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Cenni storici su Sant'Angelo in Vado

Il centro storico di Sant'Angelo in Vado

Sant'Angelo in Vado: la Domus di Tifernum Mataurense


Che il Campo della Pieve, a Sant'Angelo in Vado, conservasse nel suo sottosuolo una cospicua porzione dell’abitato della città romana di Tifernum Mataurense, era cosa nota ormai da diversi anni, da quando cioè una fortunata serie di fotografie aeree avevano mostrato con non frequente evidenza un fitto e articolato tessuto di strutture sepolte. Tale evidenza, suffragata peraltro dai risultati, non entusiasmanti ma decisamente probanti, di un ampio saggio esplorativo condotto nel 1999, aveva da tempo indotto l’Amministrazione Comunale a mettere a punto, insieme con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, un ampio programma di scavo e valorizzazione, in vista del quale, frattanto, con determinante lungimiranza, l’Amministrazione Comunale stessa aveva acquisito al suo demanio l’area.

Nell’area oggetto di scavo, ampia mq. 1.000 circa, si è messa in luce l’intera articolazione di una grande domus gentilizia eretta verso la fine del I sec. d.C., impreziosita da un ricco complesso di mosaici figurati, forse il più cospicuo venuto in luce nelle Marche da ormai diversi decenni.
Tali pavimenti musivi, di buona e ottima qualità, e per lo più ottimamente conservati, esibiscono soggetti vari, che mostrano l’inserimento dell’antica città nella circolazione di cartoni e maestranze specializzate, e la presenza in essa di una committenza colta e raffinata.
In quello che è il vestibolo campeggia “il trionfo di Nettuno”, che impugna il tridente, sul carro trainato da due ippocampi, accompagnato dalla sposa Anfitrite, mentre al di sotto nuotano i delfini; segue, nel probabile tablinium, un busto di Dioniso con la corona di foglie di vite, in un tondo centrale incorniciato da una raggiera di motivi prospettici, ed eleganti figurine femminili agli angoli.
Nelle parte mediana della domus si apre un atrio-peristilio con mosaici geometrici, con basi modanate di colonne che sostenevano l’impluvium, con relativo pozzo al centro, intorno, variamente articolati, si dispongono almeno tre vani di rappresentanza.
Una grande sala presenta una complessa policromia di motivi geometrici e vegetali, con un emblema esagonale centrale con la testa della Medusa irta di serpentelli.
In un’altra, che si distingue per le massime dimensioni (m. 7 x 7 circa), forse il triclinio, compare una ricchissima composizione policroma di tondi figurati con figure simboliche, animali reali e fantastici ed altri motivi, e riquadro centrale con scena di animali marini in lotta tra loro (polpo, gamberone, murena); su un lato, una fascia rettangolare bicroma esibisce una scena di caccia, con un battitore che indossa i caratteristici abiti (corta tunica e gambali in pelle), e due cani che incalzano rispettivamente un capro selvatico ed un cinghiale.
Altri due vani, infine, presentano complessi e raffinati motivi geometrici, anche policromi, con inserti figurati di vario soggetto.

Giuliano de Marinis
Soprintendente per i Beni Archeologici delle Marche

(Testo e immagini dal Sito Internet del Comune di S. Angelo in Vado: www.comunesantangeloinvado.it, consultato il 2-12-2009).

La Domus è aperta nel periodo estivo; su richiesta nel resto dell'anno.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 02.12.2009
    Ultima modifica: 02.12.2009

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