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Piene e alluvioni del F. Metauro e del T. Arzilla dal 1...

Piene del T. Arzilla (1973, 1975, 2010 e 2012)

Piene e alluvioni del F. Metauro dal 1939 al 1968


 

Piena e alluvione del maggio 1939

31 maggio 1939 XVII
A S.E. il R° Prefetto di Pesaro

(....) Nel complesso il maltempo non ha causato nel nostro Comune sinistri di eccezionale importanza.
I danni più notevoli si sono verificati, per limitate alluvioni del fiume Metauro, che hanno danneggiato assai gravemente un podere di proprietà Albani in località Chiusa, e qualcuna delle unità poderali della Borgata Metaurilia situate lungo l'argine del Fiume.
Si sono verificati pure parziali allagamenti, dovuti alla persistenza e violenza delle piogge, in alcune unità della Borgata stessa prossima alla Chiesa in costruzione.
Ho subito disposto per la immediata esecuzione di opere atte a facilitare ed accelerare lo scolo dei terreni inondati.
IL V. PODESTA'

S.A.S.Fa., 1939, Cat. XV, classe 1, fasc. 5

IL VICE PODESTA' E IL SEGRETARIO DEL FASCIO SUI LUOGHI DANNEGGIATI

Abbondanti scrosci di pioggia seguiti da scariche elettriche, hanno segnato l'inizio di una notte temporalesca.
Ma mentre in città per il perfetto funzionamento delle fogne di scarico, nulla di anormale si è verificato, all'alba di stamane si sono avute le prime segnalazioni di notevoli danni nei dintorni, specie nelle campagne che si distendono lungo il Metauro.
Il Vice Podestà ed il Segretario del Fascio. si sono recati subito sui luoghi, e primo di tutti ad esser toccato è stata la Borgata rurale di Metaurilia. Le prime tre unità poderali difatti che corrono lungo la sponda destra del fiume, tra la litoranea adriatica e la strada provinciale per S. Costanzo sono quasi completamente allagate. Il fiume è in piena. Una corrente impetuosa e prepotente infila l'acqua melmosa fra tutte le arcate del ponte.

Da: “Il Giornale d’Italia”, 2-6-1939

Piena e alluvione del dicembre 1968

ESCONO DALL'ALVEO LE ACQUE DEL METAURO

Il fiume Metauro, il tranquillo corso d'acqua che scorre ai confini di Fano, ha tenuto ieri notte con il fiato sospeso decine e decine di persone che si erano recate alla foce per tenere sotto controllo il crescente livello delle acque che minacciavano di straripare.
Erano circa le 17 del pomeriggio di ieri quando veniva dato l'allarme alle autorità competenti che si portavano immediatamente sul posto unitamente ai vigili del fuoco di Pesaro ed ai carabinieri della nostra città. Erano presenti fra gli altri l'ingegnere capo del Genio civile di Pesaro Enzo Olivetti, l’ingegnere di sezione Ilo Pasqualino ed il presidente dell'Ept Guido Fabbri.
Con il passare del tempo l’altezza delle acque si faceva sempre più pericolosa tanto che riuscivano a ricoprire buona parte degli impianti di un grosso stabilimento del luogo attrezzato per l'escavazione e la frantumazione della ghiaia. Anche alcuni campi vicini venivano coperti dalle acque che sempre con maggiore difficoltà riuscivano ad affluire verso il mare.
Sotto la luce dei potenti riflettori dei VV.FF. la fiumana pericolosamente verso le ore l cominciava a rendersi pericolosa anche per la linea ferroviaria, ragione per cui le autorità decidevano di fermare il passaggio dei treni per non compromettere inutilmente vite umane.
Solo alle prime ore del mattino, fortunatamente, le acque scendevano a livelli più ragionevoli permettendo la ripresa del traffico ed il prosciugamento degli impianti allagati.
A memoria d’uomo, dicono i vecchi della città, non si era mai vista una cosa simile e se tutto è andato per il meglio, lo si deve agli ingegneri del Genio civile che già l'estate scorsa avevano provveduto ad alzare gli argini ed a concedere permessi per l'estrazione della ghiaia che ha notevolmente abbassato il letto del fiume.

Da: “Il Resto del Carlino” del 20-12-1968

STRARIPANO BISCUBIO E CANDIGLIANO

Le violenti piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni hanno provocato l'ingrossamento dei fiumi. Ieri quello che si temeva purtroppo è avvenuto: Candigliano ed il Biscubio sono usciti dai loro alvei invadendo strade e paesi.
Da un primo bilancio la situazione più grave è quella di Piobbico. il paese infatti è posto alla confluenza dei due corsi d'acqua per cui è stato il primo ad essere invaso dalle acque.
Verso le 15 infatti il paese è stato raggiunto da una valanga di acqua. Le tubature sono scoppiate, diversi pali della luce sono stati abbattuti mentre varie abitazioni e numerosi esercizi pubblici sono stati allagati.
Il paese ieri sera era quindi senza luce e senza acqua. Anche parte della rete telefonica era saltata; con Urbania è impossibile comunicare.
Verso sera comunque la situazione si è quasi normalizzata. A testimonianza di quanto accaduto uno strato di fango copre tutte le vie del paese. Sul posto sono stati inviati alcuni mezzi dei vigili del fuoco.
La pioggia comunque continua a cadere e questo preoccupa moltissimo gli abitanti di Piobbico.
Anche ad Apecchio la situazione non è allegra. Il paese è senza luce e le strade sono invase dal fango.
La statale Flaminia, al Passo del Furlo è interrotta per circa 200 metri perchè coperta da circa 70 centimetri di acqua. Il traffico quindi è stato deviato.
Diverse frane si segnalano nell'Urbinate. Molte frazioni di Borgo Pace sono rimaste tagliate fuori mentre l'acqua dei fiumi raggiunge ancora gli archi dei ponti e si teme da un momento all'altro un nuovo straripamento.
La statale Apecchiese èinterrotta in diversi punti ed il traffico nella zona è precario.
Squadre di tecnici dell'Anas e della Sip sono all'opera per cercare di normalizzare la situazione. Il loro lavoro però è difficoltoso, il temporale infatti non accenna ancora a cessare.

Da: “Il Resto del Carlino” del 19-12-1968

CAGLI: EVACUATE TRENTA FAMIGLIE

Numerosi i danni provocati l'altro giorno nella nostra provincia dallo straripamento dei fiumi Candigliano e Biscubio. I carabinieri di Urbino sono intervenuti con tre squadre in punti diversi. La prima squadra, composta da 12 uomini, si è recata a Piobbico dove si sono verificate varie frane. La seconda squadra a Pianello di Cagli dove vi erano 30 famiglie con le case allagate a causa dello straripamento del torrente Bosso. Per sicurezza le famiglie sono state fatte evacuare. Per riattivare il traffico sono pure intervenute ruspe dell'amministrazione provinciale dell’ANAS. Una terza squadra di carabinieri si è invece recata al Furlo ove il traffico era interrotto da una frana. Gli automobilisti che si recavano a Roma sono stati dirottati sulla strada di Fermignano la "Fangacci".
La centrale elettrica nei pressi di Calmazzo è rimasta coperta dalle acque. Danni notevoli si sono avuti alle strutture della centrale: diversi trasformatori risultano inservibili. La passerella che collega i comuni di Cagli e Acqualagna è stata portata via dalla piena.
Presso il Santuario di Pelingo il fiume ha inondato diverse abitazioni e scantinati ed anche qui le famiglie sono state costrette ad evacuare.
Il comune di Acqualagna è senza acqua da un paio di giorni. Infatti l'acquedotto comunale che attraversava il Candigliano è “scoppiato” completamente. Due piloni che sostenevano in alto le tubature sono stati abbattuti. Nella mattinata di ieri è stata chiamata l'autobotte che rimarrà per circa tre giorni provvedendo così all'erogazione dell'acqua.
In tutti i luoghi colpiti stanno prestando la loro energica opera i vigili del fuoco di Pesaro, Fano e Cagli mentre anche il prefetto di Pesaro dott. Italo Granato si è recato sui posti colpiti rendendosi conto personalmente dei danni e portare alla popolazione un pò di conforto.

Da: “Il Resto del Carlino” del 20-12-1968.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 10.12.2005
    Ultima modifica: 10.12.2005

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