Beni storici e artistici
G.F. Ferri: Arrivo delle Reliquie dei Santi Secondo, Agabito e Giustina
Le due grandi tele furono dipinte da Giovanni Francesco Ferri, pittore pergolese operoso soprattutto nelle Marche, morto nel 1775 in Urbania ove fu al servizio e ospite dei conti Matterozzi-Brancaleoni.
Nella prima opera è narrato il martirio dei Santi Secondo, Agabito e Giustina protettori di Pergola, avvenuto secondo la storia che si perde nella leggenda nel IV secolo ad Amelia.
In primo piano, al centro, San Secondo, soldato romano, sta per essere gettato nel Tevere con al collo la corda fissata ad una macina di mulino. A destra Agabito, soldato romano anch'esso, sta per essere decapitato. A sinistra è Giustina e un soldato dai capelli al vento con la spada sguainata sta portandosi verso di lei. Più indietro il prefetto seduto su di un "tribunale" assiste all'evento indicando la statua di Ercole posta in un tempietto rotondo che i martiri non hanno voluto adorare. Dal cielo giungono due piccoli angeli con gli emblemi del martirio. Un uomo a cavallo, guerrieri in piedi, curiosi e due donne sedute con un bambino assistono alla scena. In lontananza, oltre un muro, compaiono palazzi, campanili, alberi.
Della tela esiste un disegno preparatorio firmato dall'artista che lo eseguì nel 1758, insieme a quello dell'arrivo delle reliquie, su richiesta della comunità di Pergola alla quale spettava occuparsi della cappella dei Santi Protettori all'interno della chiesa di Sant'Agostino (Duomo) e che commissionò al Ferri anche le tele. I disegni eseguiti a sanguigna e acquerello su carta quadrettata (cm.64x56), recentemente restaurati, sono provvisoriamente depositati nella Biblioteca Comunale. Rappresentano una rara testimonianza dell'attività grafica del Ferri che godeva della fama di "ottimo disegnatore".
Nell'Arrivo delle Reliquie il Ferri racconta la traslazione dei corpi dei Santi Protettori (sec. XIII) su di un carro trainato da buoi senza guida che miracolosamente si fermano a Pergola dinanzi alla chiesa di Sant'Agostino, scelta come meta. La via in cui avviene l'evento è piena di gente: gentiluomini e paesani accompagnano l'urna illuminata dal raggio divino. Sullo sfondo è uno scorcio idealizzato della città di Pergola con la porta di Sant'Andrea (abbattuta nel 1686) e con, dietro una muraglia, l'antico campanile di Sant'Andrea (rinnovato nelle forme attuali nel 1927), palazzi e il tiburio della chiesa delle Tinte.
Nelle tele e nei disegni sono evidenti ricordi rinascimentali, in particolare raffaelleschi, richiami a Carlo Cignani, al fabrianese Giuseppe Malatesta e alle grandi composizioni romane settecentesche. Le citazioni classiche attestano la formazione accademica del Ferri che, dopo un probabile apprendistato marchigiano, frequentò a Roma i corsi di pittura all'Accademia di San Luca.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 01.12.2012




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