Geologia e climaGeologia e clima

La Formazione dello Schlier

La Formazione Marnoso-Arenacea

Particolari della Formazione dello Schlier


La parte superiore dello Schlier

La parte superiore dello Schlier, costituito esclusivamente da litofacies marnose, in prossimità del passaggio alla Marnoso-arenacea interna, visibile nell'estrema porzione destra dell'immagine. Affioramento in corrispondenza del bivio per S. Angelo in Vado lungo la strada Piobbico-Urbania (Fig. 1).

Le litofacies dello Schlier

Tipico aspetto dello Schlier, con i livelli calcareo-marnosi chiari che sporgono, per la loro maggior resistenza, rispetto alle litofacies marnose entro cui sono intercalati. La facile degradabilità di queste ultime favorisce i processi di erosione superficiale impedendo la formazione di suolo e quindi l'attecchimento di specie vegetali per cui la superficie rocciosa si mantiene priva di vegetazione. Affioramento in corrispondenza del bivio per S. Angelo in Vado lungo la strada Piobbico-Urbania (Fig. 2).

La porzione inferiore dello Schlier

La porzione inferiore dello Schlier in prossimità del passaggio con il Bisciaro lungo la strada Palcano-Moria (versante sud occidentale di M. Petrano). Appare evidente la maggior concentrazione di strati calcareo-marnosi (Fig. 3).

Strati vulcanoclastici nello Schlier

Sottili strati vulcanoclastici profondamente alterati, dal tipico color ruggine dovuto alla presenza di ossidi e idrossidi di ferro. La loro minor competenza rispetto alle litologie marnoso-calcaree entro cui sono contenuti rende più efficace l'azione degli agenti esogeni; in corrispondenza di tali livelli si formano di conseguenza dei profondi solchi di erosione. Affioramento lungo la strada Palcano-Moria (versante sud occidentale di M. Petrano) (Fig. 4).

L’orizzonte delle argille smectiche

Nella porzione medio-superiore dello Schlier si rinviene un caratteristico orizzonte di argille smectiche formato di norma da uno strato di maggior potenza, con spessore che può raggiungere il metro, accompagnato da altri strati, in genere da uno a tre, molto più sottili. La continuità laterale dei singoli livelli è molto limitata ma l'intervallo smectico nel suo insieme è sempre presente e costituisce un vero e proprio orizzonte guida.

Le argille smectiche, dette anche bentoniti, sono costituite quasi esclusivamente da un minerale argilloso, la montmorillonite, che, per l'elevata capacità di assorbire acqua (la montmorillonite, macinata e mescolata ad acqua, aumenta di 10-15 volte il proprio volume iniziale) e di scambiare ioni, trova numerose applicazioni in vari settori produttivi. Esse trovano infatti impiego come terre decoloranti, nella fabbricazione di saponi e di cosmetici; aggiunte alle comuni argille migliorano le caratteristiche fisico meccaniche dei laterizi; sono inoltre utilizzate nell'industria cartaria, nell'industria petrolifera, nell'industria tessile ed in quella alimentare.

L'orizzonte delle argille smectiche, a partire dal dopoguerra e fino agli anni '60, è stato oggetto di ricerche e di estrazione. Sono noti numerosi siti di coltivazione di questa argilla, tutti ovviamente in corrispondenza degli affioramenti di Schlier sui fianchi delle principali pieghe. L'estrazione, dato il limitato spessore del materiale utile rispetto allo sterile, avveniva quasi sempre in gallerie, che si sviluppavano, seguendo lo strato, anche per diverse centinaia di metri. Solo in particolari condizioni di giacitura dello Schlier l'estrazione avveniva a cielo aperto (Fig. 5).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 23.11.2004

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