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Lucertola campestre - Podarcis siculus

Luscengola comune - Chalcides chalcides

Lucertola muraiola - Podarcis muralis


Lucertola muraiola - Podarcis muralis (Laurenti, 1768)

Nomi dialettali: Lucèrtla, Lucèdra; Raganèlla, Raganèla (nella zona di Fano e da referente di Fossombrone)

Ordine: Squamata. Famiglia: Lacertidae

Note tassonomiche: Podarcis muralis comprende numerose sottospecie, diverse delle quali messe in discussione da recenti studi su base genetica. Attualmente quelle riconosciute, oltre alla sottospecie nominale Podarcis muralis muralis, sarebbero P. m. breviceps (Boulenger, 1905), P. m. brongniardii (Daudin, 1802), P. m. colosii (Taddei, 1949), P. m. maculiventris (Werner, 1891) e P. m. nigriventris Bonaparte, 1838. Nell'Italia orientale sarebbe presente la ssp. nominale, nell'Italia settentrionale a nord degli Appennini la ssp. maculiventris e nel settore centro-occidentale la ssp. nigriventris (DI NICOLA et al., 2019). Non è chiara, consultando la bibliografia, la situazione delle popolazioni della Provincia di Pesaro e Urbino, confinante con l’Emilia-Romagna (vi è citata la maculiventris - MAZZOTTI et al., 1999) e la Toscana (vi è citata la nigriventris - VANNI & NISTRI, 2006). La grande diversità morfologica della Lucertola muraiola in Italia sembra riflettere la sua plasticità fenotipica piuttosto che una differenziazione genetica tra sottospecie morfologiche (GIOVANNOTTI et al., 2010).

Caratteri distintivi: lunghezza totale 16-23 cm (a coda integra). I maschi tendono ad essere più grandi delle femmine, con la testa più massiccia e più larga alla base e la parte prossimale della coda più larga. La Lucertola muraiola mostra caratteri assai variabili almeno per quanto riguarda la colorazione, in rapporto a fattori quali età, sesso e condizioni ambientali. Sono presenti in entrambi i sessi individui del fenotipo a dorso marrone (detto anche “a dorso bruno”) e a dorso verde. CORTI & LO CASCIO (1999) indicano una rarefazione del tipo a dorso verde rispetto all’altro nelle aree montane appenniniche. PRIARONE et al. (2000) hanno accertato nella zona del Monte Beigua (SV), che va da 0 a 1287 m s.l.m., una differenza nel colore del dorso degli adulti (su 117 esemplari esaminati) in rapporto all’altitudine, con aumento graduale del numero di individui a dorso marrone rispetto a quelli a dorso verde senza distinzione tra i due sessi, andando dal 30% al livello del mare all’83% a 1200 m, e concludendo che ciò potrebbe indicare l’esistenza di un controllo epigenetico su questo carattere fenotipico. Anche nella nostra zona di studio sono presenti queste due differenti colorazioni. Gli esemplari a dorso marrone hanno una serie di strisce scure e chiare longitudinali dorso-laterali e spesso una striscia vertebrale (detta anche occipitale) formata da una fila di macchie scure. Questa colorazione si riscontra nelle femmine adulte e nei giovani. Nei maschi a dorso marrone spesso le strisce dorso-laterali sono poco o affatto evidenti e sostituite da una maculazione sparsa o reticolata più o meno fitta. Gli esemplari adulti a dorso verde di entrambi i sessi hanno una maculazione reticolata, ma talvolta anche delle strisce longitudinali scure ± evidenti. A volte è presente una serie longitudinale di piccole macchie azzurre sulle squame ventrali esterne e poche altre sui fianchi. Sono pure diffuse colorazioni dorsali olivastre, sia con strisce scure longitudinali sia a macchie reticolate, riferibili ad entrambi i fenotipi. Le parti ventrali sono ± macchiate di nero (soprattutto nei maschi) o solo nella gola (soprattutto nelle femmine). Specie simili: nella zona di studio si può confondere con P. siculus, che però ha parti ventrali di norma prive di macchie scure, e comunque non sulla gola.

Biologia: la Lucertola muraiola va in letargo da novembre a febbraio-marzo trascorrendolo in fenditure di rocce e muri o in cavità del terreno, ma lo interrompe se si presentano temperature particolarmente miti. E’ dotata di una notevole capacità di arrampicarsi anche in pareti verticali. I maschi sono molto territoriali e difendono energicamente il loro spazio vitale dall'intrusione di altri maschi ingaggiando con questi intense baruffe. In caso di pericolo la coda si può staccare (autotomia) e in seguito rigenerarsi. Si nutre di invertebrati vari, soprattutto insetti e ragni. Gli accoppiamenti avvengono da marzo a giugno. Le uova (2-10), sono deposte in piccole buche scavate nel terreno, in genere tra aprile e giugno. I piccoli nascono dopo 2-3 mesi.

Distribuzione in Italia: ampiamente presente nelle regioni settentrionali e centrali, più discontinua in quelle meridionali e assente nelle Isole maggiori, dal livello del mare a poco più di 1600 m per quel che riguarda il vicino Appennino emiliano-romagnolo (MAZZOTTI et al., 1999).

Dati accertati nella zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino): diffusione (compresi dati bibliogr.): specie largamente diffusa. Frequenza di osservazione: comune. Distribuzione altitudinale: dal livello del mare a 1500 m (M. Nerone, 2020 - ROSSI, com. pers.). Osservazioni: dati dal 1980 al 2020. Presente dalla costa a partire dal livello del mare sino alla zona appenninica interna, sia con esemplari a dorso marrone, sia olivastro, sia verde, anche assieme e pure in habitat assai ristretti. Dai dati raccolti - quelli in cui è stato annotato anche il carattere fenotipico della colorazione, riferiti a 62 esemplari - risulta nella zona appenninica interna una prevalenza del fenotipo a dorso marrone (osservato sul M. Nerone sino a 1500 m di quota) rispetto a quello a dorso verde (sul M. Catria sino a 1350 m). Nella zona litoranea, di pianura e sino alla media collina non si hanno invece sostanziali differenze nella presenza dei due fenotipi (vedi carta di distribuz. pag. 318). Pur essendo una valutazione preliminare che necessita di ulteriori indagini, è in linea con quella di CORTI & LO CASCIO (1999) che indicano una rarefazione del tipo a dorso verde nelle aree montane appenniniche, mentre non vi sono dati sufficienti per riconoscere con sicurezza un legame tra colore del dorso e altitudine, con l’aumento degli individui a dorso marrone alle quote maggiori, come hanno rilevato in Liguria PRIARONE et al. (2000). Habitat: arbusteti, boschi, retrospiaggia ghiaiosi, pietraie e scarpate, campagna con alberature, zone erbose e siepi, tronchi di alberi, giardini, muretti a secco, edifici isolati e centri abitati.

Osservazioni anteriori al 1980: zona urbana di Fano e territorio circostante (celle n.13 e 14), in giardini e su vecchi muri, nel periodo 1963-1979 (POGGIANI). Periferia di Urbino (cella n.17), prima del 1980 (DIONISI V.).

Dati bibliografici: Parco naturale del Monte San Bartolo (celle n.1, 6 e 7), nel 2010-2011 (RISVEGLIA et al., 2011 e UNIVERSITA’ DI URBINO, 2010 - inedito). Cella n.3 tra San Marino e Marche (TEDALDI et al., 2014). Celle n.4 e 5 tra Emilia-Romagna e Marche, nel periodo a partire dal 1980 (MAZZOTTI et al., 1999). Parco del Sasso Simone e Simoncello (celle n.8 e 15), nel febbraio-luglio 2000 (PANDOLFI & MACCHIA, 2001). Celle n.15 e 23 tra Toscana e Marche nel periodo a partire dal 1985 (VANNI & NISTRI, 2006). Riserva naturale del Sasso di Simone (cella n.15) in Provincia di Arezzo, Toscana (VANNI, 2001). Monti e Gola del Furlo (cella n.27) nel 2017 e 2018, abbondante (FABBRI, 2018 - inedito). Celle n.21, 22, 29, 30, 35, 36, 38 e 39 tra le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona nel periodo a partire dal 1994 (FIACCHINI, 2003). M. Catria, prima del 1949 (TADDEI, 1949).

Normative di tutela: specie rigorosamente protetta in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato II); specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa in base alla Direttiva Habitat 92/43 del 1992 (Allegato IV). Valutata come “a minor preoccupazione” (LC) (categoria della popolaz. italiana nella Lista rossa IUCN dei vertebrati italiani, RONDININI et al., 2013).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.07.2003
    Ultima modifica: 07.08.2024

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