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Pesca con la nassa per seppie e il cestello per bomboli...

Bibliografia sulla pesca in mare (aggiornata al 1998)

Pesca subacquea dei bivalvi di fondo sabbioso


La pesca subacquea dei molluschi bivalvi dei fondali sabbiosi è praticata nelle acque marine di Fano dal 1960 circa.
Questo tipo di pesca viene fatta in snorkeling, cioè usando un tubo di gomma (detto snorkel o areatore di superficie) attraverso il quale è possibile respirare mantenendo il viso immerso senza essere costretti ad alzare la testa dall'acqua. L'attrezzatura è poco ingombrante, si utilizza maschera subacquea con tubo, pinne e retino agganciato al collo per la raccolta dei molluschi pescati. Va precisato che per chi pratica l'immersione subacquea è obbligatorio l'uso del pallone segna sub con bandierina visibile a 300 metri.
Il periodo utile per questo tipo di pesca va da giugno a settembre ma si allunga sensibilmente se si utilizza la muta subacquea.

I bivalvi che sono oggetto di questa pesca sono soprattutto i "cannelli" (detti in italiano Cannolicchi). Questi molluschi presentano una conchiglia molto lunga (12-13 cm), diritta, tubiforme e aperta alle due estremità. Dall'estremità inferiore sporge il grosso piede, da quella superiore i sifoni riuniti. I Cannelli scavano perpendicolarmente alla superficie gallerie nella sabbia fangosa sino a quasi un metro di profondità, e in queste possono ritirarsi in caso di pericolo con l'aiuto del piede molto estensibile.
I cannelli presenti nei fondali sabbiosi fanesi appartengono a due distinte specie: Ensis minor, la più pregiata, e Solen marginatus, quest'ultima detta localmente "Schiavone".
Le differenze tra le due specie sono le seguenti:
- gastronomiche: la prima, più pregiata, ha le carni meno dure;
- anatomiche: nella prima il piede costituisce la maggior parte del corpo;
- ecologiche: la prima predilige un fondale sabbioso mentre gli "Schiavoni" preferiscono una maggior presenza di fango;
- morfologiche: oltre ad essere diversa la colorazione della conchiglia (giallo-bruna nel Solen marginatus, più tendente al rosa nell'Ensis minor), un occhio attento nota pure un differente aspetto dei sifoni. I sifoni delle due specie di Cannelli sono uno perfettamente circolare e dotato di una serie di raggi, l'altro leggermente ellissoidale. I sifoni degli "Schiavoni" hanno l'interno più scuro mentre quelli di Ensis minor hanno una colorazione chiara che meglio si mimetizza col fondale sabbioso);
- etologiche: negli "Schiavoni" i sifoni possono trovarsi leggermente al di sopra del livello della sabbia o, se in allarme, leggermente infossati in una piccola depressione del fondale sabbioso. Nell'altra specie i sifoni sono sempre allo stesso livello del fondale anche quando sono il allarme; quando ciò accade i sifoni si chiudono, uno quasi scompare l'altro si trasforma in un piccola macchia circolare grigiastra. A volte intorno a questa macchia sono presenti delle piccole crepe sulla superficie sabbiosa circostante.

Tecniche di pesca

La pesca si effettua prevalentemente ad una profondità che va da 2 a 4 metri. Il pescatore (o è più giusto dire "raccoglitore") subacqueo individua la presenza dei molluschi eduli sepolti nella sabbia osservandone i sifoni (detti localmente "occhi") fuoriuscire dal fondale sabbioso. Solo quando le condizioni di limpidezza dell'acqua lo permettono, l'osservazione dei sifoni avviene mentre il pescatore nuota sulla superficie dell'acqua; più frequentemente la visibilità delle nostre acque marine è inferiore ai 2-4 metri ed il subacqueo individua i sifoni direttamente durante l'immersione in apnea.

La pesca del cannello Ensis minor avviene in questa maniera: una volta individuati i sifoni, il pescatore ferma rapidamente il cannello in superficie spingendolo lateralmente con il dito indice; subito dopo stringe la conchiglia dalla parte opposta con il pollice (è importante evitare di stringere la conchiglia dalla parte tagliente delle lamelle). A questo punto il subacqueo deve iniziare a tirare il mollusco verso l'alto contrastando l'azione del piede del mollusco che spinge verso il basso; ciò deve avvenire delicatamente in quanto i cannelli hanno la capacità di abbandonare la propria conchiglia, pertanto un movimento affrettato lascerebbe nelle mani del subacqueo solamente un guscio vuoto. Questo tipo di pesca si effettua con il corpo del subacqueo a testa in giù mantenuto in verticale grazie al movimento con le pinne che contrasta la spinta positiva che il corpo riceve in acqua di mare. Per ottimizzare la pesca, fiato permettendo, il subacqueo mentre è impegnato nella cattura del cannello cercherà di individuarne un altro e catturarlo utilizzando l'altra mano, in tal modo nella stessa immersione è possibile catturare anche fino a 3 o 4 esemplari.
I tempi di reazione al tentativo di cattura sono più brevi negli "Schiavoni" per cui spesso questa specie o non viene pescata oppure si utilizza un lungo "ferro" (70-80 cm) appuntito ad un'estremità. Il "ferro" va inserito nel canale scavato dal mollusco per quasi tutta la sua lunghezza infilzando il cannello.

Molto meno complesse sono le modalità di cattura degli altri molluschi eduli che si nascondono a pochi centimetri sotto la superficie della sabbia. L'identificazione delle specie attraverso l'osservazione dei sifoni permette di effettuare una pesca "selettiva", eventualmente evitando le specie meno pregiate:

Vongola (Chamelea gallina) detta "Purassa" e Vongola dorata (Paphia aurea). I sifoni delle Vongole sono ovali, a volte quasi completamente chiusi;

Cuore (Acanthocardia sp.pl.). Ovali sono pure i sifoni dei Cuori, ma di dimensioni maggiori rispetto a quelli delle vongole; uno dei due è attraversato da dei raggi;

Scafarca (Scapharca inaequivalvis), i cui sifoni hanno all'incirca le stesse dimensioni di quelle del Cuore ma presentano i margini irregolari;

Madia bianca o Mattra (Macra stultorum) denominata "Pisciotta", i cui sifoni sono molto ravvicinati ed entrambi circolari;

Calcinello (Donax semistriatus). I sifoni del Calcinello sono così piccoli da essere appena percettibili;

Vongola filippina (Ruditapes philippinarum), rinvenuta occasionalmente in fondali particolarmente fangosi (ad esempio tra Pesaro e Fosso Sejore). Rispetto agli altri bivalvi si nasconde ad una maggior profondità;

Pharus legumen, eccezionalmente vengono rinvenuti esemplari di questa specie.

A partire dal 2000 circa la Capitaneria di Porto di Fano, attraverso un'ordinanza, ha vietato la pesca subacquea di questi molluschi.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 15.11.2011

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