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Crescia (di oggi)

Crescia sfogliata

Crescia (di ieri)


Questa è la ricetta della "crescia" come si preparava agli inizi del secolo nelle case contadine dell'entroterra fanese. Racconta la signora Tina Vitali Torriani, ultima nata di 14 figli, che la "crescia", allora, costituiva il più delle volte un piatto "unico" per cena, senza niente altro, che si mangiava anche per la colazione del mattino successivo. E quando la madre preparava la "crescia" i figli facevano una gran festa. Questa crescia è molto simile alla piadina romagnola; a San Costanzo si sostiene, in maniera convinta, che la crescia locale sia l'antenata della piadina romagnola.

Si impasta 1 kg di farina di grano con acqua bollente, quindi si aggiunge sale e pepe. Si fa riposare un'oretta, poi dallo stesso impasto si staccano piccole palle che col matterello vengono ridotte a cresce. Queste vengono cotte su di una piana di terracotta. Si mangiano "sa l'erba straginata" e con la salsiccia. In casa della signora Tina, a metà cottura, la crescia veniva tolta dalla piana di terracotta: sopra vi si strofinava una cotica di lardo, si ungeva con strutto e si spruzzava con una presina di sale. Infine si faceva completare la cottura su di una graticola alla brace.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 01.04.2005

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