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Fossombrone: Mulini dell'Acquasanta

Fossombrone: Mulino Bellucci

Fossombrone: Mulini di Ponte dei Saltelli


- Comune di Fossombrone

- Fiume Metauro

- Ubicati in riva sinistra

- Edifici non più esistenti

- Canale di alimentazione non più presente

- Riferim. carta: 1:25.000 IGM 109 II S.E.

- Bibliografia: VERNARECCI 1969

Il Ponte dei Saltelli (Pons Saltellorum) era quello sul Metauro in località S.Lazzaro, impropriamente chiamato Ponte di Diocleziano durante il Fascismo, distrutto dai Tedeschi nel 1944 e ricostruito nel medesimo sito nell'immediato dopoguerra.
Il nome deriva dall'insieme delle cascatelle (= saltelli) che il fiume alimenta verso monte, prima di raggiungere la splendida forra di San Lazzaro.
A monte del ponte, vicino alla confluenza del Fosso di Ponte Rotto nel Metauro, si trovava un'altra forra molto suggestiva chiamata la "gorga rossa", oggi non più visibile perché sommersa dalle acque del lago artificiale generato dalla diga costruita dall'UNES negli anni 1957-59.
I mulini si trovavano dunque fra queste due emergenze ambientali, in un tratto di circa 1 km dove l'alveo non era molto largo, così che diventava più facile e meno costoso costruire sbarramento e vallato rispetto all'investimento necessario per effettuare le stesse opere a Fossombrone.
Probabilmente la briglia di adduzione doveva trovarsi dopo la "gorga rossa" e alimentava tre mulini medievali posti in batteria, due appartamenti a dei privati e uno al monastero benedettino di S.Maurenzo.
La loro ubicazione è indicativa, mentre non lasciano dubbi al riguardo i documenti trecenteschi riportati dal Vernarecci.
Nel 1371 Baldo Zanettoli a nome di Pandolfo Malatesti compra la metà di due mulini del Metauro situati in vocabolo Pontis Saltellorum da Casola di Puccio e dalla moglie Filippa pagandoli rispettivamente 50 e 22 fiorini d'oro (1). Nel 1371 Baldo Zanettoli compra l'altra metà del primo mulino per 50 fiorini d'oro da Donna Caterina del quondam Tardolo Menutoli di Fossombrone (2). Nel 1372 compra 1/4 del secondo mulino al prezzo di 11 fiorini d'oro (3).
I due mulini valevano quindi uno 100 fiorini d'oro e l'altro 44: di conseguenza il secondo doveva essere molto più piccolo e dotato di un minore numero di macine.
Nel 1372 è sempre Pandolfo Malatesti, attraverso il suo procuratore Beccaferro di Vanne, che realizza una straordinaria permuta di terre, case, orti e mulini con il Monastero di S.Maurenzo, dal quale riceve, fra l'altro, terre, selve e mulini posti presso il Ponte dei Saltelli e al quale cede un mulino non ben identificato posto in plano molendinorum (4).
I frati benedettini di S. Maurenzo possedevano dunque almeno un mulino e probabilmente 1/4 del mulino piccolo, se non addirittura un secondo mulino.
Di questi mulini non vi è traccia nel Catasto rustico del 1517, detto di S. Maurenzo, che comprende tutti i territori del districtus, cioè direttamente dipendenti dalla città di Fossombrone, come erano appunto Piancerreto e S. Lazzaro.
Quasi certamente essi furono danneggiati da qualche piena, caddero in disuso perché ormai sostituiti da quelli urbani, che invece vedevano accrescere gli edifici, e vennero abbandonati a se stessi.
In un atto di morte del 1639 appuriamo che "Nicolò di Giulio di Nicolò di Primicilio abitante alla Acqualagna fu ritrovato affogato sopra Ponte Saltelli al Mulinaccio" (5).
Dei tre mulini medievali, uno era ormai ridotto a poca cosa, ma ne restava il nome, degli altri nemmeno quello.

NOTE

(1) A. Vernarecci, Fossombrone dai tempi antichissimi ai nostri, Fossombrone 1969, vol I, p. 316, note.
(2) Ibidem.
(3) Ibidem.
(4) Ivi, pag. 317, note.
(5) Registro dei morti, anni 1637-52, c. 25, in Archivio dei Canonici di Fossombrone.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 22.06.2004

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