: evitare i pericoli soprattutto del tratto iniziale della strada Flaminia, da Fano a Lucrezia, utilizzando la mobilità dolce, favorendo il collegamento ciclabile tra i quartieri lungo la Flaminia e il centro/mare e anche incentivando il percorso inverso dei tanti fanesi che lavorano nella zona industriale di Bellocchi e nelle zone artigianali di Rosciano e Cuccurano”.
“Il centrodestra dice che la ferrovia della Val Venosta è un successo? – si chiede Bacchiocchi -. Messa al servizio degli sciatori, dopo 120 milioni di investimenti e gestita dalla Provincia Autonoma di Bolzano, che gode di risorse economiche infinite: vale lo stesso per Fano? Senza contare che il bacino di utenti rappresentato da operai e studenti del nostro territorio ha bisogno di collegamenti veloci e sicuri, non di una ferrovia turistica che viaggia lentamente”.
Infine, il leader del PD fanese lancia la sfida a Lega e 5Stelle: “A Fano possono contare su 4 parlamentari, ebbene se proprio vogliono la linea ferroviaria Fano-Urbino portino subito in parlamento una proposta di legge per modificare la legge 128/2017, consentendo una reale messa in opera della Fano-Urbino. Nel frattempo, il PD andrà avanti con il percorso ciclabile, che non avrà alcuna interferenza con i binari e che non avrà a che fare con le poche gallerie presenti sulla tratta: vogliamo che le promesse solo elettorali del centrodestra non abbiano alcun alibi e vengano smentite dai fatti concreti, così come è stato finora”.
da Alberto Bacchiocchi Consiglio Comunale Partito Democratico – Fano
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Fano Urbino ferrovia, il Pd. "No alle bici modello Val Venosta"
Alberto Bacchiocchi contro la proposta del centrodestra: "Non siamo la Provincia di Bolzano, sarebbe uno spreco di soldi"
di ANNA MARCHETTI 6 maggio 2019 alle 07:00
Fano, 6 maggio 2019 - Rotaie incandescenti . Il Pd, da sempre favorevole alla pista ciclabile, boccia la proposta sposata dal centrodestra per il recupero della Fano-Urbino sul modello della Ferrovia Val Venosta. «La linea ferroviaria – sottolinea il segretario Alberto Bacchiocchi – è un bluff da 120 milioni di euro (100 milioni per la riqualificazione degli impianti e 20 milioni per l’elettrificazione) che non servirà operai e studenti. 120 milioni di euro sono una cifra stratosferica e, se mai fosse disponibile, potrebbe alleggerire il carico fiscale delle famiglie che abitano tra Fano e Urbino».
«Ci sono altri due elementi che bocciano – prosegue Bacchiocchi – questo progetto. Le ferrovie turistiche sono state equiparate, in termini di sicurezza, a quelle della rete commerciale e l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ha imposto limiti rigidissimi. Inoltre tolte rarissime eccezioni, le ferrovie turistiche in Italia hanno un utilizzo medio di meno di un mese all’anno e non si reggono dal punto di vista dei bilanci». Per Bacchiocchi si tratta di «una scellerata promessa da campagna elettorale», mentre il Pd «rilancia la proposta di un percorso ciclabile, accanto e non al posto dei binari ferroviari, per il quale sono già disponibili 4,5 milioni di euro». E ancora: «Il centrodestra dice che la ferrovia della Val Venosta è un successo? Messa al servizio degli sciatori, dopo 120 milioni di investimenti e gestita dalla Provincia Autonoma di Bolzano, che gode di risorse economiche infinite. Vale lo stesso per Fano? Il bacino di utenti del nostro territorio ha bisogno di collegamenti veloci e sicuri, non di una lenta ferrovia turistica».
Dall’associazione Ferrovia Valle Metauro replica l’ingegner Russo: «Come al solito bugie e mistificazioni. Il Pd confonde le ferrovie turistiche con la ferrovia per il trasporto pubblico locale e fa finta di dimenticare che, tra i ponti e le 8 gallerie, i tratti in cui la ciclabile andrebbe sopra i binari sono oltre 13 chilometri (su un totale di 48, ndr). Certo che se si fosse chiamata Pesaro-Urbino da anni avremmo di nuovo la ferrovia». Insiste l’ingegnere Russo: «Come ci ha illustrato il direttore della Ferrovia Val Venosta Marco Stabile, loro stanno elettrificando la linea per far fronte all’enorme incremento di utenti e di conseguenza riducono i tempi di percorrenza passando da un treno ogni mezz’ora ad un treno ogni quarto d’ora: un altro mondo dove si paga con tesserine tipo Skipass si può viaggiare gratis (studenti ed anziani) o pagare in base al reddito».
https://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/ferrovia-pesaro-1.4575296
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Ferrovia Fano-Urbino, Tosi: "La pista ciclopedonale è la soluzione ottimale"
Fano 06/05/2019 - Com’era prevedibile, la campagna elettorale ha rilanciato la proposta di ripristinare la dismessa ferrovia metaurense; ma basterebbe consultare il web per capire che la “green way” rappresenta il riutilizzo ottimale di questa linea chiusa da 32 anni. In Italia le ferrovie abbandonate sono circa 200, di cui almeno una sessantina sono diventate, in toto o in parte, anche per varianti di percorso, apprezzate piste ciclopedonali; l’ultima in ordine di tempo è la Treviso - Ostiglia, nata come la Fano Urbino per esigenze militari; ma poi ci sono la Spoleto-Norcia, la Verona-Bologna, quella di San Remo, la Colle Val d’Elsa-Poggibonsi, la Cortina-Calalzo, la Fiuggi-Paliano, quella adriatica in Abruzzo e tante altre.
Riutilizzare per la mobilità sostenibile i sedimi abbandonati conviene a tutti, anche a chi spera in un ritorno del treno, come tra Fano Urbino, dove si conserva l’infrastruttura, non si asportano binari e traversine e si evita la vendita voluta da RFI; nell’immediato, ai margini e non sopra i binari, è prevista una strada sicura per ciclisti e pedoni, grazie alla quale tantissimi cittadini tra Rosciano e Fano, tra Carrara e Cuccurano, tra Lucrezia e Calcinelli, ecc. potranno fare a meno dell’auto, sapendo anche che ora, per i tragitti in bici casa – lavoro, esiste la copertura assicurativa e possono arrivare incentivi economici come già avviene per esempio a Bari. Ed è grande la rivalutazione degli edifici lungo i binari sfiorati da una ciclabile invece che da un treno in corsa. Ora c’è anche la l. n. 2/2018: “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”. Questa rete (“Bicitalia”, elaborata dalla FIAB e recepita dalla legge citata) è collegata alla rete europea (“Eurovelo”) che può convogliare in Italia tantissimi turisti che scelgono la bici per un turismo destagionalizzato, colto, responsabile, che privilegia luoghi ancora da scoprire ma soprattutto muove l’economia, visto che ammonta a decine di miliardi/€ l’anno il giro d’affari complessivo delle bici, anche elettriche.
Ma per muoversi in bici servono infrastrutture sicure e attrezzate, non certo spazi ritagliati alla buona lungo le strade normali; i sedimi abbandonati, pianeggianti o quasi, separati dal pericoloso traffico a motore, spesso lunghi decine di km e con tante emergenze culturali nelle vicinanze, rappresentano la sede ideale per la mobilità sostenibile. Nella valle del Metauro la volontà di chiudere la linea ferrata risale almeno al 1975, quando molti amministratori locali neanche erano nati; la decisione è stata presa innanzitutto delle Ferrovie che più volte hanno confermato di non avere alcuna intenzione di riaprirla per il trasporto pubblico locale, come i poco informati continuano a chiedere; e il “piano case”, voluto qualche anno fa da partiti che ora sostengono un improbabilissimo ripristino ferroviario, ha aggiunto agli effetti positivi della dismissione del 2012 (recupero sociale di spazi abbandonati, nuove aree verdi, eliminazione di barriere tra quartieri, ecc.) quelli negativi, ma legittimi, di vari ampliamenti edilizi quasi a contatto con i binari.
Tra moltissimi anni, forse, un miracolo potrebbe far tornare un treno solo turistico, per alcune corse l’anno, per una settantina di passeggeri, se si trovassero le enormi risorse necessarie (“ben oltre” 150 milioni/€), come ha potuto fare la Provincia a statuto speciale di Bolzano grazie a bilanci miliardari; dovrebbero poi impegnarsi investitori privati che però hanno scelto, non a caso, il cicloturismo, su cui stanno investendo grandi risorse; anche in questo caso la conferma viene dal web digitando termini come “bici”, “economia”, “turismo”, “euro”, aggiungendo “Sole 24 ore” per avere conferme autorevoli. Per questo, almeno tra Fano e Fermignano, è giusto realizzare finalmente una pista ciclopedonale; un progetto di massima c’è, sono pronti 4,5 milioni/€ da spendere entro il 2020 e non esistono motivi logici per contrastare un’infrastruttura che fa bene alla viabilità, al decoro, alla sicurezza e all’economia.
Enrico Tosi
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Ferrovia Fano-Urbino, Sinistra per Urbino-Art. 1 Mdp: "Gli atti di Gambini sono solo vuota propaganda"
13/05/2019 - Il sindaco Gambini ama raccontare spesso la storia di una fantomatica telefonata notturna con cui Sgarbi avrebbe convinto un ministro del governo di centrosinistra a inserire la ferrovia Urbino-Fano nel pacchetto delle ferrovie turistiche. Il tutto viene rivendicato come un proprio merito personale per farne un motivo di propaganda elettorale. Noi non conosciamo come si siano svolti effettivamente i fatti, ma questa narrazione non depone certamente a favore dei meccanismi democratici del nostro paese, se le cose vengono decise con telefonate notturne al termine di una cena finita a notte fonda, quando i locali potevano ancora rimanere aperti.
Quello che possiamo rimarcare è il fatto che il presunto amore di Gambini per la sua città e per la ferrovia, si è tradotto in realtà nella cessione a privati dei terreni della stazione, cessione che potrebbe pregiudicare il ripristino della funzionalità della stessa stazione nel caso in cui la ferrovia venisse riattivata.
È il solito cerchiobottismo del nostro sindaco uscente, che pensa di cavarsela con un colpo alla cerchio - il regalo dei terreni ai magnati e ai poteri economici forti - e un colpo alla botte sbracciandosi per convincere gli urbinati che lui si sta dando da fare per ripristinare la ferrovia.
I cittadini non sono dei grulli e per certe decisioni bisogna avere coraggio di schierarsi o da una parte o dall’altra. Se uno cede i terreni della stazione al privato, vuol dire che non crede e non gli interessa il ripristino della ferrovia. Argomento che vale ovviamente anche per Sgarbi visto che la delibera dell’alienazione dei terreni è passata in Giunta. Gambini continua in campagna elettorale ad usare la ferrovia come argomento di propaganda, ma in realtà ha creato all’insediamento del Consiglio Comunale una commissione sulla ferrovia che è morta pochi giorni dopo avere emesso i primi vagiti, celebrati con la gran cassa mediatica.
Lo stesso sindaco uscente non ha fatto nulla per tener viva nell’opinione pubblica della vallata del Metauro il tema ferrovia, né un convegno, né un incontro con i sindaci, né una manifestazione. La stessa risposta ai punti proposti da Legambiente lascia aperti non pochi equivoci e dubbi. Perché Gambini non dice di aderire a tutti i punti proposti da Legambiente senza nascondersi dietro a generici impegni per la ferrovia che lasciano il tempo che trovano? Forse si vuol lasciare aperta la strada a nuove svendite? Dov’è allora tutto questo attaccamento alla ferrovia ? Solo vuote chiacchiere e neppure convincenti.
Sinistra per Urbino - Art.1 Mdp è l’unica lista elettorale che sul tema della ferrovia può legittimamente camminare a testa alta per la sua coerenza, diversamente dalla destra di Gambini, i cui rappresentanti nazionali non hanno fatto nulla per il suo ripristino, e dal Pd e M5S che al governo e in Parlamento non hanno fatto seguire atti concreti in linea con le parole sprecate in sede locale. da Sinistra per Urbino - Art.1 MDP
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Tinti (Pd): “Subito la ciclabile Fano-Urbino e poi il bike sharing con l’app”
17 Maggio 2019 - Fano (PU) – “Implementare le piste ciclabili, iniziando dalla Fano-Urbino per la quale sono già stati stanziati dalla Regione 4,5 milioni di euro che, nel tratto fanese, collegherebbe sin da subito quartieri importanti come San Lazzaro, Vallato, Sant’Orso, Bellocchi, Cuccurano e Carrara”.
La proposta è del candidato al consiglio comunale per il Pd, Dimitri Tinti che aggiunge: “Tutti i quartieri e le frazioni della città dovranno essere collegati con una ragnatela di piste ciclabili per completare, integrare e sviluppare la rete ciclabile di Fano”. Occorre realizzare una nuova pista ciclabile su via Papiria che con le opere compensative è divenuta asse di traffico ad alta intensità, la quale andrà allargata e illuminata per scongiurare incidenti a tutela della incolumità pubblica”. “Fano – dichiara Dimitri Tinti – è inserita a pieno titolo all’interno della direttrice italiana Ciclovia Adriatica che collega Trieste a Santa Maria di Leuca, attraverso un itinerario in bici lungo 1.500 km su cui la regione Marche sta già investendo, insieme al Comune di Fano, con il finanziamento sul nostro territori del tratto sud Fano – Mondolfo – Senigallia”. Obiettivo è anche migliorare gli incroci, eliminando i semafori e sostituendoli con le rotatorie per rendere più scorrevole il traffico. “Bisogna poi promuovere un nuovo e più funzionale servizio di bike sarin – conclude Tinti – come trasporto pubblico sostenibile, facilmente utilizzabile dai cittadini con l’App dedicata”.
http://www.fanoinforma.it/tinti-pd-subito-la-ciclabile-fano-urbino-e-poi-il-bike-sharing-con-lapp/
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IL PRESIDENTE STEFANO SORCINELLI PARLA ANCHE DELLA FANO-URBINO
«Ottima proposta, è tempo di farlo» Gruppo ‘For.bici’ col primo cittadino
L'agguerrita associazione Fiab For.bici di Fano conta una sessantina di iscritti e promuove da anni l'uso della bicicletta per il tempo libero, turismo e lavoro
«QUELLA del sindaco Ricci è un’ottima proposta. Google deve adattare i suoi algoritmi alle esigenze di decine di milioni di ciclisti nel mondo che pedalando coprono distanze sempre maggiori. Se Google comincerà a testare il servizio di calcolo delle percorrenze partendo proprio da Pesaro o da questa provincia sarà una doppia bella notizia. Vuol dire che viene riconosciuto a questo territorio un Dna ciclistico di eccellenza». STEFANO Sorcinelli, presidente dell’associazione Fiab Fano For.bici, commenta così l’idea del sindaco di Pesaro Matteo Ricci: «Sempre più persone si muovono in bicicletta per lavorare o per il tempo libero. Il turismo poi si affida in maniera esponenziale alla bicicletta, con gli alberghi che offrono bici gratis ai loro clienti per muoversi in libertà. Se Google maps desse la possibilità di sapere le distanze di un percorso, il tempo necessario per coprirlo in bicicletta, i tracciati migliori per farlo, le piste ciclabili a disposizione, andrebbe a fornire un servizio che oggi manca totalmente e che è atteso da tutti. La nostra associazione - continua Sorcinelli — sarebbe in prima fila per offrire collaborazione alla sperimentazione perché sappiamo che non sono poche le difficoltà da superare. Ma vai la pena di provarci. Pesaro ma anche Fano e sempre di più le città piccole e grandi hanno reti di ciclabili estese e oggi, a differenza del passato, tutti ragioniamo in grande pur parlando di biciclette. Ci saranno ostacoli, difficoltà, opposizioni, ma non si può fermare un’esigenza di mobilità ciclistica che è ineluttabile. Ricordo - continua il presidente di For.Bici Stefano Sorcinelli - che quando la Provincia propose di realizzare la pista ciclabile Pesaro-Fano passando in parte sulla spiaggia, ci fu una sollevazione di tanti per varie ragioni. In realtà si è rivelata un’opera strategica che ha portato immensi benefici sia ai ciclisti ma anche agli stessi bagnini, molti dei quali all’inizio erano contrari. Dico questo perché siamo nella stessa condizione della ferrovia Fano-Urbino».
«STIAMO perdendo inutilmente tempo - dice Sorcinelli - dobbiamo procedere spediti verso la realizzazione di una pista ciclabile che può essere usata tutti i giorni sia per spostarsi per lavoro sia per turismo o per sport coprendo distanze di decine di chilometri. Ci sono i finanziamenti e anche le proteste di chi rivuole il treno, ma va fatta una scelta di fattibilità: la pista ciclabile. E se arrivasse anche Google maps per le biciclette, sarebbe un formidabile stimolo per salire in bici elettrica o meno percorrendo da Pesaro, Fano e fino a Urbino.
Da: Il Resto del Carlino del 13/5/2019
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Turismo, la sindrome cinese
D'Anna: Grande opportunità
FANO Non molto tempo fa si parlava di turismo russo, grazie alla crescita del livello medio del reddito prò capite dei cittadini di questo Paese, ma ora una più attuale opportunità è costituita dal turismo cinese. Lo evidenzia Giancarlo D’Anna che pur svolgendo attività politica, non ha mai rinunciato ad interessarsi del settore, svolgendo il ruolo di accompagnatore di gruppi in visita ai Paesi orientali.
Da Shanghai 3 voli a settimana
«Nei prossimi mesi -afferma - si presenteranno, se sapremo coglierle, delle grosse opportunità per le Marche e per Fano, grazie all’interesse evidenziato per il territorio delle Marche dal Cits (tour operator di Stato della Repubblica popolare cinese)e concretizzatosi con un accordo con la nostra Regione che prevede, tra l'altro, un collegamento aereo internazionale Shanghai - Ancona con tre voli la settimana. Se fino ad oggi e nel prossimo futuro l’invasione" è stata di merci, il collegamento aereo diretto con la Cina offre opportunità anche di uno sviluppo turistico, che insieme al commercio, potrebbe con buone probabilità, dare una grossa spinta all’economia regionale e locale ancora in sofferenza»».
D'Anna quindi evidenzia come i cinesi, che turisticamente hanno invaso negli ultimi anni buona parte del Sud Est Asiatico mostrino sempre più interesse per l’Europa e l'Italia in modo particolare. Quello cinese è un turismo ricco che potrebbe aprire opportunità anche dal punto di vista del mercato immobiliare anch’esso in sofferenza. Cosa può e deve fare la nostra città in questo contesto? «Sicuramente-dice D’Anna-intervenire con progetti che prevedano innanzitutto la riqualificazione delle strutture alberghiere, in accordo con la Regione. Poi investimenti sulle infrastrutture e collegamenti. La ferrovia Fano-Urbino deve necessariamente rientrare in questo contesto perché direttamente dalla fermata ferroviaria dall’aeroporto di Falconara Ancona sarebbe possibile non solo raggiungere Urbino ma proporre insieme alla città ducale un percorso che veda come prima tappa Fano. E’ evidente che tesori come la stupenda chiesa di San Pietro in Valle in un contesto simile non può più essere aperta a singhiozzo ma essere disponibile indipendentemente dalle nuove opportunità turistiche che si affacciano». D’Anna infine invita le istituzioni e la cittadinanza a continuare la battaglia per il rientro del Lisippo in Italia e a Fano, oltre a non perdere l’attenzione sui vari progetti su Vitruvio.
• Giancarlo D’Anna è stato consigliere comunaledi Alleanza Nazionale, poi vicesindaco della giunta Aguzzi, quindi consigliere regionale per due legislature: fu candidato sindaco 5 anni fa e ora si ripropone come candidato consigliere nella lista di Fano Città Ideale.
Massimo Foglietti
Da: Corriere Adriatico del 17/5/2019
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Niente fermate, l’associazione accusa il Comune
“Frecce, queste sconosciute”
«L'AMMINISTRAZIONE comunale della terza città delle Marche scopre dalla denuncia della nostra associazione che le Frecce di Trenitalia non fermano a Fano: la cosa dovrebbe creare imbarazzo, invece causa una goffa e indignata reazione verso Trenitalia». L’associazione Ferrovia Valmetauro bacchetta l’Amministrazione comunale: «Nelle città di medie dimensioni come Fano non sono automatiche le fermate di treni di rango elevato come avviene per Bologna o Rimini. L’amministrazione avrebbe, quindi, dovuto attivarsi in anticipo verso Trenitalia per ottenere le fermate offrendo in cambio motivazioni, programmi di eventi o accordi commerciali e di marketing finalizzali a spingere i viaggiatori a servirsi di quella fermata. Quanti fanesi prendono le Frecce a Pesaro?
Qualcuno lo sa? Quanti turisti scendono a Pesaro per venire a Fano, il Comune lo sa? E quanti turisti in più verrebbero a Fano con un tale servizio? E soprattutto a fare cosa? Si dovrebbero rilevare e produrre dati organizzati in modo che la fermata richiesta non si riveli un boomerang servendo troppe poche persone». Dall’associazione fanno anche notare all’Amministrazione che quest’estate a non fermarsi a Fano, non sarà il Frecciarossa di cui parla il Comune, ma il Frecciargento Bolzano-Ancona che dopo aver fatto tappa nelle stazioni di Rimini, Riccione, Cattolica, Pesaro, salterà Fano, ma si fermerà a Senigallia e terminerà la corsa ad Ancona.
«FANO D’ESTATE - insistono dall’associazione - è fuori anche dai servizi Frecciabianca mentre gli stessi fermano a Senigallia e San Benedetto. I fanesi che scendono a Pesaro quasi mai trovano la coincidenza per Fano o Marotta e specie la sera sono costretti a chiedere passaggi ad amici e familiari. Addirittura un regionale estivo, che nei week-end va da Milano a Pescara, salta Fano. Ma la colpa non è di Trenitalia, è della Regione che pianifica gli orari del servizio regionale o forse del Comune che, ancora una volta, questi ‘dettagli’ nemmeno li sa o non li sa gestire. Intanto siamo la l’unica grande città della costa adriatica senza Frecce (di qualsiasi colore), record che si aggiunge a quello di essere l’unica città con una ferrovia turistica (Fano- Urbino) per legge dello Stato senza che vi sia la volontà di riattivarla, che sarebbe un’ottima motivazione per far fermare le Frecce. Tutto ciò unito a un trasporto pubblico locale su gomma imbarazzante in ambito urbano e totalmente assente di domenica che ci proietta verso una desertificazione senza alternative. La bicicletta sarà davvero la migliore alternativa all’auto poiché sarà l’unica». an. mar
Da: Il Resto del Carlino del 19/5/2019
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M5S Urbino, a Canavaccio l'incontro con i parlamentari del territorio per parlare di infrastrutture
20/05/2019 - I giorni passati a Canavaccio abbiamo incontrato la cittadinanza per illustrare il nostro Programma con un Focus sulla atavica problematica delle infrastrutture viarie. Per l’occasione abbiamo invitato i parlamentari di riferimento sul territorio: Patrizia Terzoni, Martina Parisse e Maurizio Cattoi e il Consigliere Regionale Piergiorgio Fabbri.
Dopo gli interventi istituzionali, il gruppo urbinate attraverso la voce del candidato Sindaco Lauricella e alcuni candidati consiglieri ha ricordato a tutti che per uscire dall’attuale situazione di isolamento, se si vuole un rilancio demografico, economico e sociale della città e di tutto l’entroterra, è indispensabile concentrarsi su 2 obbiettivi:
1) La riapertura della ferrovia Urbino-Fano, che appare come il progetto infrastrutturale politicamente più “cantierabile”, grazie alla trasversalità dei consensi ed al sostegno della legge 128/2017 che la colloca tra le ferrovie turistiche di alto pregio culturale, ambientale e paesaggistico. E’ anche il progetto economicamente più sostenibile dal momento che i costi della riapertura a uso civile e commerciale della tratta Urbino-Fano con elettrificazione per 49,1 km. di strada ferrata sono, a titolo esemplificativo, pressoché identici a quelli per realizzare la variante di Urbania di soli 5 km: 120 milioni di euro per la ferrovia contro 114 milioni di euro per la variante di Urbania. Avete letto bene, un budello di asfalto di 5 km lo stesso costo della riattivazione dell’intero tratto ferroviario Fano-Urbino. Se il PD Regionale e della costa non ci mette i bastoni fra i binari (dicesi pista ciclabile) concentreremo i nostri sforzi verso questa opera.
2) Ex Fano-Grosseto, abbiamo ricordato ai Parlamentari che occorre mantenere la massima attenzione perché non si finisca dalla “padella alla brace”. Il Movimento 5 stelle di Urbino, assieme al gruppo di Fermignano, da sempre sostiene la riapertura della Guinza come ultimo atto della messa in sicurezza del tratto Canavaccio-Mercatello. Non a caso scriviamo di Ex Fano-Grosseto. Ai cittadini va detta la verità, cioè che il progetto originario E78 Fano-Grosseto non esiste più ! Attualmente sono previsti cantieri a macchia di leopardo, fra cui l’apertura della Galleria, il tratto di Mercatello, Circonvalazione di Urbania e Canavaccio_BivioBorzaga. Dimenticandosi completamente di Fermignano, e altri insediamenti lungo la statale 73bis. Se le previsioni di traffico sono quelle per cui si giustifica l’apertura della Galleria, si parla di 7000 veicoli in più al giorno di cui oltre il 40% di traffico pesante, lascia intravvedere una metaurense impraticabile in caso non se ne adegui la capacità di transito lungo tutta il percorso. Facciamo le cose, ma facciamole bene, non come chi ci ha preceduto. da Movimento 5 Stelle Urbino www.movimento5stelleurbino.it
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Pci e Sinistra Anticapitalista: “Alle elezioni siamo con Teodosio Auspici”
20 Maggio 2019 / Fano (PU) – Alle elezioni comunali di Fano, il Partito Comunista Italiano e Sinistra Anticapitalista appoggiano la lista La Sinistra Per Fano e il suo candidato sindaco Teodosio Auspici. “Dopo l’assurda e incomprensibile liquidazione dell’esperienza di Sinistra Unita – scrivono le due forze politiche -, crediamo che sia doveroso in questa città ricreare una Sinistra seria e con la schiena dritta, che fornisca risposte di SINISTRA nei fatti, e non solo a parole, ai gravi problemi della nostra comunità, non risolti o addirittura aggravati dall’attuale amministrazione”.
“La difesa dell’ospedale Santa Croce, il NO alla clinica privata, un modello di sanità policentrico, sono priorità assolute per questa Città, da troppi anni amministrata da chi difende solo logiche privatistiche e improntate a una visione ultra liberista che tanti danni ha fatto alla nostra comunità e al nostro Paese. E’ necessaria una visione strategica del futuro, che rimetta al centro il trasporto pubblico, il completamento dell’interquartieri, il ripristino della Ferrovia Fano-Urbino, il potenziamento dei pessimi collegamenti ferroviari con Roma, Milano, Torino, Venezia e Bari, lo sviluppo delle piste ciclabili del tutto carenti in questa Città”.
“E’ necessaria al un’azione risoluta dell’amministrazione comunale per la difesa e lo sviluppo del lavoro, vista la grave situazione occupazionale che spinge troppi giovani fanesi ad emigrare. E’ necessaria un’opera di manutenzione dei quartieri periferici di Fano, lasciati all’incuria e all’abbandono, perché il bene di una città deve partire dalle periferie ed è urgente mettere mano a un piano regolatore che vada in direzione della difesa dell’interesse pubblico, non di quello dei palazzinari”.
“E’ doveroso infine potenziare l’offerta formativa della nostra Città, con l’istituzione di un Istituto Tecnico Industriale Statale, la cui assenza è inspiegabile per la terza città delle Marche. Per tutti questi motivi a Fano c’è bisogno di una Sinistra forte e alternativa, che si ponga in netta discontinuità rispetto alla mediocrità di governo degli ultimi 15 anni, perché il vero voto utile, è quello che non viene tradito”.
Da: http://www.fanoinforma.it/pci-e-sinistra-anticapitalista-alle-elezioni-siamo-con-teodosio-auspici/
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Tarsi: “Al ballottaggio? Ci andremo di sicuro”
La candidata del centrodestra: “Non solo sanità. Lavoreremo subito sul turismo”
… Fano Urbino: lei che è a favore alla ferrovia come pensa di contrapporsi al progetto della pista ciclabile?
"Prendiamo spunto dal Comune di Fossombrone che ha emesso una delibera per l'utilizzo del proprio sedime ad uso esclusivo della ferrovia, come previsto dalla legge»
Da: Il Resto del Carlino del 23/5/2019
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Treni, OR.S.A.: "A Fano il trasporto ferroviario è soltanto materia di disputa elettorale"
Fano 23/05/2019 - Dopo aver letto nei giornali locali articoli sul trasporto ferroviario interessante la citta di Fano è quantomeno doveroso intervenire per riportare nell'alveo della realtà alcune considerazioni. La continua e sistemica demonizzazione della Linea Fano Urbino da parte di esponenti dell'associazione FIAB e della Regione Marche fa indignare anche il più inesperto cittadino che abbia qualche volta viaggiato in linee Regionali come la Ascoli - Porto d'Ascoli oppure la linea da Merano a Malls riaperta nel 2005, linee Ferroviarie identiche alla Fano-Urbino con notevoli fatturati, si legge invece che in convegni politici si parla del ritorno della "littorina" e di cifre per ripristinare la Fano Urbino di 200 milioni di euro (contro i più reali 100.000 milioni ipotizzati da ingegneri e specialisti del settore). Le Associazioni che tutelano il trasporto ecologico demonizzando il treno dimostrano di non conoscere la mobilità ecologica, rappresentanti della Regione che organizzano convegni per sostenere tesi contro il ripristino di una linea Ferroviaria (tutelata dal FAI) dovrebbero impegnarsi invero per mantenere aperte le Biglietterie Ferroviarie e occuparsi di far fermare treni nelle città importanti come Fano (terza città delle Marche). A Fano infatti da anni la biglietteria Ferroviaria sta riducendo personale e comprimendo orari di apertura costringendo i cittadini Fanesi ad utilizzare le Biglietterie di Pesaro, questo nel completo disinteresse dell'Amministrazione locale e regionale e soprattutto nessun treno importante come le Frecce ha mai effettuato fermate straordinarie a Fano come avviene nelle altre città ( Cattolica, Senigallia, Riccione, Civitanova) nel corso delle loro manifestazioni locali. Di questo dovrebbero occuparsi associazioni Ambientaliste, Regioni e Amministrazioni Locali piuttosto che organizzare convegni dove più che una rappresentazione reale della situazione e progetti per stimolare turismo ed economie locali vengono dettagliati numeri e informazioni distanti dalla realtà. Le altre amministrazioni hanno ben capito quanto sia importante una freccia che ferma nella propria città e si attivano mesi prima nei confronti di TRENITALIA per discuterne la fattibilità, a Fano il trasporto Ferroviario è relegato ad una sterile disputa elettorale. Per chiarezza tale disinteresse per l'aspetto Ferroviario nelle Marche si evince da fatti e numeri: Il bilancio di previsione varato dalla Giunta Regionale a fine 2018 su 113 milioni per il triennio 2019-2021 solo 8 milioni vengono destinati a materiale rotabile e fermate, nel tempo abbiamo assistito alla chiusura dell'Impianto Manutentivo di TRENITALIA di Fabriano, lo smantellamento della linea Ferroviaria Ancona- Ancona Marittima, la chiusura della Linea Pergola - Fabriano, il ridimensionamento delle Biglietterie di TRENITALIA, il progetto di chiusura dell'Impianto DPLH (Lunga percorrenza) di Ancona e infine il ridimensionamento della Struttura Cargo di FS (oggi MERCITALIA) che negli anni ha lentamente ridotto uomini e uffici trasferendo in altre Regioni le attività e quindi i posti di lavoro. Le assunzioni nelle Marche fatte in questi anni, peraltro anche in somministrazione, non rispondono nemmeno sufficientemente ai pensionamenti avvenuti, se pensiamo che nella Biglietteria di Fano (terza città delle Marche) a fronte di 3 pensionamenti la soluzione adottata è stata quella di ridurre gli orari di apertura al pubblico o se si pensa alla riduzione dei turni di lavoro del personale di Macchina e bordo di Fabriano, si ha la chiara impressione della stagione di smantellamento diffuso. Una desertificazione pilotata che la scrivente ha denunciato sia alla Regione che alle amministrazioni ma che più che una inversione di tendenza, negli ultimi anni, si è solo consolidata. Da OR.S.A. Ferrovie
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«La ferrovia per Urbino da riaprire adesso ci sono tutte le condizioni»
Evangelisti portavoce dell’associazione di volontari segnala sensibilità e fondi del governo
IL DIBATTITO - F0SS0M8R0NE «La pista ciclabile si costruisca senza demolire la vecchia tratta ferroviaria che va riaperta come metropolitana di superfìcie - commenta Amedeo Evangelisti portavoce dell'assodazione "Amici della ferrovia Fano-Urbino" - esistono tutti gli elementi a sostegno di questa ipotesi».
Pista ciclabile costosa - C'è un altro motivo di fondo poiché «la pista ciclabile, sic et simpliciter, comporterebbe un costo non irrilevante per il suo mantenimentoda parte dei Comuni a differenza della tratta ferroviaria che già dispone di possa tornare a vivere e ridare ossigeno ad una vasta area interna le cui bellezze artistiche e paesaggistiche vanno riscoperte dopo decenni di silenzi e di abbandono». Gli esperti hanno calcolato che «il valore della ferrovia metaurense si attestano sui 500 milioni. Abbiamo nelle mani un piccolo grande tesoro che non si può gettare alle ortiche anche in considerazione che esistono concrete possibilità di finanziamento a sostegno di una visione strategica che rilanci il trasporto pubblico su rotaia, che risvegli prospettive avvincenti ma sempre rimaste sulla carta in termini turistici dal mare fino a Urbino. Si possono giocare carte importantissime questa è la verità».
Evangelisti pone l'accento sul documento approvato dalla maggioranza consiliare di Fossombrone. Nei fare il punto della situazione il sindaco Gabriele Bonci ricorda che «l'11 febbraio 2016, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane e l'amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana hanno presentato come nuova strategia di investimenti sulla rete la "cura del ferro" quale priorità nelle politiche del Governo in materia di trasporti e infrastrutture, soprattutto ponendo particolare attenzione agli interventi sulle reti regionali e locali in favore degii spostamenti pendolari, il 9 agosto 2017 è stata promulgata, dopo un'approvazione unanime in entrambi i rami del Parlamento, la legge n. 128 relativa alle disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, comprendente fra le altre la ferrovia Fano Urbino, il 31 luglio 2018 durante l'audizione alla commissione senatoriale in merito al trasporto pubblico locale su ferro, fra l'altro il neo to l'esigenza di puntare sull'intermodalità e, quindi, di spostare i fondi sul ferro. Questo significa aumentare gli investimenti soprattutto sulle tratte regionali e migliorare la manutenzione della rete». La conclusione è che «sono maturi i tempi per richiedere al governo regionale un impegno, anche economico per la riapertura a fini turistici della ferrovia metaurense Fano Urbino». Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 26/5/2019
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Speciale elezioni – Amministrative 2019 Fano
La sfida tra Seri e Tarsi sarà un referendum
Altro tema che accumuna le piattaforme politiche dei tre concorrenti di Seri; potenziale collante per l’elettorato seppure con minore presa, è il progetto di riaprire l’ex ferrovia Fano-Urbino: una metropolitana di superficie che diventi volano dello sviluppo culturale, turistico ed economico del territorio. Un'infrastruttura che il centrosinistra declassa al rango di pista ciclabile, sacrificandone le potenzialità, tanto più che i due sviluppi non sono necessariamente alternativi." … Lorenzo Furlani
Da: Corriere Adriatico del 29/5/2019
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Tosi: “Notizie fuorvianti sulla ex ferrovia Fano Urbino… Ecco come stanno le cose”
Continuano a circolare notizie fuorvianti sulla ex ferrovia Fano Urbino; per questo è importante ribadire alcune informazioni basilari.
La linea è dismessa; quindi, non è più una ferrovia ma solo un bene immobile che la proprietà (RFI) avrebbe già venduto in tanti pezzi se non fosse intervenuta la Regione; ora, per la mobilità sostenibile, è ancora disponibile un percorso di circa 50 km. In un futuro molto lontano, un treno solo turistico potrebbe riutilizzare lo stesso percorso, a condizione che la linea venga ricostruita completamente e gestita da qualche privato; questo treno farebbe solo alcune corse l’anno, a velocità bassissima, nel rispetto delle rigide norme dell’Agenzia per la sicurezza ferroviaria; praticamente per quasi tutto l’anno non ci sarebbe conflitto con utilizzatori dell’infrastruttura a piedi o in bici; per motivi di sicurezza, un treno commerciale o una metropolitana veloce non potrebbero usare l’attuale sedime ai cui margini sorgono molte abitazioni, spesso ampliate grazie al famoso “Piano case”; quindi, dovrebbero trovare un’altra sede, avere enormi finanziamenti e un bacino di utenza molto più grande, collegarsi magari con Toscana e Umbria, risolvere problemi urbanistici, entrare in concorrenza con una capillare rete di bus, ecc.
Per questo, giustamente, lungo i binari è prevista una pista ciclopedonale, in parte già finanziata, che non pregiudica alcuna opzione futura, riqualifica aree fatiscenti, rivaluta gli immobili circostanti, attira turismo, è indispensabile per la mobilità quotidiana e addirittura conviene anche a chi continua a invocare il treno; infatti, garantisce la conservazione di un bene storico che rischia di scomparire e già potrebbe ospitare un treno navetta tra Fermignano e Urbino; una proposta questa presentata da cittadini fanesi già nel 2003 durante un congresso Unesco in Lussemburgo dove fu molto apprezzata per il suo carattere avveniristico.
Avanti quindi con una pista ciclabile che sfrutta un percorso abbandonato in località importanti dal punto di vista culturale ed economico ed ha tutti i requisiti per piacere ai turisti in bicicletta; non sono un problema i circa 50 km (in un giorno ne fanno molti di più) né le salite (c’è anche la bici elettrica); è invece indispensabile la sicurezza garantita dalla separazione dal traffico motorizzato.
Anche l’Italia centrale ora interessa milioni di turisti “lenti”, soprattutto stranieri che a breve pedaleranno sulla ciclovia adriatica lanciata nel 2016 dalla FIAB nelle regioni interessate; ora se ne stanno realizzando vari tratti su cui si innesteranno altre ciclovie già programmate dalla Regione Marche lungo le principali vallate fluviali; forse la più importante è proprio quella del Metauro che, come “Fano Grosseto”, è inserita nella rete Bicitalia della FIAB recepita dalla l.n. 2/2018 che equipara le piste ciclabili a strade, autostrade e ferrovie.
Tutti sanno che questa pista va fatta perché rilancerà il territorio, soprattutto se saranno sfruttate le sue enormi potenzialità; per esempio soluzioni innovative per la pavimentazione (prodotti ricavati da pneumatici riciclati) ma soprattutto la fibra ottica, l’infrastruttura in grado di contrastare il vero isolamento dell’entroterra. Enrico Tosi
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Ex ferrovia Fano-Urbino, FVM replica a Tosi: "Con lui PD non ci mette la faccia ma accoglie le tesi di uno pseudo-ecologista"
Fano 04/06/2019 - “….la metropolitana esiste già : l’autobus di linea, che per tipo di utilizzo, percorso e tempi di percorrenza funziona esattamente come il vecchio treno, in cui i potenziali passeggeri sono in massima parte gli studenti pendolari delle scuole medie e superiori, gli stessi che a 18 anni si trasformano in automobilisti. Piaccia o non piaccia l’auto ha un formidabile vantaggio (comodità, flessibilità, rapidità, ecc.) rispetto a treno e autobus, e non tenerne conto è come mettere la testa sotto la sabbia.”
Queste sono le idee di Enrico Tosi sulla mobilità sostenibile e sulla ferrovia Fano-Urbino espresse in un suo scritto sulla rivista Ambiente nel 2005. Un venditore di automobili sarebbe meno efficace altroché ambientalista o sostenitore della piste ciclabili!
Enrico Tosi, in realtà, è il portavoce del PD locale sulle questioni della ferrovia Fano-Urbino, è l’avanscoperta del partito che in trentadue anni non ha mai fatto nulla per tentare di riattivarla, anzi ne ha voluto decretare addirittura la dismissione attraverso il suo maggior rappresentante Matteo Ricci quando era presidente della provincia. In tutti questi anni non c’è stata manifestazione, incontro o dibattito organizzato dal PD sulla pista ciclabile al posto della ferrovia Fano-Urbino in cui Tosi non fosse protagonista. Dopo un passato come segretario dei Verdi di Fano la cui gestione ridusse il partito al lumicino è ovviamente passato nelle file del PD anche una candidatura al consiglio comunale nel 2014. Ma continua a firmarsi Enrico Tosi “l’ambientalista” così il PD non ci mette la faccia ma accoglie le tesi di un pseudo-ecologista che con razionalità e pragmatismo pontifica l’unico futuro possibile della ferrovia Fano-Urbino: la pista ciclabile.
Il PD locale non vuole apparire come il partito che distrugge le ferrovie, così, visto che la legge sulle ferrovie turistiche (voluta fortemente dal PD nazionale!) gli ha impedito di raggiungere legittimamente i propri scopi, adesso ci prova consentendo di realizzare opere edilizie (nuove strade divellendo i binari o ampliamenti di case vicino alla ferrovia) in modo tale da creare degli ostacoli che poi Tosi stigmatizza. Il PD pesarese se vuole realizzare la pista ciclabile lo faccia senza dire che non è stato possibile ripristinare la ferrovia o che illuda qualche suo elettore poco convinto che in un futuro lontano ci sarà sempre la possibilità di riattivarla; noi rimaniamo comunque sconcertati di come un partito che a livello nazionale promuove lo sviluppo del ferro, a livello locale fa esattamente il contrario e soprattutto si disinteressa di un entroterra sempre più spopolato e sofferente a causa di carenza di servizi e delle possibilità di sviluppo. Per onestà intellettuale speriamo che il PD locale la finisca con questo teatrino e firmi direttamente i comunicati di Tosi ed esca dall’ipocrisia di autoproclamarsi il partito che è a favore dell’ambiente, della mobilità sostenibile, del trasporto pubblico e della coesione sociale.
Per concludere usiamo gli stessi toni del sig. Tosi affermando: “Piaccia o non piaccia i trasporti pubblici, specie su ferro, si stanno modernizzando e stanno riprendendo piede in Europa ed in Italia poiché hanno dei formidabili pregi rispetto all’auto: minori emissioni e consumi per passeggero trasportato, minor necessità di spazi, minori costi complessivi e maggior sicurezza ed accessibilità ad ogni fascia di popolazione. Prima o poi il nostro territorio si troverà ad un bivio: adeguarsi e modernizzarsi nei propri sistemi di trasporto od isolarsi e restare tagliato fuori dai flussi di traffico che contano; non tenerne conto è come mettere la testa sotto la sabbia.” da Associazione Ferrovia Val Metauro
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Ballottaggio 2019 per la carica di sindaco di Fano
Seri. La ferrovia Fano-Urbino (chiusa nel 1987) è importante perché attraversa molte frazioni di Fano. Abbiamo operato per l’integrità del suo tracciato, evitandone la vendita a pezzi. Siamo per una riqualificazione urbana e l'uso pubblico dell'area. La Regione ha stanziato 4,5 milioni di euro di fondi Ue per la cidovia del Metauro. Vediamo con favore il progetto di una pista ciclopedonale a fianco dei binari (come si è fatto per la pista Fano-Pesaro), senza pregiudicare però futuri sviluppi ferroviari qualora la proprietà (Rfì) trovasse le molte risorse necessarie (circa 100 milioni) per riattivare la tratta a fini turistici. La metropolitana di superficie? Sarebbe bello ma il comune non ha competenze in materia di trasporti su ferro. Non siamo contrari ma oggi non è possibile. Se sarò rieletto chiederò ai parlamentari di Fano di attivarsi per modificare la legge 128/17 che prevede solo un uso turistico. Altrimenti si raccontano favole
Tarsi. Le esigenze della mobilità del futuro e la necessità di trasporto ecosostenibile fanno della Fano-Urbino, ripristinata come metropolitana di superficie, una scelta strategica per lo sviluppo sociale ed economico di Fano e dell’intera vallata. La pista ciclabile è il classico falso-scopo, dietro cui si nascondono gli interessi di società di servizi che vorrebbero utilizzare il tracciato a costi ridicoli. La necessità di piste ciclabili non può precludere il progetto della metropolitana; noi siamo per lo sviluppo parallelo di entrambe le infrastrutture. In questi anni il centrosinistra ha avuto tempo di realizzare le ciclovie promesse nel 2014 ma concretamente ha fatto solo qualche striscia per terra.
Da: Corriere Adriatico del 5/6/2019
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“Le mie scelte per Urbino”, da Sgarbi a Ponte Armellina la giunta e gli investimenti futuri. Intervista al sindaco
4 Giugno 2019 - testo raccolto da CLARISSA CANCELLI e LINDA CAGLIONI
... La ferrovia verrà riaperta? Se sì per tutti o solo a scopo turistico, come dicono i fondi stanziati?
La ferrovia dello Stato ha un impegno col governo sul ripristino delle ferrovie turistiche: noi dobbiamo fare in modo di essere in prima fila. Servono 80-90 milioni per ripristinarla, ma devo sottolineare che la ferrovia Fano-Urbino c’è per merito di Vittorio Sgarbi. Gli ho chiesto di reintrodurla tra le ferrovie turistiche e dopo due giorni è stato fatto. Qualcuno era già a Fano per rivendere i pezzi e di questo ho le prove. La pista ciclabile e l’acquedotto costano circa 11 milioni di euro, ma realizzarle non esclude fare la ferrovia.
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Fiab: “Il servizio Bus + bici in provincia ulteriore passo avanti per la mobilità sostenibile”
12 Giugno 2019
Il servizio Bus + bici, avviato in questi giorni nella provincia di Pesaro e Urbino dall’azienda di trasporto pubblico AMI col sostegno della Regione Marche, è un ulteriore passo avanti per la mobilità sostenibile; ora è possibile caricare la propria bici sulle rastrelliere esterne, ovviamente solo nelle fermate più importanti, e rendersi autonomi per ulteriori spostamenti. Una cosa importante va evidenziata: probabilmente, è la prima volta che in Italia viene avviato un servizio del genere per il trasporto pubblico locale; una verifica fatta nei mesi scorsi presso tutte le associazioni FIAB italiane ha fatto emergere che bus attrezzati con portabici esterni circolano già altrove, ma solo a scopo turistico e non per la mobilità quotidiana; è auspicabile quindi che questo tipo di intermodalità si estenda ben oltre i confini provinciali perché una bici in più vuol dire un’auto in meno; ricordando anche altri vantaggi per chi usa la bici, come per esempio la copertura assicurativa per i tragitti casa/lavoro e il rimborso chilometrico già attivato in alcuni Comuni italiani. Questo progetto non è un fatto isolato; fa parte di una strategia più complessiva che risponde alle richieste da tempo avanzate da cittadini ed associazioni per migliorare la mobilità e rendere più sicure le nostre strade; ben vengano quindi il Bus+bici, le biciclette sui treni, le bici a flusso libero ed elettriche, il trasporto collettivo, zone a traffico limitato, liberazione di spazi urbani occupati da troppe auto ma soprattutto nuove infrastrutture per la mobilità ecologica; le Marche stanno facendo la loro parte con la progettazione di una rete omogenea di piste ciclabili che interessano anche la zona appenninica da collegare alla costa lungo le principali vallate fluviali; a chi ha il compito di realizzare questi progetti va tutto il sostegno della Federazione Italiana Ambiente e bicicletta che si sta impegnando per far connettere tutta l’Italia all’Europa, grazie in particolare alla ciclovia adriatica che, passando lungo la costa di Friuli, Veneto, Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, migliorerà la circolazione quotidiana e porterà benefici economici grazie al cicloturismo.
FIAB Marche
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Ferrovie, Associazione FVM: "Fano è l’unica grande città della costa adriatica senza Frecce"
L'Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro torna a parlare della situazione dei trasporti ferroviari a Fano con un comunicato.
Pubblicato: 13 Giugno 2019 - "Che Fano sia una bella ed importante città è scontato: qualsiasi fanese, se qualcuno ne parlasse male, ne prenderebbe le difese sfoderando monumenti, chiese, mare, enogastronomia, manifestazioni, in poche parole la sua storia ed il suo essere. Ma altre città costiere pur con minori attrattive, a differenza di Fano cercano di agevolare l’arrivo dei turisti affinché le loro bellezze si traducano in valori economici. Eravamo già tristemente abituati, nei week end degli anni scorsi, a vedere passare dalla stazione di Fano le Frecce Bianche estive di Trenitalia da Milano che dopo Pesaro fermavano a Senigallia tralasciando Fano.
Il nuovo orario estivo ha riservato un’altra amara sorpresa nei fine settimana: il passaggio anche del Freccia Argento che, proveniente da Bolzano/Verona, fa fermate a Rimini, Riccione, Cattolica, Pesaro, Senigallia e termina la corsa ad Ancona. Passando per Fano alla velocità di 200 km/h! Così turisti austriaci, altoatesini, trentini e veneti potranno raggiungere agevolmente tutte le città costiere a noi vicine ma di Fano si accontenteranno di vedere dal finestrino il muro malatestiano che costeggia il binari, fra l’altro ricoperto di vegetazione! Avere le Frecce di Trenitalia che fermano in città dà prestigio, importanza, assicura ai turisti tempi di viaggio brevi e comodi. Invece è triste constatare che solo Fano sia soggetta ad una forma di iconoclastia ferroviaria: nonostante da anni vengano sollecitati gli amministratori e le varie associazioni di categoria degli albergatori e del commercio ad intraprendere accordi con Trenitalia (come qualsiasi città turistica raggiunta dal treno) si persiste volutamente ad ignorare questa necessità.
Ci si ostenta come una città che conta, scrigno di tesori, la città del Carnevale, la città di Vitruvio, la terza città delle Marche! Ma a questi atteggiamenti radical-chic si contrappone la dura realtà: i treni d’alto rango ignorano Fano. Fano è l’unica grande città della costa adriatica senza frecce, record che si aggiunge a quello di essere l'unica città con una ferrovia turistica (Fano-Urbino) per Legge dello Stato senza che vi sia la volontà di riattivarla, che sarebbe un’ ottima motivazione per far fermare le frecce! Bisognerà che i portatori d’interessi oltre che alle ciclabili pensino seriamente a dare alternative serie a chi vuole raggiungere Fano da fuori città non in automobile. Solo così si potrà contribuire allo sviluppo sostenibile della nostra città e farla diventare un’appetibile destinazione turistica".
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Treni da Piacenza scontati per l'estate, FVM: "Bene, ma potenziare i collegamenti con l'entroterra"
16/06/2019 - E’ sempre un grande piacere accogliere la notizia di un nuovo servizio ferroviario, ci riferiamo a “Marche line” il prossimo servizio “green” di Trenitalia Marche e Regione Marche dedicato ai turisti: due treni regionali che ogni week end circoleranno tra Piacenza e San Benedetto del Tronto dal 5 luglio al 1° settembre. Anche Fano potrà godere di questa opportunità in più, pertanto i viaggiatori potranno arrivare a Fano venerdì sera e ripartire domenica sera successiva spendendo la metà rispetto le corse normali viaggiando con sicurezza e poca fatica. La Regione Marche pubblicizza questa iniziativa anche con la possibilità di visitare i nostri borghi, però se consultiamo gli orari dei collegamenti con autobus da Fano all’entroterra, balza subito all’attenzione che la possibilità di effettuare escursioni del genere sarà possibile unicamente il sabato. Questo perché la domenica il trasporto pubblico è in sostanza inesistente, alcuni esempi per tre principali cittadine: Fossombrone , Fermignano, Urbino. Per Fossombrone la prima corsa utile da Fano parte alle h 12:00 e arriva a alle h 12:45 per il ritorno l’orario è alle 14:15: la sosta per visitare la cittadina è di 1ora e 30 minuti!
Per Fermignano stessa partenza alle h12:00 con arrivo alle h 13:10 e ripartenza alle h 13:50: la sosta è di 40 minuti! Per Urbino identica partenza alle h 12:00 con arrivo alle h13:30 ( ben 1 ora e 30 minuti di viaggio!) con partenza di ritorno solo immediatamente alle 13:35: la sosta è di 5 minuti, una vera visita lampo!
Inutile un nostalgico paragone con le vituperate Littorine che nell’ orario del 1987 da Fano ad Urbino effettuavano nei festivi 5 corse e impiegavano 1ora e 8 minuti. Per gli altri borghi dell’entroterra Cartoceto, Saltara, Montemaggiore, Serrungarina, Montefelcino ecc. nessuna possibilità. Diciamo comunque che la strada intrapresa per facilitare l’arrivo delle persone è quella giusta: ecologica ed economica ma nella Valle del Metauro ricca di arte storia e cultura si avranno scarsi giovamenti e Fano non potrà sfruttare al meglio questa iniziativa.
da Associazione Ferrovia Val Metauro www.ferroviafvm.it
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Guerra tra treno e bici: le Marche, una regione paradossalmente al plurale
Mentre nel sud della regione si investe sul treno, nel nord la ferrovia esistente deve diventare una pista ciclabile.
di Alessandro Marconi 13 Giugno 2019
Che le Marche fossero una regione al plurale, lo sapevamo già ma oggi ne abbiamo una ulteriore conferma. Proviamo a spiegarvi il perché.
IL NUOVO SERVIZIO MARCHE LINE
La notizia dell’attivazione di un nuovo collegamento ferroviario dall’Emilia Romagna per raggiungere le spiagge marchigiane è sicuramente una buona notizia.
Dal 5 luglio prossimo infatti, ogni venerdì alle 14.06 un treno regionale veloce partirà da Piacenza e si fermerà in tutte le principali stazioni costiere marchigiane con fine corsa a San Benedetto del Tronto. La domenica alle 18.05 il treno compirà il viaggio di ritorno verso Piacenza. Un servizio attivo fino al 1 settembre prossimo per raggiungere, in modo green, il litorale marchigiano. Nel comunicato emesso dalla Regione si legge inoltre: “Il nuovo orario estivo dei treni, entrato in vigore domenica 9 giugno conferma l’offerta regionale verso le località balneari e le città d’arte: ogni giorno 25 treni regionali collegheranno direttamente Ancona con Pesaro, 18 con Fabriano, la città della carta, mentre saranno 11 i collegamenti che connetteranno la città dorica con Ascoli Piceno, 8 con Macerata e 22 con Jesi”. Ecco quindi la conferma di una regione plurale, anche nelle scelte strategiche. Mentre si ribadisce che il treno è una scelta green (ecologica) e che si conferma la possibilità di raggiungere città d’arte dell’entroterra grazie alla strada ferrata, la Provincia di Pesaro e Urbino rimane completamente esclusa da questo circuito.
LA SITUAZIONE NELLA PROVINCIA DI PESARO E URBINO
Anni di dibattiti sul ripristino della ferrovia Fano-Urbino hanno fatto si che non si sia mai arrivati ad un progetto ambizioso, nonostante tutte le altre province marchigiane, oggi, hanno una loro linea ferroviaria interna. Negli ultimi anni, anzi, l’ipotesi di trasformare la Fano-Urbino in pista ciclabile ha preso il sopravvento, facendo presagire anche la presenza di altri interessi poco chiari sul sedime presente. Le ragioni addotte sarebbero: il treno non lo prende nessuno, costa meno fare una pista ciclabile ed è più utile per tutti! Non è nemmeno bastata una legge nazionale sulle ferrovie turistiche in cui anche la Fano-Urbino è inclusa; non bastano le politiche europee di mobilità che individuano nel treno una scelta “green” in linea con tutti i gravi problemi relativi ai cambiamenti climatici che hanno spinto milioni di giovani in tutto il mondo a scendere in piazza per salvare il pianeta. Nella piccola Valle del Metauro e nella stretta Provincia di Pesaro si è riusciti a rendere partitica anche una questione come la riattivazione di una ferrovia esistente: la sinistra, ambientalista per natura che, stranamente, solo nelle Marche del Nord non sostiene il treno (definito green anche nel comunicato della Regione) e propone la pista ciclabile sulla ferrovia; ed una destra che si trova a difendere strenuamente questa opera di ingegneria e la sua riattivazione. Il dibattito nel quotidiano ha assunto toni ancora più coloriti rievocando le lunghe code dei vecchi passaggi a livello attivi con la Littorina di 30 anni fa, il rumore provocato dal passaggio del treno, le vibrazioni alle abitazioni che sorgono troppo vicine alla ferrovia (chi le ha autorizzate?).
Il treno è dipinto come quel mostro che finirebbe con il turbare la pace delle comunità che la linea ferroviaria attraversa. Ci si dimentica, in tutti questi anni, la tecnologia si è enormemente evoluta sia nei mezzi da impiegare che nella gestione degli attraversamenti. Last but not the least, ricordiamoci che uno dei capolinea di questa ferrovia è Urbino, città Unesco patrimonio dell’Umanità, il cui nome è già sinonimo implicito di attrattività turistica.
LE “NON” SCELTE CORAGGIOSE DELLA POLITICA
Contrapporre le due fazioni pista ciclabile e ferrovia è una mossa puramente strumentale per bloccare lo sviluppo di un territorio. E chi voleva ottenere questo obiettivo, lo dimostra la situazione di stallo che va avanti da anni, c’è riuscito. Entrambe le soluzioni possono coesistere anzi contribuire a rendere più attrattivo e moderno questo territorio. Ma occorrono scelte coraggiose che solo la politica può fare: ridurre l’uso della auto private comunque inquinanti, introdurre il treno come mezzo trasporto pubblico, riorganizzare la rete degli autobus per collegare i paesi collinari scollegati, realizzare parcheggi di scambio nelle città che potrebbero essere così liberate dal traffico. In realtà basterebbe copiare ciò che stanno facendo in Europa, non occorre inventare nulla. Se si vuole incentivare l’uso del servizio pubblico occorrono corse frequenti, non si possono sospendere i trasporti nei giorni festivi. Se si vuole proporre un cambio di abitudini (abbandonare l’auto per il mezzo pubblico) occorre poterne disporre frequentemente. L’equazione è molto semplice: poche corse di mezzi pubblici, minore utilizzo per i cittadini, più ricorso all’auto privata. E cambiare abitudini radicate richiede tempo ma se non si inizia mai…. Ritorniamo all’affermazione da cui eravamo partiti: le Marche una regione al plurale che può essere tradotto anche con le Marche una regione con politiche al plurale. Il dato che maggiormente sconvolge parlando di mobilità, infatti, è come, all’interno di una stessa regione, sia stata elettrificata la linea ferroviaria San Benedetto-Ascoli Piceno, si stia lavorando al potenziamento della Civitanova-Macerata mentre in provincia di Pesaro si pensi unicamente a trasformare la Fano-Urbino in una pista ciclabile.
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Trasporto pubblico e turismo, la Valle del Metauro è scollegata
Una riflessione sui collegamenti pubblici nei giorni festivi verso le città dell’entroterra
di Il Metauro 17 Giugno 2019
FANO – L’Associazione Ferrovia Valle del Metauro interviene sul nuovo collegamento ferroviario che da Piacenza collegherà con un treno regionale la costa marchigiana durante l’estate. “E’ sempre un grande piacere accogliere la notizia di un nuovo servizio ferroviario, ci riferiamo a “Marche line” il prossimo servizio “green” di Trenitalia Marche e Regione Marche dedicato ai turisti: due treni regionali che ogni week end circoleranno tra Piacenza e San Benedetto del Tronto dal 5 luglio al 1° settembre. Anche Fano potrà godere di questa opportunità in più, pertanto i viaggiatori potranno arrivare a Fano venerdì sera e ripartire domenica sera successiva spendendo la metà rispetto le corse normali viaggiando con sicurezza e poca fatica. La Regione Marche pubblicizza questa iniziativa anche con la possibilità di visitare i nostri borghi, però se consultiamo gli orari dei collegamenti con autobus da Fano all’entroterra, balza subito all’attenzione che la possibilità di effettuare escursioni del genere sarà possibile unicamente il sabato. Questo perché la domenica il trasporto pubblico è in sostanza inesistente, alcuni esempi per tre principali cittadine: Fossombrone , Fermignano, Urbino.
Per Fossombrone la prima corsa utile da Fano parte alle h 12:00 e arriva a alle h 12:45 per il ritorno l’orario è alle 14:15: la sosta per visitare la cittadina è di 1ora e 30 minuti! Per Fermignano stessa partenza alle h12:00 con arrivo alle h 13:10 e ripartenza alle h 13:50: la sosta è di 40 minuti! Per Urbino identica partenza alle h 12:00 con arrivo alle h13:30 ( ben 1 ora e 30 minuti di viaggio!) con partenza di ritorno solo immediatamente alle 13:35: la sosta è di 5 minuti, una vera visita lampo!
Inutile un nostalgico paragone con le vituperate Littorine che nell’ orario del 1987 da Fano ad Urbino effettuavano nei festivi 5 corse e impiegavano 1ora e 8 minuti. Per gli altri borghi dell’entroterra Cartoceto, Saltara, Montemaggiore, Serrungarina, Montefelcino ecc. nessuna possibilità. Diciamo comunque che la strada intrapresa per facilitare l’arrivo delle persone è quella giusta: ecologica ed economica ma nella Valle del Metauro ricca di arte storia e cultura si avranno scarsi giovamenti e Fano non potrà sfruttare al meglio questa iniziativa”.
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Evangelisti: “La vecchia ferrovia diventi metropolitana di superficie”
Autore: Roberto Giungi 21 Giugno 2019
Evangelisti: “La pista ciclabile si costruisca senza demolire la tratta Fano-Urbino”
“La pista ciclabile si costruisca senza demolire la vecchia tratta ferroviaria che va riaperta come metropolitana di superficie – commenta Amedeo Evangelisti portavoce dell’associazione Amici della ferrovia Fano-Urbino – esistono tutti gli elementi a sostegno di questa ipotesi”. C’è un altro motivo di fondo poiché “la pista ciclabile, sic et simpliciter, comporterebbe un costo non irrilevante per il suo mantenimento da parte dei Comuni a differenza della tratta ferroviaria che già dispone di notevoli finanziamenti perché possa tornare a vivere e ridare ossigeno ad una vasta area interna le cui bellezze artistiche e paesaggistiche vanno riscoperte dopo decenni di abbandono”. Gli esperti hanno calcolato che “il valore della ferrovia metaurense si attesta sui 500 milioni. Esistono concrete possibilità di finanziamento a sostegno di una visione strategica che rilanci il trasporto pubblico su rotaia, che risvegli prospettive avvincenti ma sempre rimaste sulla carta in termini turistici dal mare fino a Urbino”. Evangelisti pone l’accento sul documento approvato dalla maggioranza consiliare di Fossombrone, Nel fare il punto della situazione il sindaco Gabriele Bonci ricorda che “l’11 febbraio 2016, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane e l’Amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, hanno presentato come nuova strategia di investimenti sulla rete la ‘cura del ferro’ quale priorità nelle politiche del Governo in materia di trasporti e infrastrutture, soprattutto ponendo particolare attenzione agli interventi sulle reti regionali e locali in favore degli spostamenti pendolari. Il 9 agosto 2017 è stata promulgata, dopo una approvazione unanime in entrambi i rami del Parlamento, la legge n° 128 relativa alle disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, comprendente fra le altre la ferrovia Fano Urbino. Il 31 luglio 2018 durante l’audizione alla commissione senatoriale in merito al trasporto pubblico locale su ferro, fra l’altro il neo Ministro del MIT Toninelli ha sostenuto l’esigenza di puntare sull’intermodalità e, quindi, di spostare i fondi sul ferro. Questo significa aumentare gli investimenti soprattutto sulle tratte regionali e migliorare la manutenzione della rete. Sono maturi i tempi per richiedere al Governo regionale un impegno, anche economico per la riapertura a fini turistici della ferrovia metaurense Fano Urbino”.
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LA PATETICA GUERRA
(CHE FA COMODO A QUALCUNO) TRA FERROVIA E BICICLETTA
Anni di dibattiti sul ripristino delia ferrovia Fano-Urbino hanno fatto si che non si sia mai arrivati ad un progetto ambizioso mentre tutte le altre province marchigiane (eccetto Fermo), oggi, abbiano una loro linea ferroviaria interna. Nella pìccola Valle del Metauro e nella stretta Provincia di Pesaro si è riusciti a rendere partitica anche una questione come lariattivazione di una ferrovia esistente; la sinistra, ambientalista per natura che, stranamente, solo nelle Marche del Nord non sostiene il treno (definito green anche nel comunicato della Regione) e propone la pista ciclabile sulla ferrovìa; ed una destra che si trova a difendere strenuamente questa opera di ingegnerìa e la sua riattivazione. Il dibattito quotidiano ha assunto toni ancora più coloriti rievocando le lunghe code dei vecchi passaggi a livello attivi con la Littorina di 30 anni fa, il rumore provocato dal passaggio del treno, le vibrazioni alle abitazioni che sorgono troppo vicine alla ferrovia (chi le ha autorizzate?), il treno è dipinto come quel mostro che finirebbe con il turbare la pace delle comunità che la linea ferroviaria attraversa. Ci si dimentica che in tutti questi anni, la tecnologia si è enormemente evoluta sia nei mezzi da impiegare che nella gestione degli attraversamenti. Ferrovia e pista ciclabile le soluzioni possono coesìstere anzi contribuire a rendere più attrattivo e moderno questo territorio. Ma occorre che la politica faccia scelte coraggiose verso un totale ripensamento della mobilità, un processo lungo che però dura più del singolo mandato elettorale, purtroppo per noi.
Da: Il Metauro n. 218 del Giugno 2019
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Fede (Cinque Stelle): “Nuove possibilità di sviluppo per le ferrovie turistiche”
di Il Metauro 3 Luglio 2019
ROMA – La Commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato, a conclusione della discussione in sede deliberante, ha approvato ieri il disegno di legge recante modifiche alla legge 9 agosto 2017, n. 128, in materia di affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche, già approvato dalla Camera dei deputati, in cui era stato presentato a prima firma del deputato del Movimento 5 Stelle Bernardo Marino.
«In sede deliberante, in Commissione Lavori pubblici e comunicazioni al Senato, abbiamo dato il via libera definitivo a una legge che permette di far ripartire il servizio di alcune ferrovie turistiche, come quella del Trenino Verde in Sardegna, che viaggia su un tracciato vecchio di 130 anni e che rappresenta una indubbia attrazione turistica nonché un servizio di trasporto per le zone isolate della regione, o la cosiddetta “Transiberiana d’Italia”, che va da Isernia a Sulmona», commenta Giorgio Fede, portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle in commissione Lavori pubblici e comunicazioni.
«Il disegno di legge è stato approvato con il concorso e la collaborazione di tutte le forze politiche, a dimostrazione della sua urgenza in vista del periodo estivo, in cui le ferrovie turistiche svolgono prevalentemente il loro servizio.
Questo disegno di legge, il secondo finora approvato direttamente in commissione in questa legislatura al Senato e per la cui celere approvazione ringrazio tutte le forze politiche per il senso di responsabilità dimostrato, è anche il primo che ho seguito da relatore in sede prima redigente e quindi deliberante. Ne sono felice e onorato, il provvedimento ora è solo in attesa di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale per divenire legge, e concorrerà a dare nuove possibilità di sviluppo alle ferrovie turistiche, una delle tante ricchezze da valorizzare della nostra bellissima Italia», conclude Fede.
Giorgio Fede è un senatore del Movimento 5 Stelle eletto nel collegio di Ascoli Piceno.
Da: https://www.ilmetauro.it/fede-cinque-stelle-nuove-possibilita-di-sviluppo-per-le-ferrovie-turistiche/?fbclid=IwAR3fo-ia8JlzCsVCy2tOvKjuUJt-mQOzHulzqPMyFm5sjuk9e3aBC_QTbrk
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Ferrovie turistiche opzione per musei e fondazioni
Approvata la legge che tutela la Fano-Urbino Ma non ci sono fondi
PESARO Riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino, dal Senato piccoli ma incoraggianti segnali di speranza. La commissione Lavori pubblici di palazzo Madama ha infatti approvato l'altro giorno in sede deliberante il disegno di legge in materia di “affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche" già approvato dalla Camera dei Deputati.
«La legge scongiura la chiusura di linee ferroviarie turistiche già attive in regioni come la Sardegna e la Sicilia - premette il senatore marchigiano Giorgio Fede (M5s) - ma facilita anche la riattivazione di alcune linee dismesse, considerate turistiche, come, nelle Marche, la Fano-Urbino. Un esempio? Prima queste linee ferroviarie potevano essere gestite solo da società ferroviarie mentre ora allarghiamo questa possibilità anche a musei o fondazioni». Non è tutto oro quel che luccica però. Di fondi infatti per il momento non se ne parla. «E' una normativa tecnica che non prevede finanziamenti - continua Fede - Le Marche versano in una situazione infrastrutturale con tante criticità in particolare dal punto di vista delle linee ferroviarie. E’ chiaro che in una scala di priorità quello che ci preme maggiormente è di investire sulle linee ordinarie però ciò non toglie che valuteremo anche un sostegno alle linee turistiche che possono costituire un asset importante per il paese».
Chi è che cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno è il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri (M5s). «Io spero che ci siano ancora le possibilità di riattivare le linee ferroviarie turistiche - spiega Fabbri - Questo Governo si sta muovendo per valorizzarle. Il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle sta facendo pressione affinché la Regione capisca che la Fano-Urbino è una linea strategica su cui puntare abbandonando definitivamente l’idea di realizzare una pista ciclabile».
Strategica dal punto di vista turistico ma la cui gestione risulta difficilmente sostenibile dal punto di vista economico. «Si tratta di fare scelte politiche ben precise - conclude Fabbri Se come trasporto pubblico locale decidi di puntare più sul ferro che sulla gomma puoi destinare anche alla linea ferroviaria turistica Fano-Urbino i contributi regionali. A quel punto la sostenibilità economica ci sarebbe. Ottieni vantaggi sia dal punto di vista del trasporto pubblico che da quello turistico». Luca Fabbri
Da: Corriere Adriatico del 5/7/2019
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Ecco la pista ciclabile, da Colli al Metauro a Fano
Sorgerà accanto alla vecchia ferrovia, prima tranche di 4,5 milioni
COLLI AL METAURO E' la novità dell'estate. «La pista ciclabile Fano Colli al Metauro, Tavernelle compreso, primo tratto dell'intero percorso che arriverà fino a Urtino, per un investimento di 4 milioni e mezzo, è dietro l'angolo. Se non si realizza entro il 2020 si perdono i finanziamento europei - commenta il sindaco di Colli al Metauro Stefano Aguzzi. Una pista che scorrerà accanto alla vecchia ferrovia che diventerà turistica a tutti gli effetti. Sovrasterà la strada ferrata nel solo tratto sotto la galleria di Tavemelle perché non è possibile in quel caso specifico rcorrere a soluzioni tecniche alternative». Le indicazioni dì massima del progetto sono state illustrate dal consigliere regionale Andrea Biancani ai sindaci convocati dalla Regione. La riunione si è tenuta a Colli al Metauro. L’intero progetto costerà 8 milioni. «Cè una sostanziale linea d'intesa da parte dei sindaci della valla metaurense - specifica Aguzzi. Qualche perplessità è stata dimostrata dai Comuni di Urbino e Fossombrone. Contiamo su una prossima nuova riunione per diventare operativi e fare chiarezza». Specifica Aguzzi che «dopo 35 anni dalla chiusura della ferrovia sì stanno sempre più vedendo solo rovi nonostante le continue sollecitazioni perché chi preposto provveda alla pulizia. Ultimamente sembra che qualcosa si stia muovendo anche se lo scettiseismo rimane». Tenendo conto delle premesse si sarebbe portati a ritenere che la strada ferrata non verrà demolita. Tornerà a nuova vita, almeno lo sperano in tanti, dopo un lungo letargo. La pista ciclabile rappresenterà una realtà innovativa turistica e culturale. Bisogna tener presente del crescente boom delle biciclette elettriche che stanno richiamando l'attenzione non solo degli appassionati. L'auspicio è che l'intero territorio da Fano a Urbino trovi l'intesa per il bene comune. Boberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 12/7/2019
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Pista ciclabile sulla ferrovia, Cinque Stelle: “Il progetto di Biancani va bloccato”
L’appello dei Cinque Stelle ai consigli comunali del territorio e al rettore dell’Università di Urbino per opporsi al progetto
di Il Metauro 12 Luglio 2019
URBINO – Il M5S Urbino ed il Consigliere Regionale Piergiorgio Fabbri chiedono ai Consigli Comunali di Urbino e Fossombrone in primis, ma anche a tutti gli altri Consigli dei Comuni della Valle del Metauro, di ostacolare nelle sedi istituzionali il progetto del Consigliere regionale Andrea Biancani volto a smantellare il tratto ferroviario Fano-Urbino a favore di una pista ciclabile.
“Il Consigliere pesarese gli scorsi giorni ha incontrato i Sindaci il cui territorio di appartenenza è attraversato dalla nostra ferrovia, allo scopo di far visionare il progetto della ciclovia, in particolare il primo tratto, da Fano a Colli al Metauro nel quale si intenderebbe, usiamo il condizionale in quanto Fabbri già da tempo ha fatto una richiesta di accesso agli atti cui ancora non ha avuto risposta, usare una parte dei binari, nella frazione di Tavernelle. Se questo dovesse accadere, significherebbe rinunciare per sempre alla possibilità di ripristino del tratto ferroviario, un bene che già ora può rappresentare una possibilità aggiuntiva di rilancio economico e sociale per tutto il territorio e in particolar modo per il nostro entroterra, sempre più abbandonato dalla politica pesarese (vedi chiusura ospedali, mancata manutenzione infrastrutturale, assenza di una politica sinergica di rilancio), che considera le nostre zone alla stregua di un parco giochi, dove godere fugacemente delle bellezze artistiche, storiche e naturali. Quello stesso PD che a Macerata sta lavorando con Ferrovie per la realizzazione la seconda Fermata Ferroviaria “Macerata Università” (DGR 606/19 dello scorso maggio) proprio in seguito alla richiesta della stessa Università e del Comune che rendeva necessaria una fermata dedicata, e nelle cui motivazioni si legge “Il progetto è mirato ad accrescere i livelli di accessibilità dell’università e ad innescare una significativa diversione modale dal trasporto individuale a quello collettivo, con effetti benefici sulla congestione stradale, sull’inquinamento atmosferico, sulla sicurezza a della circolazione e quindi, in ultima analisi, sulla qualità di vita della popolazione ”.
Per questo motivo lanciamo lo stesso appello alla mobilitazione al Rettore dell’Università di Urbino Vilberto Stocchi, affinché non si rinunci alla strada ferrata per una inutile pista ciclabile”.
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“Pista ciclabile e riattivazione della tratta ferroviaria Urbino-Fano sono due opere compatibili”
13 Luglio 2019. Decisa presa di posizione del Direttivo del Movimento Urbino Città Ideale e di Lino Mechelli del Gruppo consiliare
URBINO – “Il Movimento Urbino Città Ideale, in merito alla realizzazione della pista ciclabile Fano valle del Metauro – si legge in un documento del Direttivo e di Lino Mechelli del Gruppo consiliare – riconferma la propria posizione. La notizia riguardante il progetto della ciclabile nel tratto da Fano fino a Serrungarina ci trova favorevoli a condizione tassativa che non venga occupato il sedime della ferrovia in alcun modo e nemmeno per brevi tratti. “Dopo il lodevole lavoro della Regione, degli enti locali, a cominciare da Urbino, del Governo e del Parlamento incentrato a scongiurare la dismissione e la vendita di tutta l’area di sedime del tracciato, degli impianti e degli immobili, anche in forma spezzettata, tutto sarebbe vanificato dalla sconsiderata decisione di occupare la sede ferroviaria con la pista ciclabile. Per legge la tratta è stata considerata strategica per lo sviluppo turistico del territorio. “Riguardo alla notizia comparsa sui giornali della decisione della Regione di impegnare 4,5 milioni di euro per la realizzazione di una pista ciclabile di vallata è di portata straordinaria. Siamo favorevoli alla realizzazione della pista ciclabile che ci collega a una rete di grande interesse turistico e di mobilità. Il progetto della pista deve dimostrare che non pregiudica in alcun modo la possibile riattivazione della tratta ferroviaria Fano Urbino, mantenersi a debita distanza dalla sede e non dovrà occupare in alcun modo l’area di sedime. “Le istituzioni, le rappresentanze amministrative dei comuni, sociali e imprenditoriali siano coinvolti in modo fattibile alla discussione e alle decisioni sugli investimenti disponibili, auspichiamo che nulla sia calato dall’alto. Il Movimento si trova e si troverà a fianco di quanti difenderanno la ferrovia Urbino Fano e sosterranno tutte le iniziative concrete per la elaborazione di un progetto fattibile.
“In conclusione, per le ragioni esposte in forma assolutamente chiara, vogliamo ribadire – si legge sempre nel documento del Direttivo e di Lino Mechelli del Gruppo consiliare – che la realizzazione delle due opere infrastrutturali, pista ciclabile e riattivazione della tratta ferroviaria a sostegno del turismo, sono complementari e l’una non esclude l’altra”.
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FIAB Fano For.bici: “Ok il progetto della ciclabile”
14 Luglio 2019. Poggia su ottime basi il progetto di pista ciclabile che nei giorni scorsi Andrea Biancani, presidente della commissione Ambiente della Regione Marche, ha presentato ai sindaci della valle del Metauro. Innanzitutto ci sono i fondi (4,5 m/€ europei che coprono una buona parte dei costi), c’è la volontà esplicita dei Comuni di Fano e Colli al Metauro e probabilmente di altri, non manca poi il sostegno di associazioni ambientalistiche e operatori turistici che conoscono i benefici per il nostro territorio derivanti da una pista ciclabile bella e sicura, ottimo richiamo per tantissimi cicloturisti alla ricerca di storia, arte natura e cultura. Senza dimenticare che una approfondita analisi sottoscritta da Regione, Provincia e Comuni interessati, oltre che da tutte le Università e CCIAA delle Marche, ha elencato una lunga serie di motivi a favore di una pista ciclabile. Questo progetto ha anche il merito di non precludere affatto un ritorno del treno, comunque solo turistico e non di trasporto pubblico, come prevede la legge 128/2017; infatti, non si asportano binari e traversine e soprattutto si conserva un percorso che senza interruzione unisce costa ed entroterra; si prevede ovviamente la ripulitura di spazi degradati e inutilizzati e la loro restituzione ai cittadini ad uso sociale e sarà finalmente possibile spostarsi a piedi o in bici evitando la pericolosa via Flaminia che continua a mietere vittime, come purtroppo la cronaca ci ricorda ogni giorno. In sostanza, la proposta presentata ai sindaci è molto razionale, oltre che l’unica oggettivamente realizzabile a breve-medio termine; è quindi prevedibile che, una volta avviata, saranno anche altri soggetti a chiedere il prolungamento della pista ciclabile oltre Serrungarina, dove arriverà il primo pezzo entro il 2020; è già successo altrove e succederà anche nella valle del Metauro perché questa infrastruttura fa bene all’ambiente, alla cultura e all’economia. FIAB Fano For.bici
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Pista ciclabile del Metauro Pesaro, Biancani. "Tutto pronto"
Tutti i sindaci della valle uniti nel progetto, Urbino si riserva. I binari rimangono
Pesaro, 16 luglio 2019 - Lui è fatto così: se si getta in un’impresa, qualcosa porta a casa. Andrea Biancani, consigliere regionale, ha in mano il progetto di fattibilità tecnico economica della ciclovia del Metauro a firma dell’ingegner Luigi Farina. Finanziamento di 4,5 milioni di euro già in cassaforte. Con questi si arriverà a Tavernelle. Bando d’appalto previsto per i primi del 2020. Ne serviranno però altrettanti di soldi per collegarsi a Urbino.
In altre parole, Biancani ha ingranato la quinta per realizzare la pista ciclabile dove un tempo passava il treno della Fano-Urbino, ma contemporaneamente cerca di salvare capra e cavoli: «E’ una decisione che salvaguardia anche il treno – dice – perché la pista ciclabile sarà realizzata accanto ai binari che rimarranno al loro posto.
Non è una gara tipo bicicletta vince sul treno ma è una scelta per valorizzare sia l’uno che l’altro. Perché la pista ciclabile progettata dall’ingegner Farina prevede un sedime per le biciclette di 2,60 metri di larghezza, con una rete di demarcazione dai binari. Quando incontreremo ponti e gallerie, la pista andrà sopra i binari senza che questi vengano tolti. Nel caso futuro che ci fosse il passaggio di un treno turistico, per 10 o 20 volte l’anno, potrà tranquillamente passarci perché i binari sono rimasti. E’ il modello utilizzato in città con i tram. Ci sono i binari affogati nell’asfalto ma non per questo i tram si fermano».
Per il consigliere Andrea Biancani, è venuto il tempo di decidere. Non possiamo invecchiare per discutere se e quando potrà tornare il treno dopo la sua sospensione risalente al 1987 e poi dismissione nel 2011. Non ricordo che in quel lasso di tempo passi in avanti concreti per far tornare il treno, anzi è stato dismesso del tutto per poi inserirlo come eventuale treno turistico da 10 corse l’anno. E allora basta aspettare, ribelliamoci ai veti incrociati e all’immobilismo. Agiamo insieme, col contributo di tutti portando la bicicletta, il bicitreno o draisina e un giorno un treno. Guardate che per un politico è molto più comodo stare sottovento, non prendere posizione, non scontentare nessuno, dire sì a chi alza la voce, dire sì a chi subito dopo afferma il contrario. State certi che è il modo migliore per essere votato da tutti. Invece io penso che sia compito di chi rappresenta un territorio darsi da fare per migliorare la vita alla propria gente rispettando le opinioni di tutti".
"Creiamo una pista ciclabile che andrà a beneficio di migliaia di persone, verrà usata in tutta sicurezza da famiglie intere per andare a scuola e al lavoro, da turisti per risalire una valle molto bella, verrà percorsa da persone che avevano rinunciato a malincuore alla bicicletta per la pericolosità delle strade che da Fano salgono verso l’entroterra. E senza dimenticare quello che andremo a creare come valore per chi deciderà di aprire bar, chioschi, ristori, officine per biciclette accanto al percorso. Si rivaluteranno i beni, si porterà lavoro ma soprattutto andremo a migliorare la vita. Più macchine rimarranno nel garage, più motorini saranno fermi perché i ragazzi scegliereanno di muoversi in bici sulla pista ciclabile, avremo meno incidenti e più aria buona nei polmoni. Tutti i sindaci, a partire da Seri passando per Aguzzi o per Feduzi di Fermignano, si sono detti entusiasti del progetto affermando che il treno turistico rimane ovviamente un obiettivo. Che è anche il mio, pur con i costi che saranno altri a valutare. Ma ora muoviamoci. Abbiamo trovato il primo sostanzioso finanziamento, il progetto di fattibilità è sul tavolo della giunta, andremo presto al piano esecutivo e poi al bando d’appalto. Stiamo tutti uniti. Avremo grandi soddisfazioni per noi e le generazioni future». ro.da.
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Biancani ha già il progetto per la ciclovia»
Fabbri si appella ai sindaci di Urbino, Fossombronc e vallata del Metauro per salvare la Fano-Urbino
LA QUERELLE - URBINO. Consiglieri regionali contro stessa provincia, diversi partiti e battaglia aperta. Piergiorgio Fabbri dei 5 Stelle apre le ostilità contro Andrea Biancani del Pd. Il tema non è nuovo e a dire il vero anche molto trasverale: la ferrovia Fano-l'rbino.
La richiesta
Il M5S di Urbino e il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri hanno chiesto infatti ai consigli comunali di Urbino e di Fossombrone in primis, ma anche a tutti gli altri consigli dei Comuni della Valle del Metauro, di ostacolare nelle sedi istituzionali il progetto del consigliere regionale Andrea Biancani che vuole smantellare il tratto ferroviario Fano-Urbino a favore di una pista ciclabile. Il consigliere pesarese gli scorsi giorni - secondo il M5S ducale - ha incontrato i sindaci il cui territorio di appartenenza è attraversato dalla ex tratta Fano-Urbino, allo scopo di far visionare il piogetto della ciclovia, in particolare il primo tratto, da Fano a Colli al Metauro nel quale si intenderebbe, usiamo il condizionale in quanto Fabbri già da tempo ha fatto una richiesta di accesso agli atti cui ancora non ha avuto risposta, usare una parte del binari, nel Comune di Tavrnelle». Se questo dovesse accadere?
«Significherebbe - sottolinea Piergiorgio Fabbri - rinunciare per sempre alla possibilità di ripristino del tratto ferroviario, un bene che gìà ora può rappresentare una possibilità aggiuntiva di rilancio economico e sociale per tutto il territorio e in particolar modo per il nostro entroterra. sempre più abbandonalo dalla politica pesarese (vedi chiusura ospedali, mancata manutenzione infrastrutturale, assenza di una politica sinergica di rilancio), che considera le nostre zone alla stregua di un parco giochi, dove godere fugacemente delle bellezze artistiche, storiche e naturali. Quello stesso Pd - insiste Fabbri - che a Macerata sta lavorando con Ferrovie per la reallzzazione la seconda fermata ferroviaria “Macerata Università” (DGR 606/19 dello sorso maggio) proprio in seguito alla richiesta della stessa Università e del Comune che rendeva necessaria una fermata dedicata». Nelle motivazioni di questa richiesta si legge: “Il progetto è mirato ad accrescere i livelli di accessibilità dell'Università e a innescare una significativa diversione modale dal trasporto individuale a quello collettivo con effetti benefici sulla congestione stradale, sull'inquinamento atmosferico, sulla sicurezza della circolazione e quindi, in ultima analisi, sulla qualità di vita della popolazione".
La mobilitazione
«Per querto motivo - conclude Fabbri - lanciamo lo stesso appello alla mobilitazione al Rettore dell'Università di Urbino Viilberto Stocchi, affinchè non si rinunci alla strada ferrata per una inutile pista ciclabile». Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico del 16/7/2019
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«La pista ciclabile una risorsa senza cancellare la ferrovia»
Biancani illustra il progetto della ciclovia: «Il treno Fano-Urbino si potrà ripristinare»
Pianificato il primo tratto dalla costa fino a Fossombrone. «Così valorizziamo il territorio»
L ’INFRASTRUTTURA
URBINO «Io non cerco e non ho mai cercato scontri, sono per ì chiarimenti e il confronto». Questo il “credo" del consigliere regionale del Partito democratico Andrea Biancani nel parlare della ciclovia che dovrebbe (il condizionale su certi argomenti è sempre d'obbligo) unire la costa con i territori dell’entroterra e, quindi, valorizzarli con un assieme di progetti e, perché no, “start up”.
«Eccellenze da promuovere» «Io non voglio controbattere a nessuno perché tutti hanno la propria opinione sull’argomento - sottolinea Biancani riferendosi ai sostenitori della riapertura della ferrovia. Voglio solo esporre non un sogno ma, finalmente, la pianificazione di una fattibilità che può solo valorizzare le eccellenze delle nostre valli e migliorare la vita alla propria gente da Pesaro fino a Lamoli». Si tratta della realizzazione della pista ciclabile lungo il tracciato dove un tempo, non ancora molto distante, passava il treno/littorina della vituperata tratta Fano - Urbino. «E* compatibile, sostenibile e non va contro il recupero della cosiddetta ferrovia turistica - sottolinea il consigliere regionale-! L’intero tracciato andrà ad affiancarsi, per buona parte, ai binari. Vogliamo continuare ad usufruire della pericolosità delle strade per corse giornalmente dai ciclisti e che salgono dalla costa all’entroterra quando abbiamo la possibilità concreta di avere più aria pulita, meno incidenti?». Cosa vuol dire "buona parte’? «Nelle gallerie e nei ponti si passerà sopra le attuali rotaie che non verranno toccate ma coesisteranno con il manto stradale. Una decisione che salvaguarderà anche l'ipotesi treno». «Sono pronto a partecipare alle riunioni dell'associazione Ferrovia Valmetauro e a confrontarmi con tutti - evidenzia Biancani - Parliamoci chiaro: quando il Ministero impiegherà j risorse per il ripristino del treno turistico, i binari saranno là e, in questa eventualità, si potranno studiare passaggi alternativi per le biciclette». «Vorrei ricordare che la Regione ha bloccato, alcuni anni fa - continua il consigliere regionale del Pd -, la vendita di un pezzo di tracciato che Rete ferroviaria italiana aveva già in cantiere di fare. Su mia sollecitazione abbiamo scritto a Del Rio che ha contattato Rfi e immediatamente fatto arginare l’alienazione del terreno ad un privato. Tra l’altro, la Regione, che poteva farlo, non si è mai espressa in modo negativo sul rinserimento della Fano -Urbino tra le ferrovie turistiche». Andrea Biancani assicura che non c’è alcun pensiero di far passare un acquedotto per la costa sotto i binari. «Sono i comuni - rileva - che definiscono dove far passare le reti. E’ Ato e non la Regione che decide gli investimenti». Infine, Rfi sarebbe entusiasta della prima tranche del progetto da Fano a Tavemelle per 4,3 milioni di euro. Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico del 18/7/2019
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Associazione Nuova Fano: “Vecchia ferrovia: sì al percorso ciclabile parallelo ma le gallerie e i ponti sono per i treni”
18 Luglio 2019 - Come Associazione Nuova Fano riteniamo che la riattivazione della tratta ferroviaria sia una enorme risorsa per il territorio per questo ne siamo pienamente favorevoli. Questo non precluderebbe affatto la possibilità di prevedere una pista ciclabile parallela. Siamo, inoltre, pienamente d’accordo sulla costruzione della pista ciclabile, a fianco della linea ferroviaria, ma le dichiarazioni, lette sulla stampa, dal Consigliere regionale Biancani di far passare i ciclisti all’interno delle gallerie e sopra i ponti anche quando può esserci il passaggio di un treno da lui considerato come un Tram ci lascia perplessi. Nelle gallerie e sopra i ponti, secondo noi, o ci passa la ferrovia o ci passano le biciclette, entrambi sarebbe pericoloso . Non si può mettere sullo stesso piano il passaggio di un Tram di una città e un treno su una linea ferroviaria metropolitana di superficie, come la Fano Urbino, perché sono due cose totalmente diverse. Per il passaggio delle biciclette si trovi una soluzione diversa! Dichiarare che la linea sarà eventualmente utilizzata solo per il turismo 10 o 20 volte l’anno è la dimostrazione di una visione miope riguardo alle potenzialità che potrebbe avere la sua riattivazione. Riattivare la ferrovia Fano-Urbino offrirebbe degli enormi vantaggi garantendo una nuova mobilità eco-sostenibile da e verso l’entroterra il cui uso, di molti, porterebbe meno traffico auto con la diminuzione delle polvere sottili. Non dimentichiamo la forte vocazione turistica delle due città capolinea: Fano terza città delle Marche e Urbino che oltre ad essere una città universitaria, premiata pochi giorni fa dai risultati della classifica redatta dal Times Higher Education Europe quale città ideale per studiare (prima in Italia tra le 200 città universitarie europee) è anche Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Un asse viario che favorirebbe in maniera decisa l’incremento turistico ed economico non solo di due grandi città marchigiane, ma di tutte quelle stupende realtà situate lungo la direttrice ferroviaria. Pensiamo agli studenti universitari che non avrebbero più il problema di dover attendere ore per prendere un mezzo e tornare nelle proprie abitazioni (molti studenti evitano la scelta di Urbino proprio per il problema dei mezzi di trasporto). Gli abitanti dei territori, lungo il percorso, che possono usare il trenino per andare al mare o per raggiungere il posto di lavoro oppure frequentare i mercati e le iniziative dell’entroterra e della città di Fano senza dover essere costretti all’uso della autovettura. Ci auguriamo, quindi, che gli Amministratori chiamati in causa dal Consigliere regionale Biancani abbiamo ben valutato la positiva potenzialità della tratta ferroviaria in argomento che non può essere ridotta ad una semplice linea turistica, facente parte dell’elenco di Governo delle Linee ferroviarie dismesse da riattivare, solo per pochi mesi l’anno tenendo conto anche della possibilità di accontentare gli appassionati della bicicletta. Associazione Nuova Fano
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PD regionale, Biancani e Ceriscioli, le mani sulla Ferrovia Fano-Urbino
18/07/2019 - La decisione del governo regionale Ceriscioli con la voce di Biancani di asfaltare, anche se parzialmente, - garantisce Biancani (!!!??) - senza comprometterne un futuro recupero, la tratta ferroviaria Urbino-Fano, è una decisione molto grave. Ciò dimostra che il governo regionale a guida Pd, incurante delle esigenze più volte espresse e gridate dall’entroterra, dallo stesso Pd locale agli ambientalisti, da diversi Comuni a un vasto schieramento politico, se ne infischia di tutto e di tutti e prosegue sulla linea tracciata da tempo, quella cioè di abbandonare il progetto ferrovia e proseguire con la ciclabile, non a fianco di una arteria stradale come il buon senso e le convenienze avrebbero suggerito, ma a fianco e sopra la strada ferrata, anche se per certi tratti. Il Pd ha decretato così il “de profundis” del ripristino della ferrovia.
Se l’impegno profuso per una ciclabile a fianco e sulla ferrovia fosse stato impegnato per il suo ripristino saremmo a metà dell’opera. Invece nelle stesse parole di Biancani si lascia intendere che la ferrovia è un’utopia per nostalgici e sognatori, e bisogna farne altro, la ciclabile, disinteressandosi anche del voto parlamentare sulle ferrovie turistiche. Biancani accusa di immobilismo i sostenitori pro-ferrovia, ma finora gli unici immobili sono stati Biancani, Ceriscioli e il Pd, che non solo non hanno fatto nulla per ferrovia, ma dal governo regionale hanno sempre operato perché nulla si muovesse.
Aspettiamo che i vari Gambini, Rosati, Londei che si erano espressi in campagna elettorale per la ferrovia, in Consiglio Comunale e nelle sedi istituzionali e di partito facciano fuoco e fiamme. (Già - a detta di Biancani - Aguzzi, arruolato nelle fila della destra fanese, Seri e Feduzi, del Pd, hanno espresso il loro entusiasmo). Quindi il Pd e la Destra della costa sono per affossare la ferrovia.
Ora aspettiamo che Movimento 5 stelle e Lega nel Consiglio Regionale e dal governo facciano di tutto per impedire un tale sconcio progetto, come lo hanno sempre definito giurando che mai avrebbero permesso che la Regione mettesse le mani sulla ferrovia. Potremo cosi verificare, se i voti al Pd locale, ai 5Stelle e alla Lega, in Regione o in Parlamento o per il Governo gialloverde, saranno serviti per una causa che hanno sempre promesso di sostenere, o invece si dimostrerà per la ferrovia, come per la sanità, l’ambiente, la mobilità, che i temi in campagna elettorale sono stati argomenti di propaganda per carpire i voti degli ingenui.
Tutto ciò rientra nella concezione che il Pd regionale ha dell’entroterra, una terra colonizzata, buona per farci la gita domenicale in macchina o in bicicletta per ammirare quadretti di panorama naturalistici o architettonici, o per terreno di caccia, per la raccolta di funghi o per prelevarne appetibili risorse idriche. Ma al contempo si privano i suoi abitanti delle infrastrutture fondamentali favorendone il lento, ma inesorabile declino economico e spopolamento. Il Pd, Ceriscioli e &, trasformano così l’entroterra della provincia in una immensa riserva indiana.
Urbino e il suo entroterra hanno bisogno di vie di comunicazione veloci e sostenibili con la costa, di una ferrovia, intesa come metropolitana leggera, per consentirne la sopravvivenza, non di una ciclabile, utile certo per lo svago e il tempo libero, ma non per i collegamenti essenziali e moderni. La colata d’asfalto sul sedime ferroviario è esiziale per l’entroterra. Ma Pesaro e Fano, non si illudano, il declino dell’entroterra è la premessa del loro stesso declino.
Se il Pd locale è ancora vivo e gli è rimasto un barlume di dignità batta un colpo. Sinistra per Urbino si dichiara fin da ora disponibile ad unirsi ad ogni forma di protesta per rilanciare l’esigenza della ferrovia, per perseguire il progetto del ripristino e per la difesa integrale della sua tratta. Da Sinistra per Urbino sinistra-per-urbino.blogspot.it
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«Prima di tutto la ferrovia» Gambini e Londei s’alleano
Diffidenza verso il progetto ciclabile di Biancani. Il sindaco: «Il treno è la risorsa»
LA MOBILITÀ - Urbino. II progetto “ciclabile del Metauro", almeno cosi lo chiama il consigliere regionale del Pd Andrea Biancani, è servito. Si parla di entusiasmo di alcuni sindaci (Aguzzi, Feduzi, Seri) ma pure di distinguo. Quello di Urbino Maurizio Gambini pone delle esplicite riserve. «Prima di tutto viene la ferrovia - tuona - ! Punto e basta. Non sviliamo, in questo momento storico, il trasporto pubblico perché questa nostra società deve puntarci con fermezza. Non deprezziamo il valore economico della linea stessa, un tracciato dall’importante valore patrimoniale per la città ducale ed il territorio limitrofo, con la costruzione, sia pure affiancata, di una ciclovia. Biancani dice "stiamo tutti uniti" avremo grandi soddisfazioni? Certo con l'obiettivo primario della ferrovia ripristinata come si deve».
La spinta ambientalista. Il senatore Giorgio Londei non si discosta molto dal cosiddetto "nemico". «Per quanto mi riguarda la priorità è il treno a livello turistico per il trasporto pubblico come vuole la normativa nazionale. Nel prossimo consiglio comunale, che tratterà la programmazione dei prossimi cinque anni di legislatura, ribadirò con forza questo punto. Il resto? La ciclabile? Questo è un discorso complementare. Io non sono contrario, però la prerogativa deve essere la ferrovia. L’importante è che restino i binari. Ora l'Europa, con la spinta ambientalista, vuole che si intervenga in queste strutture, che vengano recuperate. Urbino è città Unesco ed è, credo, l'unica a non avere il treno. Dobbiamo giocarci questa carta. Dobbiamo premere sugli organi Unesco e sulla Regione. Pochi passeggeri? Dal 1987 ad oggi ci sono stati moltissimi cambiamenti e il nostro territorio potrebbe giocarsi le eccellenze enogastronomiche oltre che le bellezze del paesaggio e dei siti archeologici/culturali/turistici come a Fossombrone ed Urbino. Biancani parla di un treno turistico per 10/20 volte all’anno? Credo che si sia sbagliato. Tanti finanziamenti per 10 passaggi? Dove sta l’efficacia dell'investimento? Il treno turistico deve funzionare giornalmente».
Le rotaie non si intacchino» Infine Lorenzo Santi, segretario del Pd: «Prima di parlare occorre vedere l'intero progetto e poi confrontarci. Biancani dichiara che verranno mantenuti i binari e che oggi la ciclabile è fattibile fino a Tavernelle. Ci tocca relativamente. Però prima di esprimere un parere definitivo voglio verificare il progetto. Per ora ce l'hanno raccontato come a tutti. Solo nelle gallerie e nei ponti la pista verrà messa sopra il sedime? La pista ciclabile è interessante purché non si vadano ad intaccare le rotaie». Eugenio Gulini
La reazione. Sinistra per Urbino boccia la soluzione
«La decisione del governo regionale Ceriscioli con la voce di Biancani di asfaltare, anche se parzialmente (garantisce Biancani!?), senza comprometterne un futuro recupero, la tratta ferroviaria Urbino Fano, è una decisione molto grave - scrive Sinistra per Urbino -. Ciò dimostra che il governo regionale a guida Pd, incurante delle esigenze più volte espresse e gridate dall’entroterra dallo stesso Pd locale agli ambientalisti, da diversi comuni a un vasto schieramento politico, se ne infischia di tutto e di tutti e prosegue sulla linea tracciata da tempo, quella cioè di abbandonare il progetto ferrovia e proseguire con la ciclabile. Biancani lascia intendere che la ferrovia è un'utopia per nostalgici e sognatori. Bisogna fare la ciclabile, disinteressandosi anche del voto parlamentare sulle ferrovie turistiche».
Da: Corriere Adriatico del 19/7/2019
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«Il Pd non vuole il ritorno della ferrovia»
Duro attacco dall’Associazione FVM al progetto del consigliere Andrea Biancani
«TANTE INCONGRUENZE» Il progetto della ciclabile presenterebbe tecnicamente molti punti deboli
L’ASSOCIAZIONE ‘FVM - Ferrovia Valle Metauro” replica in modo molto articolato al progetto del consigliere regionale Andrea Biancani del Pd, sull’utilizzo della ferrovia Fano-Urbino come pista ciclabile. «Finalmente il consigliere Biancani è uscito allo scoperto con il suo cosiddetto progetto delia ciclabile sulla ferrovia Fano-Urbino - spiega l'associazione. Ma non ha chiarito i dubbi che avevamo: come è possibile fare un progetto di ciclabile nella sede di una ferrovia turistica, definita tale per legge, che non prevede assolutamente questo tipo di promiscuità?».
LE OSSERVAZIONI della FVM sono molto articolate: «Quale normativa, disposizione o regolamento consente di piazzare in stretto affiancamento o addirittura sulla sede ferroviaria un percorso ciclabile? La sensazione è che si proceda senza alcuna seria analisi e senza l’avallo di alcuna normativa poiché si da per scontato che il treno non dovrà tornare mai più e che nessuno potrà opporsi alla irregolarità dell’opera. Per esempio: a quale distanza sarà posta dalla linea ferroviaria la pista ciclabile? Norme e regolamenti disciplinano le distanze di sicurezza ma sappiamo già che in moltissimi punti della linea non vi sono i margini, non solo su ponti e gallerie. Nei tratti comuni di chi sarà la proprietà e la responsabilità di eventuali sinistri? Incidenti per altro difficilmente evitabili in particolare sui tratti promiscui vista la presenza di ponti (rischio di caduta) e gallerie (distacco di calcinacci dalla volta). Sarà la Regione? RFI? Od addirittura i comuni (imbrogliati) a pagare? In presenza di circolazione ferroviaria contemporanea di chi sarà l’onere di coordinare l’ingestibile circolazione? A Tavemelle sopra le gallerie ferroviarie, a fianco alla Flaminia, esiste già una pista ciclabile. Perché allora si vorrebbero comunque utilizzarle le gallerie ferroviarie per far passare le bici? Ma le norme non sono importanti per la Regione, l’importante è complicare il ritorno del treno. Del resto sulla parola “ormai" si sono basati per decenni tutti gli incongrui pretesti escogitati contro il ripristino della Metaurense e contro l’auspicato progresso delle comunità dell’interno. Biancani sta bluffando, ma ha bisogno di dar forza al suo progetto fuori legge cercando l’appoggio di quella parte del territorio che, invece, vuole il ritorno del treno, infatti dichiara con scaltrezza che il treno turistico rimane un obiettivo, ma solo per avere il benestare dei comuni non allineati politicamente».
L'ACCUSA è netta: «Si sforza di apparire come il politico che agisce per il bene di tutti mentre, in realtà, si rivela essere l’esecutore dei progetti del Pd pesarese che ha deciso la morte del trasporto ferroviario nelle zone interne. Propone la pista ciclabile su un lato (in futuro l’acquedotto sull’altro?) e lascia i binari per far credere che un giorno potrà sempre ritornare il treno (risparmiando qualche milione per non dover smaltire le traversine). Vuole spendere 4,5 milioni da Fano a Tavernelle; per arrivare ad Urbino ne spenderà altrettanti per un totale di 9 milioni. Tale cifra è il costo previsto da un progetto, già consegnato da tempo alla Regione, della nostra associazione per realizzare una ciclabile da Fano- Urbino senza interferire con la ferrovia. Ma Biancani ed i sostenitori delia ciclabile sono sempre partiti dalla loro idea di volere a tutti i costi la pista sulla linea e l’unica cosa che cercano sono argomentazioni di sostegno a ciò, finanziamenti da spendere e porre nuovi ostacoli (strade e case) al ripristino: un percorso circolare che parte dalla loro idea e finisce nella loro idea. Fra pochi giorni saranno esattamente due anni dall’approvazione in Parlamento, all’unanimità, di una delle più belle leggi per il recupero del patrimonio ferroviario non utilizzato. Superfluo ricordare che in Regione non è stato fatto assolutamente nulla per cominciare a realizzare quello che la legge auspicava, neanche una semplice domanda per chiedere i finanziamenti previsti, approvati a maggio dalla Corte dei Conti, cosa che invece hanno già fatto tutte le altre regioni. Il motivo è sempre più manifesto: doveva andare avanti il progetto ciclabile, non si poteva rischiare di avere dei soldi per realizzare la ferrovia turistica. Si argomenta addirittura che la ferrovia turistica farebbe poche corse all’anno (dicono 10) dimenticando completamente che il comprensorio metaurense ed urbinate è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo e il passo dalla ferrovia turistica a commerciale è breve», è l’osservazione finale dell’associazione Ferrovie Val Metauro.
Da: Il Resto del Carlino del 20/7/2019
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PD regionale, Biancani e Ceriscioli, le mani sulla Ferrovia Fano-Urbino
18/07/2019 - La decisione del governo regionale Ceriscioli con la voce di Biancani di asfaltare, anche se parzialmente, - garantisce Biancani (!!!??) - senza comprometterne un futuro recupero, la tratta ferroviaria Urbino-Fano, è una decisione molto grave. Ciò dimostra che il governo regionale a guida Pd, incurante delle esigenze più volte espresse e gridate dall’entroterra, dallo stesso Pd locale agli ambientalisti, da diversi Comuni a un vasto schieramento politico, se ne infischia di tutto e di tutti e prosegue sulla linea tracciata da tempo, quella cioè di abbandonare il progetto ferrovia e proseguire con la ciclabile, non a fianco di una arteria stradale come il buon senso e le convenienze avrebbero suggerito, ma a fianco e sopra la strada ferrata, anche se per certi tratti.
Il Pd ha decretato così il “de profundis” del ripristino della ferrovia.
Se l’impegno profuso per una ciclabile a fianco e sulla ferrovia fosse stato impegnato per il suo ripristino saremmo a metà dell’opera. Invece nelle stesse parole di Biancani si lascia intendere che la ferrovia è un’utopia per nostalgici e sognatori, e bisogna farne altro, la ciclabile, disinteressandosi anche del voto parlamentare sulle ferrovie turistiche. Biancani accusa di immobilismo i sostenitori pro-ferrovia, ma finora gli unici immobili sono stati Biancani, Ceriscioli e il Pd, che non solo non hanno fatto nulla per ferrovia, ma dal governo regionale hanno sempre operato perché nulla si muovesse.
Aspettiamo che i vari Gambini, Rosati, Londei che si erano espressi in campagna elettorale per la ferrovia, in Consiglio Comunale e nelle sedi istituzionali e di partito facciano fuoco e fiamme. (Già - a detta di Biancani - Aguzzi, arruolato nelle fila della destra fanese, Seri e Feduzi, del Pd, hanno espresso il loro entusiasmo). Quindi il Pd e la Destra della costa sono per affossare la ferrovia.
Ora aspettiamo che Movimento 5 stelle e Lega nel Consiglio Regionale e dal governo facciano di tutto per impedire un tale sconcio progetto, come lo hanno sempre definito giurando che mai avrebbero permesso che la Regione mettesse le mani sulla ferrovia. Potremo cosi verificare, se i voti al Pd locale, ai 5Stelle e alla Lega, in Regione o in Parlamento o per il Governo gialloverde, saranno serviti per una causa che hanno sempre promesso di sostenere, o invece si dimostrerà per la ferrovia, come per la sanità, l’ambiente, la mobilità, che i temi in campagna elettorale sono stati argomenti di propaganda per carpire i voti degli ingenui.
Tutto ciò rientra nella concezione che il Pd regionale ha dell’entroterra, una terra colonizzata, buona per farci la gita domenicale in macchina o in bicicletta per ammirare quadretti di panorama naturalistici o architettonici, o per terreno di caccia, per la raccolta di funghi o per prelevarne appetibili risorse idriche. Ma al contempo si privano i suoi abitanti delle infrastrutture fondamentali favorendone il lento, ma inesorabile declino economico e spopolamento. Il Pd, Ceriscioli e &, trasformano così l’entroterra della provincia in una immensa riserva indiana.
Urbino e il suo entroterra hanno bisogno di vie di comunicazione veloci e sostenibili con la costa, di una ferrovia, intesa come metropolitana leggera, per consentirne la sopravvivenza, non di una ciclabile, utile certo per lo svago e il tempo libero, ma non per i collegamenti essenziali e moderni. La colata d’asfalto sul sedime ferroviario è esiziale per l’entroterra. Ma Pesaro e Fano, non si illudano, il declino dell’entroterra è la premessa del loro stesso declino.
Se il Pd locale è ancora vivo e gli è rimasto un barlume di dignità batta un colpo. Sinistra per Urbino si dichiara fin da ora disponibile ad unirsi ad ogni forma di protesta per rilanciare l’esigenza della ferrovia, per perseguire il progetto del ripristino e per la difesa integrale della sua tratta. da Sinistra per Urbino sinistra-per-urbino.blogspot.it
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Ferrovia vs pista ciclabile, quattro quesiti della CISL sulla proposta di Biancani
di Il Metauro 20 Luglio 2019
PESARO – Leonardo Piccinno (CISL Urbino) e Giovanni Giovanelli (CISL FANO) intervengono sulla questione della scelta tra Ferrovia vs Pista Cicliabile nella vallata del Metauro. I sindacalisti sollecitano un tavolo regionale in cui tutti le parti interessate possano essere coinvolte e pongono quattro domande all’Assessore Biancani e quindi alla regione sulla proposta di realizzare una ciclabile accanto alla ferrovia.
“La Regione Marche sta segnando passi in avanti per quanto riguarda la ripresa economia produttiva, ma registra ancora qualche temporanea difficoltà in almeno due province, tra cui Pesaro Urbino. Il tessuto produttivo è ben diffuso ed organizzato, specie per il territorio pesarese, ma ciò che fa la differenza è la debolezza di orizzonte che si registra nel percorso di rilancio che avanza a macchia di leopardo, quasi a dimostrare una sorta di difficoltà a orientare le nuove direttrici di sviluppo. Così a tratti, periodicamente, emergono proposte che vedono caratterizzare il dibattito tra opposte tifoserie, come lo stantio dilemma spesso sollecitato dalla Regione Marche su: “Rilancio della tratta ferroviaria Fano – Urbino o realizzare una pista ciclabile?”
In questi giorni il Consigliere delegato della Regione Marche, Andrea Biancani, rilancia la pista ciclabile che correrà di fianco al sedime ferroviario per un lungo tratto, promettendo che non coprirà lo stesso se non per brevi segmenti, lasciando possibile una “futura” compatibilità treno + bici. Il progetto BIANCANI, a modo di vedere delle AST CISL di Fano e Urbino, non chiarisce all’opinione pubblica ed all’elettorato a cui si rivolge alcuni aspetti fondamentali:
Perché il rilancio della ferrovia Fano-Urbino e la pista ciclabile debbano per forza essere due infrastrutture in conflitto e non viste come opere aggiuntive in un piano di sviluppo concertato che favorisca la mobilità sostenibile e il turismo nella Valle del Metauro e verso Urbino città dell’Unesco?
Perché, si ritiene la Ferrovia opera inutile e costosa, quando tutti gli indicatori e disposizioni di legge, la rendono possibile (tra tutte, la Legge Nazionale 128/’17, che istituisce le Ferrovie Turistiche, ha incluso la Fano Urbino, tra le prime 18 linee italiane da riutilizzare), conveniente ed opportuna per un turismo moderno capace di integrare in maniera armonica il trasporto pubblico locale con quello turistico?
Come possono convivere, in un futuro prossimo, pista ciclabile e passaggio dei treni sullo stesso tratto, anche se si lasciano intatti i binari?
Come si può sostenere che tutti concordano su un’unica proposta, quando lo stesso Biancani, ci risulta, incontra solo una parte dei sindaci interessati ed esclude le Parti Sociali, ampliando, proprio per il suo pressing, quel solco di contrapposizione e spaccatura nella comunità provinciale verso le due opere?
Come CISL AST FANO e URBINO, riteniamo che il dibattito che si tenta di portare avanti, fatto solo di annunci di stampa, sia dannoso e divisivo, mentre un tavolo concertativo istituzionale regionale, con tutte le Parti interessate, potrebbe portare a superare l’attuale condizione di fanalino di coda della Provincia di Pesaro Urbino, tra quelle marchigiane, proprio per l’assenza di una visione di sviluppo complessivo e condiviso da parte della Giunta regionale”.
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Ferrovia Fano - Urbino: serve un tavolo per lo sviluppo del territorio
22/07/2019 La Regione Marche sta segnando passi in avanti per quanto riguarda la ripresa economia produttiva, ma registra ancora qualche temporanea difficoltà in almeno due province, tra cui Pesaro Urbino. Il tessuto produttivo è ben diffuso ed organizzato, specie per il territorio pesarese, ma ciò che fa la differenza è la debolezza di orizzonte che si registra nel percorso di rilancio che avanza a macchia di leopardo, quasi a dimostrare una sorta di difficoltà a orientare le nuove direttrici di sviluppo. Così a tratti, periodicamente, emergono proposte che vedono caratterizzare il dibattito tra opposte tifoserie, come lo stantio dilemma spesso sollecitato dalla Regione Marche su: “Rilancio della tratta ferroviaria Fano - Urbino o realizzare una pista ciclabile.?” In questi giorni il Consigliere delegato della Regione Marche, Andrea Biancani, rilancia la pista ciclabile che correrà di fianco al sedime ferroviario per un lungo tratto, promettendo che non coprirà lo stesso se non per brevi segmenti, lasciando possibile una “futura” compatibilità treno + bici. Il progetto Biancani, a modo di vedere della Cisl di Fano e di Urbino, non chiarisce all’opinione pubblica ed all’elettorato a cui si rivolge alcuni aspetti fondamentali:
• Perché il rilancio della ferrovia Fano-Urbino e la pista ciclabile debbano per forza essere due infrastrutture in conflitto e non viste come opere aggiuntive in un piano di sviluppo concertato che favorisca la mobilità sostenibile e il turismo nella Valle del Metauro e verso Urbino città dell’Unesco?
• Perché si ritiene la Ferrovia opera inutile e costosa, quando tutti gli indicatori e disposizioni di legge, la rendono possibile (tra tutte, la Legge Nazionale 128/’17, che istituisce le Ferrovie Turistiche, ha incluso la Fano Urbino, tra le prime 18 linee italiane da riutilizzare), conveniente ed opportuna per un turismo moderno capace di integrare in maniera armonica il trasporto pubblico locale con quello turistico?
• Come possono convivere, in un futuro prossimo, pista ciclabile e passaggio dei treni sullo stesso tratto, anche se si lasciano intatti i binari?
• Come si può sostenere che tutti concordano su un'unica proposta quando lo stesso Biancani, ci risulta, incontra solo una parte dei sindaci interessati ed esclude le Parti Sociali, ampliando, proprio per il suo pressing, quel solco di contrapposizione e spaccatura nella comunità provinciale verso le due opere?
«Come Cisl di Fano e Urbino - dichiarano Giovanni Giovanelli e Leonardo Piccinno - riteniamo che il dibatto che si tenta di portare avanti, fatto solo di annunci stampa, sia dannoso e divisivo, mentre un tavolo concertativo istituzionale regionale, con tutte le Parti interessate, potrebbe portare a superare l’attuale condizione di fanalino di coda della Provincia di Pesaro Urbino, tra quelle marchigiane, proprio per l’assenza di una visione di sviluppo complessivo e condiviso da parte della Giunta regionale».
Da: https://cislmarche.it/notizie/ferrovia-fano-urbino-serve-un-tavolo-per-lo-sviluppo-del-territorio
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Trasporti ferroviari
Le priorità
77,6 milioni Raddoppio PM 228 – Albacina
70 milioni Elettrificazione Macerata Albacina
72 Passaggi a livello da eliminare
Studiodi fattibilità Arretramento della ferrovia Adriatica
Ferrovia dei 2 Mari Ascoli-Antrodoco
La richiesta di finanziamento 573 milioni per il raddoppio Orte-Falconara
Le linee dismesse
Dicembre 2015 - tratta Ancona centrale - Ancona Marittima
Novembre 2013 - Tratta Fabriano-Pergola chiusa per una frana (ipotesi pista ciclopedonale che affianchi la linea
Gennaio 1987 - tratta Fano-Urbino, nel 2017 inserita tra le ferrovie turistiche - 35 milioni il costo della riapertura a fini turistici (ipotesi pista ciclopedonale che affianchi la linea soppressa)
Le linee ferroviarie chiuse sostituite da due ciclovie
Sfuma il sogno dei 5 Stelle
Incontro tra Ceriscioli e i parlamentari per sostenere tutti i progetti
Tra le proposte la riapertura della Fabriano-Pergola e della Fano-Urbino
IL SUMMIT - ANCONA Quattro priorità per la tratta ferroviaria che attraversa le Marche, più l'agognato raddoppio della Orte-Falconara segnato in rosso nel libro dei sogni accanto al costo: 573 milioni di euro. Quattro priorità, messe nero su bianco dopo l’incontro trasversale tra governatore Ceriscioli. presidente del Consiglio Mastrovincenzo e i rappresentanti parlamentari di Cinque Stelle e Lega, per parlare delle strategie da mettere in atto in un settore ad alto rischio come quello dei trasporti ferroviari.
Il confronto - A palazzo Raffaello mancavano i due deputati e il senatore del Pd: circostanza che ha in parte attenuato l’eccezionalità dell’evento politico dove sono state fissati i paletti per attivare il pressing al governo. E dunque si parte dal raddoppio Albacina-Castelplanio. progetto da 77.6 milioni. poi c’è l’elettrificazione della Macerata-Albacina (70 milioni), la soppressione di 72 passaggi a livello (impresa realizzabile in 10 anni), lo studio di fattibilità per l’arretramento della ferrovia Adriatica e la linea trasversale centrale della ferrovia dei 2 Mari Ascoli-Antrodoco, in provincia di Rieti. Tutti d’accordo sugli obiettivi da raggiungere, tranne uno. Il destino delle linee dismesse Fabriano-Pergola e Fano-Urbino: il senatore Mauro Coltorti presidente della commissione lavori pubblici e trasporti le vorrebbe riattivare. «Non solo per fini turistici - sottolinea -. La Fano-Urbino infatti potrebbe costituire una metropolitana di superfìcie tra la costa e la montagna». La Regione però ha altre idee in testa e cioè la realizzazione di piste ciclopedonali: lo ha sottolineato la giunta nella relazione inviata all'Autorità regolazione trasporti sulle strategie per la mobilità collettiva.
Lo studio - In particolare per la tratta pesarese sì sa già quanto potrà costare l'intervento: 4,5 milioni di euro attinti dalle risorse del Fondo europeo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020. Lo studio di fattibilità prevede la realizzazione della ciclovia lungo la valle del Metauro in affìancamento al tracciato della ferrovia per 45 chilometri. Dichiarata dismessa il 31 gennaio del 1987 la Fano-Urbino da sempre è al centro di una battaglia per la sua riapertura: nel 2017 è stata inserita nell'elenco delle ferrovie turistiche situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico e ì i costi per riattivarla- al solo uso turistico sono stati stimati in circa 35 milioni di euro. Anche per la linea Fabriano-Pergola, chiusa da novembre 2013 per una frana che ha interessato l'infrastruttura, la Regione sta pensando ad attivare una mobilità ciclopedonale che affianchi il tratto in questione.
L'obiettivo - Sfuma cosi, almeno per il momento, l'idea pentastellata di riattivare quelle tratte. Al termine dell'incontro ha sottolineato Ceriscioli: «Obiettivo comune è quello di favorire sempre più l’utilizzo del treno negli spostamenti dei marchigiani: per questo dobbiamo migliorare il servizio». Tra i presenti: i parlamentari Andrea Cecconi, Mauro Coltorti. Giorgio Fede, Tullio Patassini, Giuliano Pazzaglini. i consiglieri regionali Sandro Bisonni, Giovanni Maggi. Boris Rapa, Sandro Zaffiri e gli assessori Anna Casini e Angelo Sciapichetti.
Maria Teresa Bianciardi
I NODI
Orte Falconara richiesta al ministro - Nella delibera regionale del 10 luglio si fa riferimento ad una nota del 27 febbraio 2019 con la quale si chiede al ministro Toninelli il finanziamento peri il raddoppio delta tratta «Pm 228 - Castelplanio, costo totale 573milioni, di cui 78 per la tratta Pm 228 - Albacina>».
Quattro chilometri per quasi 78 milioni - •Il piccolo tratto che unisce Fabriano ad Albacina per 77,6 milioni è presente ne Contratto 2017/2021 ma non è stato finanziato. Le Marche chiedono un aggiornamento del Contratto con una anticipazione economica.
Per l’elettrificazione servono 70 milioni - •Elettrificazione del tratto Macerata-Albacina per 70 milioni. Sulla linea sono iniziati i lavori per la realizzazione delle opere propedeutiche all’elettrificazione con un investimento da 40 milioni.
Da: Corriere Adriatico del 23/7/2019
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A proposito di pista pedonale e treno turistico nella valle del Metauro, FIAB Fano For.bici: "Grandi benefici"
Fano 23/07/2019 - Le piste ciclopedonali non sono infrastrutture ludiche che chiunque può progettare, magari solo in ambienti ameni per passeggiate domenicali; sono come le altre strade, le autostrade e le ferrovie; lo dice la l.n. 2/2018. Servono innanzitutto per alleggerire traffico e inquinamento e garantire maggiore sicurezza agli utenti deboli della strada; meglio quindi piste in sede propria e non esposte ai pericoli di moto, auto e camion in corsa.
Se nella valle del Metauro non fosse stata prevista una ciclabile, sarebbe stata accolta la richiesta che la Regione ha rivolto alle Ferrovie di non vendere questa linea dismessa? Molto probabilmente no, con buona pace di ogni ipotesi di riutilizzo, anche quello ferroviario. Evidentemente sono stati considerati i vantaggi sociali, economici e urbanistici apportati al territorio dalla pista ciclabile.
E’ bene poi ricordare che, fin quando non sarà rispettato un requisito fondamentale della legge 128/2017, cioè il finanziamento di ricostruzione (“ben oltre” 150 milioni di euro) e gestione, la Fano Urbino è solo un bene immobile e non una ferrovia; con tutte le conseguenze del caso. E’ inoltre molto improbabile che la proprietà, RFI, presti maggiore attenzione di prima ad una linea che da decenni non rientra nei suoi piani e funzionerebbe solo qualche giorno l’anno per corse turistiche. E la Fano Urbino è una delle circa 200 linee chiuse in Italia! Né si può pensare che se ne occupi la regione Marche. Comunque, l’opzione del treno turistico resta e va rispettata.
Invece, grazie anche ai fondi concessi dalla UE, ora è possibile bonificare un sedime indebolito da una folta vegetazione spontanea, allontanare animali indesiderati, evitare “visite” di malintenzionati alle abitazioni e restituire ai cittadini spazi fatiscenti. La pista, che correrà lungo il sedime senza eliminare binari e traversine, sarà usata tutti giorni da tante persone e non ci potrà essere promiscuità con i treni; infatti, a medio termine, è difficile che si vedano convogli turistici; a lungo termine, per qualche giorno, e a tratti, potrebbe essere inibito il passaggio di ciclisti e pedoni in occasione del passaggio del treno.
Fa bene quindi la Regione a realizzare questa nuova via di comunicazione che porterà grandi benefici anche ai territori interni; lo sanno bene in particolare gli albergatori che stanno adeguando le loro strutture alle esigenze di cicloturisti che si muovono anche in bassa stagione alla ricerca di mete non toccate dal turismo di massa come il nostro entroterra.
In sostanza, la pista ciclabile è una vera e propria “assicurazione sulla vita” della stessa ferrovia, qualora in futuro si creassero le condizioni per un suo ripristino che, va ribadito, ora non è possibile per il trasporto pubblico locale; nessuna legge lo prevede ma soprattutto non lo permetterebbero le norme di sicurezza che non consentono più ai treni commerciali di passare tra le case. da For.Bici Fano forbicifano.blogspot.it
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«Biancani stia lontano dalla ferrovia- La ciclabile va fatta da un’altra parte»
Il sindaco Gambini al consigliere regionale: «Fa finta di non capire»
BICICLETTE E TRENI «Per ragioni di sicurezza i due mezzi non sono compatibili E’ ora di smetterla»
VOLONTÀ’ DEL MINISTERO «Le Ferrovie finanzieranno la riapertura. Anche Fano smetta di creare intralci»
«BIANCANI stia lontano dalla Fano-Urbino e faccia la pista ciclabile dove non compromette la ferrovia», il sindaco Maurizio Gambini non vuole sentir parlare del progetto del consigliere regionale per una ciclabile a fianco dei binari della tratta, inclusa nelle ferrovie turistiche. Il sindaco e il consiglio comunale hanno potuto visionare il progetto del consigliere regionale Biancani? «Non lo voglio nemmeno vedere ; il progetto». Perché? «Perché so benissimo che è una strategia per chiudere la ferrovia. Biancani ha i soldi sufficienti per fare una pista ciclabile e anche pedalabile da un’altra parte e con 9 milioni di euro arriva fino a Urbania e Sant’Angelo in Vado, che la faccia dove ha già il progetto per farla e lasci stare la ferrovia».
Ha comunicato al consigliere il suo punto di vista? «Gliel’ho già detto personalmente a Biancani: la deve smettere di fare il pesce in barile e far finta di non capire, mentre sta portando avanti un progetto del PD regionale da molto tempo, cioè da quando aveva fatto togliere la nostra tratta dalla legge per le ferrovie turistiche; gli è andata male perché Sgarbi l’ha fatta rimettere col ministro Franceschini; io ne ho parlato qualche giorno fa con il segretario generale del Ministero dei Beni Culturali Panebianco perché la ferrovia rientra tra i beni storici della città e anche con Centinaio, il ministro del Turismo».
Che cosa ha detto? «Che noi siamo assolutamente contrari che si avvicini alla ferrovia, come giustamente dice Ferrovie Valmentauro: se la ferrovia è salva è merito di questa associazione e del Comune di Urbino. Ancora si fanno sotterfugi: si dice che la ferrovia ripristinata si userà 15 giorni all’anno o 10 volte all’anno, ma non è così perché la tratta deve essere utilizzata tutti i giorni. Tutte le motivazioni che adduce Biancani sono usate solo per portare avanti il progetto della Regione Marche e del Pd regionale, che nicchia».
Il progetto di Biancani consente la convivenza tra ferrovia e pista ciclabile? «Sono assolutamente incompatibili».
Si riuscirà a garantire la sicurezza? «Non è possibile: la ferrovia occupa circa 4 metri di larghezza, non c’è lo spazio per poter far passare la pista ciclabile in sicurezza per pedoni e ciclisti. Fare la pista ciclabile equivale a dire chiudiamo per sempre la ferrovia. Non esiste».
Come si comporteranno i Comuni di fronte a questo progetto? «Noi siamo favorevoli a che si faccia la ciclabile ma in un progetto diverso che non tocca la ferrovia. Chiedo ai sindaci del territorio provinciale, sia quelli coinvolti dal tracciato sia quelli non coinvolti, come Urbania, Sant’Angelo in Vado e così via, di intervenire e di far chiudere definitivamente questa faccenda. Io chiederò anche al Ministero di fare una verifica del progetto della ciclabile che va in contrasto con la ferrovia, se ci sarà un nuovo tentativo di attuarlo. Il pd e Biancani vogliono l’avallo politico a chiudere la tratta, fare la pista ciclabile, lasciando tra l’altro il ferro e questa è un’altra birbata».
In che senso? «Lo vogliono lasciare perché sanno benissimo che smantellare il ferro costa molti più soldi di quelli che hanno a disposizione e quindi si tolgono pure un problema. Per questo io non ho bisogno di vedere il progetto: hanno dichiarato in tante occasioni cosa vogliono fare veramente».
Ad esempio? «A Fano, il sindaco ha permesso un’intersezione con la ferrovia e la strada va in contrasto con il suo utilizzo e se la ferrovia deve essere ripristinata quel tratto deve essere rifatto. Anche questa è una strategia per aggirare la volontà del Ministero che invece mira a salvare la ferrovia. Ferrovie dello Stato sta finanziando dei tratti in altre parti d’Italia e se non è quest’anno anche il nostro sarà finanziato».
In conclusione? «Biancani si impegni così tanto, invece, per il completamento della Fano-Grosseto, visto che il Ministero ha finanziato un altro pezzo di strada nel sud delle Marche e noi restiamo isolati. Il governo regionale, nonostante abbiamo un presidente della nostra provincia, non si è mosso per la viabilità per la Pesaro-Urbino, per la Fano-Grosseto. L’unica cosa che siamo riusciti a salvare è la ferrovia e la Regione vuole affossarla». Lo.
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REAZIONI - LEGA
«Il treno deve tornare, è buonsenso»
VISTA la situazione disastrosa dei trasporti riguardo l’entroterra urbinate, è doverosa una presa di posizione chiara a favore del mantenimento dei binari, quindi al ripristino del treno», sulla questione interviene Mirco Toccacieli, consigliere del direttivo Lega per la provincia di Pesaro e Urbino. «Ci sono zone di importanza storica e turistica come la città di Urbino, paesi come Fermignano con un grande insediamento industriale, un’intera vallata che vede l’infrastruttura come un 'opportunità di crescita, che necessitano urgentemente di collegamenti con la costa - dice Toccacieli -. Siamo rimasti arretrati decenni a causa di una politica miope: zero investimenti da parte del Partito Democratico marchigiano, che ha completamente dimenticato la nostra provincia, investendo nel completamento di altre opere della nostra regione. Al consigliere regionale Biancani posso dire che la bicicletta può convivere con il treno, abbiamo potenzialità enormi nel territorio da esportare. Si al treno, no alla politica inconcludente del Pd per la questione trasporti. Invito tutti gli amministratori locali a sostenere la mobilità pubblica per il benessere collettivo perché in fondo il trasporto non ha colore politico, ma è solo una scelta di buonsenso con il ritorno del treno».
Da: Il Resto del Carlino del 24/7/2019
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Il riprìstino della ferrovia Fano-Urbino fondamentale per il turismo e per l’economia di aree interne e costiere
di Guido Giovagnoli
Nella storica “battaglia” tra favorevoli e contrari al ripristino o meno della vecchia tratta ferroviaria Fano-Urbino ne abbiamo sentite molte. Si susseguono le prese di posizione e le proposte in merito alla riattivazione alla luce anche del suo inserimento tra le ferrovie turistiche da rilanciare, come previsto dalla legge approvata dal parlamento italiano n. 128/17. Personalmente sono convinto che non si può prescindere dal principio che la realizzazione di infrastrutture viarie o del trasporto hanno un’importanza vitale per l’intera economia provinciale. La riattivazione della ferrovia (la pista ciclabile può camminare in parallelo) secondo me è di assoluta rilevanza. Stando cosi le cose, con il completamento della Quadrilatero, la provincia di Pesaro Urbino rischia concretamente un pesante isolamento. Pertanto, diciamo noi, avanti col ripristino, importante sia per le aree interne e costiere. Una metropolitana leggera di superficie, moderna e sostenibile che sappia collegare i vari centri deli’entroterra con la costa e diminuire un traffico stradale sempre più caotico è l’obiettivo da perseguire. Occorre per questo ragionare in maniera collettiva, basta con la strada delle proposte localistiche e campanilistiche, basta con il becero campanilismo legato alle appartenenze. Tutto questo non c’entra con lo sviluppo. E’ chiaro che in questo percorso, al di là delle dichiarazioni di circostanza, nelle sedi istituzionali, Parlamento e Governo compresi, e nei vari consigli comunali del territorio, da Fano a tutta la valle del Metauro, vanno fatte e pianificate azioni concrete per condurci al ripristino della ferrovia Urbino-Fano.
Buone vacanze, torniamo a metà settembre
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Anche il Comune è d’accordo sul progetto della pista Fano-Colli al Metauro, Tavernelle compreso
Sì alla ciclabile accanto alla vecchia tratta ferroviaria
La strada ferrata non verrà demolita Le linee guida illustrate dal consigliere regionale Bianconi
Anche per il Comune di Cartoceto è interessante il progetto della pista ciclabile Fano-Colli al Metauro, Tavernelle compreso. Il primo tratto dell’intero percorso che arriverà fino a Urbino, per un investimento di 4 milioni e mezzo, è dietro l’angolo. “Se non si realizza entro il 2020 si perdono i finanziamenti europei. Una pista che correrà accanto alla vecchia ferrovia che diventerà turistica a tutti gli effetti. Sovrasterà la strada ferrata nel solo tratto sotto la galleria di Tavernelle perché non è possibili quel caso specifico ricorrere a soluzioni tecniche alternative”. Le indicazioni di massima del progetto sono state illustrate dal consigliere regionale Andrea Biancani ai sindaci convocati dalla Regione. La riunione si è tenuta a Colli al Metauro. L’intero progetto costerà 8 milioni. “C’è una sostanziale linea d’intesa da parte dei sindaci della valla metaurense” è stato sottolineato. E’ stato evidenziato che “dopo 35 anni dalla chiusura della ferrovia si stanno sempre più vedendo solo rovi nonostante le continue sollecitazioni perché chi preposto provveda alla pulizia. Ultimamente sembra che qualcosa si stia muovendo anche se lo scettiscismo rimane”. Tenendo conto delle premesse si sarebbe portati a ritenere che la strada ferrata non verrà demolita. Tornerà a nuova vita, almeno lo sperano in tanti, dopo un lungo letargo. La pista ciclabile rappresenterà una realtà innovativa turistica e culturale. Bisogna tener presente del crescente boom delle biciclette elettriche che stanno richiamando l’attenzione non solo degli appassionati. Roberto Giungi
Da: Flaminia e dintorni n. 49 – Luglio Agosto 2019
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Ex ferrovia Fano-Urbino, FVM replica a For.Bici: "Tante menzogne e poco accorti al benessere dei ciclisti"
Fano 26/07/2019 - For.Bici nel suo tentativo di dare sostegno al progetto fuorilegge di Biancani, comincia citando la legge 2/2018 sulle piste ciclabili, dimenticando che il Parlamento ha approvato la legge sulle ferrovie turistiche 128/2017, ha avviato la ” cura del ferro” per il potenziamento del trasporto su rotaia ed ha iniziato il piano della mobilità turistica ( Mibact e Mit insieme) in cui le ferrovie turistiche rappresentano un ruolo strategico e fondamentale.
For.Bici mente nel riferire che le FS avrebbero accolto le richieste della regione Marche a non vendere un tratto di linea perché era prevista una ciclabile. La zona interessata era situata a Fano, praticamente dentro l’area di stazione; in realtà ad impedire la vendita fu l’allora Ministro delle infrastrutture Delrio , l'attuatore della “cura del ferro” . Lo stesso Delrio era presente in commissione deliberante al Senato, quando fu approvata la legge sulle ferrovie turistiche il 2 agosto 2017 per evitare colpi di mano da parte dei soliti noti.
For.Bici dice il falso quando annuncia che non sono previsti finanziamenti per le ferrovie turistiche quando invece la Corte dei Conti ha registrato recentemente il contratto di programma tra RFI e MIT che stanzia , nel decennio 2018-2028, la somma di 235 milioni di euro per le ferrovie individuate dalla legge IACONO (PD).
For.Bici vaneggia nel prevedere costi di ripristino per una ferrovia turistica “ di ben oltre 150 milioni di euro” quando il recente summit tra Regione Marche e deputati e senatori della Regione lo stimano in 35 milioni di euro ( come da Tabellario RFI-FS).
For.Bici inganna nel contestualizzare la dismissione della ferrovia Fano-Urbino insieme a tutte le linee chiuse in Italia a cominciare dagli inizi del ‘900 quando i treni locali raggiungevano la quasi totalità dei paesi: in verità dal 2009 è stata l'unica.
For.Bici dice menzogne quando sostiene che le norme di sicurezza non consentono ai treni commerciali di passare in mezzo alle case: esistono distanze di sicurezza che valgono sia per le abitazioni civili che per qualsiasi altra struttura incluse le piste ciclabili . Mentre è inconfutabile il fatto che bisognerebbe ,invece, appurare perchè recenti costruzioni siano state autorizzate a distanze non conformi alla legge.
Ma l’inganno maggiore spacciato da For.Bici è l' assoluta mancanza di sicurezza di viaggiare in bici lungo le rotaie trasformate in simil-tramviarie per ben 13km ( a tanto ammontano le rotaie su ponti e gallerie) come previsto dal progetto del consigliere regionale Biancani . Qualsiasi persona è in grado di comprendere che le ruote finirebbero facilmente o nella gola , formata tra rotaia e soletta di cemento, o sull’acciaio della rotaia dove il coefficiente d’attrito radente è molte volte inferiore a quello del catrame stradale, con prevedibile caduta a terra del malcapitato ciclista. Infatti il corretto metodo per attraversare le tramvie è solo ortogonalmente e mai longitudinalmente. Non si capisce quindi perché For.Bici pur di far contento il suo mentore non lo avvisi di questi rischi così come evidenziato in tanti siti web ciclistici sensibili all'incolumità delle persone. Ci meravigliamo che FIAB nazionale abbia tra i suoi affiliati un gruppo così poco accorto al benessere dei ciclisti! da Associazione Ferrovia Val Metauro www.ferroviafvm.it
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Accoto (M5S): “Vittoria 5 Stelle per la ferrovia Fano-Urbino, primo passo verso la riattivazione”
Stanziato un milione di euro per lo studio di fattibilità per il ripristino della ferrovia per fini turistici
di Il Metauro 27 Luglio 2019
FANO – “Giù le mani dalla Fano-Urbino! Presentando un progetto per la ciclabile lungo il tracciato della ferrovia, il consigliere Biancani e tutto il PD regionale non hanno fatto i conti con un governo nazionale che invece crede nelle reali potenzialità di sviluppo del nostro territorio”.
E’ quanto afferma in una nota la senatrice fanese del Movimento 5 Stelle Rossella Accoto che aggiunge: “Dopo mesi di trattative portate avanti con pazienza e determinazione, grazie al nostro impegno è stato stanziato un milione con cui sarà realizzato uno studio di fattibilità per la riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino a fini turistici: l’importo è contenuto nell’aggiornamento al contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e RFI, che mercoledì scorso ha ricevuto il parere favorevole del CIPE. In questo modo – aggiunge Accoto – sarà possibile dare attuazione concreta alla legge 128 del 2017 sulle ferrovie turistiche, che prevedeva come condizione per la tutela delle linee proprio la previsione di finanziamenti nell’ambito del contratto di programma con RFI, non potendo fare affidamento sulla Regione Marche che, a differenza di altri territori ben più lungimiranti, persegue con ostinazione la volontà di sprecare occasioni d’oro. Per la prima volta dalla sospensione e dismissione della linea, si fanno passi concreti verso la riapertura della ferrovia. Si tratta di una vittoria storica per il Movimento 5 Stelle della nostra provincia, ma soprattutto di un risultato incoraggiante per chi da anni porta avanti questa causa che unisce trasversalmente esponenti di vari schieramenti politici. La riattivazione della linea a fini turistici, con un costo stimato di circa 46 milioni, rappresenta una tappa obbligata verso l’obiettivo finale della metropolitana di superficie, combinata con una pista ciclabile che non intralci i binari: finché in Regione governerà il PD il percorso sarà accidentato, ma con la nostra perseveranza continueremo ad avanzare verso la meta. Resterebbe da chiedersi – conclude la senatrice cinque stelle – perché Ceriscioli, solo qualche giorno fa, abbia decantato i vantaggi del trasporto su ferro ai parlamentari ma poi abbia escluso Fano, Urbino e la vallata del Metauro dalle priorità individuate per le Marche. Da parte mia e di tutti coloro che ci hanno sempre creduto, un sentito ringraziamento va al Governo, in particolare al Ministro Danilo Toninelli e al capo della sua segreteria tecnica, ing. Massimiliano Gattoni, che a differenza di altri hanno voluto scommettere su un importante volano di crescita per la nostra realtà locale. Noi ripartiamo da qui, con un’altra promessa mantenuta e tanta voglia di lavorare ancora per l’interesse del territorio”.
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Fano-Urbino, I Moderati per Urbino: "Ciclabile fino a Fossombrone, costi contenuti e benefici per tutto il territorio"
29/07/2019 - Piano a festeggiare, perché quando i partiti si intestano un successo e fanno a gara per farlo, poi i cittadini pagano a caro prezzo i presunti successi altrui.
È di mercoledì 24 luglio la notizia di uno stanziamento statale per uno studio di fattibilità volto alla riattivazione in chiave turistica della ferrovia Fano-Urbino. “I Moderati per Urbino” intervengono sull’acceso dibattito e al di là dei festeggiamenti è giusto ricordare ai sostenitori del motto “ferrovia o morte” - strenui oppositori di ogni soluzione complementare e non alternativa alla riapertura della tratta, come il progetto di pista ciclabile - che uno studio di fattibilità non equivale ad una prossima ed immediata riapertura della ferrovia.
Prima di sentire nuovamente i treni sferragliare è necessario trovare i fondi, cioè circa 100 milioni di euro. L’attuale linea andrebbe totalmente smantellata perché non a norma e ciò implica la rimozione e la sostituzione degli attuali binari e delle traversine che, impregnate di creosoto, vanno smaltite in Germania come rifiuto speciale, nonché la risoluzione di tutti i problemi relativi agli attraversamenti pedonali (se ne contano diverse decine) e, volendo, l’elettrificazione della linea stessa. La legge 128/17 sulle ferrovie turistiche - ferrovie che non hanno nulla a che veder con quelle commerciali o per il trasporto locale effettuando mediamente 20/30 corse l’anno solitamente la domenica e i festivi -destina 235 milioni di euro alla riapertura di 20 tratte tra cui appunto la Fano-Urbino. Ad oggi,i soldi effettivamente stanziati son solo 50 milioni. Pensare che poco meno della metà dei fondi statali per le ferrovie turistiche verranno utilizzati per far tornar i treni a sferragliare su una linea che di turistico ha poco o nulla per circa metà del suo tragitto (Fano - Fossombrone)è molto improbabile. E se anche lo studio di fattibilità desse parere positivo, i fondi previsti dalla 128/17 non sarebbero sufficienti.
In una Regione con enormi problemi di trasporti e ancora alle prese con la ricostruzione post-sisma non sarà facile spiegare l’imprescindibile necessità di un investimento di questo tipo. Se invece lo studio di fattibilità desse parere negativo e l’iter della pista ciclabile fosse bloccato, in attesa del responso sulla fattibilità della ferrovia, i contributi europei per la ciclabile - 4,5 milioni a fondo perduto in scadenza 2020 prorogati al 2021 - rischierebbero di esser inutilizzabili. In sostanza niente ciclabile e niente ferrovia. Dopo 32 anni di sterpaglie, incuria e di annunci di una sempre imminente e imprescindibile riapertura della Fano-Urbino le opposte fazioni pro ferrovia e pro ciclabile continueranno imperterrite a fronteggiarsi sui social. Una vittoria di Pirro, insomma. Una soluzione di buon senso, che tiene conto della disponibilità dei fondi europei e dei costi per la riattivazione dell’intera tratta, sarebbe invece la realizzazione della ciclabile fino Fossombrone, di cui beneficerebbero in primis gli abitanti dei paesi e delle frazioni lungo la Flaminia, e della ferrovia turistica nel tratto del tracciato ferroviario di maggior interesse paesaggistico (da Fossombrone a Urbino). Costi contenuti e benefici per tutto il territorio. Una soluzione che non preclude alcuno sviluppo futuro delle infrastrutture e che intanto potrebbe coniugare turismo a due ruote e su rotaia con possibili prospettive di sviluppo per entrambi i settori. Pare invece che i paladini degli opposti schieramenti intendano proseguire la loro crociata, con l’intento di difendere i propri feudi e i propri interessi locali senza considerare che la ferrovia interessa ben sette comuni, molti dei quali convivono da anni col degrado di una linea abbandonata e con problemi di viabilità che la speranza di una ferrovia turistica non può minimamente risolvere. da I Moderati per Urbino
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«La Fano-Urbino va riaperta per il turismo»
Il ripristino della tratta tra le linee programmatiche dell’Amministrazione
L’ASSISE
URBINO Nel consiglio comunale di oggi si dovranno approvare le linee programmatiche di governo per il 2019/2014. Uno dei principali argomenti, pensando al 2020 ed ai 500 anni dalla morte del concittadino più illustre. Raffaello Sanzio è, indubbiamente. il binomio strategico “cultura e turismo", («un'opportunità - rimarca il documento - che intendiamo cogliere affinchè nei prossimi decenni Urbino diventi sempre più una città attrattiva, pronta ad accogliere i suoi visitatori»). L'amministrazione negli indirizzi generali puntualizza: «...avendo costruito le condizioni favorevoli nei 5 anni del mandato precedente, il turismo ora può svilupparsi in modo più sinergico anche con il resto del territorio, cooperando con tutti i comuni con cui abbiamo costruito un dialogo costante». Si parla di collaborazione, in particolare con «la Galleria Nazionale delle Marche, l'Accademia Raffaello, gli Oratori, coinvolgendo anche l’Università per coordinare le iniziative dedicate al Divin pittore e comunicare la città ducale e il suo territorio come le “terre di Raffaello"». Obiettivo creare un legame diretto tra Urbino e il Montefeltro attirando il turismo anche dopo le Celebrazioni. «In questa ottica - ha sottolineato più volte il sindaco Maurizio Gambini - è stato costruito il nuovo “brand” della città (“vieni a Urbino, Città di Raffaello e Cielo degli Aquiloni"), già lanciato ed ampiamente affermato nei canali di diffusione. Un messaggio chiaro e significativo, capace di riassumere i temi chiave della promozione turistica che dovrà continuare a caratterizzarla in futuro». Altro punto focale: la continuazione nella riqualificazione del centro storico (accoglienza e città decorosa) e nella promozione/organizzazione di servizi a beneficio anche degli altri comuni della nostra provincia «come già fatto con l'istituzione degli autobus turistici con l'intento di prolungare la durata dei soggiorni». Creare incentivi, dunque, per lo sviluppo delle attività ricettive lavorando sulla viabilità ed i collegamenti. A tal proposito, il documento, propone «di effettuare tutti i passi necessari per la riapertura dell'infrastruttura ferroviaria Fano-Urbino per fini turistici c per il trasporto pubblico. Abbiamo consegnato ai rappresentanti in Parlamento il progetto della strada Urbino-Pesaroe il Governo ha inserito la Fano-Grosseto nelle opere da completare: due arterie strategiche per migliorare i collegamenti per e da Urbino». E’ di questa settimana l'annuncio di risorse per un tratto tutto toscano della superstrada facendo restare per l'ennesima volta l'Alta Valle del Metauro all'asciutto. Nella zona dell'ex tiro a segno, l'Amministrazione, intende «creare un'area di sosta per gli autobus turistici e per i camper in grado di alleggerire il traffico nella zona di Piansevero; l'istituzione di un nuovo ufficio Iat nell'area commerciale del “Consorzio": progettare il riutilizzo della zona della ex Fornace Volponi per lo sviluppo di servizi ricettivi e valorizzare le bellezze naturali delle Cesane: investire sul turismo sportivo, in particolare quello della bicicletta». Infine, la possibilità di istituire una “Fondazione” della grande tradizione della grafica urbinate con finalità di promozione. organizzazione e gestione eventi. e.gul.
Da: Corriere Adriatico del 29/7/2019
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Rivoluzione Ferrovie, interventi per rischio idrogeologico e sismico
Nelle Marche sono previsti 350,65 milioni di euro per l’adeguamento del tracciato, la velocizzazione e il potenziamento tecnologico tratta Bologna‐Rimini‐Ancona. Studi di fattibilità e progettazioni per il miglioramento dei collegamenti porto-aeroporto e riattivazione della tratta Fano-Urbino. Coltorti: «2 miliardi per l'idrogeologia e gli studi sismici»
Di Annalisa Appignanesi 5 agosto 2019
ANCONA – Manutenzione, sicurezza ed efficientamento del trasporto ferroviario. È quanto prevede il piano quinquennale delle Ferrovie, approvato dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) alcuni giorni fa e siglato il 24 luglio scorso tra Mit (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e Rfi (Rete Ferroviaria Italiana). Un’operazione che a livello nazionale vedrà oltre 15 miliardi di euro di finanziamenti. Tra gli interventi previsti, l’introduzione di nuove tecnologie per la circolazione ferroviaria con uno stanziamento di 5.472,58 milioni di euro dei quali 2.629,06 milioni di euro saranno investiti nel 2018-2019 e 895,38 milioni di euro destinati a telecomunicazioni e Gsm Sm (606,42 milioni di euro investiti nel 2018-2019).
Nelle Marche sono previsti 350,65 milioni di euro per l’adeguamento del tracciato, la velocizzazione e il potenziamento tecnologico della tratta Bologna‐Rimini‐Ancona. Studi di fattibilità e progettazioni includono anche il miglioramento dell’intermodalità col porto e l’aeroporto di Ancona a cui sono dedicati 60,45 milioni di euro, mentre per la valorizzazione delle Ferrovie turistiche e la riattivazione della tratta Fano-Urbino 1 milione di euro.
Via libera alle tecnologie innovative con 526,96 milioni di euro di stanziamenti nazionali (243,42 milioni nel 2018-2019) e 337,66 milioni di euro (192,66 mln nel 2018-2019) per interventi specifici sulla sicurezza. Ai sistemi informativi sono stati dedicati 625,04 milioni di euro (314,51 mln nel 2018-2019), mentre 3.314 milioni di euro (585,70 mln nel 2018-2019) sono stati riservati per le tecnologie che consentono l’interoperabilità Ertms, European Rail Traffic Management System-European Train Control System), ovvero dei treni dei diversi Paesi europei che in questo modo possono viaggiare in sicurezza e con tecnologie all’avanguardia anche sulle linee dell’Alta velocità – Alta capacità.
Obiettivo del presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, Mauro Coltorti, il passaggio dal gommato al ferro e al traffico marittimo come priorità, insieme alla valorizzazione turistica delle ferrovie minori utilizzabili, in un paese come l’Italia che vanta il 70% del patrimonio culturale del pianeta, per raggiungere le numerose località ricche di tesori storici. A questo sono stati destinati 323,71 milioni di euro (168,71 mln nel 2018-2019). Tra i numerosi interventi previsti anche quelli per la sicurezza nelle gallerie (6.000 milioni di euro – 376,34 milioni disponibili nel 2018-2019), il miglioramento dell’accessibilità e l’adeguamento dei terminali per i viaggiatori (2.600,06 milioni di euro) e la sicurezza dell’armamento ferroviario (4.848,58 milioni di euro – 2.048,58 milioni nel 2018-2019) tra i quali la soppressione dei passaggi a livello che accrescono la velocità delle tratte e ne incrementano la sicurezze (7.857,75 milioni di euro – 2.067,04 milioni investiti nel 2018-2019).
Importanti gli stanziamenti per la messa in sicurezza contro il rischio idrogeologico e sismico. «Il nostro Paese è uno dei più critici di tutta Europa per la pericolosità ed il rischio geologico – spiega il deputato Mauro Coltorti – . Ad ogni evento idrometereologico eccezionale i cittadini tremano perché l’alluvione o la frana è purtroppo attesa sia nei fiumi principali che nei piccoli torrenti spesso imbrigliati, cementificati, e con ponti di ridotta sezione che possono essere facilmente occlusi da sedimenti o da vegetazione divelta sulle sponde. I terremoti sono anch’essi un flagello del nostro paese come hanno dimostrato i tristi eventi che hanno massacrato a più riprese tutta l’Italia. Serviva un piano di investimenti epocale di fronte a queste problematiche – prosegue – e questo esecutivo sta rispondendo coi fatti. Ne è la riprova il recente accordo di programma tra Rete Ferroviaria Italiana, il ministero dell’Economia e delle Finanze ed il ministero delle Infrastrutture e Trasporti guidato da Danilo Toninelli. Il piano, i cui finanziamenti sono stati approvati dal Cipe il 24 luglio, prevede uno stanziamento di 2 miliardi per l’idrogeologia e per gli studi sismici. Questi fondi serviranno per interventi lungo le linee ferroviarie, ma parte di essi, oltre 220 milioni, per sistemi di diagnostica delle infrastrutture e per la mitigazione dei venti trasversali (51,80 milioni). Si tratta di fatti, non di parole: dal “Proteggi Italia” in avanti, questo governo ha messo in campo misure senza precedenti per la messa in sicurezza del nostro territorio».
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Incontro fra Confcommercio e CISL: turismo, valorizzazione dei beni culturali e Fano-Urbino i temi trattati
09/08/2019 - Si è svolto presso la sede Confcommercio di Urbino un incontro tra il responsabile AST CISL di Urbino Leonardo Piccinno ed il Presidente della Confcommercio Eligio Dini accompagnato dal segretario Egidio Cecchini e dal Direttore Amerigo Varotti. Sono stati esaminati i problemi più rilevanti del territorio urbinate con particolare attenzione alle tematiche legate al turismo,alla valorizzazione dei beni culturali (anche in prospettiva anno 2020) ed alle opere infrastrutturali dei trasporti.Su questo ultimo tema è stato confermato il comune sostegno al ripristino della ferrovia turistica Fano-Urbino e alla necessità di una forte azione politica nei confronti del ministero per il rilancio degli investimenti sulla Fano-Grosseto nel tratto marchigiano (e non solo in quello toscano come è emerso recentemente). Ad inizio settembre è stato concordato un nuovo incontro per la definizione di azioni comuni da tenersi in autunno.
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Fano-Urbino, Rapa: “Il progetto di ciclabile del Pd è ambiguo”
9 Agosto 2019 Fano (PU) – “Ex Ferrovia Fano-Urbino, il progetto politico del PD di andare avanti spediti sulla pista ciclabile a discapito della ferrovia rischia di impoverire ulteriormente le infrastrutture di questa provincia”. Così il capogruppo di Uniti per le Marche Boris Rapa che nei giorni scorsi si è incontrato con il segretario regionale del PSI Marche Maurizio Cionfrini e una delegazione della UIL Trasporti Marche guidata dal segretario Giorgio Andreani per discutere delle criticità del sistema ferroviario marchigiano.
Uno dei principali temi affrontati è stato quello della linea Fano-Urbino. Secondo Rapa, Cionfrini e Andreani, infatti, mentre la provincia di Ascoli ha investito sull’elettrificazione della linea ferroviaria Ascoli-P.to d’Ascoli – aumentando l’efficacia del servizio e il flusso dell’utenza – e mentre la Provincia di Macerata si sta attrezzando per elettrificare la linea Civitanova-Albacina-Fabriano, nella provincia di Pesaro-Urbino si preferisce asfaltare tratti importanti della linea Fano-Urbino.
«In questo modo – hanno dichiarato congiuntamente – si sceglie di mettere definitivamente la parola fine alla possibilità di mettere la linea ferroviaria Fano-Urbino al servizio di un’utenza sempre più esigente e di una domanda sempre crescente di servizi pubblici di trasporto. Un progetto ambiguo quello del Pd, che dice di fare una cosa (ripristinare l’uso del tratto ferroviario insieme alla realizzazione della pista ciclabile) ma in realtà ne fa un’altra (utilizza la sede ferroviaria per la pista ciclabile). Un errore gravissimo di progettualità del territorio. Non mettiamo in discussione l’importanza di una pista ciclabile in una zona così bella da un punto di vista paesaggistico e che può attirare tanti turisti ma critichiamo il fatto che la realizzazione della ciclovia venga fatta a discapito della ferrovia. Siamo convinti che si possano realizzare davvero tutte e due le infrastrutture”.
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"Fano capitale europea della Cultura? Deve fare squadra"
Giordano, Confindustria: "Indispensabile l’alleanza con Pesaro e Urbino"
Fano (Pesaro e Urbino), 18 agosto 2019 «Per il progetto della Capitale Europea 2033 c’è bisogno di unità tra le città di Fano, Pesaro e Urbino: la divisione sarebbe un grave errore culturale». Il direttore di Confindustria Marche Nord Salvatore Giordano si dice contrario a candidature separate tra le tre città più importanti della provincia. Per l’unità del territorio si esprime anche Paolo Clini, il coordinatore scientifico del Centro studi Vitruviani, mentre l’associazione Valle Metauro invita i sindaci di Fano e Pesaro a cambiare idea sulla pista ciclabile e «a fare squadra con il sindaco di Urbino che vede nella ferrovia un’ancora di salvezza per togliere dall’isolamento Urbino».
«La collaborazione tra Pesaro, Urbino e Fano - insiste Giordano - è strategica soprattutto in un contesto economico come quello della nostra provincia che conta circa 350mila abitanti». E ancora: «Non capisco perché Fano non possa partecipare alla pari con le altre due città. Ha fatto bene Seri a scrivere a Ricci e Gambini per collaborare insieme. Così come penso che sarebbe un errore per Fano insistere a candidarsi in concorrenza con Pesaro e Urbino». «In queste competizioni internazionali, che sono sempre difficilissime, - aggiunge Clini - vincono i territori. Quindi avanti con le nostre identità territoriali e con Vitruvio, Raffaello e Rossini».
Anche all’associazione Ferrovia Valle Metauro piace la candidatura di Fano a Capitale Europea della Cultura, «ancor meglio se facendo sistema con le città vicine che ambiscono allo stesso traguardo. Ovviamente Pesaro e Fano da sole, nonostante la ricchezza di beni e di storia, non hanno molte chances e cercano giustamente l’alleanza con Urbino come polo trainante e con le caratteristiche ideali per essere Capitale Europea della Cultura». Aggiunge l’associazione: «Se la candidatura avesse valore territoriale includendo le ricchezze della Valle del Metauro, si avrebbe una tale quantità di siti archeologici, museali, paesaggistici e storici da far invidia a qualsiasi zona d’Italia». L’associazione tocca poi il tema che le è più caro per ricordare che «chi si è cimentato a Capitale della Cultura ha sempre dato grande peso ai collegamenti» e per invitare «il sindaco Seri a valutare l’impatto positivo che potrebbe avere sulla candidatura il ripristino della linea ferroviaria Fano - Urbino come mezzo principale di collegamento sul territorio interessato. Sarebbe un vero peccato che Rossini, Vitruvio, Raffaello e Bramante dovessero vedere il loro immane valore culturale svalutato dall’ipocrisia di pensare che le città possano essere connesse solo da biciclette o autobus con orari festivi, capacità e percorrenze imbarazzanti».
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«Fate viaggiare in treno la Capitale della Cultura»
L’associazione Ferrovia Val Metauro ricorda ai sindaci il valore della tratta che unisce Pesaro, Urbino e Fano
FANO- Chiunque si faccia avanti e in qualunque modalità, non dimentichi di far viaggiare la candidatura in treno. «Ancora meglio se facendo sistema con città vicine che ambiscono allo stesso traguardo» sostiene l’associazione Ferrovia Val - Metauro, muovendo dall'idea di una corsa in proprio che il sindaco Seri ha buttato lì (senza disgiungerla dall’ipotesi di un menage a trois) dopo avere dovuto prendere nota che Pesaro e Urbino avevano siglato il patto per concorrere al titolo di Capitale Europea della Cultura 2033.
«Nonostante la ricchezza di beni e di storia Pesaro e Fano, da sole, non hanno molte chances e cercano giustamente l’alleanza con Urbino come polo trainante poiché conosciuta in tutto il mondo e con molte caratteristiche ideali» osserva FVM che promuoverebbe con un surplus di entusiasmo una candidatura di territorio che includesse anche «le ricchezze della Valle del Metauro e dunque una tale quantità di siti archeologici, museali, paesaggistici e storici da far invidia a qualsiasi zona d’Italia». E in questo scenario cadrebbe a fagiolo «il ripristino del servizio ferroviario Pesaro-Fano-Urbino come mezzo principale di collegamento sul territorio interessato». E’ anche in nome dell’attenzione crescente verso l’ambiente che viene affermata la centralità «di un valido ed ecologico mezzo di trasporto pubblico» senza così obbligare i visitatori a servirsi «solo di biciclette o autobus con orari festivi, capacità e percorrenze imbarazzanti». Deve essere di ispirazione l’esperienza di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 «che molti pensano scollegata dalla rete ferroviaria nazionale, ma in realtà servita da una linea delle Ferrovie Appulo Lucane che la collega con Bari, potenziata e rinnovata in tempo per l’inizio delle attività» senza considerare «che è stata completamente riqualificata la stazione principale». Non che i precedenti rassicurino FVM. «Sappiamo che i sindaci di Pesaro e Fano, quando erano in giunta in Provincia, si sono adoperati affinché la ferrovia Fano - Urbino venisse trasformata in pista ciclabile» si ricorda nel documento in cui si auspica comunque un ripensamento da parte di Seri e Ricci, così che «facciano squadra insieme al sindaco di Urbino che vede invece nella ferrovia un'ancora di salvezza per togliere dall’isolamento la sua città». Si fa ancora in tempo a saltare su quel treno, cavalcando «un momento storico mai così favorevole». Andrea Amaduzzi
Da: Corriere Adriatico del 21/8/2019
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Urbino-Pesaro-Fano capitali europee della cultura, FVM: “Speriamo che Ricci e Seri cambino idea sulla ferrovia”
Il trasporto pubblico è un nodo centrale per la presentazione della candidatura a capitale europea della cultura nel 2033
FANO – “Va fatto innanzitutto un plauso alla proposta di candidare Fano a Capitale europea della cultura, ancor meglio se facendo sistema con altre città vicine che ambiscono allo stesso traguardo – è quanto afferma in una nota l’Associazione Ferrovia Valle Metauro – La città ha certamente delle grandi potenzialità ed è il momento di mettere da parte la modestia e confrontarsi finalmente con altre realtà più consapevoli del proprio valore ma non migliori di Fano. Ovviamente Pesaro e Fano da sole, nonostante la ricchezza di beni e di storia, non hanno molte chances e cercano giustamente l’alleanza con Urbino come polo trainante poiché conosciuta in tutto il mondo e con molte delle caratteristiche ideali per essere capitale europea della cultura. Se poi questa candidatura avesse valore territoriale includendo le ricchezze della Valle del Metauro, si avrebbe una tale quantità di siti archeologici, museali, paesaggistici e storici da far invidia a qualsiasi zona d’Italia. Ci teniamo a sottolineare che, chi si è cimentato a Capitale della cultura europea, ha sempre dato grande peso ai collegamenti: ricordiamo che Matera, che molti pensano scollegata dalla rete ferroviaria nazionale, ha in realtà una linea ferroviaria delle Ferrovie Appulo Lucane che la collega con Bari, linea potenziata e rinnovata in tempo per l’inizio delle attività attualmente in corso nella città e nella quale circolano solo moderni treni acquistati per l’occasione. Inoltre è stata completamente riqualificata la stazione principale di Matera che fa ora da splendido biglietto da visita a chi giunge in città. Opere per i visitatori ma che servono anche ai cittadini. In un mondo sempre più attento all’ambiente è fondamentale offrire ai visitatori un valido ed ecologico mezzo di trasporto pubblico per spostarsi. Invitiamo quindi il sindaco di Fano e Pesaro a considerare l’impatto positivo, alla candidatura a Città capitale europea della cultura, che potrebbe avere il ripristino del servizio ferroviario Pesaro-Fano – Urbino, come mezzo principale di collegamento sul territorio interessato. Sarebbe un vero peccato che Rossini, Vitruvio, e Raffaello e anche il fermignanese Bramante dovessero vedere il loro immane valore culturale svalutato dall’ipocrisia di pensare che le città a loro legate possano essere connesse solo da biciclette o autobus con orari festivi, capacità e percorrenze imbarazzanti.
Se non saranno risolti i problemi di trasporto pubblico di qualità dentro il territorio non sarà possibile fare sistema per un obiettivo così bello ed importante e sarebbe l’ennesimo danno che il territorio subisce dalla desertificazione dei trasporti pubblici che si sta mettendo in atto. Sappiamo che il sindaco di Pesaro e Fano si sono adoperati affinché la ferrovia Fano – Urbino venisse trasformata in pista ciclabile quando erano in giunta in provincia. A distanza di dieci anni la situazione è fortunatamente ancora in stallo: la ferrovia è ancora lì pronta ad essere ripristinata con un momento storico del tutto favorevole sia per motivi ecologici sia per il prospero turismo ferroviario da pochi anni attuato in Italia. In politica si cambia spesso opinione speriamo quindi che i sindaci Ricci e Seri prendano una posizione diversa sulla ferrovia Fano – Urbino e facciano squadra insieme al sindaco di Urbino che vede nella ferrovia un’ancora di salvezza per togliere dall’isolamento la sua incantevole città. Se invece vogliono perseverare nell’idea della pista ciclabile sul sedime ferroviario sappiano che per il 2033 nessun treno collegherà la loro città con Urbino e puntare solo alle biciclette è una ridicola illusione. Se vogliamo essere capitale europea della cultura serve un salto culturale: lasciare a casa l’auto ed usare più mezzi pubblici ma, purtroppo dalle nostre parti in questo campo, siamo all’età della pietra”.
Da: www.ilmetauro.it del 20/8/2019
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Una rete ciclabile che unisce la regione
Novecento i chilometri di ciclovie interconnesse
Novecento chilometri di ciclovie interconnesse con il sistema di trasporto pubblico locale ferroviario e automobilistico, nonché con una serie di infrastrutture a uso esclusivo dei ciclisti. È questo il progetto della Regione per una rete ciclabile regionale capace di coprire l'intero territorio. Progetto che in due anni porterà al raddoppio dei chilometri di piste esistenti. La programmazione regionale a breve permetterà di completare 8 ciclovie principali (Adriatica, del Foglia, del Metauro, dell'Esino, del Chienti, delTenna, dell'Aso, del Tronto) su 13 previste, lungo un tracciato a pettine di circa 700 chilometri: 247 dovrebbero essere completati entro due anni. 146,3 milioni di fondi Fesr e Fsc già stanziati vanno infatti spesi entro il 2020 e con questi soldi si dovrebbe riuscire ad assicurare la fruibilità di 409 chilometri di piste ciclabili. Per quanto riguarda la Ciclovia Adriatica, quella che corre lungo la costa, una ulteriore quota di finanziamento di circa 4,4 milioni verrà assicurata dal riparto del fondo destinato al “Sistema nazionale delle ciclovie turistiche”.
Da: Corriere Adriatico del 30/8/2019
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Ferrovia Fano-Urbino, PCI: "Prosegue il silenzio imbarazzante dell’amministrazione fanese"
Fano 04/09/2019 - Alle elezioni amministrative dello scorso giugno, la coalizione di centro guidata da Seri, e composta dal PD e da alcune liste civiche collegate allo stesso PD, ha confermato la sua presenza alla guida della Città di Fano, con la conseguente completa assenza delle forze della Sinistra dal consiglio comunale e dalla giunta.Purtroppo l’assenza della Sinistra si è vista e si sentita già da subito: a 3 mesi dalle elezioni, a fronte di un dibattito forte e accorato in tutta la Provincia di Pesaro- Urbino, che ha visto associazioni, cittadini, lavoratori, categorie produttive e amministrazioni comunali di tutto l’entroterra, chiedere a gran voce la riapertura della Ferrovia Fano-Urbino, da parte dell’amministrazione Seri, prona alle direttive del PD, non c’è stato neppure l’accenno di una reazione.
Eppure sono evidenti gli enormi benefici che tale riapertura porterebbe: potenzierebbe i collegamenti passeggeri con l’entroterra, dal momento che potrebbe essere utilizzata come metropolitana di superficie; accrescerebbe la vocazione turistica di Fano e di tutta la vallata del Metauro, come già dimostrato in maniera brillante da ciò che è stato fatto, a titolo di esempio, in Val Venosta e in Val Pusteria; rafforzerebbe lo sviluppo delle attività economiche di Fano, Fossombrone, Urbino e di tutta la Vallata, perché potrebbe utilmente essere utilizzata per il trasporto merci, dal momento che essa attraversa tutte le zone industriali del bacino metaurense.
Si tratterebbe di un enorme volano per l’economia, turistica e industriale, nonché di un incentivo per ampliare la vocazione attrattiva del nostro territorio, senza dimenticare la grossa spinta che essa porterebbe a tutto il capitolo della mobilità sostenibile, attualmente carente. Appare sempre più evidente che tali priorità non sono nell’agenda dell’amministrazione di centro guidata da Seri, formata da liste e forze politiche incapaci di una visione strategica del territorio e del futuro, che preferisce tirare a campare per altri 5 anni, senza alcuno stimolo a difendere gli interessi della Città e dei suoi abitanti. La città di Fano potrebbe tornare ad essere un grande polo di attrazione per tutta la vallata del Metauro, ma il silenzio assordante sulla vicenda della Ferrovia Fano-Urbino mostra come questa Amministrazione non sia in grado di svolgere alcun ruolo in tal senso. Se a questo si aggiunge il depotenziamento continuo avvenuto in questi anni della Stazione ferroviaria di Fano, che continua ad avere collegamenti sempre più difficili con il Nord e con Roma, si capisce benissimo quanto la riapertura di questa tratta ferroviaria porterebbe giovamenti immensi al rafforzamento dei collegamenti ferroviari dello scalo fanese.
Il Partito Comunista Italiano di Fano chiede l’immediato impegno di tutte le forze politiche di questa Città per la riattivazione della Ferrovia: non vorremmo che, dopo i disastri già compiuti sulla vicenda dell’Ospedale, si prosegua ancora verso un inarrestabile declino della nostra Città, purtroppo già ampiamente in atto. da Partito Comunista Italiano - Federazione di Pesaro-Urbino
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«Sulla ferrovia Fano-Urbino silenzio imbarazzante di Seri»
Partito comunista all’attacco Chiede a tutte le forze politiche un impegno reale e rapido
«Stazione depotenziata»
LA POLEMICA
FANO «Silenzio imbarazzante» sulla tratta ferroviaria dismessa Fano-Urbino. Il Partito comunista lo rimprovera all’attuale amministrazione fanese, accusata di restare sorda alle richieste di riattivare il traffico dei treni. «Eppure – specifica l’intervento – sono evidenti gli enormi benefici che tale riapertura comporterebbe. Potenzierebbe il collegamento passeggeri verso l’entroterra, dal momento che potrebbe essere utilizzata come metropolitana di superficie. Accrescerebbe la vocazione turistica di Fano e di tutta la vallata del Metauro, come già dimostra in maniera brillante ciò che è stato fatto, a titolo di esempio, in Val Venosta e in Val Pusteria. Rafforzerebbe lo sviluppo delle attività economiche di Fano, Fossombrone, Urbino e di tutta la vallata, perché potrebbe essere utilizzata per il trasporto merci, dal momento che attraversa tutte le zone industriali del bacino metaurense. Senza dimenticare la grossa spinta a tutto il capitolo della mobilità sostenibile, ora carente. Appare sempre più evidente che tali priorità non sono nell’agenda dell’amministrazione Seri, incapace di una visione strategica del territorio e del futuro, che preferisce tirare a campare per altri cinque anni». Alla questione della Fano-Urbino è abbinato l’attuale ruolo della stazione ferroviaria locale, giudicato di progressivo declino in questi ultimi anni. Il «depotenziamento continuo» ha provocato «collegamenti sempre più difficili con il Nord e con Roma»,quindi si ritiene che il ritorno della Litorina «rafforzerebbe i collegamenti dello scalo fanese». La richiesta è che tutte le forze politiche fanesi si impegnino per riattivare la ferrovia dismessa.
Appare difficile che la riduzione delle fermate per i treni verso Nord e verso Roma sia riconsiderata sulla base di una tratta che si fermerebbe a 3 chilometri dal centro di Urbino, senza alcun collegamento con altre reti ferroviarie. Chi attribuisce priorità alla ciclovia Metaurense, da Fano a Fermignano, non esclude il futuribile recupero della vecchia linea ferrata, evidenziando però che né Regione né Ferrovie se ne farebbero carico, perché l’investimento iniziale è stimato intorno ai 100 milioni. L’eventuale ripristino, che i fautori della ciclovia dicono possibile solo per fini turistici in base alla legge 128/2017, escluderebbe di conseguenza l’ipotesi metropolitana di superficie e il trasporto merci anche per motivi di sicurezza. In diversi punti le case sono infatti considerate troppo vicine alla linea ferroviaria. In questa prospettiva è affidata alla bici invece che al treno la spinta a favore di una mobilità e di un’economia più sostenibili: in Italia in particolare il cicloturismo è cresciuto del 41 per cento negli ultimi 5 anni. Per la ciclovia Metaurense la Regione è già pronta a impiegare 4 milioni e mezzo. os.sca.
Da: Corriere Adriatico del 5/9/2019
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Turismo in bicicletta, For Bici: "Tanti stranieri da noi, ma servono piste ciclabili sicure"
Fano 06/09/2019 - Sono soprattutto gli stranieri, Tedeschi in primis, ma anche Olandesi, Francesi, Inglesi che vengono da noi con le loro bici, spesso costosissime, o le affittano, sempre più elettriche, pretendendo giustamente servizi di qualità; ed è noto che chi si muove in bici è rispettoso dell’ambiente, sceglie mete meno frequentate e spende di più.
Interessante poi il fatto che quest’anno la domanda è stata più alta dell’offerta ed è confermato che molti vacanzieri si spostano dalla vicina Romagna nelle Marche perchè trovano dolci colline con strade poco trafficate, borghi ben conservati, un’accoglienza cordiale e tanti beni naturali e culturali. Ma servizi e ambienti di qualità non bastano a soddisfare una domanda in crescita; servono piste ciclabili sicure e non ritagliate ai margini di strade trafficate; intere famiglie potrebbero pedalare tranquillamente, consumare prodotti enogastronomici, risiedere nei b&b e visitare con calma luoghi di pregio come l’antica Forum Sempronii, le Marmitte dei Giganti, la Gola del Furlo, il Metauro, il Candigliano, ecc.
La realizzazione di una diffusa rete ciclabile è nei programmi della Regione Marche sia perché è utile per la mobilità quotidiana, sia perché tanti cicloturisti, partendo dalla Ciclovia costiera adriatica in costruzione dal Friuli alla Puglia, potrebbero risalire lungo le principali vallate fluviali verso l’entroterra che spesso lamenta il suo isolamento. Serve anche l’intermodalità con le corriere; Adriabus è stata probabilmente la prima azienda italiana a dotarsi di portabici per il trasporto pubblico locale e non soltanto per il turismo; un primo servizio è stato avviato ma è indispensabile ampliarlo, innanzitutto chiudendo “ad anello” il collegamento ora non completo tra Pesaro Fano e Urbino; una circolare destra e una circolare sinistra invoglierebbero a usare i mezzi pubblici lasciando l’auto a casa e gli escursionisti potrebbero ampliare il loro raggio d’azione caricando le bici sulle rastrelliere dei bus; meglio ancora se il servizio fosse esteso ai giorni festivi, finora non coperto a sufficienza; i portabici sono stati acquistati e sono a disposizione delle varie aziende del consorzio; montarli presto e farli utilizzare sarebbe un vantaggio per tutti. da For.Bici Fano
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Mistero su due fabbricati a ridosso della ferrovia
I consiglieri di minoranza aspettano risposte da RFI e dal sindaco di Fossombrone
LA SEGNALAZIONE
FOSSOMBRONE Prima la curiosità, poi lo sconcerto sulla costruzione a Fossombrone, nel rione Napoli da dove peraltro sono partite le prime segnalazioni da parte di diversi residenti, di due manufatti a ridosso della ferrovia su terreno che, a quanto si può giudicare a occhio nudo, si direbbe di proprietà della Rfì, Rete ferroviaria italiana. E' nata spontanea la domanda se sia questo o meno il modo di rispondere alle richieste di quanti chiedono con insistenza la riapertura della ferrovia come è stato sottoscritto in un documento anche dal M5s metaurense. Stando ai documenti il 19 agosto i consiglieri comunali di minoranza, l'avvocato Gianluca Saccomandi e Michele Chiarabilli, hanno inoltrato una pec alla Rete ferroviaria italiana in cui si legge: «Ci sono arrivate segnalazioni da parte di alcuni residenti, di cittadini di Fossombrone e di frequentatori del bar Napoli riguardanti la realizzazione a fine luglio di una piazzola in cemento armato con appoggio di due nuovi prefabbricati, chiusi sui quattro lati, delle dimensioni di circa mi 3x5 h3 in adiacenza dell’ex stazione ferroviaria di Fossombrone e dell'ex tracciato ferroviario Fano-Urbino. Alla luce delle numerose proteste e delle richieste pervenuteci siano a richiedere le seguenti informazioni: se tale opera è stata realizzata dal vostro ente, con quale titolo abilitativo Ferrovie dello Stato ha realizzato eventualmente tali manufatti; se il terreno in cui sono stati costruiti i manufatti sono di vostra proprietà o eventualmente di quale altro ente; chi è il responsabile di FS che segue l’iter procedurale di tale costruzione e realizzazione. Preghiamo di fornirci urgentemente le risposte ai nostri quesiti cosicché valuteremo eventuali azioni da intraprendere nei confronti di chi ha realizzato e autorizzato tali costruzioni». Il 25 agosto un'altra pec è stata inviata al sindaco di Fossombrone e per conoscenza al comandante della polizia locale per chiedere se l’opera fosse stata realizzata da Rfi, copia del titolo abilitativo con cui il Comune ha autorizzato la realizzazione dei manufatti, se Rfi ha autorizzato eventuale le realizzazione a privati, se per la proprietà del terreno in cui l’opera è stata realizzata è intestata a Rfì oppure ad altro ente o privato». Stando ad alcune segnalazioni non ufficiali, sembra che alcuni accertamenti siano stati effettuati ma in verità mancano al momento riscontri e risposte documentate. Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 10/9/2019
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«Bici e treno, la ferrovia una risorsa con modalità di trasporto integrate»
Quaranta chilometri di pista ciclabile tutta in discesa, per rientrare sui vagoni turistici
Il tour operator Scaramucci segnala l’esempio della val Pusteria del valore di 3 milioni di euro a stagione
Urbino. San Candido Lienz, una pista ciclabile collegata al trenino turistico da oltre 3 milioni di euro di volume di affari stagionale. «In Alto Adige, in particolare in val Pusteria, nellaa zona che tocca le tre cime di Lavaredo, ho visto un’esperienza turistica molto utile per Urbino», racconta Federico Scaramucci, tour operator e membro nazionale della Giunta Assoviaggi, nonché dirigente del Pd urbinate.
L’infinita discussione - «Nell'eterna discussione su cosa fare della Fano Urbino, ferrovia sì, ferrovia no, ciclabile sì, ciclabile no - sottolinea Federico Scaramucci - io proverei a suggerire di cambiare la prospettiva di partenza. Posti di lavoro sì, posti di lavoro no? Tutela del territorio sì tutela del territorio no? Ecco, se iniziassimo a pensare al nostro territorio, come a un luogo da tutelare e fonte di nuova occupazione, forse tutte le mille discussioni che ci sono da tanti anni finirebbero in mezzo secondo». Innanzitutto un dato: il turismo continua a essere una voce determinante per il prodotto interno lordo in tutto il mondo. «Le ultime informazioni diffuse dall'organizzazione mondiale del turismo fotografano la crescita continua di un settore in grado di produrre un fatturato di 5 miliardi di dollari al giorno - rileva Scaramucci. Questa continua crescita deve essere gestita in modo responsabile e sostenibile e il turismo deve essere visto come un motore chiave per lo sviluppo sociale ed economico con la creazione di posti di lavoro. Se si evidenzia poi che 4 turisti su 5 visitano una destinazione nella propria regione di appartenenza, ciò significa che occorre organizzare meglio e velocemente l'offerta di servizi al turismo a partire dal proprio territorio».
«Per guanto riguarda la val Pusteria - osserva Scaramucci - c’é un percorso ciclabile dì oltre 40 chilometri, la ciclabile della Drava. Si parte da San Candido in Italia, e sì arriva in Austria a Lienz, un percorso in discesa del dislivello di circa 590 metri. L’itinerario conduce su stradine secondarie ed attraversa il confine con un’attenzione massima alla nature ed alla conservazione della ferrovia che corre da Dobbiaco a Lienz. A Lienz è possibile tornare indietro con ì treni speciali con o senza biciclette, che possono anche essere consegnate nella cittadina austriaca. La combinazione tra treno e bici è un sistema ideale per andare alla scoperta delle bellezza dell’Alto Adige. La possibilità di noleggiare una bici presso una stazione ferroviaria per poi restituirla in un’altra consente di essplorare il territorio in grande libertà». Alcuni dati per capire. «Oltre 20 piste ciclabili tabellate e segnalate, perfettamente individuabili su strada e online, 10 percorsi solo per mountain bike per offrire soluzioni diverse., 23 negozi di noleggiò biciclette. Numerosi bar, ristoranti chioschi lungo il percorso. Vogliamo continuare a raccontare ai cittadini che è meglio una cosa piuttosto che l’altra, senza magari aver visto cosa succede in giro?». Eugenio Gulinì
Da: Corriere Adriatico del 14/9/2019
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L’ex ferrovia viene utilizzata come discarica a cielo aperto
L’incuria della vegetazione spontanea aiuta a occultare rifiuti e macerie edili - È opportuno unire l’impegno dei volontari a una campagna per proteggere l’ambiente - Il degrado
FOSSOMBRONE - Lungo la vecchia tratta ferroviaria a Fossombrone spuntano qua e là discariche abusive a cielo aperto. Non mancano quantità abbondanti dì eternit ma anche di macerie di risulta dalle lavorazioni dì edilizia. Si ristrutturano abitazioni o altro e poi non si sa dove scaricare i rifiuti. Il degrado aumenta. Una storia che ha preso piede da tempo e che sempre più si aggrava. Basterà ricordare cosa succedeva lungo la strada dei Cappuccini fin quando non sono stati gli operatori di Puliamo Fossombrone a mettere il dito sulla piaga avviando una campagna di sensibilizzazione che i suoi frutti li ha dati. Che la vecchia ferrovia sia diventata una sorta di cloaca massima non è un mistero per nessuno, ancor più dove hanno preso possesso rovi e ramaglie intricati e altissimi, per tutti basta affacciarsi dal ponticello nei pressi dello svincolo per la casa di riposo. Peggio è che nessuno negli ultimi anni abbia mosso un dito per cercare di ripulire nel rispetto dell'igiene pubblica.
«Il fenomeno degenera sempre più e bisogna porsi il problema - viene fatto osservare -. Non si tratta di ricorrere ad osservazioni generiche di condanna moraleggianti e alla fine inutili, ma di capire se esistono alternative cominciando dal prendere in esame la possibilità di utilizzare l'area dell'ex mattatoio abbandonato per un deposito che non accolga solo i rifiuti ingombranti ma anche quelli non riciclabili». Il pensiero giocoforza corre all’ecocentro di Terre Roveresche. Sta funzionando da qualche anno a dovere e contribuisce anche a formare una coscienza ecologica comune perché quando gli utenti si trovano di fronte a servizi innovativi ed efficienti sanno cosa fare e a quale sito fare riferimento. Cambia il tono delle osservazioni al fine di trovare alternative pratiche che richiedono impegno, programmazione e lungimiranza. In questo periodo a Fossombrone vengono recapitate le cartelle della Tari. La tassa sui rifiuti comporta un aumento che varia dal 18% per le abitazioni al 23% per i locali pubblici. La percentuale della differenziata al ribasso deve adesso fare i conti con la cruda realtà perché si tratta di soldoni che potrebbero essere risparmiati se le cose andassero per il verso giusto. Non si tratta di puntare il dito contro nessuno. In primo piano esiste un problema sempre più complesso. Si uniscano intenti a forze per andare oltre e progettare un ambiente più sano e una partecipazione attiva dei cittadini. L'indifferenza non paga. Si potrebbero far pagare i controlli a quelle persone che nemmeno si rendono conto del danno che fanno a tutti con il loro modo di agire irresponsabile. Volontari da una parte, campagne d'informazione da avviare dall’altra senza dimenticare le istituzioni scolastiche, devono segnare il giro di boa. Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 14/9/2019
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Shuttle Italy Airport, grande successo per la linea che collega Urbino all'aeroporto di Bologna
14/09/2019 - Lo Shuttle che collega Urbino all’aeroporto di Bologna compie un anno e la Shuttle Italy Airport fa sapere attraverso il suo amministratore Roberto Benedettini che si è trattato di un vero successo che ha visto circa 1300 passeggeri scegliere la linea che ogni giorno collega Urbino, Vallefoglia e Pesaro allo scalo bolognese. “I numeri di questo primo anno confermano la vocazione turistica di Urbino. Sono stati tanti i turisti che dall’aeroporto Guglielmo Marconi hanno raggiunto la città natale di Raffaello e molti di essi hanno contattato la nostra agenzia di viaggi per avere informazioni su Urbino chiedendoci dove poter alloggiare, mangiare e cosa vedere. - Spiega Flavio Sirotti, titolare della Eventour che con il suo pulmino effettua il collegamento - Il 2020 sarà un anno importante per Urbino e i festeggiamenti in onore del nostro cittadino più illustre ci daranno maggiori possibilità di crescere”. Urbino città votata al turismo, ma anche sede di uno dei più prestigiosi atenei d’Europa.
“Sono davvero felice dei risultati ottenuti in questo primo anno di esercizio e vado fiero della convenzione ottenuta con l’Università degli studi di Urbino in quanto permetterà all’ateneo di potersi aprire al mondo attraverso l’aeroporto di Bologna ottenendo anche un prezzo più vantaggioso per i suoi utenti i quali potranno utilizzare i codici sconto messi a disposizione da Shuttle Italy Airport. - dichiara Ignazio Santangelo, cittadino urbinate e operatore turistico, promotore del servizio - Certo, ancora molto va fatto in termini di comunicazione; ad oggi sono ancora in tanti (compresi parecchi operatori) a non conoscere l’esistenza del collegamento, ma ci impegneremo affinché sempre più persone possano usufruirne”.
“La formula vincente di questo collegamento deriva dall’utilizzo di una forma di trasporto innovativa per queste zone, ma di largo uso in altri paesi europei - spiega Davide Salvia, co-promotore del servizio ed esperto di trasporti - infatti, attraverso il Demand Responsive Transport, Trasporto a chiamata in italiano, consistente nell’utilizzo di un flotta di mezzi più piccoli, minibus dai costi di esercizio limitati, consente spostamenti solo quando richiesto dall’utente integrandolo ad un servizio di linea pre esistente effettuato con bus più grandi. La collaborazione tra la Eventour di Urbino e la VIP s.r.l. proprietaria del marchio Shuttle Italy Airport ci ha permesso di collegare le città di Urbino, Vallefoglia e Pesaro all’aeroporto di Bologna con un numero maggiore di corse rispetto al volume di traffico offrendo un servizio migliore all’utenza”. Nei prossimi mesi ci saranno altre novità che permetteranno ad Urbino di essere collegata, sempre attraverso il trasporto a chiamata, con altre destinazioni anche verso il Sud Italia. da Organizzatori
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FIAB Fano For.bici evidenzia l’importanza in chiave turistica ed economica
“Cicloturismo vitale per la provincia. Ecco perché”
E’ sempre più evidente che il cicloturismo rappresenta una grande opportunità per una provincia come quella di Pesaro e Urbino ancora poco conosciuta ma con un entroterra integro, una rete stradale interna poco trafficata, percorsi sterrati adatti a mtb, un clima favorevole per buona parte dell’anno e tanti beni ambientali e culturali in grado di attirare flussi turistici sostanzialmente concentrati nel nord Italia. Sperando che siano confermati dal nuovo Governo i 361,78 milioni € stanziati per il Sistema nazionale delle ciclovie turistiche e sia finalmente varato un Codice della strada meno “autocentrico”, alcuni elementi segnalano che nella Regione Marche ci si muove nella direzione giusta: è in corso di realizzazione la “Ciclovia adriatica” insieme ad una rete “a pettine” lungo i fiumi principali; credono nel cicloturismo la stessa Regione e molte Amministrazioni comunali; ci credono i privati, come dimostrano, restando alle iniziative più recenti, la “Ciclopolverosa di Montesecco” (fra le colline che circondano la città di Pergola); la “Randonnée della Fortuna” (gara notturna di regolarità da 300 km con partenza e arrivo a Fano); la nascita ad Urbino, città poco adatta alle due ruote, di un punto di noleggio bici; allargando un po’ gli orizzonti, si possono aggiungere un percorso cicloturistico permanente di 469 km (“Pedalando nella Terra del Duca” tra Marche e Umbria) e il successo delle vicine ciclovie Spoleto – Norcia e Poggibonsi – Colle Val D’Elsa che attirano migliaia di escursionisti non solo italiani; inoltre, per evidenziare che anche la bicicletta può contribuire alla ripresa dei territori terremotati, nei prossimi giorni una carovana di cicloturisti di tutta Italia organizzati dalla FIAB si muoverà a tappe da Arezzo a Sulmona.
Qualche numero è utile per capire perché si deve puntare sul cicloturismo. Negli ultimi 5 anni in Italia i cicloturisti sono aumentati del 41%, generando un valore economico annuale di 7,6 miliardi €, con un giro d'affari complessivo (produzione/vendita bici, accessori, vacanze, ecc.) di 12 miliardi; nel 2018 più di 6 milioni di persone hanno trascorso una vacanza utilizzando più o meno intensamente la bicicletta; a questi vanno aggiunti gli oltre 700.000 ciclisti urbani che usano ogni giorno la bicicletta, sempre più elettrica, sui percorsi casa-lavoro o altro; già un bel numero, ma poco a confronto ad esempio di Paesi Bassi o Germania dove, pur con un clima molto meno favorevole, il rapporto persona/bici è quasi di 1 a 1; proprio dalla Germania proviene il più alto numero di cicloturisti che scelgono l’Italia, seguiti da quelli di Francia, Stati Uniti e Regno Unito; ed è noto che i cicloturisti spendono mediamente molto più dei turisti tradizionali. Per invogliare anche intere famiglie a viaggiare senza il rischio di gravi incidenti, non bastano panorami incantevoli e strutture ricettive riqualificate; servono piste ciclabili belle e sicure; quella più attesa va dal mare di Fano ad Urbino culla del Rinascimento, lungo i binari della ferrovia dismessa che potrà tornare a nuova vita offrendo un itinerario non solo suggestivo ma anche utile dal punto di vista urbanistico. L'occasione per dimostrare i vantaggi di una pista in sede propria e non ritagliata ai margini di strade trafficate e pericolose, è la Fano - Furlo del prossimo sabato 22 Settembre, quando in tutta Europa, nella giornata “Car free”, si mobiliteranno milioni di cittadini per chiedere più spazio e più sicurezza per chi si muove a piedi e in bicicletta. FIAB Fano For.bici
Da: Flaminia e dintorni n.50 – Settembre 2019
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TURISMO E TRASPORTI - LA NORMATIVA INIZIA A PRENDERE FORMA E FISSA LE NORME PER LA SICUREZZA E LA FRUIBILITÀ’ DEL PUBBLICO
La legge sulle ferrovie turistiche va avanti e non prevede le biciclette sui binari
- URBINO - UN ALTRO PASSO nell’attuazione della legge per le ferrovie turistiche è stato fatto: «E’ diventato operativo il DM 235 del 10 giugno 2019 per i requisiti di circolazione dei rotabili storici e turistici», spiega l’associazione FVM Ferrovia Valle Metauro. Dopo il decreto 191/2018 che stabiliva l'icriscrizione ai Registri d’immatricolazione nazionale per i rotabili storici e turistici, nel giugno 2019, con la firma dell’ex ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli, è stato emanato un nuovo decreto, il DM 235/2019, dove vengono definiti i requisiti di idoneità alla circolazioni dei rotabili storici turistici sulle tratte ad uso turistico e commerciale. «Il decreto considera le numerose peculiarità che contraddistinguono in maniera sensibile la circolazione dei veicoli storici rispetto all’ordinario servizio ferroviario di trasporto pubblico, per missione, velocità, norme ed altro e ne decreta, in un allegato, i requisiti. Definisce altresì che potranno circolare sulle tratte nazionali e regionali nei limiti e con le modalità imposte dalle Leggi e regolamenti - spiega l’associazione. Nella seconda parte, ove si parla dei veicoli idonei, non si fa un minimo accenno all’uso delle biciclette da strada o con pedalata assistita o mountain bike, sulle infrastrutture ferroviarie di cui alla legge 218/2017, compresa quindi la ferrovia Fano-Urbino. Anche se in tutta Italia tale asserzione è un’ovvietà, dalle nostre parti è bene evidenziarlo a scanso di perdite di tempo e soldi in fantasiosi oltre che illegali progetti di ciclabili sulla Fano-Urbino. Le disposizioni sulla sicurezza sono dettate dall'Agenzia Ansfisa, unica struttura in grado di emettere tali valutazioni in campo ferroviario e stradale valide per il territorio della Repubblica Italiana. Di fatto si afferma quanto detto dall’Associazione FVM da anni».
Da: Il Resto del Carlino del 18/9/2019
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Metropolitana di superficie a Vallefoglia
Ucchielli torna alla carica con DE Micheli
Il sindaco chiede due studi di fattibilità per la tratta Fano Urbino verificando il trasporto su gomma e rotaie
LA VIABILITÀ
VALLEFOGLIA - Il sindaco di Vallefoglia Palmiro Ucchielli torna a chiedere Io studio dì fattibilità sulla metropolitana di superficie. Questa volta lo fa al neo ministro dei trasporti Paola De Micheli dopo che, mesi fa, sempre con una lettera, metodo utilizzato spesso e volentieri del primo cittadino, aveva scritto all’allora ministro Danilo Toninelli.
Ricordando che il Comune di Vallefoglia è per numero dì abitanti il terzo della Provincia di Pesaro Urbino e per la sua collocazione geografica rappresenta un importante nodo strategico per le vie di comunicazioni con la Romagna, la Toscana, l’Umbria e le Marche nell'asse viario Pesaro Urbino Grosseto Roma, Ucchielli torna a chiedere che sia fatto un doppio studio di fattibilità per percorsi sia su gomma che su rotaia. «Si chiede di elaborare uno studio - si legge nella missiva - per verificare se è sostenibile un'ipotesi di potenziamento del trasporto su gomma lungo l’asse viario Pesaro — Fano — Fossombrone — Urbino — Morciola — Montecchio (Vallefoglia) — Pesaro, realizzando percorsi ciclo-pedonali con lo scopo di creare anche itinerari turistici, vista la ricchezza diffusa nel territorio provinciale di opere storico artistiche e prodotti enogastronomici di qualità che aspettano solo di essere valorizzati». Con questa prima richiesta, in caso di realizzazione di tali percorsi secondo Ucchielli «Si riuscirebbe ad incentivare l’utilizzo di mezzi alternativi ai veicoli privati con un notevole sviluppo di una mobilità più sostenibile dal punto di vista ambientale, tenendo conto che nelle valli del Metauro e del Foglia è concentrato l'80% del tessuto economico produttivo dell’intero territorio provinciale di Pesaro Urbino-.
Non meno importante la metropolitana di superficie nonostante questa ipotesi trovi numerosi oppositori e pareri contrastanti di coloro che preferirebbero in quella tratta realizzare il percorso ciclabile. Per Ucchielli le due ipotesi non si escludono a vicenda infatti afferma «In questo senso rappresenta sicuramente un aspetto fondamentale valutare attraverso il medesimo studio di fattibilità il riutilizzo e l’attualizzazione della già esistente linea ferroviaria Pesaro - Fano - Urbino e la sua estensione a Morciola - Montecchio (Vallefoglia) - Pesaro, al fine di chiudere cosi un cerchio che potrebbe essere utilizzato quale metropolitana di superficie». Sempre a proposito di lettere, Ucchielli in qualità di presidente dell'unione dei comuni di Pian del Bruscolo ha scritto anche al Ministro dell'istruzione Lorenzo Fioramonti “Per richiedere l'erogarione di maggiori contributi statali per rafforzare la gestione associata dei servizi educativi dedicati alla prima infanzia nei comuni dell’Unione. Luca Senesi
Da: Corriere Adriatico del 24/9/2019
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Ferrovia Fano-Urbino, FIAB Marche: "La pedalata Fano-Furlo è un invito a realizzare la ciclabile"
25/09/2019 - L’ottima riuscita della pedalata Fano Furlo della scorsa domenica 22 settembre, organizzata alla perfezione da FIAB For.bici, merita alcune riflessioni.
Nonostante previsioni del tempo non rassicuranti, più di 50 cicloturisti sono partiti da Fano e in circa 4 ore hanno coperto una quarantina di km fino alla Gola del Furlo, un luogo magico reso ancora più bello dall’assenza di traffico a motore; alcuni sono venuti da Bologna, consigliati da loro conoscenti che avevano già apprezzato la bellezza dei luoghi, la buona percorribilità di strade collinari poco battute e le capacità ricettive del territorio; due ditte del settore, una di Fano e una di Acqualagna, hanno messo a disposizione bici elettriche e mtb, garantendo l’assistenza meccanica durante tutto il tragitto; erano persone di tutte le età, desiderose di muoversi in bicicletta per apprezzare “lentamente” ed “ecologicamente” non solo luoghi rinomati ma anche posti vicino casa, spesso incredibilmente poco conosciuti.
In sostanza, iniziative come la Fano - Furlo, ma anche tante altre simili, sono un invito indiretto alla Regione Marche a completare quanto prima la rete ciclistica regionale che rappresenta la base essenziale per un nuovo tipo di turismo che già altrove ha migliorato l’economia e la qualità della vita; in particolare va realizzata la pista ciclabile lungo l’ex ferrovia metaurense, una sorta di arteria dalla quale tantissimi cicloturisti italiani e stranieri potranno irradiarsi nel territorio per apprezzarne storia, natura, arte, enogastronomia, ecc., visto che attraverserà, ad esempio, l’antica Forum Semponii, correrà a breve distanza dalle famose Marmitte dei Giganti, di borghi ben conservati e soprattutto consentirà di muoversi senza l’assillo di orari, coincidenze, divieti di accesso, dischi orari, parcheggi e quant’altro è tipico del turismo tradizionale.
A questo invito alla Regione Marche potrebbero associarsi bar, ristoranti, guide ambientali, ecc. della Gola del Furlo che, grazie a tanti visitatori a piedi, in bicicletta e su nuovi mezzi per persone non in grado di camminare, vedono valorizzato anche economicamente un luogo che una pista ciclabile bella e sicura renderà ancor più facilmente raggiungibile. Da FIAB Marche
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Infrastrutture, ora riparte il dibattito Grande assente la strada per Pesaro
La Cisl chiede un piano per la mobilità sostenibilcCcritiche al sindaco Ricci - La bretella verso il capoluogo è prevista per l'ospedale di Muraglia e nel protocollo del 2017
LA VIABILITÀ
Alla ripresa autunnale dell’attività politico istituzionale si riaccende il dibattito sulle priorità programmatiche dell’amministrazione Seri. Dalla ristrutturazione del lungomare, al progetto di un nuovo palasport, al completamento delle infrastrutture viarie. Sulla spinta delle iniziative della Settimana europea della mobilità sostenibile, interviene la Cisl territoriale per chiedere la definizione di un cronoprogramma per la progettazione del Piano urbano della mobilità sostenibile, prevedendo connessioni con la rete extraurbana per una mobilità integrata anche in direzione delle valli Metauro e Cesano. Grande assente nel dibattito è il collegamento viario con Pesaro alternativo alla statale 16, una bretella che dia sbocco verso Nord all'interquartieri, evitando il budello di asfalto sempre congestionato dell’Adriatica, e che liberi la cinta storica della città dall’attuale assedio del traffico, consentendo di ridisegnare la fruizione proprio in funzione della mobilità sostenibile. Qualunque pianificazione a tale riguardo risulterebbe parziale e inefficiente senza la contestuale previsione dello spostamento ai di fuori del tessuto urbano del traffico di attraversamento e di lunga percorrenza. La carenza di impegno politico e di idee progettuali per questa strada per Pesaro è tanto più colpevole quanto maggiore è la sua urgenza rispetto a un’opera che il governatore delle Marche, Ceriscioli, si appresta a bandire: il nuovo ospedale di Marche Nord a Muraglia, di cui la bretella da Belgatto è funzionale per garantire un efficiente collegamento viario con Fano e le valli Metauro e Cesano.
Funzionale alla Fano-Grosseto
L’infrastruttura è prevista nel protocollo d'intesa sui futuri servizi ospedalieri firmato nel 2018 dal sindaco di Fano e dal presidente della Regione ed è un punto fondamentale del protocollo firmato nel 2017 dal sindaco Massimo Seri con il suo collega di Pesaro Matteo Ricci in funzione del collegamento della zona industriale di Pesaro alla costa tirrenica e allo strategico porto di Livorno attraverso la superstrada Fano-Grosseto, il cui completamento è tuttora di attualità con il passaggio dal governo gialloverde a quello giallorosso nella continuità del M5S. A Matteo Ricci si riferisce anche il responsabile dell’area sindacale territoriale della Cisl di Fano, Giovanni Giovanelli, per criticare il suo recente intervento laddove «pensa di programmare anche lo sviluppo nel territorio della Valmetauro e di Fano della mobilità sostenibile e del turismo, che non è costituito solamente da piste ciclabili». Il richiamo è alla ferrovia Fano-Urbino. «Un piano integrato di mobilità sostenibile comunale e intercomunale e di promozione turistica - rileva Giovanelli - non può prescindere dal sostegno, nel rispetto delle leggi vigenti, alla riapertura ai fini turistici della Fano – Urbino. Sulla mobilità la Cisl chiede alla giunta fanese un confronto aperto e trasparente con i soggetti sociali che «tenga conto delle necessità territoriali, delle peculiarità produttive e orografiche e della composizione demografìca». Giovanelli segnala la necessità di integrare «trasporto urbano, piste ciclabili e percorsi pedonali, parcheggi, zone di accesso e regolazione traffico urbano e trasporto ferroviario». Ma è necessaria una visione strategica che si fondi sulla liberazione della città dal traffico della statale 16: a Sud la funzione è garantita dalle opere compensative dell'A14, a Nord occorre ancora mette insieme progetto e fondi. Lorenzo Furlani
Da: Corriere Adriatico del 27/9/2019
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«Fano-Urbino, stanziato un milione per redigere lo studio di fattibilità»
Il M5s con una mozione chiede al sindaco di impegnarsi per il ripristino della ferrovia
Per Mazzanti, Ruggeri e Panaroni potenzialità notevoli: «La ciclabile sia su un altro sedime»
LA RIAPERTURA
FANO - Più che dibattere ancora l'argomento, è ora di passare agli atti conseguenti sul ripristino della ferrovia Fano Urbino, collegando a essa, dato che i due progetti sono compatibili anche la realizzazione di una pista ciclabile. Lo chiedono alla giunta i componenti del gruppo consiliare del movimento 5 stelle Tommaso Mazzanti, Marta Ruggeri e Francesco Panaroni, presentando una mozione che sarà discussa nella prossima seduta del consiglio comunale.
Le risorse del Governo
Nell’atto, i tre consiglieri comunali pentastellati riportano la notizia che nel mese di luglio il Governo ha stanziato un milione di euro proprio per redigere uno studio di fattibilità per la riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino a fini turistici: l'importo è contenuto nell’aggiornamento al contratto di programma tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e l'Ente ferrovie, che ha ricevuto il parere favorevole del Cipe il 24 dello stesso mese. Questo stanziamento dà attuazione concreta alla legge 128 del 2017 sulle ferrovie turistiche, che prevedeva come condizione per la tutela delle linee proprio la previsione di finanziamenti nell'ambito del contratto di programma con Rete ferroviaria italiana. Secondo il M5 ci sono tutti i presupposti per i ripristino della Fano Urbino «almeno come ferrovia turistica, possibilmente come metropolitana leggera di superficie». «L'asse Fano Urbino - evidenziano i 5Stelle – potrebbe avere a livello culturale un peso importantissimo, che si tradurrebbe inevitabilmente anche in un alto livello di attrattività turistica tanto per le terre malatestiane quanto per quelle del Montefeltro, entrambe ricche di straordinarie peculiarità naturali e culturali. La ferrovia infatti può assumere un ruolo di collegamento non solo viario ma anche culturale, turistico e gastronomico di tutti i bellissimi Comuni che culminano nel patrimonio dell’umanità Urbino, Vitruvio a Fano., Bramante a Fermignano e Raffaello a Urbino, passando per rocche e castelli di Francesco di Giorgio Martini, borghi e luoghi di incomparabile bellezza e importanza (Fonte Avellana, il Furio) rappresentano snodi di un territorio che ha pochi eguali persino in un paese straordinario come l'Italia».
«Fano capofila del progetto»
In particolare la mozione impegna sindaco e giunta a farsi promotore di questa iniziativa di ripristino della ferrovia Fano-Urbino; «a costituire, come capofila possibilmente, con il comune di Urbino e tutti gli altri comuni della vallata interessati, un progetto mirato all’esplicitazione del valore culturale e turistico del territorio lambito dalla tratta ferroviaria, a supporto-completamento anche dello studio di fattibilità che verrà redatto; ad impegnarsi perché venga realizzata una pista ciclabile da Fano lungo la vallata del Metauro fino ad Urbino in un sedime altro rispetto a quello della ferrovia, senza sovrapposizioni, cosi che le due opere poi, una volta completate, possano beneficiare l'una dell’altra e lavorare come un sistema unico; a richiedere al presidente della Giunta Regionale di attivare tutte le procedure necessarie al riutilizzo della ferrovia Fano-Urbino a fini turistici e culturali, coinvolgendo RFI e la fondazione Fs». Massimo Foghetti
Da: Corriere Adriatico del 5/10/2019
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«Ferrovia Fano-Urbino, solo illusioni Per realizzarla servono altre risorse»
Seri sulla mozione del M5s: «Invito il Governo a mostrare concretamente la volontà di ripristino della tratta»
L’INFRASTRUTTURA
FANO La mozione dei 5 Stelle sul ripristino della tratta ferroviaria Fano - Urbino, oltre a rappresentare una chiara presa di posizione politica, richiede una immediata risposta del sindaco, dato che la novità del finanziamento da parte del Governo, con un milione di euro, del progetto di fattibilità costituisce un notevole passo avanti in ordine alla scelta di ripristinare il collegamento ferroviario, se non altro sotto forma di metropolitana di superficie, anche se non si esclude la contestuale realizzazione della pista ciclabile. Le prospettive quindi sono buone, ma il sindaco Massimo Seri intende stare con i piedi per terra, considerato che i provvedimenti principali relativi al ripristino della tratta sfuggono al controllo dell’Amministrazione comunale che può solo assecondare quelle decisioni che possono incentivare lo sviluppo del territorio. Troppe volte alcune decisioni sono rimaste lettera morta.
«Si vada oltre allo studio»
«In questo caso - ha detto - è bene non farsi illusioni. Ogni provvedimento che si dimostri veramente efficace deve essere accompagnato dai necessari finanziamenti: se c'è un milione per il progetto di fattibilità ci dovrebbero essere anche le risorse necessarie per realizzare l’opera, perché altrimenti rimane sempre il rischio che tale progetto rimanga nel cassetto. Io invito il Govemo - ha aggiunto Seri - a mostrare concretamente la volontà di ripristinare la ferrovia Fano - Urbino. Due città, in questo convengo con i 5 Stelle, che sono due scrigni d'arte e fanno da capolinea a un territorio ricco di bellezze storiche, artistiche e ambientali».
«Ciclabile, ci sono 4 milioni»
Ma il sindaco ritiene fattibile il progetto di aggiungere una pista ciclabile al ripristino della ferrovia? «A questo proposito siamo un passo più avanti. in quanto c'è già un finanziamento in corso e quindi tutte le opportunità vanno colte». Il Partito Democratico ha condiviso in Regione la scelta di finanziare la pista ciclabile al lato della dismessa ferrovia con l’importo di 4 milioni di euro. La proposta dei 5 Stelle è di realizzare questa infrastruttura in un altro sedime, salvo poi a far coincidere i due tronconi nei pressi delle stazioni ferroviarie. «Questo è ancora tema di dibattito, ma io non voglio entrarci, per aggiungere altre parole e non concludere nulla. I 4 milioni sono una cosa certa e a questi io mi attengo. Vorrei però ricordare che prima che la ferrovia fosse chiusa, la città aveva raccolto migliaia di firme perché, d'accordo anche le associazioni di categoria, questo avvenisse. Ecco perché va fatta una riflessione seria. Intanto pensiamo di cogliere il treno della pista ciclabile, senza trascurare il resto».
«Il Comune come guida»
In che modo il Comune di Fano può collaborare per realizzare tali infrastrutture? «Gli input li dà la Regione, i Comuni possono venire coinvolti nei processi amministrativi secondo espresse deleghe. Io sono pronto a collaborare per entrambe le infrastrutture. Il Comune di Fano potrebbe fare da Comune guida per gli altri enti locali del territorio, visto che nel suo territorio dovrebbero essere realizzati tratti più estesi». Se poi bisogna considerare i passaggi a livello e la viabilità, è un'altra storia. Massimo Foghetti
Da: Corriere Adriatico del 6/10/2019
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Ferrovia Fano-Urbino: Fiab, " I finanziamenti per una buona metà della ciclabile sono già pronti"
Fano 08/10/2019 - Vari interventi dimostrano che sulla Fano Urbino continuano a circolare informazioni parziali, inesatte e fuorvianti; per questo è necessario ribadire alcuni concetti.1. La Regione Marche, evidentemente in accordo con RFI proprietaria del bene, ha trovato una soluzione razionale e soprattutto praticabile: una pista ciclabile lungo il sedime dell’ex ferrovia senza eliminare binari e traversine; quindi, subito ci sarà un collegamento sicuro per ciclisti e pedoni; un domani un treno turistico, se si realizzassero precise condizioni.
2. I finanziamenti per una buona metà della ciclabile sono già pronti; quelli per ripristinare e gestire un treno turistico no; più volte RFI o Regione hanno confermato il loro disinteresse; è praticamente esclusa la parte dei finanziamenti ministeriali previsti per le ferrovie dismesse.
3. Il milione stanziato per un altro studio di fattibilità non dà affatto attuazione concreta alla legge 128 del 2017 sulle ferrovie turistiche; quelli che servono sono i soldi (tanti) per ricostruire e gestire la tratta; inoltre, lo studio esiste già; è stato fatto dagli Enti pubblici che si basano su quello e non su altri “regalati” da privati molto interessati; purtroppo sconosciuto ai più, questo studio sottoscritto anche da tutte le Università e le CCIAA delle Marche, è consultabile in http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/opere-specialistiche/scheda/12367.html ; basta leggerne le conclusioni, oggi ancora più valide dopo una quindicina d’anni di abbandono della ferrovia.
4. La pista ciclabile non può essere fatta dovunque, magari lungo il Metauro o a contatto con auto, camion e motorini; serve tra Rosciano e Fano, tra Cuccurano e Lucrezia, ecc., dove chi si muove a piedi o in bici rischia la vita; serve anche per attirare turisti desiderosi di apprezzare risorse e bellezze del territorio; sarebbe quindi inaccettabile impedire la riqualificazione e il riutilizzo di un bene collettivo abbandonato, in attesa di un treno che farebbe solo alcune corse all’anno, non si sa quando.
5. Per rifare la ferrovia RFI ha stimato un costo sui 100 milioni e da almeno mezzo secolo non ne vuole più sapere; i costi andrebbero ben oltre, visto che sarebbero indispensabili numerosissimi interventi urbanistici, per esempio nei 97 incroci tra binari e strade.
6. Per motivi di sicurezza i treni commerciali non possono più passare a raso tra le abitazioni, a meno che non si vada sopra o sotto la sede attuale con effetto “montagne russe”; quindi, una metropolitana di superficie, a parte i costi notevolissimi, dovrebbe trovare altra sede.
Chiaro quindi che la soluzione su cui sta lavorando la Regione Marche è quella giusta? Evidentemente no per chi anche in Consiglio comunale continua ad opporsi ad una pista ciclabile che presto si dimostrerà utile per il rilancio di un intero territorio, come già è avvenuto in tante altre parti d’Italia e del mondo. FIAB Marche
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FANO-URBINO: IL DUELLO L’ASSOCIAZIONE FERROVIA VALMETAURO CONTRO RICCI
«Come osano insistere con la ciclabile? Si deve abbattere i gas, non fare passeggiate»
CHIAMATA IN CAUSA «La Regione inizi un percorso per riutilizzare la ferrovia, come accade in altri luoghi»
URBINO - «NEL MONDO si investono miliardi nei trasporti pubblici per contenere le emissioni in atmosfera e dalle nostre parti, neppure nella Settimana Europea della Mobilità sostenibile, si è fatto accenno a questo tema, sollecitando il ripristino della ferrovia. Si hanno solo deludenti motivazioni prò bici». L’associazione Fvm Ferrovia Valle Metauro, insieme alla lista «Forza Italia - Sgarbi Rinascimento - Udc», vuole sollecitare tutte le istituzioni, Regione Marche, Provincia e Comuni interessati, a procedere con un progetto concreto per il ripristino della ferrovia e dissente con chi spinge ancora per la pista ciclabile: «Grazie al grido d'allarme dei giovani, è iniziato un cambiamento profondo in tutto il mondo, tranne che dalle nostre parti - dice l’associazione -. La mobilità causa tra il 20% e il 30% delle emissioni di gas serra ma da noi, nonostante si parta da una posizione di vantaggio disponendo di una ferrovia - la Fano-Urbino - che è possibile e doveroso ripristinare, ancora oggi dobbiamo assistere agli interventi del ‘popular’ sindaco di Pesaro che non vede l’ora di mutarla in una ciclabile. ‘Come osa?’, viene da chiedersi, riprendendo l’intervento di Greta Thumberg al recente summit per il clima. ‘Come osa?’ l’associazione ciclistica Fiab Marche accanirsi stolidamente nell'idea di sostituire una ferrovia con una ciclabile, pur conoscendo tutti i limiti delle biciclette? La posta in gioco non è creare un’alternativa alle passeggiate domenicali ma qualcosa di enormemente più importante. Dappertutto treni locali, metropolitane e tranvie hanno la funzione di contenere le emissioni di gas serra nell’atmosfera. Nella nostra provincia solo Pesaro, Fano, Marotta hanno il privilegio di disporre di una stazione ferroviaria: 3 stazioni per 350mila abitanti. ‘Come osano?’ ancora sostenere un’ipotesi assurda e penalizzante di una pista ciclabile al posto di una ferrovia?». Per l’associazione e la lista «Forza Italia - Sgarbi Rinascimento - Udc», si tratta di iniziare a realizzare concretamente un «vero» progetto che consenta alle future generazioni di «avere libero accesso ad un trasporto efficiente, sostenibile e razionale. La Regione Marche, titolata al trasporto locale, ha la responsabilità di iniziare un percorso che consenta la piena riutilizzazione ed il potenziamento della ferrovia Fano-Urbino, sull’esempio di altre realtà regionali», dice l'associazione. l.o.
Da: Il Resto del Carlino del 11/10/2019
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Ferrovia Fabriano-Pergola in Regione si discute di ciclovia ed i sindaci non vengono nemmeno interpellati
14 Ottobre 2019 - FABRIANO – Uno sgarbo istituzionale viene definita dal sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli l’interrogazione che domani 15 ottobre il consigliere Boris Rapa porterà in consiglio regionale che contiene la proposta di trasformare la ferrovia Fabriano–Pergola in pista ciclabile. “Questa Amministrazione – scrive il sindaco Gabriele Santarelli nella nota inviata alla Regione – ha sempre chiesto che si avviasse un progetto per la riattivazione della tratta ferroviaria considerandola un volano fondamentale per lo sviluppo dell’entroterra Anconetano e Pesarese.
In un’area dove il cantiere della Pedemontana Fabriano-Sassoferrato ha festeggiato i 50 anni di incompiuta e dove l’unica via di collegamento è rappresentata da una strada Provinciale che non ha le caratteristiche per sostenere il traffico di chi quotidianamente per lavoro e per motivi di studio si sposta da un territorio all’altro, la ferrovia rappresenta una infrastruttura fondamentale”.
Santarelli parla di una precisa volontà che ha portato alla chiusura della ferrovia e ribadisce che non può essere una interrogazione in consiglio regionale ad affrontare un tema così ampio: “Abbiamo stigmatizzato più volte e in diversi tavoli il fatto che la tratta ferroviaria è stata fatta morire con orari di servizio inservibili per gli utenti e mettendola in competizione con le linee di pullman che percorrono lo stesso tragitto.
Prima di parlare di ciclovie, che avrebbero un senso se sviluppate parallelamente a una linea ferroviaria e non al posto della stessa, abbiamo bisogno di capire che visione vogliamo dare al sistema infrastrutturale dell’area dell’Appennino”.
Il sindaco di Fabriano nel ribadire il valore strategico dell’infrastruttura ipotizza anche i vantaggi di collegare le Università di Camerino e Urbino a Fabriano che, ricordiamolo, si trova sulla linea ferroviaria Ancona-Roma. Auspicando che il dialogo su questa importante questione non si risolva con una interpellanza e che soprattutto coinvolga le amministrazioni, il sindaco aggiunge: “Negli anni abbiamo stretto contatti e rapporti importanti con persone che per professione si occupano dello sviluppo delle linee ferroviarie e noi in questo momento storico non possiamo consentire che una linea sospesa, non dismessa, per un dilavamento che poteva essere risolto con risorse economiche esigue, fatto passare per un intervento faraonico, possa essere smantellata a colpi di interrogazioni”.
Irritato il sindaco attraverso un post scrive: “Un certo Rapa del gruppo consiliare Uniti per le Marche porta in consiglio regionale la richiesta di trasformare la linea ferroviaria Fabriano-Pergola in pista ciclabile. Peccato che i sindaci dei tre comuni coinvolti non siano stati ascoltati, altrimenti avrebbe saputo che siamo tutti contrari. È inammissibile che si prendano queste iniziative in sfregio a chi i territori li rappresenta direttamente. Non so dove vive questo Rapa, mai visto da queste parti, però si arroga questa decisione. Non staremo certo a guardare che il clima pre elettorale diventi un campo da guerra dove ognuno a caccia di voti fa proprie le richieste di gruppetti di persone”.
Da: https://www.ilmetauro.it/category/mio-metauro/
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Fvm contro Fiab: “I soldi per la ferrovia non ci sono perché nessuno li ha mai cercati”
14 Ottobre 2019 - Fano (PU) – “Non capiamo come mai ci sia ancora qualcuno che si oppone”. Così nei giorni scorsi si era espressa Fiab Marche in merito al futuro dell’ex tratta ferroviaria Fano-Urbino che, a loro dire, potrà solo che diventare una pista ciclabile. L’altra campana è invece quella dell’Associazione Ferrovia Valle del Metauro che sconfessa tutte le tesi di Fiab.
“Il compito di Fiab – scrivono – sembra quello di camuffare le volontà politiche della Regione in cause tecniche ed economiche. Ogni aspetto tecnico è risolvibile, mentre i 100 milioni ipotizzati da RFI sono una cifra tutt’altro che alta. I progetti donati da FVM, che FIAB Marche definisce ‘molto interessati’, sono stati l’argine alle cifre gonfiate ad arte per giustificare l’assurdità di fare una pista proprio sul sedime della ferrovia”. Tutte sbagliate le teorie di Fiab secondo Fvm: “Che Regione ed RFI si siano accordati, in barba ad una legge dello Stato, è impossibile. I finanziamenti sono stati trovati per la ciclabile perché cercati. Quelli per il treno nessuno li ha mai chiesti e quindi non sono mai arrivati. Il milione stanziato per il progetto di fattibilità è esattamente ciò che serve e segue un iter normale di un’opera pubblica. Prima si progetta e poi si finanzia. Se non c’è un progetto non c’è una fattibilità e non c’è un importo da finanziare. La ciclabile non può essere fatta ovunque, ma per il treno la cosa è ancora più vera. Ci sono posti per la ciclabile oggettivamente più belli che servono zone più utili ma FIAB Marche è impuntata a voler la pista sul sedime passando dalla parte dei ‘nemici del trasporto pubblico’ piuttosto che da quella di ‘amici della bicicletta’ . Prima o poi – incalza Fvm – anche il nostro territorio sarà travolto dagli eventi e dovrà adeguarsi visto che in tutta Europa spingono verso un trasporto ecologico, moderno, sostenibile, di massa ed aperto alle fasce più deboli come il treno”. Infine un messaggio per il sindaco Massimo Seri: “Lo stato – conclude la nota – difficilmente investirà se la Regione ed il suo Comune faranno di tutto per ostacolare il ritorno del treno”.
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Ferrovie: l'Associazione Ferrovia Valle Metauro ribatte al sindaco di Pesaro e alla FIAB
Pubblicato: 14 Ottobre 2019
L'Associazione Ferrovia Valle Metauro risponde con un comunicato al sindaco di Pesaro Matteo Ricci e alla FIAB.
"Green new deal: investimenti miliardari a medio e a lungo termine per contenere le emissioni e convertire le fonti energetiche. Investimenti massicci nei trasporti pubblici. La Germania anticipa tutti e per diminuire le auto su strada investirà 86 miliardi di euro per rinnovare la rete ferroviaria entro il 2030; inoltre prevede l'aumento delle detrazioni fiscali a favore dei pendolari e la diminuzione delle tariffe ferroviarie a partire dal 1° gennaio 2020.
Intanto dalle nostre parti nella Settimana Europea della Mobilità sostenibile nessun accenno al trasporto pubblico nelle in città e nel territorio, solo deludenti motivazioni pro bici che non tengono conto né delle condizioni metereologiche né degli abitanti delle periferie e delle aree interne che per la scarsità, l’inefficienza o l’assenza del trasporto pubblico sono costrette ad usare l’automobile. Sono tanti gli errori del passato che non tenevano conto degli effetti negativi sul clima, sull’ambiente e sulla salute. Ora, grazie al grido d’allarme dei giovani, è iniziato un cambiamento profondo in tutto il mondo.......tranne che dalle nostre parti! La mobilità causa tra il 20% e il 30% delle emissioni di gas-serra ma da noi, nonostante si parta da una posizione di vantaggio disponendo di una ferrovia-la Fano Urbino - che è possibile e doveroso ripristinare, ancora oggi dobbiamo assistere agli interventi del “popular” sindaco di Pesaro che non vede l’ora di mutarla una ciclabile! (Fano TV 23 settembre) “Come osa?” Viene da chiedersi riprendendo l’intervento di Greta Thumberg al recente summit per il clima.
“Come osa?” l’associazione ciclistica FIAB Marche (Resto del Carlino - Fano- 9 ottobre 2019) accanirsi stolidamente nell’idea di sostituire una ferrovia con una ciclabile, pur conoscendo tutti i limiti delle biciclette? La posta in gioco non è creare un’alternativa alle passeggiate domenicali ma qualcosa di enormemente più importante. Dappertutto treni locali, metropolitane e tranvie hanno la funzione di contenere le emissioni di gas serra nell’atmosfera offrendo ai lavoratori pendolari, studenti e turisti un’alternativa seria ed economica all’automobile. Nella nostra provincia solo Pesaro, Fano, Marotta hanno il privilegio di disporre di stazione ferroviaria, 3 stazioni per 350mila abitanti sparsi in tutto il territorio dal mare ai monti!
"Come osano?" ancora sostenere un'ipotesi assurda e penalizzante di una pista ciclabile al posto di una ferrovia? Adesso, non in un ipotetico futuro, si tratta di iniziare a realizzare concretamente un "vero" progetto che consenta alle future generazioni di avere libero accesso ad un trasporto efficiente, sostenibile e razionale con specifico riguardo alle legittime esigenze delle popolazioni interne, dei cittadini anziani o con disabilità. La Regione Marche, titolata al trasporto locale, ha la responsabilità di iniziare un percorso che consenta la piena ri-utilizzazione ed il potenziamento della ferrovia Fano-Urbino, sull'esempio della provincia di Ascoli e come sta facendo quella di Macerata per la linea sub appenninica centrale. Agli attuali governanti della Regione (ma anche a quelli degli altri enti, provincia e comuni) calza a pennello il monito di Greta Thumberg: ..."ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai".
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«Pista ciclabile sui binari una soluzione impossibile»
Ferrovia Valle Metauro contro tutti: sbagliano Fiab, For.Bici e il sindaco Seri
LA POLEMICA - FANO Sui binari della Fano- Urbino per adesso continua a marciare spedita solo la polemica. Nel botta e risposta perpetuo tra fautori del ripristino della tratta e scettici barra oppositori è ora l’associazione Ferrovia Valle Metauro a riprendere in mano il pallino, indispettita a dire poco dal manifesto ostile elaborato da Fiab For.Bici e anche dalle parole del sindaco massimo Seri, che al cospetto della mozione dei Cinque Stelle a favore del rilancio, ha fatto notare che di tutti i soldi che servirebbero non c’è minima traccia.
Il boicottaggio - «Diffìcilmente lo Stato investirà sul ritorno del treno se la Regione e il Comune faranno di tutto per ostacolarlo» obietta l’associazione, che «nelle concessioni edilizie e nella nuova viabilità a ridosso o sopra il sedime» individua la prova provata del boicottaggio. Quanto all’ammontare dell’investimento necessario «i 100 milioni ipotizzati da Rfì sono una cifra tutt’altro che alta. La stessa che sarà spesa per elettrificazione e ammodernamento della ferrovia locale Civitanova-Macerata-Albacina», mentre le ragioni «tecniche ed economiche» che vengono portate sul tavolo per contrastare il progetto di recupero vengono liquidate come una foglia di fico appiccicata «sulla volontà politica della Regione».
Solo un’opinione - E proprio sull’accordo tra Regione e Rfì sbandierato da Fiab sul versante della ciclabile, la FVM diventa tranciarne («impossibile»), convenendo al massimo sull’eventualità che «qualche dirigente possa avere espresso un’opinione personale». E’ questo il succo del primo punto del manifesto di Fiab, che nel contromanifesto dell’associazione viene sezionato anche nei cinque a rimorchio. Finanziamenti? «Per la ciclabile sono stati trovati perché cercati. Quelli per il treno nessuno li ha mai chiesti e quindi non sono mai arrivati». E quando il discorso scivola poi sullo studio di fattibilità e sul milione di euro previsto per favorirne la stesura, FVM rileva che si tratta «del normale iter di un’opera pubblica. Prima si progetta e poi si finanzia. Se non c’è un progetto, non c'è una fattibilità e non c’è un importo da finanziare. Bisognerebbe invece chiedersi perché le piste ciclabili vengono finanziate prima di essere progettate». Fiab sostiene anche che la ciclabile non può essere fatta ovunque. FVM ribatte che nel caso del treno l'osservazione «è ancora più vera». Di posti per la ciclabile ce ne sarebbero in realtà «di più belli e anche di più utili» e tanto basta a bollare come «un’impuntatura» l’indicazione «di volere la pista sul sedime, passando così da nemici del trasporto pubblico piuttosto che da amici della bicicletta».
La cantonata - Altra cantonata sarebbe quella relativa ai passaggi a livello («sono 55, non 97, e il progetto di FVM ne ridurrebbe il numero a meno di 20»), ma si equivocherebbe anche sulla contiguità fra treno e case. «Non esistono norme che dicono che i treni commerciali non possono più passare a raso tra le abitazioni, esistono invece le distanze di sicurezza». E la conseguenza per FVM è che quando in sede di costruzione quelle distanze non vengono rispettate, semplicemente si configura il più classico «abuso edilizio». Andrea Amaduzzi
Da: Corriere Adriatico del 15/10/2019
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I parlamentari marchigiani M5S: “Infrastrutture, ecco le priorità nelle Marche”
16 Ottobre 2019 - ROMA – “Nell’incontro con il vice Ministro Cancelleri abbiamo valutato quali interventi, prioritari per il nostro territorio, potranno essere anticipati e realizzati con urgenza per colmare il gap infrastrutturale delle varie parti della Regione”, affermano i parlamentari marchigiani del Movimento 5 Stelle dopo l’incontro al Ministero delle Infrastrutture con il Vice Ministro Giancarlo Cancelleri…
Un’attenzione particolare verrà data all’utilizzo dei fondi già stanziati e destinati al ripristino della Fano-Urbino ed allo studio di fattibilità della Ferrovia dei Due Mari tra Ascoli ed Antrodoco, una delle direttrici più brevi tra la costa adriatica e quella tirrenica”, sottolineano i pentastellati. …
http://www.picenonews24.it
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FVM replica a Fiab: "Camuffate le volontà politiche in cause tecniche a favore della pista ciclabile sulla Fano Urbino"
Fano 15/10/2019 - Tutte le tesi di FIAB Marche sulla ciclabile nel tracciato della ferrovia Fano-Urbino si basano sull’appoggio che la Regione dà a questa ipotesi, il loro compito sembra quello di camuffare le volontà politiche in cause tecniche ed economiche. Ogni aspetto tecnico è risolvibile, mentre i 100 milioni ipotizzati da RFI sono una cifra tutt’altro che alta, infatti la stessa cifra sarà spesa nella nostra regione per l’elettrificazione e ammodernamento della ferrovia locale Civitanova-Macerata-Albacina. I progetti donati da FVM, che FIAB Marche definisce “molto interessati” (ci riserviamo il diritto alla querela), sono stati l’argine alle cifre gonfiate ad arte per giustificare l’assurdità di fare una pista proprio sul sedime della ferrovia. Anche al sindaco di Fano, che vorrebbe un forziere con tutti i soldi che servono per riattivare la linea ferroviaria prima ancora di fare una delibera in Comune, ci sentiamo di dirgli che lo Stato difficilmente investirà se la Regione ed il suo Comune faranno di tutto per ostacolare il ritorno del treno (vedasi concessioni edilizie e nuove viabilità a ridosso o sopra il sedime). Punto per punto rispondiamo a FIAB:
1- Che Regione ed RFI si siano accordati, in barba ad una legge dello Stato, è impossibile, forse qualche dirigente potrebbe aver espresso un’ opinione personale non supportata da aspetti tecnico/economici.
2- I finanziamenti sono stati trovati per la ciclabile perché cercati. Quelli per il treno nessuno li ha mai chiesti e quindi non sono mai arrivati.
3- Il milione stanziato per il progetto di fattibilità è esattamente ciò che serve e segue un iter normale di un’opera pubblica. Prima si progetta e poi si finanzia (valga questo anche per il sindaco di Fano Seri, che ignora di saperlo). Se non c’è un progetto non c’è una fattibilità e non c’è un importo da finanziare. E’ per questo che si progetta prima e si finanzia poi. Sostenere che con quel milione la ferrovia non la si paga è da totali ignoranti ed incompetenti (o da gente in malafede). Un plauso a chi questi soldi li ha trovati perché evidentemente sa quello che fa. Bisognerebbe chiedersi perché le piste ciclabili vengono finanziate prima di essere progettate.
4- La ciclabile non può essere fatta ovunque, ma per il treno la cosa è ancora più vera! Ci sono posti per la ciclabile oggettivamente più belli che servono zone più utili ma FIAB Marche è impuntata a voler la pista sul sedime passando dalla parte dei “nemici del trasporto pubblico” piuttosto che da quella di “amici della bicicletta”. Ricordiamo il fiasco totale dei portabici dietro i pullman, quanto sono costati?
5- Sui 97 attraversamenti ricordiamo che i PL non si contano con sorvoli di droni ma sul Fascicolo Linea di RFI: ne riporta 55 alla data del 1987. Forse FIAB Marche vuole tutelare gli attraversamenti illegali? Il progetto FVM ne ridurrebbe il numero a meno di 20.
6- Il sesto punto non trova alcun riscontro in alcuna normativa. Non vi sono norme che dicono che “i treni commerciali non possono più passare a raso tra le abitazioni”, esistono distanze di sicurezza. Gli edifici che infrangono le distanze sono un abuso edilizio.
FIAB Marche critica chi cerca fondi per il progetto della ferrovia, secondo loro non lo si dovrebbe fare: la verità nascosta, infatti, è l’unico modo per giustificare la ciclabile. Prima o poi anche il nostro territorio sarà “travolto dagli eventi” e dovrà adeguarsi visto che in tutta Europa spingono verso un trasporto ecologico, moderno, sostenibile, di massa ed aperto alle fasce più deboli come il treno. Se la scelta scellerata di eliminare ogni possibilità di ritorno del treno andrà in porto sarà presto smascherata. da Associazione Ferrovia Val Metauro www.ferroviafvm.it
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Ferrovia Fano-Urbino, Luzi: "Treno e ciclabile possono e devono essere soluzioni compatibili"
Fano 16/10/2019 - La tratta ferroviaria Fano - Urbino è una linea che è rimasta nell'immaginario di molte generazioni, a questo mezzo di trasporto siamo legati da tanti ricordi;immagini, suoni, profumi. La linea dismessa nel 1987 è rimasta in uno stato di completo abbandono per anni, l'opera dell'uomo ha creato delle barriere che precludono la sua riattivazione nella forma originaria. In questi lunghi anni molti degli spazi pubblici della Ferrovia sono diventati privati, orti, rimesse, box, muretti... Coprono il sedime della ferrovia, il tempo e l' incuria hanno fatto il resto e molto spesso le viti penzolano alle basi delle rotaie. Se vogliamo pensare di riattivare questa tratta che attraversa il nostro bellissimo territorio dobbiamo ripensare la forma e attivare un concorso di idee per rendere fattibile la "rinascita" della tratta.
La Fano - Urbino è da tempo un argomento troppo divisivo, possono e devono essere compatibili le due soluzioni, treno e ciclabile. Purtroppo nel consiglio del 15 ottobre 2019 si è persa un'altra occasione, troppe le rigidità di una parte politica. È tempo di restituire al territorio questo spazio, è tempo di comprendere che se desideriamo il bene del nostro territorio non possiamo permetterci di rimanere ancorati ad un'idea senza accogliere il punto di vista di altri. Così si rimane immobili e la tratta Fano-Urbino sarà, ancora, solo un luogo di ricordi. È possibile immaginare altro e dare nuova "vita" a questi cinquanta chilometri che uniscono due bellissime città. Fano - Urbino. Da Carla Luzi - Consigliere
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Ferrovie: treni e bici, perché le Marche sono l'esempio da non seguire
17 Ottobre 2019 - C'è una regione italiana che è talmente tanto avanti sulla mobilità "green" che rischia di rimanere indietro. Stiamo parlando delle Marche, dove si sta declamando in questi giorni un de profundis definitivo per due linee ferroviarie, la Fano - Urbino, chiusa ormai dal lontano 1987 e la Fabriano - Pergola, la cui sospensione del servizio è invece più recente essendo datata 2013. Entrambe, come detto sulle nostre pagine nei giorni scorsi, le si vorrebbe far diventare delle piste ciclabili, in un ragionamento fatto da chi, evidentemente, di mobilità capisce poco. Sia chiaro, non siamo contro le piste ciclabili, ma abbiamo difficoltà a capire con quale logica esse debbano sostituire una tratta ferroviaria quando in tutto il resto del mondo esse viaggiano in simbiosi. Basta avere un quoziente intellettivo minimo per capire, infatti, che i due target sono profondamente diversi. Le piste ciclabili sono molto spesso utilizzate con regolarità da chi ne è appassionato diventando un terreno appannaggio di tutti quasi esclusivamente nei giorni festivi. Del resto a pochissimi di noi verrebbe in mente di utilizzare la bicicletta per andare a scuola o al lavoro, sia per problemi logistici (pensiamo in inverno sotto la pioggia quanta gioia proveremmo nel percorrere chilometri in bici), sia per problemi pratici (ci si dovrebbe cambiare una volta giunti a destinazione visto che normalmente pedalando si suda parecchio). Insomma ferrovie e piste ciclabili dovrebbero andare di pari passo. La ferrovia dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel trasporto di studenti e pendolari durante la settimana, diventando partner della bicicletta nei giorni festivi o, ad esempio, con la bella stagione, quando potrebbe fungere da tramite per portare i ciclisti lungo la tratta. Del resto stiamo chiaramente scoprendo l'acqua calda. Di ferrovie, in Europa, ne abbiamo viste tante, e di ciclabili che le affiancano senza che nessuno si sogni di metterle in sostituzione, anche. Qualcuno potrebbe obiettare che le due linee in oggetto sono state chiuse per scarso utilizzo e che quindi riaprirle si tradurrebbe in un "bagno di sangue" senza alcun vantaggio per la comunità ma proprio qui sta il "grande inganno" che da anni intorpidisce la mobilità su ferrovia in alcune località del nostro Paese. Entrambe le linee sono state infatti vittima di un circolo vizioso che gli addetti ai lavori ben conoscono.
In sostanza si riducono periodicamente le corse fino a lasciarne poche e a orari improbabili. In seguito a questo l'utenza si rivolge ovviamente ad altri vettori con il conseguente via libera alla chiusura della linea per mancanza di utilizzo. Emblematico l'esempio proprio della Fabriano - Pergola, la cui lenta agonia abbiamo seguito di persona. Nonostante la vicina statale fosse un parcheggio all'aria aperta, a causa del forte traffico, la ferrovia prevedeva nei suoi ultimi periodi due (2) coppie di treni al giorno peraltro solo nei feriali.
Una programmazione talmente scarsa che nessuno si sarebbe mai anche lontanamente sognato di prendere in considerazione. Chi mai prenderebbe il treno per raggiungere una località sapendo che quello che ti riporta a casa c'è dopo 10 ore? Discorso identico si può fare per la Fano - Urbino che è rimasta per anni senza significativi ammodernamenti infrastrutturali e dei sistemi di esercizio, con orari che non sono mai stati adattati alle richieste dell'utenza e con la concorrenza dei mezzi su gomma che inevitabilmente ne ha ridotto i volumi di traffico passeggeri e merci. In questo, però, c'è un "competitor" che spariglia le carte. Perché qualcosa di simile lo si era già visto con un'altra linea ferroviaria considerata "ramo secco", quella della Val Venosta tra Merano e Malles in Alto Adige. Chiusa nel 1990 per scarso utilizzo, è stata acquistata dalla provincia autonoma di Bolzano che la ha riattivata nel 2005. Il successo della riapertura è stato talmente tanto che oggi la si sta elettrificando a 25 kV per permettere il passaggio di treni più capienti e maggiormente frequenti.
Chi obietta che "quello è l'Alto Adige" non accampi scuse. Le Marche hanno un entroterra e una costa che ha poco da invidiare alle Alpi del Burgraviato e oltre al "quotidiano" dovrebbero proprio puntare su un turismo sostenibile e verde. Sarebbe bello se, una volta tanto, si evitasse di ripetere gli errori commessi in passato. Finché si è in tempo.
Da: Il Metauro n. 222 Ottobre 2019 tratto da
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Tra Pd e M5s non c’è feeling, Ruggeri: «Sono divisivi»
Amarezza della pentastellata: «Laboratorio negativo no anche sulla Fano-Urbino»
IL CLIMA - FANO - Fano isola infelice. Alla amara conclusione arriva Marta Ruggeri, che a fronte di «un clima completamente differente rispetto a quello di mesi fa, con M5s e Pd che tentano faticosamente di lavorare insieme per arginare la destra», chiaramente percepibile tutt’intorno, registra una realtà politica cittadina che «si distingue per essere un laboratorio al negativo dove tutto procede inesorabilmente con le contrapposizioni di sempre». Delle aspirazioni pentastellate circa una nuova stagione avrebbe fatto giustizia l’ultimo consiglio comunale in cui è stata rispedita al mittente la mo zione sulla riattivazione della Fano - Urbino «con la quale chiedevamo, tra le altre cose, che il tracciato della ciclabile non vada ad invadere il sedime ferroviario, rendendo ancor più complesso l’eventuale ripristino». Quella la posizione dove in campagna elettorale l’ex candidata sindaca aveva verificato una convergenza con Seri. All’atto pratico però «un Pd altamente divisivo in città, e non solo, ha impedito al sindaco di essere coerente con quanto sempre sostenuto. Per questo siamo isolati politicamente e per le infrastrutture» osserva ancora su Facebook Ruggeri, che non ha incontrato migliore accoglienza con la proposta «di rinviare la votazione della delibera per le linee di indirizzo per l’affidamento della gestione tributaria per permettere ulteriori approfondimenti e la partecipazione dell’opposizione». Anche su questo versante messo in addebito a Seri un sostanziale ripensamento sulla necessità «di impegnarsi al massimo per arrivare ad internalizzare questi servizi», ma è ancora una volta «alle diatribe interne al Pd», in questo caso di impatto anche sui conti, che Ruggeri riconduce l’indifferenza con cui si è scontrata anche l’idea «di appoggiarci ad Aspes, che essendo società pubblica con l’obbiettivo non di fare utili, contrariamente ad Aset, ma del pareggio di bilancio, presenta aggi al 5% più un fisso per gli accertamenti». Impregnata di fatalismo la constatazione che «ognuno ha gli amministratori che si merita Noi questi ce li dovremo tenere, loro e le loro beghe, per altri cinque anni ». an.am.
Da: Corriere Adriatico del 17/10/2019
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«Riattivate la ferrovia, la ciclabile ci danneggia»
Baldelli replica al consigliere regionale Rapa «Non siamo un parco giochi domenicale»
Il vicepresidente Anci contesta la visione per l’entroterra del centrosinistra
LA POLEMICA
PERGOLA «Rapa vorrebbe trasformare l’entroterra, privandolo di ospedali e infrastrutture, in un parco giochi dove venirsi a divertire la domenica. Se lo scordi!». Francesco Baldelli. vicepresidente nazionale Anci e responsabile nazionale autonomie locali di Fratelli d’Italia ribatte puntuale al consigliere regionale di maggioranza Boris Rapa che, in una interrogazione, propone la trasformazione della linea ferroviaria Pergola-Fabriano in pistaciclabile. «Ma chi è questo Rapa - prosegue Baldelli - consigliere regionale di ’Uniti per le Marche', che chiede la dismissione della linea ferroviaria Pergola-Fabriano? Non sarà mica lo stesso consigliere che abita a Fano e che ha assistito silenzioso, in questi cinque anni di legislatura regionale, allo smantellamento degli ospedali del nostro territorio compreso quello della sua città a favore dell’ospedale unico nel quartiere di Muraglia di Pesaro? Non sarà lo stesso che sta assistendo in silenzio allo scempio naturalistico che i suoi amici stanno perpetrando a danno del comprensorio del monte Catria dietro un finanziamento milionario erogato dalla stessa Regione di cui lui è un rappresentante? Non sarà lo stesso che ha assistito all’abbandono della quasi totalità delle strade interne della nostra provincia? Sì proprio lui!
Boris Rapa, consigliere regionale che in cinque anni di legislatura si è contraddistinto per un dolce far nulla e, ora, a sei mesi dalla scadenza elettorale va a caccia di voti con proposte non solo contrarie al buon senso ma che danneggerebbero irrimediabilmente Pergola e tutta la fascia interna della regione che va dalla provincia di Pesaro a quella di Ascoli». Baldelli ha tutt'altre idee: «Qualcuno spieghi a Rapa che la linea ferroviaria Pergola-Fabriano e la sua integrazione con la tratta Civitanova-Macerata-Fabriano, è un’opportunità e necessità infrastrutturale importantissima per tutta l’area montana della nostra re regione. Riattivare la tratta, come già anche io ho più volte ribadito, significherebbe dare vita ad una superstrada ferrata interna, ad impatto ambientale zero, e sviluppare una politica di risparmio nel trasporto pubblico locale. Rapa, come Ceriscioli, del Pd e dei loro incompetenti rappresentanti locali. stanno sottraendo all'entroterra servizi strategici, assistenza ospedaliera, infrastrutture stradali e ferroviarie, per trasformarlo in riserva indiana - conclude Baldelli - una sorta di parco giochi domenicale, con la complicità di tanti silenziosi amministratori del Pd». Marco Spadola
Da: Corriere Adriatico del 17/10/2019
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«Fano-Urbino, il Pd ci ha provato ma il M5S ha rifiutato l’accordo»
Bacchiocchi replica a Ruggeri: eravamo favorevoli a evitare sovrapposizioni con la ciclabile
Il segretario del partito fornisce il documento con le modifiche proposte «C'è già un progetto»
Il gruppo - «Non consumiamo suolo con la pista» - • Sulla questione interviene anche il grappo consiliare del Pd spiegando che con la proposta del M5ssi consuma altro suolo e auspicando nuove occasioni di collaborazione.
FANO «Noi ci abbiamo provato, ma è il Movimento 5 stelle ad avere rifiutato raccordo sulla Fano-Urbino». Mentre i pentastellati fanesi alzano la posta di un'intesa sulla strada delle regionali 2020, chiedendo la revoca della variante per la clinica privata alla luce delle novità del governo sulle assunzioni del personale nella sanità pubblica, il segretario comunale del Pd replica a Marta Ruggeri sul ripristino della ferrovia per Urbino, che martedì scorso ha visto la bocciatura in consiglio comunale da parte della maggioranza di centrosinistra della mozione presentata dal M5S. Il sedime ferroviario «Con la nostra mozione - ha scritto su Facebook la consigliera pcntastellata Marta Ruggeri - chiedevamo, tra le altre cose, che il tracciato della ciclabile Fano-Urbino non vada ad invadere il sedime ferroviario rendendo ancor più complesso l'eventuale ripristino della tratta. Questa era la posizione comune che in campagna elettorale sia io che il sindaco Seri, allora candidato, sembravamo condividere... ma il Pd altamente divisivo in città, e non solo, gli ha impedito di essere coerente con quanto ha sempre sostenuto».
«Non è vero – ribatte con fermezza Alberto Bacchiocchi - quel punto relativo al sedime ferroviario lo avevamo accolto». La questione è dirimente perché la Regione Marche ha approvato il progetto di massima di una pista ciclabile, ottenendo dall'Ue 4,5 milioni di euro da rendicontare entro la fine del 2021: il tracciato è previsto accanto alla tratta ferroviaria, con la sovrapposizione ai binari nelle gallerie e sui viadotti. Il consigliere regionale del Pd Andrea Biancani ha girato la provincia per rassicurare che per quei tratti, nel caso si trovino i fondi per la riapertura della ferrovia, si provvederà in un secondo momento a spostare la pista ciclabile. Ma è evidente che ciò costituirebbe un ulteriore ostacolo alla riattivazione della Fano-Urbino, per evitare il quale sarebbe opportuno costruire la pista ciclabile senza sovrapposizioni con la ferrovia. Bacchiocchi si era fatto promotore personalmente della mediazione con i 5 Stelle e, come prova della disponibilità del Pd, fornisce un documento con le modifiche proposte alla mozione originaria. Nel dispositivo, che impegna il sindaco e la giunta, è scritto: "impegnandosi ad evitare sovrapposizioni se e qualora venisse ripristinata la linea ferroviaria Fano Urbino". L'espressione "un sedime altro rispetto a quello della ferrovia" è sostituita con "un sedime compatibile con quello della ferrovia" cancellando in questo punto le parole “senza sovrapposizioni". Sfumature che sembrano differire l'impegno a evitare le sovrapposizioni. «La verità - afferma Bacchiocchi - è che il M5s vuole un tracciato della pista ciclabile lontano dalla ferrovia, non accanto. Ma un progetto su cui lavorare c’è già».
L'impegno per i parlamentari - Nel testo veniva cancellato anche l'auspicio dì una “metropolitana leggera di superfìcie" perché non prevista dalla legge, riguardo al ripristino della tratta, almeno come ferrovia turistica. E si aggiungeva la richiesta al ministro dei trasporti (la piddina Paola Micheli), oltre che al presidente della giunta regionale, di coinvolgere Rfi e Fondazione Ferrovie dello Stato nel ripristino a fini turistici e culturali della Fano - Urbino. In più si integrava la parte dispositiva con l'impegno «a sollecitare i parlamentari fanesi (ndr i pentastellati Accoto, Cattoi e Rossini e il leghista Paolini) ad avanzare proposte di modifiche legislative, rivolte all'attuazione delle indicazioni sopra esposte».
Da: Corriere Adriatico del 18/10/2019
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«La ferrovia da riaprire per la capitale europea»
Nuova Fano indica il 2033 per il ripristino dell’infrastruttura
LA PROPOSTA - FANO La linea ferroviaria Fano-Urbino? L’occasione giusta per ripristinarla è la candidatura come capitale della cultura 2033, che coinvolge l’intera provincia. Il rilancio sulla riapertura della tratta, come metropolitana di superficie, è firmato dal direttivo dell’associazione Nuova Fano, che invece toglie sponde al progetto di una pista ciclabile, bollata come «inutile» e destinata nel tempo a essere invasa «da erbe alte e degrado». L’associazione fanese ritiene interessanti le dichiarazioni del sindaco urbinate Maurizio Gambini, cogliendone in particolare l’invito a unire le forze per la battaglia sulle infrastrutture, come il completamento della superstrada Fano-Grosseto, «per dare una forte spinta al turismo, soprattutto quello proveniente dall’Asia». Nuova Fano pone però l’accento sulla tratta ferroviaria Fano - Urbino, chiusa negli anni ‘80: «Può diventare metropolitana di superficie. Collegata con la linea ferroviaria principale, potrebbe partire da Pesaro, la città di Rossini, e arrivare fino a Urbino, la città di Raffaello». L’associazione fanese ritiene che la metropolitana di superficie sia utile anche per gli spostamenti degli studenti universitari. Più in generale «la riattivazione della Fano-Urbino garantirebbe una nuova mobilità eco-sostenibile da e verso l’entroterra: diminuirebbero il traffico a motore e di conseguenza le polveri sottili». Nuova Fano sostiene che la pista ciclabile non si possa realizzare sopra la linea ferroviaria, sarebbero invece possibili percorsi che l’affianchino. Ma l’affiancamento è sostenuto anche da chi è favorevole alla ciclabile, ad esclusione delle sovrapposizioni nelle gallerie e sui ponti. Ma ci sono differenze: Regione e Ferrovie non intendono investire 150-200 milioni su un vettore turistico, mentre la metropolitana di superficie è considerata una suggestione del tutto impraticabile. os.sca.
Da: Corriere Adriatico del 18/10/2019
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«Il Pd non vuole la ferrovia» - Patto impossibile con il M5s
LO SCONTRO - FANO La botte piena e la moglie ubriaca, questo voleva il Pd riguardo alle modifiche chieste alla mozione sulla Fano-Urbino presentata dal M5s. Lo sostiene Tommaso Mazzanti, capogruppo consiliare dei pentastellati. «Mi sono prestato personalmente alla mediazione sul testo del documento, prima e durante il consiglio - afferma Mazzanti in replica agli interventi sul tema del gruppo consiliare e del segretario comunale del Pd -, con assoluta buona fede e spirito di collaborazione, accettando la quasi totalità delle modifiche proposte. Ma abbiamo dovuto presto prendere atto che gli esponenti del Pd da una parte intendevano vanificare tutto il significato politico della nostra mozione, impuntandosi per introdurre una correzione sul sedime che avrebbe significato di fatto la morte definitiva
della ferrovia. Dall’altra hanno cercato fino all’ultimo di non I bocciare il testo, per evitare di dover giustificare la loro ostilità a una straordinaria occasione di sviluppo per il nostro territorio - appoggiata da buona parte del mondo sindacale, associativo e politico (compreso il Pd di , Urbino) - e la loro infedeltà alla linea del partito a livello nazionale, ormai da anni tesa a favorire il trasporto su ferro. In questo modo è emersa tutta l’ipocrisia dell’azione politica del Partio democratico: non avendo il coraggio di promuovere le proprie idee per quelle che sono, volevano camuffarle per salvarsi la faccia». «Il progetto di ciclabile presentato dal consigliere regionale Biancani, che non è stato ancora possibile visionare - sottolinea Mazzanti-, prevede eccome sovrapposizioni con il tracciato ferroviario e si fonda su due presupposti per noi inaccettabili: che il ripristino della ferrovia rappresenti un obiettivo secondario ed eventuale e che l’eventuale riattivazione a fini turistici contempli per il treno al massimo una ventina di corse all’anno».
Da: Corriere Adriatico del 20/10/2019
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«L’abbandono è inaccettabile ! Sì a pista ciclabile e ferrovia»
Rapa rilancia la sua proposta coinvolgendo Rii: decida se riaprire la tratta Pergola-Fabriano - Il consigliere regionale chiede un serio studio di fattibilità tecnico economica
IL DIBATTITO - PERGOLA. Sul futuro della linea ferroviaria Pergola Fabriano prosegue il botta e risposta tra il consigliere regionale Boris Rapa e l’ex sindaco della città dei Bronzi dorati Francesco Baldelli. L’esponente del gruppo Uniti per le Marche’, in una interrogazione evidenzia che la soluzione più logica per garantire una fruizione pubblica utile ai cittadini è la trasformazione della tratta in pista ciclabile. Di tutt’altroawiso Baldelli secondo cui la linea ferroviaria Pergola-Fabriano e la sua integrazione con la tratta Civi- tanova-Macerata-Fabriano, è un’opportunità e una necessità infrastrutturale importantissima per tutta l’area montana.
«Dalla lettura delle dichiarazioni dell’ex sindaco di Pergola - sottolinea il consigliere regionale Rapa in replica - emerge con dispiacere, che ha poche idee ma ben confuse, non ha una "visione’’ del territorio. Rimango sbalordito che un amministratore di lunga esperienza non sappia distinguere un’interrogazione da un atto amministrativo di indirizzo politico. Pergola è una importante realtà da valorizzare, così come tutte le aree interne, valorizzazione che deve avvenire in modo obiettivo, attraverso progetti alla cui base vi sia inclusione e non la divisione dei territori e delle comunità». Rapa entra nel dettaglio: «Sulla tratta Pergola Fabriano, le questioni sono poche: o Rfi proprietaria dell'infrastruttu- ra riattiva la tratta ferroviaria osi mette in campo una proposta alternativa; non ci si può permettere di continuare a lasciarla abbandonata. Ritengo che la soluzione ottimale possa essere quella della coabitazione delle due infrastrutture, qualora possibile, ma per far questo è necessario un serio studio di fattibilità tecnico-economico e tenere conto delle tempistiche realizzative: più breve il percorso ciclabile; più lungo quello della riattivazione della ferrovia. L’unica situazione inaccettabile - conclude il consigliere regionale - è l'attuale stato di abbandono, per cui si apra una discussione vera e concreta cogliendo lo spunto delia mia interrogazione». Marco Spadola
La polemica - Baldelli: «in 48 ore si rimangia l'idea»
«In 48 ore - controreplica Baldelli - Rapa si è rimangiato la proposta di chiusura della linea ferroviaria e di trasformazione in pista ciclabile, avanzata con un'interrogazione. Ha tentato di accusare gli altri di avere poche idee e confuse, quando è lui a dimostrare di non sapere nemmeno cosa stia proponendo. Dopo che la follia della proposta di privare l’entroterra di un servizio essenziale è stata smascherata, si esibisce in un imbarazzante dietro front ossia che la soluzione ottimale possa essere la coabitazione delle infrastrutture, ferrovia e ciclabile. Con i sindaci di Sassoferrato e Fabriano, già nel gennaio 2019 avevo proposto di realizzare la ciclabile a fianco della linea ferrata. Dopo avermi criticato, Rapa è costretto ad aderire a questa proposta seppur in modo confuso. Una comica della politica».
Da: Corriere Adriatico del 21/10/2019
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Ferrovia Pergola-Fabriano, Fabbri (M5S): "Partiti di maggioranza non vogliono la riapertura"
Fano 21/10/2019 - I partiti di maggioranza di questa regione non vogliono la riapertura della ferrovia Pergola-Fabriano. E’ una vergogna che un tratto di ferrovia così importante sia chiuso perché un torrentello, esondando, ha dilavato il sedime per una ventina di metri; con alcune decine di migliaia di euro sarebbe possibile riparare il danno e riattivare la circolazione, sospesa da oltre tre anni.Ma la maggioranza che governa questa regione è contraria. Infatti con azioni confuse e contradditorie, chiede da un lato, per bocca del consigliere Boris Rapa, residente sulla costa, la riconversione a pista ciclabile, dimenticandosi dall’altro, che quasi due anni e mezzo fa aveva approvato una mozione per la riattivazione o (speriamo proprio di no) il declassamento a ferrovia turistica. Il testo della mozione approvata era infatti debole e sibillino, si rimetteva supinamente alle decisioni di Ferrovie circa la riapertura, e chiedeva ai parlamentari marchigiani di adoperarsi per il declassamento a tratta turistica. Viceversa, in quella burrascosa discussione in aula, era stata bocciata la mia mozione che chiedeva, in maniera cristallina, la riapertura immediata al trasporto pubblico: evidentemente le manovre per realizzare la pista ciclabile sul sedime ferroviario erano già iniziate. Come espresso dal sindaco di Fabriano e dall’ex sindaco di Pergola, quel tratto va riaperto al più presto alla circolazione come servizio pubblico, a mio avviso rendendolo alternativo al servizio parallelo su gomma. Va assolutamente evitato, invece, di aprire un inappropriato capitolo circa uno studio di fattibilità per valutare se declassare ai soli fini turistici la tratta, come scelleratamente ipotizzato dall’assessore Casini lunedì in consiglio regionale, o addirittura valutare se trasformarla in pista ciclabile.
Analogamente a quanto sostenuto per la ferrovia Fano-Urbino, questa realmente dismessa da un trentennio, le piste ciclabili devono snodarsi lungo le vallate, toccando luoghi caratteristici dal punto di vista naturalistico o ricreativo, senza interferire con il sedime ferroviario, cercando di massimizzare l’indotto dei luoghi che attraversano. Ciclabili e ferrovie non devono essere alternative, ma complementari e sinergiche, le prime da utilizzare per brevi spostamenti e ad uso ricreativo, le seconde per trasporto pubblico, ritagliando in modo subordinato, ove ci siano le condizioni, anche aspetti turistici, ma rispettando la vocazione di mobilità ecosostenibile per le quali sono state progettate e realizzate, in maniera lungimirante un secolo fa.
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«Pergola-Fabriano, studio di fattibilità per il suo futuro»
Casini risponde a Rapa: verificare la compatibilità fra tratta e ciclabile - Fabbri (M5S): «Va subito riattivata»
PERGOLA Pergola-Fabriano. dalla Regione Marche ok ad uno studio di fattibilità per valutare la compatibilità tra il percorso ciclistico ed il percorso ferroviario. Prima però occorre decidere insieme al territorio il futuro dell’infrastruttura. Della linea ferroviaria, non operativa da anni ma mai ufficialmente dismessa da Rete Ferroviaria Italiana si è parlato ieri in consiglio regionale grazie ad un'interrogazione presentata dal consigliere di maggioranza Boris Rapa (Uniti per le Marche). La risposta è stata data dalla vicepresidente della Regione Anna Casini. «Si ritiene utile realizzare uno studio di fattibilità che analogamente a quanto fatto per la Fano-Urbino possa valutare la compatibilità tra il percorso ciclistico ed il percorso ferroviario - ha spiegato Casini - Si ritiene inoltre prioritario definire anticipatamente e con il coinvolgimento di tutti gli attori locali quale prospettiva di sviluppo conferire all'infrastruttura considerato che la stessa non è ad oggi prevista tra le ferrovie turistiche di cui alla legge 128 del 2017 per poter poi rappresentare nelle sedi ministeriali e con Rfi la reale intenzione di dismissione o di mantenimento o di potenziamento. «Allo scopo la giunta regionale si impegnerà a organizzare momenti di confronto con le amministrazioni locali e con la cittadinanza». Rapa nella replica ha invitato la giunta regionale a continuare a monitorare la vicenda «affinché un patrimonio pubblico come la linea ferroviaria Pergola-Fabriano non venga disperso». Sulla questione è poi intervenuto l'altro consigliere di minoranza Piergiorgio Fabbri (M5S). «E' una vergogna che un tratto di ferrovia cosi importante sia chiuso perché un torrentello, esondando, ha dilavato il sedime per una ventina di metri - spiega Fabbri - Con alcune decine di migliaia di euro sarebbe possibile riparare il danno e riattivare la circolazione ma la maggioranza che governa questa Regione è contraria. «Quel tratto - ha concluso Fabbri - va riaperto al più presto alla circolazione come servizio pubblico. Va assolutamente evitato, invece, di aprire un inappropriato capitolo circa uno studio di fattibilità per valutare se declassare ai soli fini turistici la tratta o se trasformarla in pista ciclabile». I.f.
Da: Corriere Adriatico del: 22/10/2019
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Fiab Marche: “Cresce l’intermodalità treno – bici – bus”
23 Ottobre 2019 - Entro il 2020, oltre che sui treni regionali, la bicicletta potrà essere caricata negli spazi appositamente predisposti su tutti gli Intercity Giorno; lo ha deciso Trenitalia accogliendo le richieste avanzate soprattutto dalla Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta); già lo si può fare anche sulle Frecce, ma bisogna smontare la bici e riporla in una sacca; un sistema troppo complicato e quindi inefficace. Questa decisione è un indiretto riconoscimento della forte espansione della mobilità ciclistica, sia quella turistica che muove un giro d’affari di decine di miliardi l’anno, sia quella dei pendolari che, per raggiungere il posto di lavoro, ora possono contare anche su copertura assicurativa e, spesso, incentivi economici. L’Italia sembra fatta apposta per accogliere questa mobilità a basso impatto ambientale e zero inquinamento: beni naturali e culturali diffusi dappertutto, una capillare rete di accoglienza, un clima mite in gran parte dell’anno, fitti agglomerati urbani e tante strade secondarie poco trafficate. Nelle Marche è già possibile caricare gratis la bici sui treni regionali; inoltre, in provincia di Pesaro Urbino i bus hanno iniziato a montare rastrelliere esterne sia per il turismo che il trasporto pubblico locale e si spera che a breve sia completato il collegamento ad anello Pesaro – Urbino – Fano, magari con un servizio ampliato ai giorni festivi; ma, per avere una mobilità sempre più integrata tra bici, treni e bus è essenziale realizzare la rete ciclabile predisposta dalla Regione Marche, anche per valorizzare economicamente le zone interne; è quasi pronta la ciclovia dell’Esino; tra Fano e Urbino è in buona parte finanziato il percorso che punta verso Umbria e Toscana; sono in via di definizione i percorsi ciclabili lungo i principali fiumi della regione e di recente ne è stato proposto un altro sulla ferrovia sospesa Fabriano Pergola. E fa piacere apprendere che secondo una prestigiosa guida turistica internazionale le Marche rappresentano una meta imperdibile per chi vuol viaggiare; uno stimolo in più per migliorare la mobilità integrata e la qualità dell’ambiente. FIAB Marche
Da: https://www.flaminiaedintorni.it/2019/10/23/fiab-marche-cresce-lintermodalita-treno-bici-bus/
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Sviluppo sostenibile: perché non ha senso trasformare la Fano-Urbino in pista ciclabile
di Il Metauro 7 Novembre 2019
Mentre il mondo va in una unica direzione nella Valle del Metauro si continua ad andare in quella opposta. La riflessione di Michele Mazza dell’Associazione Ferrovia Valle del Metauro sulla scelta politica di trasformare la ferrovia in pista ciclabile. Sono anni che non si fa altro che parlare di sviluppo sostenibile ma da dove trae origine tale definizione e cosa significa? «lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che riesce a soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri»
Tale definizione era scritta nel rapporto Brundtland, un documento pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) in cui, per la prima volta, venne introdotto il concetto di sviluppo sostenibile. In tale definizione non si parla dell’ambiente in quanto tale, ma ci si riferisce al benessere delle persone, e quindi anche della qualità ambientale; mette in luce quindi un principio etico: la responsabilità da parte delle generazioni d’oggi nei confronti delle generazioni future.Sono argomenti d’attualità la ferrovia Fano-Urbino e la Fabriano-Pergola, le uniche due linee ferroviarie interne della provincia di Pesaro e Urbino, che i consiglieri regionali Biancani e Rapa vorrebbero trasformare in piste ciclabili: secondo loro tale trasformazione è sviluppo sostenibile? La metamorfosi di una ferrovia in pista ciclabile non è una scelta reversibile, non prendiamoci in giro: non avrebbe senso spendere soldi per una ciclabile e poi fra qualche anno buttare tutto alle ortiche. Anni fa, sostituendo il treno con i pullman, non fu fatta una scelta lungimirante ma pur sempre una scelta sostenibile perché comunque sarebbe stato sempre possibile riavere il treno come mezzo principale di trasporto pubblico: il pullman sostituisce il servizio ma non distrugge l’infrastruttura. E’ notizia recente il livello di crescita in Italia del trasporto di passeggeri sui treni regionali, è un trend in continua crescita: nei primi nove mesi del 2019 ci sono stati 10 milioni di passeggeri in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Il rapporto “Pendolaria 2018” di Legambiente evidenzia che nelle Marche i viaggiatori al giorno che utilizzano i treni regionali sono passati da 16400 del 2011 a 29578 del 2017 con un incremento dell’ 80,3%! Rammentiamo che l’elettrificazione della ferrovia Ascoli – Porto d’Ascoli è avvenuta nel 2013 con cadenzamenti orari da e per Ancona. Sono dati impressionanti, difficile non capire quale sarà il mezzo di trasporto previlegiato nei prossimi anni, ciò nonostante, allineati alle idee del consigliere Biancani, il PD fanese ha recentemente bocciato la mozione dei 5Stelle a favore del ripristino della ferrovia Fano-Urbino. Trasformare la ferrovia Metaurense in pista ciclabile significa condannare i nostri figli, nipoti e pronipoti ad usare la propria automobile perché non avranno mai più la possibilità di un mezzo di trasporto competitivo come il treno che, nella nostra vallata, serve molti paesi proprio nelle zone centrali come Cuccurano, Lucrezia, Calcinelli, Fossombrone, Fermignano. Favorirebbe quindi un facile interscambio treno-piedi/bici e non treno/auto. Una scelta, perciò, non sostenibile in virtù delle considerazioni esposte nel rapporto Brundtland: le future generazioni non potranno più scegliere di riutilizzare quella ferrovia solo per l’ assurda ed egoistica decisione di qualche governante locale pro tempore”.
Da: www.ilmetauro.it del 7/11/2019 + Il Giornale del Metauro n. 223 - Novembre 2019
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Fabbri M5S: “I partiti di maggioranza di questa regione non vogliono la riapertura della ferrovia Pergola-Fabriano”
11 Novembre 2019 - Fabbri M5S: i partiti di maggioranza di questa regione non vogliono la riapertura della ferrovia Pergola-Fabriano. E’ una vergogna che un tratto di ferrovia così importante sia chiuso perché un torrentello, esondando, ha dilavato il sedime per una ventina di metri; con alcune decine di migliaia di euro sarebbe possibile riparare il danno e riattivare la circolazione, sospesa da oltre tre anni. Ma la maggioranza che governa questa regione è contraria. Infatti con azioni confuse e contraddittorie, chiede da un lato, per bocca del consigliere Boris Rapa, residente sulla costa, la riconversione a pista ciclabile, dimenticandosi dall’altro, che quasi due anni e mezzo fa aveva approvato una mozione per la riattivazione o (speriamo proprio di no) il declassamento a ferrovia turistica. Il testo della mozione approvata era infatti debole e sibillino, si rimetteva supinamente alle decisioni di Ferrovie circa la riapertura, e chiedeva ai parlamentari marchigiani di adoperarsi per il declassamento a tratta turistica. Viceversa, in quella burrascosa discussione in aula, era stata bocciata la mia mozione che chiedeva, in maniera cristallina, la riapertura immediata al trasporto pubblico: evidentemente le manovre per realizzare la pista ciclabile sul sedime ferroviario erano già iniziate. Come espresso dal sindaco di Fabriano e dall’ex sindaco di Pergola, quel tratto va riaperto al più presto alla circolazione come servizio pubblico, a mio avviso rendendolo alternativo al servizio parallelo su gomma. Va assolutamente evitato, invece, di aprire un inappropriato capitolo circa uno studio di fattibilità per valutare se declassare ai soli fini turistici la tratta, come scelleratamente ipotizzato dall’assessore Casini oggi in consiglio regionale, o addirittura valutare se trasformarla in pista ciclabile. Analogamente a quanto sostenuto per la ferrovia Fano-Urbino, questa realmente dismessa da un trentennio, le piste ciclabili devono snodarsi lungo le vallate, toccando luoghi caratteristici dal punto di vista naturalistico o ricreativo, senza interferire con il sedime ferroviario, cercando di massimizzare l’indotto dei luoghi che attraversano. Ciclabili e ferrovie non devono essere alternative, ma complementari e sinergiche, le prime da utilizzare per brevi spostamenti e ad uso ricreativo, le seconde per trasporto pubblico, ritagliando in modo subordinato, ove ci siano le condizioni, anche aspetti turistici, ma rispettando la vocazione di mobilità ecosostenibile per le quali sono state progettate e realizzate, in maniera lungimirante un secolo fa. Piergiorgio Fabbri - Consigliere Regionale M5S Marche
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Ultima chiamata per la Fano-Urbino: dal ministero dei Trasporti arriva un milione per ‘ripartire’
27 Novembre 2019 di CLARISSA CANCELLI
URBINO – Al via l’iter per la ferrovia Fano-Urbino. A breve le commissioni parlamentari di Camera e Senato si riuniranno per approvare in via definitiva lo stanziamento di un milione di euro per lo studio di fattibilità per la ferrovia. Secondo la legge 128/2017 la tratta verrà infatti ripristinata a scopi turistici. Dopo l’ok delle due Camere sarà la volta della Corte dei Conti. Se tutto andrà bene si procederà con l’analisi costi-benefici, necessaria per capire se la domanda sarà tale da giustificare il ripristino della ferrovia. Il milione di euro è stato inserito nell’aggiornamento al contratto di programma tra ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) ma il documento non è ancora pubblico proprio perché è ancora in via di approvazione. Lo stanziamento è stato già approvato dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica. Questo significa che “non dovrebbe subire grosse modifiche” spiega al Ducato l’ufficio stampa di Rfi. “Nel documento, a parte lo stanziamento di un milione di euro non c’è molto di più a livello di informazioni. Quando l’aggiornamento del contratto diventerà operativo si potrà dare il via al ciclo di fattibilità”. Il ciclo di fattibilità, spiegano ancora da Rfi, serve per conoscere le condizioni della linea ferroviaria, gli interventi che vanno fatti per la riattivazione, se ci sono norme sopraggiunte nel periodo di chiusura e se quindi la struttura va adeguata a nuovi standard.
Ma sulla Fano-Urbino, negli scorsi mesi, ci sono state polemiche e fraintendimenti. Oltre al ripristino della ferrovia è stato infatti creato un progetto per realizzare una pista ciclabile, richiesta dalla Regione e soprattutto dal consigliere del Partito democratico Andrea Biancani. Nel luglio scorso la senatrice del Movimento 5 Stelle Rossella Accoto, nell’annunciare lo stanziamento del fondo, aveva sottolineato che “presentando un progetto per una pista ciclabile lungo il tracciato della ferrovia il consigliere Biancani e tutto il Pd regionale non hanno fatto i conti con un governo nazionale che invece crede nelle reali potenzialità di sviluppo del nostro territorio”. Il progetto della ciclabile non è però né in conflitto né in competizione con il ripristino della ferrovia, che anzi, viene sostenuta dalla stessa Regione. A spiegarlo è proprio Andrea Biancani: “La regione Marche avrebbe potuto chiedere di stralciare la Fano-Urbino dalle ferrovie turistiche. Il Ministero, prima di approvare la legge, ha infatti dato tempo alle regioni di esprimersi, ma le Marche non hanno chiesto di togliere questo itinerario, quindi siamo favorevoli al ripristino della Fano Urbino”. “Per quanto riguarda la ciclabile – continua Biancani – ci sono i finanziamenti (Fondo per lo sviluppo e la coesione) dallo Stato per realizzarla. La pista sarà affiancata ai binari per consentire di ripristinare la linea. Ma stiamo valutando se, a livello di ponti o gallerie, sia possibile passare sopra i binari. Sempre però con l’intenzione di spostarsi, una volta ripristinata la ferrovia. Infatti abbiamo già individuato percorsi alternativi per evitare la sovrapposizione. Ci auguriamo che chi ha un ruolo in Parlamento sostenga questo progetto e porti le risorse per avviare il recupero della ferrovia turistica”.
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Ferrovie: dal ministero dei Trasporti arriva un milione per il ripristino della Fano-Urbino a scopi turistici
Pubblicato: 27 Novembre 2019 - Le commissioni parlamentari di Camera e Senato si riuniranno a breve per approvare in via definitiva lo stanziamento di un milione di euro per lo studio di fattibilità della ferrovia Fano-Urbino, da ripristinare a scopi turistici. Dopo il via libera delle due Camere toccherà alla Corte dei Conti e, se tutto andrà bene, si procederà con l’analisi costi-benefici, necessaria per capire se la domanda sarà tale da giustificare il ripristino della ferrovia.
Il milione di euro è stato inserito nell'aggiornamento al contratto di programma tra il Mit e RFI e tuttavia il documento non è ancora pubblico proprio perché ancora in via di approvazione. Lo stanziamento è stato già approvato dal Cipe, il che significa che “non dovrebbe subire grosse modifiche” come spiega alla testata il Ducato l’ufficio stampa di RFI. “Nel documento, a parte lo stanziamento di un milione di euro non c’è molto di più a livello di informazioni. Quando l’aggiornamento del contratto diventerà operativo si potrà dare il via al ciclo di fattibilità”. Aggiunge RFI che il ciclo di fattibilità, serve per conoscere le condizioni della linea ferroviaria, gli interventi che vanno fatti per la riattivazione, se ci sono norme sopraggiunte nel periodo di chiusura e se quindi la struttura va adeguata a nuovi standard. Sulla Fano-Urbino, negli scorsi mesi, ci sono però state polemiche e fraintendimenti dovute al fatto che in aggiunta al ripristino della ferrovia è stato creato un progetto per la realizzazione di una pista ciclabile, richiesta dalla Regione e in particolar modo dal consigliere del Pd Andrea Biancani.
La senatrice del M5 Rossella Accoto, nell’annunciare lo stanziamento del fondo, aveva sottolineato che “presentando un progetto per una pista ciclabile lungo il tracciato della ferrovia il consigliere Biancani e tutto il Pd regionale non hanno fatto i conti con un governo nazionale che invece crede nelle reali potenzialità di sviluppo del nostro territorio”. Il progetto della ciclabile non è però né in conflitto né in competizione con il ripristino della ferrovia, che anzi, viene sostenuta dalla stessa Regione. A spiegarlo è proprio Andrea Biancani: “La regione Marche avrebbe potuto chiedere di stralciare la Fano-Urbino dalle ferrovie turistiche. Il Ministero, prima di approvare la legge, ha infatti dato tempo alle regioni di esprimersi, ma le Marche non hanno chiesto di togliere questo itinerario, quindi siamo favorevoli al ripristino della Fano-Urbino”. “Per quanto riguarda la ciclabile – continua Biancani – ci sono i finanziamenti dallo Stato per realizzarla. La pista sarà affiancata ai binari per consentire di ripristinare la linea. Ma stiamo valutando se, a livello di ponti o gallerie, sia possibile passare sopra i binari. Sempre però con l’intenzione di spostarsi, una volta ripristinata la ferrovia. Infatti abbiamo già individuato percorsi alternativi per evitare la sovrapposizione. Ci auguriamo che chi ha un ruolo in Parlamento sostenga questo progetto e porti le risorse per avviare il recupero della ferrovia turistica”.
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FVM su Frecciarossa: “Le idee di Ricci e Biancani sono finalizzate solo alla loro città, Pesaro!”
PESARO – “Le fermate dei Frecciarossa 9802 e 9811 che non verranno cancellate a Pesaro nel prossimo orario invernale di Trenitalia, non possono che farci piacere: quei treni come avevamo segnalato sono troppo importanti per il territorio per andare e tornare a Milano comodamente in giornata e non solo”. E’ quanto afferma in una nota l’Associazione Ferrovia Valle del Metauro che aggiunge: “Viene comunque spontaneo fare delle riflessioni sugli avvenimenti: il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e il consigliere regionale Andrea Biancani (futuro sindaco di Pesaro?) appena appresa la notizia si sono immediatamente attivati; il primo presso l’amministratore delegato di RFI Maurizio Gentile, il secondo presso i vertici di Trenitalia riuscendo in poco tempo a risolvere la questione. Chapeau! Verrebbe da dire, invece noi ci chiediamo perché mai i governanti locali apprendano sempre dopo dai giornali e dai social gli orari di Trenitalia, nonostante dispongano di uffici preposti al trasporto pubblico. Allo stesso modo – continua la nota – viene da chiedersi perché il sindaco di Pesaro che il consigliere regionale, così capaci ed influenti presso i vertici di Ferrovie dello Stato, non abbiano fatto un minimo tentativo per aiutare Fano ad avere la fermata del Freccia Argento estivo Bolzano-Ancona nell’orario estivo scorso. Ricordiamo che da Rimini ad Ancona fermava a Riccione, Cattolica, Pesaro e Senigallia. Fano non è città politicamente allineata con Pesaro con quale si condivideranno tanti servizi come Ospedale unico, a Pesaro, e digestore di rifiuti a Fano?
Ci si domanda anche perché il sindaco di Pesaro e il consigliere regionale Biancani al posto della ferrovia Fano-Urbino hanno sempre voluto una pista ciclabile pur comprendendo, a quanto pare, l’importanza dei treni. Il primo chiedendo ed ottenendone la dismissione, il secondo cercando continuamente appoggi dalle associazioni ciclistiche e ottenendo fondi per una ciclabile che, nella sua idea, deve per forza passare nel tracciato ferroviario. Eppure il duo pesarese è autorevole presso i ministeri e prodigandosi con tenacia ed impegno sarebbe sicuramente riuscito ad ottenere qualcosa di veramente importante per il territorio come una ferrovia per le aree interne rispetto ad una misera ciclabile. Si pensi soltanto a quanti cittadini avrebbero potuto raggiungere la stazione di Pesaro per prendere i treni veloci con comode coincidenze piuttosto che con i con i mezzi propri. Immaginiamo il collegamento ferroviario di Pesaro con Urbino in previsione di un’auspicabile designazione a città della cultura europea.
Avrebbero dimostrato la capacità di interpretare le necessità e i bisogni di un intero territorio con una visione di futuro, invece le loro idee nascono e finiscono unicamente finalizzate alle necessità dei cittadini della loro città: Pesaro! La consapevolezza dei disagi per raggiungere servizi distanti come ospedali, treni veloci, scuole, tribunali, ecc. ecc. non viene da loro percepita e gli abitanti non residenti nell’hinterland pesarese sono da tempo rassegnati a vivere in difficoltà assurte a normalità e non più capaci di immaginare un futuro diversamente migliore. Evidenziamo – conclude la nota – che gli abitanti delle aree interne della provincia di Pesaro e Urbino, sono anch’essi contribuenti che hanno il diritto di ricevere in cambio servizi come nelle altre province marchigiane, ma dei 18 milioni di euro che la Regione Marche ha messo a bilancio recentemente per il nuovo contratto di servizio con Trenitalia non se ne potranno giovare per nemmeno un euro”.
Da: www.ilmetauro.it del 30/11/2019
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Pista ciclabile sulla linea Fabriano-Pergola: la Regione studia la fattibilità
Fano 04/12/2019 - Il 22 ottobre scorso, in Consiglio Regionale, l’Assessore Casini ha risposto all’interrogazione del nostro Consigliere Rapa relativa alla realizzazione di una pista ciclabile sulla linea Fabriano Pergola. Grazie a questa interrogazione, dopo tutte le dichiarazioni , abbiamo ottenuto che la Regione prendesse l’impegno di realizzare un progetto di fattibilità per verificare la compatibilità della pista ciclabile e la linea FS e contestualmente cosa fare su tale linea. E’ il primo importante risultato raggiunto , perché sulla linea va fatta una scelta : o si apre o si chiude trasformandola. Sappiamo bene che le FS sono state un’importante motore di sviluppo e coesione del territorio nel passato, che vi sono molti appassionati del mondo ferroviario tanto che oggi sul destino della linea vi sono ben tre posizioni : riapertura al traffico , linea turistica , ciclabile. Sulla eventuale riapertura al traffico ferroviario , va fatto uno studio serio e verificati i costi da sostenere, non solo per la riattivazione ed eventuale elettrificazione , ma soprattutto per la gestione. Tale linea oggi , non è tra le linee turistiche e quindi è difficile pensare di avere i soldi per riattivarla. E che comunque la linea deve essere sottoposta ad interventi visto che attraversa comuni ed ha molti ponti , muri scarpate ecc. Credo che allo stato attuale la cosa più logica sia quella di ragionare sulla realizzazione di una ciclabile , più semplice da realizzare .
La Regione sta realizzando un grande piano di ciclabili per oltre 40 milioni di Euro con l’Adriatica e con una rete di piste che partono dalla costa fino all’interno. E’ una grande occasione da cogliere per dare una spinta al turismo : noi crediamo che una pista che colleghi , all’interno ed in prospettiva , Urbino fino ad Ascoli e si unisca con le Regioni confinanti sia un bell’impulso al turismo e non solo , ed in quest’ottica la Fabriano Pergola è senz’altro un importante tassello. Ma detto questo , dobbiamo mettere intorno ad un tavolo i portatori delle proposte , ragionare insieme affinché non si rimanga in una situazione di stallo e non decidere nulla . Per questo è importante l’impegno della Regione a studiare cosa sia possibile fare e solleciteremo con Rapa che ciò avvenga velocemente , incontrando le Ferrovie , al quale intanto chiedere ufficialmente la posizione in merito ad una dismissione della linea : perché una linea , lo ripetiamo , non può rimanere così.
E soprattutto non possiamo perdere le occasioni che si presentano. Voglio anche ricordare che come Uniti per le Marche /PSI si stia lavorando su tutta la questione ferroviaria nella Regione e ci permettiamo di ricordare come le priorità oggi sono legate al raddoppio della Orte-Falconara , a partire dal tratto Fabriano PM 228 ad Albacina , ed all’elettrificazione della Civitanova Albacina. Vorremmo fare tutto , ma è chiaro che occorre definire le priorità ed avere i soldi : la ciclabile Fabriano Pergola , secondo noi , può essere una priorità per le aree interne delle Marche. Ma soprattutto quel che va fatto deve esserlo nell’ottica di portare beneficio al territorio. da Lorenzo Catraro
Da: https://www.viverefano.com/2019/12/05/pista-ciclabile-sulla-linea-fabriano-pergola-la-regione-studia-la-fattibilit/758667
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Valcesano
Fabriano-Pergola in treno o bicicletta scatta uno studio per riaprire la linea
Impegno della Regione per il progetto di fattibilità. Il sindaco Santarelli incontra il collega di Urbino - Un collegamento turistico potrebbe coinvolgere anche l'Emilia Romagna
TRASPORTI. FABRIANO. Rimettere in funzione la linea Fabriano-Pergola e magari allungarla come in passato al meno fino a Urbino o Sa nt'Arcangelo di Romagna. Dibattito aperto. La Regione studia la fattibilità, tre le proposte sul tavolo: la riattivazione della linea ferroviaria, la riconversione in linea turistica o in pista ciclabile.L'incontro - Il sindaco di Fabriano incontra il collega di Urbino: entrambi puntano alla riattivazione fino a Sant’Arcangelo di Romagna. Gabriele Santarelli precisa che «serve una discussione interregionale per avanzare una richiesta a Marche ed Emilia Romagna». Torna in primo piano la linea ferroviaria Fabriano-Pergola ormai chiusa da 7 anni. Dal 2016, poi, è arrivato anche l'asfalto a coprire la carreggiata sul passaggio a livello, di sbarre e binari nemmeno l'ombra. Recentemente di questa infrastruttura - una volta c'erano anche 15 corse al giorno nel binario che collega Fabriano, Sassoferrato e Pergola - se ne è parlato in consiglio regionale grazie a una interrogazione del consigliere Boris Rapa (Uniti per le Marche). La Regione si è presa l'impegno di avviare un progetto di fattibilità per verificare la compatibilità della pista ciclabile e la linea ferroviaria e contestualmente cosa fare su questa linea. «E' il primo importante risultato raggiunto perché su questa tratta va fatta una scelta: o si apre o si chiude trasformandola» dice il consigliere provinciale Lorenzo Catraro, Uniti per le Marche. Tre le posizioni: riapertura al traffico, trasformazione in linea turistica o ciclabile. Sulla riattivazione dei treni regionali va fatto uno studio approfondito dei costi anche perché la linea non è elettrificata - lavori di questo tipo sono in corso sulla Fabriano-Civitanova e non termineranno prima del 2025 - e la manutenzione della linea e delle strutture lungo la tratta è ferma da anni. Una ciclabile potrebbe essere più semplice da realizzare, come sostiene il gruppo Uniti per le Marche. Pensiero condiviso da molti fabrianesi. «Anche per Gambini - dice Santarelli - la scelta prioritaria è la riattivazione della linea con il ripristino del percorso fino a Sant’Arcangelo di Romagna come era originariamente. A quanto pare anche il sindaco di Riccione è favorevole a mettere questo progetto sul tavolo di una discussione che dovrà essere interregionale». Marco Antonini
Da: Corriere Adriatico del 6/12/2019
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A tavola l'unione fa la forza. Cena tra i sindaci
Gambini, Ricci e Seri si incontrano. Sul piatto interessanti progetti per la promozione e il grande rilancio del nostro territorio - I primi cittadini di Urbino, Pesaro e Fano hanno parlato anche di infrastrutture
L'INCONTRO - URBINO
I sindaci di Urbino, Pesaro e Fano si sono Incontrati per parlare di turismo, infrastrutture, viabilità, promozione turistica. In vista della candidatura di Pesaro e Urbino a Capitale europea della cultura 2033 e pensando a Raffaello.
«Ho avuto l'onore di avere a cena i sindaci Matteo Ricci e Massimo Seri, con gli assessori Daniele Vimini e Caterina Del Bianco e con iI mio vice sindaco Cioppi: è stata una serata davvero piacevole al di là della situazione istituzionale, ma io credo soprattutto che sia stata produttiva per le tre città - racconta Gambini -. Da parte dei sindaci, c'è stata la volontà di continuare il percorso intrapreso negli ultimi anni insieme e di rafforzare un'opportunità promozionale da portare avanti insieme, al di là dell'occasione della Capitale europea della Cultura. Insieme vogliamo promuovere questo triangolo delle tre città, che contengono la costa e l'entroterra, la storia del territorio, che è il fulcro della nostra Regione e del nostro Paese. Abbiamo parlato del primato delle Marche attraverso la rivista Lonely Planet (ndr, che ha Indicato la nostra regione come la seconda al mondo da visitare per iI 2020), che è già di per sé un'occasione importante che ci promuove da sola: se creiamo un brand insieme, sicuramente può essere funzionale ad ottenere ottimi risultati per iI turismo, per la vivibilità dei territori; abbiamo parlato di energie rinnovabili, di benessere, di qualità e del cambiamento degli stili di vita, per salvare il pianeta».
Il clima tra i tre rappresentanti delle maggiori città della provincia è sicuramente disteso e l’incontro informale ma finalizzato all'approfondimento di alcuni temi, rappresenta una novità, visti gli antagonismi dei decenni passati tra costa ed entroterra. Le tre città adesso puntano a presentarsi come «territorio virtuoso» da vari punti di vista e devono per ciò migliorare alcune criticità: «Abbiamo parlato di viabilità, delle iniziative da prendere per la Fano-Grosseto, per il collegamento Pesaro-Urbino, per strutturare meglio iI territorio - continua Gambini -. Abbiamo affrontato anche temi controversi come la ferrovia, pista ciclabili, tutto ciò che interessa lo sviluppo di questo territorio, io credo che se lavoriamo insieme siamo vincenti, al di là della politica». Lara Ottaviani
Da: Il Resto del Carlino del 15/12/2019
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Ciclovia del Foglia, sui pedali fino a Casinina
Finanziati 5,5 milioni di euro per un'opera che collegherà 5 comuni per 33 chilometri di pista. Cantiere al via nel 2021
Regione da scoprire, mobilità dolce, sostenibilità, opportunità turistica, valore al territorio. Luca Ceriscioli e sodali ammantano di vocaboli suadenti la narrazione sulle piste ciclabili. Il governatore in tour pesarese, ieri a Pian del Bruscolo ha presentato il progetto della ciclovia del Foglia (5,5 milioni di euro finanziati). inserita nel più ampio piano della ciclovie regionali (50 milioni), con 13 aste fluviali interessate, nonché connessa alla Ciclovia Adriatica. 'Risaliamo tutti i corsi d'acqua', ha detto, e non si sa se rallegrarsene o preoccuparsene.
La ciclovia del Foglia nel tratto finanziato collegherà Pesaro a Casinina: 5 comuni, 33 km, 17 dei quali su tratti esistenti, pendenza media 3%. la grande ciclovia delle Marche dispone invece di 50 milioni di euro (dentro ci sono anche i 10 per la Fano Urbino, in parte lungo il tracciato della vecchia ferrovia) che serviranno a finanziare metà dei 500 km in progetto. 'In dieci anni contiamo di realizzarle tutte'T ha annunciato Ceriscioli. Nardo Goffi, dirigente regionale infrastrutture, ha illustrato il tracciato fogliense, che in una seconda fase si spingerà fino a Sassocorvaro: 'A monte del galoppatoio abbiamo scelto di non procedere a bordo fiume ma esternamente, sopra il nuovo argine della cassa di laminazione progettata dal Consorzio di bonifica, mentre in zona Pica la ciclabile correrà di fianco alla Statale fino a Borgo S. Maria. Quindi da Montecchio procederà verso Rio Salso con percorso in area agricola fino a riprendere il tratto esistente'. Entusiasti sindaci e assessori: Costa ed entroterra collegati attraverso il paesaggio', la tesi di Francesca Paolucci (Tavullia) e Donatella Paganelli (Montecalvo); 'Cosi si riqualifica il retrobottega del territorio' (Stefano Gattoni, Vallefoglia). Per arrivare a Paimiro Ucchielli (Vallefoglia) a segnalare che 'prima d'ora la presenza dello Stato in questa vallata non c'era mai stata'. Infine il consigliere regionale Andrea Biancani: Sembrava già troppo in là pensare di far partire questa opera, oggi abbiamo i progetti preliminari approvati'. Il cantiere dovrebbe partire presumibilmente a febbraio 2021.
La ciclovia del Foglia ha superato la tappa della Conferenza dei servizi in Regione, dove hanno brillato anche diverse assenze: su tutte quella del Comune di Pesaro, che ha inviato un docu della Torraccia più di tutte è quella dove la ciclovia va ad interferire con un ecosistèma unico, fatto di praterie, lembi di bosco planiziale, ambienti sopraelevati ricchi di arbusti (il vecchio argine). L'ultimo di tale valore rimasto nella bassa valle del Foglia. Lo testimonia la presenza di specie animali e vegetali rare, diverse delle quali protette da direttive comunitarie. Buon senso e sensibilità vorrebbero che quel sito, oltretutto assediato dagli insediamenti, venisse preservato e che la ciclabile se ne tenesse distante. Se ne discuterà in sede di progettazione esecutiva.
Da: Il Resto del Carlino del 17/12/2019
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Qualità della vita, la Provincia di Pesaro e Urbino è ultima tra le province marchigiane
Il risultato dell’indagine del Sole24ore vede Pesaro Urbino al 53° posto. Il commento dell’Associazione Ferrovia Valle del Metauro
PESARO – Mentre il presidente della regione Marche Ceriscioli annuncia il finanziamento per la ciclovia del Metauro lungo il tracciato della ferrovia Fano-Urbino (10milioni di euro) e il consigliere Biancani avvisa che presto presenterà il suo progetto, realizzando così la morte definitiva del trasporto ferroviario nella Valle de Metauro, la qualità della vita della provincia di Pesaro e Urbino, in base agli indici del Sole24ore, crolla alla 53° posizione: ultimi nelle Marche, peggior posizione negli ultimi 30 anni! Pesano negativamente, tra le altre cose, l’offerta del trasporto pubblico (97^ posizione su 107 totali!), i passeggeri del trasporto pubblico (75^ posizione) e la qualità dell’aria (70^posizione). L’ inquinamento delle due maggiori città della provincia Pesaro e Fano, ogni fine anno sono sempre prossime allo sforamento dei limiti di legge; anche quest’anno rispettivamente con 32 e 31 sforamenti ai primi giorni di dicembre, sono le peggiori delle Marche. Ricordiamo che i limiti per evitare sanzioni sono 35.
La salute dei cittadini è in pericolo, nella classifica finale degli indici della salute siamo siamo alla 67^posizione per morti tumorali. Ma, malgrado l’evidente fallimento sui temi ambientali si continua imperturbabili ed irremovibili a parlare solo delle piste ciclabili, assurgendole all’unico rimedio per abbattere le polveri sottili. Neanche un accenno alla revisione dei TPL (Trasporto Pubblico Locale) in città: poche linee, frequenze imbarazzanti, le poche fermate di cui si è annunciato l’adeguamento sono in numero esiguo mentre molte altre sono addirittura vergognosamente invase dai cassonetti per la raccolta differenziata (vedasi a Fano Via Cavallotti o via dell’Abazia). Intanto Ascoli Piceno si piazza al 26° posto nella classifica del Sole24ore, prima nelle Marche, con un incidenza su ambiente e servizi notevole dovuta certamente all’ammodernamento e potenziamento della ferrovia Ascoli-P.Ascoli (51^ posizione per offerta di trasporto pubblico). Nella nostra vicina Romagna recentemente, pur tra tante polemiche, hanno inaugurato il TRC (Trasporto Regionale Costiero) tra Rimini e Riccione e già si parla di prolungarlo a Cattolica e Rimini Fiera. Ovunque il trasporto pubblico si evolve, ma nella nostra provincia è tutto fermo da anni: divieto di progredire! Eppure si avrebbe la fortuna di poter facilmente realizzare una metropolitana di superfice avendo a disposizione la ferrovia Fano-Urbino.
Uno scenario apocalittico in tema trasporti pubblici e qualità dell’aria che dovrebbe essere alleggerito dalla ciclabile per Urbino? I nostri amministratori sono veramente convinti di questa scelta scarsamente intelligente? Molto più semplicemente si tratta di una manovra gattopardesca: “tutto cambi affinché niente cambi” tale che “tutti si vada ad Urbino in bici affinché si continui ad andare tutti ad Urbino in automobile”, cosa molto probabile se non si impara ad osservare ed imitare tutte le buone pratiche dei 52 classificati prima di noi invece di autocelebrarsi come paladini della mobilità sostenibile senza capirci nulla.
Da: Il Giornale del Metauro n. 224 Dicembre 2019 +
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.02.2018
Ultima modifica: 01.02.2018
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