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Mercatello sul Metauro: Museo della Chiesa di San Francesco


 

Il Museo della Chiesa di San Francesco è stato creato dal Comune di Mercatello sul Metauro, dalla locale Associazione Pro Loco e dalla Parrocchia S. Veronica Giuliani. Accoglie anche opere provenienti dal resto del territorio mercatellese.

La visita del museo comprende la Chiesa di San Francesco (illustrata nella scheda 16.1.86 Mercatello sul Metauro: Chiesa e Convento di S. Francesco) e passa poi alle sale allestite nell'ex convento e all'esterno dell'edificio.

La prima sala del museo dopo la chiesa era originariamente destinata a sacrestia, delle cui suppellettili rimane solo l'anfora trecentesca ritrovata al di sotto della pavimentazione ed ora collocata nella teca centrale. E' ricca di dipinti ed affreschi strappati, alcuni dei quali di notevole pregia artistico: Annunciazione di anonimo locale del sec. XVII; Madonna col Bambino tra San Sebastiano ed una Santa Martire(1630), attribuito a Giovan Francesco Guerrieri; Battesimo di Gesù (1612) di Claudio Ridolfi; Circoncisione (1586) di Giorgio Picchi; Incoronazione della Vergine e Santi (1574) di Giovan Battista Clarici; Madonna col Bambino, frammento di affresco di pittore marchigiano, dei secoli XIV - XV, staccato nel 1683 dalle pareti della Collegiata, durante i lavori di trasformazione dell'interno; Madonna col Bambino, frammento di affresco (fine secolo XV inizio XVI), opera di ambito umbro-marchigiano, con evidenti caratteri della cultura figurativa derivata dalle opere del Perugino e di Luca Signorelli; Transito della Vergine, di anonimo locale del secolo XVII; Martirio di Santa Caterina (1582 - 1584), di Giorgio Picchi; Martirio di San Bartolomeo (tra 1610 e 1617), di Gian Giacomo Pandolfi; Madonna di Loreto, con la raffigurazione del trasporto della Santa Casa della Vergine fatto dagli Angeli, tela di scuola marchigiana, di influsso baroccesco-ridolfiano; oggetti vari di arte sacra dei secoli XII, XIV, XV.

Dopo aver visitato la prima parte del museo, si entra nella Sala Vero Baldeschi.
Questa, molto ampia, è stata ricavata nell'antico dormitorio dei Minori. Quattordici cellette, sette per lato, si trovavano in questo spazio ed erano raggiungibili attraverso un corridoio centrale illuminato dalla monofora in pietra visibile all'arrivo delle scale. La cella, che la tradizione vuole occupata da S. Bonaventura, fu trasformata in cappella ma, come le altre, è andata perduta a seguito delle modifiche e dei danni apportati dai bombardamenti alleati del 1944.

Per informazioni e visite (aggiornamento al 18-7-2024): tel. 0722-89114.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 31.01.2007
    Ultima modifica: 18.07.2024

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