Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carnevale di Fano - Edizione 1897

Carnevale di Fano - Edizione 1899

Carnevale di Fano - Edizione 1898


La Società Carnevalesca
ha pubblicato oggi un bellissimo manifesto eseguito con gusto e precisione dalla Società Tipografica Cooperativa.
La testa del Pierrot che fa angolo alla cornice, disegnata dal decoratore Pasquale Garofani, venne incisa e stampata a colori dalla stessa Tipografia.
I nostri rallegramenti

Da: "Il Gazzettino" n.4 del 30/1/1898

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Carnevale - La Società Carnevalesca ha pubblicato un elegante manifesto stampato dalla Tipografia Cooperativa in cui si annunziano al pubblici i divertimenti di cui già parlammo in un passato numero. A questo proposito riceviamo la seguente lettera che pubblichiamo volentieri integralmente:
Preg. sig. Direttore
del Piccolo Corriere

La Società Carnevalesca, nel suo elegante manifesto testè pubblicato, dice che il Nume dell'allegria quest'anno rifiuta assolutamente di scendere fra noi, perchè si sente offeso dai fischi dell'anno scorso, che ritiene a lui diretti.

Aggiunge di più che la propria Direzione, ha invano tentato di calmare le magnanime ire, prendendo per se sola, tutti quei fischi.

Orbene, i componenti il carro "Le varie età dell'Uomo" Autori principali della fischiata, dichiarano francamente che quella non era diretta nè al Nume, nè alla Direzione, ma bensì al Giurì segreto che, a parer loro, emise un verdetto strampalato, e ciò per non tener conto che in un carro carnevalesco devesi cercare più un incentivo al brio e all'allegria che un lavoro da esposizione di belle arti. Con ciò si vuol dire che un verdetto del genere deve essere messo, tenendo conto dell'arte sì, ma anche dell'opportunità e dell'ambiente in cui si muove e per cui è stato eseguito.

Il Giurì segreto dell'anno scorso vada adunque innanzi al Nume irato, confessi francamente che per se solo erano i fischi, e l'altissimo nonchè gratissimo Iddio dell'allegria tornerà anche quest'anno fra noi. Egli poi opererà da Dio molto previdente se ammonirà il Giurì segreto di quest'anno ad essere un zinzino meno artistico, ma un pochino più pratico e carnevalesco.

I componenti il carro "Le età dell'uomo"

Da: "Piccolo Corriere" n. 6 del 3/2/1898

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Società Carnevalesca— Domenica 20 corr. ha avuto luogo il primo divertimento, cioè alle ore 17 la tombola di 550 lire, e all'avemmaria l'innalzamento di un pallone variopinto con un pupazzone detto autorevole membro della società che avea da andare all'Olimpo a chiamare il Carnevale; i razzi lo seguivano, i bengala illuminavano la piazza e una calca di gente ammirava. Ma all'altezza di due volte il campanile di piazza, pel troppo peso, è precipitato bruciando verso la via Boccaccio, e caduto sopra la casa Vampa, rispondente nel vicolo chiuso. Accorso un uomo sul tetto, ha buttato giù il pallone e il braciere di petrolio ardente, e fortunatamente, ogni pericolo possibile si è scampato.

Questa sera vi ha il grande veglione pei soci al teatro grande.

Da: “Su” n. 5 del 21/2/1898

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Carnevale di Fano — E' stato presso a poco come gli anni scorsi; affollati i festini da un soldo, gran gente curiosa ai divertimenti promossi dalla Carnevalesca. Di questi andò a monte la corsa dei cavalli per mancanza di concorrenti ; ma non mancarono alla tombola di 550 lire, alla quale la piazza era al completo. Mediocre riuscì il veglione del 13; abbastanza animato il corso del 14. Vi erano sette tra carri allegorici e carrozze mascherate insieme col concerto, che girarono dalle 15 alle 18, gettando mazzetti, carta e confettacci; un carro rappresentava un grosso elefante con la sua torre; e questo ebbe il primo premio di 280 lire. Poi ci fu in piazza, la cremazione del solito pupazzo tra i bengala dei carri assistenti. In complesso non c’è male, e se ci è stato movimento ed allegria, va riconosciuto in massima parte dalla Società Carnevalesca.

Da: “Su” n. 5 del 21/2/1898

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Carnevale
Anzitutto un bravo alla Società Carnevalesca che ha fatto le cose assai bene; poi un grazie a Giove Pluvio, che se molto minacciò poco per fortuna mantenne e non turbò il grazioso divertimento dell'ultima giornata.

Questo per la parte, diciamo così, ufficiale dei divertimenti; per la parte non ufficiale diremo che per tutto il carnevale i balli hanno formato il numero unico del programma. Dal popolare brodetto, al passeggio, dapertutto molta gente ha sudato parecchie camicie per divertirsi e divertire.

Domenica 20 giornata di pubblico divertimento. Alle cinque tombola con relativi fischi in onore dei fortunati vincitori; la sera gran partenza dell'autorevole membro per l' Olimpo; in altre parole un bel pallone di carta s'alzò maestoso dal centro di piazza XX settembre trasportando in più spirabil aere un bel tipo.... di carta pesta, fra le risa della folla e col saluto d'una salva di razzi e di bombe. Ma ahimè! chi dice sia stato un razzo matto, chi dà la colpa allo stesso viaggiatore, il fatto è che l' areostato a non molta altezza si squarcia, si sgonfia e comincia una vertiginosa discesa.

Mezz'ora più tardi mentre la folla si squagliava commentando il lugubre avvenimento, i monelli trascinavano in piazza l'autorevole membro bruciato e mutilato!

Lunedì sera avemmo il tradizionale veglione in teatro pei soci della Carnevalesca. Molte maschere, parecchie delle quali eleganti e spiritose; getto di fiori, stelle filanti, bombe di carta, farfalle, bombons, ecc.; palchi elegantemente decorati. Il ballo continuò animatissimo sino alle sette della mattino.

Alle quattro pomeridiane di martedì uscirono i carri e le carrozze di maschere. Il corso, visto dalle finestre, presentava un bel colpo d'occhio. Grande il concorso di forestieri; vivo il getto di confetti, coriandoli, fiori ed altri oggetti d'occasione; eleganti e indovinati i carri.

Il primo premio (L. 280) toccò al carro II trionfo della bicicletta notevole per la originalità dell'idea e per la ricchezza dei costumi.

Il secondo (L. 180) toccò alla Ferrovia Metaurense, una graziosissima satira nella quale in un treno composto di locomotiva, tender e due vagoni facevano bella mostra ministri dei lavori pubblici, senatori e deputati della provincia, sindaci dei comuni del consorzio, membri del consorzio, appaltatori, direttori di società ferroviarie, ecc., tutti seri seri nel grave costume delle inaugurazioni. Poco dopo però, come per incanto, pezzi grossi e pezzi piccoli si trasformarono in tanti allegri e vispi pagliaccetti ....

Il terzo premio (L. 120) fu assegnato ad una bella imitazione della Fortuna di Piazza, sulla quale mantenevasi in equilibrio una Fortuna che nascondeva il solito giovinotto che si presta sempre per simili acconciature.

Un premio d'incoraggiamento l'ebbe un carro rappresentante una enorme pipa.

Dei premi stabiliti per le carrozze, uno fu guadagnato da un bel cesto di fiori dal quale mantenevano il getto una margherita ed una viola del pensiero; un'altro l'ottenne una carrozza pesarese.

La sera in piazza alla luce dei bengala, fra le fiamme passava a miglior vita sorridendo il carnevale del 1898.

Noi auguriamo lunga vita alla Società Carnevalesca, che sa darci divertimenti i quali poi in ultima analisi si risolvono anche in un vantaggio economico pel paese.

Da: "Piccolo Corriere" n. 9 del 25/2/1898

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Cronaca cittadina
DIVERTIMENTI CARNEVALESCHI - Un assiduo ci scrive lamentando principalmente, che gli ordinatori dei divertimenti di quest'anno abbiano mostrato poca simpatia per la luce; ma lasciamo a lui senz’altro la parola, non senza osservare subito che alcuni suoi giudizi ci sembrano ispirati ad un soverchio pessimismo.

"Chi è stato incaricato di addobbare la sala comunale per il concerto di beneficenza si è rammentato che a Fano esiste un impianto elettrico, piccolo se si vuole, ma capace d'illuminare 100 e più sale della ampiezza di quella del Palazzo Nolfi. Ma, santo Dio, si direbbe che abbiano voluto fare in questa occasione una illuminazione elettrica a tipo economico, ed infatti si dovettero per rimediare accendere i lumi a petrolio!

“Persona competentissima aveva detto che non potea bastare una sola lumiera con 12 lampade ad incandescenza da 16 candele, ma non si volle tener conto del consiglio.

"In tutti i paesi civili adesso quando si organizza un divertimento di notte si cerca di illuminare il meglio possibile a luce elettrica, magari facendo un impianto provvisorio per la circostanza. A Fano invece mentre o volere o volare, un impianto stabile esiste, si fanno gli spettacoli, senza la luce elettrica, o adoperandola in dosi omeopatiche.

"Ed è così che tutti gli spettacoli di quest’anno sono stati dati al buio, tranne s’intende quelli fatti di giorno. "Il Pupo, pardon, l’Autorevole membro, è partito all’oscuro. L’abbruciamento del Carnevale è stato fatto al buio! E di più il veglione è stato illuminato a luce elettrica, ma di una luce stanca, non sufficiente per una festa da ballo. Tanto ciò è esatto, che verso il tocco si son dovute accendere tutte le candele dei primi due ordini dei palchi. Perché il Comitato non à fatto mettere la lampada ad arco sul palcoscenico, come si è pensato in altri Veglioni? Ovvero, perché non à pregato il Sindaco a far rinnovare tutte le lampade a incandescenza che sono presso che consunte? Il veglione del resto è riuscito affollatissimo, ma la grande maggioranza era malinconica, e due sono state le cause della deplorata musoneria: la poca luce prima, e poi la cattiva e disordinata musica. Basti il dire che suonavano male 5 minuti, e poi riposavano per circa ¾ d’ora. Immaginate i lamenti di quelli che vanno alla festa persuasi che si vada per ballare!

"In tutti i palchi di 1° fila ed in 7 od 8 di 2°, sono state fatte delle cene, ma anche a tavola vi è stata poca allegria. Si sono notate discrete toilettes di alcune Signore, e parecchie Signorine si fecero ammirare per la loro eleganza ma nessuna maschera si presentò in costume che valesse la pena di essere osservato, alcune se ne videro indecenti e degne proprie dei tradizionali brodetti.

"Tutto sommato molta gente, ma poca vivacità, nessuna gaiezza.

"Il corso mascherato di martedì è riuscito per Fano assai bene ma sarebbe riuscito meglio se si fossero fatte da tutti rigorosamente osservare le disposizioni municipali relative al gettito.

"Infine una raccomandazione alla Commissione per l’anno venturo.

"Meno Pupi e in compenso più sfarzosa illuminazione e miglior servizio di musica."
Y
Ed ora la nostra opinione.
In quanto al Veglione Sociale, se l’assiduo censura forse giustamente il servizio della musica, dovuto alla disorganizzazione, in cui il corpo dei bandisti è caduto per un’improvvida deliberazione municipale, e non a torto osserva, che vi poteva essere maggior luce, non è invece a nostro avviso nel vero quando parla di musoneria di poco brio, e via dicendo. Intervennero circa 800 persone, e tanto affollamento doveva necessariamente suscitare della vivacità, anzi del chiasso. Al momento delle cene il colpo d’occhio era stupendo; molte logge erano elegantemente addobbate con fiori, e quella al n. 14 con vero buon gusto: tutte riboccanti di gente che mangiava e beveva allegramente e faceva un baccano indiavolato.

Si ballò poi con furore sino alle sette del mattino, e non ballarono solo giovinetti e giovanette, ma tornando alle buone consuetudini del tempo antico, anche rispettabili matrone e maturi uomini. Cosa poteva voler di più il nostro assiduo?

In quanto al corso non possiamo che confermare il suo giudizio favorevole. Per dovere di cronisti aggiungeremo, che in quest’anno nessuno ha protestato contro l’assegnazione dei premi, ed è davvero un bel caso.

Il primo premio fu concesso al carro che rappresentava il trionfo della bicicletta stupendamente eseguito. Il secondo toccò alla inaugurazione del tronco metaurense, un treno che minacciò di liquefarsi ai primi sbuffi di vapore, ma che composto di tre carrozze piene di allegri giovinotti non dispiacque al pubblico, che si assiepava per la via. Il terzo premio fu dato al carro della Fortuna rappresentata da un giovane, che ebbe la costanza di esporre all’aria per tutta la durata del corso le spalle e le braccia nude con pericolo di buscarsi una pneumonite per il semplice gusto di divertire gli altri. E poi negate che al mondo non ci sieno dei bellissimi originali! Di altri carri e maschere non mette conto parlare: solo dobbiamo ricordare a titolo di lode una carrozza elegantissima, ridotta a cesto di fuori (sic! fiori?– n.d.r.), cui toccò il primo premio stabilito per le carrozze.

Sulla partenza del pupo n. 1 avvenuta domenica e sull’abbruciamento del pupo n. 2 eseguito martedì l’assiduo, che piange per la mancata luce, davvero non ha torto.

Martedì sera in piazza un amico mi assicurava di non aver veduto altri moccoli, che quelli che gli aveva strappato una signorina pesante, pestandogli un piede.

Da: “Il Gazzettino” n. 9 del 27/2/1898

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Cronaca
Divertimenti carnevaleschi in Fano
- Martedì 22 corr. essendo il tempo bellissimo, c'è stato un bel corso di maschere e carri vari e di folla di gente. I carri mascherati erano sette, compresi i due della Banda, e altrettante carrozze semplici. Uno rappresentava la fontana di piazza, con un giovane vestito da donna alla greca sopra un globo in alto del carro. Un altro figurava la ferrovia metaurense (di là da venire), composta di due vagoni e della macchina, sotto della quale c'erano i cavalli, di cui si vedeva appena la testa. Un altro era un gran pupazzo che montava un alto velocipede, e dalla cui gobba spuntava un ragazzino; intorno intorno erano fissi dei velocipedi veri, montati da mascherati alla foggia delle nazioni del mondo. Questo ebbe il primo premio di 280 lire.

Dalle ore 15 hanno percorso su e giù il corso, tenendo in vari punti vivi il gettito dei confetti e dei mazzetti; verso sera si sono fermati in piazza ad assistere al bruciamento del Carnevale. Questo era una grossa figura, ripiena di botti, razzi e bengala, che a poco a poco si sono incendiati. Quindi i carri e le carrozze hanno rifatto il corso coi bengala accesi.

Il buon ordinamento e la riuscita è quasi tutto merito dell'attività della Società Carnevalesca.

Verso le 19 tutto era finito.

Da: "SU" n. 6 del 28/2/1898


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 21.12.2005

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