Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carrucola per pozzo

Aspo o Naspo

La filatura e la tessitura - generalità e sommario degli strumenti di lavoro e oggetti d'uso


La stanza per la tessitura

A volte la casa colonica era fornita di una stanza, ricavata al pian terreno, in cui era posizionato il telaio, utilizzato per tessere i filati di canapa, di lino, di lana e di cotone. Le tele prodotte servivano per confezionare stoffe come il mezzolano e il rigatino. Il primo era un panno fatto di canapa, lino o cotone, misti a lana e di colore marrone chiaro, ottenuto dal mallo di noce. Il rigatino, invece, si otteneva da filati misti di canapa, lino e cotone e prendeva il nome dalle righe bianche e blu, di cui era composto. La colorazione blu, in questo caso, si otteneva dalle foglie di guado (Isatis tinctoria). Inoltre si tesseva della tela di canapa, lino e cotone per biancheria: lenzuola, asciugamani, tovaglie ed altri capi. In mancanza di un locale apposito il telaio era ospitato in un angolo del magazzino.

Emilio Pierucci

La lavorazione della canapa

La canapa si seminava il giovedì santo e in tre o quattro mesi le piante erano mature per essere sradicate e legate in fascetti. Prima si coglieva "quella del fiore" (pianta maschile) ottima per tessere, poi in settembre la pianta femminile, da cui si ricavava il seme e una fibra più grossolana che si vendeva al cordaio. I fascetti si mettevano dapprima ad essiccare al sole, poi a macerare nell'acqua di una pozza e infine ad essiccare nel forno, subito dopo aver sfornato il pane. Per separare la fibra tessile dalla parte legnosa si usava prima uno strumento di legno detto maciullone, poi un altro detto maciulla o gramola. La fibra ricavata veniva passata su appositi pettini dotati di punte di ferro più o meno fitte. Così raffinata, era poi avvolta attorno alla rocca e di qui trasformata in filo e raccolta nei fusi. Altri passaggi prima della tessitura col telaio erano la formazione di matasse mediante il naspo (nei tipi manuale o rotante) e la raccolta del filo in tanti rocchetti (cannèlle e canlón) mediante il panatoio e il mulinello.

Luciano Poggiani

La filatura a mano

Seduta su una rustica sedia, o nella casa o sull'aia con le vicine, la donna di casa infilava la lunga rocca sotto un braccio, si bagnava leggermente le dita con la saliva, e faceva scendere dalla conocchia un batuffolo di lana, riducendolo a esile filo che avvolgeva al fuso.
Quindi, imprimendo allo stesso un rapido movimento rotatorio, mandava in trazione il filo, che continuava a formarsi scendendo dal castello della rocca, scorrendo fra le dita della massaia e continuando ad avvolgersi al fuso.
Quando la rocca si svuotava ed il fuso al contrario era diventato ben fornito di filo, esso veniva sostituito da un altro fuso, mentre qualcuno della casa pensava a formare gomitoli di filo appena formato dalle abilissime mani della operatrice.
Da: GERVASONI 1982

SOMMARIO DEGLI STRUMENTI DI LAVORO E OGGETTI D'USO PER LA TESSITURA
Aspo o Naspo
Fuso
Maciulla o Ingrambola o Gramola
Maciullone o Maccone o Ingrambolone
Pettine per canapa
Rocca o Conocchia


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 28.02.2012

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