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Alberi, arbusti e rampicanti legnosi del bacino del Metauro - Mulini idraulici nel bacino del Metauro - aspetti generali


Alberi e arbusti sono piante perenni, legnose. Appartengono alla forma biologica delle fanerofite (P).

Gli alberi possiedono un tronco ramificato a partire da una certa altezza; dalla base e dalle radici possono spuntare dei rami detti polloni.

Gli arbusti o frutici sono ramificati sin dalla base e possiedono in genere dimensioni non superiori a sei metri. Appartengono alle fanerofite (P) quando hanno gemme persistenti ad altezza superiore a 30 cm, alle camefite (C) quando le gemme sono ad altezza inferiore. Talvolta gli arbusti hanno portamento più o meno rampicante (lianosi); altre volte il portamento è prostrato, con rami striscianti al suolo: in tal caso la loro altezza è assai limitata.

Spesso una stessa specie, a seconda delle condizioni in cui cresce, può assumere portamento arboreo oppure arbustivo.

Si dicono suffrutici i piccoli arbusti con il fusto e i rami vecchi legnosi, mentre le parti superiori, erbacee, si seccano rinnovandosi ogni anno. Se i suffrutici hanno gemme persistenti ad altezza superiore a 30 cm appartengono alla forma biologica delle fanerofite (P), se inferiore a quella delle camefite (C).

Si hanno quindi, tra i piccoli arbusti, le fanerofite fruticose e suffruticose (P) e le camefite fruticose e suffruticose (C).

Si ringraziano il Prof. Aldo Brilli-Cattarini e il Dott. Leonardo Gubellini per le numerose informazioni fornite e la revisione parziale dei testi. Hanno fornito dati (citati come "comunicazione personale": com. pers.): Franco Barbadoro su Crespino, Dafne olivella, Uva spina ed Efedra, Christian Cavalieri su Pero corvino (Amelanchier ovalis) e Corbezzolo. Ha collaborato alla realizzazione dei disegni Mauro Saputi.

Diverse sono le formazioni vegetali che costituiscono i boschi del bacino del Metauro.
I Querceti di Roverella, da mesofili a xerofili, che si estendono in tutto il settore collinare su suoli marnoso-arenacei e nei versanti esposti a Sud del settore appenninico su suoli calcarei, sino a circa 900 m di quota. Sono caratterizzati dalla Roverella, a cui si associano l'Acero campestre, l'Acero napoletano, il Sorbo comune, l'Orniello e il Carpino nero.
L'Ostrieto, che si trova sulle colline più alte e nell'Appennino sino a circa 900 m di quota. E' caratterizzato da una maggiore presenza di Orniello, Carpino nero e Acero napoletano.
La Cerreta, che cresce su terreni freschi e argillosi (più raramente calcarei) della zona collinare, sino a circa 900 (1200) m di quota. Caratterizzata dal Cerro, si può ricondurre in parte all'alleanza precedente.
La Faggeta, che si estende al di sopra dei 900 m di quota, in boschi misti dove il Faggio è associato all'Acero montano, al Sorbo montano, al Maggiociondolo alpino e ai più rari Frassino maggiore e Acero riccio. Più in alto, sino a circa 1600 m nel versante nord-orientale del M. Catria, la faggeta risulta composta quasi esclusivamente dal Faggio.
L'Abetina è limitata alla sola località di Fonte Abeti presso Bocca Trabaria, dove l'Abete bianco è associato al Faggio, all'Acero montano e ad altre latifoglie.
I rimboschimenti di conifere, essendo costituiti per lo più da specie esotiche (Pini, Cipressi, Abeti, ecc.), hanno scarso interesse naturalistico. I principali sono quelli delle Cesane presso Fossombrone, dei M. Paganuccio e Pietralata e del M. Montiego.
I boschi ripariali, che caratterizzano le sponde dei corsi d'acqua su terreni più o meno ricchi di umidità, sono stati alterati dall'intervento dell'uomo per lunghi tratti del F. Metauro e dei suoi affluenti, così che spesso sono ridotti a strette fasce o distrutti del tutto. Dove permangono ancora relativamente inalterati, vi si possono distinguere due tipi di alleanze di vegetazione. Negli alvei, su terreno alluvionale impregnato d'acqua, cresce il Saliceto, con vari salici in forma arbustiva (Salice di ripa, Salice rosso, ecc.). Più all'esterno, dove l'umidità è inferiore, si trova la Pioppeta, con Pioppo nero, Pioppo bianco, Salice bianco. Tutte queste specie crescono anche attorno ai laghetti artificiali originatisi a seguito dell'escavazione della ghiaia o usati per l'irrigazione.

Gli arbusteti rappresentano termini di passaggio verso lo stadio climax del bosco, oppure una degradazione di quest'ultimo dovuta all'intervento dell'uomo. Sono in genere ascrivibili a stadi degradati di Querceti di Roverella e di Ostrieti; spesso vi predominano la Ginestra, i Ginepri, il Citiso minore e lo Scotano. Più di rado costituiscono delle Brughiere a Calluna vulgaris (Serre di Burano).

Nelle gole rupestri e nelle altre zone rocciose e sassose non sempre risulta agevole caratterizzare le formazioni arboree e arbustive presenti. Tra le associazioni vegetali meglio distinguibili troviamo le Leccete e i Querceti xerofili di Roverella, con aspetto di macchia o boscaglia, localizzate nei versanti esposti a Sud, più poveri di copertura vegetale. Nei versanti esposti a Nord, meno aridi e con maggiore copertura vegetale, crescono invece Querceti mesofili di Roverella e Ostrieti. Le principali gole rupestri e zone rocciose calcaree sono protette come aree floristiche, date le specie rare che ospitano. Esse sono:
- la Gola del Furlo, tra il M. Paganuccio e il M. Pietralata, attraversata dal F. Candigliano;
- la Gola di Gorgo a Cerbara, con la Balza della Penna (versante S.E. del M. Montiego), attraversata dal F. Candigliano;
- le Balze del M. Acuto (versante Sud), del Gruppo del M. Catria;
- le Balze sul versante Ovest del M. Catria;
- la Valle dell' Infernaccio, sulle pendici Nord del M. Nerone;
- la vetta del M. Nerone, versante N.O.;
- Fondarca, sul versante Sud del M. Nerone.

La campagna è un ambiente da lungo tempo antropizzato, profondamente modificato dall'attività agricola e dagli insediamenti rurali. Per questo numerose sono le specie esotiche introdotte dall'uomo che vi sono presenti, mentre quelle spontanee sono relegate in ambienti marginali. Gli alberi e gli arbusti della campagna si trovano:
- Nei campi coltivati, come tutori delle viti oppure in frutteti specializzati (pescheti, vigneti, uliveti, ecc.).
- Nelle siepi ed alberature stradali; oltre alle specie spontanee, possono essere presenti varie specie esotiche, piantate appositamente oppure invadenti (Paliuro, Ailanto, Robinia, ecc.).
- Lungo i fossi e attorno ai laghetti artificiali; si tratta in prevalenza di Pioppi, Salici e Tamerici.
- Sulle scarpate e gli incolti; i piccoli lembi di bosco e arbusteto che vi crescono sono spesso invasi da specie esotiche, come la Robinia e l'Ailanto.
- Attorno alle abitazioni; si tratta in genere di piante utili, come l'Olmo campestre e il Gelso, o di piante ornamentali, per lo più sempreverdi.

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 27.07.2017

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