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Le emergenze naturali del bacino del Metauro

Carta delle emergenze naturali del bacino del Metauro

Elenco degli ambienti naturali e antropizzati della Provincia di Pesaro e Urbino


ACQUE MARINE

Sono state considerate le acque marine costiere prospicienti la Provincia di Pesaro e Urbino per una ampiezza di 65 km verso il largo.

Fondale roccioso costituito da rocce, massi e lembi di fondo sabbioso lungo gli 11 km della costa alta del S. Bartolo (da Pesaro a Gabicce) ampio 20-70 m; moli e scogliere frangiflutti presso riva lungo il resto della costa.
Va da 0 a 3-5 m di profondità; vi si trovano le biocenosi delle Rocce Mediolitorali e delle Alghe Fotofile.
Fondali sabbioso, sabbioso-fangoso e fangoso molto sabbioso costieri (sabbie litorali, sabbie pelitiche e peliti molto sabbiose), con le zoocenosi a Venus e Venus + Owenia (SCACCINI 1967).
Vanno dalla riva a 1-1,5 miglia dalla costa e da 0 a 10-12 m di profondità.
Fondale fangoso-sabbioso con acqua più o meno salmastra
Si trova alla foce dei corsi d’acqua (Arzilla, Metauro e Cesano) e dei porti-canale di Gabicce mare (F. Tavollo), Pesaro (F. Foglia) e Fano (Vallato del Porto alimentato dal F. Metauro).
Fondale fangoso-sabbioso costiero (peliti sabbiose), con le zoocenosi a Venus e Venus + Owenia (SCACCINI 1967).
Va da 1-1,5 a 4,5-7,5 miglia dalla costa e da 10-12 a 18-22 m di profondità.
Fondali fangoso e fangoso-sabbioso (peliti e peliti sabbiose), con la zoocenosi a Turritella (SCACCINI, 1967).
Vanno da 4,5-7,5 a 15-16 miglia dalla costa e da 18-22 a 48-58 m di profondità.
Fondale sabbioso-fangoso (sabbie pelitiche “relitte”), con la zoocenosi a Tellina (SCACCINI, 1967) e fondale fangoso molto sabbioso (peliti con molta sabbia), con la zoocenosi a Turritella (nella facies con esemplari morti quasi esclusivi) (SCACCINI, 1967).
Vanno da 15-17 a 35 miglia dalla costa e da 48-58 a 66 m di profondità.
Queste due biocenosi occupano una vasta zona al centro dell’Adriatico: la biocenosi a Tellina si estende da Ravenna a Giulianova e quella a Turritella da Fano a Giulianova. In esse l’epifauna è abbondante e costituita in prevalenza da spugne, ascidie, attiniari ed ostriche, con l’aggiunta dei detriti provenienti dagli organismi morti. Sono questi i cosiddetti "fondi sporchi” dei pescatori locali, dove la pesca a strascico è difficoltosa e per impedire l’intasamento delle reti si devono usare accorgimenti particolari.

Ambiente pelagico
Comprende le acque libere al largo e presso costa, superficiali o profonde, non immediatamente prossime alla riva e al fondo.

ACQUE DOLCI

Laghi artificiali
Nella Provincia non esistono laghi naturali. Alcuni laghi artificiali, originatisi per l’escavazione della ghiaia, sono situati nelle pianure alluvionali; numerosi laghi e laghetti, usati per l’irrigazione, si trovano nel settore collinare. Altro aspetto è quello degli invasi formatisi a seguito della costruzione di dighe o traverse (Tavernelle, S. Lazzaro e Furlo sul F. Metauro, Mercatale sul F. Foglia)

Stagni
Anch’essi artificiali, possiedono profondità limitata, per cui la vegetazione palustre cresce anche nelle zone centrali. A volte sono costruiti e mantenuti a scopo venatorio.

Pozze, vasche e abbeveratoi
Le pozze hanno estensione e profondità limitata e risentono delle precipitazioni; spesso vengono usate per abbeverare il bestiame.
Vasche ed abbeveratoi sono costruzioni in muratura di piccole dimensioni collegate a sorgenti o fontane, diffuse per lo più nel settore collinare e montano.

Acquitrini
Gli acquitrini si formano in genere nei periodi piovosi, possiedono estensione limitata e scarsissima profondità, per cui si seccano nel periodo estivo. Altre volte sono collegati a sorgenti o a corsi d’acqua che si impaludano. Le piante erbacee ne occupano tutta la superficie.

Fiumi
I fiumi della Provincia (F. Marecchia, F. Conca, F. Foglia, F. Metauro, F. Cesano) possiedono regime torrentizio. Nel basso e medio corso vi si possono distinguere tratti a varia caratterizzazione: con acque correnti, poco profonde e a fondo ghiaioso o ciottoloso; con acque più lente e fondo fangoso; con alveo e rive argillose in erosione; con alveo e rive rocciose calcaree o arenacee, spesso con salti d’acqua e buche; pozze d’acqua e rami laterali con acqua ferma o quasi.

Torrenti, ruscelli, fossi e fossati del settore litoraneo, di pianura e bassa collina
Torrenti e ruscelli hanno dimensioni via via più modeste rispetto ai fiumi, ma alcuni tratti caratteristici analoghi. Fossi e fossati, di origine artificiale, hanno invece caratteri più uniformi. I primi sono presenti nelle zone rurali, i secondi (Vallato del Porto proveniente dal F. Metauro e Canale Albani proveniente dal F. Foglia) sono stati scavati in vicinanza della costa.

Torrenti e ruscelli del settore di media e alta collina e montagna
Nel settore alto-collinare e montano i torrenti, la stessa asta principale dei fiumi e i ruscelli sono caratterizzati da un maggior numero di salti d’acqua e buche; l’alveo ha fondo roccioso scoperto o ingombro di ciottoli, pietre e massi. Nei periodi di magra le buche in alveo contengono pozze di acqua ferma.

FORMAZIONI ERBOSE

Formazioni erbose più o meno igrofile lungo le rive delle acque interne
Lungo le rive di laghi, stagni e corsi d’acqua cresce una vegetazione erbacea più o meno igrofila, di limitata ampiezza, che si raccorda con quella tipica degli ambienti acquatici.

Formazioni erbose da mesofile a xerofile del settore litoraneo, di pianura e bassa collina
Sono situate in campi non più coltivati, ai bordi delle strade, nei tratti all’asciutto degli alvei fluviali dove le piene giungono raramente, su scarpate e altri terreni marginali. Quando la loro origine è legata all'uomo, sono meglio definibili come incolti erbosi.

Formazioni erbose da mesofile a xerofile del settore di media e alta collina e montagna
Vaste praterie si trovano sulla sommità dei principali gruppi montuosi (M. Carpegna, M. di Montiego, M. Nerone, M. Petrano, M. Catria, Monti del Furlo, Monti della Cesana). Queste formazioni possono essere distinte in pascoli, prati-pascoli (quando sono anche periodicamente falciati), prati a rinnovo, pascoli pietrosi e formazioni erbose aride.

BOSCHI, ARBUSTETI E SIEPI

Boschi di latifoglie mesofili e xerofili
Nel settore litoraneo e di bassa collina i boschi sono dei querceti di Roverella più o meno mesofili, ridotti a piccoli lembi superstiti. Nel settore di media e alta collina sono ampiamente presenti i querceti di Roverella nei versanti caldi e i boschi di Carpino nero (ostrieti) e Cerro nei versanti freschi. Nel settore montano superfici molto ampie sono coperte di ostrieti, cerrete, castagneti, faggete nelle parti più alte, ecc. governati a ceduo, mentre i boschi di alto fusto sono di limitata estensione (Faggeta di Pianacquadio sul M. Carpegna, Bosco di Tecchie nella Serra di Burano, faggeta delle Cupaie sul M. Catria e pochi altri). Pure limitati sono i boschi di Leccio, in stazioni calcaree e riparate come le gole rupestri.

Boschi di conifere
Un’abetina di Abies alba spontaneo, di modesta estensione, è presente nell’Alpe della Luna in vicinanza di Bocca Trabaria.
Vasti rimboschimenti di conifere esotiche, soprattutto Pino nero, sono stati effettuati nei settori alto-collinare e montano. I più vecchi hanno assunto la struttura di boschi d’alto fusto. Ricordiamo tra gli altri quelli del M. Carpegna, della Foresta demaniale di M. Vicino sul Candigliano, del M. di Montiego, dei Monti del Furlo e della Cesana.

Boschi ripariali e rive alberate
Nel basso e medio corso dei fiumi crescono boschi igrofili (saliceti, pioppete) e saliceti arbustivi, mentre nell’alto corso le rive sono bordate da boscaglie di salici arbustivi. Per lunghi tratti, a seguito dell’intervento dell’uomo, il bosco ripariale è ridotto a semplici alberature di ridotta ampiezza.

Boschi radi e cedui
I boschi radi rappresentano spesso fasi di degradazione del bosco per eccessivo sfruttamento, in zone dove per di più il suolo è poco favorevole alla crescita degli alberi. Il ceduo è un bosco diradato a seguito di pratiche colturali. In essi sono elevate l’insolazione e l’aridità.

Arbusteti
Gli arbusteti (ginestreti, ginepreti, arbusteti misti) rappresentano spesso fasi della colonizzazione da parte del bosco di campi e pascoli abbandonati. Costituiscono anche il cosiddetto mantello, che si trova al margine delle superfici boscate. Le leccete submediterranee, dislocate nell’Appennino calcareo, hanno spesso l’aspetto di arbusteti.

Siepi e alberature lungo strade e scarpate
Siepi, siepi alberate e alberature sono diffuse particolarmente nella zona collinare, lungo le strade campestri, come limite tra i campi o nelle scarpate.

AMBIENTI CON SUOLO IN PREVALENZA SCOPERTO O IPOGEI

Spiagge marine sabbiose o ghiaiose
Le spiagge sabbiose, del tutto scoperte in prossimità della battigia, presentano una vegetazione alofila che si infittisce allontanandosi dal mare. Le spiagge ghiaiose sono situate in corrispondenza delle foci dei fiumi, Metauro in particolare.

Rive e alvei fluviali all'asciutto, ghiaiosi o sabbiosi
Dove le piene mobilitano i sedimenti, le rive e gli alvei presentano tratti all’asciutto di sedimenti in prevalenza ghiaiosi, ma anche ciottolosi e sabbiosi, privi o quasi di vegetazione.

Falesie costiere
Una falesia costiera viva (cioè ancora soggetta a fenomeni erosivi che ne determinano l’arretramento) è quella situata tra Pesaro e Gabicce. Dove il pendio è meno acclive, la falesia è coperta da un fitto popolamento di Canna del Reno (Arundo plinii).

Zone calanchive
Zone calanchive si trovano nei settori argillosi. I calanchi più caratteristici sono ubicati nei medi e alti bacini del Marecchia, Conca e Foglia.

Zone rocciose e pietraie
Rupi, gole, forre e pietraie sono frequenti nelle catene appenniniche della Provincia, mentre nel settore collinare si trova al massimo qualche scarpata con rocce scoperte. Condizioni analoghe a quelle naturali si determinano nelle cave di pietra, in grado maggiore quando vengono abbandonate.

Grotte e altri ambienti ipogei
Le grotte sono frequenti nella Dorsale Umbro-Marchigiana, caratterizzata da rocce calcaree e fenomeni carsici. Vasti complessi ipogei si trovano nel Massiccio del M.Nerone. Nel resto del territorio provinciale le cavità nel suolo sono prevalentemente artificiali e di modeste dimensioni.

AMBIENTI ANTROPICI E ANTROPIZZATI

Centri abitati
Sotto la definizione di centri abitati viene indicato l’ambiente formato dal complesso di costruzioni e strade che costituisce le città, i paesi e i centri minori.

Periferie urbane, orti, giardini e parchi
L’ambiente della periferia urbana ha edifici più distanziati, intercalati a incolti erbosi, spazi verdi pubblici e un certo numero di orti e giardini.

Edifici isolati, ruderi e muretti a secco
Nelle zone rurali sono frequenti gli edifici isolati, in quelle alto-collinari e montane gli edifici in rovina e i muretti a secco.

Campagna con colture erbacee
Le colture erbacee sono ampiamente diffuse nelle zone di pianura e collinari. Si hanno campi di cereali (grano e avena), colture orticole (cavolfiori e pomodori), sorgo, granoturco, girasole, foraggere (erba medica), ecc.

Campagna con colture legnose
Ben rappresentati nelle zone di pianura e collinari sono anche vigneti, uliveti e frutteti.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 28.08.2005
    Ultima modifica: 16.05.2013

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