Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Carnevale di Fano - Edizione 1902
DELLA
PROVINCIA DI PESARO E URBINO
Veduto l'articolo 49 della Legge 30 Giugno 1889
DETERMINA:
1° E permesso il travestimento e la maschera da oggi fino a tutto il giorno undici Febbraio prossimo venturo.
2° E proibito alle persone mascherate dintrodursi nelle altrui case senza il consenso di chi le abita, di portare armi, bastoni od altri strumenti atti a offendere, di lanciare razzi ovvero usare fuochi artificiali od altre materie infiammabili in modo pericoloso per la pubblica incolumità. Così pure è vietato di gettare cose che possano recar danno o molestia.
3° Sono proibite le maschere ed i travestimenti che imitino le divise del Regio Esercito, o dei Corpi Armati, o di quelle in uso per la Croce Rossa, o che offendano il buon costume o la religione, che eccitino il ribrezzo, o che siano in qualunque modo riprovevoli per illecite allusioni. Sono vietati i discorsi, le parole e gli atti che possano recare offesa o molestia alle persone od esser altrimenti causa di provocazione a risse o disordini.
Per le mascherate allegoriche si dovrà chiedere il permesso allAutorità di P.S. almeno un giorno prima di quello fissato per eseguirle.
4° La persona in maschera deve, a richiesta degli Ufficiali ed Agenti di Pubblica Sicurezza, scoprirsi il volto e dare le spiegazioni che le fossero domandate.
5° I trasgressori, oltre al venir allontanati dai luoghi di pubblico ritrovo, potranno anche essere arrestati e denunciati alla competente Autorità Giudiziaria, per essere puniti a termine di legge.
Gli Ufficiali ed Agenti di Pubblica Sicurezza e lArma dei RR. Carabinieri sono incaricati dellesecuzione delle presenti disposizioni.
Pesaro, addì 17 Gennaio 1902.
DONATI
- STAB. FEDERICI
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Carnevale La società pei divertimenti carnevaleschi nella sua ultima adunanza, viste le condizioni finanziarie non troppo floride della società stessa, stabilì di limitare il suo programma dei divertimenti al veglione pei soci da tenersi nel Lunedì ultimo di carnevale, e al corso mascherato nel Martedì.
Da: La Concordia n. 3 del 18/1/1902
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Echi di Carnevale
- Come ci diceva un certo presentimento, espresso già anche nell'ultima appendice, il carnevale pubblico quest'anno non ha soddisfatto nessuno. Evidentemente il popolo non ha quattrini da sciupare, e male quindi si compensa la vanità che ci tormenta con l'ostentazione di un riso forzato e volgare. Una giostra di somari, resa interessante solo dalla curiosa aspettativa di un folto pubblico, una pesca di 8000 premi a beneficio della fanfara del tiro a segno, un veglione, da cui l'aristocrazia si fa un dovere di astenersi, e che si risolve quindi a tutto danno economico del popolo, un carro e una carrozza mascherati, che non ebbero neppure il vanto di guadagnarsi i premi promessi, furono tutta la vita di un carnevale, nato e morto poveramente, tra gli sbadigli stessi di un tempo nebbiato e piovviginoso. Quello però che più spiacque fu l'inurbanità con la quale al getto dei coriandoli e dei fiori si volle sostituito quello del gesso, cenere, farina etc. venduti anche pubblicamente. Ma quando non ce n'è, perché non attenersi al modesto onor del silenzio? Più sereni nella loro modestia e più degni furono quindi i trattenimenti, lodati da ogni ceto di persone, dei vari istituti cittadini che procurarono delle ore di vera soddisfazione intima del cuore, perché ispirati ai nobili sentimenti di religione, moralità e patria. E noi alle lodi altre volte espresse, dobbiamo oggi aggiungere un plauso all'esimio M. Giammarchi Pettinari, che, coadiuvato dai Prof.i Antonelli e Del Signore, seppero darci nell'Istituto Artigianelli bel saggio di musica istrumentale e vocale con vari lodati vaudeville.Da: "La Concordia" n. 7 del 15/2/1902
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Il Veglione Sociale riuscì benissimo. Molta gente, molto brio e massimo ordine. I palchi di prima e seconda fila offrivano al solito un vaghissimo spettacolo durante le cene. Le danze si protrassero animatissime fino alle sette. Tutti gli ordini sociali vi erano largamente rappresentati e non sappiamo davvero perché il cronista della Concordia dica, che la nostra aristocrazia si astiene da queste feste. Il Carnevale di quest'anno però non poteva finire in modo peggiore. Un carro adorno di frasche sul quale dei mascherotti dalle barbe finte si davan l'aria di rappresentare melanconicamente una satira politica senza senso comune, un paio di mascherotti non meno infelici sugli asini, qualche carrozzella o biga imbiancata dal gesso, tirata da cavalli trascinantisi a stento sulla sudicia belletta della via ... ecco al tirar dei conti il risultato netto dell'ultimo grande corso mascherato. Ma non è veramente tutto. Verso sera i membri del consiglio direttivo della carnevalesca furono a dirittura aggrediti dai partecipanti al corso, che reclamavano un premio, giustamente negato dal giurì, in nome del diritto che l'operaio ha ... di veder compensato le proprie fatiche! Non par verosimile e pure è semplicemente vero. Ai tanti diritti che in quest'ora di solenni, e non sempre ingiuste, rivendicazioni si accampano, deve aggiungersi il diritto al premio..... per coloro che s'insudiciano alla peggio il viso nell'ultimo giorno di carnevale dopo aver ingozzato allegramente qualche soma di vino. Furono ingiurie, villanie, e minacce, e finalmente i membri della Commissione per non prolungare la scena consentirono a dare a titolo d'incoraggiamento 150 lire alla mascherata principale, attribuirono il primo premio per le carrozze ad un gruppo di giovinetti che avevano ripetuto lo stesso travestimento adoperato pel veglione, e regalarono poche lire..... agli asini, sebbene questi non fossero compresi nel programma. A notte fu portato in piazza un pupazzo di stracci e carta destinato ad essere cremato fra lo scoppiar dei petardi, il bruciar dei bengala o lo scintillar dei raggi multicolori. I petardi ci furono, ci furono i bengala i raggi, le musiche......... ed anche molta gente affollantesi intorno.... ma il cattivo umore della Commissione pareva si fosse attaccato al pubblico, e mancò alla gazzarra finale il principale coefficente, l'allegria. Per la cattiva riuscita di questa parte dei divertimenti organizzati abbiamo udito parecchi esclamare che la carnevalesca è finita. Noi ci auguriamo che il cattivo prognostico non si avveri per le ragioni che abbiamo detto più volte negli anni scorsi. In un paese ove le iniziative non sono frequenti ne secondate sempre da prospera fortuna prima di distruggere quello che c'è bisogna pensarci. Dopo tutto la Società carnevalesca produce un certo movimento di danaro, e quando domani non esistesse più, sarebbero i primi a dolersene, come accade sempre, quelli che adesso le intuonano il deprofundis. Piuttosto si veda, se sia possibile trasformarla un pochino: se a i corsi mascherati, che stanno diventando una speculazione di pochi oziosi e ineducati, e ai pupazzi che si bruciano, lasciando dietro se solo il puzzo del petrolio del quale furono inzuppati, non si possa sostituire qualcosa di più utile, di più adatto ai tempi, e di più divertente. Perchè non tentare per esempio nell'ultima settimana di carnevale una esposizioncina mandamentale o circondariale, ristretta magari ai vini e a pochi altri prodotti? L'esposizione offrirebbe l'occasione a qualche ballo popolare di sicura riescita, e ad un tempo costituirebbe per se stessa un motivo di attrazione, onde facilmente conseguirebbe lo scopo che una società carnevalesca di un piccolo paese si deve proporre, quello di combattere la musoneria abituale, e far correre un po' di soldi tra la gente minuta. Non pretendiamo di avere avuta una idea felice, ed altri potrà a suo tempo fare proposte più pratiche: ma intanto ciò che importa è che l'apatia non riprenda il suo impero, condannando a morire di inedia anche la società del Carnevale. Migliorare sempre, distruggere mai. Questa è la nostra divisa. Da: "Il Gazzettino" n. 7 del 16/2/1902********************
Cronaca
... ... ... Carnevale - Anche a detta degli altri organi, il carnevale è in ribasso e i divertimenti sono stati in Fano assai meschini. Non faremo la descrizione della giostra sui somari, del veglione, del corso mascherato, nè della solita cremazione del pupazzo; chè non ne vale la pena. Al Teatro della Fortuna, nelle sere del 6, 7, 8 e 9, la compagnia, condotta da Virgilio Ferrati e diretta da Francesco Guerra, recitò varie commedie e farse, le quali lasciarono desiderare alquanto dal lato morale e non furono dal pubblico molto frequentate. Fece senso che ci portassero i ragazzi del Collegio Nazionale Nolfi. La sera dell'11 la medesima compagnia diede una recita commemorativa in onore del defunto illustre concittadino Cesare Rossi. Ai teatrini del Seminario, delle Maestre Pie, di S. Arcangelo seguirono fino all'ultimo i trattenimenti serali, sempre più affollati dalla gente, in modo che molti si dovevano respingere. Fra tutti primeggiava il Seminario per maestria di apparato scenico, di recita e di rappresentazione. In tutti avea luogo la oramai insulsa lotteria umoristica; però alcuni premi erano veramente indovinati. Ne ricordiamo due, che diedero al Seminario: Divorzio e Concorrenza alla Ditta Banti e Torrigiani; il primo un fiasco, il secondo una candela stearica.Da: "Su" n. 4 del 19/2/1902
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TRADIZIONI MARCHIGIANE
Il Carnevale dell'Adriatico
... Il celebre enorme "fiasco" con cui fu "sfottuto" Mascagni nel 1902 ... ... Ogni cenno storico è superfluo. Vi basti sapere che il carnevale - come s'è già detto - si fece ufficialmente nel 1888, ma che molti anni prima, anzi molti secoli prima, (due o tre, pare), si faceva ugualmente. E in tutti questi anni, salvo alcune interruzioni dovute a eventi bellici, i carri allegorici hanno sfilato lungo il "corso" e poi lungo il "viale" riecheggiando, di anno in anno avvenimenti e personaggi storici della vita pubblica, artistica e culturale dell'Italia. Uno di essi? Certo, significativo e coraggioso è quello in cui, nel 1902, con un enorme fiasco, si volle "sfottere" Mascagni per l'insuccesso dell'opera "Le Maschere", che in quell'epoca fu rappresentata contemporaneamente in sette grandi teatri della nazione con il risultato di sette solenni insuccessi! ... Da: "VOCE ADRIATICA" del 2/2/1958Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2000
Ultima modifica: 06.02.2006
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