Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Castagne - generalità e sommario
Cara castagna
"Guscio spinoso, cuor generoso...". Così cominciava la vecchia
filastrocca che narrava ai bambini le virtù dell'umile ma preziosa castagna, risorsa provvidenziale, in antico, per la gente contadina delle nostre colline, quando l'annata era stata magra ed occorreva ingegnarsi per sbarcare il lunario.
Allora le castagne, questo pane vegetale che costava nulla e nutriva tanto, venivano ammucchiate nel "ricciaio" e conservate per l'inverno ricoperte di terriccio; alla bisogna, si liberavano
dal riccio calpestandole con speciali zoccoli ferrati, e poi, facendo di necessità virtù, si insegnava ai più giovani la frugalità francescana presentandole sul desco al posto del companatico.
Così le castagne divenivano minestra (seccate prima e poi bollite e consumate con il loro brodo), oppure fungevano da "secondo", quando le donne le mettevano a cuocer sotto la "cnigia", la cenere calda di brace, o le scodellavano fumanti dal paiolo, dopo aver immerso nell'acqua della bollitura, secondo un'antica "credenza" le molle del camino arroventate per renderle più buone.
In tempi di miglior fortuna, invece, con la farina di castagne si impastavano rustici dolci, arricchiti con noci e mandorle, che riuscivano grati al palato specie se accompagnati da un sorso asprigno di bianchello.
Oggi che il mondo gira più in fretta e che l'uomo s'è fatto più leccardo, vanno perdendosi le memorie ed i sapori dell'antica tradizione, e può succedere di sentire il bambino chiedere notizie
dell'albero che fa i "marron glacés".
Pubblicato in "Tutti a tavola", di VALENTINI V., 2004
Le ricette che seguono sono tratte da: VALENTINI, V., 2004: Tutti a tavola - le ricette della provincia pesarese.
SOMMARIO
Castagnaccio
Frittelle di farina di castagne
Rotolo di castagne
Dolce di castagne
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 10.04.2005
Ultima modifica: 10.04.2005
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