Funghi, flora e fauna
Boletus pulchrotinctus
Boletus pulchrotinctus Alessio
Famiglia: Boletaceae
Descrizione: Cappello: da 5 a 20 cm, emisferico fino a diventare convesso a maturità. Di colore chiaro al centro, rosa- ciclamino più carico ai bordi; cuticola liscia, asciutta, poco separabile. Imenoforo: tubuli liberi al gambo, piccoli, di colore giallo, a volte anche arancione sino ad essere rossi, viranti al blu al tocco. I pori sono piccoli. Spore: 12-17 x 67 micron, fusiformi e lisce. Gambo: tozzo e cilindrico, a volte panciuto e radicante o appuntito, di colore giallo-pallido sotto l'imenio, poi più chiaro, chiazzato di macchie più o meno estese di color ciclamino e più o meno cariche; tenuamente reticolato. Carne: consistente e soda, di colore giallo chiaro, crema, con odore abbastanza gradevole; tende a virare lentamente all'azzurro. Il viraggio è meno marcato con tempo siccitoso.
Commestibilità: non commestibile; è stato consumato perché confuso con altri funghi ed in alcuni casi ha creato problemi di intossicazione. Di sicuro è tossico da crudo ed è bene quindi sconsigliarne l'uso.
Biologia e habitat: tipico di terreno calcarei e argillosi in boschi xerofili; nelle nostre zone è comune. Spesso si trova nello stesso habitat del Boletus satanas e del Boletus luridus.
Presenza nella zona di studio: zona collinare esterna (Bosco del Beato Sante presso Mombaroccio, in PARA 1987), Monti della Cesana (compreso il Bosco di Montebello di Urbino), rilievo del M. Raggio-Montalto Tarugo (Bosco di Montalto Tarugo), Monti del Furlo e zona appenninica interna (M. di Montiego, M. Nerone, Alto Candigliano, Serre, Alpe della Luna - Bocca Trabaria).
Note: I carpofori sono molto belli ed invitanti, la carne è consistente. Facilmente si può essere tentati alla raccolta: si raccomanda quindi la massima cautela.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 19.07.2004
Ultima modifica: 11.03.2012
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