Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

La stiratrice

Il mugnaio

Il carrettiere


Il trasporto delle merci, quando non esisteva la macchina, richiedeva uno sforzo faticoso per l’uomo addetto al carico e scarico ed agli animali per trainare i carri.
Alle stanghe del carro a due ruote era attaccato un solo animale, di solito un cavallo (mulo o asino); per i carichi pesanti o viaggi lunghi veniva affiancato alla stanga un altro quadrupede, un asino (“el blancin”). Sul carro erano montate le “sponde”, a volte dipinte, più o meno alte a seconda della merce da trasportare.
Quando l’uomo caricava, il cavallo riposava; durante il tragitto, se l’asperità della strada non lo impediva, riposava il carrettiere. Nei tratti di strada in forte salita il carro trainato dal cavallo vaniva rimorchiato dalla “stropa” consistente in uno o più paia di buoi guidati da un contadino del luogo, che era sempre a disposizione dei carrettieri in difficoltà. Il carro a quattro ruote era usato specialmente per i viaggi lunghi. Sotto il letto del carro, al centro, era appesa la lanterna, sempre pronta ad essere accesa al calar della sera.
Il buon carrettiere conosceva bene il suo cavallo il quale, a modo suo, conosceva il padrone, le sue abitudini e le sue debolezze. Davanti a certe osterie il cavallo, senza richiamo, si fermava: in po’ di riposo o un po’ di biada o fieno da mangiare, mentre il carrettiere prendeva il suo “aperitivo agricolo”. Alla sera, per il ritorno, avvicinandosi alla stalla, anche se stanco, il cavallo accelerava l’andatura.
Alla fine della giornata, se il padrone aveva bevuto più del solito (si diceva una volta “bevi cum un caretier”!) e si addormentava sul carro, non c’era alcun pericolo: il cavallo, con il suo istinto, tornava alla stalla.

(Da: "La vecchia Fano", AMADUZZI 1981).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 12.01.2005
    Ultima modifica: 27.01.2005

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