Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Somarata del 1885

La Sagra Polentara di San Costanzo

Il Carnevale nella zona di Isola di Fano (Fossombrone)


Nelle campagne della vallata del Tarugo il giovedì grasso e il martedì di carnevale si improvvisavano gruppi in maschera, che andavano per i casolari a portare buonumore e scherno, prendendo di mira i personaggi più in vista del luogo. Così si potevano ammirare una coppia di novelli sposi, la cui neo-moglie era in genere interpretata da un uomo vestito di bianca veste e con il viso imbellettato oltre misura, il prete, che impartiva benedizione a tutti, mentre faceva scorrere i grani del suo rosario - una resta di salsicce -, il medico che ad ogni sosta, improvvisava un enorme clistere al suo paziente, dopodichè si accingeva ad eseguire un complicato intervento chirurgico al ventre della sua vittima, estraendo dal grande addome salsicce, qualche salame, del pecorino; non mancava nemmeno il bevitore incallito che si faceva versare da bere dal capoccia in un orinale accuratamente imbrattato di cioccolato. Tutta la comitiva era seguita da un suonatore di fisarmonica, che con la sua esibizione invitava gli astanti a ballare sullo spiazzo davanti casa; al suono dello strumento si univa spesso il canto di qualche persona, che godeva fama di possedere una bella voce e un nutrito repertorio di canti.

Al termine dell'esibizione l'allegra compagnia, dopo essere stata ricompensata con una buona bevuta, con uova, salsicce, lardo, formaggio o un galletto dalla capoccia, si avviava cantando e salmodiando verso un altro casolare. Al termine della giornata, a sera inoltrata, la chiassosa ed allegra combriccola si riuniva presso l'abitazione di qualcuno di loro per consumare una ben nutrita e variata cena.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 21.02.2005

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