Le origini del culto di S. Nicolò a Cantiano e la costruzione della chiesa omonima vengono fatte risalire al secolo XI. Secondo alcuni la chiesa è da identificare con l'antico eremo di Lucèoli, ricordato in numerosi scritti, ma di incerta collocazione.

Del vecchio monastero rimangono degli elementi architettonici presenti in chiesa e nella canonica e una memoria del priore Ludovisi (1726) nella quale si sostiene che la chiesa di S. Nicola apparteneva, per tradizione, ai monaci della "Palomba" (detti così dal nome del loro fondatore, il Beato Landolfo Panfili detto "Colombino" ritenuto, secondo la tradizione, il fondatore di Fonte Avellana verso la fine del X secolo), in seguito uniti ai monaci camaldolesi.

Nel 1255 il Podestà Alberto di Firenze, a difesa del borgo di Cantiano, fece elevare una poderosa torre nei pressi della chiesa di S. Nicolò. In seguito il monastero di S. Nicolò, cui era affidata la cura pastorale delle anime, passò sotto l'autorità dell'antica abbazia di S. Angelo di Chiaserna, ma nel 1495 il convento fu soppresso e la chiesa fu conferita ad un sacerdote.

La chiesa attuale risale al XIX secolo e fu rifatta quasi completamente su disegno dell'architetto Giuseppe Fabbri da Fossombrone. La facciata è caratterizzata da un alto zoccolo su cui poggiano due coppie di lesene che sostengono la trabeazione con fregio e il timpano. Al centro l'ingresso è preceduto da una scalinata.

All'interno si possono ammirare un Crocifisso con la Vergine e S. Francesco d'Assisi attribuito a Filippo Bellini di Urbino (1550 ca. – 1603), una Madonna del Rosario, databile alla seconda metà del Cinquecento e attribuita recentemente al pittore Ercole Ramazzani di Arcevia (1539 – 1598). Nell'abside, racchiuso in una cornice dorata, si trova un S. Nicola da Bari, tradizionalmente attribuito a Carlo Maratta (1625 – 1713).

BIBLIOGRAFIA
MAZZACCHERA 1998
PANFILI e TANFULLI 2000