Geologia e clima
Piene e alluvioni del F. Metauro e del T. Arzilla dal 1523 al 1911
Piena del Metauro e dell’Arzilla nel 1523
Nell’anno 1523 un eremita aveva predetto un diluvio per il mese di ottobre: nell’aurora dell’11 “offuscatasi l’aria da dense nuvole, sollevatosi un Turbine impetuoso, accompagnato da Folgori, e Tuoni, cadde una pioggia sì dirotta, e lunga, che sembrava a’ viventi esser giunta la fine del Mondo. Il Mare agitato da orribile tempesta minacciava d’uscire da’ proprj lidi; gli Alberi furono svelti dalle radici, e non vi fu Casa, che gran nocumento non risentisse; restaron sommerse le Chiese di Santa Maria a Mare preso l’Arzilla, e quella del Ponte Metauro; tra i molti annegati in quel diluvio vi restarono morti più di venti Corazzieri destinati a difendere la spiaggia contra i Corsari Turchi, i quali nella guerra intrapresa dall’armi Ottomane contro la Religione Gerosolimitana nell’Isola di Rodi infestavano l’Adriatico.”
AMIANI, 1751
Piena del Metauro e dell’Arzilla nel luglio 1611
Il 24 luglio 1611 “cadde una pioggia dirottissima, e non inferiore a quella passata, restando sommerso dall’acqua per tre giorni continui il Molino a grano fuori di Città, e nel quarto giorno rovinò dà fondamenti; il medesimo avvenne a quello de’ Simonetti (1), ed all’altro nominato della Sacca (2); si ruppero gli argini del Vallato; la Chiusa; che serviva per l’uso de’ Molini rovinò in sì fatto modo, che neppure vi rimasero le vestigia; e caderono i ponti sopra i fiumi del Metauro, e dell’Arzilla. le stesse disavventure soffrirono la Marca, e la Romagna, dove perirono più persone oltre il Bestiame, che nell’innondazione delle Campagne, vi restò sommerso”.
NOTE:
(1) Situato lungo il T.Arzilla.
(2) Situato lungo il Metauro a Serrungarina.
AMIANI, 1751
Piena del Metauro nel luglio 1765
Il mattino del 23 luglio 1765, un’eccezionale piena, che raggiunse otto metri di altezza dal letto del fiume, travolse i piloni centrali del Ponte sul Metauro a Fossombrone. Nel muro sottostante il Largo Ristorante si trova una lapide che ricorda l’altezza raggiunta dalle acque. Oltre a distruggere il ponte e il mulino, la piena fece affogare nella zona sotto Montemaggiore il barcaiolo e sette persone
LUCCIARINI, 1997
Piena del Candigliano nell’ottobre 1799
Una lapide che si trova sulla facciata di una casa di Piobbico, attraversato dall’affluente Candigliano, segna il livello raggiunto dall'acqua durante la piena del 24 ottobre 1799. L'abbreviazione V.B.M.C.P. è interpretabile come "viro benemerenti monumentum curavit ponendum".
Piena del Metauro nel dicembre del 1846
Nel dicembre del 1846 "caddero acque straordinariamente dirotte, che precipitate dall'Apennino, e dai torrenti del fiume Metauro, fu tale la piena del medesimo, che trasportando furiosamente pietre, ghiaie, e tutto quanto le si parava dinanzi, il ponte (3) non potendo reggere a tant'urto venne troncato. Era seria e di grande dispendio la urgente riparazione, che occorreva. Nè ciò bastava, perchè eseguitosi momentaneamente il riparo per non impedire il passaggio e le comunicazioni, mostravasi evidente la necessità del doversi immediatamente dar opera alla costruzione di un nuovo ponte."
NOTE:
(3) Si tratta del Ponte Metauro presso la foce.
Da: "Comparsa difensiva e conclusionale della Congregazione di Carità di Fano contro il Regio Demanio dello Stato avanti il Tribunale Civile di Pesaro". Tip. Sonciniana, Fano, 1885.
Un manifeso di avviso d'aste del 1851 documenta la spesa per la ricostruzione del ponte.
S.A.S.Fa., A.S.C., Ponte, b.574.
Alluvione dell’agosto 1869
Rapporto sui danni cagionati dall'alluvione del 16 agosto 1869.
Lettera dell'Ingegnere comunale De Poveda indirizzata al Sindaco di Fano.
Si è subito praticata per cura di quest'Ufficio una rapida visita alle strade esterne per constatare i principali danni cagionati dalla dirotta pioggia del 16 andante e sottometterne all'On. Giunta il presente rapporto sommario da servir di base alle più urgenti misure di riparazione.
La maggior parte del territorio nostro, cioè tutta la zona compresa fra il Metauro e in confine con Pesaro e Novilara andò soggetto a rilevanti guasti prodotti dalla sterminata quantità d'acqua cadutavi nel giro di poche ore; a convogliare la quale trovansi di gran lunga incapaci i due soli recipienti che da parti opposte attraversano tutta la superficie quasi diagonalmente per riunirsi presso Fano ove si scaricano in mare, vale a dire da Ponente l'Arzilla, e da Levante il Canale del Porto.
L'Arzilla specialmente ebbe tal piena straordinaria da superare tutte quelle pur gravi di cui si conserva memoria, e dove più, dove meno quasi dappertutto soverchiò le ripe; i minori corsi influenti rigurgitarono anch'essi, e a luogo a luogo ne furono allagati i campi e le strade colla rovina quasi generale delle scarpate e dei manufatti di tutte quelle in collina. Anche il Canale del Porto debordò in vari punti, ma con minori danni (non tenuto conto di quello avvenuto nei sobborghi della città); tuttavia la violenza dei fossi rigurgitanti fece non lievi guasti, specialmente alle strade delle colline che costeggiano la Flaminia.
Senza entrare per ora in più minuti dettagli, che saranno soggetti di parziali rapporti, ecco la succinta enumerazicne dei tristi effetti di questa alluvione:
l°) Interruzione quasi completa di ogni comunicazione nella maggior parte delle strade prodotta dalle dilamazioni, dai sedimenti lasciati a grande altezza, dalle corrosioni, dalla ostruzione dei fossi. A questo danno convien riparare con tutta sollecitudine mediante opere di sussidio ai Cantonieri.
2°) Un grandissimo numero di ponticelli e chiavicotti di scarico, ponti rovesci, briglie, muri di sostegno ebberi tutti qual più qual meno a patire scalzamenti, corrosioni, rovine; alcuni sparirono totalmente. Non potrebbesi precisare fin d'ora la spesa occorrente a ripararli e rinnovarli; ma urge farlo subito perchè i danni non si faccian più gravi, e pare opportuno il farlo col solito sistema dei lavori a misura e prezzo elementare fisso. Scendendo dopo ciò a dar conto dei manufatti di maggior importanza, ecco quanto è da deplorarsi di più notevole:
3° Ponte dei Maggiotti: è previsto il restauro
4° Ponte Varano: è prevista la ricostruzione
5° Pontaccio: è previsto il restauro
6° Nuovo Ponte di Carignano: è prevista la ricostruzione
7° Ponte della Trave: è prevista la ricostruzione
8° Ponte del Bevano: è previsto il restauro
9° Ponte di S. Cesareo: è previsto il restauro
Sono previsti passi provvisori ai Ponti Varano, Carignano e Pontaccio.
S.A.S.Fa., 1870, titolo XIX, rubrica 96, art. 1
Piena del Metauro nel novembre del 1896
Nel novembre 1896 una nuova grande piena del Metauro ruppe gli argini naturali, allagò le campagne vicine e atterrò per oltre 20 metri il ponte. I disagi per chi transitava lungo la strada provinciale litoranea erano notevoli. Nel 1897 l'Amministrazione provinciale deliberò la ricostruzione di tre stillate e corrispondenti campate del ponte.
Da "Il Gazzettino", Periodico amministrativo settimanale di Fano, 1896 nn.36 e 37; 1897 nn.1 e 6.
Le grandi piogge dei giorni scorsi avevano prodotto nel vicino Metauro una piena spaventevole, e la notte dell' 8 corr. l'impeto della fiumana finì per vincere la resistenza del ponte sulla strada provinciale asportandone circa trenta metri. Cinque chilometri di terra presso la foce furono allagati. I danni sono molto gravi specialmente lungo l'alto corso del fiume.
Da: "L'Annunziatore" n.46 del 14-11-1896
La stessa piena è ricordata in una lapide posta nel muro sottostante il Largo Ristorante a Fossombrone, due metri più sotto la lapide del 1765 (LUCCIARINI 1997). Un’altra lapide si trova sulla facciata di una casa di Piobbico, attraversato dal Fiume Candigliano, a segnare il livello raggiunto dall'acqua in questo evento.
Piena e alluvione del maggio 1898
A causa della torrenziale pioggia di sabato 7 corr. l'Arzilla e il Metauro hanno avuto una forte e improvvisa piena, traboccando in vari luoghi e arrecando danni alle campagne seminate.Anche a Senigallia sono inondati molti punti della città e sobborghi.
Da: "SU" del 10-5-1898
Piena dell’ottobre 1904
Il mal tempo ha prodotto parecchi guasti in città e nelle campagne. Il Ponte Metauro è stato rotto dalla forza delle acque accresciute improvvisamente ed a giudicare dai vari oggetti trasportati al mare dalla corrente come masserizie piante e animali i danni debbono essere nelle campagne vicine rilevanti.
Da: “Il Messaggero del Metauro” n. 41 del 13-10-1904
Alluvione del novembre 1905
STRARIPAMENTO DEL FIUME METAURO
Il sottoscritto si è recato sulla sponda destra del fiume Metauro ad un Km e mezzo circa dal Ponte in legno sulla strada provinciale Fanese ed ha potuto rilevare che una forte corrosione è avvenuta sulla sponda destra di quel fiume per una lunghezza di metri 300 circa corrosione che ha portato le acque del Metauro in prossimità della Strada Comunale conducente a S. Costanzo.Tale corrosione ha fatto sì che le acque di piena trovando la campagna adiacente ad un livello più basso delle vecchie sponde sono uscite dal loro letto naturale ed han preso la via dei campi allagandoli insieme alla Strada Comunale anzidetta.
Per il momento nulla vi è da fare poiché la stagione presente non permette che si possano eseguire opere di difesa e di riparazione con buon risultato. Al sopraggiungere della stagione buona sarà allora il caso di provvedere ai lavori occorrenti tanto per impedire che la corrosione si addentri nella campagna quanto per riacquistare il terreno perduto, e tali lavori, a parere del sottoscritto, dovrebbero limitarsi in opere provvisorie di difesa della sponda ed in qualche repellente per riportare le acque nell’antico letto. E poiché la corrosione trovasi in quel tratto del fiume Metauro che trattasi di sistemare giusto il progetto redatto dall’Ingegnere Signor Marino Ferri a cura del Consorzio costituito con R. Decreto 5 Giugno 1902 così sarebbe consigliabile che i suddetti lavori provvisori di difesa e di riparazione venissero studiati dallo stesso Sig. Ingegnere Ferri affinché nell’interesse dell’economia e nei riguardi tecnici, potessero essere coordinati coi lavori definitivi di sistemazione giusto il progetto anzidetto.
Relazione fatta dal Signor Santarnecchi Ing. Fidia dell’Ufficio del Genio Civile di Pesaro al Prefetto di Pesaro, poi inviata al Sindaco di Fano in data 26 novembre 1905
S.A.S.Fa., A.S.C., 1906, Ctg. X, classe IV, fasc. 7
Lavori per la sistemazione del tratto inferiore del Fiume Metauro
VERBALE DELLA VISITA FATTA IL 14 febbraio 1911 AI LAVORI(....) L'aspetto generale dei lavori è sembrato alla Commissione tale da confermare le speranze di buona riuscita tanto più che l'applicazione del sistema di copertura a reti metalliche costituisce una difesa efficacissima per le opere di arginatura a pali e frasche adottata per tutto il percorso delle sponde. Si è espresso il desiderio, che i lavori stessi siano affrettati specialmente dal lato destro allo scopo di incanalare le acque, e rendere più difficili le corrosioni sui fondi della Congregazione di Carità che saranno per la loro ubicazione protetti per ultimi dalle nuove opere. Il giudizio della Commissione è riescito favorevole, tantochè si è espresso anche il desiderio di fare un nuovo consorzio con eguale programma di lavori per la parte superiore del Metauro fino a Calcinelli. Fa lode all'ingresso per la direzione dei lavori e per il suo sistema brevetto di protezione a rete metalliche che sembra abbia una influenza decisiva sulla resistenza dei lavori. Anche per la Direzione del Consorzio e dell'Impresa la Commissione ha parole di elogio e di eccitamento alla pronta esecuzione del completo programma dei lavori.
Da:"Il Gazzettino - Periodico amministrativo settimanale di Fano", n.7 del 19-2-1911
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 20.09.2005
Ultima modifica: 20.10.2007
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