Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Feste e tradizioni religiose nella zona di Fano

La Turba di Cantiano

Feste e tradizioni religiose nella zona di Fossombrone


Le croci sui campi e le rogazioni

Grandi croci di legno si erigevano sulle alture a protezione dei luoghi circostanti. Presso alcune di queste e in prossimità di certune edicole votive si recava il sacerdote in processione con i fedeli per propiziare l'intervento divino sui campi e sui loro abitanti: sono i riti legati alle rogazioni che si effettuavano nella giornata del 19 aprile e nei tre giorni antecedenti l'Ascensione. In queste funzioni nelle preghiere si invocava l'intervento di Dio, affinché da quei luoghi stessero lontane: la peste, la fame, la guerra ed altre calamità.

Festa di Sant'Antonio Abate

In campagna i contadini, oltre a partecipare ai riti religiosi comuni, erano particolarmente devoti a Sant'Antonio abate protettore degli animali. Ogni chiesa di paese possedeva e continua ad avere un quadretto o una statua di questo santo; e il 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio, tutti gli uomini si recavano a messa, si comunicavano e portavano a benedire i mangimi per gli animali; in alcune chiese era tradizione di portare addirittura gli stessi animali a benedire: in particolare quelli da lavoro, buoi, mucche, cavalli. Inoltre questi venivano segnati con una piccola croce su di una spalla, rasando un po' di pelo con le forbici.

Nella parrocchia di Sant'Antonio abate di Fossombrone era costume confezionare la cosiddetta pagnottina di Sant'Antonio: un bocconcino benedetto, poco più grande di un cappelletto, fatto con pasta di pane, e distribuito qualche giorno prima del 17 gennaio ai contadini delle campagne circostanti per darlo da mangiare nella giornata di Sant'Antonio agli animali. La gente ricompensava i questuanti con uova, delle salsicce, un po' di lardo, o del formaggio come faceva, del resto, con i pasquellanti il giorno dell'epifania.

Dobbiamo tener presente che la cura del bestiame era molto importante per i contadini, perché, innanzitutto essi servivano loro per affrontare i lavori più pesanti e faticosi come l'aratura, la semina e i trasporti ed inoltre costituivano la principale ricchezza, il loro capitale, di cui essi disponevano solo del cinquanta per cento, perchè l'altra metà apparteneva al proprietario del fondo.

Le confraternite

Le confraternite o compagnie o pie unioni sono associazioni di fedeli laici, costituite come enti morali dall'autorità ecclesiastica, allo scopo di svolgere opere di pietà e di carità e di attivarsi per favorire ed incrementare il culto pubblico. Fu il Concilio di Trento, che stabilì che le confraternite, esistite fin dal Medioevo, si dessero un preciso regolamento e fossero sotto la giurisdizione diretta del vescovo per svolgere in modo più circostanziato ed attinente il proprio compito.

Ad esse si rivolgevano, con dei lasciti, alcuni fedeli abbienti per assicurarsi benefici in perpetuo alla propria anima; di conseguenza le confraternite si troveranno ad amministrare, ben presto, dei capitali -terreni, case e denaro- che cercheranno di mettere a frutto nel migliore dei modi per incrementare il proprio operato di assistenza e di beneficenza: buona parte della loro liquidità verrà dai censi. Ogni singola confraternita curava, inoltre a sue spese, anche un proprio altare, dedicato al santo, da cui la stessa prendeva il titolo; mentre per i servizi religiosi vi era a disposizione, quasi sempre, un cappellano. Il censo è una somma di denaro, concessa in prestito a chi lo richiedeva, con un interesse annuale esiguo, che variava dal tre al sei per cento: il mutuo veniva accordato mediante un rogito, in cui spesso era nominato un garante: queste precauzioni, però, erano solo formali, perchè, il più delle volte, la somma concessa in prestito finiva per non essere mai più reintegrata. Questa maniera di gestione del capitale, non sempre oculata, unita alla crescita dei pesi e degli obblighi, comportò il declino delle confraternite: per cui, già agli inizi del secolo scorso, molte si estinsero del tutto, altre sopravvissero per un certo periodo, come quelle del Santissimo Sacramento, definite in tempi a noi più prossimi le cappe, le quali continueranno a svolgere solo una funzione di rappresentanza nelle processioni e in altri riti religiosi.

Ciascuna compagnia era retta da due priori, nominati dal parroco e scelti fra gli associati: ad essi si richiedevano diligenza, capacità ed onestà, e quasi sempre erano riconfermati nelle loro funzioni. Al depositario, invece, erano affidate la contabilità e la cassa: in quest'ultima si custodiva il denaro sotto doppia serratura, le cui chiavi erano tenute dal depositario e dai priori.

Le confraternite più diffuse erano: la confraternita del Santissimo Sacramento, la Confraternita di San Giuseppe, la confraternita della Madonna del Rosario. Ognuna di esse aveva un certo numero di adepti: i confratelli, i quali, durante i riti religiosi, vestivano la cappa. Questa era costituita da due capi: un camice lungo in genere bianco e una mantellina corta, che arrivava sì e non alla vita e variava di colore, a seconda dell'appartenenza e dei luoghi; il rosso, il turchino, il marrone erano le colorazioni più diffuse.

I confratelli delle varie compagnie, vestiti con le loro cappe, prendevano parte alle processioni, ai funerali e a quelle funzioni, che riguardavano più da vicino la natura della confraternita; così, ad esempio, quelli del Sacramento a turno soprintendevano al Santissimo durante l'esposizione della quarantore. I confratelli dell' unione di San Giuseppe provvedevano il pane ai poveri per distribuirlo il giorno del Santo: il 19 di marzo.

Usanze di Pasqua

A Pasqua, negli ultimi tre giorni della settimana santa, giovedì, venerdì e sabato, le campane di ogni chiesa venivano legate con le stesse corde con le quali si era soliti suonarle dalla base del campanile; esse, per tutto il periodo della passione e della morte di Gesù, dovevano restare mute. Durante questo intervallo i vari momenti della giornata venivano scanditi dal suono delle baltraccole, uno strumento portatile costituito da un supporto di legno e dei battenti di ferro: l' arnese, opportunamente mosso dalle mani dell'operatore, emette un suono, che niente ha di armonioso. Tale compito era affidato ai ragazzi, i quali passando per le vie dei paesi e delle città, avvisavano i fedeli per le funzioni religiose oppure annunciavano il mezzogiorno. Alle dieci del sabato le campane venivano sciolte e suonavano a festa per manifestare la resurrezione del Signore. Al suono di esse i bambini erano invitati a correre per dire la loro gioia in quel momento singolare, ma anche perché questo gesto, in un simile atto di grazia, contribuisse a renderli agili, svelti e sani.

Nelle campagne era usanza diffusa che l'uovo benedetto si dovesse mangiare insieme alla crescia il mattino di Pasqua prima della levata del sole, per evitare, così, per tutto l'arco dell'anno, l'incontro, sempre poco gradevole, con le bisce.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 21.02.2005

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