Beni storici e artistici
Fano: Impianto idroelettrico della Liscia
- Comune di Fano
- Fiume Metauro
- Ubicato in corrispondenza del salto d'acqua della "Liscia", dal quale si alimenta, nell'area dove in precedenza esisteva il Mulino della Liscia o del Tabacco.
Questo impianto ha la traversa che lo alimenta situata lungo il Metauro
poco più a valle dello scarico della centrale di Cerbara. Qui si può notare la
presenza di blocchi frangiflutto installati dall'ENEL per evitare lo
scardinamento dell'opera, a causa dell'eccessivo abbassamento del fondo
fluviale prodotto dallo sconsiderato prelievo di ghiaia, con l'inevitabile
messa a nudo dei sottostanti strati argillosi.
Il canale, detto Vallato del Porto o
Canale Albani, ha una lunghezza di circa 10 km. Gli ultimi 500 m hanno gli
argini in calcestruzzo e costituiscono la cosiddetta vasca di carico, munita
nella parte terminale di tre scaricatori "Gregoretti" autolivellanti,
capaci di evitare l'innalzamento del livello dell'acqua, scaricandola
direttamente alla base del bacino.
Con la ricostruzione e le modifiche del
1950, la centrale si presenta così come la vediamo oggi e cioè con tre gruppi
di generazione, che utilizzano un dislivello effettivo di 12,3 m. Due gruppi
sono ad asse orizzontale muniti di turbina Francis della potenza effettiva di
360 kW ciascuna, con portata di 3.500 litri/sec alla velocità di 600 giri/min;
i generatori collegati hanno, ciascuno, una potenza di 400 kW.
Il terzo gruppo è costituito da una
turbina Kaplan ad asse verticale e passo variabile delle pale, capace di una
potenza effettiva di 370 kW con una portata di 3.500 litri/sec e 600 giri/min.
Ad essa è collegato un generatore elettrico della potenza di 400 kW.
Nel 1983-84, l'ENEL vi ha eseguito dei
lavori per la completa automazione della centrale che oggi viene comandata da
Ascoli Piceno tramite onde radio, utilizzando i ripetitori di servizio della
società. Inoltre all'interno della centrale sono state sostituite le vecchie ed
ingombranti eccitatrici coassiali, che servono a generare il flusso magnetico
negli alternatori, con moderni sistemi statici, in corrente continua che
utilizzano direttamente l'energia di rete.
Dopo due anni di funzionamento, la
centrale si è ripagata da sola questi interventi.
La potenza massima fornita dall'impianto è
di 1020 kW, con una produzione annuale di 4,5 milioni di kWh.
NOTIZIE STORICHE
Questo impianto, come quello della Cerbara e della Sacca più a monte,
era di proprietà della Nobil Casa Albani.
A causa dei continui disservizi sulla
linea elettrica da 60 kW, che forniva la città di Fano
direttamente dal Tronto, l'UNES studiò la
possibilità di utilizzare il salto della Liscia
sin dal 1915. La Casa Albani concesse l'uso delle opere alla
società elettrica per 30 anni a partire dal 1917, ma solo nel 1920
fu fatta la richiesta al Ministero dei LL.
PP., in quanto le acque del canale del porto risultavano pubbliche.
Fu quindi realizzato l'ultimo tratto del
canale in calcestruzzo per ottenere la vasca di carico, che di fatto è quella
che oggi vediamo. Nella centrale furono montati tre gruppi orizzontali, con
generatori capaci ciascuno di erogare una potenza di
270 kW a 3.600 volts. Questa centrale attenuò di molto i
disservizi sulla fornitura elettrica.
Con gli eventi bellici fu seriamente
danneggiata nel 1944 e ricostruita nel 1950.
LA LISCIA
Da: La Concordia - Settimanale popolare n. 24 dell8-8-1919Per la bella caduta d' acqua che da diversi secoli formava una spiccata caratteristica della nostra Fano, si apre una nova era. La Liscia, pur conservando la sua struttura, come oggi si trova, cambia il suo indirizzo e si volge, dopo tanti desideri contrastati, verso un avvenire fecondo di bene, riversando su la nostra città una nuova onda di energia e di vita.
La scienza moderna applicata all'industria ha saputo efficacemente trasformare la poderosa dinamica dell'acqua in precipizio nella meravigliosa energia elettrica dalla multiforme attività, produttrice di calore, di luce, di lavoro.
La penuria del carbon fossile, che è il pane nero alimentatore delle motrici a vapore, ha fatto volgere l'attenzione verso le rapide, le cadute e i salti dei nostri numerosi corsi di acqua, naturali o artificiali, che diventarono il prezioso carbone bianco capacissimo di supplire il carbone fossile che manca.
Il motore elettrico, piccolo, forte, non ingombrante, di facile manovra, di facile manutenzione ha fatto rivoluzionare da tempo la moderna industria, sopprimendo numerosi motori a vapore, passando per una vasta gamma di forze, da un centesimo di cavallo a parecchie centinaia di Cavalli-forza.
Con profondo dispiacere, da molti anni, abbiamo, noi fanesi moderni, assistito allo sperpero di energia che si perdeva lungo la Liscia e vedendo affogar nel porto l'argento - diremmo l'oro - che portava seco l'acqua spumeggiante che mugghiava sotto il ponte.
Ora questo stato di cose, questo danno reale, questa colpa che ci è stata rimproverata, come se fosse per nostra ignavia, da molti forestieri che venivano da regioni più attive della nostra, cesserà.
Oggi l'Unione Imprese Elettriche lavora con encomiabile alacrità, a fianco della Liscia ed opera la trasformazione della caduta d'acqua carpendo da ogni goccia la sua energia benefica perchè nulla dev'essere perduto.
La presa del Canale Albani viene modificata in modo che possa riscuotere tutta l'acqua del Metauro durante i periodi di massima magra.
Per questo scopo le due sponde vengono rialzate e rinforzate.
La caduta si effettuerà alla sponda destra presso la Liscia e sarà verticale. La Liscia resterà e funzionerà da Canale di scarico dell'eccedenza d'acqua, nei periodi invernali di massima grassa.
Così nulla vien tolto all'estetica dell'antica cascata.
Il salto raggiungerà metri 12.06 di altezza con una portata oscillante fra i 5 metri cubi e i 15 nei due periodi di grassa o di magra.
L'acqua cadente, convogliata nei grandi tubi, incontrerà verso la metà del salto, tre turbine le quali così montate funzioneranno a pressione e ad aspirazione. Sull'asse medesimo delle turbine saranno calettati tre alternatori per corrente trifasica, assorbenti una forza di 400 cavalli ciascuno.
Così si potranno riscuotere tra i 600 e i 1500 cavalli di forza, a tenore dei periodi di grassa o di magra e questa forza potrà, a prezzo molto mite, rovesciarsi nella città sotto forma di luce, di calore, di energia meccanica, donando alla nostra Fano un nuovo impulso di vita moderna, feconda di benessere sociale.
Scarpellini
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 03.01.2008
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