Geologia e climaGeologia e clima

Le gole e le forre nel bacino del Metauro: Il Furlo (ge...

La Forra di S. Lazzaro di Fossombrone (geomorfologia)

La valle minore de il Buzzo (geomorfologia)


A monte di S. Anna del Furlo, in direzione circa ortogonale alla dorsale carbonatica di M. Pietralata-M. Paganuccio, si estende la valle minore de "il Buzzo", occupata da un modestissimo corso d'acqua a regime occasionale, tributario di destra del F. Candigliano. Il Buzzo si snoda parallelamente alla Gola del Furlo, della quale riproduce in piccolo alcune caratteristiche, compresa una piccola e stretta forra.

Prendendo in considerazione uno dei possibili modelli evolutivi delle gole trasversali alle dorsali che caratterizzano l'intero Appennino marchigiano, cioè il modello "delle catture", la valle del Buzzo può essere considerata come una forma embrionale, non ancora totalmente evoluta di tali gole. Infatti, il progredire dell'incisione verticale e dell'estensione verso monte della testata della vallecola condurrebbe al bypass della dorsale e all'intercettazione di eventuali corsi d'acqua che scorressero al di là di essa.

Per quello che riguarda il Buzzo, in particolare, si può ben osservare come l'incisione abbia completamente superato la zona assiale della dorsale calcarea e come un ramo della testata della valle si apra sul versante interno, nei pressi della Pradella, prolungandosi di qui in un fosso che sbocca sul Fosso del Rio, alle spalle della dorsale stessa.

La valle minore de “Il Buzzo” è incisa nei calcari giurassici della Corniola e del Calcare Massiccio e corre lungo un sistema di fratture antiappenninico. In particolare, si imposta circa in corrispondenza del nodo fra le suddetta fratture e il grande sistema di faglie che passando per il Rifugio del Furlo, attraversa la Gola omonima e prosegue sino a Case S. Ubaldo.
La forra, nel suo punto più stretto, ha ampiezza minima di circa 1,5 m e pareti di circa 10 m di altezza; il torrente che la percorre, compiendo vari piccoli salti, ha lasciato sui fianchi evidenti resti di marmitte e altre forme di erosione vorticosa.
Poche decine di metri a monte della forra, lo stretto fondo vallivo del Buzzo è a tratti occupato da accumuli di grossi blocchi e detriti franati dai versanti e rimaneggiati dalle occasionali piene del torrente. Lungo l'impluvio, la rimozione selettiva dei detriti da parte delle acque di piena ha asportato i detriti di minori dimensioni, lasciando in posto lo scheletro costituito dai massi di dimensioni metriche, producendo serie di stretti cunicoli fra i massi e dando origine a un particolarissimo ponte naturale costituito da un grande masso rimasto incastrato fra le strette pareti rocciose del fondovalle.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 23.11.2004
    Ultima modifica: 26.05.2012

Nessun documento correlato.


Le gole e le forre nel bacino del Metauro: Il Furlo (ge...

La Forra di S. Lazzaro di Fossombrone (geomorfologia)