Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Il forno e la fornacella
IL FORNO
Il forno era presente in tutte le case coloniche. In genere era costruito appoggiato ad un muro esterno della casa o ad un muro di una capanna o inserito nel capanno stesso; il fumo usciva dalla bocca e poi allesterno attraverso un camino.
La bocca, dopo l'infornata del pane, veniva chiusa con uno sportello di lamiera murato con fango; in certi casi da uno spioncino apribile dall'esterno si capiva dall'odore quando il pane era cotto.
Il forno veniva scaldato bruciando al suo interno soprattutto fascine di spini di marruca; in alternativa si bruciavano canne secche e sarmenti vari quali tutoli e gambi di granoturco, radici di erba medica, tralci di viti, potature di alberi vari. La giusta temperatura del forno si misurava dal cambiamento di colore della volta: quando questa da scura diventava chiara era giunto il momento di infornare.
Gli attrezzi usati per il forno erano la forca e il forcone per infilare i combustibili, un rastrello piccolo privo di denti per estrarre la burnìscia o sčniscia, ossia le braci miste a cenere, la pala di legno piana per deporre in ordine le pagnotte lievitate e poi per estrarle dopo la cottura. Queste ultime operazioni venivano eseguite con rapidità e destrezza.
Nel forno non si metteva a cuocere solo il pane, ma, occasionalmente, il panettone o altro tipo di pasticceria come la pasta margherita e i biscotti all'anice, larrosto di pollo, di coniglio e di oca. Dopo la cottura del pane si ponevano nel forno teglie di pere o mele al tempo della loro maturazione. Le teglie usate per cuocere il panettone o la frutta erano molto grandi e realizzate appositamente dal fabbro con fondi di botti di lamiera, con l'orlo rilevato e ondulato.
Il calore residuo del forno, dopo la cottura del pane, spesso era utilizzato per essiccare fette di mele, fichi e persino ghiande.
LA FORNACELLA
La fornacella è un grosso fornello in muratura di forma circolare, alto una settantina di centimetri e dal diametro simile a quello della caldaia che vi è inserita, variabile dai cinquanta agli ottanta centimetri. E collocata, in genere, in un angolo della loggia del forno; essa ha una piccola apertura sul davanti, all'altezza del pavimento, per l'alimentazione del focolare. Nella parte opposta, una canna fumaria sale fino alla copertura della loggia per uscire, indi, all'esterno.
Nella fornacella si faceva bollire, periodicamente, l'acqua per fare il bucato e, d'inverno, per la macellazione del maiale. Nei secoli passati, inoltre, si utilizzava per il mosto cotto, ritenuto indispensabile in cantina per la fermentazione delle uve destinate alla vinificazione.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2001
Ultima modifica: 22.01.2005
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