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Fano: ponte ferroviario sul Metauro

Fano: Ponti e passerelle del T. Arzilla

Fano: Ponte Metauro


- Comune di Fano

- Corso d'acqua attraversato: F. Metauro

- Strada che lo percorre: Strada Statale 16 Adriatica

- Ultimo sopralluogo: 2014

- Riferim. carta: 1:25.000 IGM 110 - III N.O.

PONTE METAURO

L'attuale Ponte Metauro, percorso dalla S.S. Adriatica e ubicato presso la foce, risale al dopoguerra, quando dopo la parziale distruzione ad opera dei bombardamenti degli alleati nel 1944 venne ricostruito secondo la tipologia di quello precedente. Alle sue estremità si trovano quattro grandi colonne in pietra scampate alla distruzione, con aquile e bracieri in bronzo, opera del prof. Mario Urbani, e delle iscrizioni che ricordano la storica battaglia del Metauro tra Romani e Cartaginesi nel 207 a.C.

Subito a monte di Ponte Metauro si vedono sporgere dall'acqua alcune file di mozziconi di pali di legno, resti probabilmente del precedente ponte in legno; i pali sono venuti alla luce a seguito dell'escavazione della ghiaia in alveo, verso il 1980.

NOTIZIE STORICHE

Le prime notizie di un ponte sul Metauro presso la foce risalgono al Medioevo e sono spesso legate al Santuario della Madonna del Ponte che sorge all'estremità verso Fano.
Nell'AMIANI (1751) si legge che Ugone del Cassero, in occasione della prima crociata verso la Palestina del 1096-1099, fece benedire le armi davanti l'immagine della B. Vergine del Metro, ossia la Madonna del Ponte Metauro.

L'AMIANI riporta il testo di una lapide collocata nel chiostro del Convento di S. Domenico in Fano, che riguarda la costruzione nel 1230 di un ponte sul Metauro in prossimità del mare ("A DNI MCCXXX..........ET PONS SU PER METAURO A MARE FACTUS EST"). Inoltre per l'anno 1230 afferma che "finalmente al Metauro verso il Mare si fece un Ponte di Pietra nella strada, che conduce a Sinigaglia, che in progresso di tempo rovinato, fu rifabbricato di Legno l'anno 1319" (1).

Secondo Vincenzo Nolfi il ponte del 1230 era situato un poco più a monte rispetto al Santuario di Madonna del Ponte. In un suo manoscritto (1594 - 1665) (2) si legge: "Anno 1230 Fu la fabbrica di un nuovo Ponte sopra il fiume Metauro di gran commodità alli villaroli e forestieri; era egli in sito più alto e più lontano dal Mare di quello che si trova al presente, imperoché metteva il suo principio sopra una strada che di là della selva conduceva per diritto sentiero alla città e terminava alla Porta di S. Leonardo".

In una lapide con iscrizione gotica posta nella chiesa di Madonna del Ponte (BELOGI 1998, AMIANI 1751) si ricorda che la ricostruzione del ponte nel 1319 avvenne ad opera del maestro di legname Francesco della contrada di San Leonardo, nominato nel 1318 pontiniere a vita.

La carica di pontiniere, di nomina del Consiglio comunale di Fano, comportava la manutenzione del ponte, il controllo della viabilità, la gestione dell'ospedale di S. Maria del Metauro destinato ai viandanti, che sorgeva in prossimità della chiesa, e in seguito anche l'amministrazione dei numerosi beni donati nel 1434 da Donna Gaudiana, vedova del pontiniere Mattiolo Mattei di Fano.

Nel 1452 il ponte in pietra (1) rovinò in seguito a una grande piena e Sigismondo Malatesti ne dispose la ricostruzione. Per rendere più facile nel frattempo l'attraversamento del fiume, ordinò la costruzione di un nuovo ponte in legno con l'assistenza dell'architetto Matteo Nuti di Fano (S. A. S. Fa., A. S. C., Consigli, reg.9, 1451-1452 c. 21 r-v, in FALCIONI 1997 e FALCIONI 1998).
Anche in una carta del '500 dell'ex pirata turco Piri Re'is compare un ponte sul Metauro (in pietra ?), tra le chiese di Sant'Egidio e S. Maria del Ponte (VENTURA 1990).

Alluvioni, danneggiamenti e ricostruzioni del ponte si susseguirono anche nei periodi successivi.

Esiste un documento del 1580 che attesta riparazioni al ponte (S.A.S.Fa., A.S.C., Ponte, 162 c.105r). Nel 1581 Maestro Baldassero (o Baldassarre) Nucci da Jesi venne incaricato di costruire un nuovo ponte al modo di quello del Fiume Esino, il cui primo palo venne posto il 22 agosto del 1581 (S.A.S.Fa., A.S.C., Ponte, 162 (1580) c.93r e 164 (1581) c.73r). Maestro Girolamo Marangone fu inviato a vedere il ponte sul fiume Esino affinchè fosse simile a quello sul Metauro (S.A.S.Fa., A.S.C., Ponte, 164 (1581) c.74r). Altra notizia del ponte da ricostruire si ha nel Manoscritto Bertozzi, Consigli, (1581) 100 c.109., conservato nella Biblioteca Federiciana di Fano.

In una mappa del 1589, dell'ingegnere Guglielmo di Grandi, è raffigurato il "ponte novo di legno". La mappa riguarda il progetto di un porto alla foce del Metauro, poi non realizzato (Biblioteca Federiciana di Fano, Sala manoscritti, Disegni, B3-1).
Poco a monte del ponte, in riva sinistra, si notano indicate in questo disegno le "vestigia del porto vecchio", probabilmente un semplice pontile (3). Dell'attracco di barche che entrate dal mare nel Metauro scaricavano mercanzie si parla nei Codici Malatestiani (S.A.S.Fa., A.S.C., Codici Malatestiani, reg. 3 (1386-1466) c.13r-v, in FALCIONI 1998). Una burchiella (piccola barca) al servizio del ponte viene citata in un documento del 1553 (S.A.S.Fa., Ponte, vol.106, c.36r): " 8 giugno 1553 - Dare bolognini ventitre che sono stati tanti pagati al guercio et a due altri che condussono detta burchiella nella casa di S.Maria al Ponte per conservarla al bisogno del ponte".

Tra le proprietà boscate dalle quali ricavare il legname per le riparazioni del ponte esisteva allora un bosco di querce d'alto fusto situato proprio nei pressi, in riva sinistra, dove ora si trova una pineta di 1,5 ettari sistemata a verde pubblico. L'ubicazione di questo bosco è confermata da alcune carte disegnate dal Manfredi nel 1718, con la dicitura "macchia per servizio del ponte". Anche nella carta topografica IGM del 1894, 110 III N.O., compare il bosco di Madonna Ponte, nella zona dove sorge ora la pineta e con estensione di 3,5 ettari circa. Veniva inoltre usata la "selva di Fontemaggio" presso San Costanzo, per la quale nella metà del Cinquecento gli Ufficiali del Ponte Metauro inviarono suppliche al Governo di Fano affinchè provvedesse più efficacemente ad impedire l'abuso del taglio di legname (FIOCCO 1989).

L'AMIANI (1751) riferisce che nel 1611, a seguito di una pioggia dirottissima, il Metauro in piena rovinò il ponte e provocò danni anche ai mulini di Fano, alla chiusa e al vallato che li alimentava.

L'aspetto del ponte in legno, evidentemente poi ricostruito, risulta da un dipinto del 1635-36 (S. A.S. Fa., A. S. C., Ponte, vol. 235, 1635-1636).

Nel 1744 il conte di Gages, generale dell'esercito spagnolo operante in Italia durante la guerra di successione austriaca, diede fuoco al ponte nel timore di essere raggiunto dagli austriaci (BELOGI 1998).

Nel dicembre del 1846 "caddero acque straordinariamente dirotte, che precipitate dall'Apennino, e dai torrenti del fiume Metauro, fu tale la piena del medesimo, che trasportando furiosamente pietre, ghiaie, e tutto quanto le si parava dinanzi, il ponte non potendo reggere a tant'urto venne troncato. Era seria e di grande dispendio la urgente riparazione, che occorreva. Nè ciò bastava, perchè eseguitosi momentaneamente il riparo per non impedire il passaggio e le comunicazioni, mostravasi evidente la necessità del doversi immediatamente dar opera alla costruzione di un nuovo ponte" (Comparsa difensiva e conclusionale della Congregazione di Carità di Fano contro il Regio Demanio dello Stato avanti il Tribunale Civile di Pesaro, Tip. Sonciniana, Fano, 1885). Un manifeso di avviso d'aste del 1851 documenta la spesa per la ricostruzione del ponte (S.A.S.Fa., A.S.C., Ponte, b.574).

Nel novembre 1896 una nuova grande piena del Metauro ruppe gli argini naturali, allagò le campagne vicine e atterrò per oltre 20 metri il ponte. I disagi per chi transitava lungo la strada provinciale litoranea erano notevoli. Nel 1897 l'Amministrazione provinciale deliberò la ricostruzione di tre stillate e corrispondenti campate del ponte ("Il Gazzettino", periodico amministrativo settimanale di Fano, 1896 nn.36 e 37; 1897 nn.1 e 6). L'aspetto di questo ponte in legno si può desumere da una fotografia dei primi del 1900.

Nell’ottobre 1904 il mal tempo produsse parecchi guasti in città e nelle campagne. Il Ponte Metauro fu rotto dalla forza delle acque accresciute improvvisamente ed a giudicare dai vari oggetti trasportati al mare dalla corrente, come masserizie piante e animali, i danni debbono essere stati nelle campagne vicine rilevanti (“Il Messaggero del Metauro” n. 41 del 13-10-1904).

Nel 1925 venne completato il ponte in muratura, ad opera dell' Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino, poi distrutto nella seconda guerra mondiale. Aveva una lunghezza complessiva di 280 m, con 15 archi a sesto ribassato di 14 m di luce; era ornato alle estremità di quattro grandi pilastri decorati di marmi e bronzi.

LA VISITA A FANO - L’INAUGURAZIONE DEL PONTE SUL METAURO

A un anno di distanza dal trionfale ingresso del Duce che per la Romana Flaminia, proveniente dal campo di Cagli si recava a Pesaro passando dal monumentale Arco di Augusto, l’On. Turati accompagnato dall’On. Riccardi, dall’On. Mariotti e dai componenti della Deputazione Provinciale, dal Prefetto di Pesaro gr. uff. Pugliese e dai maggiori esponenti fascisti, sindacali e politici di questa tenace e laboriosa Provincia, giunge alle 16 a Fano ove sono a riceverlo autorità, associazioni, scuole ed istituti, schierati lungo le vie imbandierate.
Seguito da ininterrotte acclamazioni di oltre 20.000 presenti l’On. Turati percorre Borgo XXI Aprile, Corso Vittorio Emanuele, Via Cavour, Via XX Settembre, e si reca al Metauro per l’inaugurazione del ponte, costruito su progetto dell’Ufficio Tecnico Provinciale e dell’Architetto Urbani della Scuola d’Arte di Pesaro.
Giunto sul posto seguito dalle autorità e da numerosissime personalità di Pesaro e Fano L’On. Turati ha ammirato la magnifica costruzione ed i piloni monumentali alle testate del ponte sui quali sono incise le epigrafi dettate dal Comm. Olmeda Presidente della Deputazione, riportate nella relativa immagine.
La cerimonia si svolge rapidamente. S.E. Mons. Sanchini Vescovo di Fano impartisce la benedizione al ponte e S.E. Turati fra gli applausi dei presenti taglia il nastro che ne chiude l’accesso.

Da: “L’Ora” del 27-8-1927

NOTE:
(1) Nutriamo forti dubbi sull'esistenza di un ponte in pietra alla foce del Metauro, anche se l'AMIANI (1751) ne parla più volte e afferma che "Non vi è dubbio, che vicino al Mare per la strada di Fano a Sinigaglia vi fosse un ponte in pietra, ma di questo le memorie sono assai oscure...".
(2) "Delle notitie historiche sopra la fondatione varietà dè governi e successi memorabili della città di Fano", manoscritto non datato (Biblioteca Federiciana di Fano, Manoscritti Amiani, b.18, c.142).
(3) A questo pontile (oppure ad un altro ponte?) sono forse riferibili una serie di mozziconi di pali (una decina) sporgenti dall'alveo e disposti perpendicolamente ad esso, situati a circa 140 m a monte del Ponte Metauro.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 29.08.2014

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