Funghi, flora e faunaFunghi, flora e fauna

Boletus lupinus

Boletus pulchrotinctus

Boletus luridus


Boletus luridus Schaeffer

Nome dialettale: Fung del lup

Famiglia: Boletaceae

Descrizione: Cappello: 8-20 cm, emisferico, poi convesso e appianato allo stadio avanzato; cuticola giallo-ocra-olivastra, ocracea, feltrata e secca. Al tocco assume una colorazione blu-nera. Imenoforo: tubuli lunghi, più corti vicino al gambo, giallo-oliva, diventano bluastri allo sfregamento, addirittura di un blu cupo; i pori sono piccoli e di colore rosso. L'imenoforo è facilmente separabile e la carne sottostante si presenta di colore arancio. Spore: 12-17 x 5-7 micron, fusiformi, di colore bruno-verde . Gambo: ventricoso, solitamente rigonfio nella parte inferiore, pieno. Di colore aranciato con tonalità più cariche alla base. Nella parte superiore è presente un reticolo con maglie sempre più allungate man mano che si scende verso il piede. Carne: soda nel fungo giovane, più molliccia nel fungo maturo; di colore giallo-pallido, vira presto all'azzurro. Odore fungino abbastanza gradevole; sapore leggermente acido.

Commestibilità: è commestibile da cotto in quanto contiene dei principi tossici termolabili.

Biologia e habitat: comune nella nostra zona, cresce preferibilmente in boschi aperti o ai margini, in ambienti calcarei.

Presenza nella zona di studio: zona collinare esterna (Bosco di Montevecchio e Bosco di Adanti a Fano; Bosco del Beato Sante presso Mombaroccio, in PARA 1987), Monti della Cesana (compreso il Bosco di Montebello di Urbino), rilievo del M. Raggio-Montalto Tarugo (Bosco di Montalto Tarugo, dove è segnalato anche B. luridus var. rubriceps (Maire) Dermek, in MALETTI e PAOLINI 2003) (1), Monti del Furlo e zona appenninica interna (M. di Montiego, M. Nerone, M. Petrano, M. Catria, Bosco della Brugnola presso Serravalle di Carda, Alto Candigliano, Serre, Alpe della Luna - Bocca Trabaria, zona di Bocca Serriola).

Note: per l'evidente viraggio, nel nostro territorio è stato per lungo tempo considerato non commestibile; ancora oggi molti cercatori evitano di raccoglierlo per il colore bluastro che il corpoforo assume al tocco. La carne, una volta cotta, perde la colorazione azzurra per ritornare ad essere di colore giallo-citrino.

NOTE
(1) Si distingue dal typus per la colorazione del cappello rosso-porpora.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 19.07.2004
    Ultima modifica: 05.01.2015

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