Beni storici e artistici
Fossombrone: Mulini dell'Acquasanta
- Comune di Fossombrone
- Alimentati dalla Sorgente dell'Acquasanta, ora captata
- Ubicati in riva sinistra del Metauro
- Quattro edifici disposti in serie, tre trasformati in abitazione, con alcune tracce delle strutture caratteristiche, uno in rovina. L'edificio superiore era adibito a cartiera. Tra gli edifici tracce del canale e di tre bottacci
- Ultimo sopralluogo: luglio 1996 e marzo 1998
- Riferim. carta: 1:25.000 IGM 109 II S.O.
- Toponimo sulla carta 1.25.000 IGM 1948
- Bibliografia: LUCERNA 2007, VERNARECCI 1969
Col nome di Acquasanta si intende ormai da parecchi secoli una località posta a breve distanza dalla piccola frazione di S. Lazzaro di Fossombrone, così chiamata da "una sorgente di acqua famosa, e la migliore, che sia in tutto il territorio" (1). Questa sorgente perenne nasce nel fianco delle Cesane a 169 m.s.m. e dopo un percorso di alcune centinaia di metri si getta nel fiume Metauro a quota 101 m.s.m.
Non sappiamo con esattezza quando essa venne utilizzata per la prima
volta per le attività produttive. E' probabile che il primo sia stato il nobile
forsempronese Ottaviano de' Petrucci (1466-1539), famoso in tutto il mondo per
aver inventato i caratteri mobili della stampa musicale.
Tornato nel 1511 da Venezia a Fossombrone,
per qualche anno vi esercitò l'attività di tipografo e "nel 1520 da un tal
Giambattista Chico s'era comperato a Fossombrone a piè dei monti della Cesana e
sulla via Flaminia alcune terre dette dell'Acqua Santa....là aveva fondato una
cartiera che diede molti guadagni e durò finoltre il mezzo del secolo XIX"
(2).
Il Petrucci dovette costruire la cartiera
subito, dato che nel 1523 ne rivendeva la metà con tutte le sue pertinenze
(corso d'acqua, il circostante terreno, alberi ecc...) al nobile Gianfrancesco
di Paolo di Guido Passionei da Urbino per la somma di 140 fiorini (3). Nel 1533
egli vendette ugualmente a Gianfrancesco Passionei l'altra metà della cartiera
per 150 fiorini (4).
La cartiera dei Passionei venne affidata a
dei cottimari, fra i quali ricordiamo la famiglia Ingegneri, famosi e accorti
librai vissuti in Fossombrone fra il XVI e il XVII secolo.
Per la verità nacque una controversia fra
i Passionei e i Ridolfi (nobili mercanti della lana di Fossombrone), conclusasi
con la vittoria apparente del vescovo perché parte delle terre erano
enfiteutiche, appartenenti cioè alla mensa vescovile, ma in realtà i Passionei
continuarono a godere della cartiera fino alla loro estinzione, avvenuta con Ludovico
(1797).
L'edificio venne poi dato in affitto
perpetuo alla Cappella del S.S.Sacramento di Urbino fino al 1862, anno in cui
venne venduto e destinato ad altre attività (5).
Il profilo del ruscello permetteva di impiantare a valle della cartiera una
serie di mulini in batteria, che potevano recuperare uno l'acqua dall'altro:
infatti, una volta azionate le pale del ritrecine, essa era rilasciata e veniva
raccolta in una capiente gora priva di vallato.
Nessun mulino risulta costruito agli inizi
del XVII secolo, mentre nel 1770 erano già in funzione i due mulini a grano
posti verso il monte delle Cesane; un terzo, pur riportato in mappa,
corrisponde ad "una cominciata, e non compiuta fabbrica di un altro Mulino
a grano" posta fra la strada Flaminia e il fiume Metauro.
L'attività dei tre mulini continuò fino alla Prima Guerra Mondiale
allorché il comune di Fossombrone captò questa importante sorgente per
soddisfare i bisogni idrici della città.
Agli antichi proprietari fu lasciato
l'usufrutto di "una penna d'acqua", ma in gravi difficoltà si
ritrovarono "i lavandai, che traevano i mezzi necessari alla loro
esistenza dalla lavatura dei panni cittadini". Questa attività era stata
"facilitata dalla presenza di alcuni molini, nelle gore dei quali gli abitanti
trovavano l'acqua necessaria al loro lavoro" (6).
Per permettere ai lavandai di poter
continuare nella loro dura fatica, l'amministrazione comunale guidata dal
sindaco socialista Sassi decideva nell'ottobre del 1920 di costruire un
lavatoio coperto e chiudibile per la somma complessiva di £ 32.000.
Un cabreo a colori del 1770 contiene anche una descrizione, dove viene ricordata la presenza di "una sorgente di acqua famosa, e la migliore che sia in tutto il territorio, detta l'Acquasanta".
La descrizione precisa che "una Cartiera, e due Molini a grano volta l'acqua della sorgente suddetta, tutto descritto in pianta al n°14", mentre si trova al n°12 "una cominciata e non compita fabbrica di un altro Molino a grano", cioè quello situato fra la strada Flaminia e il sottostante fiume Metauro.
NOTE
(1) Scritta riportata nella "mappa della contrada di S.Lazzaro" del 1770, presente nell'Archivio storico comunale di Fossombrone.
(2) A.Vernarecci, Fossombrone dai tempi antichissimi ai nostri, Fossombrone 1969, vol.II, pag.211.
(3) "Processus inter DD.De Passio.is et D.m Rodulphum super Cartaria Aquae Sanctae", manoscritto dell'Archivio Vernarecci di Fossombrone.
(4) Ivi.
(5) Franco Mariani, Ottaviano Petrucci, inventore della stampa della musica a caratteri mobili, in Cultura e Scuola, n.125, gennaio-marzo 1993.
(6) Relazione dell'Ufficio Tecnico Comunale che giustificava l'urgenza dell'intervento e la non esigua somma necessaria per realizzarlo.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 21.06.2009




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