Beni storici e artistici
Sant'Ippolito (Sorbolongo): Chiesa di S. Maurizio
Le prime notizie storiche riguardanti un luogo di raccoglimento e di preghiera dedicato a San Maurizio sono contenute nelle bolle dei pontefici Pasquale II, Urbano III e Anastasio IV rispettivamente del 1113, 1153, 1187, tutte dello stesso tenore, in cui si specifica che il monastero di SantIppolito con le sue celle, cioè di San Savino con la sua corte di Pratalia, di San Maurizio, di San Michele e di San Damiano ricadeva sotto la giurisdizione del monastero di S. Lorenzo in Campo (cfr. Documenti p. 191 e seguenti su A. VERNARECCI, Del Comune di SantIppolito e degli scalpellini e dei marmisti del luogo e E. PIERUCCI, Luoghi di culto nella valle del Tarugo Le chiese di Sorbolongo e Reforzate, Fossombrone 2005 pp. 58, 59, 60, 61 e 62). In quel periodo esisteva dunque una semplice cella dedicata a San Maurizio, insieme alle altre tre dislocate su quel territorio. In documentazioni successive non si parla più di cella, ma di chiesa intitolata a San Maurizio, divenuta parrocchia dopo il Concilio di Trento, il cui territorio era più esteso di quello di SantAngelo entro le mura. Fra laltro San Maurizio aveva giurisdizione anche su una parte del medesimo castello, per cui maggior benessere economico che ha permesso ai parroci di dotarsi, nel corso dei secoli, di unampia e comoda canonica, abitazione che, oggigiorno, ha forse tratto in inganno alcuni studiosi, i quali lhanno scambiata per la sede di unantica abbadia benedettina. La mappa riportata (del Seicento) ne dà ulteriore conferma, raffigurando la chiesa con il suo imponente campanile di cui restano la base e la parte mediana, come si nota nel disegno.
Emilio Pierucci
La chiesa di S. Maurizio (toponimo riportato in carta IGM) si trova in Comune di Sant'Ippolito, nei pressi del nucleo abitato di Sorbolongo e del locale cimitero.
Ora la chiesa (1999), di proprietà privata, è ridotto in condizioni strutturali molto precarie ed è in attesa di un quanto mai necessario restauro (1).
Pochi anni fa, durante un temporale, cadde un sottile tramezzo che nascondeva una piccola nicchia completamente affrescata.
L'affresco di autore ignoto, sconosciuto fino ad oggi, raffigura un'Annunciazione, eseguita a cavallo tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento.
Il dipinto è suddiviso in due parti: la parte alta rappresenta lo Spirito Santo attorniato da due gruppi di fedeli oranti, a destra gli uomini e a sinistra le donne.
La parte bassa raffigura l'Annunciazione vera e propria, dove l'Angelo e la Madonna assumono un rilievo notevole rispetto alla architettura e alla figura del Padre eterno.
Si denota una compresenza di schemi pittorici tardo-gotici e rinascimentali assieme, come se l'ignoto pittore abbia assimilato, ma mal digerito, le nuove lezioni artistiche che si sviluppavano alla fine del Quattrocento.
Di particolare rilievo le figure dell'Angelo e della Madonna, che si rifanno ad influenze di scuola umbra del
quindicesimo secolo, in particolare al Perugino, per la ricerca di una bellezza ideale totalmente slegata alla realtà terrena nel viso della Madonna, o a Giovanni Santi per la corporeità molto fisicamente strutturata delle due sante
figure in primo piano.
Andrea Belacchi
NOTA DEL CURATORE
(1) L'edificio risulta attualmente (2013) restaurato.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 28.09.2013
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