Beni ambientali
Segni lasciati dal mare sulla spiaggia
Creste
Gennaio 1983, spiaggia "Sassonia" di Fano.
La forza delle onde deposita a riva la ghiaia, accumulandola a formare una cresta più o meno rilevata, una specie di piccolo argine parallelo alla battigia.
Più forte è la mareggiata, più la cresta si forma lontana dal mare e con ciottoli di grandi dimensioni.
Quando le creste sono più di una, significa che si sono succedute mareggiate di intensità via via decrescente.
Con un mare calmo come questo, le creste sono appena visibili e indicano due modeste perturbazioni succedutesi a breve intervallo. Anche i ciottoli di piccole dimensioni denotano un periodo di mare poco mosso.
Ottobre 1978, foce del F. Metauro.
La forma e consistenza della barra di foce variano di anno in anno.
Qui si vedono anche le creste sulla ghiaia, le più alte e lontane dal mare corrispondenti a una forte mareggiata.
Novembre 2011, spiaggia a N.O. della foce di Fosso Sejore (Pesaro).
Creste formate da conchiglie spiaggiate.
Cuspidi
Ottobre 1978, spiaggia a N.O. della foce del Cesano.
Le cuspidi sono dei modesti rilievi lungo la battigia intervallati a distanza regolare e separati da depressioni concave verso il mare, così che la linea di spiaggia acquista un aspetto sinuoso. Sono provocate dalle combinazioni delle onde che giungono a riva, e hanno origine sia sulle spiagge ghiaiose che su quelle sabbiose.
Spiaggia in erosione
Agosto 1975, spiaggia ghiaiosa a S.E. della foce del Metauro durante una mareggiata.
Questo tratto è in fase erosiva, come si può desumere dalla casa colonica visibile in lontananza, che fino a qualche decennio fa aveva attorno campi coltivati. In primo piano il cosiddetto gradino di erosione, prodotto dallo scalzamento dei sedimenti ad opera delle onde.
La spiaggia ghiaiosa possiede un fronte più ripido di quello della spiaggia sabbiosa, ed anche la parte sommersa scende più bruscamente, formando un avvallamento. Ciò è ben noto ai bagnanti, che non toccano già presso la riva, mentre stanno agevolmente con la testa fuori dall'acqua sul fondo sabbioso un poco più al largo.
Ottobre 1978, spiaggia alla foce del Metauro.
L'erosione prodotta dal moto ondoso ha messo allo scoperto uno strato argilloso, un tempo distante dal mare. Sono anche visibili alcune creste sulla ghiaia.
Crespe a bassa marea
Dicembre 1977, spiaggia di Baia del Re.
A bassa marea il fondale sabbioso presenta delle fitte ondulazioni parallele, dette crespe, distanti tra loro in genere solo pochi centimetri. Si formano per il moto alternato e regolare di oscillazione delle onde, in acque basse.
Dicembre 2012, spiaggia del Lido di Fano. Con la bassa marea, oltre alle crespe di forma allungata e parellela tra loro, si vedono in primo piano segni più irregolari dovuti alla rifrazione delle onde contro il molo del porto.
Segni fini del moto ondoso
Dicembre 1977, spiaggia di Baia del Re.
Quando una piccola onda risale il pendio della spiaggia, spinge davanti a sé granelli di sabbia leggermente più grandi e frammenti di varia natura. Questi vengono depositati in una sottile ma evidente linea arcuata al limite estremo a cui è giunta l'onda.
Se il moto ondoso è in diminuzione, come in questo caso, si osservano diverse linee, se invece è in aumento un'onda più forte arriva a cancellare i segni delle altre.
Segni di corrente
Novembre 2011, foce di Fosso Sejore, tra Pesaro e Fano.
Dicembre 1977, spiaggia di Baia del Re.
Questi segni di forma romboidale sulla sabbia sono prodotti dall'azione di una corrente che fluisce per un certo tempo in una sola direzione, come può essere un corso d'acqua (come in questo caso) oppure in certi casi la risacca, ossia la corrente che si genera quando l'acqua spinta dalle onde sulla riva ritorna indietro. Le punte dei rombi indicano la direzione verso cui fluisce l'acqua.
Novembre 2012, spiaggia Lido di Fano.
Al termine di una mareggiata la risacca ha lasciato sulla spiaggia un'ampia traccia ramificata.
Accumuli di materiali vegetali (ligara)
Novembre 2012, spiaggia alla foce del T. Arzilla a Fano.
Dopo la piena del corso d'acqua e una mareggiata, le onde hanno accumulato sulla spiaggia resti vegetali (foglie, rami, tronchi e soprattutto materiale sminuzzato) in più linee di colore bruno (in dialetto fanese ligara), ad indicare una forza del moto ondoso di intensità via via decrescente.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 14.11.2012
Ultima modifica: 31.12.2012




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