Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Carnevale di Fano - Edizione 1923
Veglione. L'ultimo lunedì di carnevale, a cura della locale società ginnastica «Alma Juventus» avrà luogo al Teatro della Fortuna il tradizionale Veglione, chiamato quest'anno Superveglionissimo per le sorprese che verranno riserbate a maggiore godimento di coloro che interverranno e che è stato già annunziato al pubblico con un bellissimo ed elegantissimo manifesto edito dalla Tipografia Sonciniana che ha voluto anche questa volta dimostrare la abilità e il buon gusto con i quali i suoi lavori sono presentati.
Ci si assicura da qualche indiscreto amicissimo del presidente dell'Alma, che il Veglione che si sta alacremente preparando, sarà il migliore di quanti hanno sin qui deliziato i nostri concittadini: molte le sorprese; svariate le adorazioni a Bacco, tutte prudentemente contenute nei limiti di uno sport pressoché innocente; molto, moltissimo pubblico che assisterà commosso (prima della cena s'intende) ad una importante e perfetta rievocazione storica, parecchie comitive che preparano febbrilmente le mascherature più svariate e più strane, e in ultimo.... questo non possiamo dirlo per l'assoluto divieto fattoci dall'amico del Presidente.
Chi mancherà al Superveglionissimo perderà una occasione straordinaria per divertirsi.... poiché l'Alma Juventus non organizzerà altri veglioni negli anni avvenire.
Uomo avvisato mezzo salvato.
E arrivederci al Superveglionissimo!
Da: Il Gazzettino n. 4 del 27/1/1923
********************** Veglia danzante. La veglia danzante che ha avuto luogo sabato scorso ad iniziativa della locale Casa del Soldato è riuscita meravigliosamente e per il numeroso pubblico che vi è accorso e per l'animazione delle danze che si sono protratte sino alle cinque del mattino.
La fine eleganza della sala già altra volta decantata e la cordialità che ha regnato sino all'ultimo momento sono state la ragione principale della buona riuscita della festa che ha lasciato in tutti un vero e profondo desiderio di una ripresa, il quale desiderio ci consta non essere peraltro condiviso dagli organizzatori che ne hanno già avuto abbastanza per la difficoltà non lieve di indovinare i desideri di tutti e contenerli sia pur entro i limiti del possibile, ed anche e forse sopratutto per le non lievi spese occorrenti perché le riunioni siano quali sono state queste due ultime organizzate dalla Casa del Soldato.
Inappuntabile il servizio di buffet che ha funzionato egregiamente per tutta la notte a prezzi eccezionalmente miti, perfetta l'orchestrina che ha deliziato anche coloro che sino a ieri erano i più irriducibili avversari dello jazz band. Grande, e spesso anche rumorosa l'allegria di un simpatico gruppo di giovani dell'Alma che hanno voluto dare una pallida idea di quella che sarà l'allegria che regnerà al prossimo Superveglionissimo.
In complesso una splendida festa che ha lasciato in tutti un'ottima impressione.
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Veglione Azzurro. Questa sera ad iniziativa dell'Associazione Nazionalista nei locali dell'Unione Liberale avrà luogo un Veglione Azzurro che promette di riuscire molto brillante.
Naturalmente i soci della Sezione Liberale avranno libero accesso.
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Festa di ballo al Circolo Femminile. Sabato 10 corr. alle ore 21,30 nei locali del Circolo Femminile avrà luogo una festa di ballo riservata alle sole socie e a coloro cui la Presidenza invierà speciale biglietto d'invito.
Le socie dovranno esse pure ritirare presso la segreteria uno speciale biglietto per gli uomini di loro famiglia.
Non potranno assolutamente avere accesso alla sala coloro che non avranno ricevuto l'invito.
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Tombola. Domenica 11 Febbraio in Piazza XX Settembre verrà estratta la consueta tombola di L. 3000 a beneficio della locale Società Operaia di Mutuo Soccorso.
Speriamo che il pubblico accorra numeroso ad acquistare le cartelle per ottenere così due scopi: quello di vincere una discreta sommetta che al vincitore farà sentir meno aspra la spesa che dovrà sostenere per il Superveglionissimo indetto dallAlma Juventus; e laltro scopo è quello di compiere unopera benefica. Il che non guasta affatto.
Da: Il Gazzettino n. 5 del 3/2/1923
********************** Il Veglione Azzurro che per iniziativa della Sezione Nazionalista ha avuto luogo sabato scorso nei locali del P.L.I. è riuscito brillantissimo anche per merito delle numerose maschere piene di brio che hanno dato una speciale animazione alla festa.
Tra tutte le maschere la preferita è stata .... Leonelli che ha avuto per sua guida e duce l'amico Sora per quasi tutta la festa: maschera docile e silenziosa in pieno contrasto con la sua Guida che ci si dice sia stata violenta tanto che il Leonelli, fatto forte dell'usbergo della maschera che portava, intendeva seguire le orme di un qualsiasi antico autentico guerriero romano: ma la dolcezza del Leonelli vinse la violenza del duce e viceversa, ed ora insieme si preparano per una mascherata pel Superveglionissimo.
Scherzi a parte il Veglione è riuscito molto bene e meglio riuscirà quello che la Sezione Liberale sta organizzando per mezza quaresima.
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Al Circolo Femminile Liberale questa sera avrà luogo una festa di ballo che promette di riuscire brillantissima. Vi potranno prender parte soltanto coloro che possiedono il biglietto d'invito rilasciato dalla Presidenza.
Ciò ripetiamo a scanso di spiacevoli incidenti.
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Superveglionissimo L'asta dei palchi che ha avuto luogo domenica scorsa ha superato ogni aspettativa. Dopo un'ora tutti i palchi di prima fila e parecchi di seconda erano venduti. Da ciò facilmente si desume che il Superveglionissimo riuscirà splendidamente.
Ci è stato avanzato qualche lamento circa la mancanza completa di un regolamento per le maschere che concorrono ai premi. Si vorrebbe da alcuni che queste si presentassero in teatro per esempio non oltre le 24 e questo desiderio ci sembra giustificatissimo e si eviterebbero, accogliendolo, dei postumi reclami o quanto meno delle recriminazioni da parte degli scontenti.
La giuria ha un compito difficilissimo da assolvere: meglio, molto meglio è facilitarle il compito il più che sia possibile.
Da: Il Gazzettino n. 6 del 10/2/1923
********************** Il Superveglionissimo è riuscito splendidamente secondo le previsioni che generalmente venivano fatte in questi ultimi giorni. E non poteva essere altrimenti perchè l'Alma Juventus, così egregiamente presieduta dal Rag. Cav. Giovanni Anelli, aveva già data una chiara manifestazione della propria abilità organizzativa.
Come l'anno precedente anche quest'anno grande rivalità tra l'Alma e una comitiva di giovani della città per disputarsi il primo premio stabilito per la migliore mascherata.
Tra i due contendenti che nel silenzio preparavano la sorpresa una folla di curiosi nell'un campo e nell'altro armati.
I primi sentori della battaglia si ebbero sin dal principio, sin da quando cioè ebbero inizio i lavori di abbellimento dei palchi.
Diverse i pareri, accese le discussioni le quali non cessarono se non quando le oche questa volta non capitoline... fecero il loro ingresso in teatro lasciando come le medesime gli spettatori i quali applaudirono, applaudirono trovando molto geniale l'idea attuata anche con molto decoro e con grande abilità, e così le oche poterono per un istante godere trionfi quasi identici a quelli che ottennero i più grandi artisti lirici.
E già sembrava che la sorte, questa volubile dea, volgesse propizia verso le oche quando quella birba di Giusto Cespi che sa prepararne sempre delle sue, fatte aprire da due valletti le ampie scene del teatro, offrì agli spettatori attoniti lo spettacolo imponente di una deliziosa allegoria della primavera. Una parte del pubblico andò in visibilio, l'altra si ammutolì, e la Commissione facendosi eco dei pareri più o meno discordi del pubblico, si decise per il ni e divise il premio dei palchi tra il N. 11 e il N. 13, quello della mascherata tra le oche e la Primavera e il secondo per le maschere isolate tra la Signora Rossi e la Marchesa Calcagnini avendo concesso il primo al Sig. Bucellato.
Qualche maligno afferma che la Commissione non esisteva se non nella mente del Rag. Anelli. Altri invece sostengono che per far parte di una Commissione non è indispensabile aver buon gusto e il coraggio di manifestare il proprio parere: noi tra le due accreditiamo quella della mancanza della Commissione.
Peraltro a nostro avviso la Commissione se ci fosse stata avrebbe fatto bene ad accordare anche un premio allo «Scrivano» poeta per l'occasione, e sempre per l'occasione nepote di Cianchettini del Travaso.
Lo scrivano che altri non era se non Pippo Sorcinelli fu largo nel distribuire dei versi tutti intonati a reclame per l'amico Bossi, o meglio per le reti e le lampade dell'amico Bossi. Tra gli altri versi ci piace pubblicare il seguente sonetto, di sua fabbricazione:
PRESENTAZIONE
Filosofo, poeta a tempo perso,
Pien di stracci, di chiodi e di miseria,
nel culto lieto della ninfa Egeria
Su le pene diuturne il riso verso.
Cianchettini mi nomo e son nepote
Del magno Tito Livio del «Travaso»
Della cui vita ognun conosce il caso
Insiem con gli aforismi e con le note.
Tutte io compio le fatiche oneste
E sol ch'io possa guadagnarmi un pane
Non mi vedrete le sembianze meste.
Perciò fo la «reclamme» qui al veglione
A Luigi Tonini Bossi immane
E a me stesso, sperando in un premione.
CHICCHIBIO CIANCHETTINI
Il premio non venne, ma lo scrivano rimane egualmente una delle migliori e più indovinate mascherate della serata.
Il teatro sfarzosamente illuminato ed addobbato presentava un colpo d'occhio magnifico. Palchi adornati di elegante e grazioso pubblico femminile, platea rigurgitante di giovani e di anziani impenitenti, tutti intenti al riconoscimento delle maschere. In complesso spettacolo bellissimo, reso più attraente dalla cordialità più schietta che ha regnato sino al mattino.
Solo qualche incidente si è verificato durante la cena per il lancio troppo violento di una specie di confetti che doveva simulare lo spirito cattivo di certi messeri che cercano tutte le vie e fanno buone tutte le occasioni per dar sfogo ai loro sentimenti: ma il pubblico nella sua grande maggioranza li ha riconosciuti e ancora una volta li ha giudicati.
Certo se la Commissione fosse stata più diligente certi inconvenienti non si sarebbero verificati; ma speriamo che coloro che organizzeranno il veglione del 1924 prenderanno in tempo tutte le misure per evitare che il getto dei confetti si effettui anche perché questo non debba essere cambiato in una vera e propria battaglia come è avvenuto lunedì sera.
Da: Il Gazzettino n. 7 del 17/2/1923
********************** SUPERVEGLIONISSIMO.- A quanto ci si dice, poiché non abbiamo l'abitudine di partecipare a tali divertimenti, l'attesa del superveglionissimo destata da abbondante réclame non è stata soddisfatta interamente. Sopratutto si è notata mancanza di educazione nel lancio dei confetti... che erano veri proiettili i quali spezzavano persino le stoviglie e lasciavano segni poco gentili dove prendevano. Certo che l'educazione e la compostezza in certi generi di feste, a base di vino e di altro, è un po' difficile a trovarsi, ma ci sono pure dei limiti che non dovrebbero essere sorpassati. Numerose le maschere: premiata la mascherata rappresentante un gruppo di oche. E lasciamo che il pubblico ami a preferenza... le oche! Da: "Il Metauro" del 17/2/1923 **********************
Società Carnevalesca
Ad iniziativa di alcuni cittadini volenterosi, in una riunione tenutasi domenica scorsa nella sala della Società dei Commercianti, sono state gettate la basi per la ricostituzione della Società Carnevalesca. Questa Società che pel passato tanto sapientemente contribuì ad elevare nel periodo carnevalesco lo spirito cittadino e a cementare la più salda unione tra le varie classi sociali sorgerà di nuovo tra il consenso unanime dei cittadini che ricordano ancora con nostalgico desiderio i riuscitissimi corsi mascherati, i solenni ricevimenti resi al Carnevale e ... ingratitudine umana, la morte del Carnevale decretata per abbruciamento tra fiaccolate e musiche. Noi siamo certi che la iniziativa andrà in porto facilmente e intanto plaudiamo a coloro che ebbero la buona idea di far rinascere tra noi questa benemerita Società, che manterrà alte ed intatte le tradizioni del passato. Da: "Il Gazzettino" n. 8 del 24/2/1923**********************
SPUNTI DI STORIA LOCALE
Le corse dei palii a Fano
I nostri buoni vecchi non è a credere fossero quegli accigliati signori che forse oggi vediamo scolpiti sui loro austeri mausolei. Amavano anche essi - e come ! - a loro modo s'intende, lo sport. Oggi in cui tornano in onore i Palii, e in cui si tenta - a quel che si dice - di risuscitarli in Roma, non è fuori luogo ricordare che anche Fano per lunghi secoli ha avuto i suoi Palii, piacevoli e coreografici, ed in essa era riuscita a procacciarsi una fama invidiabile.Dalle remote origini del nostro comune, che si perdono su verso il mille, fino almeno al settecento i Palii, le Corse fecero parte di quei «mores» e «consuetudines» cui i nostri padri restavano singolarmente affezionati e che consacravano anche nella legge scritta codificandoli negli «Statuta».
Un capitolo di essi è precisamente dedicato alla trattazione e determinazione dei «Bravìa currenda in civitate Fani» (Cap. CLVIII Lib. V degli Statuti editi da Soncino).
Tre erano i tempi in cui i Fanesi si sollazzavano con simili divertimenti.
Il primo cadeva nella domenica delle «Perdonanze di S. Paterniano», settimana questa tra i mesi di maggio e di giugno in cui la popolazione accorreva con singolare divozione alla tomba del Protettore a ringraziarlo dei favori ricevuti in passato.
Si doveva dunque in questa domenica correre un Palio da cavalli corridori. Il percorso cominciava da un punto della città detto negli Statuti Albignano, e che il Nolfi specifica per il luogo ove più tardi sorse il giardino dei Malatesta, presso a poco credo all'altezza dell'attuale palazzo Montevecchio; di lì correvano direttamente per la via Flaminia, ed il traguardo si aveva nella Piazza del Duomo sulla facciata della Cattedrale.
Il primo arrivato aveva il premio: nove braccia di panno scarlatto o purpureo più un braccio di panno bianco: il secondo una porchetta arrostita, ed infine l'ultimo come premio di consolazione un gallo, più una borsa di pelle di camoscio piena di cenere!
La seconda stagione di gare si aveva nell'ultima domenica di Settembre, giorno di esultanza perché ricordava ai fanesi la liberazione dal giogo Malatestiano avvenuta precisamente il 24 Settembre 1463, quando nella nostra città fu restaurata l'antica «Libertas Ecclesiastica». Queste gare, forse in ricordo della guerra sanguinosa di cui rammentavano la fine, erano di Tiro a segno. Si gareggiava dunque dai più valenti balestratori. Il migliore riceveva il premio consistente anch'esso in nove braccia di panno scarlatto ed uno bianco, il secondo riceveva una ballista ed il terzo una rotella, armi come si sa allora in uso. «E - ci assicura il Nolfi - prevalse tanto questo esercizio nella città che in simile sorta di armeggiare furono i nostri in quei tempi stimati i migliori balestrieri della Marca, e perciò si trova che sempre negli armamenti si chiedevano i Balestrieri da Fano». Le spese di questi tiri a segno erano sostenute dai porchettai e beccai. Ma la vera baldoria si faceva nel Carnevale - ricordo vivente e incancellabile di ben altri bagordi pagani- . Il giovedì grasso si soleva rallegrare nei primissimi tempi con una gara assai originale: col così detto - gioco delle trippe - «I macellai infatti da una ed i pizzari (venditori al minuto di carne) dall'altra parte della piazza grande facevano con molto riso del popolo alle trippate fra di loro (battendosi con trippe di maiale) ma poiché - meno male - fu giudicato gioco indecente alla vista dei cittadini, fu levato e furono stabiliti due palii per balestrieri, uno in quel giorno, l'altro come abbiam visto l'ultima domenica di Settembre».
Il clou delle feste carnevalesche si toccava nella Domenica in cui si avevano nientemeno che quattro corse, una più attraente dell'altra.
La prima di cavalli:
Primo premio : nove braccia di panno scarlatto ed uno di panno bianco; premio di consolazione all'ultimo arrivato: un gallo.
La seconda di cavalle.
Primo premio: sei braccia di panno verde, all'ultima una gallina.
La terza di asini: il primo arrivato abbia una porchetta, l'ultimo la metà di una testa di maiale involta in una stuoia.
Il cammino percorso da questi corridori era il consueto dall'Albignano al Duomo.
L'ultima corsa più originale è quella dei nudi o spadaroli. Si correva adunque da pedoni nudi (vale a dire molto succintamente vestiti, presso a poco come gli attuali nuotatori od atleti) da un punto della via Flaminia fuori porta Maggiore ove stava una figurina o edicola detta appunto la figura delli spadaroli e finiva come le altre davanti al Duomo. Al primo arrivato si dava in premio una spada di ferro e all'ultimo per derisione una di piombo o di legno dorata.
L'edicola degli spadaroli esisteva ancora al tempo del Nolfi (fine del 1600); ora non saprei identificarla. Simile corsa dei nudi (soppravivenza tenace dei Lupercalia romani) era in uso anche a Fossombrone e chissà in quante altre vicine città.
E con questa corsa podistica si chiude il ciclo delle gare fisse ed obbligatorie per la città di Fano, ma oltre queste ordinarie chissà quante altre riuscì a trovarne l'amena fantasia dei nostri vecchi ! Certo si è che essi non se la prendevano troppo calda nel lavorare e cercavano con una pietà... non certo disinteressata di allungare il catalogo dei Santi da onorarsi col riposo festivo. Vi basti dire che nel quattrocento le vacanze ordinarie codificate erano non meno di centoventi all'anno, e cioè quasi un terzo di quei sempre lunghi noiosissimi 365 giorni solari!
Vibius
Da: "Il Metauro" n. 31 del 31/8/1923
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2000
Ultima modifica: 24.03.2006
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