Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Carnevale di Fano - Edizione 1956
STORIELLE DI CARNEVALE
Fano è laggiù, distesa a riscaldarsi agli anticipi della primavera, come una vena grigia lungo la slabbratura dell'Adriatico, è laggiù che attende, ora, al mattino dell'ultimo martedì di carnevale, la sua giornata di gloria.Nell'atmosfera diafana della prima luce i venditori di cose dolci approntano le bancarelle sotto le intelaiature di ferro dei palchi. Tutto composto e perfetto: gli scheletri neri delle tribune lungo le due fiancate del «vialone» e i graticci dei parapetti che vi disegnano due pennellate gialle orizzontali. Laggiù in fondo i carri sono allineati uno dietro l'altro, con le cartapeste lucide dalle braccia cascanti e dalle ciglia abbassate, in attesa di vita. Le ultime martellate, gli ultimi avvertimenti dei «carristi» ai manovratori.
Gelsomino ripensa alla storia di Tito...
Tra la folla c'è anche Gualfardo, e i cinque fratelli di Giulietta, con una storia tutta loro...
Allora pensarono al carnevale di Fano e fecero la congiura. Arrivarono in città all'alba dell'ultimo martedì di carnevale, Gualfardo con i cinque fratelli di Giulietta, per appiattarsi nascosti prima che le guardie chiudessero gli ingressi del percorso: poi, quando il viale fu zeppo di gente, sbucarono fuori e si disposero uno ogni cinquanta metri, con la bisaccia al collo, floscia come un guanto vuoto. E incominciò la rissa a far tuffi tra i piedi della gente per raccattare i confetti belli e incartati e le caramelle rosse verdi gialle, a far zompi in su per afferrare i doni dei carri. Se ogni tanto qualcuno di loro strillava e si leccava la mano contusa, un secondo dopo era già nella bolgia ed arraffare dolci per le nozze della Giulia. Camillo era il più bravo: faceva gli sberleffi alle ragazze delle tribune per farsi mitragliare coi confetti; Giuspin il più audace: si buttava a pesce sotto le ruote dei carri con la mano aperta a falce fienaia; Milcare il più tattico: si era piazzato sotto le tribune e tirava giù i sacchetti interi da un chilo dagli squarci delle stuoie; Tugnin il più arguto: dava dei «morti di fame» ai carristi che non lo favorivano di dolci; Rino il più scemo: gli fregarono il portafogli con trecento lire dal taschino mentre lui cercava di portar via due caramelle a una ragazzetto con le lentiggini; Gualfardo il più deciso: questione di vita o di morte, o riempire la «gluppa» prima di sera o far la figura del disperato alle nozze. E dopo ogni passaggio dei carri andavano tutti a scaricare il bottino nel sacco sorvegliato da Giulietta, che, fuori dagli sbarramenti del corso mascherato, attendeva sognando.
Te ne vai?
Parto. Ci rivedremo?
A Fano, un altr'anno, forse...
Il venticello serotino costruiva folate di coriandoli sopra l'asfalto.
Leandro Castellani
Da: Frusaglia del 2/2/1956
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Con mister Carnevale
nella pancia di un Pupo
E' questo il periodo del dialogo marinaro, sgorgato dalla commedia marinara invernale, quella del pesce nuovo. «Oooh, tira il libbano!».
Ormai i pescatori del peschereccio partner scavalcano la murata del primo attore e fra poco convulserà gocciolante sulla tolda, il mucchio blu-argenteo di pesce nuovo, appuntito e diritto come uno stilo.I bimbi hanno tappato le orecchie con i fazzoletti del nonno e di sotto, nella cantina, sbava selvaggio, stride, rufola ansante il maiale e tribolato di lacci com'è, lo sgozzano con un coltello lucido, aguzzato per l'opera.
Così su di una fumante graticola di sarde e sul bollire grasso di uno zampetto, ci viene ad odorare sopra un tipo familiare, ritornato chissà dove per un certo lavoro.
Si chiama mister Carnevale, parla ogni lingua, è affezionato a tutti, è un po' dio e diavolo chissà, è anche e sopratutto uomo, però a star alte cronache sembra immortale.
Quest'anno è arrivato di buona lena, prima del solito, e c'è chi si è meravigliato e ha rabbrividito perché con lui entravano dall'uscio un freddo ventaccio e un mulinello di neve.
I giovani hanno strabuzzato gli occhi ancora assonnati per le notti festaiole di dicembre ed hanno esclamato: «E' proprio lui!». E si sono messi a ballare in ogni parte, dalle sale coi pavimenti lucidi da scivolare, a quelle con gli impiantiti sconnessi dove s'incespica ed il passo veemente del tango batte sui mattoni sdruciti.
Lui, mister Carnevale, sornione com'è, si è infiltrato dove c'era un pò di gente, ha fatto il naso a proboscide, ha fatto ridere.
Si è rincantucciato vicino ad una stufa coll' aria di mangiare una frittella in famiglia ed ha finito col danzare una samba con la più giovane ed un valzer con la più vecchia di casa.
Un tipo che s'infiamma in crescendo, sempre, coll'odore della primavera o con i ghiaccioli sul capo. Dal giovedì al martedì grasso esploderà di arlecchinate e di tutte le maschere, farà galoppare cavalcate di burloni cantarini, arriverà a scotennare i testoni dalle chiome più folte.
Qualcuno dice che sia un giovane spazzacamino a segnare con una fumata di fuligine l'inizio del martedì grasso. Quest'anno il 12 di febbraio sarà l'apogeo di mister Carnevale e sulla brocca di vino cadranno le stille di sale dal prosciutti attaccati al soffitto per essiccare.
Poi il sindaco sarà smaccato di gioia ed il Consiglio omunale lo seguirà perché la campanella delle udienze suonerà a chiasso; i giocatori dell'Alma avranno libera uscita e saranno felici come se avessero vinto il campionato; i giovani soldati di leva spareranno a salve per essere di stanza a Fano e certo si ripeterà la magnifica favola di un bimbo ammalato che allargherà la boccuccia al sorriso per gli sberleffi di una maschera matta.
Questi giorni abbiamo avvicinato mister Carnevale. E' difficile intervistarlo. Può parlare solo con tipi come noi, come noi di Frusaglia.
«Sono quelli di Frusaglia...» «Beh, fateli entrare». E così siamo saliti nella pancia grande di un pupo tutto carta e legno, mentre mister Carnevale stava assiso su di una piega interna dell'adipe.
«Cosa volete, io a Fano ci vengo volentieri perché i fanesi mi preparano tante cose: i carri, le maschere, un gran veglione, un getto di confetti e di coriandoli. Sapete, è una specie di contropartita».
Noi l'abbiamo creduto. In parte e non sino in fondo. Non abbiamo creduto a quell'accenno ad una partita doppia, a quell'arido Dare ed Avere.
Mister Carnevale ha voluto fare il clinico e non ci ha detto che lui viene a Fano per i fanesi, per la nostra schiatta artigiana, marinara e contadina che sa essere giuliva in grande completezza.
Eccoli qui, tutti i fanesi, in un palmo di terra odorosa di erbe e fresca di mare. Una rana ha saltato da un ciottolo del Metauro nella melma dell'Arzilla. Un frate sportivo ha tirato da Montegiove una mela acerba nella riva dell'Adriatico. Fra queste diagonali vivono i fanesi, brontoloni e scanzonati, sempre sprezzanti i giochi carnevaleschi. E poi, prima e nel giorno di martedì grasso sono tutti dietro lui, a mister Carnevale, e gli tengono bordone e strepitano e ballano e si tirano manciate di confetti, di coriandoli, di polvere; tutti insieme, anche la comare di sotto che si è tirata i capelli con la comare di sopra per via di un gatto nero, suo, goloso di piccioni teneri, appena sbucati dall'uovo.
Walter Montanari
Da: Frusaglia del 2/2/1956
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CARNEVALE DELL'ADRIATICO 1956
I CARRI DEL CORSO MASCHERATO
El Veturin (Pupo) eseguito su bozzetto di 'I'ullio Ghiandoni, da Enzo Bonetti.Cinema e Sport capocarro Hermes Valentini.
Gran Varietà capocarro Pietro Pacassoni
Le Maschere Italiane capocarro Enzo Bonetti.
Nel Regno di Bengodi capocarro Luciano Pusineri
LE MASCHERATE A PIEDI
Esistenzialisti al Carnevale di Giovanni Ferretti
Assalto al Carnevale di Pietro Pacassoni.
PROGRAMMA DEI FESTEGGIAMENTI
Lunedì 6 Febbraio: (Politeama) GRAN GALA della MODA e RIVISTA «Un tram che si chiama Filippo». Spettacolo e rassegna modelli della Casa PELVAR di Bologna.
Giovedì 9: Ricevimento del CARNEVALE; CORSO MASCHERATO dei BAMBINI. Sfilata di GRUPPI MASCHERATI. Partecipazione del complesso «musica arabita».
Sabato 11: (Politeama) VEGLIONISSIMO della Canzone con la partecipazione dei cantanti CARLA BONI e GINO LATILLA e della Radio-Orchestra «Milena» (gli allegri campagnoli). E' prescritto l'abito scuro.
Domenica 12: Primo grande CORSO MASCHERATO. Carri allegorici gorici e Mascherate a piedi - battaglia dolciumi - spettacolo pirotecnico - balli popolari al politeama.
Lunedì 13: (Politeama) Tradizionale VEGLIONE DELLA CARNEVALESCA - Radio-Orchestra «Milena» - al Microfono Bruno Corradi.
Martedì 14: Secondo GRANDE CORSO MASCHERATO - carri allegorici e battaglia dolciumi - premi OTTO MILIONI.
Servizio Radio T.V. - Tribune lungo il percorso - Treni speciali - Riduzioni ferroviarie - servizio autopulmann.
Informazioni: Società Carnevalesca - Fano, Via Alavolini, 1 Tel. 83-521.
Da: Frusaglia n.7 del 2/2/1956
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CORRIERE DI FANO
Giovedì prossimo il varo del I corso mascherato dei bimbi
La prospettiva di grandiose manifestazioni che devono dare tono e lustro all'edizione 1956 del Carnevale dell'Adriatico, è stata turbata questi giorni dall'improvviso capovolgimento della stagione che ha steso su tutta la città il suo bianco tappeto di neve. Tuttavia il programma dei festeggiamenti per ora è quello stabilito e a rispetto di esso domani, lunedì, cominceranno le prime manifestazioni di assaggio che dovranno culminare nelle due magnifiche sfilate dei carri allegorici. Da domani sera, dunque, entriamo nel vivo dell'atmosfera carnevalesca con la rivista «Un tram che si chiama Filippo».Intanto, mentre l'ingranaggio comincia a mettersi in moto, viva attesa c'è per il «I corso mascherato dei bambini» che avrà luogo giovedì 9 (salvo neve, si intende) e in cui figureranno sette od otto piccoli carri allegorici costruiti da ragazzi. Naturalmente quest'anno l'appuntamento c'é anche col «Carnevale» la cui effigie sarà quella del «veturin» cioè, quel personaggio che s'è visto gradualmente soppiantare dal progresso meccanico. Esso, a cassetta della sua carrozza, precederà la teoria dei piccoli carri, nonché le mascherate a piedi; prima di tutti, sembra assicurato, verrà un carro con tutti i componenti della «musica arabita» e questo dobbiamo rilevarlo, perché da troppo tempo, questo nostro singolarissimo complesso non era tenuto nel debito conto.
Giovedì, quindi, sarà un «giovedì grasso» eccezionale, come mai è avvenuto, se non altro per l'ottima iniziativa del Corso mascherato dei bambini che porterà senz'altro una nota gaia e di fresca giocondità per tutti i piccoli che interverranno a Fano.
Da: Il Resto del Carlino del 5/2/1956
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Quest'anno il "Carnevale nell'Adriatico farà due spettacolari sfilate per le vie di Fano
Dai piccoli carri allegorici di un tempo, alle ciclopiche costruzioni meccaniche realizzate da artisti - Premi per otto milioni
«La perla verde» dell'Adriatico» è Riccione, la «Capri» dell'Adriatico è Gabicce, la «Spiaggia» dell'Adriatico è Rimini, il «Carnevale» dell'Adriatico, possiamo ben dirlo, è Fano. Intendiamoci Fano, oltre al Carnevale vanta altre cose non meno importanti e basti citare la cittadinanza fanese di quel grande attore che fu Ruggero Ruggeri.Ma adesso che siamo in tempo di carnevale, se tiriamo fuori, appunto, che la «Città, della Fortuna» vanta questa grande manifestazione folcloristica che è senza dubbio la migliore dell'Adriatico e una delle migliori d'Italia, è indiscutibilmente legittimo, sia dal punto di vista turistico, sia dal punto di vista artistico, perché il Carnevale dell'Adriatico viene realizzato non da dilettanti, artigiani, appassionati di maschere, ma da artisti che contano, magari anche successi in mostre d'arte, ma che si prodigano lo stesso per il felice esito della manifestazione carnevalesca.
Il Carnevale dell'Adriatico ha sulle spalle circa un secolo di esperienza documentata; ed è arrivato allo stadio attuale grazie alle sempre nuove energie trasfuse dalla Società Carnevalesca e grazie soprattutto alle sempre rinnovantesi schiere degli artefici che si sono avvicendate lungo tutto l'arco di un secolo. Dai piccoli carri allegorici di un tempo che erano costruiti alla buona da gente appassionata di «pupi», siamo oggi arrivati alle ciclopiche e perfette costruzioni meccaniche realizzate da artisti; dal budello angusto del Corso cittadino, siamo oggi arrivati all'ampio viale della circonvallazione lungo tutto il quale sorgono palchi e tribune per il pubblico; dalle poche centinaia di lire di premi, siamo oggi arrivati agli otto milioni di lire.
Un passo di proporzioni notevoli è stato compiuto anche quest'anno: il Carnevale dell'Adriatico uscirà due volte, farà una duplice sfilata e, precisamente domenica 12 e martedì 14 febbraio. Questa, di replicare l'uscita, era stata sempre l'ambizione dei fanesi, i quali non volevano vedere «morire» il Carnevale dopo l'unica sfilata ma, alla ripetizione, si era sempre opposto il problema del getto; problema che, in effetti, aveva lati pressoché insolubili. Infatti durante il carosello mascherato, i carri allegorici di Fano, non lanciano sulla folla fiori, frutta più o meno commestibili o coriandoli e stelle filanti, ma preziosa grandine di dolciumi delle più squisite marche e per quantitativi che l'indicare notevoli è appena sfiorare la realtà.
Ma anche un'altra iniziativa ha il suo valore e merita di essere sottolineata: la realizzazione nel primo corso mascherato dei bambini. Solitamente si organizzava Festival Mascherato dei Bambini, ma tutto si compendiava in una sagra di piccole maschere ed erano poche ore di gioconda spensieratezza; quest'anno i bambini avranno di che mostrare la loro «nobilitade». Dietro l'esperta guida degli insegnanti costruiranno anch'essi il loro piccolo carro allegorico e parteciperanno alla tenzone mascherata il «giovedì grasso», 9 febbraio.
Nel periodo di Carnevale sono poi di prammatica i veglioni e quest'anno non mancheranno nemmeno questi. Fino all'anno scorso c'era il veglione per antonomasia, quello sociale, quello grande nel quale si stemperava tutta l'esuberanza dei ballerini e si consumava fino all'ultima goccia il «quid» carnevalesco. Quest'anno ce ne saranno due: uno sarà il sabato 11 febbraio e sarà il «Veglionissimo della canzone» al quale parteciperanno i due più popolari cantanti della radio: Carla Boni e Gino Latina e lunedì 13 avrà luogo quello tradizionale di tutti gli anni.
L'intensa febbre carnevalesca segna ormai un grado abbastanza alto: nei giganteschi capannoni che costituiscono il cantiere in cui nascono i grandi pupazzi, «maghi» dei testoni e dei colori sono in alacre lavoro. Con quella genialità ed estrosità che li distingue, danno vita a «Gran Varietà» di Pietro Pacassoni, a «Cinema e Sport» di Hermes Valentini, a «Nel regno di Bengodi» di Luciano Pusineri, a «Le maschere italiane» di Enzo Bonetti, a «El veturin» di Enzo Bonetti su bozzetti di Tullio Ghiandoni, «Esistenzialisti al carnevale» di Giovanni Ferretti e «l'Assalto al carnevale» di Pietro Pacassoni. Ma si lavora un po' dappertutto: in edifici diroccati, in scantinati perchè oltre ai carri «bas» si costruiscono anche i piccoli carri dei bambini che saranno almeno otto e che appunto sfileranno il giovedì grasso.
Enzo Amadei
Da: Il Resto del Carlino del 7/2/1956
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Al corso mascherato dei bimbi una parata di allegre parodie
E' tornato il sole e con il sole la speranza che i due Corsi Mascherati di domenica e martedì, possano andare in porto, come lo stesso Corso Mascherato dei Bambini che, come abbiamo comunicato, è stato rinviato a domani sabato. Avremo così un «sabato grasso» e tutto speciale per la sfilata dei piccoli carri che prenderanno parte al «Corso» e il «Veglionissimo della Canzone» con l'intervento dei due più quotati cantanti della radio, Carla Boni e Gino Latilla.Ma parliamo adesso un po' del Primo corso mascherato dei bambini, geniale manifestazione che arricchisce quest'anno il Carnevale dell'Adriatico. I bambini, come si sa, sono quelli che più si immedesimano nella grande avventura folcloristica e che più ammirano le gesta dei grotteschi pupazzi. E forse da sempre i ragazzi fanesi sognavano di poter avere anche per loro carri e maschere per immischiarsi in mezzo agli inanimati testoni, condurre e burlesche costruzioni ed essere insomma «I padroni» di quelleffimero «Paese dei balocchi».
Questo è finalmente avvenuto. Sabato 11 corr., se il tempo non tornerà a far bizze, i bambini di Fano realizzeranno il loro antico sogno; scenderanno in lizza per fare il loro Corso mascherato e gridare, gioire, agitarsi e tirare confetti alle persone grandi e a quanti saranno ad assistere a quella che potremmo chiamare l'introduzione ai grandi Corsi mascherati della domenica e del martedì successivo.
E questa festosa sarabanda si sprigionerà domani per il nostro viale Gramsci con l'effettuazione del Primo Corso Mascherato in «dimensioni ridotte»: sarà comunque un piccolo regno di cartapesta colorata, sarà una parata di allegre parodie, sarà una rassegna di gioconde spensierate animazioni.
Quali sorprese ci riserba questo primo «Corso»? quali saranno i soggetti realizzati? Per primo troviamo una data «1899» ; la prima automobile Fiat; questo primitivo motoveicolo chiamato dai nostri padri «la carrozza senza cavalli», è stato ricostruito pezzo per pezzo su schema originale e risulterà senz'altro un esemplare di carnevalesca ideazione che ci riporterà per un po' nel tempo dei terribili «trenta allora»; poi saliranno allonore del Carnevale «I topi» intenti a rosicchiare grosse forme di formaggio; quindi nel rigore invernale di questi giorni avremo uno sprazzo di «Primavera» che sarà seguita da «Gli animali», «I fiori», «Porcellini», e un altro di cui ignoriamo ancora il soggetto.
Tutto un mondo come si vede, che tocca più da vicino la fantasia del fanciullo e che certamente non mancherà, per l'esecuzione che ne è seguita, di attrarre e divertire anche i grandi.
Comunque il verdetto definitivo spetta al pubblico e domani, questo, non mancherà alla sfilata che sarà completata da gruppi mascherati, dal Carnevale in persona «El Veturin» e il carro «terremoto» sul quale impazzerà il complesso della «musica arabita».
Da: Il Resto del Carlino del 10/2/1956
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Successo di una rivista su un fanese marziano
Anche questanno, per il giovedì grasso, i giovani di S. Marco hanno messo su il loro spettacolo di rivista. Questa volta si sono ispirati ai marziani che, films più o meno fantstici e i racconti di fantascienza, hanno reso popolari e, prendendo una frase dialettale, lhanno intitolata Mama, i marsiàn!. Articolato in due tempi, lo spettacolo ha raccontato la esilarante avventura di un terrestre, o meglio di un fanese, capitato su Marte. Condito qua e là, da canzoni, parodie, balletti e scenette dialettali, il non esigente pubblico ha avuto di che divertirsi.Alla riuscita dello spettacolo hanno dato la loro collaborazione Mario Pozzi, Augusto Gagliardini, Leopoldo Simoncini, Giuseppe Romagna, Cristiano Bossi, Carlo Piermattei imitatore di noti cantanti, Ettore Bucella, Paolo Uguccioni, il piccolo Francesco Mantoni e, vera colonna, per la sua versatilità, Leandro Castellani. Tra le giovanette un plauso alla simpatica Dolores Castellani, Carla Cesaroni, Mariella Morosi e Bianca Maria Caselli. Ha gradevolmente cantato la giovane Grazia Biscottini; applauditi i solisti di fisarmonica e chitarra Francesco Anselmi e Luigi Pintas.
Da: Il Resto del Carlino del 12/2/1956
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In luogo di colorata festa un desolante "deserto bianco"
L'insistente nevicata di questi giorni ha precluso, dopo tanti anni, lo svolgimento del Corso Mascherato del Carnevale dell'Adriatico. Quando giovedì, sotto un leggero strato di nubi fluttuanti, il sole sbirciò sulla città, il cuore dei fanesi si aprì alla speranza: la buriana sembrava ormai passata e Fano, domenica e oggi, martedì, avrebbe vissuto le sue due grandi giornate di festa. Ma la delusione più forte doveva aversi il venerdì mattina quando la città ripiombò nel suo cappuccio bianco: una nuova e più intensa nevicata era venuta a sconvolgere tutti i piani e fu giocoforza rinviare tutto a nuova data e, precisamente al 18 marzo p.v. E l'altro ieri, domenica, il viale Gramsci, per cui avrebbe dovuto sfilare il corteo dei carri allegorici, era invece un deserto bianco sul quale fuggivano le auto e scivolavano i rari passanti. Le tribune, sulle quali avrebbero gridato di gioia migliaia e migliaia di persone, erano vuote e silenti: un tacito sconsolato quadro di solitudine e di freddo. In questa deprimente atmosfera, anche i "pupi", pronti per l'uscita, hanno rabbrividito e sono rimasti rintanati nel loro "antri" in attesa che il tempo si plachi. I festosi colori dei carri, i clamori gioiosi delle orchestrine, i gridi giocondi del pubblico, sono stati smorzati così dall'inclemente temperatura che ha lasciato ai fanesi solo il diversivo dei veglioni. Riuscitissimo quello tenutosi al Politeama sabato sera, anche se non traboccante di folla. L'intervento della cantante Carla Boni e di Tullio Pane, - che ha sostituito, in extremis, Gino Latilla, indisposto - ha conferito alla veglia un tono di gaia spensieratezza. Anche lunedì sera, il tradizionale veglione sociale, ha fatto dimenticare ai molti partecipanti, il deserto bianco e il clima rigido ancora persistente. Altri riusciti veglioni in tono minore, hanno avuto luogo nei dintorni della città e nei paesi di Cuccurano e Bellocchi. Ma l'innegabile amarezza dl questi giorni, sarà riscattata senz'altro nei giorni di marzo fissati per lo svolgimento del Carnevale, quando la bella nostra manifestazione folcloristica, potrà ribadire il successo di sempre di fronte alle moltitudini di folla. Da: Il Resto del Carlino del 14/2/1956 ***************** CONFIDENZE FANESI
CARNEVALE IN BIANCO
SOCCORSO Al BISOGNOSI
Questa volta non abbiamo fatto centro: il tempo ingrato ha sconvolto i piani e il Carnevale dell'Adriatico ha dovuto in tutta furia rinfoderare il suo apparato folcloristico. E' inutile negarlo: l'imprevista «ritirata» dei pupazzi ha posto la Società Carnevalesca di fronte a non piccoli problemi organizzativi e finanziari e la conseguenza sè ripercossa in misura anche maggiore nei carristi che aspettavano lo svolgimento dei «Corsi» per trarre da essi il meritato premio.
Quello che ha potuto essere svolto sono state le sole manifestazioni del Politeama: la sfilata dei modelli con annesse canzoni, i veglionissimo della canzone e il tradizionale veglione sociale.
I modelli erano (l'indovinate?) della Casa Pelvar di Bologna dentro i quali c'erano i corpi flessuosi delle varie « Misses » che il pubblico presente (specie uomini) ha ammirato (particolarmente il momento della sfilata in costume da bagno). Può darsi anche, però, che qualche nostra signora abbia addocchiato un modello e lo faccia confezionare magari dalla sua sarta di fiducia. Infatti tra il non molto pubblico c'erano parecchie sartine che durante lesibizione dei cantanti avranno tenuto a mente le pieghe «lasciate andare».
Nel veglionissimo della canzone l'atteso Gino Latilla non c'è stato e in sua vece è venuto Tullio Pane, che, in verità, non ha sfigurato: la Carla nazionale s'è data abbastanza da fare ed ha ballato anche con un nostro facoltoso concittadino. Il Carnevale dell'Adriatico 1956 si esauriva definitivamente la mattina di lunedì 13 quando le ultime coppie uscirono dal Politeama mentre fuori imperversava una bufera di neve senza precedenti.
Mentre tutti gli altri anni il Carnevale lasciava una scia di serena spensieratezza, quest'anno ha lasciato uno strascico di preoccupazioni e miseria. Con l'intensificarsi del maltempo i lavori stagnarono o si interruppero addirittura, cosicché buona parte della nostra popolazione venne a trovarsi in una penosa situazione che durò tutto il mese di febbraio.
Grave è stata la situazione di tutta la marineria che per tre o quattro settimane non potè prendere il mare. Contributi sono stati stanziati dal Ministero competente, dal Consiglio Provinciale e dalla Amministrazione comunale. Unaltra tegola piuttosto dolorosa è stata quella che è capitata a nostri ortolani, parecchi dei quali hanno subito sensibili danni da gelo «bruciando» milioni di piante.
Questa nostra produzione che costituisce una delle principali industrie locali beneficiando migliaia di persone, sarà quest'anno una misera cosa. I più pessimisti parlano di un miliardo di danni; ma anche se non fosse così certamente il danno ascende a svariatissimi milioni e questa primavera non si assisterà all'alacre lavoro di ingabbiamento e spedizione. Molte ragazze che trovavano nella «campagna» dei cavoli una fonte di reddito, saranno quest'anno in forzata disoccupazione e tutta l'economia ne risentirà per le segherie che lavoreranno a ritmo ridotto e per quella stessa osmosi economica che si verifica quando ogni cosa fila per il suo verso.
A.
Da: Frusaglia n. 8 del 10/3/1956
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CORRIERE DI FANO
Bimbi in festa domani per il primo corso mascherato
Scocca domani, lunedì, l'ora tanto attesa dei bambini fanesi: quella dello svolgimento del primo corso mascherato che inizierà una simpatica e felice tradizione. Sarà, questa, la festa più gioiosa per i nostri piccoli, i quali, anche se mancherà la caratteristica atmosfera del periodo carnevalesco, trascorreranno ore di gioconda allegria tra le più fantasiose creazioni folcloristiche.
Riportiamo i nomi esatti dei carri che sfileranno sul viale Gramsci per il primo corso mascherato dei bambini:
«1899»; la prima automobile Fiat (privato); «Al mercato di Frusaglia» e «Battaglia al Far West» ( Carnevalesca);
«Cenerentola» (Cuccurano); «I topolini» (Scuola Corridoni); «Primavera» (Pesaro); «Topolino, Pluto e Paperino» (Isola di Fano). Da: Il Resto del Carlino del 18/3/1956
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CORRIERE DI FANO
Oggi il Carnevale dei bimbi
Sembra ormai che la primavera abbia preso le redini della stagione che le appartiene e, con questa certezza, annunciamo ancora una volta lo svolgimento del primo Corso mascherato dei bambini che, dopo i reiterati rinvii, avrà luogo oggi domenica sul viale Gramsci alle ore 15,30.Domani lunedì a conclusione di questo rimandatissimo Carnevale, la grande manifestazione del Gran corso mascherato 1956 che allineerà alla partenza i seguenti carri: El veturin (pupo) eseguito su bozzetto di Tullio Ghiandoni da Enzo Bonetti; Cinema e Sport di Hermes Valentini; Gran Varietà di Pietro Pacassoni; Le Maschere Italiane di Enzo Bonetti; Nel Paese di Bengodi di Luciano Pusineri. Inoltre le mascherate a piedi: Esistenzialisti al Carnevale di Guerrino Ferretti e Assalto al Carnevale di Pietro Pacassoni.
Da: Il Resto del Carlino del 1/4/1956
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CORRIERE DI FANO
Premesse suscettibili di ampi sviluppi alla prima edizione del Carnevale dei bambini
Gaia, festosa, gioconda manifestazione quella del Corso mascherato dei bambini, prima edizione svoltasi domenica 1.o aprile lungo il viale Gramsci. Un lieto colorato divertimento per tanti bambini che vi hanno trovato il loro vitale elemento per dar sfogo a quei desideri che sono nella essenziale natura infantile.
Trentamila persone come ieri pubblicammo si erano riversate sul viale per assistere alla allegra sfilata dei sette carri allegorici che, nella loro esecuzione, nel loro soggetto, nella loro estrosità creativa hanno riscosso il vivo consenso del numeroso pubblico.
Ed il successo è stato tanto più apprezzabile se si tiene conto delle attenuanti che la manifestazione potrebbe anche
accampare: e cioè fatto che non ha potuto essere effettuata nel giorno stabilito dal calendario ufficiale e precisamente il
giovedì grasso 6 febbraio; un entusiasmo potremmo dire diluito nel tempo per i ripetuti rinvii; mancanza di quella atmosfera genuina di carnevale; primo esperimento.
Nonostante ciò possiamo affermare che da questa prima edizione del Corso mascherato dei bambini, sono venute fuori
quelle premesse suscettibili di un più ampio sviluppo, di una più bella suggestiva e apprezzabile manifestazione che potrà
degnamente costituire una attrazione non indifferente per i carnevali futuri.
Passiamo ora a giudicare i carri che hanno preso parte al piccolo Corso Mascherato: originale « 1899: la prima automobile Fiat» rievocante uno squarcio di quella che fu l'epoca delle « potenti » e « rombanti » auto che facevano rabbrividire le
signore abituate alle placide pariglie. Ideata dalla signora Sentili, quella « carrozza senza cavalli » ha costituito una gustosa nota ottocentesca che è passata e ripassata lungo il viale tra il consenso della folla. « I topolini» divertente messa in scena della eterna lotta tra il gatto e il topo: un carro questo anche di rispettabili proporzioni che avrebbe degnamente figurato anche nel Corso dei grandi. In esso c'erano i topolini con la coda nei fiaschi di olio, sulla grattugia e anche presi in trappola vigilati da un grosso ronfante micione artisticamente eseguito. Ne è risultata una simpaticissima rappresentazione di cui la Scuola « Corridoni » può esserne fiera.
«Cenerentola» soggetto realizzato con una proprietà certamente lodevole: tutti i piccoli personaggi noti della fiaba non
mancavano in quel «libro vivente » e, come tutte le favole ha rallegrato piccoli e grandi e di ciò va lode alla vicina frazione di Cuccurano. Meno spiccanti, ma sempre graziosi, gli altri quali «Primavera» dei bimbi del villaggio del fanciullo di Pesaro, «Topolino, Pluto e Paperino » dei bimbi di Isola di Fano, « Al mercato di Frusaglia» e «Battaglia al Far West » della Società Carnevalesca.
Hanno coronato il corteo mascherato la « musica arabita » elegante nei suoi vivaci costumi e caratteristici nei suoi strumenti e il carro del pupo «El veturin».
Da: Il Resto del Carlino del 4/4/1956
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La pioggia protagonista del Carnevale dell'Adriatico 1956
Se un malefico profeta avesse fatto nere previsioni per il Carnevale dell'Adriatico 1956, certamente non ci avremmo creduto; invece questa nostra manifestazione ha battuto quest'anno il record della sfortuna. Prima ci si è messa la neve e lunedì, 2 aprile, la pioggia che ha, è il caso di dire, "raggelato" letteralmente l'entusiasmo, proprio sul più bello della festa. Ma cominciamo dal principio. I carri folcloristici uscivano puntualmente verso le ore 16: quattro magnifici mastodontici carri allegorici che erano davvero una gioia degli occhi: veramente quest'anno i nostri carristi avevano fatto tutti un lavoro assai impegnativo; anche se anziché sei erano quattro, la colossalità di tutte e quattro le costruzioni, compensava la riduzione del numero, che poi in realtà non si avvertiva in quanto assieme ai quattro imponenti carri sfilavano le due magnifiche mascherate e i tre migliori carri del Corso dei Bambini. Apriva la marcia il burlesco pupo "El veturin" spiritosa e centrata parodia del declino della carrozza a cavalli costruito dal pittore Bonetti su bozzetto di Tullio Ghiandoni; indi venivano i tre piccoli carri e cioè la "prima automobile Fiat" della famiglia Sestili; "Cenerentola" della frazione di Cuccurano e "I topolini" della Scuola Corridoni. Poi, a piedi procedevano le due pittoresche mascherate "Dalla giungla inesplorata al Carnevale dell'Adriatico" rappresentante selvaggi armati a dorso di animali preistorici e costruita da Pietro Pacassoni; "Esistenzialisti al Carnevale" di Guerrino Ferretti che ci presentava tutti i strani tipi caratteristici di questa moderna corrente intellettualistica. Grandiosi e monumentali apparivano poi "Le maschere italiane" di Enzo Bonetti efficace riproduzione della maschera di Goldoni; "Il paese di Bengodi" di Luciano Pusineri che ha saputo trarre effetti satirici con una modellazione volutamente infantile tale da dare alle stesse teste dei pupazzi un carattere assolutamente inedito; "Panorama di varietà" di Pietro Pacassoni, una gustosa e succosa parodia delle più note figure comiche del varietà e del cinema. Pacassoni un veterano del carnevale, è riuscito quest'anno a conferire al suo carro un'ottima impostazione ed anche la sua modellazione ha segnato dei sensibili progressi. Chiudeva il carosello mascherato il carro di Hermes Valentini "Cinema, sport e fantasia" una mirabile rassegna in chiave comica dei più popolari divi dello schermo, dei più noti campioni dello sport e di figure fantastiche Purtroppo quando già l'atmosfera si stava riscaldando e iniziava il nutrito getto dolce, ecco che il tempo cominciava a far bizze; prima è stato un fitto ma breve spruzzo, poi un violento e prolungato acquazzone che ha portato lo scompiglio nella folla intervenuta numerosissima e costretto i carri in ritirata, perdendosi così quel mirabile cromatico spettacolo che avrebbe dovuto essere la illuminazione, i mortaretti e le girandole. Da: Il Resto del Carlino del 5/4/1956**************************
QUALCOSA CHE NON VA
DOPO IL CARNEVALE
Appunti di Leandro Castellani
E anche il Carnevale 56 è passato, dopo essere stato rimandato per tre volte consecutive. E' arrivato il "Corriere dei piccoli" e quello dei grandi, troncato quest'ultimo da un arrogante e stupido acquazzone.
Ora vorremmo solamente aggiungere qualcosa alle cronache dei quotidiani, qualche commentino breve, fanese e sincero.
Per incominciare: come si spiega la ripetuta assenza degli operatori dei Cinegiornali dal "Corso mascherato" di Fano, malgrado l'interessamento della Carnevalesca in proposito? C'è un nome solo: OSTRUZIONISMO. Quando poi si assiste al cinema alle proiezioni della INCOM, Giornale Universale, Mondo Libero e Attualità Italiane, riportanti le cronache carnevalesche di Vattelapesca di sotto, o un orripilante e nauseabondo testone di Totò, considerato come il centro del cosiddetto Carnevale di Cagliari, si è costretti a concludere che l'unico peccato mortale di Fano è quello di non essere situata in Sardegna o nel Mezzogiorno, ma in una regione notoriamente considerata la "cenerentola" d'Italia. Oppure all'ostruzionismo di un certo famoso Carnevale della Toscana, molto influente sotto tutti gli aspetti, scottato dall'arte e dal genio che non possiede.
Quest'anno il "Corso mascherato" è stato il migliore di quanti se n'è visti da qualche anno in qua: ottimi carri, veramente mastodontici, lontani dalle sciroppate elefantiasi che van per la maggiore o dai carretti "fatti in casa" di qualche altro centro; ottimo corteo, condito da due originalissime mascherate a piedi e da alcuni dei simpaticissimi "carri dei bimbi", oltre al grazioso "pupo".
Naturalmente i generosi carristi e la infaticabile Carnevalesca, sono stati ripagati da un insuccesso finanziario dovuto in parte al tempo, in parte al disinteresse di una buona percentuale di fanesi che credono "faccia fino" fare gli scettici blu, e alla rappresaglia di altri (pochi ma arroganti) che considerano questa magnifica manifestazione del genio e del LAVORO fanese, un giuoco da ragazzini.
Ci auguriamo che il Carnevale possa risalutarci più solidali il prossimo anno, anzi che ci venga a trovare, magari sotto una formula nuova da studiarsi, questa estate.
Se qualche celebre città della Riviera Ligure ha il coraggio di far circolare senza museruola quattro carrette spelacchiate, perchè i fanesi non fanno vedere di che cosa sono capaci nonostante l'ostruzionismo di qualcuno e lo scetticismo di altri?
Il tono di queste note, forse, un po' violento, ma una discussione, un dialogo aperto tra concittadini può nascere solo dalla chiarezza e dalla sincerità più assoluta.
Da: Frusaglia del 25/4/1956**************************
Il nuovo consiglio della società carnevalesca
L'edizione del Carnevale dell'Adriatico 1957 non si farà. Questo, almeno, per ora, il risultato delle assemblee che si sono tenute nelle ultime settimane. Nella seconda di esse si è proceduto anche alla nomina del nuovo Direttivo della Società carnevalesca, che è risultato così composto: rag. Sergio Capponi, cav. Giuliano Solazzi, rag. Mario Benini, dott. Guido Tecchi, rag. Adolfo Cristiano, Rino Bragadin, rag. Aldo Castellani, sig. Gustavo Robereti (sic! n.d.r.), sig. Enzo Berardi, rag. Volturno Diotallevi, m.o Hermes Valentini, sig. Carlo Pacifici, rag. Mariano Frausini, rag. Ugolino Pelonghini, rag. Giorgio Murgi, dott. Franco Roberti, rag. Oscar Gregorini, prof. Rino Fucci. Da: Il Resto del Carlino del 28/12/1956Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2000
Ultima modifica: 13.06.2013
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