Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carnevale di Fano - Edizione 1948

Carnevale di Fano - Edizione 1950

Carnevale di Fano - Edizione 1949


PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI:
GIOVEDÌ 24 FEBBRAIO ore 15
Ricevimento del Carnevale
e corteo di circostanza

DOMENICA 27 FEBBRAIO ore 19
Mostra dei Negozi e delle Vetrine
con ricchi premi

LUNEDÌ 28 FEBBRAIO AL POLITEAMA CESARE ROSSI
GRANDE VEGLIONE IN MASCHERA
ORCHESTRA BORDONI
Premi per L. 150.000

MARTEDÌ 1° MARZO ore 14,30
TRADIZIONALE
CORSO MASCHERATO
ore 19,30
LUMINARIA - APOTEOSI E CREMAZIONE DEL CARNEVALE
Premi per L. 1.500.000
(INGRESSO L. 200)
ore 15,30 e 20,30 BALLO POPOLARE al Politeama Cesare Rossi

Da: Biblioteca Federiciana di Fano - Fondo Selvelli

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SOCIETÀ' CARNEVALESCA - FANO
Lunedì 28 febbraio 1949 - ore 21
al POLITEAMA "CESARE ROSSI"
GRANDE VEGLIONE IN MASCHERA
ORCHESTRA BORDONI
PREMI alle mascherate composte di almeno otto persone:
PRIMO PREMIO L. 60.000
SECONDO PREMIO » 45000
TERZO PREMIO » 30.000
Alle migliori maschere in coppie od isolate VISTOSI PREMI

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Art. 1 - Il veglione è per soli Soci. Le iscrizioni a Socio si ricevono presso la CIT
Art. 2 - Dopo il 25 febbraio 1949 non si accettano iscrizioni a Socio ordinario, ma soltanto a Socio sostenitore.
Art. 3 - II prezzo del biglietto d'ingresso al veglione sociale è di L. 100: il biglietto non sarà rilasciato ai Soci che non sono in regola con le quote.
Art. 4 - Ogni Socio può acquistare non più di due biglietti per donna al prezzo di L. 100 ciascuno.
Art. 5 - I biglietti per donna non saranno validi se non porteranno la firma del Socio che li rilascia.
Art. 6 - E' severamente proibito l'ingresso ai ragazzi di età inferiore ai 13 anni.
Art. 7 - Il Socio o la donna in maschera, oltre a presentare il proprio biglietto d'ingresso, dovrà sottoporsi al controllo e al riconoscimento da apposita Commissione.
Art. 8 - Le mascherate e le maschere che intendono concorrere ai premi dovranno iscriversi presso la Direzione della Società, comunicando il soggetto e il numero dei componenti la mascherata non oltre le ore 12 del 12 febbraio ed entrare in teatro non più tardi delle ore 23.
Art. 9 - I premi saranno conferiti da una giuria. I concorrenti per aver diritto al premio dovranno raggiungere il minimo di punteggio fissato dal regolamento che è a disposizione degli interessati presso la Segreteria della Carnevalesca.
Il verdetto sarà notìficato alle ore 11 del 2 marzo al Politeama.
È PRESCRITTO L'ABITO SCURO
È ASSOLUTAMENTE PROIBITO IL GETTO DI MATERIE
DANNOSE ALLE COSE E PERICOLOSE ALLE PERSONE

Da: Biblioteca Federiciana di Fano - Fondo Selvelli

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El "CANTON" ha preparato
un gran carro mascherato
con su tante marionette
le più tipiche e più schiette
dell'Italia, bel paese
lieto, artistico, cortese.

Lì vedrete CORALLINA
e la pura COLOMBINA
e ROSAURA, rosa d'oro:
tre bellezze, un gran tesoro.
E' di Bergamo ARLECCHINO
STENTERELLO fiorentino,
di Venezia PANTALONE
e il dottor BALANZONE,
di Bologna la gran Scienza.
Noterete la presenza
di GIANDUIA dal codino
gran beone di Torino,
l'incostante PULCINELLA
ed il veneto BRIGHELLA,
MENEGHINO milanese
con le calze a righe accese,
di Salerno COVIELLO,
CAPITAN SPAVENTA, il bello.

Tutti questi voi vedrete
se attenti guarderete,
con la balia ed il soldato
col "giamblan„ e il vicinato
il teatro che oggi espone
il gran carro del "CANTONE"

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CARRO DEL CANTON
INNO
Musica del M.° A. Marini

Viva! Viva !

Viva el' Canton

El' Canton dè l'alegria
è na bona cumpagnia
divertì farà ben bnin
ma i giuvnott e i ragasin

Evviva

El' Canton d'la facia franca
che en nota in tl'abundansa
ve tirarà i... ! mandulon

Viva el car del Canton

Da: Biblioteca Federiciana di Fano - Fondo Selvelli

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Fano ha pensato al carnevale
non dimentichi il concerto cittadino
(s.b.) - Approssimandosi la data delle eccezionali feste carnevalesche fanesi, che saranno, come annunciato, superiori assai di quelle famose di un ventennio addietro, i cittadini, quelli che sono in grado di rammentare le manifestazioni svoltesi parecchi decenni addietro, si domandano meravigliati e quasi indignati: ma perchè non abbiamo più la banda? Una città come Fano, che sempre ha vantato un complesso musicale di primo ordine, che ha animato sempre ogni manifestazione pubblica cittadina, che ha sempre trascinato il popolo ad entusiasmi, deve essere priva della banda?

Da tanti anni il concerto musicale si è sciolto, perchè non sorretto da alcuno.

Ora invece si sente più che mai la necessità della banda. E appunto in queste prossime feste del carnevale la mancanza del concerto cittadino è da tutti deplorata. Si dice che si racimolerà qualche elemento per formare un gruppetto di bandisti. Cosa buona, ma sempre inadeguata.

Eppure la banda cittadina deve risorgere. Tutti lo dicono, tutti lo vogliono.

Ci si racconta che anche alla fine dell'altra guerra, nel 1919, la banda finì; ma per volontà di pochi animosi la banda risorse in pieno. Era allora segretario del Concerto, l'ottimo Alceo Casanova; egli non si scoraggiò per l'enormità delle difficoltà che si frapponevano per ripristinare al banda, tanto che, in breve tempo, sorretto da qualche buon amico, trovò il denaro necessario e la banda tornò in pieno a rallegrare il popolo, a educarne lo spirito.

E allora si deve ritornare da capo: se il complesso bandistico risorse dopo l'altra guerra anche ora deve risorgere.

La città di Fano vanta istituzioni superbe: tutte debbono contribuire. La categoria dei commercianti non dovrà disinteressarsi; così gli industriali, gli abbienti, tutte le gradazioni sociali, naturalmente nelle possibilità, dovranno rispondere all'appello.

Risolto il principale problema che è quello del denaro, si può essere certi che la istituzione di un nuovo corpo bandistico sarà un fatto compiuto.

Intanto preme la costituzione di un gruppo di animosi per formare una commissione. Questo è il primo passo per la grande mèta.

Da: Giornale dell'Emilia del 10/2/1949

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Preludio storico colorato e sonoro alla “sette giorni” del carnevale di Fano
Il carnevale s’è iniziato, quest’anno, con un’onda piena di primizie; pare che, in questo tempo di ambienti riscaldati e di pingui cene, tra spassi e veglie e buffi travestimenti, disordinatamente ma compiutamente tradizionali, si senta già come un prurito di stagione imminente, che mette nelle vene un’ebbrezza quasi primaverile.
Passano per le strade le prime mascherine; hanno un’aria buffa, scanzonata, danno un motivo di vivacità, un senso di allegria. Sembra che ognuna di esse acquisti un’anima, una personalità indipendente, caratteristica e a risalirne le origini, fino alle più remote antichità, quando la maschera serviva a discacciar gli spiriti malefici c’è da ritrovare via via, nella discesa dei tempi, motivi più semplici di passione, di satira che, nel teatro, nella commedia dell’arte, ebbero toni di alta e potente espressività.

Ma, per noi, le maschere hanno il puro significato carnevalesco; sia Gianduia o Mengone; Arlecchino o Brighella, Beppe Nappa o Sandrone, Bellanzone o Stenterello; Battocchio o Meneghino; Pantalone o Pulcinella, Tartaglia, Scaramuccia; a noi ritornano con la semplicità fuggevole del sorriso, con un brivido di gioia e con una voglia matta di frittelle e castagnole affogate nello strutto.
Il carnevale di oggi, il nostro carnevale, senza certi antichi fasti, apre una parentesi – diciamo lieta – nel continuo assillo della vita. Così la tradizione di indiscutibile continuità storica - chè il burlesco personaggio, non è che il discendente dell’antico re dei Saturnali – ogni anno si rinnova in una espressione di umorismo e d’arte, e fra le città che la esaltano, come Nizza, Ivrea, Milano, Viareggio è Fano.
Fano ha già un nome, s’è fatta un nome col “carnevale” che l’Ente provinciale del Turismo, inserisce fra le più suggestive manifestazioni di folclore e che dopo la dolorosa parentesi della guerra, ha ripreso a festeggiare pubblicamente.

La città è in piena preparazione; l’artigianato lavora gelosamente attorno ai mastodontici carri e gli annunci che la vecchia ed onorata Società carnevalesca lancia a ripetizione, sono motivo della più febbrile attesa per l’imminente rassegna folcloristica, nella ridente Fano marina, i cui mattinali luminosi, fra intrichi di vele e colli spalancati sul mare, sembrano creare il genio del bello, nel rigoglio di questa terra della Fortuna, che ha voce di onde e di messi.< br> Il Carnevale di Fano durerà sette giorni; il manifesto pubblicitario sarà lanciato prossimamente in tutta italia e a grandi tinte, da una grande casa umbra, che probabilmente interverrà al “corso” con la dovizia dei suoi prodotti e in tutta la suggestiva poesia della parata policroma.
Ingresso e ricevimento del Pupo carnevalesco (un noto artista comico italiano?), giovedì 24 ad ore 15. Mostra nei negozi, concerto vocale e strumentale, serata della canzone, veglionissimo in maschera, gran corso mascherato (martedì 1 marzo alle ore 14); fuochi d’artificio e cremazione del burlesco personaggio.
Questo, lo svolgimento delle manifestazioni del carnevale di Fano. I forestieri, il cui arrivo è segnalato da ogni parte, saranno agevolati da particolari facilitazioni ferroviarie e da speciali servizi automobilistici di gran turismo.
Intanto s’avverte dappertutto un preludio concertato ai “sette giorni”.

Federico Moscioni

Da: Giornale dell’Emilia del 16/2/1949

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I "SETTE GIORNI" DEL CARNEVALE DI FANO
FANO, febbraio — Passano per le strade di sotto a le finestre le mascherine, avvisaglie briose di prossimi cortei, di sfilate di carri allegorici e l'aria è rotta dal clamore delle risa; un nugolo di ragazzi dietro a far chiasso ed a tener bordone e ogni tanto una gragnola di confetti su qualche saracinesca abbassata.

Hanno un'aria scanzonata, danno un tono di allegria, il loro arrivo è come il richiamo di una pausa breve di stagione, che rievoca ricordi e mette buonumore. Sembra che ognuna di esse acquisti un'anima, una personalità indipendente, caratteristica, e a risalirne le origini, fino alle più remote antichità, quando la maschera serviva per discacciar gli spiriti malefici, c’è da ritrovare via via, nella discesa dei tempi, motivi più semplici, motivi imitativi di amore, di passione, di satira, che, della commedia dell’arte, ebbero toni di alta e potente espressività.

Ma per noi le maschere hanno il puro significato carnevalesco: sia Gianduia o Mengone, Belle Nappa o Brighella, Arlecchino o Battoccio, Balanzone o Stenterello, Pantalone o Pulcinella, Tartaglia, Scaramuccia; a noi ritornano con la semplicità fuggevole del sorriso, con un brivido di gioia e con una voglia matta di frittelle e castagnole affogate nello strutto.

Nel mezzogiorno d'Italia si aspetta il giovedì «muzzillo», quello che in Toscana si chiama «berlingaccino»; nella Sicilia il lunedì e martedì grasso erano chiamata i «giorni del pecoraio», perchè si dice che il Signore li concedesse al pastorello, giunto troppo tardi ai divertimenti della domenica; in Calabria c'è ancora l’uso di menare in giro, in groppa a un somaro, chiunque venga sorpreso a lavorare; nelle valli del Trentino, polenta e latte, sulle piazze dei paesi, per la gran sagra del giovedì «da grasso».

Epoche lontane ed altri tempi, rievocano, in un'apoteosi di gloria, il carnevale di Venezia; il Doge, la Signoria, il Senato, gli Ambasciatori, intervenivano alle feste popolari del giovedì grasso che si celebrava con l'immolazione del toro, col volo di un uomo con la moresca. In Firenze, col favore dei Medici i festeggiamenti si svolgevano in forma grandiosa, con mascherate ai carri accompagnati da canti carnascialeschi; a Torino, tornei, cavalcate e riproduzioni di avvenimenti storici avevano luogo al «gir» e vi partecipava la Corte.

Ma il carnevale di oggi, il nostro carnevale, è senza fasti, apre una parentesi — diciamo lieta — nel continuo assillo della vita, così la tradizione di indiscutibile continuità storica — chè il burlesco personaggio, non è che il discendente dell'antico re dei Saturnali — ogni anno si rinnova in una espressione di umorismo e di arte e fra le diverse città che la esaltano, come Nizza, Ivrea; Milano, Viareggio, è Fano.

Fano ha già un nome, s'è fatta un nome col carnevale che l'Ente Provinciale del Turismo, inserisce fra le più suggestive manifestazioni di folclore e che dopo la triste e dolorosa parentesi della guerra, ha ripreso a festeggiare pubblicamente.

La città è in piena preparazione, l'artigianato arguto e silenzioso, lavora gelosamente attorno ai mastodontici «carri» e gli annunci che la vecchia e onorata Società Carnevalesca lancia a ripetizione, sono motivo della più febbrile attesa per la imminente rassegna folcloristica, nella ridente Fano marina, i cui mattinali luminosi, fra intrighi di vele e colli spalancati sul mare, sembrano creare il genio del bello nel rigoglio di questa terra della «Fortuna» che ha voce di onde e di messi.

Il Carnevale di Fano durerà sette giorni: il manifesto pubblicitario è stato già lanciato in tutta Italia.

Ingresso e ricevimento del Pupo carnevalesco: giovedì 24 corr. ad ore 15 — Mostra dei negozi — Concerto vocale- strumentale — Serata della Canzone — Veglionissimo in Maschera — Gran Corso Mascherato: martedì 1 marzo a ore 14, con fuochi d'artificio, apoteosi, cremazione e ballo popolare.

Questo, in succinto e per ordine, lo svolgimento delle manifestazioni fanesi, che per i forestieri, il cui arrivo è segnalato da ogni parte della Penisola, saranno agevolate da particolari facilitazioni ferroviarie e da speciali servizi di gran turismo.

Intanto, s'avverte dappertutto come un vero e proprio preludio concertato ai «sette giorni» e nel breve scorcio che la stagione ci offre ancora, le città in generale, presentano un volto proprio mascherato per la ridda dei richiami pubblicitari che tappezzano i vari riquadri delle murate d'affissione.

In certe giornate la mia città potrei chiamarla: FANO- sera o meglio FANO- notte, tutta frantumata com'è nelle diverse sale da ballo e ritrovi notturni del centro e delle borgate, perché tra luminarie e schiamazzi di trombette e clangore di jazz, la sarabanda finale va a finir sempre a.... stelline cadenti in sul far dell'alba.

Per pochi giorni ancora, dicevo... poi anche le notti ritorneranno tranquille, misurate dallo scoppiettìo di motori, al largo della costa, che invitano a dormire.

FEDERICO MOSCIONI

Da: Il Giornale d’Italia del 19/2/1949

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AUGURI
Settant'anni, una bella età, ma la Società Carnevalesca, veterana delle Società analoghe dell'intera regione, è sempre giovane e sempre piena di vivacità e non perde certo l'autobus nel susseguirsi veloce nel ritmo del tempo.
Purtroppo la sua attività si è dovuta svolgere ad intermittenze di periodi più o meno lunghi che hanno contrassegnato quasi sempre epoche poco felici della storia cittadina o nazionale.
Ma ora, dopo dieci anni di pausa, la Società Carnevalesca riprende il suo fortunato cammino e vogliamo augurarci che la piena ripresa del tradizionale carnevale fanese sia di buon auspicio per ogni attività cittadina ed uno sprone ad una sempre maggior collaborazione e solidarietà in una fraterna atmosfera di benessere e di libertà per tutti.
Settant'anni non sono pochi ma la Carnevalesca non morirà finchè resterà in vita un solo fanese, perché essa è un pò il simbolo della genialità di questa popolazione rude e schietta ma pur simpatica, sempre pronta al frizzo mordace ed alla satira burlesca.
In questa tornata di carnevale che segna il suo 70° anno di vita vadano alla benemerita Società gli auguri de

"EL VA"

Da: El Va del 26/2/1949

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STORNELLATA
Fior di montagna
La gente che confetti e dolci agogna
s'accorgerà che il «Corso» è una cuccagna.

Fiore di pesca
Fra società che vuotano la tasca
le batte tutta la carnevalesca.

Fior di cipolla
Se il lume acceso attira la farfalla
il nostro carneval attira folla.

Fior di cicoria
Chi un anno al chiodo sta, porca miseria!
diritto ha almeno a un giorno di baldoria.

Fiore di aprile
Invece di bruciare il Carnevale
bruciar sarebbe meglio il campanile.

Fior di ginestra
L'ideator di torre si sinistra
speriam si getterà dalla finestra.

Colle fiorito
Con tanta gioventù messa al mercato
speriamo di trovare un buon partito.

Fiore d'acaccia
Ci son belle figliole in corpo e in faccia,
ma qualcheduna tiene troppa ciccia.

Fior di vaniglia
Fra molte belle gambe, che fan voglia
ne vedi molte pur fatte a maniglia.

Fiore di lacca
Benché qualche figliola è bella e ricca
con gli uomini, par strano, non attacca.

Fior di cipresso
Ci son molti gagà che andando a spasso
ti sembrano campion... dell'altro sesso.

Fiore di maggio
Chi il nostro carneval tiene in dileggio
regalo gli farem di qualche ortaggio.

Fiore d'agosto
Se c'è un cugin che viene a Fan pel... tasto
dal naso gli farem piovere il mosto.

Fiorin d'amore
A Fano molte cose sappiam fare
ma a carnevale ci facciamo onore.

Fiorin del prato
Fra tante cose belle che hai veduto
metter dovrai il Corso Mascherato.

Fiorin di zuppa
I dolc che a Fan se buten alla grappa
i furestier i meten en tla gluppa.

brari

Da: El va del 26/2/1949

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Carnevale che bellezza!
Carnevale che bellezza!
Chi vol esser lieto sia
del doman non v'è certezza....
Carnevale che bellezza
che si fugge tuttavia!
La quaresima ci è presso
ed il tedio è a noi di fronte:
siano l'alme ai lazzi pronte
ed al gaudio ed all'ebbrezza,
Carneval già fugge via!
Su fanciulle e donne amanti
di tripudio ed allegria
su felici tutti quanti:
noi vogliam che questo sia;
di doman non v'è certezza!
Sian dimentichi i pensieri
e s'innalzi alto il licore:
anneghiamo i dispiaceri
e ci canti alta nel core
la canzon della gaiezza
perché bello è il carnevale
ma si fugge tuttavia....
Non ci resti nelle tasche
un centesimo non speso,
sia lo scherzo preso e reso
senza urti e in allegria:
chi vol esser lieto sia.
Venga Bacco con Sileno
e coi Satiri suonanti,
in baldoria tutti quanti
non si pensi al più ed al meno,
del doman non v'è certezza.
Carnevale che bellezza
... che si fugge tuttavia !....

Da: El va del 26/2/1949

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Clamorosa apertura nel carnevale fanese
L'ospite illustre accollo dai "magnati” in "frac” e da un'enorme folla • Un corteo di scintillanti berline • Le più belle ragazze nella rete delle stelle filanti
(s. b.) • Il grande Carnevale fanese 1949 ha avuto giovedì splendido inizio. Un manifesto aveva annunciato che il Carnevale non sarebbe più giunto nella nostra città in aereo, come si riteneva, ma con treno speciale; egli stesso ne dava pomposo annuncio firmandosi: «Toreador».

Fano ieri aveva assunto l'aria dei giorni festivi e la folla si riversava sulla piazza XX Settembre, in quella Amiani, per il corso Matteotti, vie Cavour e Don Minzoni, gremendo il piazzale della stazione. Intanto arrivavano da ogni strada automezzi e riversavano folle strabocchevoli.

Alle ore 16 i magnati della «Carnevalesca» in frak e cilindro, decorazioni, gardenia all'occhiello e naso proboscidale di rito, salivano su scintillanti berline trainate da pariglie di cavalli e muovevano verso la stazione. Li seguiva il corpo bandistico, in sgargianti uniformi carnevalesche, su un torpedone aperto e gruppi di maschere, più o meno attraenti, autocarrate e a piedi.

Il lungo corteo è passato tra due fitte ali di popolo e giunto sul piazzale della stazione veniva accolto da clamorose ovazioni.

Dopo breve attesa, ecco l'annuncio: Toreador è arrivato. Movimento turbinoso nella folla, che fa largo ai magnati della «Carnevalesca»: procedono gravi, austeri, per dare il benvenuto al sospirato ospite da un decennio lontano. Un grido prorompe dalla folla; la banda esegue la famosa marcia della Carmen e il personaggio ridente, alto, allampanato, in perfetta assisa di torero, fa la sua trionfale apparizione.

I magnati si prosternano al punto di toccare col naso la terra; l'alto pupo sorride e inchina il testone come a gradire il ricevimento. Ma niente presentazioni. Il corteo muove subito verso le vie cittadine. L'ottimo complesso bandistico eseguisce marce allegre.

Intanto nelle vie e nelle piazze i folti gruppi di belle giovanotte vengono presi d'infilata con larghi lanci di stelle filanti di coriandoli. Il corteo passa più volte per le vie e infine l'ospite si decide a riposare sugli allori scegliendo l'avita dimora alla sede della Scuola d'Arte ove dormirà in sonno profondo fino alle prime ore del pomeriggio di martedì 1.o marzo.

Allora seguiranno le grandi «estreme onoranze» al Carnevale 1949: con un corteo fantastico formato dai carri simbolici.

L'apertura delle feste carnevalesche ha avuto dunque uno splendido esito. Ne seguiremo le tappe: mostra di negozi, grande veglione, ecc.

Da: Giornale dell’Emilia del 26/2/1949

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In veste di "torero” è giunto a Fano il Carnevale
FANO, 26. — Numerose persone si erano date convegno lungo il Corso Matteotti per assistere all'arrivo del personaggio caratteristico rappresentante il Carnevale.

Preceduto dalla banda musicale in maschera è apparso un mastodontico Torero, di ritorno da una corrida, seguito da un corteo di illustri personaggi ed autorità che si erano recati ad incontrarlo.

Con questa manifestazione si sono iniziati i festeggiamenti che si concluderanno martedì 1 marzo con il tradizionale Corso mascherato, che richiamerà a Fano alcune migliaia di forestieri da molte città dell'Italia centrale.

Oggi domenica avrà luogo un'interessante mostra dei negozi e delle vetrine con ricchi premi in denaro.

Un grande veglione in maschera per soli soci della «Carnevalesca» si svolgerà lunedì nel Politeama «Cesare Rossi» con premi di notevole valore alle migliori mascherate.

Da: Il Giornale d’Italia del 27/2/1949

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80 mila persone assistono a Fano alla trionfale chiusura del corso mascherato
Un getto di confetti che dura tre ore - I carri più ammirati - Una cascata d'oro sul Palazzo della Ragione - Dell'allegro simbolo, un bel rogo
A Fano, ieri ha trionfato il corso carnevalesco di carri allegorici e delle maschere. Esso ha avuto un successo spettacolare senza precedenti. Un pubblico enorme è affluito in città, fino dalle prime ore del mattino, da tutta la regione. Le piazze, il corso e tutte le vie erano gremiti di folla; a tutte le finestre e ai balconi erano grappoli umani; su tutte le gradinate disposte nelle piazze Amiani, Venti Settembre e Costanzi e agli sbocchi delle vie erano curiosi pigiati fino all'inverosimile.

Si calcola che siano state presenti dalle 70 alle 80 mila persone.

Nel palco d'onore erano il Prefetto, il Questore e i Sindaci di Pesaro e di Fano, il Provveditore ai Lavori pubblici di Ancona e tutte le autorità. Parecchi, i carri mascherati: si sono distinti quelli dal titolo: «Il teatro delle marionette», «Ali Babà» e «Totocalcio». Il getto dei confetti è stato nutritissimo ed è durato oltre tre ore.

Il personaggio simboleggiante il Carnevale è stato dato alle fiamme, fra i clamori del popolo e il suono delle bande, durante un fantastico spettacolo pirotecnico, nel quale ha suscitato particolare ammirazione la cascata d'oro sulla facciata dugentesca del Palazzo della Ragione. Il carnevale fanese ha avuto cosi una chiusura eccezionale.

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Al Politeama « Cesare Rossi », ieri notte si era svolto il tradizionale veglione. La vasta sala era un incanto. Tre gruppi mascherati, che esprimevano allegorie indovinate, hanno conferito vivacità all'avvenimento. Molte le maschere isolate. Folla distinta, elegante, attraente.

Da: Giornale dell'Emilia del 2/3/1949

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IL CARNEVALE DI FANO HA SUPERATO OGNI PREVISIONE
I premi assegnati ai carri ed alle maschere. Quest'anno la celebrazione del Carnevale è stata a Fano superiore ad ogni previsione. Una folla enorme, proveniente dai paesi e dalle città delle Marche, della Romagna e dalla Repubblica di San Marino, si è riversata nelle vie e nelle piazze, occupando tribune e palchi appositivamente preparati, per assistere al passaggio del tradizionale corteo carnevalesco.

Le autorità provinciali e cittadine assistevano alla sfilata del caratteristico corteo comprendente: il "Pupo", carri allegorici e mascherate. Il " corso" durò per ben tre ore dando luogo ad una animatissima battaglia con lancio di coriandoli, confetti, dolciumi e stelle filanti.

A tarda sera, sulla piazza XX Settembre, ha avuto luogo la cremazione del "Pupo" di Carnevale ed un fantasmagorico spettacolo pirotecnico che ha destato l'ammirazione della folla. Ieri mattina alle ore 12 al Politeama "Cesare Rossi " alla presenza del sindaco e del consiglio della "Società Carnevalesca" la giuria ha comunicato i premi assegnati ai migliori carri partecipanti al "corso mascherato".

Primo premio - "Il burattinaio e le marionette". Secondo premio - "Alì Babà". Terzo premio - "Il sogno del vincitore del totocalcio". Sono stati pure assegnati i premi alle migliori mascherate che hanno partecipato al Veglione della "Società Carnevalesca " svoltosi al Politeama "Cesare Rossi" lunedì 28 febbraio. Primo premio - Al "Gruppo degli animali in maschera" 2° al gruppo "Svista la svista" 3° al gruppo " Scacco matto ".

Da: Il Giornale d'Italia del 4/3/1949

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Premiazione alla Mostra dei negozi e delle vetrine
Premi assoluti. 1.o premio ditta Gianni Rossi; 2.o ditta Ruggero Negusanti; 3.o ditta Guerrino Urbani; 4.o ditte Osvaldo Salvalai e Alfio Gamba (ex-aequo).

Premi di categoria: tessuti e confezioni 1.o premio Gianni Rossi; 2.o ditte Alfio Gamba e Osvaldo Salvalai (ex aequo); 3.o ditte Umberto Zaghi e Giulio Babini (ex aequo). Diplomi di merito: ditte Guido Stellini e Aurelio Morenzetti.

Articoli da regalo e casalinghi: 1.o premio Biser; 2.o Bruno Sperandini.

Bazar: 1.o premio Alceo Casanova; 2.o Normato Sperandini.

Materiali da costruzione e idraulici: 1.o premio Ruggero Negussanti.

Pasticcerie e caffè: 1.o premio Guerrino Urbani; 2.o Bomboniera. Diploma di merito: Caffè Centrale; Frusaglia ed Ercole Bernacchia.

Oreficerie: 1.o premio Luciano Morosini: 2.o Gustavo Bramucci. Diploma di merito: Argentina Salvelli.

Cicli e motocicli: 1.o premio Otello Tamburini.

Cartolerie: diploma di merito: ditte Domus e Sapere.

Radio-elettricisti: 1.o premio Vittorio Grottoli. Diploma di merito: FIMAR.

Macellerie: diploma di merito: ditte Francesco Cecconi ed Aldo Longhini.

Drogherie: 1.o premio Mario Bellini: 2.o Battistelli.

Alimentaristi: 1.o premio Nello Amadori: 2.o Nino Ricchi.

Calzolerie: 1.o premio Celeste Torcoletti.

Profumerie: 1.o premio Tullio Taussi.

Armi e caccia: 1.o premio Tito Morosini.

Mercerie: 1.o premio ditte Adolfo Spadoni e Al risparmio (ex aequo). Diploma di merito: Fernando Francolini.

Abbigliamento: 1.o premio Ugo Biagetti: 2.o Bianca Maria. Diploma di merito: ditte Pellicceria Moderna e Luisa Sperandini.

Mobili: diploma di merito: ditte Zenio Spadoni e Bruno Tomassini.

Biancherie: diploma di merito: Li-Bari (sic! N.d.r.) Giovanni.

Fioristi: diploma di merito: Nello Bruscia.

La Società Carnevalesca invierà diploma di partecipazione a tutte quelle ditte che hanno dimostrato di solidarizzare con la sua iniziativa, tenendo aperti i loro negozi la sera del 27 febbraio.

Da: Giornale dell’Emilia del 5/3/1949

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EDIZIONE ESTIVA
Il "Corso dei fiori" si è svolto in una smagliante cornice di colori
(S. B. ) La manifestazione del «Corso dei fiori» si è svolta con una grandiosità spettacolare, che ha vivacemente colpito sia i cittadini sia i forestieri, accorsi numerosi alle ore 18 nel grande viale Cavour e nelle vie adiacenti per ammirare il passaggio dei carri allegorici. Il viale Cavour, via Fabio Filzi e il Lungomare, ampio anello stradale dove avrebbero transitato i carri presentavano un'animazione mai vista. Alle 18,30 giungeva al piazzale dello stabilimento balneare il primo carro. Si tratta di un enorme pesce artisticamente stileggiato, tutto fiori, nel cui ventre aveva preso posto un'indiavolata orchestra.

Segue un altro carro splendido: un giardinetto ottocentesco, un vero sogno romantico: belle fanciulle in splendide «toillettes» bianche, tra archi di verde e tripudi di fiori, con una fontana dallo zampillo vivace: altro successo.

Segue il carro: « Notte di Venezia » ove una gondola contesta di ricchi fiori policromi, destava davvero entusiasmi, mentre una orchestra patetica riportava alle serene notti della laguna.

Ma ecco un altro carro: «Il trionfo del matrimonio» ove i due giovani in abito nuziale rivelano la desiata felicita in una cornice di verde e di fiori, col trionfo d'un cuore tutto rosso di opulenti garofani.

Passa quindi il carro «Fanum Fortunae», esprimente il trionfo della dea fortuna in un fluttuare di verde e di fiori.

Ma ecco il carro che suscita i più vivi entusiasmi: passa come in una visione di sogno, e attraverso un enorme avvolgimento di cellofan si vedono sorrisi di belle fanciulle, fra fiori rari; un insieme geniale che suscita ammirazioni. Al ritorno non ci sarà più il cellofan, e la visione sarà completa: una enorme conchiglia tutta fiori, splendida, è una perla rara: una fanciulla dai capelli d'oro elargente sorrisi alle folle immense che l'applaudono. L'insieme del carro è un monumento ai fiori, disposti con arte.

Tardi le folle diradono, per ritornare poi per assistere alla accensione dei fuochi artificiali. Nella notte limpida lunare, nel mare calmo una marea immensa umana si distende per ogni zona del porto. Ecco il primo rombo, seguono meravigliose girandole: fiori, lo stemma di Fano; Coppi e Bartali in meraviglioso inseguimento in pista; una cascata d'oro meravigliosa sul mare; ed altre splendide.

La premiazione dei carri allegorici del «Corso dei fiori» è stata la seguente: 1.o il carro «Conchiglia»; 2.o il carro «Giardino ottocentesco»; 3.o il carro « Notte di Venezia »; 4.o il carro «Trionfo del Matrimonio»; 5.o il carro «Fanum Fortunae». Il carro allegorico «Il Delfino» era fuori concorso.

Da: Giornale dell'Emilia del 10/8/1949

Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 12.06.2013

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