Itinerari
L'estremità di S.O. della Gola del Furlo (itinerario geologico)
L'estremità di S.O. della Gola del Furlo (3° tratto itinerario geologico lungo la Gola del Furlo)
Ultima verifica: giugno 2012
Dopo circa 1,7 km dalla sosta alla Grotta del Grano si raggiunge l'abitato del Furlo, dove si può sostare
nell'ampio parcheggio di fronte all'Albergo Ristorante Furlo.
Dal piazzale è visibile l'imboccatura di sud-ovest della Gola del Furlo, caratterizzata da forme meno rilevate e più arrotondate rispetto a quella più angusta e aspra di nord-est osservata in precedenza; la vista è migliore dal primo tornante della strada che da qui risale il M. Pietralata.
Il fondovalle al di sotto del piazzale è occupato da un'ampia piana alluvionale posta
immediatamente al di sopra dell'attuale alveo.
Si tratta di un deposito blandamente terrazzato di origine molto recente
(terrazzo minore dell'Olocene) e in parte tuttora attivo, soggetto ad ampie
sommersioni durante le maggiori piene.
In alto sul versante destro (M. del Colle) compare un grande affioramento di Marne a Fucoidi - Scaglia Bianca, identificabile dall'evidente stratificazione e dai colori cangianti da biancastro a rosa-violaceo, a grigiastro.
Sul versante di sinistra, dietro l'abitato, compaiono vari affioramenti dei calcari rosati della Scaglia Rossa.
Più a valle, un fronte di cava mette in grande risalto il Rosso Ammonitico, evidenziato dalla banda di colore
da rossastra a giallastra.
Si abbandona la SS 3 Flaminia e si imbocca la strada di fronte al parcheggio, seguendo le indicazioni per M. Pietralata/Strada Panoramica.
Si raggiunge dopo 200 m il primo tornante, dove è possibile sostare.
A piedi si torna indietro fin quasi all'imbocco della strada, che
taglia inizialmente i calcari selciferi della Scaglia Rossa (Membro
calcareo-selcifero inferiore). Appena 100 m a monte del bivio, di fronte a una piccola casa in pietra, la
caratteristica stratificazione dei calcari selciferi viene obliterata da una
intensa fratturazione e compaiono brecce e vari piani di taglio con evidenti
strie: ci troviamo di fronte a una faglia principale con piano subverticale che
disloca la successione. Poco più avanti, infatti, compaiono i calcari marnosi e le marne grigio-verdastre e
rosa-violacee che caratterizzano la porzione medio bassa delle Marne a Fucoidi
(Membro marnoso verde p.p.): questo passaggio anomalo indica che la faglia ha
eliso la porzione basale della Scaglia Rossa, l'intera Scaglia Bianca e tutto
l'intervallo superiore delle Marne a Fucoidi, dislocando localmente la
successione (rigetto verticale) di non meno di 100 m.
Sul primo tornante si può osservare uno dei rari affioramenti del limite
Maiolica - Marne a Fucoidi, quasi sempre coperto a causa del forte contrasto
litologico fra le due formazioni. I calcari bianchi con selce grigia della Maiolica, fortemente patinati da
licheni, sono caratterizzati da stratificazione solo a tratti ben sviluppata;
nell'insieme l'aspetto è mal stratificato e compaiono evidenze di piegamenti:
il disturbo è dovuto a franamenti sottomarini singenetici (slump) che su un
fondo marino non pianeggiante hanno dislocato, contorto e rimescolato gli
strati immediatamente dopo la loro formazione.
Verso l'alto, la scomparsa dei calcari è repentina: ad essi subentrano
marne e argille marnose grigio-verdi con livelli nerastri, bituminosi, che
localmente costituiscono la base delle Marne a Fucoidi.
Si nota come qui la formazione non inizi con i classici termini riconoscibili nell'area di M. Nerone-M. Petrano, ma
direttamente con il Membro marnoso verdastro, denotando la probabile presenza
di una lacuna (mancanza di alcuni termini basali e quindi di tempo geologico,
non registrato da alcuna roccia) forse legata alla locale irregolarità
topografica del fondale marino al tempo della deposizione, irregolarità
evidenziata anche dallo slump alla sommità della Maiolica.
Si prosegue salendo verso M. Pietralata; gli affioramenti lungo la strada sono pressochè continui e
permettono dettagliate osservazioni sulla locale successione.
Fino al 2° tornante, si risale la successione verso termini più recenti, ripetendo sostanzialmente le
osservazioni già fatte per il tratto iniziale; dopo circa 100 m si attraversa
nuovamente la faglia già incontrata e si risale il Membro calcareo-selcifero
inferiore della Scaglia Rossa: si osserva chiaramente come la frequenza della
selce, sempre di colore rossastro, diminuisca gradualmente verso l'alto fin
quasi a scomparire.
In corrispondenza del 2° tornante (a 300 m dal primo), compaiono due caratteristici strati bianchi, che interrompono
la monotona sequenza di calcari rosati ormai praticamente privi di selce: si
tratta dei primi due livelli detritici che nell'area del Furlo caratterizzano
parte della Scaglia Rossa (torbiditi carbonatiche, cioè detriti calcarei
depositate sull'antico fondale marino da correnti velocissime e
"torbide", in quanto cariche dei detriti provenienti dai margini del
bacino marino).
Si continua a salire riattraversando (questa volta dall'alto verso
il basso) in continuità di affioramento gli stessi terreni e strutture già
osservate.
Superata la faglia già incontrata, nell'attraversare le Marne a Fucoidi, si può notare il tipico
passaggio da facies calcareo-marnose con selce da verdastra a grigio-biancastra
a facies marnoso-argillose varicolori.
Si raggiunge così dopo altri 400 m il 3° tornante e uno spiazzo che funge da rotatoria,
ove si può sostare.
Dallo spiazzo si ha una buona veduta dall'alto del tratto iniziale della Gola del Furlo e del
fondovalle alluvionale immediatamente retrostante.
Guardando verso l'alto, si apre una suggestiva veduta sulle cave
abbandonate, dove affiora con gran risalto la fascia rossiccia del Rosso
Ammonitico. Al di sotto di questo, pochi metri di calcari grossolanamente stratificati indicano la presenza della
Corniola, qui in facies di "rosa a crinoidi": si tratta di facies diverse da quelle incontrate all'inizio della gola.
Nel primo caso, la deposizione è avvenuta sul margine e sul fondo
di un bacino; in questo secondo caso, invece ci si trovava sulla scarpata, verso la sommità di un
monte sottomarino, sul quale prosperavano crinoidi, i cui abbondanti resti danno il nome alle facies in oggetto.
Al di sotto di questi terreni la scomparsa della stratificazione indica la presenza del Calcare Massiccio.
Al di sopra del Rosso Ammonitico, si osservano i calcari grigiastri ben stratificati della Formazione del
Bugarone.
Lateralmente, una faglia mette a contatto i calcari bianchi della Maiolica col Rosso Ammonitico e
formazioni incassanti.
L'ampio vallone che si apre a sinistra della cava e il cui lato
occidentale è bordato da un lungo dirupo, testimonia la grande efficacia
dell'erosione selettiva che si è impostata fra i calcari più resistenti della
Maiolica (fianco destro) e le tenere marne delle Marne a Fucoidi (a sinistra):
è proprio l'erosione accelerata di queste ultime, affioranti al piede del
dirupo, che scalza lo stesso mantenendolo fresco e facendolo arretrare per
crolli successivi.
Dallo spiazzo al terzo tornante, chi volesse, può salire lungo la strada per altri 1800 m fino al 7° tornante; qui, all'imbocco di uno stradello laterale in proprietà privata, è possibile sostare. A piedi si percorre lo stradello a mezza costa sul fianco del Pietralata, attraversando (dall'alto verso il basso) il Membro calcareo-selcifero inferiore della Scaglia Rossa. Si raggiungono le cave (ne abbiamo già avuto una visione dal basso nella sosta al terzo tornante), dove si può osservare con buona continuità di affioramento la porzione di successione compresa fra la base della Scaglia Rossa, la Scaglia Bianca (col singolare raddoppio del Livello Bonarelli dovuto a frana sottomarina) e la Formazione del Bugarone.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 20.08.2012




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