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Fano: Giardinetto Leopardi

Fano: i quartieri fuori del centro storico

Fano: I Passeggi (Viali Mazzini)


Entro la città di Fano, dal Ponte Rosso al Ponte Storto, 400 m di entrambe le rive del Vallato del Porto (o Canale Albani) sono state trasformate nel 1783-84 in un parco pubblico (Viali Mazzini o "I Passeggi").

La sistemazione attuale risale al 1986. Le alberature di Tigli, Lecci, Ippocastani e varie specie esotiche sempreverdi sono state piantate nel 1952 al posto di quelle abbattute per farne legna da ardere nel 1944, al termine della seconda guerra mondiale. Già nel 1863 era avvenuta una distruzione analoga.

Si riportano tre articoli di giornale, del 1911, del 1938 e del 1952.

La musica militare suonerà d'ora innanzi come annunziammo nella scorsa domenica, ai Viali Mazzini, e ci auguriamo, che questo sia un mezzo per rimettere in onore l'antica e pittoresca passeggiata, che era una volta, e giustamente, il ritrovo preferito della nostra cittadinanza
Vero è, che correvano altri tempi! Le signore eleganti del paese, e i giovanotti intraprendenti, (degli uni e delle altre ce n'era un numero senza dubbio maggiore, che a' dì nostri) amanti di flirtare, di lasciarsi vedere, e di divertirsi non avrebbero mancato per tutto l'oro del mondo la domenica, dopo l'ultima messa, di fare i due o tre giri di rito per i viali allora formati da annose piante di cipresso. La comparsa festiva ai passeggi era, come il pasticcetto alla crema del caffè dei Nobili, un'articolo di fede, e guai a sottrarvisi.
La scure demolitrice di una turba di forsennati, non si sa ancora bene da chi suggestionata, e pagata, in una triste notte del 1863, devastò completamente le superbe spalliere, atterrò gli alberi secolari: la città se ne commosse come di sventura cittadina, si fece un processo... poi non ci si pensò più! E fino al 1874 le erbacce crebbero indisturbate in quel luogo di delizie diventato squallido e deserto. G. A. Gabrielli volle, mentre era a capo della città, restituire al pubblico uso i viali, che agli uomini del suo tempo ricordavano gli anni più belli della giovinezza; in luogo di cipressi furono piantate le robinie ed i tigli, ed in breve i fiorentissimi viali tornarono a specchiarsi nelle acque del canale placidamente fluenti. Ma l'antica forma non tornò: qualche servotta, qualche soldato, un paio di frati e ... nulla di più.
E' un vero peccato, e saremmo lieti se un po' di vita allegra tornasse ad agitarsi in quel sito veramente ridente ed ameno.
Crediamo di fare cosa grata ai nostri lettori, accennando all'origine della bella passeggiata.
La nobile Congregazione del Porto si adunava adunque, nella sua residenza il 23 giugno 1783 ... ma lasciamo la parola all'estensore del verbale:
"Avendo il sullodato signor Lelio Rinalducci, vice-capitano, esposto ai signori congregati l'universale desiderio della città di vedere ridotti a comodi e deliziosi passeggi i due tratti di strada in riva al canale detto comunemente il taglio, cominciando da Ponte Storto sino al primo ponte di legno detto Ponte Rosso, opera ideata e stabilita sin da quando fu fatto il detto canale ... i signori congregati di unanime consenso risolvettero di ridurre ad effetto l'antica idea col riattamento delli suddetti due tratti di strada etc".
Il nome del promotore dell'opera geniale meritava d'essere ricordato.

Da: Il Gazzettino - Periodico amministrativo settimanale di Fano, n.7 del 19 febbraio 1911.

FANO, 26 - Auspice il Segretario del Fascio, e rallegrata dalle fanfare della GIL e dell’ O. N. D., la preannunziata Festa campestre ai pittoreschi “Passeggi” – ombreggiati da due superbe file d’ippocastani – si è svolta fra il gaudio vivissimo di migliaia di villeggianti intervenuti dalle popolose frazioni e dai paesi vicini.
Vezzose dopolavoriste e baldi camerati – di cui il nostro gentile fotografo Abele Cerasoli ci offre un gruppo nel vivace costume – hanno conferito alla simpatica manifestazione giocondità e colorito non comune.
Buffa la corsa nei sacchi condita di non pochi capitomboli; e non meno divertente, la giostra ciclistica gastronomica, superata solo dal tiro alle bottiglie e dall’indiavolato insaponato albero della cuccagna da cui pendevano imprendibili salami, caci, prosciutti e bottiglie di pretto “licore piceno”.

Da: La Tribuna, 27 aprile 1938

I Rinnovati "Passeggi" costituiscono un luogo ideale

Certo dalla memoria dei cittadini fanesi, non sarà del tutto scomparso il ricordo degli anni crudi dell'immediato dopoguerra, allorché il viale Mazzini, comunemente denominato «Passeggi», dopo che gli automezzi alleati ne devastarono in massima parte il parco, venne ad essere preda della popolazione reduce dallo sfollamento e sprovvista di tutto; si verificò un arrembaggio indiscriminato, si tagliò, si abbatterono i magnifici alberi e dopo qualche tempo non rimase che desolazione e squallore; tutto fu sconvolto e la zona bellissima non apparve che un demoralizzante e sconfortante deserto che stava lì ad accusare inesorabilmente la città per lo scempio subito.
Passarono gli anni e la amministrazione socialcomunista non fece alcun tentativo per rimetterla in sesto: dei «Passeggi» non rimaneva altro che il nome e per il cittadino fanese era motivo di rammarico e di avvilimento. Ma arrivano le elezioni: la vittoria arride ai partiti democratici e questi, dopo appena qualche mese dal loro insediamento, con atto coraggioso e rapido, mettono mano al radicale riassestamento del caratteristico viale.
Ricreare i «Passeggi» sul vecchio modello o propendere per una concezione più moderna e più aderente ai gusti del nostro tempo? Per un momento gli amministratori sono sfiorati dal dubbio ma poi, alla fine, si opta per il loro totale rinnovamento. Si fa il progetto e si incominciano i lavori; dopo qualche mese il miracolo si compie: i “Passeggi” nascono a nuova vita, e il canale, che è tornato a scorrere, rende oltremodo affascinante la bellissima zona.
Oggi ormai, a distanza di qualche mese, le nuove piante sono nel pieno rigoglio; certo ci vorrà qualche anno perché tornino ad ombreggiare la zona ma intanto, lo spettacolo che si presenta è quanto mai attraente: il verde dei viali, le esedre, le panchine hanno rimesso a nuovo questa magnifica passeggiata che costituisce un ideale luogo i sosta e di passeggio per la cittadinanza che unanimemente ha tributato il suo plauso all'opera davvero encomiabile dell'amministrazione.

Da: Giornale dell’Emilia, 25-6-1952


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 02.12.2010

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