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Tritone italiano - Lissotriton italicus

Ululone appenninico - Bombina variegata

Tritone punteggiato - Lissotriton vulgaris


Tritone punteggiato - Lissotriton vulgaris (Linnaeus, 1758)

Altri nomi italiani: Tritone comune. Nomi dialettali locali: Taràngula, Salamandra; Mèscola (zona di Carpegna)

Ordine: Caudata. Famiglia: Salamandridae

Nella nostra zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino) si trova il Tritone punteggiato italiano - Lissotriton vulgaris ssp. meridionalis (Boulenger, 1882).

Note tassonomiche: in precedenza denominato Triturus vulgaris meridionalis (RAZZETTI & BERNINI, 2006).

Caratteri distintivi: lunghezza totale 6-8 cm, fino a 9 cm nei maschi e a 11 cm nelle femmine. Coda compressa lateralmente. Una salienza longitudinale per lato tra il dorso e il fianco, più netta nel maschio. Testa con striature longitudinali scure, una delle quali passa sull’occhio; gola con macchie scure, dorso giallo-verdastro o tendente al marrone e ventre giallastro con macchie scure. Il maschio nel periodo riproduttivo presenta una cresta dorsale a margine intero, dita delle zampe posteriori palmate e bande sfumate, una celeste e l’altra arancio, sovrapposte lungo la cresta inferiore della coda. Femmina con due bande longitudinali latero-dorsali scure. Giovani con livrea simile a quella della femmina, ma spesso più giallastra o talora rossiccia soprattutto in fase terrestre. Larva di 3-4 cm con branchie esterne, coda ad apice gradualmente appuntito e corpo con parti superiori e laterali brunastre o giallastre punteggiate di scuro e una serie di macchie chiare lungo i fianchi. Specie simili: si può confondere con Lissotriton italicus presente nella vicina Provincia di Ancona, che però non ha strie longitudinali scure sulla parte dorsale della testa e cresta dorsale neanche in periodo riproduttivo; inoltre la femmina si può confondere con quella di Ichthyosaura alpestris apuana, che però non ha macchie scure sul ventre.

Biologia: al di fuori del periodo riproduttivo è specie terragnola. L’adulto si nutre di piccoli invertebrati catturati sia in acqua che nel terreno e talvolta di avannotti di pesci, uova e girini di anfibi; la larva di piccoli invertebrati acquatici. Il periodo riproduttivo nella zona costiera della Provincia di Pesaro e Urbino inizia a partire da febbraio, con numerosi individui osservati in acqua. La deposizione delle uova avviene fino a maggio. Le uova vengono deposte in acqua singolarmente o più di rado a coppie, attaccate a foglie le quali poi sono ripiegate ad U a scopo protettivo.

Distribuzione in Italia: diffusa nelle regioni settentrionali e centrali, sino a una parte della Campania, dal livello del mare ad oltre 1600 m di quota. Assente nelle isole. La sottospecie nominale Lissotriton vulgaris vulgaris compare solo nella zona di Udine (Friuli-Venezia Giulia).

Dati accertati nella zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino): diffusione (compresi dati bibliogr.): specie diffusa. Frequenza di osservazione: frequente. Distribuzione altitudinale: dal livello del mare a 1330 m (M. Catria). Osservazioni: dati dal 1980 al 2024. Presente dalla costa alla zona appenninica interna. Habitat: nel periodo riproduttivo preferisce acque ferme poco profonde e ricche di vegetazione come stagni, pozze, vasche e abbeveratoi. Nel resto dell’anno si trova in prati, boschi e campi coltivati circostanti, nascondendosi in cavità del suolo e nella lettiera.

Osservazioni anteriori al 1980: S. Veneranda in Comune di Pesaro (cella n.7), anni ’70 del secolo scorso (FAZI, com. pers.). Pesaro in zona Sorìa (cella n.6) nel 1966, in stagni e acquitrini oggi scomparsi (POGGIANI). T. Arzilla a Carignano di Fano (cella n.13), nel 1974 (POGGIANI).

Dati bibliografici: cella n.3 tra San Marino e Marche (TEDALDI et al., 2014). Celle n.4 e 5 tra Emilia-Romagna e Marche dal 1970 al 1993 (MAZZOTTI & STAGNI, 1993) e a partire dal 1980 (MAZZOTTI et al., 1999). Dintorni di San Leo (RN) (cella n.2) il 28-4-1993 e dintorni di Onferno (Comune di Gemmano, RN) (cella n.4) a 300 m di quota, il 29-4-1993 (VANNI et al., 1994). Parco del Sasso Simone e Simoncello (celle n.8 e 15 - PANDOLFI & MACCHIA, 2001, CASTI, 2008). Cella n.15 tra Toscana e Marche, nel periodo a partire dal 1985 (VANNI & NISTRI, 2006). Riserva naturale del Sasso di Simone (cella n.15) in Provincia di Arezzo, Toscana (VANNI, 2001). Monti e Gola del Furlo (cella n.27): M. Pietralata nel 2017 e 2018, con popolazione abbondante ma localizzata (FABBRI, 2018 - inedito). Tra le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona: celle n.22, 35 e 39 a partire dal 1994 (FIACCHINI, 2003); celle n.21, 22, 29, 35, 38 e 39 (FIACCHINI et al., 2006a).

Normative di tutela: specie protetta in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato III). Valutata come “quasi minacciata” (NT) (categoria della popolaz. italiana nella Lista rossa IUCN dei vertebrati italiani, RONDININI et al., 2013) e da FIACCHINI (2008a) per le Marche.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.01.2003
    Ultima modifica: 25.11.2024

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